Emmaus e Avvenire. 18 ottobre 2022

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Martedì, 18 ottobre 2022

CARITAS

Iniziative in aiuto degli alluvionati nel nord della regione

Sono trascorse alcune settimane, ma l’emergenza prodotta dall’alluvione che ha investito un’ampia porzione del nord delle Marche è ancora ben lungi dal venire riassorbita. Per chi volesse aiutare le comunità colpite con offerte di volontariato e aiuti materiali, vi proponiamo i contatti diretti delle Caritas diocesane, in prima linea nel portare soccorso. Diocesi di Fabriano: Gianluigi Farneti, familyfar@libero.it Diocesi di Fano: Laura Paolini, amministrazione.caritasfano@gmail.com Lucio Diotallevi, luciodio1955@gmail.com

Inserto mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 - 62100 Macerata

Una

Telefono 0733.231567 E-mail: redazione@emmetv.it

Facebook: : emmetvmacerata

Twitter: emmetvmacerata

Inserto di

Don

Montenegro,

Servono scelte coerenti con la constatazione di essere da tempo minoranza nella società

Che «abito» per i cristiani?

Dal Sinodo lo stimolo per pensare la rievangelizzazione guardando la realtà dall’interno del mondo di oggi, come fece padre Matteo Ricci, partendo dai contenuti di fede che consentono un dialogo con la modernità

Bollette gas e

I

ella storia missionaria di padre Matteo Ricci c’è un passaggio significativo per la sua comprensione di come evangelizzare la Cina, segnato da un cambio di abito. Giunto in Cina e già convinto di poter evangelizzare un mondo così diverso per cultura e mentalità solo attraverso l’incontro e il dialogo aperto ed accogliente, padre Matteo nel 1578 lasciò la sua veste occidentale da Gesuita per indossare l’abito del monaco buddista; perché gli avevano detto che quelli erano gli unici religiosi stranieri ammessi nel Celeste Impero. Di fatto questa scelta nasceva ancora da un pensiero occidentale: il gesuita maceratese con quell’abito da bonzo cercava di tradurre il significato religioso della sua talare gesuitica in un abito che le somigliasse, tra i pochi che circolavano in Cina. Ben presto comprese che questo non bastava: bisognava invece ripensare la propria identità e il senso della propria missione a partire dal pensiero cinese e dalla loro cultura. In essa nell’ambito spirituale, a motivo della dottrina confuciana, era preponderante la stima verso il maestro rispetto a quella verso il sacerdote: si prediligeva l’insegnante della vita buona, rispetto a colui che metteva in contatto con il mondo del sacro. Per questo, padre Matteo, cosciente che la sua missione era far incontrare Cristo, sia sacerdote che maestro della nostra fede, comprese che la via giusta era privilegiare questo secondo aspetto e prese l’abito da mandarino confuciano, riconosciuto dalla cultura cinese come maestro di vita. Questo esempio ha una grande rilevanza per comprendere il nostro tempo di Chiesa italiana. Ormai tutti ammettono che si è realizzato un profondo cambiamento culturale della maggioranza del nostro popolo. In 50 anni la popolazione è diventata sempre più urbana, nelle campagne oggi vive solo il 17% degli italiani, e nella cultura urbana si è registrata la fine della cristianità, cioè di quello stile di vita in cui laAbbadia di Fiastra, Messa di apertura dell’Anno pastorale (14 ottobre 2022)

fede cristiana era l’elemento fondamentale che determinava tutte le scelte di vita delle persone, comprese quelle più pratiche e basilari come l’alimentazione. Oggi chi si pone più il problema di modificare il menù in tempo di Quaresima? Nella cristianità la cultura, cioè lo

INIZIATIVA

Formazione per laici

L’11 ottobre 2022 è iniziato, guidato dal Vescovo, il secondo percorso di formazione per laici, con un Corso fondamentale sulla fede e Incontri sulla spiritualità della Messa. Gli incontri, aperti a tutti, si tengono il martedì dalle ore 21 alle 22, in presenza, alla Domus San Giuliano a Macerata. È possibile anche seguirli online. Per iscriversi: https://tinyurl.com/iscrizla ici. La quota è di 10 euro (pagabile alla Domus San Giuliano o tramite bonifico

Iban

IT98G0615013400CC03210 09248 intestato a Diocesi di Macerata con causale: Iscrizione al corso di formazione laici).

Per informazioni: don Fabio Olano, tel. 0733.1992914.

stile di vita, sosteneva la fede e questa rafforzava l’identità culturale. In molti dialetti “un cristiano” era sinonimo di “un essere umano”. Lo stile di vita profondamente guidato dalla fede, nutrito di preghiera, ritmato dalle celebrazioni liturgiche è oggi proprio solo di una

minoranza di italiani. È difficile definirla nei numeri, ma che la cristianità sia ormai una componente minoritaria della società è accertato. È infatti indubbio che se si vive secondo gli usi e i costumi della maggioranza degli italiani, non si vive più da cristiani. In questa nuova

Di fronte alla guerra in Ucraina, è indispensabile una mobilitazione della società civile internazionale che dia vita a un’alleanza pacifica

per ricordare don Giussani

U DIENZA In cento a Piazza San Pietro

DI GIANCARLO CARTECHINI C osa cerco, quando esco di casa la sera, non lo so. Mi lascio attirare, come una falena, dalle finestre aperte: lu- ci, rumori, risate, a volte litigi. È necessario scendere in strada per rendersi conto di quanto siano preziosi questi piccoli bagliori di vita. Solo uscendo si comprende. Solo così. È una notte limpida. Marte brilla nel cielo di ottobre, in direzione Est. Marte, il rosso, l’irascibile. Il dio della guerra ci ricorda quanto sia fragile questa trama di socialità, quanto tutto possa essere spazzato via da un momento all’altro. Anche un quartiere tranquillo ha bisogno di un pensiero vigile per evitare di trasformarsi

in campo di battaglia. «Viviamo in un’epoca folle» ha detto qualcuno, e la follia maggiore è proprio quella di arrendersi alla presunta ineluttabilità del ricorso alle armi. La pace è possibile, va costruita, ed è frutto di opere tese a creare istituzioni di pace. Lo ha sottolineato Stefano Zamagni nell’articolo “Sette passi per una pace giusta e duratura non solo in Ucraina”, pubblicato il 21 settembre da Avvenire (https://tinyurl.com/7passi).

