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«Le nostre preghiere per padre Ricci»

DI TIZIANA TIBERI

In visita a Macerata, John Tong

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Hon cardinale cinese, dal primo agosto 2017 vescovo emerito di Hong Kong, ha avuto la gentilezza di rispondere ad alcune nostre domande

Perché questa visita in Italia e a Macerata?

Sono in Italia per partecipare a Roma, su invito del cardinale Parolin segretario di Stato della Santa Sede, al Concistoro, l’incontro con tutti i cardinali invitati per riflettere sul nuovo documento e le novità introdotte dalla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Inoltre, venendo in Italia ho voluto visitare e scoprire la città di Macerata: dove è nato padre Matteo Ricci, dove è vissuto, dove ha studiato e il prestigioso Centro Studi Li Madou. Ringrazio il vescovo Nazzareno Marconi e don Giuseppe che insegna nel seminario di Hong Kong per avermi invitato. Come può riassumere l’insegnamento di padre Matteo Ricci, quanto è ancora attuale?

L’insegnamento di Matteo Ricci è estremamente attuale e vorrei riassumerlo in quattro aspetti: le relazioni umane, la visione spirituale, la conoscenza, la sinodalità. In merito alle relazioni umane, vorrei sottolineare come padre Matteo Ricci nel 1500 avesse compreso l’importanza delle relazioni fra persone per far conoscere il Vangelo, per dare vita a un dialogo interreligioso; nel primo libro “Dell’amicizia” considerava la conoscenza reciproca e l’umana amicizia un prerequisito per l’evangelizzazione, per aprire il cuore verso tutti. Altro grande aspetto è la sua vita spirituale: un gesuita che oltre Gesù Cristo ha amato tantissi-

John Tong Hon, cardinale e vescovo emerito di Hong Kong, a Roma per il Concistoro, ha accettato l’invito del vescovo Marconi. «Qui dove ha vissuto e studiato» mo la Vergine Maria e annunciato la sua figura anche in Oriente, in Cina. Terzo aspetto: la conoscenza non limitata al campo della teologia; lui ha studiato matematica, fisica, astronomia, quindi la sua missione in Cina

Nella sua città natale, due giorni dedicati al gesuita che per primo ha posto le basi per una strada di dialogo e amicizia con il popolo cinese sorriso, un abbraccio, senza chiederti nulla in cambio. Nel tuo cuore si mescolano mille emozioni e ti chiedi: come posso io, che ho tanto, imparare a sorridere alla vita sempre e comunque? Più che mai ho sperimentato quanto la condivisione sia la “forza” dell’anima. Tu vai “quasi” a mani vuote, i frati minori della Provincia del Verbo Incarnato, che sempre ci accolgono con entusiasmo, tutti i giorni stanno in prima linea tra tanta fatica e tanta certezza che tutto quello che fanno deve essere fatto per aiutare la propria terra, e percepisci che la tua presenza è una piccola carezza al loro cuore. Un viaggio, un dono di grazia, da vivere appieno in tutti momenti, anche nelle mie difficoltà di

«Non importa se non ho nemmeno la luce in casa, importa solo che io condivida la vita e che sia felice: è questo ciò che l’Africa ti chiede» Ad Adidogome con fr. Paul donna occidentale. Non importa cosa ho per mangiare, non importa se devo trasportare l’acqua con un secchio, non importa se devo cucinare con il carbone, non importa se devo camminare tanto, non importa se devo addormentarmi presto perché il sole è sceso e non ho la luce in “casa”; non importa quello che non ho, importa solo che io condivida la vita e che sia felice: è questo ciò che l’Africa ti chiede. La fragilità di qualcuno e la fortezza dell’altro, questo è l’inevitabile frutto del destino, ma solo Lui sa come servirsi di entrambi, basta lasciarsi fare». Annamaria, Maria Pia, Roberta Gruppo Eumega

I partecipanti al campo

Dal 14 al 21 agosto 30 nuclei familiari con bambini piccoli, accompagnati da quattro sacerdoti, si sono trovati a Cavareno (Tn) tra le persone ha attraversato molti settori, aprendo ai cinesi tante porte della conoscenza. Un ulteriore aspetto che contraddistingue padre Matteo Ricci e lo accomuna oggi a papa Francesco è la sinodalità, cioè il desiderio di incontrare le persone, di ascoltare la voce di ognuno, anche di chi vive nelle periferie, l’ascolto di tutti le opinioni. Ecco perché ammiro tanto padre Matteo Ricci: lui tanti anni fa aveva questo pensiero, questa idea di vivere e praticare il Vangelo. Ritiene possibile la beatificazione di padre Matteo Ricci? Lo spero tanto. Io prego sempre; anche tanti cinesi pregano che un giorno possa diventare beato.

