EDITORIALE
L’anima digitale delle aziende manifatturiere
Fabio Chiavieri
I numeri di Lamiera 2023



MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE

MACCHINE UTENSILI
I numeri di Lamiera 2023
MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
MACCHINE UTENSILI
La carenza di personale qualificato continua a creare problemi alle imprese manifatturiere del nostro paese. Questo fenomeno nasce negli anni ‘80 in concomitanza con l’esplosione del settore terziario a cui è seguito, con lo sviluppo delle tecnologie informatiche, il terziario avanzato che qualcuno, oggi, chiama quaternario vista la nascita del settore dei servizi informatici legati al web. La drastica differenza tra un lavoro di fatica a uno di concetto a cui si sovrapponevano le evidenti diversità tra gli ambienti di lavoro – sporche e disordinate le officine meccaniche, puliti e ordinati gli uffici dei “colletti bianchi” –hanno evidentemente spinto le nuove generazioni verso questi nuovi impieghi che, per molti giovani, rappresentavano – e rappresentano – l’opportunità di avanzare nella società con tanto di ammirazione da parte dei genitori. Il mondo della Meccanica, per esempio, soffre moltissimo ancora oggi la mancanza di appeal nei confronti dei giovani, sebbene anche un componente meccanico rappresenti il risultato di un approccio tecnico-scientifico multidisciplinare, mentre gli stabilimenti di produzione, complici anche l’evoluzione della gestione dei processi stessi e l’automazione sempre più spinta, non ricordino nemmeno lontanamente le fabbriche di antica memoria. Nonostante i giovani di oggi siano sempre più interconnessi hanno bisogno di essere guidati nella transizione digitale e alla conoscenza della digitalizzazione dei processi produttivi. Ma questo è possibile solo con una forte partnership tra scuola e industria. Proprio con l’obiettivo di promuovere questa proficua collaborazione, nasce Manifesto SPS Italia Academy. Il documento individua una serie di guide per promuovere e supportare un certo percorso di studi basato su materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e avvicinare docenti e studenti all’evoluzione dei modelli industriali - in particolare ai concetti di Industria 4.0 e 5.0. Se è vero che le parole hanno un peso enorme, sicuramente è giusto che l’evoluzione del mondo del lavoro coinvolga anche la definizione delle figure professionali del futuro. Non sentiremo più parlare di operatore alle macchine utensili, bensì di Operatore 4.0, in qualità di figura impegnata in produzioni ad alto valore aggiunto, perché di questo, in realtà, si tratta.
In conclusione, l’anima digitale delle moderne imprese manifatturiere sta scardinando i preconcetti legati a epoche industriali ormai passate che, non scordiamoci, hanno pur sempre contribuito allo sviluppo e al benessere del nostro paese.
fabio.chiavieri@ammonitore.it
MATERIALI COMPOSITI
Come da tradizione, si è svolta lo scorso aprile l’Open House Hermle AG. L’evento, tenutosi nella sede di Gosheim, si è sviluppato su quattro giornate durante le quali i visitatori hanno potuto ammirare soluzioni tecnologiche innovative, speciali strategie di lavorazione a 5 assi e sistemi di automazione integrati impiegati per realizzare dal vivo, a titolo esemplificativo, componenti ad alto valore aggiunto
Il tema della problematica degli scarti provenienti dalla filiera delle aziende dei compositi marchigiani e la loro possibilità di impiego in manufatti Green è stato oggetto di una memoria presentata durante il convegno digitale Progettistapiù 2023
MECCANICA DI PRECISIONE Non più “stand-alone”
LUBRIFICANTI ECOSOSTENIBILI
Soluzioni innovative nel rispetto dei lavoratori e della loro salute
al mondo di soluzioni complete e automatizzate per la meccanica di precisione e per l’industria degli stampi.
Lubrificanti efficaci e a basso impatto ambientale: questa è la proposta ZEP in linea con le attuali esigenze “green” del
Più informazioni
La storica azienda di Ozzano dell’Emilia (BO), da mezzo secolo punto di riferimento italiano nel settore dei sistemi di fissaggio e con una particolare specializzazione in rivetti e rivettatrici, ha affidato il ruolo di Amministratore Delegato a Francesco Montanari, manager d’esperienza nella gestione dei mercati esteri.
Laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Bologna e con diversi Executive Programs post-laurea (IMD a Lausanne, MCE a Bruxelles, SDA-Bocconi a Milano e Profingest a Bologna), Francesco Montanari ha iniziato la sua attività lavorativa in Andersen Consulting, oggi Accenture, con periodi in USA, a Verona e a Parigi, occupandosi di sistemi informativi di marketing.
Entrato in Datalogic nel 1993 come Product Manager, passa poi alla direzione vendite, al Marketing management, per essere poi nominato Direttore Marketing & Communication.
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Dal 2002 al 2005 è stato Presidente e Direttore Generale di Datalogic France (sede di Parigi), rientrato a Bologna nel 2005 è stato nominato Direttore della Business Unit Mobile Computer.
A seguito della fusione con PSC Inc e della conseguente riorganizzazione del gruppo Da-
talogic, nell’aprile 2007 è stato nominato Direttore Generale e poi Vice President Product & Services di Datalogic Mobile. Dal 2012 al 2016 è stato Vice President &
General Manager della Business Unit Mobile Computing di Datalogic ADC, dopo la fusione fra Datalogic Mobile e Datalogic Scanning. Con la riorganizzazione del gruppo viene nominato Chief Marketing Officer di Datalogic Spa, con la responsabilità di tutte le attività di corporate marketing e di comunicazione del gruppo Datalogic.
A novembre 2023 è entrato nel Fervi Group, con il ruolo di Direttore Generale di Rivit. “Con molto piacere intendo mettere a disposizione la mia esperienza per consolidare le posizioni di Rivit sul mercato globale, andando a ottimizzare l’approccio al mercato interno e a potenziare la presenza sui mercati esteri: sia quelli dove già operiamo con le due filiali di Rivit India e Marocco, sia organizzando un approccio coordinato e coerente con le necessità locali in tutti gli altri Paesi partendo da quelli già serviti da Rivit (oltre 65). Partiamo da un’azienda che è sul mercato da mezzo secolo, già leader in alcuni settori, che andremo a potenziare lavorando sul mix di prodotti e servizi, anche con partnership esterne: l’obiettivo è essere ancora di più un punto di riferimento per il fissaggio”, ha dichiarato Francesco Montanari, Amministratore Delegato di Rivit.
All’assemblea pubblica organizzata da Anima Confindustria all’Hotel Meliá di Milano, la meccanica italiana si è confrontata con esponenti del mondo industriale e istituzionale per condividere case history e proposte del comparto.
n. 5 giugno 2023
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Redazione Marco Tenaglia • Direttore Responsabile Marco Tenaglia • Coordinamento Editoriale Area Industry marco.tenaglia@quine.it - cel. 329 8490024 Fabio Chiavieri • Direttore tecnico fabio.chiavieri@ammonitore.it Cristina Gualdoni • Segreteria di Redazione cristina.gualdoni@quine.it - cel. 347 7623887
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«L’associazionismo ha, da sempre, un ruolo fondamentale nella promozione e nella tutela di un intero settore e delle aziende che ne fanno parte, raccogliendo richieste e proposte e portandole all’attenzione della politica. È necessario che questo dialogo sia mantenuto attivo e le tematiche sempre aggiornate rispetto alle reali necessità delle aziende, soprattutto in anni complessi come questi che stiamo vivendo. L’industria meccanica dà occupazione a circa 225.000 addetti e ha registrato un fatturato totale di oltre 54,5 miliardi di euro nel 2022: è un settore fondamentale nella crescita e nello sviluppo del nostro Paese, bisogna continuare a sostenerla con piani strutturali a medio-lungo termine che aiutino a mantenere la competitività delle imprese».
king e confronto con aziende, enti e istituzioni sui temi dedicati allo sviluppo innovativo e alla digitalizzazione. Anima Innovazione si aggiunge ai due gruppi di lavoro Anima Ambiente e Sostenibilità e Anima Idrogeno, nati con il proposito di discutere di idee, progetti ed esperienze inerenti alle tematiche di sostenibilità ambientale, sociale e di governance per l’industria meccanica e alla futura filiera dell’idrogeno».
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Testata Associata
Questo è quanto afferma il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli, che prosegue: «Grazie al continuo dialogo con enti e istituzioni, Anima e le 34 associazioni che ne fanno parte sono riuscite a ottenere importanti risultati in molti ambiti. Nell’ultimo periodo il comparto manifatturiero italiano ha dimostrato una grande resilienza verso le numerose problematiche economiche e sociali a livello globale, a cominciare dalla pandemia, la carenza di materie prime e semilavorati, per poi passare con il conflitto ucraino dello scorso anno a crisi energetica e forte inflazione su beni e prodotti finali».
All’assemblea pubblica organizzata da Anima Confindustria in data odierna, 15 maggio, intervengono, oltre al presidente Marco Nocivelli: Mauro Battocchi, vice direttore generale per la Promozione del Sistema Paese e direttore centrale per l’internazionalizzazione economica del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale; Fabrizio Penna, capo dipartimento Unità di Missione per il Pnrr – Ministero dell’Ambiente e della Sostenibilità Energetica; Giorgio Graditi, direttore generale dell’Enea; Massimo Beccarello, Responsabile Coordinamento Energia e Ambiente di Confindustria; Alberto Zerbinato, amministratore delegato ICI Caldaie S.p.A.; Luca Moretti, direttore generale Saint-Gobain PAM Italia S.p.A. e Renato Brocchetta, senior product manager Rubinetterie Bresciane S.p.A.
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Per mantenere costante il percorso di crescita e di competitività delle nostre aziende sui mercati mondiali, Nocivelli è chiaro: «La strada che dobbiamo percorrere nel presente e negli anni a venire passa attraverso l’innovazione industriale e la transizione energetica. Le imprese italiane, infatti, sono orientate da tempo alla ricerca di nuove soluzioni per migliorare la qualità dei prodotti e l’efficienza energetica con l’obiettivo di salvaguardare il nostro pianeta. Per seguire queste tematiche da vicino e dare un supporto concreto alle imprese, Anima ha recentemente avviato una serie di progetti dedicati ai temi trasversali. In particolare, quest’anno è nato Anima Innovazione, un nuovo progetto che si basa su tre filoni principali (Dati e Tecnologie, Sviluppo e Networking) creato per supportare l’accelerazione tecnologica del settore attraverso collaborazioni strategiche e momenti di networ-
L’investimento consente la realizzazione di un nuovo stabilimento all’avanguardia di oltre 4.000 mq dedicato all’R&D e alla produzione. Il nuovo impianto supporterà lo sviluppo di innovazioni di elaborazione del segnale di nuova generazione, progettate per accelerare la trasformazione digitale dei settori industriale, automotive, medicale e molti altri. ADI prevede di triplicare la capacità di produzione europea di wafer, allineandosi con l’obiettivo dell’azienda di raddoppiare la sua capacità produttiva interna per migliorare la resilienza della sua supply chain globale e rispondere meglio alle esigenze dei clienti. Inoltre, è previsto che questo investimento farà crescere il livello occupazionale nella regione centro-occidentale dell’Irlanda con 600 nuovi posti di lavoro; un aumento significativo rispetto agli attuali 1.500 dipendenti di ADI in Irlanda e 3.100 dipendenti in tutta Europa.
L’annuncio recente giunge a distanza di un anno da quello relativo all’investimento separato di 100 milioni di euro in ADI Catalyst, la struttura di oltre 9.000 mq costruita su misura per l’innovazione e la collaborazione nel campus di Limerick. L’Irlanda è anche la sede del principale centro europeo di ricerca e sviluppo di ADI, che dal suo inizio ha generato più di 1.000 brevetti e ha dato vita a siti di R&D di
sue solide organizzazioni accademiche e di ricerca, all’ecosistema imprenditoriale e alla leadership governativa progressista”, ha dichiarato Vincent Roche, CEO e presidente di ADI. “Questo impianto di produzione di semiconduttori di nuova generazione e l’ampliamento del team R&D estenderanno ulteriormente l’influenza globale di ADI Limerick. Attraverso una ricerca e sviluppo organica e una stretta collaborazione con i nostri clienti e partner dell’ecosistema, ci impegniamo a risolvere alcune delle più grandi sfide al mondo e a progettare un futuro più efficiente, sicuro e sostenibile.”
Il nuovo investimento è previsto come parte di una collaborazione nell’ambito dell’iniziativa dell’Unione Europea
“Important Projects of Common European Interest on Microelectronics and Communication Technologies” (IPCEI ME/CT) e sosterrà la ricerca collaborativa transfrontaliera. La candidatura di ADI all’IPCEI, la prima in Irlanda dall’inizio dell’iniziativa, è soggetta all’approvazione finale della Commissione europea ed è sostenuta dal governo irlandese attraverso IDA Ireland.
Il polo produttivo di ABB Electrification Smart Power a Frosinone dimostra come ABB stia integrando la sostenibilità nell’intera catena del valore e come le soluzioni ABB aiutino i siti a ottenere riduzioni continue delle emissioni Scope 1 e 2 e dei costi energetici. Guidata dagli insight di ABB AbilityTM Energy Manager, ABB Frosinone ha ridotto il consumo energetico per ogni interruttore prodotto del 25% e ha ridotto le emissioni medie di CO2 Scope 1 e 2 per prodotto del 33% rispetto ai valori del 2019. Come tecnologie chiave per la transizione energetica, Frosinone si è concentrata sulla riduzione dell’energia e della CO2 necessarie per produrre ogni interruttore. Con il sistema di distribuzione elettrica del sito collegato ad ABB AbilityTM Energy Manager, i dati provenienti dagli interruttori intelligenti e dai dispositivi digitali di ABB hanno identificato le opportunità di risparmio energetico, le priorità di ottimizzazione dei processi e il miglioramento continuo dell’efficienza energetica della produzione. Inoltre Frosinone è sia un sito ABB Mission To Zero che uno dei siti produttivi riconosciuti a livello nazionale dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) come fabbrica Lighthouse per il
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suo impegno nella digitalizzazione e innovazione in ambito produttivo. Mission to Zero è il programma di ABB che definisce un percorso verso la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2023 nei suoi siti produttivi supportando i propri clienti a fare lo stesso percorso. È una parte del triplice impegno di ABB per la sostenibilità: raggiungere una società a basse emissioni di carbonio, preservare le risorse e promuovere il progresso sociale.