Ci sono situazioni, scrive Zamagni, in cui l’interesse a cooperare, che è vantaggioso per tutti ma richiede una visione di lungo periodo, viene soffocato da comportamenti conflittuali che sembrano più efficaci in un’ottica di breve termine. Le scienze sociali

realtà la Chiesa fatica a trovare “l’abito adatto” da indossare per rievangelizzare efficacemente. Le tendenze sono due, ma a mio parere ancora legate a un pensiero “di maggioranza” che collega fede e cultura in modo inscindibile. C’è la linea “conservatrice” che cerca di costruire delle micro-realtà separate dal resto della società, in cui vivere la fede come nel passato. Era quanto teorizzato in ambito americano da un libro comunque interessante: Opzione Benedetto. Questa scelta conservatrice è bella per la coerenza tra fede e vita, ma isolandosi dal mondo attrae pochissimi e non evangelizza efficacemente la massa del popolo. I cristiani “santi, ma strani”, sono certo stimati dalla maggioranza, ma poco ascoltati e imitati. All’opposto c’è la linea “progressista” che ragiona in modo speculare all’altra: accogliendo in toto la cultura contemporanea e trasformando profondamente la fede, perché non trovi ostacoli nel pensiero della maggioranza. Questa scelta è ben accetta dalla maggioranza: sono i cristiani moderni che vogliono bene a tutti e danno ragione a tutti, ma sono ancora cristiani o sono solo moderni? Il Sinodo dovrebbe aiutarci a cominciare a pensare la rievangelizzazione guardando la realtà dall’interno del mondo di oggi, come fece padre Matteo. Senza cambiare la fede, ma partendo da quei contenuti di fede che permettono di aprire un dialogo costruttivo con la modernità. La domanda è: qual è l’abito da “mandarino confuciano” adatto per l’evangelizzazione di oggi? * vescovo

chiamano queste situazioni “problemi di azione collettiva”. Si presentano nei luoghi di lavoro, nella vita di quartiere, nei rapporti tra le nazioni. Per questo è indispensabile ricorrere ad istituzioni stabili, che rendano conveniente la cooperazione. Però alcune istituzioni internazionali sono obsolete, pensate per un mondo che non esiste più.

Dopo la caduta del muro di Berlino, siamo stati incapaci di costruire un nuovo sistema di convivenza tra le nazioni, che andasse al di là delle alleanze militari o delle convenienze economiche. La guerra in corso in Ucraina rende evidente in maniera drammatica questa sconfitta. Già, ma come si esce ora dalla spirale di violenza, senza apparente via d’usci-

l palinsesto di EmmeTv si rinnova nel segno della qualità dei contenuti: dall’informazione allo sport, dal mondo del lavoro e della cultura, agli approfondimenti che da sempre contraddistinguono l’emittente televisiva maceratese in onda sul canale 89. Tanti i programmi prodotti e che potranno essere seguiti anche in streaming attraverso l’app (per dispositivi Android e iOS) e sul sito marchemedia.com. Dal lunedì al sabato si inizia al mattino con la Rassegna stampa (ore 8.30), per poi proseguire col tg nazionale di Tv2000 (alle 12.40 e alle 20) e l’informazione locale con il TgEmme (nelle edizioni delle 13, delle 19.40, 20.40 e 22.40). Alle 16 la Tv Giovani e alle 19.30 le varie rubriche. Poi ancora tanta informazione con il Tg Sport delle 20.20 e il Tg Economia delle 20.30. La domenica, Santa Messa alle ore 10.30, poi il Tg Agricoltura alle 12.30. Appuntamento settimanale importante poi con il Diario Maceratese (13-16.4019.40-22.40) con i servizi della settimana. Il lunedì è giornata dedicata allo sport con la trasmissione Tempi Supplementari (ore 21) con i risultati e gli highlight dello sport maceratese. Poi spazio dedicato alla Maceratese Calcio con la differita della gara del fine settimana (ore 21.40). Il martedì appuntamento con Tiziana Tiberi e il suo EmmeSera, spazio di approfondimento con ospiti in studio (ore 21). Il mercoledì ha fatto il suo esordio una nuova rubrica, Caro Maestro, Cara Maestra: la scuola dal punto di vista di chi la fa, per un rapporto insegnante-alunnogenitore inedito. Tema del giovedì è la salute: alle 21, La Cultura della prevenzione con il dottor Andrea Corsalini e i protagonisti della Sanità con le loro esperienze; a seguire, alle 21.30, la trasmissione A piccoli passi con la dietista Elisa Pelati. Tutti i venerdì torna lo sport con Scatto Biancorosso condotto da Enrico Maria Scattolini per il prepartita della Maceratese. Un posto a tavola, dedicato all’enogastronomia, chiude il palinsesto degli appuntamenti settimanali andando in onda la domenica alle 11.30.Andrea Mozzoni

ta, generata dalla guerra di aggressione russa? Zamagni individua sette passi per negoziare la pace: passi concreti, realizzabili, illustrati con lucidità. Leggete l’articolo: offre spunti di riflessione importanti, apre prospettive. Forse l’ostacolo maggiore per una pace negoziata, conclude, è la paura della negoziazione stessa. I politici e i capi di governo temono di essere percepiti come pacifisti ingenui. Ecco perché in una situazione come l’attuale, è indispensabile una mobilitazione della società civile internazionale, tesa a dare vita ad una alleanza per la pace. La natura umana è caratterizzata da un utilitarismo a breve termine, scrive Jostein Gaarder nel

recente saggio “Noi che siamo qui adesso”. Ma ciò non autorizza alcuno sconforto: a metà strada tra il pessimismo, che è solo una forma di pigrizia, e un ottimismo cieco, che significherebbe chiudere gli occhi di fronte alla realtà, c’è la speranza. E la speranza «è ben altro che una disposizione d’animo: è una forma di militanza». «Come vuoi utilizzare la tua vita per quest’unica volta in cui ti trovi al mondo?» – si interroga lo scrittore norvegese. Sono uscito di casa, stasera, senza nessuna meta: ho incontrato un orizzonte militante e passi di pace. Usciamo insieme, finché il tempo regge. Ciascuno, come può, faccia la sua parte. Marte, in fondo, è solo un pianeta che brilla nel cielo di ottobre.

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Diocesi di Senigallia: https://www.facebook.com/caritas.senigalliaonlus emergenzaalluvione@caritassenigallia.it. nuova casa per le Carmelitane a Tolentino
Alberico con il Vangelo alla fine del mondo
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una porpora tra i migranti
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luce, un inverno minaccioso
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DI NAZZARENO MARCONI * N
Sabato 15 ottobre più di un centinaio di maceratesi (e dintorni) hanno partecipato in piazza San Pietro all’udienza concessa da papa Francesco a Comunione e Liberazione per il centenario della nascita di don Luigi Giussani. Nel suo discorso – singolarmente lungo e autenticamente paterno – il Papa ha riconosciuto quanto ricevuto personalmente da don Giussani e la gratitudine «per tutto ciò che egli ha saputo seminare e irradiare dappertutto per il bene della Chiesa». (G.Lup.)
EmmeTv: il palinsesto si rinnova
Speranza, forma di militanza all’opera per la pace