Iniziative in ricordo del grande missionario

«Sempre di più padre Matteo Ricci deve prendere possesso della sua città natale»: a parlare è Dario Grandoni, presidente della fondazione Padre Matteo Ricci che nel 470° anno dalla nascita del Gesuita ha promosso una serie di iniziative iniziate l’11 maggio scorso a Bruxelles. In terra maceratese il 2 e il 3 settembre la Fondazione che si prefigge di promuovere e sostenere le relazioni internazionali, gli scambi sociali, religiosi, linguistici e culturali con l’Est asiatico e specialmente con la Cina, nell’ambito dell’opera missionaria di padre Matteo Ricci, ha curato la presentazione di due volumi: il libro d’Arte “De Nova Amicitia” curato da Paolo

Sabbatini, e il volume “Epifanie, la via della bellezza come dialogo con la Cina” di Francesco Astiaso Garcia. La biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata e il Teatro Lauro Rossi, hanno ospitato le sonorità dell’Orchestra Limadou dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. Il complesso, che conta undici maestri poli strumentisti provenienti da tutta Europa, ha dato vita a un omaggio musicale reinterpretando alcune antiche e suggestive musiche scritte proprio da padre Matteo Ricci, risuonandole e rivivendole in chiave moderna. Dalla musica tradizionale cinese passando per i madrigali, il blues, la musica latina e il jazz, un viaggio musicale in quattro movimenti scritti e orchestrati dal jazzista maestro Angelo Gregorio. «Il nostro sforzo –spiega Grandoni – è volto a valorizzare ciò che padre Matteo Ricci ha rappresentato nella storia e può rappresentare oggi. Probabilmente non siamo ancora coscienti di quanto sia importante l’eredità che ci ha lasciato: un’eredità di dialogo fatta sulla sua esperienza di missionario cristiano che ha incontrato i cinesi e si è fatto tutto con loro, tanto da concludere la sua vita in Cina, dove è sepolto con tutti gli onori. Un maceratese, antesignano del dialogo culturale che ha saputo tracciare una strada e che noi stiamo recuperando».

M. Natalia Marquesini

Ilmese di settembre è iniziato con la “Giornata per la salvaguardia del creato” condivisa da tutte le confessioni cristiane e continuerà fino al 4 ottobre con “Il tempo del creato”. L’Abbadia di Fiastra si trova in una stupenda riserva naturale, all’incrocio delle diocesi di Macerata e Fermo, arrivando quasi a lambire quella di Camerino. In un luogo così privilegiato dalla natura e dalla secolare operosità rispettosa dell’ambiente dei monaci cistercensi, non si poteva dimenticare l’enciclica Laudato si’. E così da tre anni stiamo proponendo la partecipazione a una camminata mattutina domenicale che muove dal piazzale antistante l’abbazia alle ore 7.30 per raggiungere vari luoghi della Riserva dove viene celebrata all’aperto la Messa alle ore 9.00. L’incontro si conclude con una piccola colazione consumata assieme. Da quest’anno la proposta si replica nel pomeriggio, soprattutto per ragazzi e giovani, con inizio alle 16.30 e conclusione con la celebrazione della Parola e una merenda.

Domenica 4 settembre c’è stata la prima tappa a Villamagna, attraversando la selva; un centinaio i partecipanti. Al pomeriggio invece un improvviso acquazzone ci è piovuto addosso a metà della selva donandoci un fuggi-fuggi generale e un momento da non dimenticare. Non è proprio l’acqua l’elemento fondamentale della creazione?

Domenica 11 siamo stati al fiume Fiastra, proprio dove si congiunge con l’affluente Entogge. La celebrazione è stata davvero toccante. Alla sera abbiamo ripetuto la camminata con un gruppetto variopinto, veramente effervescente nell’ascolto della Parola, con la parabola del Figlio prodigo, e nelle osservazioni. Domenica 18 ad accoglierci è stata la grandiosa quercia nel sentiero verso le rovine di Urbs Salvia raggiunta costeggiando il fiume Fiastra. Prossima meta sarà la chiesa della Divina Pastora, mentre il 2 ottobre raggiungeremo il Lago Le Vene.