ABB Frosinone sostiene questi obiettivi con iniziative che comprendono l’approvvigionamento del 100% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili certificate, l’iniziativa “zero rifiuti in discarica”, un programma di sostenibilità per i fornitori, un forte impegno per il benessere dei propri dipendenti, la diffusione della cultura delle diversità e dell’inclusione con il coinvolgimento della comunità. Nel corso del 2023 è prevista l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico con batteria di accumulo dell’energia che consentirà di generare in loco circa il 25% del fabbisogno elettrico del sito.
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Nel primo trimestre 2023, l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE segna un calo del 23,7% rispetto al periodo gennaio-marzo 2022. In valore assoluto l’indice si è attestato a 125,1 (base 100 nel 2015)
Il risultato è frutto della riduzione della raccolta ordinativi che i costruttori hanno registrato sia sul mercato estero che sul mercato interno. In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero risultano in calo del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice si attesta a 125,9. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno segnato un arretramento del 24,1%, per un valore assoluto di 124,8. Dalla rilevazione del Centro Studi emerge inoltre, che, nel primo trimestre 2023, l’utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani di macchine utensili è risultato superiore all’86% ma vi sono anche aziende che hanno toccato il 100%. Il carnet ordini ha raggiunto, in questo trimestre, livelli mai registrati prima, arrivando a 8,6 mesi di produzione assicurata.
Barbara Colombo, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha affermato: “l’indice degli ordini relativo al primo trimestre appena elaborato dal nostro Centro Studi mostra un evidente rallentamento dell’attività di raccolta commesse sia in Italia che all’estero. Le aziende stanno comunque lavorando bene ed è per questo che il calo registrato in questo primo scorcio di anno non ci preoccupa, piuttosto deve farci riflettere attentamente sulle strategie che le nostre aziende devono definire per il futuro di medio periodo. Sul fronte estero, la diminuzione registrata in questo trimestre, considerata anche la pressoché totale saturazione della capacità produttiva delle nostre aziende, impegnate a evadere il boom di commesse pregresse, potrebbe essere determinata, almeno in
parte, dalla decisione dei costruttori italiani di concentrarsi per lo più sul mercato interno il cui presidio è certamente più agevole”.
“Siamo ben consapevoli che, a tendere - ha aggiunto Barbara Colomboquesto atteggiamento potrebbe divenire un problema per le nostre imprese che rischierebbero così, nel lungo periodo, di perdere quote di mercato conquistate in decenni di attività. Per contrastare questo fenomeno, in un momento di avvio della riorganizzazione delle catene del valore e del loro accorciamento, UCIMU intende potenziare le iniziative a sostegno dell’attività di internazionalizzazione delle imprese. Ne è un esempio l’avvio del progetto di rete di imprese in Vietnam, il cui obiettivo è facilitare la penetrazione delle aziende in una delle aree del pianeta più interessanti e dinamiche”.
“Sul fronte interno, la diminuzione delle commesse è determinata da più fattori: anzitutto l’anticipo al trimestre precedente (quarto trimestre 2022) di gran parte degli investimenti che erano in programma da parte degli utilizzatori italiani che si sono voluti assicurare l’incentivo del credito di imposta al 40% sapendo che, con l’anno nuovo, l’aliquota sarebbe stata dimezzata; la fiammata registrata dall’indice del quarto trimestre 2022 lo dimostra. In secondo luogo, il calo è conseguenza del naturale ridimensionamento della domanda che non poteva certo reggere i ritmi a cui ci aveva abituato negli ultimi tempi. Detto questo, il mercato italiano - ha continuato la presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE - è comunque ancora predisposto ad investire. Il processo di ammodernamento dell’Officina Italia non è concluso. Deve raggiungere ancora una
parte delle imprese, specie quelle di piccole dimensioni, che sicuramente hanno bisogno di più tempo per approcciare un tema di questo genere che ha implicazioni sull’intera organizzazione aziendale”.
“In ragione di ciò, occorre assicurare continuità al piano transizione 4.0, a nostro avviso, legando al tema della digitalizzazione quello della sostenibilità che, insieme, rappresentano i pilastri della produzione manifatturiera del futuro. Per questo ribadiamo alle autorità di governo la necessità di poter disporre di un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati al crescere della complessità del sistema prodotto. Il programma, in concreto, dovrebbe prevedere tre differenti crediti di imposta anche cumulabili tra loro”.
“Alla prima misura - che è quella attualmente in vigore, che consiste nel credito di imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione (con riferimento agli allegati A e B), - dovrebbe aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale”.
“Infine - ha concluso la presidente Barbara Colombo - il programma dovrebbe prevedere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità. Questo provvedimento, nella nostra visione, dovrebbe supportare le azioni in grado di portare allo sviluppo integrato di nuove generazioni di prodotti, tenendo conto anche dell’impatto in termini di footprint ambientale, certificato secondo i relativi standard internazionali”.
Export Il Rapporto del Centro Studi di Confindustria conferma l’export italiano di beni strumentali tra i primi posti nel panorama internazionale
Ci sono 16 miliardi di export potenziale per i beni strumentali caratterizzati da automazione, creatività e tecnologia. La possibilità di ampliare le esportazioni di questi macchinari a elevata sofisticazione è equamente distribuita tra paesi avanzati ed emergenti, per circa 8 miliardi ciascuno, suggerendo quindi alle imprese di accrescere le loro quote di mercato in entrambe le aree. Sono i dati della prima edizione di Ingenium, il Rapporto del Centro Studi Confindustria dal titolo “Il potenziale dei beni strumentali italiani nel panorama internazionale”, presentato oggi presso l’Unicredit Tower Hall e realizzato con il sostegno finanziario di Federmacchine e il contribuito, tra gli altri, di SACE per il focus nei Paesi dell’ASEAN e in particolare in Vietnam, Filippine e Thailandia, il cui mercato rappresenta un grande orizzonte di opportunità per il Made in Italy.
I macchinari che rientrano nell’analisi sono definiti grazie a tre elementi caratteristici che li contraddistinguono: automazione, creatività e tecnologia. Di qui l’acronimo ACT, che raggruppa 202 categorie di prodotto su cui l’Italia può far leva per affrontare lo scenario internazionale. Si tratta di macchinari dall’elevato grado di precisione, da una presenza dell’elettronica sempre più pervasiva rispetto alla parte meccanica, dall’agilità nell’adottare soluzioni su misura e da un crescente contenuto di servizi nell’offerta di vendita. Per
molte categorie di beni l’Italia esprime un vantaggio competitivo sia in termini di prezzo applicato per la vendita, sia, a parità di prezzo, per le più elevate quantità di macchinari vendute, e non sorprende risulti leader mondiale nella produzione di molte categorie di macchinari. “Nel quadro di un
ruolo di assoluto rilievo che assume il Made in Italy nell’economia globale e nazionale quale asset fondamentale di crescita, i beni strumentali sono la robusta spina dorsale delle eccellenze italiane esportate all’estero. Senza di loro molti dei beni di consumo, che nel nostro immaginario rappresentano l’Italia nel mondo come moda, arredo e alimentare, non sarebbero realizzabili”, ha detto Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria. “I macchinari costituiscono sempre una delle prime voci tra i prodotti venduti all’estero e rappresentano una parte significativa del nostro export. Un export che dagli ultimi dati vede dei segnali di rallentamento dopo i livelli record registrati negli ultimi anni e che ha sostenuto la competitività dell’industria italiana in un contesto internazionale reso estremamente sfidante e incerto. Un motivo in più per continuare a scommettere sul nostro Made in Italy e impegnarci a rafforzarlo senza farci spaventare. Anche perché come si vede da questi dati ci sono grandi potenzialità che dobbiamo essere in grado di mettere a terra con una vera politica di sistema che accompagni le imprese, in particolare le piccole e medie, nei mercati esteri”.
“Riconosciuto per le ottime performance, il made in Italy settoriale assicura da sempre un contributo decisivo al saldo della bilancia commerciale del paese. È infatti l’industria meccanica, nella quale rientra quella rappresentata da FEDERMACCHINE, a registrare il surplus commerciale maggiore. Ora, con il Rapporto Ingenium, le imprese del settore hanno a disposizione uno strumento in più per comprendere come e ove orientare la propria offerta, considerando i mercati a maggior potenziale, e alcune indicazioni strategiche per meglio presidiare le aree di sbocco”. Ha affermato Alfredo Mariotti, segretario generale Federmacchine. Dal Rapporto emerge che tra i mer-
cati avanzati, quelli che offrono un maggiore potenziale sfruttabile sono gli USA (con un potenziale di export aggiuntivo stimato in circa 1,7 mld di euro), Francia e Germania a pari merito (600mln di potenziale), poi Austria e Canada. Il potenziale aggiuntivo negli emergenti è guidato dal mercato cinese, dove è ancora sfruttabile il 52% del potenziale di export totale per un ammontare pari a circa 2 miliardi di euro. Questo potenziale in Cina è dovuto in larga parte alla dimensione del mercato. Seguono Turchia (potenziale di 700milioni) e India (600milioni), poi Messico e Brasile.
L’Italia risulta inoltre tra i primi esportatori sia per quota di mercato sia per competitività tra i fornitori internazionali di prodotti ACT. Nel 2020 l’Italia si è qualificata quinta, dietro Cina, Regno Unito, Germania e Austria. I principali importatori di macchinari ACT provenienti dall’Italia rimangono gli Stati Uniti, seguiti dalla Germania e dalla Cina. L’export ACT vale quasi 28 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni di macchinari italiani ACT nel mondo può essere diviso per mercati di destinazione. Quelli ad avere maggior peso sono i mercati avanzati, che insieme assorbono più di 18 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni nei mercati emergenti è invece più limitato e registra poco più di 9 miliardi di euro. L’export di ACT è cresciuto in particolar modo nelle Americhe, tanto del Nord quanto in America Latina e nei Caraibi, così come nel continente europeo, destinazioni che hanno registrato la crescita maggiore nel corso del 2022 rispetto ai tre anni precedenti. Il Rapporto indica anche la strada per attivare il potenziale suggerendo di intervenire su vari assi per la competitività delle imprese, come: supportare la servitizzazione (la fornitura di servizi aggiuntivi post-vendita); adottare comportamenti più sostenibili; favorire i trattati internazionali; stimolare l’innovazione.
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fino a dieci pallet con peso di trasferimento di 150 kg (250 kg opzionale)
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Materiali compositi
Il tema della problematica degli scarti provenienti dalla filiera delle aziende dei compositi marchigiani e la loro possibilità di impiego in manufatti Green è stato oggetto di una memoria presentata durante il convegno digitale Progettistapiù 2023
Imateriali compositi stanno assumendo una crescente importanza come materiali chiave per la riduzione del peso in molte applicazioni. Tuttavia, sebbene essi siano in grado di coniugare elevate prestazioni con un peso contenuto, presentano diverse problematiche dal punto di vista ambientale. In questo contesto, i biocompositi, possedendo numerose caratteristiche interessanti come basso costo, bassa densità, elevate proprietà specifiche, compatibilità ambientale, riciclabilità e riduzione delle emissioni di CO2, stanno rivoluzionando il settore promettendone uno sviluppo sostenibile. Tuttavia, questi nuovi materiali incontrano diverse difficoltà nell’essere introdotti in applicazioni industriali, soprattutto per la problematica relativa agli scarti provenienti dalla filiera delle aziende che li producono. Per affrontare in ottica green questo tema, durante il convegno digitale Progettistapiù 2023 è stato descritto come
nel progetto MARLIC sono state vagliate diverse modalità di recupero degli scarti, così come la loro “preparazione” e trasformazione e reimpiego come materia prima di recupero, con l’obiettivo di avere una panoramica sui materiali compositi tra i più difficili da riciclare e fare luce sugli scenari futuri.
In questa attività le varie università facenti parte del progetto hanno controllato la qualità delle materie prime e, al termine, hanno valutato i materiali che sono stati prodotti.
Secondo la Linea 1 del progetto, il laboratorio MARLIC verrà creato nel comune di Camerino (Mc), e sarà il fulcro della Piattaforma Collaborativa. L’obiettivo finale è quello di
realizzare una solida infrastruttura regionale di ricerca a disposizione delle aziende. La Linea 2 dei biomateriali, seguita da HP Composites, si occuperà dello sviluppo di nuovi materiali compositi avanzati partendo dallo sfruttamento di biomasse, sostanze naturali, sottoprodotti e scarti
delle lavorazioni industriali per la realizzazione di prodotti innovativi ed eco-sostenibili. Con il progetto di R&D “Demanufacturing” sono state in via preliminare elencati e valorizzati gli scarti di ogni azienda, per poter poi riutilizzarli e dargli una seconda vita. In particolare, è stato
studiato il recupero degli scarti di produzione (materiali compositi termoindurenti, materiali compositi termoplastici e Biomateriali), componenti compositi a fine vita e il recupero di materia prima/seconda da cicli di produzione, da reimpiegare per la progettazione/realizzazione di prototipi di nuovi manufatti composti pensati secondo i dettami della logica 4R (Riduzione, Riutilizzo, Riciclo e Recupero delle risorse).
Le problematiche
Il composito per sua natura è difficile da riciclare perché nel momento in cui si produce è necessario che la parte organica e quella inorganica siano legate tenacemente. Quindi, in fase di riciclo, queste due componenti eterogenee sono difficili da separare. Questo è il motivo per cui allo stato attuale il prodotto viene avviato in discarica.
Le aziende che hanno fatto parte di questa
partnership provengono da differenti settori industriali, dal nautico, all’edile, dall’automotive all’eolico, dall’arredamento al calzaturiero. Tutti i loro scarti erano conferiti in discarica con determinati codici CER e valutati in matrice e rinforzo di diversa natura: matrice termoindurente a base metacrilica, poliestere, vinil-estere, epossidica ecc.; rinforzo: strati di tessuti di origine minerale (vetro, carbonio, basalto, wollastonite, quarzo, vetro, metalli, fanghi, fibra di carbonio) o vegetale (lino). Tra le possibili tecnologie di recupero sono stati testati i processi chimici (di depolimerizzazione nel caso di compositi acrilici per esempio), processi meccanici (per esempio una macinazione) e processi termici per bruciare questi materiali e ricavarne la parte di rinforzo. Quindi è stata fatta una ricognizione dei ruoli e delle competenze in ambito di economia circolare nelle Marche e proposta di modello organizzativo; una
progettazione mediante metodologie e strumenti innovativi di DFD e DFR di prodotti industriali, e realizzazione prototipi; l’identificazione e la caratterizzazione degli scarti/ sfridi e componenti in materiale composito disponibili e identificazione delle tecnologie per il recupero e trasformazione. Funzionale al progetto è stata poi costituita una carta d’identità degli scarti e degli sfridi dei partner, identificandoli per tipologia, caratteristiche, compatibilità e quantità.
