MissionFleet 3 / 2025

Page 1


Niente incentivi? Non cambia nulla di Salvatore Saladino

PHEV IN AZIENDA

C’è d’assegnare una plugin, èdiesel di Luigi Barni

Osservatorio prezzi di Francesco Lacidogna

Lynk & Co, ma anche fleet di Luigi Barni

Amplia... La flotta di auto elettriche di Andrea Barbieri Carones

Nissan Micra di Ilaria Salzano

Omoda 9 di Luigi Barni

NLT: nuovo record ma il fisco penalizza i driver di Alessandro Palumbo

Byd Dolphin Surf di Andrea Barbieri Carones

Automotive in Cina di Luigi Barni

Volkswagen a cura della redazione

Fiat G.Panda hybrid di Luigi Barni

Volvo XC90 di Luigi Barni

Lexus

di O.M. Fumagalli

Opel Grandland di Arianna Festa

Una cosa seria e tanti vantaggi di Luigi Barni

Rafale di

Bertera

L’editoriale di Omar M. Fumagalli

BUONA ESTATE E BUONA GUIDA

Con giugno e l’inizio dell’estate molte città tipicamente sotto stress alleggeriscono alcuni ritmi stagionali, a vantaggio del traffico, sulle stesse e nei dintorni. Quel traffico condito spesso di oneri, imprevisti, ritardi e rischi, che chi ama l’auto sa può anche arrivare a “uccidere” la passione e la prestazione che di base invece ruoterebbero, intorno a una Macchina.

Lo insegnano le ultime ricerche e gli studi sul lavoro del driver in ambito di mezzi commerciali (ben retribuito ma sempre meno gettonato) quanto sia importante la condizione umana a bordo, prima che l’avere ottime dotazioni, intenzioni o target aziendali. Il caldo italiano non aiuta ma da qualche parte, altrove o restando in città, le persone si sposteranno ancora in estate sulle quattro ruote e si spera meglio, quando si parla un po’ di vacanza. Conl’augurio, per tutti, che gli spostamenti estivi non siano solo per doveri e impegni ma anche di libertà, di guida se possibile “a piene sensazioni”

quando l’auto è di quelle che ne sa dare di gradevoli: divenendo compagna per certi momenti e non solo misurato strumento di trasporto.

Chiudiamo questo numero con il pensiero alla politica, mai delusa a parole ma deludente nella sostanza di come infine si è gestita l’avviata –de facto da 1 luglio – nuova normativa fiscale d’impatto per le flotte, parlando di fringe benefit. Un numero dove il Cruscotto analizza precisamente il mercato auto e Lcv (dati figli anche della detta politica), seguito dall’utile Osservatorio Prezzi, un Focus sui noleggi e qualche approfondimento: per quanto accade in Cina, UK e nell’approccio alle flotte di alcuni carmaker.

Nella carrellata di oltre dieci vetture argomentate invece, finalmente una rincorsa alla compatta innovativa ma di costo accessibile e poi su, fino al segmento D premium, con almeno un paio di quelle auto che “sensazioni” ne posson dare.

OMF19

Porta lontano il tuo business con il noleggio Alphabet

Dai una marcia in più al tuo business grazie a soluzioni uniche ed innovative. Alphabet contribuisce al successo della tua azienda con soluzioni di mobilità per lunghi e brevi periodi, flessibili, sostenibili e pensate su misura, in grado di rispondere alle tue esigenze ed ottimizzare il tuo budget. Ti supportiamo nell’elettrificazione della flotta e nell’adozione di strumenti che facilitano la gestione della mobilità dei tuoi collaboratori.

Alphabet, società di noleggio del Gruppo BMW, guida la tua azienda nel futuro della mobilità.

Contattaci e scopri tutti i vantaggi. Your mobility. Made easy.

BMW iX xDrive60: Consumo energetico combinato WLTP in kWh/100 km: 21–17,9; Emissioni di CO2 in g/km (in ciclo misto): 0. I dati ufficiali indicati relativi alle emissioni di CO2 e al consumo di elettricità sono stati rilevati in conformità alla procedura di misurazione prescritta dal Regolamento dell’Unione Europea (UE) 715/2007 e successive modifiche. Tali valori sono stati determinati sulla base del nuovo Regolamento WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure ­ Regolamento UE 2017/1151) e possono variare a seconda dell’equipaggiamento selezionato. Eventuali equipaggiamenti ed accessori aggiuntivi possono modificare i predetti valori.

Per maggiori informazioni: www.alphabet.com/it

NIENTE INCENTIVI? NON CAMBIA NULLA

Terminata la stagione degli eco-bonus, che forse torneranno, forse soltanto per le elettriche e in chissà quale modalità, il mercato si conferma sugli stessi livelli del 2024, con il comparto business in crescita grazie al noleggio, che ha avuto una “fiammata anomala” tra febbraio e aprile

I*Country Manager

Dataforce Italia

l 2025 è iniziato con la notizia della cancellazione degli incentivi all’acquisto e del sostegno al rinnovo del parco circolante. Nel 2024 i bonus statali avevano funzionato poco e a singhiozzo, per meglio dire, sarebbe stato meglio usarli per altro: dopo vari annunci di cambiamento degli importi, paventati a febbraio ma che sono partiti in pratica soltanto a giugno, sono stati esauriti in poche ore i fondi a disposizione delle Bev, sono stati consumati

“svogliatamente” quelli messi in campo per le automobili da 61 a 135 g/km di CO2 (terminati a fine ottobre) e sono avanzati parecchi quattrini nella fascia dedicata alle Phev. Gli eco-bonus hanno in parte rimediato alla caduta della domanda, senza però rilanciare in alcun modo il mercato dell’auto. E a fine anno il consuntivo è stato di un risicato quasi pareggio (-0,5%) rispetto al 2023. Insomma: soldi sprecati, nessun recupero in termini di volumi e peggioramento dell’obsolescenza

del parco circolante nazionale. Con queste premesse, la cancellazione degli incentivi statali aveva spinto qualche Cassandra a pronosticare un crollo del mercato di quest’anno. Invece no: come era invece più logico supporre, con o senza ecobonus le vendite continuano a vivacchiare su livelli lontani anni luce dall’epoca pre-Covid (-20% rispetto al 2019) e con un complessivo da gennaio a maggio sulla falsariga dell’annata precedente:0,48%. Anche se forse, invece

di Salvatore Saladino*

MERCATO PER CANALI GEN-MAG 2025

Metodo Ministero con canalizzazione per proprietario e inclusione delle importazioni senza targa - Calcolo sanzioni CO2 fatto per riga utilizzando i target medi PC=93,6 e LCV=153,9

Società in proprietà e leasing: queste immatricolazioni includono anche quelle uso taxi, noleggio con conducente, autoscuole e quelle ad enti pubblici Società di Noleggio a Lungo Termine Top: Alphabet, Ayvens Arval, Athlon Car Lease, Drivalia, UnipolRental

Società di Noleggio a Lungo Termine Medium: Autosystem, Autovia Fleet, BrumBrum Rent, Felirent, Flex Car Italia, GFC, Gruppo Santander (SCR - Drive), International Renting, Locauto, Mercury, PAN, Porsche Drive, Program Autonoleggio, Rent2Go, Village Rent Società di Noleggio a Lungo Termine Captive: ES Mobility, Free2Move Lease, KINTO Italia, Leasys, Lynk&Co Sales Italy, Mercedes-Benz Lease Italia, Volkswagen Leasing Società di Noleggio a Breve Termine Top: Avis Budget Italia, Europcar, GoldCar, Hertz Italiana, Locauto Rent, Sicily by Car, SIXT Società di Noleggio a Breve Termine Medium: Autovia, BuyFleet, Centauro Rent, Demontis, Noleggiare, Rental Plus, RentalTop, ShareNow, Sinergia Rent

che citare il Covid come spartiacque fra un mercato “vivo” e uno asfittico, sarebbe meglio imputare il Green Deal.

IL MERCATO NEI PRIMI 5MESI DELL’ANNO

Nei primi 5 mesi del 2025 sono state immatricolate circa 729.000 automobili, 3.500 in meno dello stesso periodo nel 2024. Con il canale dei privati in flessione di quasi 5 punti percentuali, gli acquisti aziendali in leggero progresso (+2,8%), le autoimmatricolazioni delle Case e delle reti di vendita in forte regresso (-11,9%) e il noleggio che invece pare tornare a essere l’ago della bilancia del mercato. Per i rent-a-car un incremento del 5,6%, per gli operatori del

long rent un balzo in avanti del 13%, in netta controtendenza con il 2024 quando il NLT si era dimostrato il canale della distribuzione più in sofferenza (-17,7%).

Ma, attenzione: non è del tutto vero che il noleggio sia tornato a correre. Se si esaminano i dati più in profondità, si nota che gli operatori generalisti Top sono in regresso del 17,7% (esattamente come la media del canale NLT l’anno scorso), mentre l’incremento è ascrivibile esclusivamente ai player

Captive, con un vistosissimo (eanomalo) +74,8%. Come si spiega questo rimbalzo? In parte con l’inizio delle consegne di un’importante commessa pubblica a seguito di gara Consip, ma anche con

operazioni tattiche che quest’anno stanno privilegiando il canale del noleggio a lungo termine piuttosto che quello delle auto-immatricolazioni. Sicuramente questo fenomeno alimenta il mercato del noleggio in “pronta consegna”, ma è un fatto che il 53% di tutte le immatricolazioni NLT non è ancora stato iscritto nell’archivio dei locatari, vale a dire non ha ancora un utilizzatore dichiarato.

FORECAST: UN ANNO DI CRESCITA PER IL NLT, MA... Cosa accadrà da qui alla fine dell’anno? Secondo le previsioni Dataforce, il canale del noleggio a lungo termine, al netto del rent-to-rent, consuntiverà

QUOTE PER CANALE DEI COSTRUTTORI

MARKET & PRIVATE CHANNEL MIX

Elaborazione Dataforce su fonte Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 03.06.2025

357.500 veicoli nuovi immatricolati (+2,4%): 307.500 Passenger Cars (+7,6%) e 50.000 Light Commercial Vehicles (-20,9%). Mentre il noleggio a breve termine raggiungerà le 95.500 nuove targhe (-10,9%), con le auto a quota 86.500 unità (-11,6%) e i mezzi commerciali a 9.000 immatricolazioni (-4,6%).

Il long rent si manterrà in territorio positivo grazie soprattutto ai risultati che stanno facendo segnare le Captive. Ma vanno ricordate le difficoltà e le perplessità di tante flotte, piccole e grandi, che

rimandano la sostituzione del parco auto per non perdere i vantaggi di una vecchia fiscalità migliore nel fringe benefit, scegliendo di rinegoziare e prolungare i contratti in vigore. Altra norma approvata dal legislatore che da subito ha dimostrato essere sbagliata e non solo inutile, dannosa.

CUPRA: UNA SU DUE SONO PER IL NLT

Ma quali sono i costruttori che puntano con decisione al mercato business, destinando ai canali dell’acquisto diretto (leasing e finanziamenti) o al

noleggio a lungo termine, una parte consistente delle vendite? Nell’ambito degli acquisti aziendali in proprietà, la quota più significativa del mix 2025 è quella di Mercedes, che sfiora il 22% (ed è in crescita), a fronte di una media di mercato per questo canale di appena il 5,16%. Il comparto delle flotte in proprietà è di fondamentale importanza anche per le politiche commerciali di Mini (14,8%), BMW (12,6%), Audi (9,9%) e Volvo (6,2%). Non a caso sono tutti marchi premium che garantiscono (almeno fino a oggi) eccellenti livelli di valore

TOP10 MODELLI PER CANALE

ALL CHANNEL

Fiat Panda 54.874 3,54% 7,53% +0,29 pp

Jeep Avenger 24.406 44,10% 3,35% +1,04 pp

Dacia Sandero 24.075 -7,04% 3,30% -0,23 pp

Citroën C3 23.417 12,50% 3,21% +0,37 pp

Peugeot 208 19.140 34,26% 2,63% +0,68 pp

Dacia Duster 16.839 49,59% 2,31% +0,77 pp

Toyota Yaris 16.494 11,98% 2,26% +0,25 pp

Toyota Yaris Cross 15.625 -2,47% 2,14% -0,04 pp

MG ZS 14.563 12,47% 2,00% +0,23 pp

Renault Clio 13.010 -4,26% 1,79% -0,07 pp

Tot. All Channel 728.746 -0,48% - -

TRUE FLEET

Fiat Panda 13.507 -0,24% 6,36% -0,73 pp

Citroën C3 6.695 95,82% 3,15% +1,36 pp

VW Tiguan 6.339 59,91% 2,99% +0,91 pp

BMW X1 5.300 31,78% 2,50% +0,39 pp

Jeep Avenger 4.951 64,59% 2,33% +0,76 pp

Opel Corsa 4.844 365,77% 2,28% +1,74 pp

Renault Clio 4.365 45,89% 2,06% +0,49 pp

Peugeot 208 4.332 355,04% 2,04% +1,54 pp

Peugeot 3008 4.135 100,44% 1,95% +0,87 pp

Toyota C-HR 3.964 113,81% 1,87% +0,90 pp

Tot. True Fleet 212.220 11,13% - -

SOCIETÀ

Mercedes GLC 1.472 97,05% 3,92% +1,87 pp

Fiat Panda 1.038 -0,95% 2,76% -0,11 pp

BMW X1 963 -1,03% 2,56% -0,10 pp

Mercedes GLA 718 -21,53% 1,91% -0,59 pp

Renault Clio 717 159,78% 1,91% +1,15 pp

Jeep Avenger 688 19,03% 1,83% +0,25 pp

Audi A3, S3 678 66,18% 1,80% +0,69 pp

Mercedes GLE 624 -14,99% 1,66% -0,35 pp

BMW X3 605 53,94% 1,61% +0,53 pp

Fiat Ducato 601 56,10% 1,60% +0,55 pp

Tot. Società 37.584 2,84% - -

NOLEGGIO LUNGO TERMINE

Fiat Panda 12.469 -0,18% 7,14% -0,95 pp

Citroën C3 6.164 104,38% 3,53% +1,58 pp

VW Tiguan 5.812 62,21% 3,33% +1,01 pp

Opel Corsa 4.542 397,48% 2,60% +2,01 pp

BMW X1 4.337 42,24% 2,48% +0,51 pp

Jeep Avenger 4.263 75,43% 2,44% +0,87 pp

Peugeot 208 4.004 424,77% 2,29% +1,80 pp

Peugeot 3008 3.976 99,90% 2,28% +0,99 pp

Toyota C-HR 3.776 134,10% 2,16% +1,12 pp

Renault Clio 3.648 34,32% 2,09% +0,33 pp

Tot. NLT 174.636 13,09% - -

Elaborazione Dataforce su fonte Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 03.06.2025

residuo nell’usato, una componente fondamentale per le aziende che puntano all’ottimizzazione dei costi e degli ammortamenti sulla durata di 3-4 anni. Ma, secondo chi scrive, il primo driver di acquisto diretto aziendale è lo “status” che un marchio garantisce più che qualsiasi altra considerazione economica o tecnica. Nel noleggio a lungo termine, alcuni brand ricorrono in maniera decisamente significativa a questo canale, che quest’anno vale il 24% dell’intero mercato (quindi un’auto su quattro va a questo comparto). Il costruttore che veicola al long rent la quota più consistente delle sue immatricolazioni è Cupra: più

di un’auto su due è destinata al NLT, esattamente il 52,1%. Ma i brand che superano il 30% di market share nel long rent sono addirittura altri otto, e si tratta di nomi importanti in termini di volumi: BMW (45,7%), Audi (41,2%), Alfa Romeo (38,4%), Skoda (37,7%), Volkswagen (32,9%), Peugeot (31,7%), Opel (31,3%) e BYD (30,2%). Da sottolineare la performance del costruttore cinese, che evidenzia quanto stia puntando sul mercato business per conquistare i clienti italiani. Nel solo maggio la sua quota di NLT è salita al 37,3%.