Chiesa rinnovata, guardando al pianeta

D al 29 settembre al 2 ottobre si è svolto a Milano il Festival della Missione, 4 giorni di incontri con testimonianze e riflessioni da diverse parti del mondo per conoscere le varie realtà e per riflettere sulle riforme nella Chiesa universale e italiana: la missione come realtà costitutiva dell’essere Chiesa in un mondo secolarizzato e in rapporto con le altre religioni. Anche la nostra piccola delegazione del Centro Missionario Diocesano di Macerata ha partecipato a questo evento ricco di esperienze e di idee. Tra le tante testimonianze ascoltate, le più significative sono state quelle di suor Annamaria Panza, missionaria dell’Immacolata in Bangladesh, che ha raccontato la vita stentata

dei lavoratori e delle lavoratrici del settore tessile in quel Paese da dove proviene la stragrande maggioranza degli abiti, anche di grandi firme, che noi oggi indossiamo, di don Ferdinando Pistore che opera come fidei donum in Thailandia, in una regione al confine con il Myanmar da dove arrivano migliaia di rifugiati e profughi in fuga dal regime di quel Paese, e infine di suor Gloria Cecilia Narvaez, colombiana e francescana di Maria Immacolata, rapita in Mali nel 2017 da un gruppo di Al Qaeda, e rimasta per quattro anni e otto mesi nelle mani di questi gruppi, ceduta da uno all’altro fino alla liberazione nel 2021, che ha testimoniato la misericordia del perdono verso i

suoi carcerieri. Una testimonianza di missione particolare ma molto intensa è stata quella del monaco benedettino padre Michael Davide Semeraro. Oltre le preziose testimonianze di chi opera direttamente sul campo missionario, abbiamo ascoltato riflessioni molto interessanti sulla missione della Chiesa nei Paesi cosiddetti cristiani, per una nuova evangelizzazione, visto che oramai anche in questi Paesi i cristiani sono di fatto minoranza, e sul ruolo della donna nella Chiesa di oggi e di domani anche alla luce delle riforma volute da papa Francesco.Illuminanti sono state le riflessioni del cardinal Zuppi, in dialogo con le teologhe Emilce Cuda, argentina, e Serena

Don Alberico Capitani è da 12 anni a Puerto Madryn, nella Patagonia argentina. Vive nella periferia della città, abitata in larga parte da migranti provenienti da altri Paesi dell’America Latina

Noceti, e dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole. Si è poi parlato del rapporto con le altre religioni, della comunicazione e informazione, con particolare riguardo ai Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina e dei fenomeni ad essi collegati, e infine della situazione della giustizia e delle carceri. Del primo tema, significativa la testimonianza del vescovo della Mongolia, il cardinale Giorgio Marengo. Sul secondo argomento hanno portato la loro testimonianza giornalisti impegnati in prima linea sui fronti di guerra e dell’immigrazione, come Nello Scavo di Avvenire e Fabrizio Gatti, già dell’Espresso, oltre al direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda e la responsabile

Si è svolto a Milano il Festival della Missione, con testimonianze e riflessioni sull’essere Chiesa nel mondo secolarizzato e tra altre religioni Un momento del Festival della Missione

dell’inserto “Buone Notizie” del Corriere della Sera, Elisabetta Soglio. Per l’ultimo argomento, molto interessante è risultato l’intervento della ministra Cartabia, che ha illustrato il provvedimento sulla “Giustizia ripartiva” che vuol favorire la riconciliazione tra colpevole e vittima. Molte altre sono state le

iniziative sia culturali che di incontri anche in luoghi diversi della città e forse l’unico appunto è proprio quello di essere stato un evento troppo “ricco” in cui era impossibile seguire tutto. Sergio Fraticelli e i delegati del Centro missionario diocesano

Portare la fede alla fine del mondo

DI TIZIANA TIBERI

Abbiamo incontrato don Alberico Capitani, sacerdote fidei donum della diocesi di Macerata, da oltre trenta anni missionario in Argentina. Per prima cosa ha voluto ricordare il nostro compianto direttore don Luigi Taliani, «amico carissimo, sempre presente; ci sentivamo per telefono e ogni volta che tornavo facevamo un’intervista. Lui continua a essere presente nella mia vita». Nel 2009 è iniziata la missione a Puerto Madryn. Può raccontarci come è nata e com’è la situazione oggi? Noi non siamo veramente missionari come i saveriani o altre congregazioni di religiosi; noi siamo dei sacerdoti diocesani che cercano in nome della diocesi di vivere la missionarietà. La nostra storia missionaria è iniziata con padre Matteo Ricci e poi è ripartita al tempo del Concilio quando i nostri vescovi sono venuti a contatto con gli altri vescovi nel mondo, in modo speciale dell’America Latina; hanno conosciuto la realtà di un cattolicesimo presente ma carente di sacerdoti e questo ha portato le diocesi italiane ad aprirsi e a inviare dei sacerdoti. Ricordiamo cosa significa fidei donum?

Sono ventidue i sacerdoti diocesani in missione

Prestano servizio all’estero, in una decina di Paesi di quattro continenti o sono in aiuto a diocesi italiane

La maggioranza proviene

dal Seminario

Redemptoris Mater

La nostra diocesi, soprattutto grazie alla presenza e al servizio svolto dal Seminario missionario Redemptoris Mater del Cammino neocatecumenale, conta un folto gruppo di sacerdoti impegnati in missione, con presenze in quattro continenti e una decina di paesi. L’ultimo dato, raccolto in occasione del corrente mese missionario, totalizza ben 22 sacerdoti, di cui 17 sono all’estero (inclusi 2 in partenza) e 5 in aiuto a diocesi italiane. Ci pare giusto ricordarne i nomi. All’estero: don Giuseppe Pollio in missione in Irlanda; don Peter Paul Sultana in missione a Malta; don Mirco Cichella e don Emanuele Giammarresi in missione a Taiwan; don Nicola Papa e don Antonio Skroce in missione in Cina; don Alejandro Gonzalez Parrilla

e don Miguel Teruel Ruiz in missione in Spagna; don Efrain Santiago Ramirez Acosta in missione in Argentina; don André Luis De Oliveira, don Alberico Capitani, don Sergio Salvucci, assieme, in missione in Patagonia (Argentina) a Puerto Madryn; don Rafael Alvarez in missione in Colombia; don Paulo Roberto Matassa in missione in Brasile; don César Mauricio Lara Condo in missione in Zambia. Da Treia è in partenza per il Cile don Manuel de Ornelas, mentre da Tolentino è in partenza per la Guinea Equatoriale don José Manuel Contreras. In aiuto a diocesi italiane: don Alessandro Di Francesco a Campobasso; don Wilmer Arias a Teramo; don Moises Carias a Prato; don Giovanni Di Felice a Chieti; don Lorenzo Di Re a Pescara. (P.Chin.)

