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RISK ASSESSMENT
from MISSION 3 / 2020
by Newsteca
Immaginare i viaggi dopo il Coronavirus
Sulla base di come i Paesi hanno risposto alla pandemia è possibile tracciare uno scenario: lo facciamo con Riskline, azienda globale di calcolo dei rischi di viaggio. La raccolta di informazioni tra i viaggiatori è la via per elaborare misure di contenimento che non paralizzino gli spostamenti
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di Paola Baldacci
Chi è Riskline
Riskline è una società specializzata nel monitoraggio della tr avel s ecurity. Il suo team di esperti valuta il rischio per centinaia di destinazioni in tutto il mondo. L’ epidemia globale di Coronavirus è stata dirompente in ogni aspetto della nostra vita e sono stati tracciati parallelismi con l’11 settembre, la Grande recessione americana e l’influenza del 1918-1919 (o Spagnola). Con l’aiuto di un rapporto di Riskline, azienda globale di calcolo dei rischi di viaggio, proviamo a immaginare un mondo post Covid–19 nella prospett iva delle trasferte di lavoro. È e vidente ormai che questa emergenza sanitaria cambierà in maniera permanente il modo in cui viaggiamo, anche se i governi cercheranno di impedirne la ripetizione. E sulla base di come i Paesi hanno risposto al primo ciclo è possibile tentare uno scenario.
Le ondate di ritorno
«Le ondate di ritorno dell’epidemia attiveranno probabilmente le restrizioni di viaggio con breve preavviso – spiega un report di Riskline – e i governi non vorranno essere visti agire troppo lentamente, ma nemmeno sostenere i c osti di ripristino d ei blocchi dei viaggi per altri mesi.
Il caso Taiwan
128 chilometri dalla Cina continentale, 441 casi di Covid-19 (al 26 maggio) e 7 deceduti: come è possibile che la provincia ribelle di Taiwan sia riuscita a preservarsi dalla diffusione del Coronavirus? Un po’ di esperienza e di diffidenza verso la patria sono stati gli elementi vincenti. Avendo imparato dal precedente focolaio di Sars, il governo è entrato in azione non appena si è sparsa la voce su una malattia simile alla polmonite a Wuhan nel dicembre 2019. Taiwan ha attuato il controllo di un’ampia selezione dei viaggiatori dalla regione cinese epicentro del virus già dal 31 dicembre. Ha istituito un sistema per rintracciare coloro che si mettevano in auto isolamento e ha intensificato la produzione di attrezzature mediche per uso domestico da gennaio. I voli da e per il continente s ono stati vietati dal 26 gennaio. Il successo è anche merito dell’utilizzo di big data per il monitoraggio intensivo della salute della popolazione e l’eccellente sistema sanitario pubblico di Taiwan.

Perciò nel medio termine, quando il virus riemergerà in un luogo, le autorità sanitarie pubbliche dovranno raccogliere molti più dati sui viaggiatori e condividerli con i funzionari dei trasporti per rispondere con controlli meno disruptive e mirati selettivamente a controlli sui movimenti personali».
Prima la salute pubblica, poi la privacy
Secon do gli esperti di valutazione dei rischi di viaggio, esattamente c ome per la sicurezza nazionale nel mondo post 11 settembre, la salute pubblica sta diventando prioritaria rispetto alla privacy e ai diritti civili. Ecco che in Corea del Sud – il Paese oggetto di apprezzamenti dai governi occidentali per la strategia





“traccia, prova e cura” che ha consentito di controllare i contagi in maniera efficiente – milioni di utenti hanno ricevuto alert governativi sullo smartphone. Essi tracciavano la cronologia e la posizione di ciascun paziente dall’inizio dell’epidemia a gennaio. Invece, a Hong Kong i viaggiatori in ingresso hanno dovuto indossare braccialetti elettronici per monitorare i loro movimenti e assicurarsi c he rispettassero l’ordine di quarantena. E ancora, il 18 marzo il governo israeliano ha approvato i regolamenti di emergenza per la raccolta di dati sulla posizione mobile e altre informazioni personali dalle persone confermate o solo sospettate di essere contagiate. Ciò ha innescato proteste antigovernative fuori dal Parlamento il 19 marzo. «Misure simili per ottenere i dati dagli smartphone sono allo studio nel Regno U nito e negli Stati Uniti», dicono in Riskline.
Dati personali Il nuovo focolaio di Coronavirus ci ha costretto a ripensare la salute pubblica in un mondo sempre più connesso e ad alta tecnologia. «Quando riapriranno gli aeroporti e le frontiere – continua il report – è probabile che apprenderemo come la ripresa dei viaggi comporterà ulterior i compromessi per la nostra privacy». Ecco che alla stregua dei metal detector e delle macchine a raggi X, le apparecchiature di sorv eglianza che monitorano la temperatura corporea dei passeggeri e

cercano altri potenziali sintomi possono diventare una caratteristica permanente nei principali aeroporti e hub di trasporto. «Nel caso in cui venga diagnosticata una malattia infettiva, i viaggiatori dov rebbero considerare la possibilità che le loro informazioni personali – genere, età, nazionalità, residenza e luogo di lavoro – vengano divulgate. Così come che i loro movimenti siano monitorati attraverso dispositivi intelligenti». Insomma, se la pandemia può finire, è probabile che i cambiamenti che provocherà al modo di viaggiare rimarranno. Viaggiatori, compagnie aeree e governi dovranno ada ttarsi, proprio come hanno fatto in un mondo dopo l’11 settembre 2001. l

Privacy, addio
«Quando riapriranno gli aeroporti e le frontiere – spiega il report di Riskline – è probabile che apprenderemo come la ripresa dei viaggi comporterà ulteriori compromessi per la nostra privacy».