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E’ arrivato lo scontrino elettronico, passaggio delicato per le AZIENDE
“Aumenta la burocrazia che ostacola il lavoro” A partire dall’inizio del 2020 c’è stato un importante cambiamento nel mondo del commercio italiano. Tutte le imprese devono rilasciare uno scontrino elettronico o telematico (documento commerciale) attraverso un registratore di cassa collegato con internet che invierà le chiusure giornaliere all’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo della pubblica amministrazione è quello di frenare l’evasione fiscale. In realtà questa riforma è già entrata in vigore dal mese di luglio del 2019 ma interessava esercizi commerciali con un volume d’affari superiore ai 400.000 euro, quindi aziende strutturate e certamente attrezzate per il rinnovamento tecnologico. Dal 1° gennaio di quest’anno sono interessati tutti i commercianti, anche i piccoli. Lo Stato si è impegnato ad agevolare gli imprenditori nel passaggio allo scontrino elettronico con la concessione di un credito di imposta pari al 50% della spesa necessaria per il nuovo registratore di cassa o per l’adattamento del macchinario già a disposizione dell’azienda. C’è comunque un tetto all’agevolazione che è di 250 euro per l’ac-
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quisto della nuova cassa e 50 per l’adattamento. Al netto di ulteriori dettagli tecnici, questa è la grande novità che cambia il lavoro dei commercianti, mentre per il cliente sostanzialmente non c’è alcuna novità, in quanto riceve lo scontrino esattamente come prima. L’impresa commerciale ha ancora tempo per adeguarsi al nuovo regime fiscale. Causa l’emergenza sanitaria Covid-19, la moratoria alle sanzioni prevista con scadenza del 30 giugno, è stata proprogata fino al 1° gennaio del 2021, per cui fino a tale data si può andare avanti anche col vecchio sistema, scelta evidentemente pensata per un passaggio più graduale possibile. Entro la fine del mese successivo occorre comunque inviare i corrispettivi direttamente all’Agenzia delle Entrate. Il “vantaggio” dello scontrino elettronico, per il commerciante consiste nel fatto che non è più necessario tenere un registro dei corrispettivi, in quanto i dati sono trasmessi direttamente all’Agenzia delle Entrate, dove vengono catalogati e memorizzati elettronicamente. Da questa operazione, lo Stato conta di incassare continua a pag. 24