Significa dono della fede. Ricordo don Fernando Mariani che fu il primo sacerdote fidei donum della nostra diocesi dopo don Nazzareno Piccioni, poi tanti altri: don Quinto Lombi, don Silvano Attili, don Alberto Forconi, don Frediano Salvucci e don Felice Prosperi e poi nel 1989 sono partito anch’io da Urbisaglia. Forse dalla conoscenza dei sacerdoti che già erano in missione e poi dall’esperienza dell’adorazione eucaristica è partito questo desiderio di condividere la mia vita con i più bisognosi della fede. Gesù Pane di vita: volevo fare della mia esistenza un Pane di vita da condividere con gli altri. Essere sacerdote e missionario è come una vocazione nella vocazione. Normalmente partiamo per 1012 anni e poi dovremmo ritornare nella nostra diocesi. Per me sono scaduti 12 anni; sto usufruendo di un permesso speciale per ri-

manere altri due anni e completare la mia storia missionaria; speriamo che qualcuno poi possa continuare. Quali obiettivi missionari avete raggiunto? Innanzitutto cerchiamo di accompagnare queste comunità che non hanno una presenza del sacerdote. In Argentina le situazioni sono molto diverse anche a livello religioso: ad esempio nella zona attorno Buenos Aires abbiamo una forte emigrazione italiana e spagnola e abbiamo anche una forte tradizione religiosa, un buon inserimento di migranti spagnoli e italiani, il più grande santo argentino è un italiano, san Gaetano, che da noi è poco conosciuto. Invece nella zona della Patagonia, dove mi trovo ora, la situazione religiosa è molto diversa; prima di tutto perché l’evangelizzazione è iniziata alla fine del XIX secolo con i salesiani, il famoso “sogno di Don Bosco”, poi perché i residenti di questa zona vengono da tutte le parti dell’Argentina con una forte immigrazione da altri Paesi latino-americani, in particolare da Bolivia e Paraguay, e di recente dal Venezuela. Quindi una zona che non ha una tradizione religiosa, per cui si tratta di aiutare le persone a formare una fede e una tradizion,e per essere

APPUNTAMENTI

chiesa e comunità nella diversità. Viviamo nella periferia tra la povertà, sia materiale che spirituale. Quando torna cosa fa? Mi trovo qui per un tempo di vacanze e di incontro con la mia chiesa locale, la diocesi di Macerata. Sono originario di Pollenza; ho girato varie parrocchie e fra due anni celebrerò il 50° del sacerdozio. Quando torno passo il tempo stando con la mia famiglia e poi visitando le varie comunità, gli amici e ci ritroviamo sempre con il gruppo di giovani (di un tempo) di Urbisaglia. Diciamo: ritorno per rafforzare le radici della fede ma anche della missionarietà con la Chiesa locale. Come sintetizzerebbe questi anni di esperienza missionaria?

Un’esperienza molto bella perché mi ha dato la possibilità di conoscere e di crescere nella fede e nella fraternità. Conoscere la bellezza di poter dare qualcosa agli altri e quando vieni in contatto con i più poveri, sia materialmente che spiritualmente, ne ricavi un arricchimento personale. Dobbiamo però ricordare che tutti noi siamo missionari in forza del nostro Battesimo: la fede non la possiamo tenere per noi; dobbiamo condividerla con gli altri, in particolare in questo mese di ottobre, dedicato alle missioni in tutto il mondo.

20 e 23 ottobre: le date importanti di questo mese missionario

L a Giornata Missionaria Mondiale 2022 (domenica prossima, 23 ottobre) trova il principale riferimento nel messaggio di papa Francesco del 6 gennaio scorso, che ha per titolo «Di me sarete testimoni» (At 1,8), poi declinato in “Vite che parlano”. Il Papa ci dice: «Come Cristo è il primo inviato, cioè missionario del Padre (cfr Gv 20,21) e, in quanto tale, è il suo “testimone fedele” (cfr Ap 1,5), cos ì ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone di Cristo. E la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo. L’identità della Chiesa è evangelizzare».

Nella nostra diocesi la Giornata sarà preceduta e introdotta dalla Veglia Missionaria Diocesana: “Vite che parlano”. La celebrazione, presieduta dal vescovo Marconi, si svolgerà il 20 ottobre nella chiesa parrocchiale di San Donato a Montefano con inizio alle ore 21.15.

Tolentino, si inaugura il monastero di Santa Teresa

Adicembre 2021 la posa della prima “pietra”, il 30 ottobre 2022 l’inaugurazione del monastero Santa Teresa delle Carmelitane Scalze di Tolentino. Ripercorriamo le tappe principali dalla scossa del 2016 a oggi con le sorelle del Carmelo.

Cosa è successo dopo il sisma del 2016?

La sera del 30 ottobre 2016, grazie all’immediata generosità delle nostre sorelle di Fano, abbiamo trovato accoglienza nel loro monastero, per 9 mesi. Subito è iniziata la ricerca di una struttura autonoma che potesse accoglierci tutte e il 22 luglio 2017 ci siamo trasferite a Cascia. Ancora una volta ringraziamo i padri Agostiniani e, soprattutto, le monache del monastero Santa Rita che han-

no messo a nostra disposizione la Casa di accoglienza vocazionale, aiutandoci e sostenendoci in ogni modo. Sono stati anni difficili per la lontananza da Tolentino e i disguidi che ha comportato, per i meandri della burocrazia post sisma, per le difficoltà economiche e tecniche di progettazione. Il nostro Monastero era danneggiato così gravemente che è stato preferibile demolirlo, e abbiamo scelto di ricostruirlo in legno. L’11 dicembre c’è stata la benedizione d’inizio lavori e ora siamo all’inaugurazione!

Quante suore saranno accolte nel nuovo Monastero? Siamo 17 monache. Le nostre giornate alternano preghiera e lavoro, solitudine e fraternità. In tempi normali (cioè non duran-

La struttura precedente era danneggiata così gravemente che è stato scelto di demolirla Il nuovo edificio, in legno, accoglierà diciassette carmelitane scalze

te un trasloco come adesso!) ci alziamo alle 5.30 e alle 6 cantiamo le Lodi, cui segue un’ora di preghiera silenziosa, caratteristica del Carmelo teresiano. Alle 7.30 la Messa, il ringraziamento e l’Ora Terza. Dopo colazione inizia il tempo di lavoro. Alle 11 la Lettura, l’Ora Sesta e il pranzo. Riordiniamo la cucina, abbiamo un’ora

di ricreazione insieme e poi uno spazio di tempo libero. Alle 15.30 l’Ora Nona e il lavoro. Alle 17.30 la preghiera silenziosa che si conclude alle 18.30 con il canto dei Vespri. Alle 19.15 la cena, il riordino e la ricreazione. La giornata si chiude con la preghiera di Compieta e l’Ufficio delle Letture. Qual è il carisma teresiano?

La parola “amicizia” concentra l’intuizione che mosse Santa Teresa a rinnovare l’Ordine del Carmelo nel 1500. L’amicizia si esprime nel dialogo silenzioso della preghiera e in relazioni fraterne esigenti e schiette all’interno di Comunità piccole (il numero massimo è 21). Amicizia è offerta a chiunque si accosta a noi e anche a chi non ci conosce, perché la preghiera non è mai idillio so-

litario e disincarnato, ma è sempre orientata al bene di tutti. Le caratteristiche della nuova struttura in legno (2.100mq) e spazi limitrofi? Il nuovo edificio somiglia molto al precedente, sia all’esterno, sia nella distribuzione interna degli ambienti, ma avrà un piano in meno. Il legno garantisce la massima sicurezza antisismica ed ecosostenibilità. Lo spazio verde circostante è stato progettato con attenzione. Noi di solito non usciamo dal Monastero (i continui spostamenti di questo periodo restano un’eccezione): il giardino permette di godere la bellezza del Creato e fa da equilibratore in una vita appassionante ma impegnativa.