La trasformazione meccanica degli scarti Delta produce lavelli da cucina in materiale composito costituito dal 70-80% di carica minerale (quarzo) e il resto di resina metacrilica quindi non recuperabili per riscaldamento. Il primo passo è stato quello di indicare la modalità di macinazione di un prodotto di questo genere la cui principale difficoltà è legata, impiegando un impianto di triturazione bi-albero, al riscaldamento della massa a causa della parte polimerica. Per rendere il composito più fragile è stato, quindi, impiegato azoto riuscendo a ottenere macinazioni differenti dal grano più grande al più fino. L’Università di Camerino si è poi occupata della caratterizzazione chimico-fisica degli scarti macinati visto che questi devono essere utilizzati in un’altra applicazione. Sono state anche eseguite prove di depolimerizzazione mediante impianto di
Marche Applied Research Laboratory for Innovative Composites” (acronimo: MARLIC) è la piattaforma della Regione Marche nell’ambito della “Manifattura sostenibile: eco-sostenibilità di prodotti e processi per nuovi materiali e de-manufacturing”. Il Progetto, finanziato dalla Regione Marche nell’ambito del POR Marche
FESR 2014-2020 , prevede un gruppo di lavoro di 27 soggetti guidati dall’impresa capofila
depolimerizzazione coreano che ha lavorato gli scarti dei lavelli per riottenere monomero di recupero e cariche minerali. In questo caso, la strada in termini economici non è percorribile. Mentre, attraverso un processo di pirolisi sono stati ottenuti risultati interessanti ottenendo un syngas composto da CH4 e H2 che alimentava bene un genset che è un generatore di elettricità, In questo caso, il problema è che si formavano tantissime parti minerali da smaltire. Si è partiti poi con l’ultimo obiettivo che era quello di utilizzare questi componenti prototipali di materia prima seconda con il materiale recuperato e loro caratterizzazione. Sono state seguite tre strade, impiegando materiali di scarto dei partner, materiali di scarto Delta, materiali di scarto Delta verso nuove applicazioni con esiti più o meno positivi.
Articolo tratto dalla memoria dal titolo: “Compositi con materie prime di recupero: il De manufacturing è la nuova sfida per i materiali GREEN” - Maria Savina Pianesi, Responsabile R&D della Delta del gruppo Plados Telma, PhD Dottorato di ricerca in Chemical Science (ciclo XXVII) e laureata in Chimica presso Università degli studi di Camerino – Progettistapiù, 24 gennaio 2023
Per seguire l’intera presentazione: www.progettistapiu.it/guarda-video/104/materiali-innovativi-nelle progettazioni-sostenibili
HP Composites, leader a livello mondiale nella progettazione e produzione di componenti in materiale composito avanzato. Insieme ad HP anche 20 aziende del territorio marchigiano, la Fondazione Cluster Marche e cinque centri di ricerca tra cui l’Università di Camerino, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università degli Studi di Urbino, ENEA e CNR. Per informazioni: www.marlic.it
Il nostro sistema di controllo di processo è uno strumento essenziale per il controllo della qualità del processo, in quanto fornisce informazioni fondamentali sul buon esito del serraggio e ne memorizza le informazioni di dettaglio.
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Come da tradizione, si è svolta lo scorso aprile l’Open House Hermle AG. L’evento, tenutosi nella sede di Gosheim, si è sviluppato su quattro giornate durante le quali i visitatori hanno potuto ammirare soluzioni tecnologiche innovative, speciali strategie di lavorazione a 5 assi e sistemi di automazione integrati impiegati per realizzare dal vivo, a titolo esemplificativo, componenti ad alto valore aggiunto
Da molti anni, a inizio primavera, Gosheim, comune tedesco situato nel land del Baden-Württemberg, diventa la capitale mondiale della fresatura con la capacità di attirare oltre 11mila aziende, 2500 visitatori e 800 ospiti internazionali. Questa importante partecipazione, spalmata su quattro giorni, si concentra nella sede della Maschinen-
fabrik Berthold Hermle AG, azienda tedesca che abbina alla produzione di centri di lavoro tra i più apprezzati al mondo, un’elevata competenza in soluzioni di automazione e Industria 4.0, nella digitalizzazione dei processi e in servizi specialistici di assistenza e produzione additiva.
Non sorprende, pertanto, che l’Open House riscuota ogni volta un grande interesse a livello internazionale come testimoniano i visitatori provenienti da oltre 30 Paesi, con ampie delegazioni da Paesi europei vicini come
Repubblica Ceca, Benelux, Austria, Svizzera, Polonia, Italia, Regno Unito e Scandinavia. Altre aziende provenivano da Giappone, Turchia, USA e Messico: questi ultimi due, con oltre 120 presenze, è risultato il gruppo più numeroso.
Esposizione presente tutto l’anno Oltre 20 isole dimostrative dal vivo possono far pensare a un allestimento programmato appositamente per l’Open House, ma in realtà lo show room è sempre disponibile visitabile per i clienti. Spiega Daniele Bologna Direttore operativo di Hermle Italia: «Durante tutto l’anno, e non solo in occasione di eventi come questo, i nostri clienti possono vedere praticamente tutta la gamma di produzione con differenti configurazioni e differenti sistemi di automazione. I centri di lavoro, alcuni inseriti in vere e proprie celle di lavorazione, sono mostrati in funzione perché in questo modo siamo in grado di far “toccare con mano” le loro reali prestazioni.»
Per quanto riguarda la strategia produttiva, Bologna ricorda che «ogni macchina utensili viene prodotta su commessa seguendo un flusso produttivo all’interno dell’azienda studiato per ottimizzare al meglio ogni fase di lavorazione, dal montaggio alla spedizione, eliminando i tempi morti. Per questo, negli ultimi anni lo stabilimento di Gosheim è stato oggetto di costanti modifiche e ampliamenti che hanno richiesto importanti investimenti e opere di in-
Centro di lavoro C 42 Hermle: su questo modello sono stati lavorati una parte strutturale interna di un giradischi e il punzone di uno stampo per lo stampaggio del Bimby Thermomix
gegneria.»
Notoriamente Hermle produce due serie di centri di lavoro denominate High Performance Line (HPL) e Performance Line (PL) che, pur mantenendo entrambe le medesime caratteristiche distintive delle macchine Hermle di affidabilità, precisione e robustezza, differiscono per le possibilità di configurazione.
«La PL ha una configurabilità più limitata rispetto ai modelli della linea HPL con riferimento a mandrini, rotobascule e controlli numerici. Tuttavia, viste le esigenze dei clienti, progettiamo e realizziamo anche sistemi di automazione da abbinare ai nostri centri di lavoro pensando a ridurre il più possibile i tempi ciclo e incremen
SITEMA
La tecnologia di serraggio autostringente per le teste di bloccaggio e freni anticaduta
SITEMA da oggi ha un nome:
tare la produttività permettendo alle macchine di lavorare su turni non presidiati.»
L’Open House è stato arricchito da oltre 40 espositori specializzati in utensili da taglio, software e hardware. Anche questa novità è stata ben accolta dai visitatori.
I centri di lavoro presentati all’Open House Hermle progetta e produce macchine destinate sia all’impiego in celle automatizzate, sia in configurazione stand-alone. La gamma si
ma High Performance Line è composta dai modelli C 12, C22, C 32, C 42 e
C42 U MT, C 52, C 52 U MT, C 62 e C 62 U MT.
I modelli caratterizzati dalla sigla MT (Mill Turn) possono eseguire operazioni di fresatura e tornitura a 5 assi simultanei. I centri di lavoro Hermle sono apprezzati per le peculiarità costruttive che rendono questi prodotti unici sul mercato. In particolare, alcuni accorgimenti tecnologici, come per esempio il concetto di supporto degli assi e al tipo di integrazione della tavola roto-basculante, permettono a questi centri di lavoro di lavorare pezzi molto grandi in rapporto alla superficie di appoggio della macchina.
Di seguito una breve descrizione dei modelli sopra citati:
C 12 – Il più compatto per chi necessità di una superficie di appoggio la più ridotta possibile; le corse di lavoro di 350 x 440 x 330 mm offrono i migliori presupposti per l’esecuzione di fresature su 5 lati / a 5 assi simultanei.
C 22 – Caratterizzato da estrema flessibilità sia a 3 che a 5 assi, in confi-
gurazione singola o totalmente automatizzata; corse di lavoro 450 x 600 x 330 mm.
C 32 – Adattabile a ogni impiego grazie al concetto modulare in struttura Gantry; corse di lavoro 650 x 600 x 500 mm.
C 42 / C 42 U MT – Altamente dinamico, pensato in modo ancora più mirato per la lavorazione 5 assi / 5 lati, configurabile con differenti soluzioni di automazione; corse di lavoro 800 x 800 x 550 mm.
C 52 / C 52 U MT – Con questi due modelli e le loro varianti di tavola si possono lavorare a 5 assi simultaneamente pezzi fino a 2.000 kg. corse di lavoro 1000 x 1100 x 750 mm.
C 62 / C 62 U MT – Il più grande della gamma è in grado di lavorare a 5 assi pezzi fino a 2.500 kg di peso con un diametro di interferenza fino a 1.400 mm; corse di lavoro 1200 x 1300 x 900 mm.
C 650 – Robusto e preciso per svariate esigenze del mercato, si basa sulla consolidata esperienza Hermle nella tecnologia 5 assi; corse di lavoro 1050
x 900 x 600 mm.
C 400 – Ricalca le caratteristiche della
C 650 ma con corse di lavoro minori: 850 x 700 x 500 mm.
C 250 – Design compatto e zona di lavoro ottimizzata per la fresatura a 5 assi. Disponibile anche per la lavorazione a 3 assi; corse di lavoro 600 x 550 x 450 mm.
Una vasta gamma di soluzioni per l’automazione
Le esigenze del mercato guardano sempre più verso l’automazione dei processi produttivi. La forza di Hermle consiste nel presentarsi al cliente come un unico fornitore sia della macchina utensile, sia della soluzione di automazione.
«Grazie a queste competenze – dice Daniele Bolòogna – possiamo trasformare un centro di lavoro da macchina stand-alone a cella di produzione flessibile “chiavi in mano”. La qualità della nostra proposta è altresì garantita dal fatto che anche la costruzione di tutta la componentistica dei centri di lavoro e dei sistemi di automazione viene svolta all’interno dell’azienda.»
La gamma di prodotti per l’automazione comprende soluzioni automatizzate per il cambio pallet di varie dimensioni (PW), sistemi handling (HS flex e HS flex heavy) e sistemi robotizzati (RS 05-2, RS 1, RS 2 ed RS 3). Ai sistemi robotizzati RS 2 e RS 3 è possibile abbinare più centri di lavoro destinati a lavorazioni anche diverse tra loro.
Gli highlights dell’Open House Durante l’evento è stata messa in evidenza una serie di tecnologie all’avanguardia fedeli all’idea di Hermle di consentire al cliente di svolgere cicli di lavorazione specifici su un centro di lavoro ad alte prestazioni. Di questi fanno parte particolari strategie di fresatura a 5 assi, lavorazioni di vetroceramica, utensili e dispositivi di serraggio innovativi, lavorazioni a secco o
con lubrificazione minimale, tornitura e fresatura in simultanea, brocciatura con ciclo di brocciatura Hermle. Tra le varie isole dimostrative hanno riscosso molto interesse per la ricchezza dei dettagli e le soluzioni tecnologiche adottate la realizzazione in scala 1:5 del Volkswagen Transporter, conosciuto anche come VW T1 o “Bulli”, la lavorazione di un giradischi da 94 kg e la lavorazione di uno stampo Thermomix.
Il modellino del Bulli è stato ottenuto da un blocco pieno in lega di alluminio AlMg4,5Mn fresato in un unico piazzamento su una C 650. Per la sua realizzazione sono occorse 42 ore di lavorazione che includono anche il tempo necessario per il processo di reverse engineering svolto sul pulmino originale che rappresenta un’icona di longevità e versatilità, caratteristiche che si ritrovano nei centri di lavoro Hermle. Alcuni componenti del modellino, come pneumatici e cruscotto, sono stati riprodotti con la stampa 3D. Su un centro di lavoro C 42 è stata lavorata una parte strutturale interna di un giradischi di altissima gamma. Il tempo di fresatura su acciaio 1.2312 è stato di circa 9,5 ore. La lavorazione ha richiesto l’ausilio di un sistema di serraggio idraulico modulare.
Il punzone di uno stampo del Bimby Thermomix è stato realizzato su un altro centro di lavoro C 42 – con moto-mandrino classico da 18 mila giri/ min – fresando un blocco di acciaio 1.2312 per un totale di poco più di 17 ore di lavorazione. Tutte le fasi del processo di lavorazione sono state controllate direttamente in macchina attraverso la tastatura del pezzo e l’analisi dei dati con il software modulare HxGN NC-Measure. Questo per comparare la lavorazione ottenuta con la matematica 3D e, eventualmente, effettuare riprese o correzioni rispetto a quanto ottenuto in macchina.
La nuova serie QE rappresenta la più recente gamma di sistemi d'ispezione a trasmissione radio per macchine utensili
Questi sistemi permettono il presetting automatizzato e la verifica dell’integrità dell’utensile in macchina, l’impostazione e la verifica dei pezzi, consentendo alle officine meccaniche di aumentare esponenzialmente la propria capacità produttiva.
