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Sognando il ritorno alle Olimpiadi

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La Varesina, storica società di ginnastica e scherma nata nel lontano 1878, si trasforma e cambia pelle, anche grazie alla pandemia. Il racconto di questi anni di mutamenti è della Presidente, Tiziana Misseri

Andrea Della Bella

Nel cuore la passione, in testa l’obiettivo di far tornare La Varesina grande come ai tempi del “Signore degli anelli” Yuri Chechi e all’orizzonte la voglia di bissare il mandato da Presidente per inseguire e realizzare il grande sogno: quello olimpico. La storia tra Tiziana Misseri e La Varesina si incrocia per ben due volte prima di arrivare alla presidenza della società: “Da bambina – dice – quando ho frequentato la palestra senza però

mai diventare agonista e da mamma, quando, grazie ai miei figli, i quali crescendo però hanno scelto altre strade sportive, sono tornata a frequentare la palestra di via Donatello”. Ma da quel momento Misseri non ha più abbandonato l’ambiente, diventando quattro anni fa Presidente. Con una serie di idee e obiettivi chiari, ma senza immaginare ciò che sarebbe successo con l’esplosione del Covid. “Quando diventi Presidente di una società come La Varesina, fondata nel 1878 e con quasi un secolo e mezzo di vita alle spalle – dice Misseri – non puoi non considerare la sua storia”. Ed è da lì che la Presidente inizia a parlare del suo mandato, dei risultati raggiunti, delle speranze che si allenano e fanno sacrifici in palestra, del tremendo periodo del lockdown, ma anche della forza di volontà che ha permesso a La Varesina di ripartire, ma soprattutto di investire proprio nel momento di maggior difficoltà.

Gli obiettivi fissati e raggiunti

“Essenzialmente tre – dice –. Far sempre quadrare i conti del bilancio a fronte di costi molto alti. Abbiamo una struttura importante, anche se un po’ datata e che richiede continua manutenzione e dobbiamo mantenere in perfette condizioni tutte le attrezzature. Cementare lo spirito di squadra della società fino a diventare quasi una famiglia e riportare La Varesina a essere un punto di riferimento nel panorama della ginnastica nazionale e non solo”. Obiettivi fissati a inizio mandato e, i primi due, centrati. “Ma anche il terzo – precisa Misseri –. In questo caso i risultati vanno valutati su una prospettiva temporale più lunga. Di certo, grazie anche alla preziosa collaborazione con Alberto Palla, che sopraintende un po’ tutta l’area tecnica, siamo riusciti a coinvolgere allenatori qualificati, pronti a mettersi in gioco e con ancora tanta voglia di crescere sotto il profilo delle competenze. Oggi, con soddisfazione posso dire che la nostra società ha un team tecnico di prim’ordine”.

L’uscita dall’incubo

Anche per La Varesina, come per tutti, l’emergenza sanitaria ha

fatto da spartiacque tra l’epoca pre-Covid e quella della convivenza con la Pandemia. “In mezzo, ovvero durante il lockdown, abbiamo vissuto i timori di tutti: prima la paura di non riuscire più a ripartire, poi il disorientamento dovuto al non sapere come ripartire quando sarebbe arrivato il momento”. Tutti superati con un pizzico di sana follia: “Diciamo che la storia, nel momento più complicato, ci ha messo di fronte a una scelta importante: quella di investire per crescere. E, dopo una serie di valutazioni, abbiamo deciso di scommettere. Anzi di crederci. E ora posso dire che abbiamo fatto bene”. Già perché La Varesina è ginnastica, ma anche arrampicata, disciplina che sta conquistando spazi, visibilità e sempre più praticanti. Anche a Varese. “Sotto la guida di Marco Antonetti, la nostra sezione arrampicata ci sta regalando grandi soddisfazioni – spiega la Presidente – sia in termini di crescita degli iscritti sia come risultati, poiché abbiamo anche una piccola squadra di agonisti. Durante il lockdown ci siamo tutti guardati in faccia, abbiamo considerato che alle prossime Olimpiadi l’arrampicata sarà una disciplina olimpica e questo le darà grande visibilità. Così abbiamo deciso di acquistare una nuova parete, che con il ritorno alle attività ha rappresentato un bel punto di ripartenza”. Ma non solo. Il Covid ha costretto anche a ridisegnare l’accesso alla palestra e l’utilizzo delle strutture, oltre a pensare all’adozione di tutta una serie di misure di protezione e prevenzione per atleti, tecnici e tutti coloro che “vivono nella casa de La Varesina”. “Il punto dolente è stato quello della sanificazione e il problema era ‘Come sanifichiamo i blocchi della parete ogni volta che viene utilizzata?’”. Criticità risolta mettendo una mano sul cuore (“perché la salute dei nostri atleti non è solo una questione personale di chi pratica sport da noi, ma di tutta la società”) e l’altra ancora sul portafoglio. “E così nel giro di poche settimane abbiamo fatto il secondo grande investimento – interviene Misseri – acquistando e istallando un sistema di lampade Uvc, che quando entrano in funzione sanificano tutto l’ambiente”.

Premesse e promesse

Insomma, quattro anni intensi e ora la voglia di raddoppiare il mandato per portare avanti quanto seminato fino a questo momento. Tiziana Misseri sul bis un po’ frena, “perché manca ancora qualche mese al rinnovo delle cariche societarie”, ma non nasconde che l’idea la stuzzica: “La Varesina è come una famiglia – dice – abbiamo fatto un grande lavoro grazie all’impegno di tutti, abbiamo tecnici bravi e preparati e un paio di promesse di grandi prospettive”. Olimpiche. Il riferimento è alle giovanissime sorelle Antoniotti, Giulia e Sara, che stanno crescendo frequentando anche l’Accademia di Milano. “Calma – conclude il Presidente –. Crediamo molto in queste due ginnaste. Giulia ha già dimostrato tutto il suo valore vincendo il Criterium giovanile. Ma la strada è ancora lunga. Anche se tutti noi de La Varesina non abbiamo

paura di doverla percorrere fino in fondo”. ■

Nel cuore la passione, in testa l’obiettivo di far tornare La Varesina grande come ai tempi del “Signore degli anelli” Yuri Chechi e all’orizzonte la voglia di inseguire e realizzare il grande sogno: quello olimpico

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