Tiberi Uno scorcio del nuovo Monastero

MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2022 2 CHIESA
Don Alberico insieme ai bambini del catechismo della sua parrocchia a Puerto Madryn

Le Marche a Roma: due le maceratesi su quindici eletti

Dopo i risultati delle elezioni politiche del 25 settembre, gli eletti marchigiani di Camera e Senato si sono recati a Roma lunedì della settimana scorsa per la registrazione e l’accreditamento, per poi prendere parte alla prima seduta nelle rispettiva Aule, giovedì 13 ottobre, per l’inizio formale della XIX legislatura. Sono 18 in tutto i rappresentanti della Regione ora a Roma: quindici più tre eletti fuori regione, di cui cinque al Senato (2 all’uninominale e 3 al proporzionale), dieci alla Camera dei Deputati (4 nei collegi uninominali e 6 eletti nei listini). Si è passati, dunque, dai 24 parlamentari della passata legislatura all’attuale

Il cardinale Francesco Montenegro ha partecipato a Loreto il 10 ottobre a un incontro pubblico, organizzato dalla Commissione regionale Migrantes

numero dopo la riduzione dei parlamentari, mentre alcuni degli eletti nelle Marche sono però stati catapultati da altre regioni d’origine. Nel dettaglio, per il sistema Uninominale, alla Camera dei deputati sono stati eletti il viterbese Francesco Battistoni (commissario regionale di Forza Italia), il fanese Mirco Carloni (assessore e vice presidente delle Marche per la Lega), l’anconetano Stefano Maria Benvenuti Gostoli (Fratelli d’Italia) e l’ascolana Giorgia Latini (assessore alla Cultura uscente della Lega della Regione Marche). Poi la sambenedettese Lucia Albano (deputata uscente di Fratelli d’Italia che era subentrata al presidente della Regione Francesco Acquaroli) e

A rappresentare la provincia in questa legislatura saranno Irene Manzi (Pd) alla Camera ed Elena Leonardi (FdI) al Senato

il pergolese Antonio Baldelli (Fratelli d’Italia). Per la Lega è stato eletto alla Camera anche Augusto Marchetti di Umbertide (Pg), commissario regionale del “Carroccio” nelle Marche. Nel centrosinistra sono stati invece eletti la maceratese Irene Manzi (Pd) e Agusto Curti (Pd) di Force. Per il Movimento 5Stelle c’è l’ascolano Giorgio Fede. Al Senato, sono cinque i rappresentati della nostra

regione: il padovano Antonio De Poli (Udc) e la portorecanatese Elena Leonardi (coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia e presidente uscente della Commissione Sanità regionale). Con loro Guido Castelli (Fratelli d’Italia), ex sindaco di Ascoli Piceno, terzo assessore regionale uscente (con delega alla ricostruzione che rimarrà in carico ora al presidente Acquaroli). Poi il brindisino Alberto Losacco (commissario regionale del Partito Democratico per le Marche).

Per il Movimento 5Stelle il nome è quello dell’ascolano Roberto Cataldi. Le Marche, come anticipato, potranno contare anche su altri tre eletti fuori regione: Laura Boldrini

«Coi migranti è Dio che attraversa il mare»

Lunedì 10 ottobre organizzato dalla Commissione regionale Migrantes, si è tenuto a Loreto, presso la sala Paolo VI, l’incontro “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati” –tema della Giornata Mondiale del Migrante di quest’anno – al quale è intervenuto il cardinale Francesco Montenegro. L’evento è stato parte del Pellegrinaggio marchigiano con i migranti “Tutti insieme… alla casa di Maria” iniziato nel pomeriggio di domenica 9 con il saluto dell’arcivescovo prelato di Loreto Fabio Dal Cin, e la santa Messa presieduta dal cardinale Montenegro. Lo stesso porporato ha approfondito il tema in due momenti: nella mattinata, in un incontro di formazione per il clero della nostra regione, e alle ore 21 in un incontro aperto a tutti.Ha coordinato la serata don Alessandro Messina, direttore di settore della Fondazione Migrantes per la diocesi di Fano. Monsignor Dal Cin, ha ringraziato i presenti, giunti anche da fuori regione e quanti seguivano l’incontro attraverso il canale YouTube “Santa Casa Loreto”. Dal Cin ha sottolineato l’importanza di questi momenti voluti per «essere un sostegno, un supporto per coloro che operano all’interno di un percorso di evangelizzazione verso e con i migranti». Messina, dopo i saluti e i ringraziamenti di circostanza, ha voluto ricordare la figura di monsignor Giovanni Battista Scalabrini, proclamato Santo da Papa Francesco nel corso della celebrazione eucaristica celebrata proprio domenica 9 ottobre sul sagrato della Basilica di San Pietro; e lo ha menzionato in quanto affermava che nel comune camminare di coloro che emigrano non bisogna vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza. Il cardinale Montenegro ha preso quindi la parola riferendo i dati di un que-

Uno scatto del pellegrinaggio dei migranti alla Santa Casa di Loreto lo scorso 9 ottobre

stionario somministrato ad alcuni giovani: risultati sconvolgenti, soprattutto in merito alla domanda «se i tuoi genitori fossero negri, come ti comporteresti, che faresti?». Molte delle risposte contenevano espressioni violente, sino ad esplicitare la volontà di sopprimere i genitori stessi in vari modi. «Nel tempo – ha proseguito Montenegro – ci siamo accorti, soprattutto a Lampedusa, che non tutti i migranti sono delinquenti: tra quelli ritrovati cadavere, alcuni avevano rosari al collo o medagliette religiose. Se questi scappano dobbiamo chiederci che tipo di responsabilità abbiamo».

Parole forti, le sue, certo di cogliere il cuore di tutti: «è Dio che sta attraversando il Mediterraneo. È Dio che bussa al-

la mia porta. L’immigrato, come il povero che ho di fronte, richiede l’esame di coscienza, soprattutto quando andiamo a Messa. […] Non posso leggere questa storia solo sui giornali – ha proseguito il porporato –; è una storia che mi dice che Gesù c’è dove sono loro: “renditi conto della loro presenza”, ci dice Gesù.». Di seguito, Montenegro ha usato immagini bibliche: come il Mar Rosso un tempo, oggi c’è il Mediterraneo: si ripete la storia della salvezza; come la Sacra Famiglia scappò migrante, oggi la storia si ripete e la si identifica con quella. «In una riedizione del Vangelo si parlerebbe di Lampedusa, che è l’isola delle contraddizioni: in greco significa scoglio, quindi morte, in latino fiaccola, quindi vita».

