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Tutto da riscrivere Scenari Gbta Italia
Dal webinar con Gbta Italia alcune riflessioni sui viaggi d’affari: siamo davanti a una pagina bianca. Ma senza sapere se impostare i cambiamenti per ripartire temporaneamente oppure per sempre di Paola Baldacci
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Posti di lavoro a rischio Uno studio di Iata afferma che circa 25 milioni di posti di lavoro rischiano di scomparire con il crollo della domanda di viaggi aerei causato dalla pandemia. Di questi, ben 5,6 milioni potrebbero riguardare l’Europa. A livello globale, il sostentamento di circa 65,5 milioni di persone dipende dall’industria aeronautica, incluso il settore turistico. Lavorano per le compagnie aeree 2,7 milioni di addetti.
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l business travel alla fase 2 fa i conti con la mancanza di regole per aeroporti e linee aeree, oltre che con il cambio di modello di remunerazione per le Tmc. Gbta Italia ha svolto un webinar giovedì 30 aprile affrontando queste tematiche con il professor Andrea Giuricin, docente all’Università di Milano Bicocca e analista di trasporti, il country manager di Emirates in Italia Flavio Ghringhelli, il managing director di Hrs Italia Luca De Angelis e l’omologo di Bcd Travel Italy Davide Rosi. Il contesto globale, e soprattutto in Europa, è quello che tutti abbiamo constatato nei due mesi di lockdown estremo: oltre il 90% di voli a terra, l’hospitality pressoché in linea, i viaggi d’affari cancellati con qualche timido segnale di ripresa da maggio inoltrato. Business travel 2020 dimezzato «Il business travel faceva numeri incredibili, cioè 1,5 trilioni di dollari, e nel 2020 rischia di essere dimezzato. Se la ripartenza dopo il lockdown da Coronavirus nel mondo asiatico si è verificata piuttosto velocemente, in Europa è più difficile comprenderne le tempistiche», esordisce Andrea Giuricin. In Cina, che è la nazione più avanti di tutte rispetto all’allentamento del lockdown, il traffico aereo domestico è tornato al 35% del consueto volume a fine aprile. Voli internazionali assenti. Cosa frenava le compagnie aeree dal ripristinare i collegamenti aerei di lungo raggio? Al netto della domanda praticamente inesistente per via delle restrizioni di viaggio imposte dai governi nella più parte del globo, la mancanza di regole uniformi e ufficiali per la frequentazione di aeroporti e per salire a bor-
| 2020 giugno-luglio
do degli aerei è stato il nodo critico dell’operatività. Di fatto le compagnie aeree non possono sopravvivere con le regolamentazioni del distanziamento a bordo. Infatti, dalla riunione tra Enac e tutte le associazioni del comparto è emerso che la richiesta unanime è di individuare misure alternative come mascherine e sanificazione degli aeromobili, invece che lasciare libero un posto tra un passeggero e l’altro. Il gruppo Lufthansa è stato il primo a far sapere che obbligando a indossare i dispositivi si manleva dal garantire una fila vuota al centro. Spiega Giuricin: « Se aumentiamo lo spazio tra le persone con un posto su tre libero, il costo per posto-chilometro sale di molto. E con un load factor del 66% nessuna compagnia è profittevole, nemmeno quelle più efficienti. Non potrà esserci un business model come prima. In Cina sui voli domestici non viene osservato il social distancing». Il trasporto aereo Se per gli hotel si è trattato di impiantare protocolli di sanificazione e incrementare i servizi digitali, il trasporto aereo ha atteso più a lungo indicazioni dagli enti governativi. Pur essendo l’industry tra le più dotate di tecnologie che purificano l’aria a bordo dei velivoli al pari delle sale operatorie. «Il successo della ripartenza dipende dalle misure che verranno adottate – conclude Giuricin – e dai controlli, come prendere la temperatura ai passeggeri. I potenti filtri Hepa che l’aviazione impiega potrebbero essere adottati anche sui treni». Emirates ha fatto notizia con i test sierologici rapidi effettuati ai passeggeri all’aeroporto di Dubai. «L’esperimento è stato condotto per misurare il tempo
necessario – spiega Flavio Ghiringhelli –. I test sono stati eseguiti dall’autorità sanitaria di Dubai al terminal 3 e per ogni passeggero occorrono 10 minuti. Siamo stati la prima compagnia al mondo a farlo ed è una valutazione. Ci stiamo chiedendo se erogare il servizio e se ampliarlo ad altri scali». Va da sé che con eventuali misure anti Covid di questo tipo, le aerolinee si trovano a pianificare una trasformazione costosa oltre che epocale. E, come detto, con un load factor che varia tra il 60 e 70%, non si coprono i costi di gestione degli aeromobili. Intanto, dal 1° luglio si è previsto di ripartire anche con le rotte di lungo raggio. Cioè il network più complesso, perché deve considerare i feederaggi. Senza dimenticare un tecnicismo: i tempi di turnaround degli aerei, cioè tra quando atterrano e ripartono con nuovi equipaggi e clienti, rappresentano una variante cruciale. Soprattutto se si tratta di un A380 da 550 passeggeri come per Emirates che ne utilizza in numero massiccio. Normalmente occorrono circa 120 minuti. Calcolare quanti ne saranno necessari secondo nuove norme determinerà i nuovi schedules. La nuova esperienza in hotel I dati delle prenotazioni alberghiere di Hrs in Cina hanno mostrato che l’87% delle strutture ha iniziato ad accogliere i primi viaggiatori d’affari a fine aprile. «In media abbiamo registrato un 40% di occupazione e di soli viaggi domestici», precisa Luca de Angelis. La metà delle prenotazioni viene effettuata da 1 a 3 giorni prima, una finestra di booking “stretta”. Il manager riflette su come cambierà il customer journey. «Si dovrà ripartire dalla travel poli-