TOP10 MARCHE

EMODELLI

Se la classifica generale dei

marchi più apprezzati sul mercato italiano vede sempre al comando Fiat, con una quota che si sta progressivamente riducendo (quest’anno 10,2%) ed è incalzata da Toyota (7,6%) e Volkswagen (7,3%) che si scambiano la seconda e la terza posizione ogni mese, la graduatoria dei canali True Fleets è differente, con specificità peculiari nelle flotte di proprietà e nel NLT. La classifica True Fleet vede al comando Fiat, con una quota di mercato del 9,1%, con volumi pressoché analoghi all’anno scorso, però con una market share calata di oltre un punto. Ma BMW tallona da vicinissimo: meno di 50 targhe la distanziano da Fiat. E pure

Volkswagen è a un’incollatura: 19 immatricolazioni meno di BMW. Più lontano il terzetto Audi, Toyota (in crescita del 14,4%) e Peugeot. Quest’ultima ha dato un’accelerazione formidabile alla sua presenza nelle flotte: +127% quest’anno, il che significa avere incrementato i propri volumi dei primi 5 mesi da 6.400 a 14.600 unità sul mercato business.

Più definita, invece, è la graduatoria dei brand più acquistati nelle flotte di proprietà: al comando c’è Mercedes seguita da BMW, Audi, Fiat, Renault, Ford e Volkswagen. I risultati più positivi sono quelli di Mercedes (+12,9%), Renault (+61,3%) e Ford (+32,3%). Profondamente diversa è la graduatoria del NLT: in testa c’è Volkswagen, che mantiene i volumi dell’anno scorso, seguita da vicino da Fiat (in leggero calo), BMW (+3,2%), Toyota (+17,8%) e Peugeot (+142%).

Per quanto riguarda i modelli

più diffusi nel comparto business, c’è un unico comune denominatore con la classifica generale assoluta: la Fiat Panda al primo posto. Se la Jeep Avenger è la seconda auto più venduta dell’intero mercato, nella graduatoria True Fleets la piccola suv americana costruita in Polonia si piazza quinta, preceduta da Citroën C3, Volkswagen Tiguan e BMW X1. Nelle flotte acquisite in proprietà, il modello più targato è Mercedes GLC, seguito da Fiat Panda, BMW X1, Mercedes GLA, Renault Clio e Jeep Avenger. Questa Jeep si piazza al medesimo sesto posto anche nella classifica delle auto più noleggiate quest’anno, dietro a Fiat Panda, Citroën C3 (che ha raddoppiato i volumi NLT) , Volkswagen. Tiguan, Opel Corsa e BMW X1.

TOP5

PERALIMENTAZIONE

Per comprendere le dinamiche del mercato business occorre

concentrare l’attenzione sulle tipologie di alimentazione che le aziende clienti scelgono, tra le marche e i modelli più diffusi. Alivello di brand, la top5 delle auto a benzina (comprese le mild hybrid) vede le seguenti posizioni: Fiat, Peugeot, Volkswagen, Citroën e Jeep. Mentre la graduatoria delle diesel (sempre comprendendo le mild hybrid) parla esclusivamente tedesco: BMW, Audi, Volkswagen, Mercedes e Ford. Le full hybrid vedono prevalere Toyota, Renault, Nissan, Hyundai e Ford, mentre tra le plug-in hybrid (che quest’anno crescono grazie alla politica fiscale premiante nelle flotte con utilizzo promiscuo) BMW, Toyota e Volkswagen precedono, ma non di molto, quella che è la sorpresa dell’anno: la cinese BYD, che ha relegato Mercedes al quinto posto. Le marche di auto elettriche nella top 5 True Fleets sono le seguenti: Tesla (che per il momento si mantiene sugli

stessi numeri del 2024), Audi, Citroën, BMW e Dacia. Per le auto a gas, infine, la graduatoria vede in testa Dacia, seguita da Renault, DR, Mahindra e Hyundai.

La top5 dei modelli più immatricolati nelle flotte in base alla tipologia di alimentazione vede nelle benzina un dominio Stellantis: Fiat Panda, Citroën C3, Opel Corsa, Jeep Avenger e Peugeot 208. Tra le diesel prima è Volkswagen Tiguan, BMW X1, Mercedes GLC, Alfa Romeo Tonale e Audi Q3 Sportback. Tra le full hybrid, Toyota domina le prime quattro posizioni (Yaris Cross, Yaris, C-HR e Corolla), con quinta la Nissan Qashqai. Toyota primeggia anche tra le PHEV, con la versione “alla spina” della C-HR, ma il suo primato è insidiato dalla BYD Seal U. A seguire, BMW X1, Volkswagen Tiguan e Jeep Renegade. Nelle elettriche pure, al comando c’è Tesla Model Y, tallonata da Citroën C3, Dacia Spring, Tesla Model 3 e Jeep

MERCATO ITALIA VETTURE (PC) TRUE FLEET - 2025

Avenger. Nelle auto a gas (solo gpl, dato che le auto a metano sono scomparse), primeggia

Dacia Sandero e, a seguire, Renault Clio, Captur, DR 5.0 e Dacia Duster.

OSSERVATORIO PREZZI MISSIONFLEET

Le variazioni di costo nelle voci più rilevanti per i fleet manager: dalle auto ai prodotti e servizi collegati alla gestione della company car a cura di Francesco Lacidogna

I primi cinque mesi del 2025 fotografano una crescita modesta nei prezzi delle autovetture rispetto al 2024. La variazione non ha mai superato l’1%. Inoltre, da marzo a maggio la crescita dei prezzi è stata sempre più contenuta, passando dallo 0,9% allo 0,6%. Considerando tutto il 2024 il prezzo medio pagato per acquisire un’auto nuova, è stato di oltre 30.000 euro. Tale valore è espressione del prezzo reale pagato dai clienti, include quindi tutti gli sconti e le promozioni e anche gli incentivi, che nel 2024 si sono avvicinati al miliardo di euro. Nel periodo in oggetto sono state immatricolate 727.500 (-1,1%) vetture, con le elettrificate che hanno raggiunto la quota del 10%.

Il canone medio mensile del noleggio a lungo termine nel primo trimestre del 2025 è stato pari a 629 euro. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente tale valore mostra una contrazione del 7,5%. A partire dal 2° trimestre del 2024 i prezzi mostrano un andamento decrescente. Considerando tutto il 2024, il canone medio mensile è stato pari a 674 euro. La rilevazione dei canoni di noleggio è effettuata da Dataforce e si basa sul monitoraggio delle offerte commerciali presenti nei siti web dei principali player del settore che coprono circa il 70%. I valori dei canoni medi riportati sono al netto dell’IVA e, laddove previsto, comprendono l’anticipo

Il valore medio dei contratti di leasing su autovetture nei primi quattro mesi del 2025 è stato pari a quasi 63.500 euro. Tale grandezza è un’elaborazione del nostro Osservatorio che utilizza i dati mensili di fonte Assilea relativi ai numeri dei contratti e il valore dello stipulato. Dopo quattro aumenti successivi (il numero di gennaio è stato volutamente omesso perché troppo alto) il valore medio dei contratti nel mese di marzo 2025 ha iniziato a calare (€ 58.263) fino ad arrivare a € 55.071 in aprile. Nei primi quattro mesi sono stati stipulati 27.300 contratti (-6,5%) pari ad uno stipulato di 1,7 miliardi di euro (+ 0,7%). Da registrare la quota del 21% di vetture elettrificate.

Il prezzo medio dell’assicurazione RCA delle autovetture, escluse le tasse, nel mese di marzo 2025 (ultima rilevazione disponibile) è stato di 353 euro secondo i dati pubblicati da Ania. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente tale valore mostra un incremento del 4,7%. Considerando tutto il 2024 il premio medio è stato pari a 348 euro. A partire da marzo 2024 il premio è stato sempre in crescita fino a raggiungere il picco di 357 euro a dicembre 2024. Poi il premio è sceso di 9 euro a gennaio (€ 348) per risalire a marzo a 353 € recuperando 5 euro.

Il prezzo delle manutenzioni e delle riparazioni dei veicoli a maggio è salito del 3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Stesso valore per il mese di aprile, mentre all’inizio dell’anno la crescita era stata più contenuta: +2,8% a gennaio e + 2,6% per febbraio e marzo. Discorso leggermente diverso per i prezzi dei pneumatici. Ad aprile c’è stata una leggera impennata del prezzo medio che era salito del 2,5 % rispetto ad aprile 2024. Mentre da dicembre 2024 a febbraio 2025 la crescita è stata stabile (+2,2%); a marzo è scesa leggermente a +2,1%.

I grafici dei prezzi della benzina e del diesel mostrano un andamento quasi analogo anche se con valori diversi. A partire da dicembre 2024 c’è stato un rialzo dei prezzi fino a febbraio 2025, mentre nei tre mesi successivi c’è stata una diminuzione costante, rilevante soprattutto nel mese di maggio. A dicembre il prezzo alla pompa in modalità self-service è stato di € 1,756 al litro per la benzina e € 1,655 per il gasolio. Due mesi dopo, a febbraio, la benzina è salita a € 1,822 al litro mentre il gasolio a € 1,725. Poi la discesa fino a maggio, in cui la benzina è scesa a € 1,695 mentre il gasolio a € 1,590.

La tabella evidenzia i prezzi delle ricariche Bev rilevati il 9 giugno 2025 presso alcune colonnine pubbliche delle città di Roma e Milano, di diversi operatori. Si va da un minimo di € 0,59 (costo per kWh) ad un massimo di € 0,76. Oltre al costo per kWh, gli operatori addebitano una tariffa aggiuntiva al minuto (pari in media a 0,09 euro). Le auto elettriche circolanti in Italia al 31 maggio 2025 sono 313.199, con le immatricolazioni full electric che da inizio anno sono pari a 36.800 unità (+73%). Secondo Motus-E a marzo 2025 i punti di ricarica erano 65.992 339 mentre le infrastrutture di ricarica 34.464.

AMPLIA... LA FLOTTA DI AUTO ELETTRICHE

Gian Luca Paolinelli, fleet manager di questa azienda detenuta al 99% da Società Autostrade, sta gradualmente sostituendo la flotta (oltre 1.000 veicoli) con modelli abatteria o a basse emissioni

CCome attore di riferimento nel settore delle costruzioni stradali, opera in Italia da oltre 50 anni. Un percorso passato attraverso due secoli che ha visto Amplia Infrastructures

continuare a crescere sia in termini di fatturato sia in termini di forza lavoro (ora quasi 2.000 unità) e di parco veicoli (più di 1.000). Oltre alla costruzione di strade, nel portafoglio anche la manutenzione, il ripristino e l’ammodernamento delle stesse. E lo stesso vale per autostrade, ponti, viadotti, gallerie e aree di servizio. Tutte infrastrutture fondamentali per l’Italia. Oltre all’attività “sul campo” Amplia lavora assiduamente anche per la qualità, con un

Sistema di Gestione per la Qualità attivo dal 1999 dove i materiali prodotti internamente e utilizzati nelle costruzioni – su tutti: conglomerati e bitumi –sono certificati, o volontariamente o in conformità alle norme armonizzate. Oltre che i materiali, la qualità riguarda anche i processi aziendali. Questi sono infatti

sottoposti a verifiche continue di conformità legislativa e gestionale per garantire il rispetto degli standard ambientali prefissati. Alle spalle di Amplia c’è l’attività di direzione e coordinamento di Autostrade per l’Italia, che detiene il 99,8% del capitale sociale. I veicoli in flotta sono sia

di Andrea Barbieri
Carones

in fringe benefit sia in uso promiscuo o operativo. Quindi un utilizzo prettamente aziendale. Di questo ultimo punto parla Gian Luca Paolinelli, nella direzione pianificazione e gestione assets industriali e, soprattutto, fleet manager.

Da quanto è in azienda e da quale settore proviene?

«Sono in Amplia Infrastructures dal 2022, con l’incarico di dirigere la pianificazione degli asset industriali e con il ruolo di energy manager. Qui sono arrivato da esperienze consolidate nel settore automotive e industriale, dove ho seguito per anni attività legate al fleet management, alla sostenibilità e all’ottimizzazione energetica. In Amplia ho avuto l’opportunità di costruire da zero l’attuale business unit dedicata alla gestione della flotta e dell’energia, digitalizzando tutti i processi e industrializzando le logiche di manutenzione. È stato un percorso di crescita continua, che oggi si traduce in risultati tangibili».

Quali sono le motivazioni che la spingono a migliorare il suo lavoro?

«Mi guida una forte motivazione personale verso l’innovazione e la sostenibilità concreta. Ogni progetto rappresenta un’occasione per ridurre consumi, semplificare processi e contribuire a una visione industriale più responsabile. Sapere che un cambiamento introdotto oggi può generare valore economico e ambientale domani è una leva molto potente».

Parliamo della flotta di Amplia: da quante vetture è composta? Quante in fringe benefit e quante in uso promiscuo?

«La nostra flotta conta circa 1.067 veicoli. Di questi, circa 180 sono assegnati come fringe benefit e 190 sono in uso promiscuo o operativo, utilizzati per le attività quotidiane su cantieri e infrastrutture. Si tratta di una flotta diversificata, che copre esigenze sia di rappresentanza sia strettamente operative».

Come sono le motorizzazioni delle auto in flotta?