In conclusione, spazio alle domande: intervenuti anche alcuni stranieri, oggi impegnati in attività caritatevoli. Montenegro ha ribadito, per concludere, che «occorre leggere questa storia con gli occhi del Vangelo, perché è la mia fede che il Signore mette alla prova, e il linguaggio comune è quello dell’amore», e ha ripreso un duro passaggio dell’Omelia di Papa Francesco per la canonizzazione di monsignor Scalabrini: «Nel giorno in cui Scalabrini diventa Santo vorrei parlare dei migranti: l’esclusione dei migranti è scandalosa, anzi è criminale. Li fa morire davanti a noi, il Mediterraneo è il cimitero più grande del mondo. L’esclusione dei migranti è schifosa, peccaminosa, criminale».

(Pd), originaria di Macerata ed eletta in Toscana 2 (ad Arezzo), l’ascolana Rachele Silvestri (Fdi) eletta in Abruzzo e il fermano Francesco Verducci (Pd) eletto in Piemonte, tutti e tre parlamentari uscenti della XVIII legislatura. A rappresentare la provincia di Macerata saranno quindi due donne, alla Camera Irene Manzi e al Senato Elena Leonardi. Già vice sindaco del capoluogo con il sindaco Carancini, Manzi torna in Parlamento dopo cinque anni di assenza. Prima esperienza a Roma, invece, per Leonardi dopo essere stata rieletta per la seconda volta in regione e le esperienze di amministratrice locale a Porto Recanati.

«Peregrinatio Mariae» nelle chiese della città

Èiniziata il primo di ottobre dal monastero benedettino del Corpus Domini di Macerata, per concludersi il 12 novembre nella chiesa di San Giorgio, la Peregrinatio Mariae, in preparazione al 70° anniversario di “Macerata Civitas Mariae”. L’immagine sacra della Madonna della Misericordia, davanti alla quale i maceratesi sono abituati a pregare nella basilica a lei dedicata in piazza san Vincenzo Maria Strambi, sosta in queste settimane – secondo un calendario consultabile sul sito della Diocesi – nelle diverse chiese della città.

Da ieri e fino a domani la sacra immagine è presente nella chiesa del Buon Pastore, dove questa sera alle ore 21 il vescovo Nazzareno Marconi terrà la “Catechesi”, appuntamento che si ripete in ogni chiesa, proprio in concomitanza con la Peregrinatio. Il coinvolgimento di tutte le Unità pastorali di Macerata in vista dell’importante anniversario vuole essere un segno di rinnovamento della volontà popolare di affidare la città alla Madre di Misericordia, che settant’anni fu sostenuta da una petizione sottoscritta da ventunomila cittadini, poi ufficializzata con una apposita delibera del Consiglio comunale approvata nell’adunanza del 15 novembre 1952. Il giorno seguente, nella piazza delle Libertà, gremita, ebbe luogo la proclamazione ufficiale e il Comune distribuì un pieghevole nel quale, a firma del sindaco Otello Perugini e della Giunta municipale (Dante Cecchi, Dino Cingolani, Pietro Delle Fave, Augusto Pagnanelli, Giovanni Tomassetti, Elio Tombesi, Roberto Benignetti, Cesare Cernetti), si dava conto del «compimento ad un’opera iniziata il 5 agosto del 1447, quando il “Consiglio di Credenza della comunità maceratese” stabilì di edificare, per grazia ricevuta, la piccola chiesa intitolata alla Vergine della Misericordia». In quello stesso giorno fu inaugurato il nuovo portale in bronzo della basilica, realizzato su progetto dello scultore Carlo Cantalamessa. La collocazione dell’immagine della Madonna sulla facciata del municipio ha una storia tutta particolare, iniziata nel XVI secolo, come ricostruito molti anni fa dallo storico Libero Paci. L’ultima collocazione risale al 1945, quando la Giunta – anche in questo caso a seguito di una petizione popolare – decise di ripristinare la sacra effigie all’interno di una cornice in pietra, utilizzando una tavola dipinta dall’artista Nicola Angelelli, poi sostituita, nel 1960, con l’attuale mosaico realizzato dallo Studio Vaticano. Domenica 13 novembre il 70° anniversario di “Macerata Civitas Mariae” verrà ricordato con una solenne celebrazione alle ore 16 nella chiesa dell’Immacolata, cui seguirà una processione fino in piazza della Libertà dove sarà rinnovata la consacrazione della città alla Madonna. (Ale.Fel.)

Un nuovo direttivo a servizio della Caritas

DI ELISA MERLINI

LaCaritas diocesana dopo quattro anni di percorso con il diacono Lorenzo Cerquetella, dal primo settembre scorso ha cominciato il nuovo anno pastorale con la nomina di un nuovo direttivo. Il vescovo Nazzareno Marconi ha riconfermando il diacono Franco Berardi come vicedirettore e don Roberto D’Annibale come assistente spirituale, ha introdotto i diaconi Denis Marini e Andrea Marinozzi con gli incarichi rispettivamente di direttore e segretario.

Denis Marini, responsabile di

una Casa di famiglia dell’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII e coordinatore di alcune cooperative sociali, ha accolto questa chiamata nel suo cammino vocazionale in piena obbedienza e in spirito di collaborazione con la Chiesa locale e con il vescovo. Mettersi a servizio nella pastorale della Carità sarà per lui e per tutto l’Ufficio diocesano l’impegno a farsi determinare dall’incontro con i poveri e ripartire da loro per realizzare azioni concrete che sostengano le loro vite. L’incontro che interpella le nostre vite sarà il centro del mandato per tornare a servire Dio dagli ultimi.

Le povertà del territorio sono molteplici; tante sono note, come il disagio sociale del post-Covid che coinvolge giovani e anziani, le varie forme di povertà del reddito, delle famiglie e della gestione della vita. Altre povertà sono più nascoste, come

l’esclusione per differenze sociali o il sentirsi non “adeguati” agli standard del mondo.

Oggi è difficile riconoscere e accettare le fragilità della nostra epoca contemporanea, perché l’era che viviamo non sempre ci permette di essere accoglienti sia con noi stessi sia dell’altro. Il mandato che il Vescovo ha affidato alla Caritas è quello di essere “antenne del territorio”, di andare a conoscere ed ascoltare i territori e le persone più nascoste della diocesi per far sì che questi incontri possano generare processi di creatività evangelica. Questo ovviamente non potrà essere

realizzato solo dalla Caritas diocesana e dai suoi operatori, ma insieme a tutte le persone che vivono nelle nostre comunità. Questo processo di ascolto e incontro, che è già iniziato incontrando alcuni consigli pastorali, continuerà nella fase di discernimento nel nuovo anno solare per aver dal prossimo anno pastorale gesti concreti da realizzare. Nella costruzione di progetti tangibili non è coinvolta solo la Chiesa, ma saranno interpellate tutte le istituzioni, associazioni e imprese perché solo insieme, con lo specifico di ognuno, si potrà veramente essere sostegno.

MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2022 3 SOCIETÀ
DI GIUSEPPE LUPPINO
Nelle migrazioni non vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza
MACERATA “Corpus Domini” I diaconi Franco Berardi, Denis Marini e Andrea Marinozzi

Crivelli in mostra nel capoluogo

Annunciata come il maggiore evento culturale di questo autunno-inverno, la mostra “Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose” (a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci), in corso fino al 12 febbraio a Palazzo Buonaccorsi di Macerata, ha assunto un rilevante quanto inaspettato valore storico-artistico.

La “Madonna col Bambino”, realizzata dal maestro del Rinascimento nel 1470 per l’antica chiesa maceratese di Santa Maria della Pietà e ora conservata nei musei civici, non è – come creduto in passato – un dipinto a tempera e oro su tavola trasportata su tela, ma un’opera eseguita su tela già in origine. La scoperta è avvenuta durante il restauro, commissionato dal comune alla restauratrice Daphne De Luca, che ne svela tutti

i particolari nel bel catalogo della mostra. Si può affermare, pertanto, che il dipinto di Macerata è l’unico (tra quelli conosciuti) eseguito su tela dall’artista veneziano, che lavorò nelle Marche dal 1468 fino alla sua morte (1495), realizzando decine di tavole, sparse in una quindicina di città e piccoli centri

Parrocchie, associazioni, enti, istituzioni ecclesiali cercano di ridurre l’impatto dell’impennata dei prezzi dell’energia, ma alcune spese sono incomprimibili

della regione. Molti di questi dipinti sono poi finiti in altre località d’Italia o all’estero e la mostra di Palazzo Buonaccorsi (complessivamente sette opere), ha il merito di averne riportati alcuni nelle Marche, grazie ai prestiti concessi dai musei che ora li custodiscono. La mostra – hanno sottolineato gli assessori Katiuscia Cassetta (cultura) e Riccardo Sacchi (turismo) – è anche una “porta di accesso” al territorio, in quanto il visitatore è spinto a continuare la scoperta di altre opere di Carlo Crivelli lì dove sono state realizzate e sono tuttora conservate. Il percorso che parte da Macerata prosegue, infatti, a Corridonia, San Ginesio, Sarnano, Monte San Martino, Camerino, Serrapetrona, Belforte e San Severino. (Ale.Fel.)

Doppia inaugurazione a Pollenza: riaperte la scuola e la collegiata

Gioia e soddisfazione a Pollenza per le riaperture della rinnovata scuola media Vincenzo Monti e per la collegiata di San Biagio. Miglioramento e consolidamento sismico per la struttura scolastica, che è stata anche oggetto di un importante lavoro di efficientamento energetico e di abbattimento delle barriere architettoniche. Da tre anni gli alunni mancavano tra le mura dell’istituto che era stato dislocato in tre diverse sedi provvisorie, allestite attraverso l’accordo con la parrocchia per l’uso dell’Oratorio e con il contributo della fondazione Marinozzi che ha permesso il recupero di un fabbricato in centro storico. I lavori eseguiti grazie ad un finanziamento ottenuto dal comune nel 2018 di un milione di euro a fondo perduto da parte del Ministero dell’istruzione hanno visto il

Comune impegnarsi per altri 800mila euro visto che in corso d’opera sono state apportate delle migliorie. Sono stati rifatti gli impianti termici ed elettrici, istallato macchine per il ricambio dell’aria nelle aule e trasformato l’intero piano seminterrato in laboratori. Dal 14 settembre scorso finalmente, gli studenti erano potuti rientrare nella loro rinnovata scuola. Anche la comunità parrocchiale è tornata finalmente a celebrare nella chiesa più importante del paese, la Collegiata di San Biagio, chiusa dal sisma del 2016. Si tratta di un importante lavoro di restauro iniziato nel 2020 che è stato possibile non tanto grazie ai fondi della ricostruzione ma al contributo della Cei, della Diocesi e della stessa parrocchia.

Caro bollette, aumenti che colpiscono tutti

DI M. NATALIA MARQUESINI

Dai telegiornali alla carta stampata ai social si fa un gran parlare di caro bollette, inflazione e rincari. Tra le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese e i ristoratori e commercianti (tra i primi a denunciare gli spropositati aumenti delle bollette energetiche) anche le parrocchie si trovano di fronte a un’impennata delle uscite. «Le bollette hanno visto una media di aumento del 250% in tutte le realtà della diocesi di Macerata – ci racconta l’economo diocesano Antimo Gambardella –; spese a cui parroci e sacerdoti stanno provvedendo attraverso le proprie entrate personali, cioè quel poco che percepiscono dall’Ufficio di sostentamento clero».

In attesa che arrivi qualche sostegno dalla politica come il blocco dei prezzi o il contributo previsto dalla Cei (vedi box a fianco, ndr) le parrocchie cercano di limitare le spese attraverso alcuni espedienti. In diverse parrocchie le celebrazioni feriali, che vedono solitamente la presenza di un numero ridotto di fedeli, vengono svolte in cappelline più piccole, che richiedono un minor dispendio energetico; purtroppo non tutte hanno a disposizione spazi più contenuti e questo preoccupa diversi parroci che sanno che con l’imminente arrivo della stagione invernale dovranno per forza mettere in funzione il sistema di riscaldamento dell’intera chiesa.

Qualcuno sta anche valutando la possibilità di privarsi del tradizionale rintocco delle campa-

FONDO SOLIDARIETÀ

Dalla Cei un sostegno concreto

«Un Fondo di solidarietà a favore delle diocesi per contrastare l’aumento dei costi dell’energia». È una delle iniziative del Consiglio episcopale permanente a sostegno delle diocesi. In questo particolare frangente storico e sempre nella prospettiva sinodale, è stata approvata la creazione di un Fondo di solidarietà a sostegno delle diocesi per contrastare l’aumento dei costi dell’energia. La somma – 10 milioni di euro – sarà assegnata alle singole diocesi secondo il metodo di ripartizione dell’8×1000 e, dunque, attraverso una quota fissa per ciascuna diocesi e una variabile in base alla popolazione. Il contributo sarà finalizzato a mettere in atto una riduzione dei consumi e a realizzare progetti di efficientamento energetico. (M.N.M.)

ne e di spegnere i campanili che sono ormai quasi tutti dotati di complessi sistemi elettronici. L’attenzione al risparmio passa anche dalla scelta del fornitore energetico e in questo particolare momento avere a disposizione qualcuno che tiene sotto controllo i mercati e i vari contratti energetici fa la differenza: «In questo campo ci aiuta moltissimo Giorgio Bonfigli, fino a poco tempo fa economo della Diocesi: lui si tiene sempre informato sulle opportunità di risparmio offrendo sia alla Diocesi che alle parrocchie i contatti e le opportunità di cambiare contratto in base alle esigenze o a offerte vantaggiose». Oltre alle chiese, diverse sono le strutture ecclesiastiche che devo-

A confronto i media ecclesiali

Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) riunisce le testate locali di informazione cattolica, una volta esclusivamente cartacee, oggi distribuite sui molti media dell’era digitale.