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GF Machining Solutions è uno dei principali fornitori al mondo di soluzioni complete e automatizzate per la meccanica di precisione e per l’industria degli stampi. Il portafoglio include macchine di fresatura, EDM, testurizzazione laser, microlavorazione laser e produzione additiva e relativi sistemi di automazione. In occasione della passata edizione di Mecspe 2023 abbiamo intervistato il General Manager della filiale italiana
di Fabio Chiavieri«In generale, abbiamo assistito a un finale del 2022 particolarmente dinamico per quanto riguarda l’acquisizione ordini, dovuto probabilmente alla certezza della riduzione degli incentivi legata a industria 4.0, per cui chi aveva necessità o dubbi se investire o meno alla fine ha deciso di farlo. Come conseguenza il 2023 è iniziato in sordina nei primi tre mesi, sebbene, si siano generati dei progetti molto interessanti con molta automazione di contorno, mentre non si sono visti investimenti spot sulle singole macchine. È anche vero che come fornitori perlopiù di macchine a 5 assi, la macchina con il cambio pallet è ancora considerata stand alone questo per dire che per quanto riguarda GF Machining Solutions il livello della clientela parte da quella base.»
Così ha esordito l’ingegner Marco Colombo, General Manager di GF Machining Solutions Italia, alla domanda su come si sta muovendo il mercato nel 2023, tenendo conto delle ottime performance dello scorso anno. Parole confermate dal comunicato stampa del Centro Studi Ucimu – Sistemi per Produrre sui dati ufficiali del primo trimestre di quest’anno uscito circa un mese dopo questa intervista. I dati dicono che nel primo trimestre 2023, l’indice degli ordini di macchine utensili ha segnato un calo del 23,7% rispetto al periodo gennaio-marzo 2022. In valore assoluto l’indice si è attestato a 125,1 (base 100 nel 2015). Il risultato è frutto della riduzione della raccolta ordinativi che i costruttori hanno registrato sia sul mercato estero che sul mercato interno. In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero risultano in calo del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice si attesta a 125,9. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno segnato un arretramento del 24,1%, per un valore assoluto di 124,8. Dalla rilevazione del Centro Studi emerge inoltre, che, nel primo trimestre 2023, l’utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani di macchine utensili è risultato superiore all’86% ma vi sono anche aziende che hanno toccato il 100%. Il carnet ordini
ha raggiunto, in questo trimestre, livelli mai registrati prima, arrivando a 8,6 mesi di produzione assicurata.
Preso atto, quindi, delle affermazioni di Marco Colombo abbiamo poi chiesto quali sono i trend che in ogni caso serviranno a trainare il mercato della macchina utensile in generale e quello di GF in particolare.
«Automazione e gestione dei processi sono per noi i punti cardine anche perché riteniamo che in un mercato maturo come quello italiano ed europeo ciò che più conta è l’ottimizzazione del processo di lavorazione. Ecco perché a Mecspe abbiamo presentato gli sviluppi di ciò che è stato lanciato lo scorso anno, puntando sulla maturazione di una serie di servizi e prodotti. Spingiamo sempre molto sull’automazione, sulla gestione dei processi, sull’integrazione di multi-tecnologie all’interno delle celle di lavorazione.»
A un’azienda sempre molto attenta alle richieste del mercato come GF Machining Solutions non sfuggono le tecnologie di maggior tendenza e probabilmente di maggior sviluppo come la stampa 3D o additive manufacturing.
«Ovviamente – risponde Colombo - abbiamo lanciato una linea di macchine per la stampa 3D, un comparto molto interessante sebbene ancora di nicchia che richiede molta R&D da parte dell’utilizzatore finale e tanto supporto da parte del fornitore. Per questo, riteniamo che in tempi brevi non potremo avere grandi risultati in termini di volume di affari. D’altronde, chi acquista una macchina per Additive Manufacturing ha due esigenze da seguire. Una riguarda la morfologia del pezzo, l’altra la gestione dei materiali visto che non tutti sono stampabili. Gli ambiti di maggior successo oggi per la tecnologia 3D possono essere individuati nell’Aerospace, nel Medicale e Motor Sport, in questi settori è evidente il connubio tra necessità, prestazioni
e valore dell’investimento. In ogni caso è molto difficile che lo stesso prodotto possa essere realizzato sia attraverso la stampa 3D sia per asportazione di truciolo. Possiamo dire, quindi, che le due tecnologie sono molto complementari e lo saranno molto di più soprattutto a livello progettuale perché per abitudine le imprese sono portate a progettare per un processo di asportazione di truciolo, quindi, serviranno tecnici e progettisti sempre più formati e con una visione delle possibilità di progettazione a trecentosessanta gradi »
Le macchine esposte a Mecspe
Per quanto riguarda la tecnologia di fresatura a 5 assi, GF Machining Solutions ha presentato Mikron Mill E 700 U, un modello facente parte della gamma che rappresenta l’evoluzione della precedente linea HEM U. La linea E fornisce una maggiore potenza di lavorazione e migliori prestazioni di lavorazione a una base macchina più robusta. Con l’ampio raggio di rotazione da -65° a + 120° e la possibilità di caricare materiali pesanti fino a 450 kg sulla tavola inclinabile e rotante, le soluzioni U permettono all’utente di produrre una gamma ampliata di componenti e attrezzi rispetto a qualsiasi altra macchina attualmente sul mercato. Essa si basa su una struttura a C rigida e stabile in ghisa. Grazia alle ampie guide, alla tavola rotante con doppio supporto laterale e a un tasso di rimozione ottimale dei frammenti, questa macchina garantisce qualità alle componenti e affidabilità di funzionamento. Che tu abbia un’officina o sia un produttore di componenti, queste macchine sono la soluzione giusta per aiutarti ad affrontare le diverse esigenze dell’industria automobilistica, della produzione di energia ed elettricità e delle imprese meccaniche in generale.
La serie P AgieCharmilles è invece la proposta GF Machining Solutions per quanto riguarda la tecnologia di testurizzazione laser digitale dedicata agli stampi per interni di automobili, imballaggi, elettrodomestici e prodotti ICT.
In fiera è stata esposto il modello Laser P 400 U, una soluzione unica nel suo genere per incisione, testurizzazione e marcatura laser combina qualità eccezionale, efficienza e tecnologia laser a
femtosecondi con il minimo ingombro possibile. Questa macchina è specificamente progettata per la testurizzazione estetica e funzionale di componenti di piccole dimensioni per orologi e gioielli, piccoli inserti, utensili da taglio e pezzi microlavorati a macchina. Dalle lavorazioni ultraprecise di componenti miniaturizzati alle soluzioni ad alta potenza per lavorazioni complesse ad alta velocità che richiedono la massima precisione superficiale, la gamma di macchine per elettroerosione a filo prodotta da GF Machining Solutions comprende una vasta possibilità di scelta. In occasione di Mecspe è stato esposto il modello CUT P 350 P appartenente alla serie CUT P Pro. Questa linea è stata progettata all’insegna della maggiore produttività e dei minori costi di gestione a cominciare dalla riduzione del 25% del consumo di filo grazie alla velocità di avanzamento ottimizzata e alle tecnologie più veloci offerte dal generatore intelligente di corrente IPG, il quale consente, inoltre, un incremento della velocità di taglio del 20%.
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Lubrificanti ecosostenibili
Lubrificanti efficaci e a basso impatto ambientale: questa è la proposta ZEP in linea con le attuali esigenze “green” del settore Metalworking
In un mercato sempre molto competitivo, la domanda che spesso ci si pone riguarda la necessità di conciliare le attuali tendenze verso un’economia più sostenibile e il bisogno delle imprese di recuperare ove possibile margini di guadagno. Nel comparto delle lavorazioni meccaniche il quesito è ancora più amletico poiché l’innovazione tecnologica di processi e prodotti rappresenta molto spesso un costo aggiuntivo il cui ritorno economico è quasi sempre a lungo termine. Eppure, la storia ci insegna che la maniera migliore per non farsi trovare impreparati ai momenti meno favorevoli del mercato – si veda per esempio la crisi dovuta alla pandemia – è quella di investire in soluzioni innovative che anticipano i tempi. Che il nostro pianeta non sopporti più di essere bistrattato lo abbiamo capito subendo i danni degli stravolgimenti climatici a cui siamo sottoposti, ecco perché andare verso un sistema industriale nel suo complesso maggiormente sostenibile e più attento agli sprechi, mentre qualche anno fa era solo auspicabile, oggi è diventato obbligatorio. Tale concetto va ben al di là dei processi produttivi ma riguarda anche l’attenzione nei confronti della salubrità dei luoghi di lavoro e del rispetto per la salute dei lavoratori. Proporre prodotti e soluzioni che siano in linea con queste tendenze diventa perciò fondamentale per un’azienda che vuole guardare al futuro con fiducia, anche se ciò implica sforzi di non poco conto come ci spiega Andrea Dorigotti, direttore della comunicazione di ZEP Italia.
«Gli sforzi sono legati al costo della ricerca di nuovi formulati, nuovi fornito-
ri e anche nuovi approcci al mercato. Questo perché dobbiamo contrastare sia l’abitudine all’impiego di prodotti tradizionali che funzionano molto bene, sia l’idea che i prodotti cosiddetti ecosostenibili sono più costosi. I tempi, tuttavia, sono abbastanza maturi per notare una controtendenza che ci ha fatto propendere verso l’utilizzo di oli a base vegetale nel settore della lavorazione dei metalli. Quindi, sono nati prodotti che, a parità di prestazioni se non addirittura superiori, hanno quasi azzerato i rischi per l’operatore in termini di salute riducendo sia i costi a essa correlati, sia i costi inerenti allo smaltimento degli oli esausti che, nel caso di prodotti green, impatta in maniera nettamente inferiore sull’ambiente. I vantaggi appena citati stanno spingendo le aziende del metalworking a puntare su queste nuove soluzioni. In altri termini, il maggior costo di un olio con caratteristiche green si ripaga ampiamente risparmiando su altri costi di gestione, quali la manutenzione delle macchine, lo smaltimento dell’emulsione esausta e sui costi legati ai problemi di salute degli operatori » Demetra è la linea di oli da taglio di origine vegetale proposta da ZEP. Gli oli di questa gamma sono biodegradabili, atossici e ottenuti da materie prime rinnovabili, prive di limiti di esposizione e di esplosività. La tecnologia alla base dei formulati Demetra (dea della terra coltivata) permette di ridurre i consumi energetici, i rifiuti industriali e l’emissione di CO2 nell’ambiente. Nell’ottica di migliorare anche l’ambiente di lavoro e preservare la salute dell’operatore la presenza di basi di origine vegetale fa sì che la produzione fisiologica di vapori durante la lavorazione non inquini l’atmosfera. Test empirici hanno dimostrato
che negli ambienti dove è utilizzata la linea di oli a base vegetale Demetra la concentrazione di IPA ng/g nell’aria è drasticamente più bassa e l’atmosfera è meno contaminata da componenti idrocarburiche e priva di nebbia oleosa. Questo porta a indubbi benefici per la salute dei lavoratori all’interno delle officine, senza considerare la riduzione dei costi di manutenzione di filtri e cappe di aspirazione.
La presenza nella propria offerta di un prodotto così all’avanguardia ben si sposa con il concetto di offerta integrata punto cardine di ZEP.
Spiega Dorigotti: «Puntiamo su alcuni focus specialistici che ci consentono di servire il cliente con un prodotto innovativo a base vegetale e un servizio esclusivo di pulizia e filtraggio dell’emulsione lubrorefrigerante. Una volta che il cliente apprezza il nostro modo di operare possiamo successivamente supportarlo anche in altre fasi della sua filiera produttiva, con numerosi prodotti di manutenzione che annoveriamo nella nostra gamma.»
Le novità presentate a Mecspe 2023 ZEP Italia ha dato risalto alla propria partecipazione alla recente edizione di Mecspe presentando due nuovi prodotti appartenenti alla gamma Zep 45, tra i lubrificanti più conosciuti e apprezzati nell’industria per qualità e affidabilità, che sono Zep 45 X-treme e ZEP 45 Lithium.
Con questi due nuovi prodotti salgono a 6 i lubrificanti appartenenti alla famiglia Zep 45 nata con lo sbloccante-penetrante ZEP 45TM Zep 45 X-treme è un lubrificante per montaggio e smontaggio a base di ceramiche micronizzate miscelate a un grasso alla bentonite. Il prodotto è
ottimo per il trattamento dei componenti sottoposti a condizioni di stress estremo, da qui il nome X-treme, quindi perfetto per il trattamento di parti soggette a pressioni di lavoro elevate e prolungate o esposti a temperature fino a 1.200 °C. Zep45 X-treme può essere impiegato anche nell’industria alimentare essendo registrato NSF H2. Zep 45 Lithium è invece un lubrificante spray multiuso per tutte le applicazioni di scorrimento metallo/metallo grazie alla sua capacità di grip. Infatti questo nuovo prodotto è formulato con Litio – che esalta l’adesività – e PTFE. Nonostante ciò questo lubrificante non è filante e può essere usato, quindi, per parti meccaniche in movimento e come inibitore di corrosione su superfici metalliche. Ideale per lubrificare e proteggere molle, cerniere, cavi, bulloni, cuscinetti, chiavistelli, serrature su veicoli ecc. Come X-treme anche Lithium è registrato NSF H2. «Abbiamo approfittato della fiera per lanciare un servizio molto interessante che si chiama Basin Cleaning Service dedicato alle vasche delle macchine lubrorefrigeranti. Con questa operazione interveniamo direttamente, senza fermo macchina, sui centri di lavorazione per ripulire le vasche dai residui solidi come i trucioli metallici derivanti dai processi di lavorazione ad asportazione di truciolo e a effettuare il filtraggio dell’emulsione, eliminando tutti i residui che possono generare contaminazione come gli oli guida, allungandone la vita utile. Questo servizio è adatto ad aziende che hanno elevati consumi di lubrorefrigerante e commisurati costi di smaltimento. Ovviamente il Basin Cleaning Service include un’analisi periodica e sistematica dei bagni lubrorefrigeranti. Si tratta di un’attività che seguiamo direttamente
presso nostri clienti previa programmazione »
Il servizio Basin Cleaning Service nasce dalla necessità delle aziende metalmeccaniche di risolvere alcuni problemi legati al deterioramento dell’emulsione lubrorefrigerante ma non solo. I problemi legati all’utilizzo di un olio emulsionabile sono svariati e vanno, per citarne alcuni, dalla stabilità del prodotto, alla durata, alla corrosione al mantenimento di un ambiente di lavoro salubre, ai rischi di dermatosi da contatto per l’operatore. Senza poi contare tutti quegli aspetti citati in precedenza come l’impatto ambientale, i costi di smaltimento, i costi di rabbocco ecc. La contaminazione dovuta alla presenza di trucioli e residui di lavorazione dei metalli non è la sola causa dell’instabilità dell’emulsione
lubrificante ma anche di un abbassamento del PH, aumentando il rischio di dermatiti, di cattivi odori e della riduzione delle prestazioni dell’emulsione stessa. Un altro fattore di deterioramento dell’emulsione è causato dalle perdite d’olio guida che si depositano sulla superficie. Il servizio Basin Cleaning Service di pulizia vasche e filtrazione degli oli guida in superficie può risolvere i problemi sopra descritti, allungando la vita utile dell’emulsione, e diminuire drasticamente i costi di smaltimento. Il servizio consiste di una consulenza tecnica e analisi del bagno lubrorefrigerante, fornitura di emulsionabili, programmazione e realizzazione della pulizia delle vasche e un service report
ZEP è entrata nel mercato italiano nel 1993 mantenendo nel tempo l’impegno di garantire ai propri clienti qualità e risparmio ed è stata premiata con una straordinaria penetrazione sul mercato, fondata sui solidi risultati ottenuti e sulla fiducia riscontrata dalla proposta tecnico commerciale. In realtà ZEP nasce nel 1937 ad Atlanta in Georgia. Questa data, che rappresenta l’inizio di un percorso di crescita ed espansione che dura ancora oggi, viene costantemente ricordata attraverso le cifre che campeggiano accanto al nome di alcuni prodotti e che segnano il numero di anni che sono trascorsi dalla nascita dell’azienda a quella del prodotto stesso. Zep 45, per esempio, indica che questo lubrificante è stato immesso sul mercato 45 anni dopo la fondazione di ZEP.