«Abbiamo impostato una strategia di transizione energetica molto chiara. Attualmente, la flotta è composta per il 40% da diesel Euro6, 35% da motori benzina o mild-hybrid, il 20% da veicoli full hybrid o plug-in e un 5% di elettrico puro, in costante crescita. L’obiettivo è ridurre progressivamente la quota di veicoli diesel, dando priorità a motorizzazioni più sostenibili. Sempre compatibilmente con le necessità operative di Amplia». Con quali criteri vengono assegnati i veicoli?

«La nostra politica aziendale in tema di assegnazione ha precisi

criteri, oggettivi. Questi seguono principi legati prima di tutto al ruolo aziendale e all’inquadramento. Poi alle necessità operative, alle percorrenze previste, alla disponibilità di infrastrutture di ricarica e, soprattutto, all’impatto ambientale del veicolo. A tal proposito abbiamo introdotto policy interne basate su TCO e sulle emissioni di CO2, in linea con i nostri obiettivi ESG». Quali strumenti e quali

IL BIODIESEL HVO

L’HVO o Hydrotreated Vegetable Oil è un carburante diesel rinnovabile prodotto da oli e grassi vegetali tra cui anche scarti di cucina e grassi animali. Si crea attraverso un processo di idrogenazione che ne elimina l’impatto ambientale e ne migliora le prestazioni. Èconsiderato un’alternativa sostenibile e più pulita rispetto al gasolio tradizionale per motori diesel, con la capacità di ridurre fino al 90% le emissioni di anidride carbonica. Altro vantaggio è che può essere utilizzato nei motori diesel senza necessità di modifiche. La combustione dell’HVO, infine, produce meno emissioni di gas serra, particolati e monossido di carbonio rispetto al gasolio tradizionale.

tecnologie utilizzate per la gestione e il controllo della flotta?

«Utilizziamo una piattaforma digitale proprietaria, che abbiamo sviluppato per monitorare in tempo reale le percorrenze, i consumi, gli interventi di manutenzione e altre scadenze. Inoltre, ci avvaliamo di sistemi telematici avanzati e dashboard energetiche, che permettono una visione analitica e predittiva, utile sia nella gestione quotidiana sia nella pianificazione strategica della gestione dell’intera flotta». Qual è la vostra strategia in tema di auto elettriche o a basse emissioni?

«Puntiamo a una transizione graduale ma decisa: entro il 2026 vogliamo portare a una percentuale importate la quota elettrica delle vetture in flotta. Per questo, da un lato stiamo installando infrastrutture di ricarica nelle sedi mentre dall’altro promuoviamo l’adozione di veicoli a basse emissioni anche tra i fringe benefit. La nostra “battaglia” non si limita alle auto ma riguarda anche i mezzi pesanti: in questo

CERTIFICAZIONI

Amplia Infrastructures ha ottenuto certificazioni in quasi tutti i settori in cui opera.

• 8 certificazioni del sistema di gestione della qualità

• 11 certificati FPC conglomerati bituminosi

• 5 certificati FPC aggregati

• 1 certificazione del sistema di gestione ambientale

• 1 certificazione del sistema di gestione della sicurezza e della salute sui luoghi dilavoro

• 2 certificazioni per la sostenibilità

• 1 certificato ISO di gestione per la sicurezza stradale

• 1 dichiarazione di verifica per l’approvvigionamento sostenibile

• 1 parere di verifica e 1 GHG per le emissioni di gas serra

• 1 certificazione EcoVadis

• 1 certificazione in ambito parità di genere

• 1 certificazione in ambito diversity&inclusion

• 1 rating di legalità AGCM

• 1 certificazione sui sistemi di gestione dell’energia

• 1 certificazione sulla gestione di sistemi di sicurezza dell’informazione

• 1 certificazione del sistema di gestione per la prevenzione della corruzione

• 1 certificazione del sistema di gestione della continuità operativa

• 1 certificazione del sistema di gestione degli asset

caso stiamo testando carburanti alternativi come l’HVO e stiamo puntando sull’utilizzo di modelli a GNL e GPL attraverso i nostri impianti produttivi».

Come calcolate le emissioni? Avete delle certificazioni in tal senso?

«Certamente. Utilizziamo strumenti integrati per il

monitoraggio dei chilometraggi, dei consumi e dei rifornimenti, con conversione automatica in emissioni secondo fattori standard. A livello di certificazioni, abbiamo ottenuto la ISO 50001 per la gestione dell’energia e la ISO 55001 per la gestione degli asset critici. Tutto confluisce nel reporting ESG di gruppo, in particolare sugli ambiti Scope1 e Scope2». Lei che è un ingegnere, ci può raccontare in breve della vostra capacità progettuale? «È una capacità progettuale interna degna di nota. In alcuni casi abbiamo brevettato mezzi speciali progettati direttamene da noi, con soluzioni su misura per le nostre esigenze. E poi c’è un grande focus sulla formazione degli utilizzatori, perché l’efficienza energetica non dipende solo dal veicolo, ma anche da come lo si guida. È un approccio integrato, che guarda lontano».

NOLEGGIO A LUNGO TERMINE: NUOVO RECORD

MA IL FISCO PENALIZZA IL DRIVER

Il noleggio a lungo termine ha superato nel 2024 quota 1,2 milioni di veicoli. Cresce il giro d’affari e cambia la struttura dei contratti

IIl settore del noleggio a lungo termine continua a correre. Alla fine del 2024, la flotta circolante ha superato quota 1,28 milioni di veicoli, con una crescita netta

di oltre 70.000 unità rispetto all’anno precedente. È il terzo anno consecutivo in cui il comparto mantiene un ritmo sostenuto di sviluppo, attestandosi su una media annua di circa 86.000 nuovi contratti: un dato che non solo conferma la stabilità del settore, ma risulta persino leggermente superiore ai livelli pre-Covid

A testimonianza della resilienza del settore, il 2024 ha fatto registrare un aumento significativo del fatturato,

nonostante un calo del 15% nelle nuove immatricolazioni. Il giro d’affari complessivo ha superato i 12,5 miliardi di euro, segnando una crescita del 18% rispetto al 2023. A trainare i ricavi è stato soprattutto il core business della locazione, che ha generato oltre 8,7 miliardi di euro (+16%). In rapporto alla crescita della flotta (+6%), l’incremento del fatturato evidenzia una migliore valorizzazione economica dei contratti, dovuto all’estensione dele durate e anche ad un mix diverso dei veicoli in flotta.

LE AUTOVETTURE

RESTANO IL MOTORE DELCOMPARTO, ANCHE IFURGONI

ACCELERANO

Le autovetture continuano a rappresentare l’ossatura del business: da sole generano l’83% dei ricavi derivanti dai contratti di noleggio, pari a circa 7,3 miliardi di euro. Performance dinamica anche per i veicoli commerciali leggeri, il cui fatturato è cresciuto del 13%, sospinto dalla domanda legata all’e-commerce e alle consegne last mile. Ancora marginale invece il contributo dei motoveicoli, considerati dagli operatori come un segmento di

di Alessandro Palumbo

INDICATORI CHIAVE DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE

Fatturato totale

– di cui fatturato da contratti di noleggio veicoli (compreso il rinoleggio)

– di cui fatturato da rivendita usato veicoli

Flotta circolante veicoli totale al 31/12

Fonte Aniasa

nicchia in termini di volumi e redditività.

IL RINOLEGGIO DIVENTA STRUTTURALE

Tra i trend consolidati del 2024 c’è il rinoleggio: la locazione di veicoli già utilizzati in un primo ciclo contrattuale. Nato in risposta alla scarsità di prodotto post-pandemica, oggi rappresenta una leva strategica, adottata sia nel canale privati sia nel segmento corporate. Pur non ancora tracciato dalle statistiche ufficiali, il rinoleggio ha contribuito a sostenere i ricavi, ottimizzando l’utilizzo degli asset e allungando il ciclo di vita utile del veicolo.

IL REMARKETING

SICONFERMA UNA VOCE CRUCIALE

Importante anche il contributo della rivendita dell’usato, che nel 2024 ha generato il 29% del fatturato totale, crescendo del 25% su base annua. Una performance che conferma il ruolo centrale del remarketing

nel modello di business del noleggio, non solo come canale di dismissione, ma come vera e propria area di profitto.

CLIENTI CORPORATE

INTESTA, MA IL FUTURO È NEI PRIVATI

Il cuore del business resta il segmento corporate, che vale l’83% del fatturato derivante dai contratti di noleggio. La penetrazione è particolarmente elevata tra le grandi aziende, mentre scende nelle PMI e microimprese. Tuttavia, la cultura del noleggio si è ormai diffusa anche nei segmenti più piccoli, dove viene sempre più considerata una soluzione strutturale per la gestione della mobilità aziendale. Il canale privati, pur rappresentando ancora solo il 10% del giro d’affari, mostra segnali incoraggianti: nel 2024 ha registrato una crescita dell’11%, sostenuta da una nuova cultura della mobilità, dalla diffusione di formule a basso rischio per accedere ai veicoli elettrificati e

FLOTTA CIRCOLANTE PER TIPOLOGIA DI CLIENTE

da contratti di noleggio (compreso il rinoleggio)

– di cui realizzato su

– di cui realizzato sulle pubbliche amministrazioni

Fonte Aniasa

dal rafforzamento della rete distributiva. Curiosamente, i clienti con codice fiscale – che non godono di benefici fiscali –generano ricavi superiori rispetto ai professionisti con partita IVA, segno di un interesse crescente verso il noleggio anche da parte dell’utenza generalista.

DURATE

PIÙ

LUNGHE,

PERCORRENZE ELEVATE: IL CONTRATTO SITRASFORMA

L’evoluzione del contratto è un altro segnale da tenere in considerazione. Il 36% degli ordini ha una durata superiore ai quattro anni, in crescita di sei punti percentuali rispetto al 2023. Parallelamente, diminuisce il peso dei contratti più brevi: quelli sotto i tre anni sono scesi al 20%. La tendenza è chiara: aziende e operatori puntano su soluzioni di lungo periodo per ottimizzare i costi e garantire una maggiore stabilità operativa.

Anche le percorrenze annue si

ORDINI DI NOLEGGIO PER DURATA

Ordini di noleggio per durata relativi solo a flotta a disposizione esclusiva di un solo cliente (NLT “classico”)

di cui < 25 mesi

di cui da 25 a 36 mesi

di cui da 37 a 48 mesi

di cui oltre 48 mesi

Fonte Aniasa

mantengono elevate: il 44% degli ordini prevede oltre 30.000 chilometri all’anno. La company car resta quindi un benefit a tutti gli effetti, utilizzato sia per scopi professionali sia per la mobilità privata del dipendente.

DIESEL IN CALO, HEVINASCESA

Sul fronte della motorizzazione, la transizione energetica prosegue a rilento ma con segnali concreti. Il diesel continua a rappresentare il 46% della flotta, ma perde sei punti

percentuali rispetto al 2023. Crescono invece gli ibridi elettrici (HEV), che arrivano al 29% del mix, segnando il maggior incremento annuale. Iveicoli 100% elettrici (BEV) restano marginali (4%), mentre le ibride plug-in (PHEV) si attestano al 7%.

UNA RETE DI VENDITA

SEMPRE

PIÙARTICOLATA

La rete commerciale riflette la segmentazione della clientela: il canale diretto – riservato ai grandi conti – genera il 50%

ORDINI DI NOLEGGIO PER CHILOMETRAGGIO

Ordini di noleggio per chilometraggio annuale relativi solo a flotta a disposizione esclusiva di un solo cliente (NLT “classico”)

di cui fino a 10k km

di cui da 11k a 20k km

di cui da 21k a 30k km

Fonte Aniasa

2024 2023

degli ordini. Il resto è presidiato da broker e concessionari, strategici per raggiungere PMI, liberi professionisti e privati. Da segnalare anche la crescita del teleselling, che rappresenta il 5% degli ordini.

ORDINI BLOCCATI

NEIPRIMI MESI DEL 2025

I primi mesi del 2025 apparentemente sono molto positivi, ma la realtà non è quella che sembra. Nel primo quadrimestre sono state immatricolate in noleggio a lungo termine, secondo i dati di Dataforce, oltre 142.000 vetture, 19.500 auto in più rispetto allo stesso periodo del 2024, registrando una crescita percentuale del 16%. Mavediamo da dove viene questa crescita. Gli operatori del noleggio a lungo termine di emanazione delle case automobilistiche, le captive, hanno immatricolato 74.000 auto, producendo una crescita dell’84%. Mentre il resto dei noleggiatori, 68.000 unità, 18.000 in meno rispetto al 2024

2024 2023

FLOTTA CIRCOLANTE PER TIPOLOGIA DI ALIMENTAZIONE

Flotta circolante veicoli totale al 31/12

– Benzina

– Diesel

– Ibride

– HEV

– Ibride elettriche plug-in bz/ds (PHEV+REx)

– Elettriche (BEV)

Fonte Aniasa

(-18%). Tra i noleggiatori emerge Leasys che ha immatricolato 36.000 unità (+130%) rispetto all’anno precedente (16.000) risultato su cui sicuramente, come dichiara Andrea Pertica, General Manager dell’azienda, ha inciso principalmente la gara Consip (15.000) veicoli ma anche l’ottimo andamento dei canali indiretti dealers e broker. Tra le captive si registra anche l’ottima performance di Volkswagen Leasing che immatricola nel primo quadrimestre 26.000 vetture in crescita del 40%, confermando la crescita la crescita del 37% del 2024. Vetture utilizzate anche per il replacement e come vetture demo per i propri dealer. Gli altri operatori non captive, come già detto, hanno immatricolato di meno e quindi prodotto meno ordini. Perché?

La ragione va trovata nell’atteggiamento delle aziende corporate che hanno atteso i primi mesi dell’anno per sapere esattamente cosa sarebbe effettivamente cambiato nella normativa del fringe benefit. Infatti, la modifica della car list per l’azienda cliente è un processo lento e complicato perché oltre ai driver e al fleet manager, sono coinvolte diverse funzioni aziendali tra cui le risorse umane e gli acquisti. In effetti, a detta dei principali

player del mercato sembra che già a partire da aprile le richieste di preventivi e trattative siano riprese secondo un normale regime. Va detto che si è riscontrato nei primi mesi solo un problema di nuovi ordini, ma non di flotta. Infatti, non emerge da parte delle aziende clienti del noleggio alcun atteggiamento che possa far pensare ad una messa in discussione del sistema del noleggio anche parziale, a fronte di un regime fiscale del fringe benefit che porterà mediamente, secondo Aniasa, ad una penalizzazione fiscale a carico del dipendente pari a circa 1.600 euro all’anno.

