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Road to IMA 2020, questione di mindset

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Il mondo è cambiato e volenti o nolenti dobbiamo fare i conti con la perdita di una comfort zone conquistata a fatica. Si tratta di un viaggio nel caos e rimettere ordine è come una missione di lavoro

a c ura d ella redazione

Affrontare il cambiamento

L’Antartic mindset è un percorso di formazione che aiuta le aziende ad affrontare il cambiamento e l’innovazione che la contemporaneità ci impone. A bbiamo voluto Road to IMA 2020 per creare un fil rouge tra noi e l’ampia community che da sette edizioni unisce Newsteca al business travel negli Italian Mission Awards. Non si tratta “semplicemente” di sponsorship e tantomeno di giudicare le candidature, ogni IMA è un percorso che impegna molte persone nell’arco di sei mesi. E di questo siamo immensamente grati. I travel manager della giuria che la n ostra Arianna De Nittis segue con attenzione sono normalmente molto impegnati nella vita e nella professione e scelgono di dedicare un tempo prezioso ad esaminare progetti. Poi c’è uno staff della casa editrice di Mission e Missionline.it che per questo premio s’ingegna ogni anno per innovarlo. Naturalmente ci sono gli sponsor: senza di loro, non sarebbe possibile realizzare un evento unico per il nostro comparto, tanto vitale per l’economia dei viaggi. I partner che sostengono gli Oscar dei viaggi d’affari sono un cuore pulsante di IMA. E lo sono stati di Road to Ima 2020: da loro è venuta la più grande prova di adattamento al cambiamento. Nella crisi economica più devastante dal Dopoguerra ad oggi, compagnie aeree, destinazioni, hôtellerie, tecnologie, assicurazioni e tutti i componenti della filiera dei viaggi d’affari hanno dimostrato la capacità di cambiare priorità e focus in corso d’opera. Le aerolinee hanno trasformato i voli passeggeri in cargo, trasportando tonnellate di materiali sanitari, utilissimi durante l’emergenza Coronavirus. Le destinazioni e gli hotel sono stati i primi a “protocollare” la riapertura secondo standard di cui i travel manager oggi non possono più f are a meno. Tecnologie e assicurazioni diventano gli abilitatori indispensabili a nuovi approcci di duty of care. Senza accorgerci e senza viaggiare, tra febbraio e tutto maggio, abbiamo vissuto – non senza sofferenza –un’epoca di trasformazione accelerata. E dovremmo farne tesoro.

A dattarsi al nuovo

Il filo conduttore di Road to IMA 2020 è stato l’adattamento: adattarsi è una grande capacità dell’uman ità, una dote d’intelligenza, un istinto di sopravvivenza. Per spiegarvi il parallelismo tra la condizione di oggi, all’indomani di un’emergenza sanitaria che ha stravolto le nostre vite, e una trasferta di lavoro abbiamo chiamato Chiara Montanari, esploratrice in Antartide (metafora del mondo contemporaneo: complessità, alti rischi e innovazione permanente), la prima donna italiana a capo di una mi ssione scientifica nel luogo più

estremo del pianeta. Dalle cinque spedizioni nella terra dei ghiacci ha elaborato una filosofia “di adatta

MAIN SPONSOR mento” che si chiama “Antartic mindset”, insieme al filosofo della scienza Gianluca Bocchi, studioso dei sistemi complessi (in fisica). Chiara ha spiegato nella prima tappa di Road to IMA 2020, che potete riascoltare sul canale Youtube di Missionline.it: «Oggi possiamo essere attori nel riscrivere un nuovo futuro e anche modi di viaggiare diversi. Molto si sta svelando ora e noi possiamo prenderne parte: questa è l’opportunità. Non dovremo distrarci dalla fatica che si presenta, oppure dalla tristezza di quanto abbiamo perso, ma esserne stimolati». L’Antartic Mindset insegna come prosperare nell’incertezza ed è anche un percorso di formazione per le aziende. Utile più che mai proprio oggi. Da l piccolo assaggio che vi abbiamo proposto nella prima puntata di Road to IMA abbiamo capito che i travel manager custodiscono nelle loro competenze una predisposizione naturale alla mentalità antartica. Con il caos intorno che manda per aria tutti i programmi, sanno rimettere ordine tra rimpatri, ripartenze e nuovi protocolli. Senza saperlo, applicano la filosofia dell’esploratrice dell’Antartide che nel luogo più ostile del pianeta ha imparato quanto spiazzante sia l’ambiente inaspettato.

M entalità antartica

Argomenta Montanari: «Vivere in Antartide è come vivere su un altro pianeta, non solo per l’ambiente estremo, anche perché si vive in spazi ristretti e molto remoti». La base Concordia, in cima alla calotta polare, a 4000 metri di altitudine, registra –50°C in estate e –80°C in inverno. Lassù il te am d i 70-80 persone rimane per tre mesi, da fine novembre a febbraio, in contesti affollati e multiculturali, con moltissime task da portare a termine. Al punto che l’agenzia spaziale europea studia le dinamiche che si sviluppano tra le persone, ipotizzando di assimilarle alle spedizioni di lungo periodo nello spazio. «La gestione delle dinamiche del team è uno dei compiti più difficili e più i mportanti per il capo spedizione. Ess ere il leader di un gruppo di questo tipo significa saper gestire il conflitto e trasformarlo in positivo, saper individuare l’innovazione necessaria di fronte all’imprevisto e saper affrontare l’emergenza quando si presenta». Oggi, questo si traduce nell’Antartic mindset, un modello di comportamento utile alle aziende per affrontare il cambiamento e l’in novazione che la cont emporaneità ci impone. l

Riascoltaci!

Potete riascoltare la prima tappa di Road to IMA 2020 sul canale Youtube di Missionline.it.

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