Dal 1956 PetrolValves Group fornisce soluzioni ingegnerizzate al settore dell’energia. L’azienda è conosciuta per l’affidabilità e l’elevato contenuto tecnologico di valvole, attuatori e sistemi di regolazione del flusso, studiati per accompagnare il percorso di transizione energetica dei clienti che operano nel settore Oil & Gas con particolare attenzione alla Qualità, all’efficienza e alla sostenibilità.
Fin dagli esordi PetrolValves ha saputo distinguersi per l’innovatività delle proprie soluzioni, ampiamente riconosciuta fin dal primo brevetto mai registrato per valvole a sfera risalente a oltre mezzo secolo fa. L’azienda ha sempre investito in ricerca e sviluppo e in un severo controllo qualità di tutta la catena di fornitura, con particolare attenzione ai controlli eseguiti interamente all’interno dell’azienda per garantire che le prestazioni di prototipi e prodotti siano sempre eccellenti anche nelle più difficili condizioni operative e ambientali.
Controlli in sicurezza
Le particolarità del settore in cui trovano impego le soluzioni PetrolValves rendono fondamentale l’aspetto della sicurezza. Le soluzioni Petrolvalves sono certificate ISO 10423 e soddisfano i requisiti API64 (PR2), ma non è solo alla sicurezza dei prodotti che l’azienda presta attenzione: prioritaria è naturalmente la sicurezza delle persone che operano in azienda. La capacità di effettuare controlli all’interno dell’azienda è fra i punti di forza di PetrolValves, che nello stabilimento di Castellanza (VA) dispo-
ne di locali e banchi prova progettati appositamente per ricreare le condizioni, spesso estreme, di utilizzo dei prodotti. Per evitare di sottoporre a queste condizioni estreme anche il personale, le apparecchiature utilizzate per le prove devono poter funzionare in situazioni con controllo da remoto.
PetrolValves produce valvole per impianti sottomarini che vengono testate rispettando una procedura ben precisa: una parte delle prove critiche previste dalla normativa API sono le prove di Pressure/Temperature Cycling Test dove la valvola viene ripetutamente sottoposta a riscaldamento e raffreddamento mentre viene mantenuta in pressione a gas, raffreddata con azoto liquido e successivamente riscaldata fino a 140° C, per creare la condizione di shock termico. La temperatura viene mantenuta per 8/10 ore.
Fino a qualche tempo fa il riscaldamento delle valvole in fase di collaudo avveniva con l’impiego di resistenze elettriche (termostrisce) che presentavano diverse criticità, prima fra tutte il contato diretto con la superficie della valvola da riscaldare. Proprio su questa superficie l’alternarsi di cicli di riscaldamento e raffreddamento crea condensa; il contatto delle resistenze elettriche con l’umidità non è altamente raccomandabile. Per rendere più sicuro il processo, già una decina d’anni fa il Corporate Quality Director di Petrolvalves Group si era rivolto a Leister, trovando nei sistemi ad aria calda una valida e sicura alternativa alle termostrisce e scoprendo in Leister un partner efficiente e disponibile dal punto di vista della consulenza e del servizio.
Al ripresentarsi di un’esigenza simile per il collaudo delle valvole per servizi critici, memore della precedente positiva esperienza, il Corporate Quality Director si è rivolto senza esitazioni a Leister.
Praticità e convenienza
La soluzione proposta da Leister è stata di utilizzare riscaldatori industriali tipo LHS 61 System abbinati a soffianti Airpack e ASO. Rispetto ai sistemi precedenti, l’introduzione dei riscaldatori Leister ha portato notevoli vantaggi al processo di collaudo delle valvole, a partire dal minor dispendio di energia e minor spesa. I riscaldatori Leisgter riescono a erogare in tempi molto rapidi aria calda alle temperature richieste dalla procedura di collaudo (150°C-300°C). Altro importantissimo aspetto, i consumi di questi componenti sono decisamente ragionevoli (circa 11 kW, decisamente inferiori rispetto alle decine di kW degli impianti a termostrisce); sono inoltre molto sicuri. Le valvole devono essere portate a
temperature molto elevate con gas in pressione: per garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte il collaudo avviene all’interno di bunker sotterranei progettati per resistere a eventuali esplosioni dove nessuno può entrare o avvicinarsi. All’interno del bunker, i riscaldatori sono installati all’interno di speciali casse coibentate insieme alle valvole, che naturalmente sono chiuse durane il collaudo. Chiaramente per poter mettere in funzione l’impianto in sicurezza è necessario che i riscaldatori siano comandabili da remoto. Oltre a garantire la sicurezza degli operatori, l’operatività da remoto permette di registrare ogni singolo evento durante il test e di mantenere operativi i livelli di sicurezza necessari per far funzionare il sistema giorno
e notte in assenza di operatori.
Il sistema comprende tre termocoppie, una per la temperatura ambiente, una per la superficie della valvola e una per la temperatura interna della valvola: queste tre temperature sono costantemente monitorate per poter lavorare entro i limiti di tenuta delle guarnizioni e dei vari componenti. Le tre termocoppie creano la ridondanza necessaria per garantire il funzionamento in sicurezza senza il controllo dell’operatore.
Un retrofitting semplice e veloce
Per questo sistema di collaudo sono stati scelti i riscaldatori LHS 61 S di Leister, abbinati alle soffianti AIRPACK e ASO.
I riscaldatori LHS 61 S sono compatti e potenti; facili da integrare in ogni impianto grazie al montaggio dall’alto, sono dotati di protezione in caso di surriscaldamento e di allarme per sovra-temperatura dell’elemento riscaldante.
Le soffianti AIRPACK e ASO sono particolarmente indicate per impianti dove sono richieste potenze e volumi d’aria notevoli: sono infatti in grado di convogliare grandi quantità d’aria a elevata pressione e sono agevolmente in grado di alimentare più di un riscaldatore Leister simultaneamente.
Una caratteristica che PetrolValves ha apprezzato dei riscaldatori Leister è stata la facilità con la quale è stato possibile il retrofitting,
grazie alla predisposizione per il controllo remoto: oltre a portare all’esterno i comandi è stata creata anche un’interfaccia aggiuntiva per questa particolare applicazione, ma questo è stato semplificato notevolmente dal fatto che i riscaldatori LHS 61 S sono già dotati di serie di un’ottima interfaccia remotabile per controllo da PLC.
I vantaggi dell’aria calda
I riscaldatori LHS Leister hanno permesso una miglior diffusione del calore all’interno dello spazio coibentato e una maggior omogeneità nel riscaldamento della valvola rispetto alle classiche termostrisce; il tempo necessario a raggiungere la temperatura di
collaudo diminuisce notevolmente.
Il riscaldamento ad aria calda con i componenti Leister, caratterizzato da massima sicurezza, minori consumi e risparmi di tempo, si sono quindi rilevati ideali per la procedura di collaudo.
Alle caratteristiche funzionali dei prodotti Leister si aggiungono la professionalità e la competenza del personale, che ha saputo consigliare le soluzioni più adatte all’interno dell’ampio catalogo e che garantisce sempre un’efficiente e puntuale assistenza post-vendita. Questo insieme di caratteristiche positive ha portato PetrolValves a rinnovare la propria fiducia a Leister per questo importante progetto.
LIGNA 2023, la fiera dell’industria della lavorazione e del trattamento del legno, ha proposto cinque giornate di innovazioni, di ispirazione, di networking. Dal 15 al 19 maggio, 1.300 aziende di 50 Paesi hanno presentato le loro soluzioni per l’industria del legno e del mobile, per l’artigianato del settore e per la prima trasformazione del legno. Al centro dell’attenzione c’erano i megatrend della sostenibilità e della digitalizzazione. Imponente anche l’affluenza non solo dalla Germania ma da tutto il mondo: 80.000 visitatori di 160 Paesi hanno colto l’opportunità di informarsi su macchine intelligenti e processi di produzione a basso consumo di risorse.
C’erano molte aspettative nei confronti della fiera. Dopo una pausa di quattro anni, espositori e visitatori non vedevano l’ora di potersi nuovamente incontrare di persona e di poter toccare con mano una così importante concentrazione della forza innovativa del settore. “LIGNA 2023 ha ampiamente superato le attese delle nostre aziende espositrici e dei visitatori e ha dimostrato che le macchine, gli impianti e le soluzioni proposti in fiera spianano la via a un’industria del legno, del mobile e delle costruzioni sostenibile e digitalizzata”, afferma Jochen Köckler, CEO di Deutsche Messe. “Un impressionante 60 per cento dei visitatori proveniva dall’estero. LIGNA ha dunque ulteriormente rafforzato la sua posizione di fiera leader mondiale del comparto.”
“LIGNA 2023 non è stata solo una piattaforma di presentazione di nuove tecnologie, ma anche un punto
d’incontro per lo scambio delle conoscenze e per fare rete”, afferma Bernhard Dirr, Managing Director della Divisione macchine per la lavorazione del legno interna all’Associazione tedesca dell’industria meccanica e impiantistica (VDMA). “La fiera ha dimostrato che il comparto della lavorazione e del trattamento del legno offre alla sua clientela tutte le tecnologie necessarie per una produzione competitiva e allo stesso tempo sostenibile. Considerato l’incerto contesto generale con il quale l’industria del legno si trova oggi a doversi confrontare, il successo di LIGNA 2023 ne conferma il ruolo di importante momento di stimolo. LIGNA non è motore del comparto solo in tempi facili, ma offre soluzioni anche e soprattutto nei momenti difficili, quando ci sono sfide da affrontare.”
La Community era dunque particolarmente interessata a macchine, sistemi e processi intelligenti e interconnessi, capaci di garantire una maggiore efficienza dei costi e della produzione. E c’era anche una forte domanda di soluzioni di ottimizzazione dell’automazione e dei processi tali da attenuare gli effetti della carenza di personale qualificato.
“Nei padiglioni si toccava dal vivo la trasformazione in atto nell’industria”, dice ancora Köckler. Era esposta l’intera catena del valore, da macchine e impianti per la lavorazione del legno a utensili e metodi di lavoro, a robot industriali e persino esoscheletri come supporto per addetti a lavori artigianali e forestali di tipo pesante. Da tempo ormai le macchine che si vedevano esposte non si usano più solo per la lavorazione del legno, ma possono servire anche per lavorare vetro, materie plastiche o materiali compositi. Dice ancora Köckler: “Mobili o elementi costruttivi, ad esempio, sono composti dei materiali più diversi. È quindi più che naturale che gli espositori di LIGNA allarghino la gamma della loro offerta per offrire più opzioni ai loro clienti”. Tra i temi centrali della fiera c’era
l’importanza del legno come materia prima rinnovabile e il suo ruolo nel processo di decarbonizzazione in corso. Uno sviluppo che ha come effetto naturale la crescente importanza della costruzione in legno e l’apertura di nuove possibilità di mercato per l’industria meccanica.
Gli espositori di LIGNA 2023 hanno presentato soluzioni che ottimizzano notevolmente tutte le fasi di processo della costruzione in legno. Questo consente non solo di contenere i costi, ma anche di utilizzare attentamente la preziosa materia prima favorendone il massimo risparmio possibile. Anche il settore delle pavimentazioni e l’industria del mobile tendono a servirsi sempre più spesso del legno, perché il consumatore finale è sempre più sensibile al tema della sostenibilità. Così è apprezzato ad esempio l’impiego di Innovative colle a base di materie prime rinnovabili che aiutano a ridurre le emissioni di CO2.
Le
LIGNA 2023 ha proposto ai visitatori anche un ricco programma di conferenze, presentazioni dal vivo, mostre speciali e premiazioni. Nella cornice del LIGNA.Stage, nel padiglione 12, circa 90 relatori hanno presentato ultimissimi sviluppi di mercato e temi di tendenza. La carenza di personale qualificato e il tema del recruiting sono stati al centro dell’attenzione di un’area dedicata, che ha favorito il confronto tra personale specializzato e potenziali datori di lavoro.
Conclude Köckler: “LIGNA 2023 ha dimostrato ancora una volta di essere una piattaforma irrinunciabile per l’industria della lavorazione del legno. Non solo ha promosso lo scambio di saperi ed esperienze, ma ha anche gettato le basi per un’industria del legno aperta al futuro e sostenibile”.
La prossima LIGNA si terrà dal 26 al 30 maggio 2025.