IL NUOVO REGIME

FISCALE CAMBIA IL MIX DI ALIMENTAZIONE

Non saranno i volumi di flotta, ma la composizione del parco auto a subire l’impatto maggiore della nuova normativa fiscale. Ilprovvedimento, che favorisce chiaramente le alimentazioni elettriche e plug-in a discapito

delle motorizzazioni tradizionali, sta già lasciando il segno. Secondo i dati relativi al primo quadrimestre del 2025, le immatricolazioni di auto plug-in hybrid nel noleggio a lungo termine sono cresciute del 42%, conquistando l’8% di quota di mercato, 1,5 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Ancora più marcata lacrescita delle full electric: +86% su base annua, per una quota del 7%.

Segno positivo anche per le full hybrid, che avanzano del 2% e si attestano al 9% del totale. In crescita decisa le motorizzazioni a benzina e mild hybrid a benzina (+33%), che rappresentano oggi il 48% delle immatricolazioni. Crollano invece diesel e mild hybrid diesel: -13% in termini assoluti, con una perdita di 9 punti percentuali in quota. Nonostante il calo, questi veicoli costituiscono ancora quasi un terzo del mercato del noleggio a lungo termine.

ORDINI DI NOLEGGIO PER TIPOLOGIA DI CANALE

Fonte Aniasa

AUTOMOTIVE IN CINA

Il mercato cinese resta il più importante e le aziende locali si espandono, mentre le europee faticano. Tra le tipicità che potranno arrivare da noi, range-extender e tecnologie Adas

IIl punto sull’automotive globale da AlixPartners, arriva non a caso a margine del Salone dell’auto di Shangai. Il settore infatti, gravita sul riferimento Cina per vari motivi e nel mercato auto maggiore al mondo, le aziende native arrivano a pesare il 65%, mentre nel pre-pandemia la quota era circa metà, per via della forza di molte case estere “conquistatrici”. Il trend potrebbe garantire in breve ai marchi cinesi il 75%, dei

previsti 30 milioni di veicoli l’anno nel 2030. Semplice il motivo: oggi fanno prodotti al meglio per il proprio mercato, pienamente coerenti al gusto ed evoluti rapidamente (soli 22 mesi) secondo le mode. Queste ultime, per noi nemmeno troppo ispiratici oltre che impossibili da inseguire, a pari passo e costo. Specialmente parlando di certe cose, viste al salone: volanti grandi e almeno tre schermi, di cui uno a dir poco esagerato e con assenza o quasi, dei tasti fisici. Il tutto per “fare cose in auto” con molto spazio e anche comfort, soprattutto dietro, dove siete il “boss” che non è il conducente. Ci sono però dettagli interessanti: se è vero che le auto cinesi sembrano sempre più telefonini con ruote e motori, questi ultimi non sono solo elettrici, ma plug-in o

range-extender. La Cina riscopre il valore dei termici 4 cilindri in questi casi, magari economici e di ridotta cubatura ma utili (vibrano meno di certi 3 cilindri spinti da noi): lasciano comfort e feeling guida Bev, che piace, ricaricando energia elettrica per la trazione. Nulla di inedito ma in maggiore uso e prestazione.

EUROPEI IN CINA

Ad un salone dove svettano isegmenti medio-grandi e i grandi numeri in genere, per laprima volta si contano più abbandoni che new-entry tra icostruttori con stand. Piccolissime percentuali di una grande ondata, ma da interpretare. Al momento in Cina, la capacità è ancora usata al 50% di quanto potrebbe, con tutte le convenienze ad esportare. I costruttori europei invece, soprattutto tedeschi con Audi, BMW e Mercedes, ma anche VW, cominciano a fare auto non solo in Cina “e per la Cina” ma “unicamente per la Cina” che è diverso: meno conveniente rispetto a quando qualcosa si mutuava per l’estero. È il caso di Audi con SAIC: nuovo logo nuovo e nuovo pianale, su misura solo per i cinesi. Idem fa VW dove sono solo piccoli loghi o firme, a ricordare che le ID locali (diverse dalle nostre) hanno unicamente il design che resta made in Germany. Insomma, gli

di Luigi Barni

esteri devono guadagnare meno e adattarsi, competendo con auto native che girano ruote a 360°, ballano, fanno proiezioni grazie a sistemi divenuti unicamente “by wire”. Ma, soprattutto, in Cina ora si fanno e non male, pare, anche auto sportive: queste sì da vendere potenzialmente all’estero e con buoni margini.

«I costruttori tradizionali sono costretti a usare leve drastiche per mantenere o recuperare competitività nel mercato che è primo per volumi e innovazione – commenta Dario Duse, EMEA leader Automotive & Industrial e Country Head Italia di AlixPartners – era fonte di profitti, ora venuti a mancare».

CINESI NEL RESTO DEL MONDO

Con la cara Europa che è stimata a 18 / 20 milioni massimo di volume annuo, per l’auto, mentre la Cina punta ai 30 con medesimo differenziale crescente, c’è da capire quanto davvero interessi e quanto possano, secondo lotte politico commerciali, mettersi a fare i fornitori per il settore estero, i cinesi. Due elementi forti molto condivisi al salone, potrebbero approdare da noi: sistemi

plugin o range-extender cinesi da usare su pianali altrui, magari pensati a “tutto Bev” come si doveva fare in Europa fino a ieri; poi Adas, a volontà, per guida autonoma di un mercato (paurosamente, ndr) apripista, anche se non del tutto complementare. Il tutto contando che pur tra grandi evoluzioni, il prezzo del prodotto auto in Cina è calato: -15% negli ultimi 2 anni. Alcontrario che da noi: è facile capire, chi abbia vantaggi di approccio al mercato dell’altro. «Dopo l’annuncio di Byd su God’s Eye il 70% dei costruttori occidentali esprime interesse a sviluppare Adas con fornitori cinesi» commenta Emanuele Cordone, Director della practice

Automotive di AlixPartners.

La Cina è già primo esportatore mondiale (con 6,4 milioni di veicoli annui) servendo anche metà del mercato russo. I marchi sempre più importanti in casa lo cominciano a essere anche altrove. Secondo AlixPartners il target è un 30% di mercato estero, da poter raggiungere in zone come Sud America, Asia e Africa. Meno in Europa e molto meno negli Usa. La cosa buona per la filiera, è che a tendere le produzioni cinesi saranno anche nei mercati di approdo e già oggi si vedono molte attività, in est Europa.

In proposito di Occidente, il tutto si combina ai dazi o gli accordi che ne scaturiranno, per ora indefinibili e ammortizzati dallo stock, mentre per i motori, i dati mostrano come Bev e Phev in Europa siano allo stallo: circa 18%, con solo UK e Scandinavia che crescono e l’Italia in coda, al 5%. In questi anni si gioca anche la partita di bonus e multe per mancato target emissioni in UE: i costruttori potrebbero trovarsi a pagare tra 6 e 11 miliardi, secondo la gestione dei crediti (utile a chi può cederli, come Tesla) e la dilazione, con multe non conteggiate ogni anno ma su tre.

CURA MANIACALE E PLUG-IN

CURA MANIACALE E PLUG-IN

Artigianalità e lusso giapponesi, con motorizzazione Phev: la ricetta di Lexus NX per i manager

In un 2025 dove la fiscalità delle auto aziendali premia nettamente i veicoli con spina, le plug-in vivono un momento importante, anche più del debutto. Molte aziende sceglieranno questa soluzione per alcuni segmenti e driver, potendo combinare un ecosistema adeguato per la ricarica, a modelli dalle prestazioni sempre migliori. a cura della redazione

E quando chi viaggia in segmento D, da una car list può scegliere il Suv premium, Lexus ha come asso nella manica NX 450h+: non è la novità dell’anno ma racchiude tutti i contenuti per essere della partita, in questa fase della mobilità aziendale dove sforzi ed evoluzioni, anche lato aziende, riescono a rendere i Suv plug-in più fruibili e convenienti rispetto al passato. Per chi vuole un veicolo

realmente personale a 360° e curato in ogni dettaglio, NX è un’opzione che si distingue: da fuori per le linee solide e un po’ taglienti, che lo fanno riconoscere anche da lontano, ma poi soprattutto nell’utilizzo. Senza un reale uso infatti, non si può percepire l’insieme degli elementi di alta qualità che l’industria giapponese ha concentrato. Non solo per materiali e finiture a vista, ma anche per ogni singolo aspetto che si può scoprire seduti, nel comodo abitacolo che lascia buon spazio per cinque persone, visti i 4,66 metri di lunghezza e le regolazioni, anche in seconda fila.

La versione Luxury in prova, combina colori ed elementi educatamente pregiati, come l’estesa pelle traforata, i profili personalizzati, gli inserti in legno, l’audio con 10 altoparlanti e molto altro. Ogni comando, è estremamente preciso e di alta qualità nella sua percezione di uso, spesso a sfioramento.

L’ambiente, che mira a “coccolare” secondo la filosofia omotenashi – il concetto giapponese di ospitalità, che descrive la capacità di anticipare i bisogni dei propri clienti, ancor prima che si manifestino –combina la motorizzazione integrale elettrificata, a un’interfaccia utente ancora molto automobilistica nel senso classico del termine: non troppo futurista, minimalista o simile al mondo Smartphone, come può invece accadere altrove. Semplicemente, una sensazione di accoglienza dove lusso e morbidezza, fanno da cornice a dettagli che generano un certo rispetto, percependone il valore e anche l’onere di realizzazione: palesemente distanti, da altre tradizioni industriali. NX, si gestisce anche attraverso diversi comandi fisici: tutti prossimi alle mani del conducente ma lontani, dal mondo generalista o “forzatamente premium”. Offrendo comunque uno strumento digitale configurabile, con tutti i dati utili e un Infotainment connesso intuitivo, su touch 14” per condivisione dispositivi e una navigazione che aiuta, per i punti di ricarica. Lato tecnico, l’assoluta e nota affidabilità del 4 cilindri

giapponese, qui un 2.5 16V, si combina a due motori elettrici agli assi per una trazione integrale automatica, quando necessaria e potenza totale di 309 CV. La spinta anteriore è preponderante, con il l’elettrico da 134 kW, mentre dietro il secondo è da 40 kW. Per una guida molto semplice, grazie alla trasmissione e-Cvt priva di particolari manutenzioni, anche nel lungo termine e consumi che a piede leggero, anche con l’errore di una batteria scarica, sono sempre sotto i 10 l/100 km, essendo il funzionamento permanentemente elettrificato: di base, già simile a una full-hybrid. Ovviamente il target è ottimizzare la batteria da 18,1 kWh, percorrendo anche oltre 70 km (potenzialmente fin quasi 100) a 0 emissioni, secondo gli usi, minimizzando il consumo di benzina. Per farlo, puntando a una “media generale” dei 4 l/100 km a quanto da noi verificato, in uso medio, la ricarica avviene semplicemente: in AC con tempi intorno alle 2,5 ore anche partendo da 0 Feeling di guida onesto e preciso, per la massa di 2 t, potenza oltre il necessario quotidiano, con lo 0-100 in 6

secondi e poi sicurezza: dai molti Adas sempre gentili e configurabili. Con anche l’aiuto di un ottimo head-up display, tra i più completi, della visione a 360° in manovra e infine la comodità di tante soluzioni per riporre oggetti, anche nel baule: ottimamente rivestito da 550 a oltre 1.400 litri. Ma per chi possa scegliere, forse, il parametro rilevante in mezzo ad altre premium qui è la detta cura che traspare in ogni dettaglio e gratifica: aperture elettro-attuate, superfici curate, accessori come la climatizzazione sedili, gli spazi dedicati. Anche se poi, non manca un minimo di tecnica per i settaggi guida, con tre modalità e l’opzione di mantenimento carica o scelta, tra EV e HEV. Con KINTO, il noleggio a lungo termine del Gruppo, si può scegliere una formula su misura per la propria flotta: tutti i servizi e le garanzie inclusi, a canone mensile di 449 euro, con anticipo di 11.900 euro (prezzi netto IVA), durata 36 mesi e 45.000 km totali inclusi: massima flessibilità, zero pensieri.

Scheda Tecnica

• Modello: NX 450h+ 4wd e-Cvt

• Carrozzeria: SUV 5 porte / 5 posti

QR Code: online versione full dell’articolo, con il commento video di Omar Fumagalli

• Misure: 4,66 x 1,87 x 1,64 m - passo 269 cm.

• Massa: 2.065 kg

• Vano bagagli: da 549 a 1.411 l.

• Motore termico: 4 cilindri 2.487cc 16v

• Alimentazione: Plug-In Hybrid (Phev)

• Batteria: ioni litio 18,1 kWh - ricaricabile a 6,6 kW AC

• Potenza combinata: 309 CV a 6.000 giri

• Trazione: Integrale

• Trasmissione: Automatica e-Cvt

• Velocità max: 200 km/h

• 0-100 km/h: in 6,3 sec.

• Emissioni: 21-25 g/km CO2

• Consumo Wltp comb.: 0,9-1,1 l/100km

• Autonomia Ev: 70-74 km (Wltp comb.)

VOLKSWAGEN

Storia del brand tedesco, riferimento della motorizzazione europea e non solo

Ci sono radici storiche risalenti agli anni

Trenta della Germania nazista, per il brand capogruppo di Volkswagen, tra i maggiori protagonisti dell’automotive moderno. Un nome e due lettere (VW) riferimento oggi per qualità e precisione in ambito automobilistico, con attività globali estese su ogni fronte del veicolo, grazie anche alle partecipate e le numerose sedi.

L’azienda sorge nel 1937 insieme al complesso industriale di

Wolfsburg, rimasta sede principale ancor oggi. Dopo la seconda guerra mondiale, la produzione Volkswagen inizialmente pensata come da significato letterale del nome, per dare una vettura semplice e funzionale al popolo tedesco (tra i progetti usati al tempo anche quelli di Ferdinand Porsche) industrializza l’antenato di uno dei modelli più popolari e longevi di sempre: il Maggiolino (Typ1). Seguono altri modelli importanti e di ampia declinazione d’uso, come il Transporter, anche se è poi solo in epoca moderna, non dopo qualche vicissitudine negativa e il recupero degli anni Ottanta e Novanta, che Volkswagen diviene il colosso odierno. Si contano l’acquisizione e rilancio del marchio Audi, di Skoda e di Seat-Cupra, oltre che il possesso di altri brand. Quelle due lettere non si legano più solo al riuscitissimo concetto iniziale (con motore “boxer”)

divenendo nel nuovo secolo simbolo del più esteso produttore, capace di sfiorare la fascia premium con i suoi numerosissimi modelli tra cui particolare successo in Europa riscuotono le due volumi e familiari, con propulsione a gasolio, TDI (nota poi anche per il coinvolgimento nel dieselgate di 10 anni orsono).