Alberto Forconi

Momenti di grazia con la comunità e in famiglia

DI LAURA E GABRIELE CARDINALI *

Con grande gioia e tanto desiderio di trascorrere del tempo insieme, dal 14 al 21 agosto si è tenuta la settimana estiva per famiglie organizzata dall’Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Macerata. Circa trenta famiglie, con bambini piccoli, accompagnate da quattro sacerdoti e, per mezza giornata anche dal vescovo Nazzareno, hanno trascorso un tempo bello di vacanza e di spiritualità nell’alta Val di Non, a Cavareno. Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, questa bella tradizione ha ripreso il suo cammino. L’esperienza è stata pensata per le famiglie giovani (ma non solo!), con pochi anni di vita matrimoniale e con figli piccoli. Una proposta audace certo, ma che è stata accolta da tante cop- pie. Uno dei punti forti di questa esperienza per famiglie è, da sempre, la presenza di giovani animatori e animatrici a cui affidare i figli per una parte della giornata, permettendo ai genitori un tempo sereno di confronto di coppia e di condivisione con altre coppie. Lucia, Manuele e Davide, i tre animatori di questo campo, hanno fatto la differenza, organizzando le giornate e i giochi per i bambini.

“Gesù abita nella nostra famiglia” è stato il tema proposto quest’anno: partendo dall’incontro con il Creato, passando attraverso una riflessione sulla comunità, si è giunti al dialogo con un Dio quotidianamente presente nella nostra vita di famiglia, come Padre amorevole che sostiene e conforta. Don Egidio Tittarelli con tre catechesi ci ha invitato a vivere un rapporto nuovo con Dio, originato da un rapporto diverso con il Creato e con gli altri; a riconoscere e a preservare la casa comune; a vivere la gratitudine per il mondo che ci ospita. Le passeggiate hanno accompagnato le famiglie in un meraviglioso ambiente naturale dove la bellezza del Creato è esplosa in tutta la sua magnificenza. Camminare insieme è stato costruire comunità, rinsaldare relazioni, mettersi al passo con gli altri. La fatica non ha spaventato, perché affrontata insieme; le salite e le discese, percorse per mano con i fratelli, sono state il paradigma della vita comunitaria: si cammina l’uno accanto all’altro, una famiglia accanto all’altra, sacerdoti accanto a famiglie, giovani accanto ad anziani, a volte si soffre, altre volte si gioisce insieme.

È stato bello constatare come anche a livello comunitario si sia vissuto il sincero desiderio di stare insieme e fare amicizia, soprattutto durante i pasti, nei momenti liberi, durante le passeggiate. Sperimentare la cura del Creato e delle relazioni tra famiglie, nella prospettiva di costruire un “noi”, come dice papa Francesco che abita la Casa comune, se ne fa carico e lo preserva da azioni egoistiche e egocentriche. Con l’ultima catechesi don Egidio ha condotto le famiglie ad aprire il cuore e ad assumere uno sguardo nuovo sulle proprie situazioni di famiglia, infondendo speranza e desiderio di condivisione perché, «La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie e i suoi propositi quotidiani» (Amoris Laetitia, 315). Allora il dialogo di coppia quotidiano, gli abbracci, i sorrisi, i momenti di gioia, i piccoli gesti di tenerezza a cui troppo spesso non siamo più abituati tra sposi, anestetizzati dalla frenesia di un mondo che ci spinge solo al fare, sono stati i primi frutti del percorso. Altri ne seguiranno se tutti insieme avremo la costanza di continuare a camminare.

Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato, mettendosi in gioco. Insieme abbiamo sperimentato la bellezza e la ricchezza dei diversi carismi, tutti al servizio della Chiesa e in particolare di quella Chiesa domestica che è la famiglia, dove il Vangelo si fa carne nella vita di tutti i giorni. Le tante testimonianze di vita sono state preziose per rinsaldare i legami e per far sì che ancora una volta, nei cuori di tutti, la fiducia possa fiorire per generare speranza.

* direttori Ufficio pastorale familiare diocesano

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