Peter Rockedahl, Chief Technology Officer, Moelven Industrier AB
“Visitare LIGNA ha consentito al nostro team di assicurarsi informazioni dettagliate su ultimissimi prodotti, servizi e soluzioni del settore. Stabilire contatti diretti con i fornitori è determinante per promuovere il nostro business e avere la certezza di poter continuare a fornire ai clienti soluzioni innovative e sostenibili. Apprezziamo molto le opportunità che LIGNA offre agli esperti del settore di confrontarsi, imparare e accrescere la propria competenza.”
Michael Bücking, Managing Director, Tischler NRW
“Finalmente di nuovo un solo luogo dove trovare insieme tecnologia, macchine e soluzioni ai problemi della digitalizzazione e dell’ottimizzazione dei processi. È facile capire l’importanza degli incontri in presenza per falegnami e colleghi. LIGNA continua ad essere, a parer mio, un punto di incontro importante e interessante per il nostro lavoro. Sono dello stesso parere anche molti colleghi con i quali ho parlato e che sono tornati volentieri a LIGNA 2023.”
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Un successo la 22a edizione della kermesse milanese dedicata alle macchine e ai sistemi per la lavorazione della lamiera con oltre 19.000 ingressi di operatori professionali
Sono decisamente positivi i risultati raccolti dalla 22esima edizione di LAMIERA, la manifestazione internazionale dedicata alle tecnologie per il taglio, la deformazione e lavorazione di lamiera, tubi e profilati, che è andata in scena da mercoledì 10 a sabato 13 maggio, a fieramilano Rho.
Unico appuntamento espositivo in Italia dedicato esclusivamente al comparto, LAMIERA è divenuta negli anni una delle fiere più rilevanti nel panorama internazionale delle manifestazioni di settore, anche grazie allo spostamento da Bologna a Milano avvenuto nel 2017. Protagoniste dell’esposizione, che ha occupato una superficie totale di 40.000 metri quadrati, sono state circa 400 imprese, il 27% estere, in rappresentanza di 22 paesi .
Promossa da UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, e organizzata da CEU-CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU, LAMIERA è tornata, eccezionalmente, ad un anno di distanza dalla precedente edizione che era stata posticipata di 12 mesi a causa dell’emergenza sanitaria.
Per recuperare, dunque, il suo tradizionale posizionamento negli anni dispari, la manifestazione non ha rispettato la tradizionale biennalità che la contraddistingue, nonostante ciò, i risultati raccolti, sia in termini di espositori che di visite, sono più che soddisfacenti.
Gli ingressi degli operatori professionali registrati nei 4 giorni di fiera sono risultati circa 19.000. Nel conteggio totale vanno aggiunti gli oltre 4.000 operatori provenienti da Made in Steel che hanno espresso l’interesse a visitare anche LAMIERA. L’accordo siglato con Made in Steel (che si è svolta in parziale concomitanza nei padiglioni accanto) e che prevedeva il passaggio libero da una manifestazione all’altra ha sortito dunque risultati molto interessanti.
“Contatti molto interessanti… ottima fiera… non ci aspettavamo un così grande afflusso di pubblico… risultato brillante e per certi versi inaspettato visto che la manifestazione si è tenuta a distanza di un anno dalla precedente edizione… abbiamo rac-
colto anche ordini non attesi… pubblico di qualità, delegazioni estere molto interessanti e qualificate…” sono alcuni dei commenti raccolti agli stand degli espositori che sono risultati il 15% in più rispetto all’edizione 2022.
Rispetto al totale visitatori il 7,5% era di provenienza estera in rappresentanza di 67 nazioni. Le delegazioni più numerose sono giunte da: Albania, Austria, Cina, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria. Nei corridoi dei due padiglioni della fiera, il 13 e 15, tra i tanti visitatori vi era anche una cinquantina di operatori esteri provenienti da Egitto, India, Marocco, Messico, Repubblica Ceca, Turchia, USA, Uzbekistan, Vietnam, invitati nell’ambito della tradizionale iniziativa di incoming organizzata da UCIMU in collaborazione con MAECI e ICE-Agenzia, a cui si è aggiunta una delegazione autonoma di oltre 30 utilizzatori turchi provenienti dall’area di Manisa. ICE-Agen-
zia ha inoltre curato la realizzazione dell’area dedicata alle Start-up.
Ad arricchire la proposta espositiva è stato il cartellone di circa 40 incontri, proposto da LAMIALAMIERA, l’arena promossa da FONDAZIONE UCIMU e realizzata con il contributo di Regione Lombardia. Digitalizzazione e sostenibilità sono stati tra i temi maggiormente discussi nel corso delle conferenze a cura degli organizzatori della manifestazione e degli espositori.
Sono 800 gli operatori che hanno partecipato agli eventi ospitati dall’Arena LAMIALAMIERA a cui si aggiungono i 3.500 collegati da remoto grazie alla diretta streaming attivata per tutto il periodo. La manifestazione ha registrato la presenza di un centinaio di giornali-
Barbara Colombo, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha così commentato: “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti perché la manifestazione, che si è svolta ad appena 12 mesi dalla precedente, non solo ha confermato i risultati della scorsa edizione ma, per alcuni indicatori, ha fatto ancora meglio”.
sti e di circa un migliaio di studenti che, invitati nell’ambito dell’iniziativa UCIMU Academy, hanno partecipato, accompagnati dai loro professori, a visite libere e guidate da tutor dell’associazione impegnati nell’illustrare agli stand le tecnologie di ultima generazione che rappresentano la produzione internazionale di settore. L’interesse del mondo manifatturiero per la manifestazione è misurato anche dalla vivace attività sui canali digitali (Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn, YouTube).
La prossima edizione di LAMIERA è in programma dal 7 al 10 maggio 2025.
Informazioni di dettaglio in www.lamiera.net
Alfredo Mariotti, direttore UCIMU ha aggiunto: “La tecnologia che caratterizza questo comparto ha un ciclo di innovazione a cadenza biennale, per questo LAMIERA, esattamente come tutti gli altri eventi espositivi internazionali dedicati al settore, deve essere biennale. Il fatto che le aziende abbiano confermato la partecipazione a questa edizione, anomala per temporaneità, dimostra però il valore di questo evento, che ha saputo far crescere di edizione in edizione e che può contare su un mercato, quello italiano, decisamente interessante: il secondo più importante al mondo, al pari degli Stati Uniti, e il primo in Europa”.
Una ricerca condotta dal marchio Tork, marchio internazionale di Essity e leader globale nel settore dell’igiene professionale, rivela che nell’industria un gran numero di addetti in produzione viene inutilmente interrotto almeno 20 volte durante la giornata lavorativa per prendere o smaltire panni per la pulizia e l’igiene. Inoltre, lo studio rivela anche che spesso vengono presi più panni del necessario per evitare troppe interruzioni.
Per ridurre gli sprechi e aumentare la produttività la soluzione consiste nel posizionare i panni pro-
prio sulla postazione di lavoro, in modo che gli operatori non debbano percorrere alcuna distanza per prenderli. I dispenser Tork Performance sono stati progettati con una serie di opzioni di montaggio uniche e flessibili, che consentono di posizionarli dove sono più necessari: a portata di mano dell’operatore.
L’89% degli addetti alle macchine concorda sul fatto che avere dispenser di panni industriali robusti e professionali a portata di mano, supporterebbe la pulizia, l’efficienza e una manutenzione preventiva. Per aiutare le aziende a individuare e combattere gli sprechi, Tork ha inoltre creato il calcolatore gratuito degli sprechi Tork Motion, che consente di misurare l’impatto di un posizionamento inefficace dei panni per la pulizia. Per provare Tork Motion e saperne di più su come ridurre gli sprechi di tempo e di prodotto e per esplorare il sistema di erogazione Tork Performance, visitate il sito www.tork.it/riduzionedeirifiuti
TORK PERFORMANCE
Questo dispenser riduce consumi e sprechi grazie all’erogazione singola. I panni sono protetti fino al momento dell’utilizzo, il che, unitamente a un design a prova di schizzi e facile da pulire, garantisce una buona igiene riducendo gli sprechi dovuti al depositarsi di impurità. Anche la ricarica è semplice e, grazie al coperchio semi-trasparente che consente di capire quando il prodotto sta finendo, non correrai più il rischio di rimanere senza panni. Il dispenser ha un’installazione versatile, grazie a numerose opzioni accessorie per il montaggio, quali il supporto da parete oppure le ventose o i magneti nel caso in cui non si intendano praticare fori nel muro. Grazie a questa flessibilità, Tork Performance può essere installato pressoché su ogni tipo di parete. A prescindere dalla modalità di installazione, il dispenser potrà essere facilmente rimosso laddove si rendesse necessaria la pulizia della parete per una maggiore igiene.
Il 2023 segna una data importante per Baoli, marchio di carrelli elevatori parte del Gruppo Kion, che quest’anno festeggia vent’anni. Fondata nel 2003 a Jingjiang, in Cina, l’azienda ha intrapreso in questi due decenni un importante e rapido percorso di crescita, diventando oggi un importante fornitore di carrelli levatori, presente in 5 continenti e in 80 paesi, apprezzato e riconosciuto in particolare nell’offerta di controbilanciati e macchine da magazzino.
Un’importante tappa di questo ventennio è certamente stata la costituzione della joint venture Kion Baoli Forklift Co., Ltd. nel 2009, che ha portato Baoli ad entrare ufficialmente nel Gruppo Kion, leader in Europa e secondo al mondo nella produzione di carrelli elevatori e macchine da magazzino; l’integrazione si è finalizzata l’anno successivo, nel 2010. A partire da quel momento, Baoli ha ampliato sempre di più il proprio portafoglio prodotti, consolidando inoltre la propria presenza internazionale: nel 2018
è stata infatti fondata Baoli EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) con sede a Milano, in Italia, mentre nel continente americano, i prodotti Baoli sono attualmente venduti attraverso KION North America e KION South America.
“Festeggiamo oggi un appuntamento importante che non rappresenta certamente un punto di arrivo, ma una tappa che si inserisce in un cammino più a lungo termine, intrapreso vent’anni fa e il cui futuro è ancora tutto da scrivere. – ha dichiarato Massimo Marchetti, Director Sales & Service di Baoli Italia “Personalmente ricordo bene una delle più importanti tappe di questo straordinario percorso, ovvero l’ingresso di Baoli in Italia nel 2016, quando abbiamo iniziato a costruire una nuova rete composta da dealer selezionati, in grado di assicurare ai clienti gli stessi tempi e livelli di servizio assicurati sugli altri brand del Gruppo. A partire da quel momento abbiamo compiuto importanti passi, ma i principi su cui poggia la
nostra realtà non sono cambiati: sicurezza, affidabilità ed efficienza, ma anche appartenenza ad un Gruppo leader in tutto il mondo. Grazie a questi elementi, continueremo a stupire i nostri clienti, anticipando le loro richieste e soddisfacendo sempre le loro aspettative.”
Oggi Baoli si distingue per la produzione di apparecchiature solide e sicure che garantiscono un funzionamento affidabile e semplice. In particolare, Baoli offre ai propri clienti una gamma completa di robusti carrelli industriali, tra cui carrelli elevatori elettrici a 3 e 4 ruote con capacità di carico da 1,5 a 3,5 tonnellate, carrelli elevatori diesel con capacità di carico da 1,5 a 10 tonnellate, nonché numerosi mezzi da magazzino come transpallet con altezza di sollevamento alta e bassa. Un altro elemento distintivo di Baoli è certamente la sua rete di vendita, che rappresenta uno dei punti di forza del marchio e che è in grado di offrire elevatissimi livelli di servizio e assistenza after-sales, potendo contare sul vastissimo magazzino ricambi di Rolo (RE), che si estende su un’area di 14.000 mq e conta oltre 4.600 referenze a stock.
Massimo Marchetti Director Sales & Service Baoli ItaliaE’, Francesco Gualandi dell’ITIS Fermi di Modena il vincitore della sedicesima edizione del Trofeo Smart Project Omron Anche quest’anno studenti e docenti finalisti si sono ritrovati nei locali del Ministero dell’Istruzione e del Merito per assistere all’esposizione dei dieci migliori progetti e alla premiazione dei vincitori.
Nella categoria studenti, alle spalle di Gualandi, che riceve una borsa di studio di 600 euro, altri due ragazzi dell’ITIS Fermi di Modena, Niccolò Marinelli e Andrea Montecchi con borse di studio rispettivamente di 400 e 200 euro. Giunto quest’anno alla sedicesima edizione, il Trofeo Smart Project Omron nasce con l’obiettivo di avvicinare le scuole tecniche e professionali al mondo dell’automazione industriale, in accordo con le direttive ministeriali che promuovono gli interventi di valorizzazione dell’istruzione e delle eccellenze.
L’iniziativa, contemplata nel Protocollo d’Intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e sponsorizzata da SPS Italia, è aperta agli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado, supportati dal coordinamento dei rispettivi docenti. Mette in palio diversi premi, borse di studio e materiale didattico.
“È emozionante vedere questi ragazzi impegnarsi con passione al mondo dell’automazione, essi rappresentano la risorsa più preziosa per il futuro della manifattura tecnologica del Sistema Italia. Questo il regalo più prezioso che offriamo al Paese grazie agli Omron Principles che ci permettono da oltre vent’anni di investire uomini e risorse nel mondo dell’educazione e continueremo a farlo anche nel futuro”, commenta Donato Candiano, Country General Manager di Omron Italia.
“Abbiamo un progetto di Educational ben chiaro a livello Corporate che prevede un investimento in formazione tecnologica Industry 4.0 su Scuole, ITS Academy e Università esteso all’intero tessuto produttivo italiano con diversi programmi di training presso una moltitudine di aziende”, aggiunge.
Come di consueto, anche quest’anno
la competizione si è articolata in due fasi: una prima fase, conclusasi lo scorso marzo con l’invio del progetto, e una seconda fase a cui hanno avuto accesso i 10 migliori progetti selezionati (da una commissione MIM/Omron) che contempla ai fine di una corretta valutazione un test di automazione sostenuto dagli studenti delle varie classi.
La fase finale, dopo due anni di pandemia, è tornata già lo scorso anno a svolgersi in presenza nella sede di Viale Trastevere del Ministero della Pubblica Istruzione e del Merito a Roma.