Una gamma sempre tra le più estese, che non lega troppo tenacemente la propria identità alle competizioni sportive, salvo qualche comparsa (come nei Rally) ma include anche auto di alte prestazioni e molte, per non dire tutte, quelle papabili di interesse con propulsione elettrica, su cui tanto ha investito. Presente in ogni segmento, il brand lascia comunque ancora vivere alcuni nomi dei modelli di maggior successo del secolo scorso, come Golf e Polo.

C’È D’ASSEGNARE UNA PLUGIN... È DIESEL

Mercedes in prima fila per le nuove plugin da assegnare, grazie alla rara combinata gasolio elettrico

Dovevano ricordarcelo da Mercedes Italia, che nonostante tutto oggi qualcuno ancora non conosce i vantaggi delle auto plugin diesel della Stella. Quali? I soliti, di cui argomentato su MissionFleet quando ne è capitata occasione, amplificati dalla normativa fiscale 2025 sui veicoli in fringe benefit e da un trattamento che “aiuta” nel trovar la quadra anche sui canoni, da parte della Casa. Il tutto si evince e pondera da una tabella, che compara TCO per modelli analoghi con motorizzazione diversa. La premessa è che si parli di driver aziendali non devoti o votati a termiche e Bev, compatibili alla Phev.

Con le Bev che in Italia stentano, le plugin sono in prima fila per un nuovo posto in car-list da rivedere elettrificando e Stoccarda, dei 19 modelli Phev a listino, capaci di range EV fino a 130 km, ne conta nove diesel (de): con quel termico corposo, capace di sopportare meglio certi carichi qualora si

dimentichi di ricaricare, anche lato consumi reali (vero nodo delle prime Phev e di driver non incentivati alla ricarica). Il cambio di tassazione e lo sforzo di Mercedes Italia, alla fine “aiutata” dalle criticate aliquote 2025 in quanto quasi sola, con questa proposta, mostrano differenziali a vantaggio di chi viaggia in premium diesel. Non da poco, come hanno dettagliato Christian Catini e Valentina Pedrazzoli, parlando ovviamente di GLC e GLE, ma anche di Classe C ed E. Chi sa far di conto, può valutare anche da sé.

UN TERZO DEL VENDUTO AI NOLEGGI SARÀ DIESEL PHEV

«Ci attendiamo di veder salire ancora la quota di plugin diesel sul mercato (13% nel 2024) fino a un terzo e oltre del nostro venduto ai noleggi – spiega Catini – Già oggi con la nostra consulenza quasi sempre si sceglie una versione “de” dei nostri modelli con spina, ma anche senza il rapporto è di 4 su

5. Un limite che riscontriamo, è che molti ancora non conoscono questa motorizzazione e il suo valore».

Vero è che per l’utente della strada il prezzo di listino è elevato, superando le altre versioni, ma in azienda dove regnano altri parametri «la convenienza sul TCO è netta –ricorda Pedrazzoli, da MercedesBenz Lease – la abbiamo calcolata in modo molto neutrale e si parla di percentuali che alleggeriscono gli oneri da 10% fino a oltre 20% secondo i casi (30% GLE 4Matic), anche sfruttando la guida elettrica solo per un terzo dell’uso». Merito, appunto, del cambio tassazione, dei consumi buoni e dei canoni, supportati da Mercedes sul valore residuo. Mercedes che, ricordiamo, tutela molti dei propri modelli aziendali con allestimenti business e business extra catalogati e riconoscibili, anche nel remarketing, fronte destinato a un ruolo importante nei prossimi anni.

di Luigi Barni
Dati

LYNK & CO, MA ANCHE FLEET

Il brand svedese estende la gamma con la Phev

da 200 km e un riguardo al B2B

Ndi Luigi Barni

el proprio spazio a Milano, il Club Lynk & Co di San Babila, la dirigenza del brand svedese di Geely ha annunciato l’approccio al mondo fleet e in particolare al B2B nostrano. Con un’offerta che non solo si estende, in termini di gamma, ma soprattutto diviene personalizzata, per i fleet manager. Grazie all’arricchimento di prodotto,

come hanno spiegato il Ceo Nicolas López Appelgren e David Green, VP Strategy & Offers della Casa, dove svetta la prestante Phev 08, ma anche all’assistenza: da Nord a Sud del Bel Paese fino ai venti punti previsti.

Dopo quel debutto italiano con una formula commerciale singolare, per una sola auto disponibile in due soli colori, arriva una fase diversa: sul mercato con canali più classici e un’offerta flessibile, non solo rent di breve ma anche di lungo termine, mettendo a disposizione sia il secondo modello, la 02 elettrica, sia il restyling della 01, ma soprattutto l’attesa 08. Un Suv, semplice nell’approccio e nella gestione, pur super digitalizzato, ma con spina come gradito alla tassazione 2025 e una grande autonomia, che tanti desiderano: 200 km a 0 emissioni “ricaricabili” anche in DC (1080% in 33 minuti).

Entrando nel dettaglio di un

carmaker giovanissimo con età media della clientela non poco inferiore alla concorrenza, pur con peso crescente per il B2B, ecco qualche cura dedicata al mondo delle company-car. In particolare l’assistenza, con un service che si sviluppa grazie anche alla rete Volvo, lungo tutto lo Stivale e la quasi totalità dei ricambi disponibili in Svezia, per rapide consegne europee quando serve.

CONTATTO ECONDIVISIONE

Non resta in secondo piano anche la voluta “informazione bidirezionale” della casa, per interpretare al meglio vetture che sono molto evolute, digitalmente. Per i driver avviene da Infotainment, con supporto e feedback fondamentali per gli upgrade; per i manager è online, o da partner, per gestire meglio i veicoli in flotta. Come spiegano da Lynk & Co, il brand non vorrà mai proporre auto “brutte” o poco accessoriate: la nuova 08 è una plugin forte, nel look e nella tecnica, con una guida adattiva grazie alla AI e una versione Business che offre driver experience completa. «L’offerta commerciale e di noleggio punta alla flessibilità, alle aziende proponiamo anche prove, per capire se sia davvero corretto l’uso di una Bev o Phev. Con tempi di consegna sulle quattro settimane, oltre a centrare i parametri aziendali classici proponiamo auto subito condivisibili tra colleghi, grazie alla tecnologia integrata».

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E GESTIONE DOCUMENTALE: L’IMPATTO SUL PARCO AUTO

La sinergia tra intelligenza artificiale per auto e gestione flotte è sempre più stretta ed è destinata a evolvere in maniera esponenziale, sia per quanto riguarda i trasporti pesanti commerciali, sia per ciò che concerne il settore prettamente automobilistico. Le potenzialità di questa integrazione sono in costante sviluppo: l’IA, grazie alla capacità di apprendere dai dati raccolti, è in grado di evolversi continuamente, migliorando le prestazioni e restituendo output sempre più precisi e articolati.

Proprio questa capacità di apprendimento continuo permette all’intelligenza artificiale di affinare progressivamente l’analisi, fornendo informazioni dettagliate, affidabili e ad alto valore strategico

L’IA è stata adottata da moltissimi software verticali dedicati alla gestione della flotta per gli scopi più

disparati: ottimizzazione dei percorsi anche attraverso monitoraggi in real time, automazione della pianificazione di manutenzioni e assegnazioni dei veicoli, analisi dei consumi e prevenzione degli incidenti

L’applicazione dell’IA in un software per la gestione del parco auto può rendere un applicativo uno strumento ancora più performante in fase decisionale e di ottimizzazione dei costi diretti e indiretti. Uno dei colli di bottiglia che i fleet manager devono affrontare è rappresentato dalle attività di controllo e caricamento dei documenti legati a mezzi e driver. L’IA rappresenta un alleato strategico per snellire questo processo, consentendo di automatizzare la gestione dei documenti legati alla flotta: in questo senso il software ZCarFleet di

Zucchetti utilizza l’IA per scansionare e interpretare automaticamente documenti come patenti, multe e contratti di noleggio a lungo termine, estraendo i dati rilevanti e inserendoli nei sistemi di gestione della flotta, riducendo così tempi, errori e attività manuali. Informazioni come tipologia di patente, numero, date di validità sono recuperate automaticamente dalla soluzione previo il caricamento del documento, velocizzando l’aggiornamento e la gestione dei dati. Lato contravvenzioni è invece automatizzato il recupero delle informazioni necessarie a gestire una multa all’interno della soluzione di fleet management: dati del veicolo, data e luogo della violazione, importo della sanzione ecc.

L’IA è stata applicata anche alla gestione dei contratti NLT (noleggio a lungo termine) in modo da velocizzarne il caricamento nel gestionale compilando automaticamente la descrizione del veicolo, durata e km previsti, canoni, servizi e dati delle emissioni di CO2 “Guidare” lo sviluppo dell’IA attraverso integrazioni applicative concrete è oggi la chiave per trasformarla in uno strumento di reale potenziamento operativo e per evolvere verso una mobilità aziendale più intelligente e automatizzata.

NUOVA NISSAN MICRA

Missione EV per la sesta generazione del modello giapponese in arrivo per il 2026

La sesta generazione Micra punta a riconquistare la leadership nel segmento B: a gennaio arriverà per rinnovare una formula fatta di design iconico, tecnologia avanzata e piacere di guida.

«Il primo modello è stato emblematico. Caratterizzato da piacere di guida con servosterzo, motore 16v, cambio automatico – commenta al lancio Marco Toro, Presidente e AD Nissan

Italia – caratteristiche nuove per i clienti». Le vendite sono in forte crescita nel segmento e le aspettative sono di nuovo alte.

La Micra continuerà ad avere la sua verve ma a 0 emissioni: elettrica, realizzata su piattaforma CMF B-EV (come R5) e prodotta in Francia. Il look si ispira alle prime generazioni, con linee arrotondate, fari circolari e cerchi 18” che conferiscono robustezza. Un’auto ripensata ottimizzando le dimensioni e strizzando l’occhio ai crossover: più alta di 4 cm e più larga di 3, con un ingombro complessivo di circa 4 metri e 1,77 metri di

larghezza. Compatta ma con bagagliaio da 326 litri espandibile fino a 1.106, mostra alta qualità percepita nel rivestimento dei sedili, che cambia in funzione dell’allestimento.

Due le opzioni di batteria: 40 kWh abbinata a un motore da 122 CV e 225 Nm, per un peso complessivo di 1.400 kg e un’autonomia dichiarata di 310 km; 52 kWh con motore da 150 CV e 245 Nm, per peso 1.524 kg e autonomia fino a 408 km. L’efficienza è garantita dall’ePedal, massimizzando il recupero di energia, oltre che da pompa di calore e climatizzazione della batteria. Per la ricarica, si passa dal 15% all’80% in 30 minuti. Per la guida solo tre le modalità (una personale) che modificano potenza, coppia, risposta dell’acceleratore e taratura sterzo, oltre al colore d'ambiente e strumenti.

La dotazione tecnologica vede l’app Connect Services per

accedere da remoto a importanti funzioni, ma una volta a bordo si è nei pochi veicoli in Europa a integrare la suite Google, con aggiornamenti automatici: fatto il login da schermo 10,1” l’accesso è diretto a tutte le app e alla navigazione, avendo tutte le tappe di giornata già nel percorso insieme alle colonnine disponibili.

Sul fronte sicurezza, Micra sfrutta il ProPilot Assist che comprende il mantenimento corsia, il cruise adattivo e le frenate di emergenza. Non mancano inoltre, l’avviso abbandono di corsia, il monitoraggio del conducente, gli interventi per angolo cieco, l’allerta oggetti in movimento al posteriore, il sistema di uscita sicura dei passeggeri. Infine, la casa offre il programma Nissan More: una garanzia gratuita che estende la copertura fino al decimo anno o 200.000 km, se le manutenzioni avvengono presso la rete ufficiale.

di
Ilaria
Salzano

BYD DOLPHIN SURF

Piccola Bev con tanti Adas, keyless e prezzo da termica: è la game changer Byd

Se ci si chiedesse se una Bev lunga 399 centimetri possa far parte di un parco vetture aziendale, la risposta è sì. Due volte sì se si pensa a tutti gli accessori e alla tecnologia che Byd ha messo nella citycar Dolphin Surf, per comprare la quale bisogna staccare un assegno da 18.990 euro. Questo senza contare gli incentivi e i finanziamenti di CA Bank, che prevedono una rata mensile di 99 euro.

Questa vettura arriva sul mercato come modello più accessibile del costruttore cinese, unendo un aspetto sportivo a un abitacolo spazioso dove non mancano tecnologia e Adas di ultima generazione. Insomma: in città è perfetta,

visto che può entrare e uscire a piacimento da quasi tutte le Ztl d’Italia e può farlo con un’autonomia che tocca i 322 km nel ciclo Wltp combinato e sale a 507 in ambito urbano. Per la ricarica, in media la batteria può passare dal 10% all’80% in 30 minuti. A bordo c’è poi la tecnologia V2L che consente di alimentare dispositivi fino a 3,3 kW.

«Da mesi riceviamo domande su questa vettura – spiega la vicepresidente esecutiva di Byd, Stella Li – sappiamo quanto in Europa sia alta la richiesta di elettriche più accessibili». E in tema flotte, vale la pena ricordare che la Dolphin Surf è più connessa di qualsiasi altra auto del segmento. Ha un sensore sullo specchietto laterale dove, appoggiandovi lo smartphone, può sbloccare il veicolo tramite accesso Nfc. Questo implica che diversi utenti (di una stessa azienda) la possono utilizzare senza scambiarsi la chiave, sfruttando il cellulare. I vantaggi sono notevoli anche per il fleet

manager, che da remoto può creare infinite chiavi digitali per i dipendenti che abbiano bisogno dell’auto. Dell’interesse per le imprese, ha parlato il responsabile flotte BYD Italia, Roberto Pazzini «La Dolphin Surf è l’auto più versatile che abbiamo a listino, si presta per entrare nelle car list come vettura in corporate car sharing. Magari per quei dipendenti che hanno già un’auto grande in famiglia e, nonostante sia un fringe benefit a uso promiscuo, hanno bisogno di un veicolo più piccolo. La ritengo una “game changer” sia per il prezzo sia per la grande differenza in termini di contenuti rispetto ai principali concorrenti».