Nelle Marche fanno riferimento alla Fisc sia settimanali cartacei che testate online, oltre a radio, tv e anche webtv. I responsabili di otto diocesi si sono incontrati a Macerata lo scorso 6 ottobre col vescovo Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza episcopale marchigiana, su invito del delegato regionale Simone Incicco, per un confronto sullo stato di salute e sulle prospettive dell’informazione locale ecclesiale.

Per felice coincidenza il 6 ottobre (che è anche la data di nascita di padre Matteo Ricci) era l’anniversario del primo numero di Emmaus, la testata della nostra diocesi apparsa nel 1986: naturale quindi – e doveroso – iniziare l’incon-

Europa-Cina, due eventi a Macerata

tro col ricordo e con la preghiera per il compianto don Luigi Taliani, per decenni attivo nella Fisc. Il vescovo Marconi ha sottolineato che la globalità della comunicazione impone anche alla comunicazione religiosa di integrarsi nelle strutture e nel lavoro, perché l’alternativa è la morte. «I piccoli devono fare rete. Non cancellare ciò che caratterizza, non appiattire le identità, ma fare rete conservando e sviluppando la ca-

pacità di dialogare col territorio». È’ intervenuto online Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate e già presidente nazionale Fisc, il quale ha descritto l’unificazione avvenuta tra il suo settimanale e quelli delle diocesi di Faenza e Ravenna, in cui si è avuto cura di salvaguardare spazi di autonomia e la presenza sul territorio: «Lavorare assieme arricchisce il risultato». La varietà delle situazioni marchigiane, sia generali che specificamente dei media, pone difficoltà a prospettive di integrazione, ma, come ha rilevato il direttore di “Presenza” della diocesi di Ancona, Marino Cesaroni, «conviene arrivare all’unità per volontà piuttosto che per necessità». Un primo passo potrebbe essere la collaborazione in materia di raccolta pubblicitaria. L’incontro ha sicuramente contribuito a far tornare di attualità l’«obiettivo di “fare sistema”». (P.Chin.)

no affrontare dispendiosi consumi energetici; una su tutti la casa di ospitalità Domus San Giuliano che occupa gli spazi dell’ex seminario diocesano. «Anche in questo caso i costi energetici sono aumentati almeno del 250% e ciò che preoccupa maggiormente è che siamo ancora a un bilancio parziale che riguarda solo i primi 8 mesi dell’anno». Una situazione insomma particolarmente incerta che tiene tutti in allerta e che arriva in un periodo storico in cui le offerte dei fedeli, già prima di questi aumenti, non erano sempre sufficienti a coprire i costi della vita parrocchiale, ma che non abbatte l’animo di una comunità in cammino che sa affidarsi alla Provvidenza.

Doppio appuntamento interculturale a Macerata grazie al Centro Studi Li Madou e al China-Zentrum di Sankt Augustin. È iniziato lunedì e si concluderà domani alla Domus San Giuliano, infatti, l’Incontro congregazionale dei sacerdoti cinesi in Europa. A seguire, giovedì 20 ottobre, sempre nel capoluogo e alla Domus (a eccezione di una tappa al Santuario di Loreto) si svolgerà il XV Simposio per i giovani studenti cinesi in Europa. Due iniziative di elevato spessore nel segno di padre Matteo Ricci, con la partecipazione del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, commentate da uno dei principali promotori, don Giovanni Battista Sun: «Da oltre un anno lavoravamo all’organizzazione di questi grandi convegni internazionali – ha detto –, il primo dedicato alla pastorale, il secondo più accademico, incentrato sull’evangelizzazione in Cina, resi possibili dalla collaborazione tra il nostro Centro Studi e il China-Zentrum. Al primo evento abbiamo invitato tutti i cappellani cattolici presenti in Europa, circa una quarantina – ha aggiunto don Giovanni Battista –, era da tanti anni che non si organizzava un convegno di questo livello, un vero e proprio scambio di esperienze tra comunità cristiane con la speranza che nel prossimo futuro si possa sempre più lavorare in sinergia». Più accademico, altresì, seguendo le parole del sacerdote, l’appuntamento del 20 ottobre col Simposio per i giovani studenti cinesi: «Ogni anno organizziamo un appuntamento simile, ma nel 2022 ci saranno più partecipanti, circa una settantina, tra professori, ricercatori e dottorandi – ha spiegato –, personalità che arriveranno da tutta Europa e si confronteranno sul tema dell’evangelizzazione. Come sappiamo, in Cina ci sono numerosi nuovi fedeli, nonostante le note difficoltà. La Chiesa vuole far fronte a questa sfida e il nostro obiettivo è quello di superare queste problematiche con l’educazione e la preparazione dei catechisti e dei sacerdoti». Al Simposio parteciperanno almeno diciotto relatori ed è prevista la presenza di numerose autorità: «Ogni giorno celebreremo l’Eucaristia; compieremo inoltre un pellegrinaggio a Loreto, alla Santa Casa, per pregare la nostra Madre Celeste –ha sottolineato don Giovanni Battista –, infine, una parte degli incontri si svolgeranno al Seminario Redemptoris Mater di Macerata».

Tolentino: Ordinazione presbiterale il 31 ottobre per un Agostiniano piuto gli studi di teologia e preso i voti. È stato poi trasferito a Tor Bella Monaca (Roma) nella Parrocchia di Santa Rita dove gli è stato conferito il diaconato. Da luglio 2022 vive nella comunità di Tolentino dove diventerà sacerdote. Sarà una figura importante nella vita della comunità agostiniana di Tolentino che attualmente comprende otto frati; in particolare si occuperà dell’accoglienza dei giovani e delle famiglie per le convivenze in convento, inoltre ricoprirà anche il ruolo di economo della comunità guidata dal priore padre Gabriele Pedicino.

Originario di Nuoro, Giuseppe Arippa degli Agostiniani diventerà sacerdote il prossimo 31 ottobre con l’ordinazione presbiterale, celebrata dal vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, in programma nella Basilica di San Nicola a Tolentino . Ha conosciuto gli Agostiniani tramite le suore di clausura di Lecceto (Siena); qui in un momento di “scombussolamento interiore” a 29 anni, ha percepito la chiamata e iniziato un periodo di discernimento vocazionale. Ha quindi fatto la prima esperienza a Tolentino, compiuto varie fasi di studio ed è stato prima trasferito a Viterbo, dove ha com-

Tiberi

MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2022 4 COMUNITÀ
Giuseppe Arippa Giuseppe Agrippa, originario di Nuoro, è uno degli 8 frati della comunità di San Nicola. Sarà l’economo
La
Bollette da capogiro per famiglie e imprese
Si confida in decisioni tempestive da parte della politica nazionale
FEDE Padre Matteo Ricci La riapertura di San Biagio ”Madonna col Bambino”

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