“In questa esperienza - ha commentato nel suo intervento Fabrizio Manca, Direttore della Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione - c’è una pluralità di valori: in primis quello formativo di natura tecnologica sul campo, perché il trofeo consente agli studenti di seguire un percorso di studi concreto rispetto alle esigenze del mondo del lavoro e poi lo sviluppo delle soft skill all’interno di un’esperienza
fortemente innovativa e spesso in PCTO”.
“Allo stesso modo ha una valenza orientativa: le aziende hanno necessità di tecnologia per l’automazione, in qualsiasi settore esse operino. L’automazione industriale – ha proseguito il Dott. Manca - cambia il modo di produrre, ma anche di lavorare perché consente di avere ambienti di lavoro più accoglienti e permette di elevare livelli di benessere lavorativo, che sono uno dei fattori importanti per la produttività delle aziende”.
Andrea Nespoli Sales Manager
North Italy ha sottolineato l’importanza del ruolo dei Docenti che attraverso il Progetto acquisiscono una formazione adeguata allo sviluppo di progetti sempre più performanti e Michele Dibenedetto Market Manager Educational si è soffermato sulle novità per il prossimo anno: elaborazione di un book di esercizi a corredo delle attività laboratoriali e la creazione di appuntamenti formativi in ambito robotico e di machine controller di grado superiore.
Premi e premiati Tra i tanti progetti presentati, sono dieci quelli giunti alla finale che sono stati presentati dagli studenti stessi davanti a una platea composta, fra gli altri, da giornalisti del settore che ne hanno valutato esposizione ed efficacia comunicativa.
Difatti il premio eccellenza della comunicazione è andato agli studenti Federico Maini e Alessandro Marchesini dell’ITI Leonardo Da Vinci di Carpi (MO) che hanno presentato il progetto Pro-to-Type.
Il premio Environmental Care, conferito al progetto che meglio ha implementato accorgimenti rivolti alla salvaguardia o al monitoraggio delle risorse è stato conferito al progetto “Lavorazione ecologica del marmo” dell’IIS Domenico Zaccagna (docente Roberto Biasci, studenti Gabriele Da Prato e Mattia Musetti).
Il premio speciale “i-Automation”, conferito al progetto che meglio ha riassunto le tematiche di innovazione e di spirito pionieristico, è anda-
to a “Linea di semina automatica” (docente Pasquale Martino, studenti Nicholas Cicuzza, Mattia Scarselletta).Il premio scuola esordiente è stato vinto dall’IIS P. Mazzone di Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria.
Le scuole premiate (con una media ponderata tra i voti ai progetti e quelli presi agli studenti) sono:
• ITIS Enrico Fermi di Modena, che riceve l’assegno da 6.000 euro;
• IIS Benedetto Castelli di Brescia, a cui va il premio da 5.000 euro;
• Enfapi di Lurate Caccivio –Como, a cui va l’assegno da 4.000 euro.
Il premio speciale come migliore scuola esordiente è andato all’ ITT
G. e M. Montani di Fermo che ha partecipato con il progetto The Drink Factory, docente coordinatore Michele Faro, studenti Mirco Yan e Filippo Mercattili.
Nella categoria Progetti, la classifica finale vede al primo posto il progetto Lavorazione ecologica del marmo curato dal docente Roberto Biasci con gli studenti Gabriele Da Prato e Mattia Musetti. Al secondo posto, Motor gripper, docente Giuliano Monti, studenti Samuele Cavani e Riccardo Sbardelatti, al terzo posto Earthless Smart Cultivation, docente Giuseppe Marti e studenti Mohamed Bakr e Nicola Faroni.
Le scuole finaliste non altrimenti premiate ricevono un kit di prodotti, mentre tutte le scuole non finaliste che abbiano consegnato un progetto completo e funzionante ricevono dei punti spendibili in prodotti di automazione Omron sulla Omron Educational Smart Card.
Ecco infine gli istituti finalisti, alcuni partecipanti con più progetti:
• ENFAPI – Lurate Caccivio CO
• I.I.S. Benedetto Castelli – Brescia
• ITIS Don Giuseppe Morosini – Ferentino FR
• I.T.I.S. Enrico Fermi – Modena
• I.I.S. “D. Zaccagna” - Avenza Di Carrara MS
• ITI Leonardo da Vinci - Carpi MO
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Con le qualità WKP01G e WPP05G Walter presenta due materiali da taglio ad alte prestazioni innovativi per la tornitura, che riducono il tempo di lavorazione del 20 - 30 percento. WKP01G è stata sviluppata appositamente per la finitura di acciai e ghisa ad alta resistenza (GGG/GG) con elevate velocità di taglio, che li rende praticamente unici sul mercato. L’arrotondamento ottimizzato dei taglienti degli inserti migliora la qualità di finitura superficiale sul pezzo da lavorare, il suo post-trattamento multistrato crea una superficie di spoglia superiore molto liscia, che riduce notevolmente l’attrito. La qualità WPP05G è concepita per lavorazioni medie e di sgrossatura di acciai con massima velocità di taglio. Entrambi i materiali da taglio si prestano ottimamente per il taglio liscio o leggermente interrotto in materiali con alta resistenza (900–1.400 N/mm²). Il punto di forza rispetto alla concorrenza degli inserti è
il rivestimento, realizzato con la tecnologia brevettata Tiger·tec® Gold: Uno strato MT-TiCN a struttura colonnare sottile, altamente testurizzato, aumenta la tenacità e la resistenza alla craterizzazione e all’usura della superficie di spoglia. In questo modo le qualità consentono un incremento della velocità di lavorazione e di conseguenza della produttività, che può aumentare del 20 - 30 percento rispetto alla qualità standard ISO P10. Walter offre queste nuove qualità in ben 130 varianti e undici differenti geometrie. Campi di applicazione sono la produzione di massa e di grandi serie nell’industria automobilistica o energetica (ad esempio componenti di cambi, ruote dentate, mozzi di rotori), nell’industria meccanica (ad esempio alberi fucinati) o nell’industria ferroviaria (ad esempio sale montate).
Per informazioni www.walter-tools.com
Quick Box Bellow: il nuovo soffietto per piattaforme
Le piattaforme elevatrici trovano un ampio utilizzo in ambiti industriali e logistici, ma vengono utilizzate anche come basi per attrezzature medicali e ovunque ci sia la necessità di movimentare materiale. L’area di corsa sotto la piattaforma è esposta a polvere, sporco e altri oggetti estranei, pertanto deve essere protetta. PEI produce e vende da tempo soffietti termosaldati per piattaforme elevatrici che svolgono questa importante funzione, oltre ad evitare il rischio di cesoiamento nel pantografo e a garantire la sicurezza dell’operatore.
Infatti, come previsto dalla norma
UNI EN 1570-1 2015 (5.2.2.6.1), il soffietto rappresenta una delle più efficaci protezioni degli organi in movimento delle piattaforme.
Oggi vogliamo presentarvi una novità di gamma, un soffietto termosaldato che oltre alle fondamentali caratteri-
stiche di protezione, offre plus innovativi e unici sul mercato. Parliamo del nuovo Quick Box Bellow il soffietto termosaldato che viene fornito smontato all’interno di un imballo leggero e compatto.
L’assemblaggio risulta facile e veloce, mentre il risparmio dei costi di imballo e trasporto, unito alla conseguente riduzione dello spazio a magazzino, diventano i veri valori aggiunti del prodotto. Il Quick Box Bellow viene fornito in parti separate che necessitano solo di essere congiunte tra di loro tramite semplici fissaggi meccanici senza l’impiego di alcuna attrezzatura e poi applicate alla piattaforma. In pochi e semplici passaggi la protezione della piattaforma sarà garantita, con notevole risparmio da parte del cliente che non dovrà più accollarsi gravosi costi di gestione del prodotto.
Il Quick Box Bellow può essere instal-
La proposta di tornitura dell’azienda tedesca Kemmer, marchio distribuito in Italia da Sorma, si arricchisce di nuovi prodotti che consentono lavorazioni in spazi ridotti, laddove non è possibile applicare la tornitura ISO.
Kemmer aggiunge nuovi prodotti alla propria gamma di tornitura laddove non sia possibile applicare la tornitura ISO a causa dei
ridotti spazi:
- I nuovi inserti ISO e DECO arricchiscono il sistema MultiCut (MC4) per nuove e vantaggiose possibilità applicative con l’affidabilità, la flessibilità e la precisione dei 4 taglienti
- I nuovi utensili monoblocco del sistema
P92 per gli inserti per tornitura STV/STD con refrigerazione interna direzionata, la scelta ideale per applicazioni in spazi ridotti
L’inserto ISO IV 35° è particolarmente indicato per operazioni di tornitura in spazi ristretti e profondi, ad esempio in prossimità del mandrino, per finitu-
lato anche a piattaforma montata cosa non fattibile con i soffietti standard Il Quick Box Bellow è inoltre disponibile in colore nero (standard) e giallo,
qualora ci sia la necessità di rendere la macchina più visibile all’interno del contesto in cui opera. Per informazioni www.pei.it
con pianetto neutro e permette di direzionare il truciolo lontano dal componente.
Sempre in ambito tornitura si aggiungono a catalogo gli utensili monoblocco del sistema P92 P specificamene progettati per l’uso in spazi ridotti o nei recessi. Sono caratterizzati da refrigerazione direzionata e accompagnati da un’ampia gamma di inserti e versioni per la massima versatilità operativa.
ra o profilatura con piccole profondità di passata e consente di realizzare componenti con elevata qualità superficiale e, in condizioni ottimali, bassissime Ra, anche su materiali di difficile lavorabilità quali titanio o leghe di alluminio. L’inserto DECO per torni-
tura posteriore, sgrossatura e finitura di acciaio e acciaio legato è sviluppato per favorire un eccellente controllo del truciolo in acciai e acciai legati, che risulta piccolo ed estremamente regolare. L’inserto è disponibile con rivestimento Nanospeed, rettificato,
Per toccare con mano la qualità dei prodotti proposti, Kemmer propone una promozione decisamente interessante: acquistando gli inserti oggetto dell’iniziativa presentati nei due volantini ufficiali, si ottiene l’utensile monoblocco a condizioni estremamente vantaggiose.
La promozione è attiva dal 2 maggio e sarà in vigore fino al prossimo 28 luglio 2023.
Per maggiori informazioni scrivere a info@sorma.net.
Sia per la lavorazione di pezzi di grandi dimensioni su fresatrici che per la lavorazione di pezzi più piccoli su macchine per elettroerosione a tuffo, il sistema di serraggio pezzi EROWA UPC (Universal Power Chuck) è ideale per un uso quotidiano e flessibile. Con una precisione di ripetibilità di due millesimi di millimetro nel cambio pallet, EROWA UPC non lascia nulla a desiderare in termini di precisione. La nuova generazione di mandrini EROWA UPC 2.0 convince anche per le sue funzioni aggiuntive e innovative.
I mandrini EROWA UPC 2.0, completamente rinnovati, presentano un design fresco e innovativo. Costituiscono la base per il bloccaggio e la lavorazione versatile, stabile e precisa di pezzi di dimensioni fino a 500 x 500 x 500 mm. Con una forza di serraggio di 50 kN e la loro funzione di riserraggio opzionale fino a 80 kN, i mandrini UPC 2.0 bloccano efficacemente tutto ciò che deve essere bloccato e supportato.
Le superfici di appoggio ampiamente distanziate dei mandrini rendono il sistema di serraggio estremamente resistente all’inclinazione. Ciò significa che anche i pezzi di grandi dimensioni possono essere lavorati in modo sicuro ed efficiente.
L’altezza ridotta del sistema di serraggio lascia ampio spazio ai dispositivi di serraggio e ai pezzi. Il design compatto del mandrino e del pallet garantisce inoltre un’accessibilità ottimale al pezzo.
Tutti i mandrini UPC 2.0 offrono opzioni di montaggio e controllo adatte alle più comuni tavole macchina. I mandrini UPC esistenti possono essere sostituiti tal quali con i nuovi mandrini UPC 2.0 senza alcun ulteriore intervento.
I mandrini UPC 2.0 sono disponibili in diverse versioni per pressoché tutte le applicazioni. Ad esempio, l’UPC 2.0 con mandrino ITS integrato consente l’utilizzo di portapezzi EROWA di altre dimensioni, garantendo così un uso flessi-
bile del sistema di serraggio in base alle dimensioni dei pezzi.
Il sistema di serraggio UPC è completamente automatizzabile. La guarnizione integrata protegge in modo affidabile il mandrino UPC 2.0 dalla penetrazione di liquidi e trucioli. Le superfici di appoggio e di centraggio vengono pulite
Alto livello di controllo, alti valori di performance, alta qualità estetica e un basso consumo energetico. Con queste premesse, DKC ha presentato a SPS Italia le novità della Linea
RamKlima: il restyling dei condizionatori da parete indoor e i nuovi condizionatori con tecnologia a inverter.
La forte spinta all’automazione e alla digitalizzazione che ha generato la rivoluzione industriale 4.0 ha comportato un’implementazione dei quadri elettrici industriali, con conseguente necessità di controlli ancora più meticolosi della temperatura e dei consumi elettrici, anche in presenza di carichi termici variabili.
DKC, da sempre attenta a rispondere alle esigenze dei propri clienti, ha offerto una risposta completa, che garantisce elevate prestazioni e un decisivo contenimento dei costi energetici.
La tecnologia a inverter dei nuovi condizionatori, infatti, permette di modulare la velocità del compressore rotativo con motore BLDC (Brushless Direct Current) e dei ventilatori EC, gestendo la capacità frigorifera in base al reale carico termico. In questo modo si riducono i numeri di cicli di accensione/spegnimento, così come le oscillazioni di temperatura all’interno del quadro, e si garanti-
scono una maggiore durata della vita utile del sistema e notevoli benefici energetici ed economici.Disponibili in versione monofase con tensione di 115V o 230V, selezionabile attraverso selettore meccanico, i nuovi condizionatori con tecnologia a inverter guardano alla sicurezza come elemento determinante per la loro efficienza, montando un filtro di serie, un dissipatore di condensa per eliminare gli spiacevoli effetti dell’accumulo e
automaticamente mediante aria. La sicurezza del processo è quindi sempre garantita. È inoltre disponibile una gamma completa di pallet UPC. Oltre alle versioni convenzionali, questa comprende anche pallet a reticolo, magnetici e adattatori.