Altro tema accattivante sono le dotazioni di sicurezza attiva e passiva, soprattutto in ambito corporate. «Quando un fleet manager mette a disposizione delle vetture ai dipendenti, è fondamentale avere la massima protezione. E le auto Byd, a iniziare da Dolphin Surf, rispondono a questa necessità».

di
Andrea Barbieri Carones

IBRIDA E AUTOMATICA

La Grande Panda avvicina il target con la versione Mhev 110 CV

UQR Code: online articolo in versione full con video intervista a Gaetano Thorel

n’auto d’immediato successo mediatico e interesse popolare, la Grande Panda, che con la hybrid tre cilindri ora a listino (19.000 euro lordi che scendono a 17 con le promo) estende parecchio il target. ll cambio automatico made in Italy che a Torino è un vanto, permette un’ibridazione semplice ma efficace e tralasciando alcuni dettagli già noti, pur importanti, di stile ricercato a ogni angolo, questa versione meno limitata rispetto alla Bev di debutto sembra ancor più simpat.. Pardon, pandastica, come piace dire al marketing Fiat: usarla fa rivivere certi ambienti che richiamano storiche edizioni, dei vecchi modelli Panda. Elementi forti ma funzionali, come sono i cerchi, maggiori di alcune

“cugine di pianale” e gli interni personalissimi, con materiali green come il bambù del Bambox. Semplice da leggere e

usare l’Infotainment 10,25”, come anche la strumentazione, comunque variabile e gestita a volante. I vantaggi di uso e in parte prestazionali, rispetto alle sorelle estremiste ci sono. Oltre alla Bev, infatti, arriverà la pura termica manuale. I consumi, guidandola “a modo” sono buoni (dichiarati 5 l/100 km) ricordando che misura quattro metri: non è Pandina, offre molto più spazio e contenuti. Con il 1.2 da 110 CV elettrificato a 48V (T-Gen3) le prestazioni ci sono, per quanto serva in città trafficate e anche in extra-urbano (0-100 in 11,2 secondi e 160 km/h di punta) ma non le piace essere stressata a fondo, perché la resa migliore è nella semplicità di una guida lieve. Non ci sono settaggi, regolazioni particolari, e il buon sequenziale eDCT (condiviso ad altri 20 modelli nel gruppo) che “non si sente” pur avendo le due frizioni e relativa meccanica, fa salire un po’ il rombo e i giri se si

esagera. Al contrario offre qualche silente veleggiatura, con il motore 21 kW integrato, aiutando i consumi che solo a velocità autostradali, o con elevato carico, allontanano quelli da “pandista”. Fuori e dentro i detti toni (un po’ forte il giallo di alcune finiture) sposano soluzioni semplici, come alla fine è la guida stessa: adatta a un pubblico di ogni età e genere, che qui rispetto alla Bev trova po’ più spazio, nella parte bassa (assente la batteria) e nel bagagliaio da 412 l. Agevole da condurre sul tortuoso, più rigida che morbida se si spinge in altri usi, offre ovunque semplicità e tante combinazioni, colori (molti retrò) con allestimenti tra cui anche il Business dedicato alle flotte, come racconta il responsabile del brand Gaetano Thorel. Oltre alle dovute declinazioni globali (in America Latina non si chiamerà Panda) più avanti sarà anche 4x4.

di Luigi Barni

OPEL GRANDLAND: DALLA CITTÀ ALLA NATURA

700 km di autonomia full electric per viaggiare in modo sostenibile

Il nuovo Opel

Grandland è un modello camaleontico,

dalle poliedriche sfaccettature. Con un design che fonde funzionalità e linee moderne, questo Suv si adatta alle sfide della vita frenetica così come alla voglia di evadere dalla routine, offrendo la libertà di esplorare senza limiti, dalla città alla natura incontaminata, senza lasciare tracce.

DESIGN CHE ILLUMINA

LA STRADA

Sin dal primo sguardo, Grandland cattura l’attenzione con la sua silhouette slanciata. Un carattere inedito nel veicolo è senz’altro la luminosità che ritroviamo simmetricamente sia sul fronte che sul retro del veicolo, rispettivamente con il Vizor 3D, con il logo Blitz illuminato e la scritta “OPEL” anch’essa illuminata. I fari, a matrice LED Intelli-Lux HD, offrono visibilità ottimale adattandosi automaticamente alle condizioni della strada.

ABITABILITÀ

Grandland è un mondo in cui regnano rigore ed eleganza. E cos’altro è l’eleganza se non ordine e misura? All’interno, il nuovo Suv firmato Opel che esternamente misura 4,65 metri, è pensato per semplificare la vita dei supereroi quotidiani. La nuova Pixel Box traslucida, che illumina l’interno, è tanto un capolavoro di design quanto una soluzione intelligente per tenere in ordine gli oggetti essenziali, per un’armonia interiore rispecchiata da questa casa a quattro ruote.

MOTORIZZAZIONI ETECNOLOGIE

Le motorizzazioni elettrificate del nuovo Opel Grandland, 1.2 Mhev ma soprattutto 1.6 Phev con quasi 90 km di range EV, non solo permettono di muoversi agilmente attraverso la città, ma accompagnano anche nei luoghi più remoti, rispettando

l’ambiente. La possibilità di scegliere tra ibrido o elettrico offre la libertà di viaggiare senza compromessi. Grazie alla piattaforma STLA Medium, progettata per i veicoli elettrici e alle soluzioni di recupero energetico, l‘autonomia dichiarata della Bev con batteria 82 kWh può avvicinare i 590 km. Il Suv Opel offre una capacità del bagagliaio che arriva fino a 1.645 litri, rendendolo perfetto per viaggi lunghi o escursioni nella natura. Ogni vano e ogni compartimento è studiato per garantire comfort e funzionalità, con spazi intelligenti per organizzare tutti gli oggetti essenziali. Il Grandland non è solo pratico, ma anche tecnologicamente avanzato: sistemi di sicurezza come la frenata automatica in caso di collisione, il parcheggio assistito e l’Intelli-Vision a 360 gradi, rendono ogni viaggio più sicuro e confortevole.

di Arianna Festa

E-3008 325 DUAL MOTOR: DOVELEPRESTAZIONI

INCONTRANO LA SOSTENIBILITÀ

La gamma elettrica Peugeot si arricchisce di nuove versioni pensate per chi vuole di più, senza compromessi. In particolare la E-3008 325 Dual Motor porta una ventata di potenza e tecnologia nella gamma C-SUV del Leone, con doppio motore elettrico, quattro ruote motrici intelligenti e una guida su misura per ogni esigenza. Dopo il successo delle versioni Electric 210 e Electric 230 Long Range, la casa francese introduce un’alternativa che punta sul massimo della trazione, delle prestazioni e della sicurezza, ampliando una gamma che conta ben dodici modelli full electric.

DUE È MEGLIO DI UNO:

L’ELETTRICORADDOPPIA

Il cuore della nuova motorizzazione è un sistema Dual Motor: un motore elettrico anteriore da 213 CV e un secondo propulsore da 112 CV sull’asse posteriore. Il tutto distribuito su quattro ruote con logica predittiva, in grado di variare

l’erogazione in base al fondo stradale, alla guida e alla modalità selezionata.I nuovi SUV elettrici del Leone offrono quattro modalità di guida flessibile, ognuna pensata per incontrare le specifiche esigenze del guidatore: Normal, la modalità per tutti i giorni, con trazione anteriore prioritaria e attivazione automatica del motore posteriore quando serve più spinta o aderenza; 4WD, trazione integrale permanente 50/50 per affrontare qualsiasi fondo stradale con la massima stabilità; Sport, per una guida più reattiva e dinamica, con ripartizione 60/40 e risposta più diretta di acceleratore e sterzo; Eco, ottimizza i consumi limitando potenza e climatizzazione, ma garantisce sempre sicurezza grazie al supporto del secondo motore in caso di necessità.

DASPORTIVA

Questa versione di 3008 assicura prestazioni di alto livello: 0-100 km/h

in 6 secondi con una ripresa da 80 a 120 km/h in meno di 4 secondi. Numeri che certificano la reattività della propulsione elettrica, pur senza scivolare in eccessi da sportiva pura. L’obiettivo resta l’equilibrio tra sostenibilità e prestazioni. La batteria NMC da 73 kWh netti garantisce così fino a 490 km di autonomia. E per chi ha fretta, bastano 30 minuti per passare dal 20 all’80% con una colonnina a ricarica rapida.

TRANSIZIONE ELETTRICA SENZAPENSIERI

Come tutti i modelli elettrici Peugeot, anche le versioni 325 Dual Motor beneficiano del programma ELECTRIC PROMISE, pensato per accompagnare il cliente con la massima serenità: 8 anni o 160.000 km di garanzia su veicolo e batteria; Wall Box domestica inclusa; accesso a oltre 1 milione di punti di ricarica in Europa tramite il pass Free2Move.

MAZDA6E

La berlina elettrica in consegna rapida e canone conveniente

Mazda6e, nuova ammiraglia elettrica del costruttore giapponese, è pronta alle prime consegne con un Welcome Pack del valore di 6.000 euro e riguardi anche alle aziende. Il primo è suddiviso tra carta prepagata per ricaricare (circa 3 anni) e un bonus vero e proprio di pari importo, da sottrarre al listino di 43.850 euro. Roberto Pietrantonio, managing director di Mazda Motor Italia, spiega che «Per clienti business abbiamo il noleggio a lungo termine, con

Mada Rent e Arval: ricalcolando il valore residuo dell’auto siamo in grado di noleggiarla a una tariffa molto conveniente». Per quanto riguarda gli allestimenti, ci sono due livelli entrambi molto dotati: Takumi e il top di gamma Takumi Plus, con rivestimenti in pelle nappa e tessuto scamosciato, oltre a tendine elettriche. Tra le caratteristiche principali della berlina 5 porte, le batterie, con due opzioni: standard 68,8 kWh che offre 479 km di range arrivando all’80% in 22 minuti, abbinata al motore 258 CV; poi Long Range 80 kWh, che consente fino a 552 km con propulsore da 245 CV e ricarica dal 10% all’80% in 47 minuti. A prima vista, l’altezza di poco meno di un metro e mezzo la fa sembrare anche una coupé a coda corta, con look sportivo. Gli interni sono caratterizzati da ampi spazi anche per chi è di statura elevata, o siede posteriormente e la luce naturale dal tetto panoramico, enfatizza

lo spazio. Un abitacolo progettato per mettere il conducente nelle condizioni migliori, intuitivo e naturale: la “umano-centricità” del posto guida dove chi è al volante trova rapidamente ciò che cerca. Con informazioni suddivise su tre schermi: a centro plancia un touch personalizzabile 14,6” mentre il quadro strumenti è digitale da 10,2”. C’è poi un head-up display a realtà aumentata da 50”. I sistemi funzionano anche con comandi vocali e gestuali, per clima, navigazione e multimedia. Nove gli airbag, mentre l’assistenza alla guida con frenata di emergenza autonoma, avviso di superamento corsia, riconoscimento della segnaletica e molte altre funzioni, aiuta a evitare potenziali pericoli.

«Mazda ha fatto della sicurezza un baluardo, che ormai diamo per scontato – continua Pietrantonio – del resto tutte le nostre auto hanno le 5 stelle Euro Ncap. Ci sono radar e telecamere che lavorano in sinergia».

Anche il tema delle flotte è caro alla Casa, come spiega il responsabile Alberto Esposito «È una parte importante dell’attività e con la collaborazione di Arval abbiamo una formula NLT da 455 euro al mese, Iva esclusa. Sfido a trovare un’elettrica di queste dimensioni e segmento a questa cifra. Tra l’altro i tempi per entrare in possesso della 6e sono davvero rapidi».

di Andrea Barbieri Carones

VOLKSWAGEN ID.7 TOURER

Per driver elettro compatibili

la familiare tedesca è “più di una Passat”

Una familiare elettrica con l’impronta VW e le prestazioni delle native MEB: è la ID.7 Tourer, qui provata in variante GTX, ovvero 4x4 con 340 CV. Papabile di flotta per la fiscalità e perché se necessita una classica wagon, touring, familiare o un tempo giardinetta che dir si voglia, a Wolfsburg la interpretano bene: fin dall’antenata Passat Variant GT syncro (1984). Questa ID lunga quasi 5 metri e larga 1,86 riprende il concetto, con linee semplici, morbide e un taglio anche dinamico, ricco di dettagli curati.

In abitacolo, una moderna razionalità con finiture più ricche che in accesso gamma, non solo per i sedili elettrificati e climatizzati ma anche per i materiali. Che regna è poi lo spazio: con passo da quasi 3 metri e fondo piatto, il terzo passeggero è comodo dietro, oltre che dotato di Usb e gestione clima. Nel vano bagagli, da 605 a 1.714 litri ben fruibili, con doppio fondo, ganci, reti e prese di corrente.

L’interfaccia utente vede un strumento minimalista compensato da un HUD, ma a dare contenuti è l’Infotainment su Touch 15” orizzontale: ingombrante il giusto, con pulsantiera per il clima e degna configurabilità di ambienti ed app (anche di benessere o gioco). Da apprendere, solo la sensibilità per certi tasti a sfioramento e la reattività di IDA, l’assistente vocale. Per il resto delle pur molte funzioni, ID.7 è gestibile anche da non nativi digitali, con i dati fondamentali sintetizzati senza troppi fronzoli. Così come non ci sono troppe regolazioni guida, pur concedendo drive mode personalizzato e 4x4. Niente distrazioni, a chi non trova un “single pedal” ma può confidare sul pacchetto Adas IQ.Drive e la navigazione connessa, da sfruttare per le ricariche: su colonnine fino a 200 kW DC (200 km in 10 minuti) per la batteria da 86 kWh. Sotto un ampio tetto vetrato, con buoni vani e ricarica induttiva, la GTX si guida apprezzando

l’ottima prestazione dinamica, di un’auto che pesa comunque 2,3 t. Merito della prevalenza posteriore, con il motore 210 kW e delle sospensioni, ma soprattutto dell’intervento automatico della trazione integrale, arrivando al limite (con motore 80 kW anteriore).

Auto precisa più di certe “sportive” e tanti Suv, se spremuta sa dare in coerenza a quelle tre lettere ma consuma anche un po’. Viceversa permette valori buoni, in relazione a quanto offre: facilmente si vedono 16 kWh/100 km pur viaggiando in tre con del carico, mentre in uso mediamente “libero” con autostrada, si eccede il Wltp dichiarato (16,6-18,8 per autonomia 584 km).

Al netto nella dovuta elettrocompatibilità, non fa rimpiangere le citate Passat che supera, come familiare più potente mai prodotta da VW, in comfort e sicurezza, oltre che spazio. Su listino apre a 61.600 euro (la GTX 71.450 euro) mentre in termini di flotta, l’offerta della Casa parla al momento di 829 euro mensili,

QR Code: online articolo full conscheda e fotogallery

di Luigi Barni

L’AMMIRAGLIA OMODA SUPER IBRIDA

Phev di alta percorrenza e tutela nella gestione energia, Omoda 9 ha buone accortezze per il driver

Crossover che vuol farsi

spazio nel segmento

D-Suv, Omoda 9.

L’ammiraglia “Super Hybrid” di Chery svelata alla Design

Week segna un bel passo peril carmaker cinese, ricordandoci che se pur statalizzato è attento all’estero, dove porta il 50% della produzione.

