TERRITORIO
Il cinema che non c’è più Seconda tappa del viaggio di Varesefocus nelle sale di proiezione del territorio. Questa volta le porte si aprono (macchina fotografica al collo) su quegli spazi chiusi ormai da anni. Tra degrado, ricordi e progetti di rinascita in Italia l’anno successivo, a Roma e poi a Milano. L’entusiasmo per
Alberto Bortoluzzi questa scoperta fece sì che nel giro di pochi anni si moltiplicassero
L
a parola “cinema” deriva dal greco antico κίνημα: movimento, quello stesso che viene generato da quei 24 fotogrammi al secondo, che vengono proiettati in rapida successione durante la riproduzione di un film. Il primo esperimento di questo genere lo si deve ai fratelli Lumiere, che il 18 dicembre del 1895 fecero la loro prima proiezione in un caffè di Parigi, per poi replicare l’esperienza
le sale cinematografiche, come anche le produzioni di film italiani, che avevano a quei tempi un carattere prettamente storico. Un esempio: “La presa di Roma” del 1905, primo film a soggetto di Filoteo Alberini. Da allora film e sale cinematografiche crebbero in modo esponenziale fino agli anni ‘50, quando con la nascita della televisione ci fu una prima battuta d’arresto. Le sale in quegli anni avevano raggiunto
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