Saremo lieti di consigliarvi la soluzione
di serraggio e automazione più adatta alle vostre esigenze. I nuovi mandrini EROWA UPC 2.0 convincono per le loro funzioni innovative, la massima forza di serraggio, l’elevata precisione e le versatili opzioni di montaggio e controllo.
Per informazioni www.erowa.com
vantando un grado di protezione IP54 che salvaguarda l’armadio da polvere e spruzzi d’acqua. Efficienza che passa anche attraverso la rumorosità dei condizionatori, che presentano livelli molto bassi grazie ai componenti installati. Con queste caratteristiche, i condizionatori a inverter risultano ideali anche per quelle applicazioni critiche che rischiano di sottoporre gli elementi interni a sollecitazioni termiche, ambientali e chimiche, come
in ambito 5G&Edge Computing e nel settore della Logistica: in questi contesti, è di rilievo anche il beneficio generato in termini di riduzione CO2 e di conseguente miglioramento della qualità dell’aria.
A questa innovazione fa eco anche un restyling dei condizionatori da parete per utilizzo indoor, definiti da una cover frontale separata in 4 parti e da una griglia frontale in plastica. Lo studio di una nuova estetica da parte di DKC risponde alla volontà di creare un valore aggiunto e di offrire nuovi vantaggi competitivi.
Infatti, con il nuovo design è molto più semplice rimuovere o sostituire la cover ed è anche possibile customizzare la macchina con il logo del cliente, garantendo una maggiore caratterizzazione estetica della stessa.
DKC ha guardato ancora una volta al futuro, mettendo al centro il cliente e le sue esigenze: ha analizzato le dinamiche di mercato e ha proposto nuove soluzioni capaci di intercettare le esigenze dei partner, assicurando sempre l’eccellenza di una tecnologia Made in Italy, nel miglior rispetto dell’uomo e dell’ambiente.
Nei settori dell’intralogistica e del material handling, le macchine devono funzionare in modo affidabile 24/7, i magazzini sono sempre più grandi e l’aumento delle altezze comporta nuove esigenze in termini di cavi. Per garantire il corretto funzionamento anche nelle applicazioni verticali più impegnative, igus ha progettato il nuovo cavo ibrido CFSPECIAL.192. Ad oggi, è l’unico cavo disponibile sul mercato specificatamente sviluppato per l’uso in catena portacavi in applicazioni verticali appese e idoneo a MOVILINK DDI di SEW-EURODRIVE. Inoltre, l’elemento di supporto in aramide ad alta resistenza immerso nella guaina del cavo consente di raggiungere altezze cinque volte superiori a quelle dei cavi standard.
Con 1.354 tipi di cavi dati, bus e ibridi, cavi per sistemi di controllo e per azionamenti, igus offre una gamma completa per applicazioni in movimento in un’ampia varietà di settori. Tra questi, la serie di cavi chainflex CFSPECIAL sviluppata
dallo specialista delle motion plastics per ambiti di applicazione caratterizzati da requisiti speciali. L’ultima novità della gamma è il cavo CFSPECIAL.192: si tratta del primo cavo ibrido chainflex per applicazioni appese compatibile con la tecnologia di azionamento MOVILINK DDI di SEW-EURODRIVE. “La tecnologia ibrida si sta diffondendo velocemente e, di conseguenza, cresce la domanda di nuove soluzioni monocavo”, spiega Simone Gadeschi, responsabile della BU chainflex presso igus Italia. “Molte aziende, specialmente nel settore della movimentazione dei materiali, utilizzano l’interfaccia digitale per motori MOVILINK DDI di SEW-EURODRIVE, per la quale offriamo già diversi cavi. Ma le applicazioni verticali appese, impiegate ad esempio sulle gru impilatrici, hanno montanti che possono raggiungere altezze considerevoli. Ciò comporta l’utilizzo di cavi con particolari requisiti come CFSPECIAL.192, il cavo di nuova concezione per corse verticali fino a 50 metri”.
“Per le applicazioni appese serviva un cavo adatto per l’uso in catena portacavi capace di assorbire una forza di trazione sufficiente ad evitare la rottura, anche su grandi distanze e altezze di corsa”, aggiunge Gadeschi. Il cavo deve sostenere il proprio peso - 15 newton per millimetro quadrato di conduttore, secondo gli standard. È possibile aumentare la sezione trasversale, ma ciò non implica automaticamente una maggiore lunghezza del cavo, perché il coefficiente di attrito cresce anch’esso. “Per risolvere il problema, abbiamo aggiunto una treccia di aramide con elevata resistenza alla trazione, immersa nel rivestimento esterno realizzato col materiale PUR. Le prove eseguite nel nostro laboratorio interno dimostrano che la resistenza a trazione è superiore del 500% rispetto a quella di un cavo standard per MOVILINK DDI”, dichiara Gadeschi.
“Il nostro nuovo cavo raggiunge una forza di trazione di oltre 4.200 newton, rendendolo ideale per le applicazioni verticali, come nelle unità di
Servopresse, since 1970, is the leader company on the automation field to produce equipments to decoil and straighten steel from coils, and can build single machines, special lines composed by: Decoilers, Straighteners (normal or feeding straighteners), Electronic rolls feeders
stoccaggio e prelievo”.
La soluzione monocavo CFSPECIAL.192 richiede meno spazio per l’installazione e riduce il peso complessivo che il sistema deve reggere. Inoltre, il nuovo cavo ibrido igus offre ai clienti vantaggi anche in termini di costo, eliminando la necessità di un secondo cavo e di complessi rinforzi per il cavo all’interno della catena portacavi e assicurando maggiore durata d’esercizio anche nelle applicazioni appese. Tutti i cavi igus, infatti, vengono sottoposti a numerosi test di durata e lo strumento online permette di calcolare in modo semplice la vita utile del cavo nelle diverse applicazioni. “È per questo che siamo l’unico fornitore al mondo a offrire una garanzia di 36 mesi su tutti i nostri cavi chainflex”, conclude Gadeschi. “In questo modo, gli utenti usufruiscono di una soluzione durevole che assicura un funzionamento affidabile e senza problemi, anche a grandi altezze e su lunghe distanze”. Per informazioni www.igus.it
Servopresse, attiva dal 1970, società leader nel settore dell’automazione per linee di produzione da coils di lamiera, è in grado di offrire macchine singole, linee complete e linee speciali composte da: Svolgitori, Raddrizzatrici normali e alimentatrici, Alimentatori elettronici a rulli
Due nuove serie con custodia miniaturizzata in acciaio inox: Leuze ha sviluppato le serie 53C e 55C appositamente per i processi di produzione e confezionamento sensibili all’igiene.
Che si tratti di formaggio, acqua potabile o vaccini: quando si confezionano o si riempiono prodotti alimentari o farmaceutici, i requisiti più elevati riguardano l’igiene e la pulizia del sistema. Con le serie 53C e 55C, Leuze ha sviluppato sensori ideali per i processi di produzione e confezionamento sensibili all’igiene. Si caratterizzano per l’alloggiamento in acciaio inox V4A di alta qualità, particolarmente liscio, e per la copertura dell’ottica senza vetro e antigraffio. In questo modo, i sensori sono in grado di resistere a cicli di pulizia e disinfezione impegnativi e a forti oscillazioni di temperatura..
Con le serie 53C e 55C, gli operatori di sistema ottengono sensori applicabili in modo flessibile sotto forma di fotocellule a sbarramento, a riflessione o a tasteggio. A seconda del modello, le soluzioni Leuze rilevano in modo affidabile vetro, PET, pellicole o piccole parti. È possibile
rilevare facilmente anche il livello di riempimento di liquidi. Le nuove serie 53C e 55C sono resistenti alla polvere e all’acqua e soddisfano i requisiti delle classi di protezione IP67, IP68 e IP69K. Utile: I sensori possono essere configurati, gestiti e supervisionati tramite IO-Link.
Per le aree umide, Leuze ha sviluppato la serie 55C in versione Wash-Down. Le ottiche e i comandi operativi sono realizzati con materiali non corrosivi e chimicamente stabili. Il design privo di fessure contribuisce alla massima igiene.
I sensori della serie 53C hanno un design HYGIENE: L’alloggiamento è progettato in modo da prevenire la contaminazione batterica. I contorni lisci senza fori di fissaggio impediscono i depositi. A ciò contribuisce anche uno speciale concetto di fissaggio: Il sensore e la macchina sono collegati a prova di gas attraverso il perno di montaggio. La serie 53C è adatta per aree particolarmente sensibili all’igiene con contatto diretto con gli alimenti o per l’installazione al di sopra di prodotti non confezionati. Per informazioni www.leuze.com
La combinazione della tecnologia
Pulse Ranging (PRT) con la tecnologia MEMS consente di ottenere nuvole di punti tridimensionali ad alta risoluzione
Dall’automazione industriale ai veicoli autonomi, fino ai robot di assistenza, per vincere le sfide del futuro saranno necessari potenti sensori 3D che catturino l’ambiente circostante in modo rapido, completo e con precisione millimetrica. Un’innovazione tecnologica di Pepperl+Fuchs, sviluppata in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer ISIT, consente di ottenere il massimo della precisione e delle prestazioni, pur rimanendo altamente efficiente dal punto di vista dei costi. Per la prima volta, la tecnologia di misurazione della distanza ad alte prestazioni viene combinata con la tecnologia MEMS. È il cuore tecnologico del nuovo sensore LiDAR/MEMS 3 R3000, che sarà presentato come studio di prodotto alla fiera Hannover Messe 2023.
La misurazione 3D si basa sulla tecnologia PRT (Pulse Ranging Technology), un metodo di misurazione della distanza sviluppato da Pepperl+Fuchs che può essere adattato per soddisfare un’ampia gamma di requisiti. Basato su oltre 250.000 impulsi laser emessi al secondo, è in grado di misurare distanze da pochi centimetri a diverse centinaia di metri con una precisione millimetrica. La luce e altre condizioni ambientali vengono efficacemente soppresse. Di
Gabella Macchine, con sede a Crevacuore in provincia di Biella, in occasione della fiera Lamiera ha presentato una linea di taglio lamiera da coil robusta e compatta a quattro funzioni:
- raddrizzatura o spianatura;
- punzonatura a controllo numerico per tracciare i punti di piegatura (marcatore Segnarapid);
- cesoiatura trasversale con larghezza di taglio regolabile che permette di spezzonare una o più strisce e, contemporaneamente, lasciare una parte da riavvolgere in piccoli coil da utilizzare in seguito;
- taglio longitudinale a testate multiple, di concezione unica che consente di variare la lunghezza di taglio in modo rapido e preciso, con posizionamento a controllo numerico.
Gabella può, inoltre, completare
conseguenza, il metodo PRT fornisce risultati di misura rapidi, precisi e affidabili.
Per ottenere la terza dimensione, Pepperl+Fuchs combina per la prima volta il metodo PRT con un sistema microelettromeccanico sviluppato da Fraunhofer ISIT nell’ambito dello studio di prodotto R3000: nel sensore è integrato uno specchio MEMS molto piccolo, economico e meccanicamente robusto.
Grazie al movimento dell’elemento piezoelettrico, il raggio laser emesso viene deviato su due assi di 40° x 30°.
A differenza dei sensori 3D convenzionali, durante il processo di misurazione non viene creata una griglia di pixel, ma al contrario, il sensore R3000 utilizza uno spot luminoso
particolarmente piccolo e una scansione continua per produrre nuvole di punti 3D ad altissima risoluzione con livello di dettaglio eccezionali. Per semplificare al massimo la comunicazione tra uomo e macchina, il sensore R3000 è dotato di funzioni aggiuntive. Il sensore non genera solo una nuvola di punti 3D, ma anche un’immagine dell’intensità luminosa sovrapposta, che consente di visualizzare la scena e quindi di facilitare la programmazione e il funzionamento. Inoltre, ogni punto di misura può essere visualizzato con un raggio laser visibile. Il proiettore laser sincrono consente di allineare e regolare con precisione il sensore R3000 senza l’ausilio di strumenti aggiuntivi, garantendo una facile messa
in servizio. Questa funzione consente anche l’interazione, ad esempio, tra l’utente e un robot di servizio. Grazie alla sua tecnologia innovativa, il sensore LiDAR/MEMS R3000 apre la strada a una rivoluzione per lo svolgimento di compiti di automazione complessi. Immagini tridimensionali precise di ambienti sconosciuti sono essenziali per la prossima generazione di sistemi a guida autonoma, dai sistemi di trasporto senza conducente nell’industria al trasporto automatizzato di pazienti nelle case di riposo e di cura.
Grazie alla combinazione delle tecnologie PRT e MEMS, anche gli scenari più complessi e dinamici possono essere acquisiti con grande dettaglio in tempo reale. In questo modo, si può creare un database completo per effettuare valutazioni completamente nuove utilizzando strumenti di intelligenza artificiale (AI). Come sensore compatto ed economico, il modello R3000 renderà disponibili misure tridimensionali di alta precisione per una vasta gamma di applicazioni. In combinazione con algoritmi avanzati, il sensore darà un impulso significativo allo sviluppo di soluzioni innovative nel campo dei veicoli autonomi e della robotica di servizio, non solo negli stabilimenti di produzione, negli ospedali o nelle case di cura, ma in tanti altri settori.
Per informazioni www.pepperl-fuchs.com
la linea con aspo svolgitore, portarotoli singoli, aspo avvolgitore per riavvolgere una o più strisce in piccoli coil, punzonatrice a cambio rapido di punzoni.
La linea di taglio può essere interfacciata a un programma gestionale dedicato per farla colloquiare con altre macchine, con il magazzino coil, con il PC di gestione, dando così una risposta alle moderne esigenze di una produzione interconnessa.
Tra i principali dati tecnici ricordiamo la portata dell’aspo svolgitore da 5 a 15 t, la larghezza utile del coil fino a 1.500 mm, lo spessore di taglio compreso tra 0,5 a 3 mm e il numero di tagli longitudinali programmabili da 2 a 16 testate con gioco lame registrabile. Per ulteriori informazioni: www.gabella.it
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La serie Premium dei moltiplicatori di giri serie è stata studiata e definita con l’intento di offrire un prodotto che possa assicurare la massima affidabilità nelle operazioni di foratura. I moltiplicatori di giri possono essere utilizzati su macchine tradizionali o con cambio utensile automatico. La lubrificazione è assicurata con grasso a base sintetica a lunga vita che non richiede praticamente interventi di manutenzione.