Lunga 4,78 metri con linea pulita e muscolosa, cofano

allungato e grande calandra (ricca di led capaci di coreografie) in abitacolo offre degna gratificazione, con pelle nappa, tetto panoramico e mix dei comandi, fisici o digitali. Pesa un po’ l’avvolgere del tutto, anteriormente, con tunnel ingombrante, ma la qualità percepita e lo spazio sono buoni. Un ambiente quasi saturo di elementi contrariamente a chi oggi pone unico focus nel Touchscreen. Qui è da 12.3” ben combinato allo strumento di fianco (pari misura) e dall’head-up con realtà aumentata. Tra le chicche l’audio Sony configurabile in dettaglio e i sedili, con funzione easy di accesso e massaggi. Lato tecnico, il plugin SHS vede un 4 cilindri 1.5 turbo benzina con 143CV e sistemi elettronici europei, nel brand, combinarsi agli elettrici sincroni. Davanti

sono due i “motor” (uno rigenera) dietro quello più potente: 238CV a cui ci si affida per le fasi 2wd (essendo un 4x4 con priorità al posteriore).

Più che i 537 CV combinati, rilevano la batteria da 34,4 kWh, per 145 km stimati di uso in EV e le funzioni: tra cui range extender (termico acceso, trazione elettrica) e quella in serie (trazione termica con ricarica) mantenendo sempre 15% e oltre di riserva batteria. I consumi dichiarati sono quindi buoni anche a batteria “scarica”: 7 l/100km. Mentre in ricarica si sfruttano 6,6 kW AC o anche 65 kW DC (non da tutti) per un’autonomia complessiva di oltre 1.100 km.

Alla guida, pur meno pesante di quanto possa sembrare, pur con sospensioni elettro-magnetiche, non è auto sportiva, diretta, anzi: tre rapporti, poche regolazioni guida e poco sensibili, ma il comfort, la sicurezza e qualche bel dettaglio nella gestione dei tanti Adas ci sono, ad alto livello. L’offerta semplice include tutto in unico allestimento, a 52mila euro di listino, lordo promozioni. Per i noleggi, i cinesi si sono accordati con Ayvens, puntando al B2B per una degna parte (25%) delle immatricolazioni. La forza dei 7 anni / 150mila km di garanzia (8 anni le parti EV) con ricambi consegnati in 24/48h, punta a compensare le incognite di valore residuo.

di Luigi Barni

VOLVO XC90 MY2025

Il

lusso svedese che si nota ma non eccede, tranne che nell’interfaccia digitale: molto ricca e ripresa dalla sorella Bev

Per le car list di flotta, tra le novità 2025 anche la terza generazione di Volvo XC90. Un Suv premium vicino alla fascia dirigenziale con famiglia da caricare a bordo, che si connota per un’elettrificazione sia Mild 48V sia con spina, nella variante plug-in amica della nuova fiscalità dei fringe benefit. Abbiamo provato quest’ultima (detta T8) al top di gamma (allestimento Ultra) con 455 CV e trazione integrale. È un modello che ammoderna lusso e tradizione Volvo senza sconfinare ai livelli inediti della “sorella” EX90 argomentata su MF2, di altro pianale e design interno.

La XC90 2025 migliora quanto noto, arricchendosi di un Infotainment HMI 11,2” Android - Google, derivato da quello della Bev e vantando un’autonomia a 0 emissioni prossima ai 70 km, con batteria 19 kWh che si ricarica in AC a

11 kW. Percorrenza EV variabile ovviamente, se si spinge a pieno carico, ma nemmeno troppo perché una caratteristica di XC90 è quella di essere poco sfarzosa, nel proprio lusso “consapevole” e lontana da eccessi, inclusi quelli di velocità. Volvo la pone come auto dalla certezza di valore (aspetto rilevante nelle flotte) contando le ottime dotazioni, tra cui tetto vetrato, audio Bowers & Wilkins e le ottime assistenze guida per la sicurezza: quasi come (ancora) la sorella SDV primatista di certi Adas “umano centrici” figli della AI. Ma rispetto alla Bev a cui esser compatibili, la XC90 è un classico, che pesa e costa un po’ meno, con listino prezzi che parte da 81.200 euro per la B5 hybrid.

Alla guida, il “salotto svedese” che ingombra 4,95 metri esternamente, accompagna confortevole ma anche capace di spingere, con il pianale SPA1 che

è alla sua ennesima evoluzione senza negare qualche velleità sportiveggiante, vista la potenza e le sospensioni pneumatiche regolabili: 0-100 in 5,4 secondi, ma si autolimita a 180 km/h. Mentre l’intrattenimento con interfaccia car UX si fa piacere per come è ben configurabile nelle App e aggiornabile. Ma soprattutto, Volvo XC90 è modello capace di sette posti, con bagagliaio da 262 a 1.816 litri.

SCHEDA TECNICA

• Modello in prova: 2.0 t8 phev Ultra awd 7p.

• Carrozzeria: Suv 5 Porte / 7 Posti

• Vano bagagli: 262 – 1.816 l

• Massa: 2.297 kg

• Misure: 4,95 x 1,92 x 1,77 m - passo 298 cm

• Motore: 4 cilindri 1.969cc ibrido Plug-In

• Potenza combinata: 455 CV / 709 Nm

• Trazione: Integrale

• Cambio: Automatico 8 velocità

• Batteria: 19 kWh

• Velocità max: 180 km/h

• 0-100km/h: 5,4 secondi

• Emissioni CO2 30 g/km

di Luigi Barni

UNA COSA SERIA ETANTI VANTAGGI

UNA COSA SERIA ETANTI VANTAGGI

Gli elementi impattanti a favore di una “flotta sicura” sono molti, non solo economici o di regolamentazione

a cura della redazione

È tanto noto quanto banale, dire che la sicurezza della flotta vada tenuta sempre in evidenza. Perseguita il più possibile, anche se per definizione, la sicurezza assoluta non esiste ed è sempre da rincorrere, migliorare, quella in essere. Mille le proposte al riguardo, da costruttori e fornitori di servizi, ma gli elementi chiave da “contare” quando una volta investite le risorse nelle ultime novità, si deve conteggiare il vantaggio in azienda?

Investire in competenze, formazione (anche sul postcollisione), sulla telematica e gli

strumenti di connettività, con IA: il tutto si dice sia per ridurre i rischi e stimolare comportamenti virtuosi, migliorando costi e tempi, ma non solo. Ecco una sintesi, di quanto è stato misurato nell’ultimo rapporto dei britannici sul loro Safety Report “Cut Your Risk” 2025 (di Fleet News). Indipendentemente dalle condizioni legislative e dalle spinte alla transizione, che variano nei Paesi, una flotta che persegue la sicurezza a 360° ha sì degli oneri per i manager, ma offre molti vantaggi spesso non conteggiati a priori:

DALLA SALUTE

DEIDRIVER

ALL’ASSICURAZIONE

In particolare il benessere del conducente è divenuto prioritario, anche perché aumenta produttività, coinvolgimento e lealtà. Inizialmente si puntava ai soli costi da incidente, ora si guarda

a dipendenti in cerca di aziende che si prendano “cura” di loro: facendo trasparire attenzioni di dovere morale oltre che legale (orari e natura del lavoro, cure sanitarie, alimentazione, riduzione stress...). Tra i vantaggi, i feedback, l’ascolto, l’adozione gradita di nuove tecnologie (es. dashcam e telematica) e anche un miglioramento di reputazione. Riguardo alla transizione, la trazione elettrica comporta diversi funzionamenti (accelerazione e frenata, ricariche) e sistemi, con dovere di formazione. Se però risulta difficile od ostacolata, potrebbe addirittura far permanere in flotta veicoli datati, con minori tecnologie di sicurezza e affidabilità, soprattutto nel mondo dei veicoli commerciali (in UK, nonostante le spinte pro-Bev, la durata media del leasing furgoni è salita di anno in anno: da 43 a 46,3 mesi).

Tra le motivazioni economiche e di efficienza, per una flotta più sicura a 360°, ovviamente anche quelle impattanti sui giorni di lavoro (persi per infortuni) le riparazioni ai veicoli (possono comportare anche oneri di recupero e perdita di valore residuo, o dei beni trasportati), gli ordini persi e i costi di gestione generali. Il driver può degradare anche competenza e produttività, oltre che subire lesioni. Ci sono poi i costi di terze parti (danni, mancati guadagni e spese legali). L’ente benefico Brake espone una formula “forte” in UK: un veicolo ne tampona un altro subendo danni per £ 1.000, causandone altrettanti a terzi e vedendone altrettanti ancora di richiesta risarcimento. A fronte dell’onere stimato £ 3.000 però, l’ente afferma che il costo effettivo raddoppia per altri fattori: £6.000 quindi, ma se un’azienda genera ritorni vendite – ad esempio – del 20%, per coprire l’evento servirebbero £30.000 in entrata. Tra le precauzioni quindi, svettano qualifiche e formazione dei

IA PER LA SICUREZZA

Proliferano sempre più i nuovi tool per flotte basati sull’IA (intelligenza artificiale). Perevidenziare i fattori di rischio dei conducenti in azienda, ma non solo. Dati e tecnologia, perseguono in primis l’efficienza ma soprattutto, ora, espandono l’azione a sicurezza e benessere dei driver. Da Geotab e Webfleet, passando per Targa Telematics e non solo: i maggiori fornitori delle flotte implementano IA a volontà. Analizzando al massimo, anche in tempo reale, i comportamenti e i potenziali rischi. Servizi divalutazione e suggerimento azione preventiva, più completi a monte per il fleet manager, nella gestione delle informazioni lungo la filiera e anche più dinamici, avalle. Come per l’assistenza diretta o il recupero di veicoli rubati (che sono oltre 135mila l’anno, in Italia).

driver, oltre che efficienza dei veicoli.

La sicurezza certificata, anche

della flotta, è oggi sempre più requisito per certi appalti, insieme all’ecologia, almeno per le grandi organizzazioni e alcuni enti pubblici e statali. Una flotta a norma di legge in termini di sicurezza e valutazione rischi, è infine tutela in caso di procedimenti giudiziari. E non si parla solo di mezzi pesanti, se guidare l’auto è parte dell’attività lavorativa, aprendo all’ampio tema delle politiche di guida sicura.

Ultimo aspetto i costi assicurativi, molto crescenti oggi e mitigabili gestendo al meglio i rischi di flotta. Una evidente cura della sicurezza può ridurre i premi, in accordo con le compagnie e sfruttando strumenti innovativi, tecnologici e anche finanziari.

NUOVO 3008

HYBRID

FINO A 982 KM DI AUTONOMIA*

* I risultati possono variare a seconda delle condizioni. Dati forniti da Peugeot e calcolati in base al ciclo misto WLTP.

GAMMA PEUGEOT NUOVO SUV 3008 HYBRID: Consumo di carburante gamma 3008 (l/100 km): 5,5 – 5,6; emissioni CO₂ (g/km): 124 – 127. Valori omologati in base al ciclo misto WLTP, in base al quale i nuovi veicoli sono omologati dal 1° settembre 2018, aggiornati al 01/04/2025, e indicati solo a scopo comparativo. I valori effettivi di consumo di carburante e di emissioni di CO₂ possono essere diversi e possono variare a seconda delle condizioni di utilizzo e di vari fattori quali: optionals, temperatura, stile di guida, velocità, peso totale, utilizzo di determinati equipaggiamenti (aria condizionata, riscaldamento, radio, navigazione, luci, ecc.), tipologia e condizioni degli pneumatici, condizioni stradali, condizioni climatiche esterne, ecc. Immagini illustrative; caratteristiche/colori possono differire da quanto rappresentato. Messaggio pubblicitario, con finalità promozionale.

Se è vero che si assiste a un ritorno della soluzione plug-in alla ricerca di un ipotetico ‘diesel del futuro’ considerando le ampie percorrenze nel mix termico-elettrico, il presente appare saldamente in mano alle vetture full hybrid. Come sempre le sensazioni vanno confutate dai numeri ed eccoli: nel primi quattro mesi dell’anno, questa tipologia di alimentazione è arrivata al 12,4% di quota sul totale guadagnando quasi due punti percentuali rispetto allo stesso periodo 2024. E in effetti ha messo la freccia sul caro vecchio diesel che è sceso in soli 12 mesi dal 15% al 9,8%. Non ha senso ripetere i vantaggi della soluzione full hybrid di ultima generazione, che vanno oltre la limitatezza dei consumi: c’è un comportamento dinamico molto fluido e la certezza di non doversi occupare della ricarica come le PHEV. All’automobilista italiano questo piace molto, non ci vogliono ricerche di mercato come non ci sono dubbi che la Toyota Yaris Cross – una delle protagoniste della nostra analisi – sia una delle compatte full hybrid più amate in Italia. Ma se il sistema della Casa giapponese è notoriamente uno dei migliori al mondo, bisogna dare atto che negli ultimi anni l’E-Tech Renault si sta facendo apprezzare su ogni nuovo modello della Régie. Ed ecco che noi l’abbiamo testato sulla Rafale.

Toyota Yaris Cross Successo immediato

Da fuori sembra una RAV4 in miniatura: la carrozzeria da sport utility cittadino lunga 418 centimetri resta un compromesso azzeccato, tra agilità nel traffico e design molto energico, con spigoli accentuati con garbo, cerchi da 18” e protezioni vistose attorno ai parafanghi. La Yaris Cross è un modello di successo sin da quando è apparsa nel 2020, a fianco dell’affermata Yaris. Ne condivide l’abitacolo con posto guida leggermente rialzato, come ci si aspetta da una crossover urbana, e attenzione alla strumentazione digitale da 12,3” abbinata ad un secondoschermo da 10,5’’ al centro della plancia, destinato al multimedia. Tutto studiato in nome di un’essenzialità lucida.

di Maurizio Bertera

È cambiata da poco con il debutto della variante da 131 CV, che affianca quella da 116 CV. La Yaris Cross si propone così con prestazioni migliori mantenendo l’impostazione full-hybrid che la caratterizza. Il sistema della nuova versione è usa un motore-generatore elettrico più grande e

potente, che aumenta non solo la potenza ma anche la coppia: da 141 a 185 Nm. Il risultato è un’accelerazione più rapida (10,7 secondi, mezzo in meno sullo 0-100) senza che ciò impatti pesantemente sull’ambiente (103-122 g/km di CO2 per la Hybrid 130 contro 100-115 g/km della 116) e con consumi compresi tra 4,5 e 5,4 litri/100 km. La gamma

comprende sette versioni: due (Active e Trend) con il 116 CV e cinque con il motore più potente. Per la Trend e la Lounge c’è anche la possibilità di chiedere la trazione integrale, mentre non manca la GR Sport. Il listino va da 28.750 a 36.750 euro.

LA PREFERITA

La versione Lounge ci sembra quella più interessante perché a 34.250 euro, o 36.750 euro con trazione integrale, offre una valida dotazione. Ci piace segnalare la tecnologia a riconoscimento vocale che risponde al comando «Ehi Toyota» anche di fronte al linguaggio naturale. Potenziato anche il Toyota T-Mate, disponibile anche sulla Yaris berlina. Un nuovo sistema di telecamere e radar è in grado di garantire scansioni più ampie rispetto a prima, rilevando più efficacemente potenziali rischi e fornendo protezione anche quando

l’auto è ferma: per esempio il Safe Exit Assist opzionale aiuta a prevenire l’apertura di una portiera mentre stanno arrivando veicoli o ciclisti. Il Rear Seat Reminder System invece, avvisa con segnali luminosi e sonori nel caso in cui si dimentichi un bambino o un animale domestico sul sedile posteriore.

IN ARRIVO

Non si prevedono allargamenti della gamma a breve termine.

TEMPI DI CONSEGNA

Mediamente fra i due e i quattro mesi dall’ordine, ma ci sono spesso promozioni interessanti per avere subito la vettura.

VALORE RESIDUO ECOSTI DI GESTIONE

Tutte le Toyota hanno un buon valore sul mercato

GAMMA

dell’usato e sicuramente gli ultimi modelli di successo lo hanno alzato. Prima della messa in vendita, le auto Toyota Approved vengono esaminate da tecnici qualificati e sottoposte a una serie completa di oltre 100 controlli. Nella scelta, si può includere in anticipo i tagliandi di manutenzione nel programma di finanziamento Toyota Easy Used – che offre il Valore Futuro Garantito sulla vettura – così da avere la garanzia del post vendita della Casa a disposizione. Come il resto della gamma è tutelata dal programma Toyota Relax, che garantisce il mezzo per 15 anni (o 250.000 km) a fronte della manutenzione regolare presso la rete. In seguito, si può chiedere la versione Relax Plus. In più, come tutte le full hybrid della Casa, può usufruire del WeHybrid Service, il programma di manutenzione che offre l’opportunità di accesso a un sistema di sconti basato sui dati di percorrenza

chilometrica in modalità elettrica. Più risulta alta la percentuale di distanza media in elettrico, più sarà alta la percentuale di sconto. La formula Toyota Easy Pay consente infine di pagare gli interventi di manutenzione in tre rate.

FORMULE FINANZIARIE ENOLEGGIO

Toyota Easy Next, Easy Start, Easy Move ed Easy Used, sono le formule di Toyota Financial Services. L’ultima in particolare permette di definire ‘in progress’ una nuova durata del contratto, azzerando un pagamento o modificando l’importo di una rata in autonomia, da smartphone o da PC. E in ogni caso, viene assicurato il valore di riacquisto dell’auto una volta chiuso il finanziamento. Per il rent, il ‘lungo termine’ è rappresentato da Kinto One, pensato per avere i vantaggi di un modello nuovo Toyota

con canone mensile fisso e una vasta gamma di servizi inclusi: manutenzione, protezione assicurativa, assistenza stradale, gestione bollo e multe, messa su strada.

PREGI E DIFETTI

La piacevolezza di guida è indiscutibile: al volante, la Yaris Cross si mostra agile e divertente. Il sistema ibrido assicura grande fluidità di marcia, risulta pronto e in città fa viaggiare spesso a zero emissioni, con felice limitazione dei consumi. Detto questo, bisogna ammettere che nonostante l’omologazione, non si può pretendere di viaggiare comodi posteriormente né di avere un baule dei più capienti: siamo su 397 litri nella configurazione base e 1.097 in quella massima. Nell’eccellente comportamento dinamico, un effetto ‘scooter’ inferiore migliorerebbe la silenziosità in abitacolo. Quanto al

prezzo, se è vero che la Casa non ‘regala’ la Yaris Cross, la dotazione di ogni versione è centrata e nel caso di quelle più ricche si attesta su un livello di segmento superiore.

IMMAGINE

Difficile che negli ultimi decenni Toyota abbia fatto passi falsi e, come previsto, anche qui ha colpito nel segno. La Yaris Cross è uno dei modelli che vende di più in Europa e ha colto al balzo la richiesta di compatte rialzate, sia per motivi estetici sia per scelte pratiche. Al pari della sorella d’origine, è il vero manifesto della Casa sulla visione full hybrid che le ha permesso la conquista di larghe fasce di automobilisti. E il restyling ha migliorato ulteriormente le peculiarità. Non stupisce quindi che nel primo quadrimestre 2025, la Yaris Cross sia settima assoluta nelle classifiche delle vendite.

Renault Rafale

Full Hybrid E-Tech

Grinta e ibrido

La Rafale è una filante suv-coupé ibrida che nasce sulla stessa piattaforma della Austral e della Espace; prende il nome dal leggendario monoplano Coudron Rafale C.460 (spinto da un motore Renault) che nel 1934 stabilì un primato di velocità, raggiungendo ben 445 km/h. Lunga 4,71 metri, larga 1,86 e alta 1,61, ha un look grintoso sottolineato dalle luci affusolate, dalle fiancate toniche e dal lunotto quasi orizzontale sormontato da uno spoiler sottile, che si abbina a quello sul bordo del portellone. La presenza su strada è massiccia, grazie a carreggiate più larghe di quattro centimetri rispetto alle ‘sorelle’. Il tutto sottolineato da passaruota ben marcati e muscolosi, che fanno da cornice a cerchi da 20” con pneumatici 245/45. Il bagagliaioè capiente, con forme regolari: a schienali alzati la capacità di carico è di 528litri, che diventano 1.660 reclinando il divano.

di Maurizio Bertera

Sotto il cofano, ci sono due soluzioni. Una è la plug-in a trazione integrale, basata sul tre cilindri turbo benzina 1.2 con potenza complessiva di 300 CV, in due allestimenti: Esprit Alpine a

52.800 euro e Atelier Alpine a 57.300 euro. L’altra è la full hybrid con la stessa base a benzina, due motori elettrici e una batteria agli ioni di litio da 2 kWh: in totale sono a disposizione 200 CV, per uno 0-100 km/h in 8,9 secondi e spunto

massimo di 180 km/h. Il plus del sistema è che termico ed elettrico possono lavorare congiuntamente o separatamente, grazie alla particolare trasmissione priva di sincronizzatori. Il cambio sfrutta infatti la seconda unità elettrica per portare al giusto regime il tre cilindri e garantire gli innesti. Il termico oltre a dare motricità, può azionare un motogeneratore che ricarica la batteria. Da qui consumi che fanno sorridere: 4,8 litri ogni 100 km.

LA PREFERITA

Considerando la soglia dei 50mila euro e la tendenza di mercato, ci sembra che la Full Hybrid E-Tech sia una buona scelta. Anche qui sono due gli allestimenti: Techno ed Esprit Alpine, con il secondo ancora più attento sul fronte ADAS, visto che aggiunge l’avviso di non aprire le porte quando sopraggiunge di lato un altro veicolo, la frenata

automatica d’emergenza in retromarcia e l’asse posteriore sterzante. I prezzi sono rispettivamente di 43.800 e 48.300 euro. In comune, le versioni hanno un abitacolo ben confezionato, sia per quanto riguarda materiali e finiture, sia per la dose tecnologica. Rispondono all’appello il classico doppio display del sistema OpenR ad alta risoluzione che abbraccia il conducente (e sfrutta i servizi connessi Google), ma anche i sedili dalla conformazione sportiva, con rivestimenti di microfibra (riciclata al 61%) e dotati di funzione massaggio, nonché di un originale logo che si illumina quando ci si avvicina all’auto.

IN ARRIVO

La Casa non prevede allargamenti della gamma.

TEMPI DI CONSEGNA

Si aggirano sui tre mesi, a

GAMMA

meno di particolari promozioni.

VALORE RESIDUO ECOSTI DI GESTIONE

La Rafale battaglia in un segmento competitivo, ha solo due anni di anzianità ma manterrà sicuramente una buona quotazione sul mercato. La Casa francese ha il suo ‘sistema’ in Renew: un programma studiato per assicurare lo stesso livello di qualità, servizi e soddisfazione di quando si acquista un’auto nuova. I cardini sono rappresentati dai 150 controlli negli elementi importanti dell’auto, le estensioni di garanzia (Excellence e Premium), varie formule assicurative e la possibilità di finanziamenti ad hoc. Oltre la garanzia base di due anni, Renault offre un contratto di estensione sino a 5 anni / 150mila km, per avere una copertura totale del veicolo. In più ci sono pacchetti di manutenzione a prezzi competitivi (visibili sul sito Renault) che

differiscono se l’auto ha meno o più di quattro anni.

FORMULE FINANZIARIE ENOLEGGIO

Mobilize Financial Services offre tre formule. La Simply Credit a sua volta propone tre varianti: Access, Kasko e Warranty con l’ultima che è la soluzione più completa, perché oltre ad un tasso promozionale consente di aggiungere un pack servizi a prezzo molto competitivo.

Poi c’è la formula Valore Garantito, da 36 a 60 mesi, dove Renault si impegna a garantire per un valore superiore a quello di mercato al momento di sottoscrivere il contratto di finanziamento. E infine c’è il normale Leasing. Ampia la lista dei servizi assicurativi, come non mancano promozioni del momento, a prezzi competitivi con servizi annessi. Il noleggio a lungo termine, senza anticipo, prevede un pacchetto all-inclusive e canone fisso mensile

eliminando il rischio di dover sostenere spese non programmate (per la manutenzione, in primis) e assicurando polizze comprensive di RCA, Furto & Incendio e Kasko. Interessante la formula Flex Lease, che consente di cambiare il modello –ovviamente Renault – ogni anno successivo alla stipula del contratto, in base alle esigenze.

PREGI E DIFETTI

Senza dubbio, il punto di forza resta il comfort: l’abitacolo ha un look moderno ed è impreziosito da dettagli originali come le cuciture col tricolore francese, la pedaliera in alluminio e i vani laterali in tessuto. Gli schermi hanno un’ottima risoluzione, entrambi ben personalizzabili e si avvalgono del reattivo Android Automotive di Google. Ottimo anche il retrotreno sterzante: rende l’auto agile nei parcheggi ed

efficace in città, alleggerendo da dimensioni non indifferenti. Ci convincono meno – ma è questione di gusti – il volante ricco di levette e il cambio che diventa un po’ brusco quando si alza il ritmo del motore.

IMMAGINE

Non si può certo dire che a Renault manchi la reattività in tempi di Suv-mania e ibrido: la Casa ha ‘sfornato’ un altro modello perfettamente adatto ai tempi, che regala vero piacere di guida, grazie a un comportamento stradale eccellente e soprattutto l’affidabilità. È una buona scelta nel doppio utilizzo casa-lavoro, perché offre un notevole comfort e al tempo stesso si pone all’avanguardia tecnologica, pur non appartenendo al segmento premium. Sipuòaffermare che sia l’ennesimo modello dellaRenaulution andato asegno.

AI E TELEMATICA INCENTIVANTE

Dai più recenti studi Geotab in Europa esce un quadro dove ai driver (di mezzi commerciali e auto) mancano ancora sicurezze e “appoggi” per un lavoro, la guida, che è meno gradito di un tempo. Talvolta stressante e esposto a rischi, oneri anche aziendali mai decrescenti. Dettagli a parte, le nuove soluzioni con AI nella telematica, combinate alle scienze comportamentali, permettono di analizzare e rendere utili le grandi quantità di dati per intervenire attivamente sulle condizioni di guida. Non solo alert e suggerimenti in funzione di percorso, comportamento live e precedente del driver, grazie a precise stime istantanee, ma anche nuove funzioni challenging che, invece di perseguire azioni guida dannose o poco efficienti, premiano: ogni passo verso gli obiettivi di risparmio, ecologia, sicurezza e prestazione. Una telematica con AI che scopre sì ogni km fatto oltre i limiti, o frenata inefficiente, ma non “bacchetta”. Invertendo il metodo e rendendo i driver simili a degli sportivi: accompagnati verso prestazioni migliori, con target crescenti premiati (ad esempio in buoni spesa).

NUOVI CARTELLI DI VELOCITÀ A PROFILO VERDE

A breve anche in Italia, come in altri Paesi europei (es. Francia e UK) si diffonderanno nuovi cartelli stradali sulla velocità, simili a quelli del limite ma con bordo verde invece di rosso. Forma circolare quindi, sfondo bianco e numero nero, ma la differenza è che i km/h indicati non sono il limite massimo, bensì quelli consigliati per il tratto stradale. Un suggerimento, per migliorare fluidità e sicurezza del traffico, che se superato non comporta multe finché si resta nei limiti assoluti. L’inedita segnaletica si potrebbe trovare su tratte particolarmente “difficili” o in aree sensibili, con indicazione modulare e dedicabile alle singole corsie (qualora sui cartelloni digitali in autostrada) secondo le condizioni del momento, meteo incluso. Dadire, che il nostro CdS prevedeva già cartelli di “velocità consigliata”: con forma squadrata, colore blu e numero bianco.

Registrazione Tribunale di Milano n° 219 del 28/03/2006

Direttore responsabile

Omar Marco Fumagalli

Collaboratori

Andrea Barbieri Carones, Luigi Barni, Maurizio Bertera, Arianna Festa, Francesco Lacidogna Alessandro Palumbo, Salvatore Saladino, Ilaria Salzano

Impaginazione Gianluca Ubezzi

Stampa Faenza Printing Industries, Faenza (RA)

Distribuzione in Italia

Faenza Printing Industries, Faenza (RA)

Spedizione Posta Target - Magazine

Tariffa abbonamento annuo: 35,00 euro

Bonifico bancario per Banca Popolare di Sondrio, Agenzia n. 13 di Milano c/c 000005445X70 - CIN X

ABI 05696 CAB 01612

IBAN IT78X0569601612000005445X70 intestato a Newsteca Srl

Regolamento Europeo 2016/679

Il titolare del trattamento dei dati personali utilizzati per l’invio della rivista è Newsteca srl. Gli interessati possono esercitare i diritti previsti dal citato Regolamento EU 2016/679 telefonando allo 02/36599030 o inviando email all'indirizzo: privacy@newsteca.it.

Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati è l’amministratore unico.

Direzione, Redazione, Pubblicità, Amministrazione: Via Larga, 6 - 20122 Milano

Tel. 02/36599030

e-mail: redazione@newsteca.it www.missionline.it

Amministratore Unico

Marco Persico

UFFICIO COMMERCIALE

Tel. 02/36599030

Tiziana Gregori gregori@newsteca.it Cell: 333/3854276

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
MissionFleet 3 / 2025 by Newsteca - Issuu