La Sedicesima zona2

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CAMBIAMOLO QUESTO IACPM!

Assemblea del CdZ. 16 sulla Ristrutturazione dell' Istituto Case Popolari di Milano

Un inquilino ha atteso per tre anni la sostituzione di un citofono rotto; un altro telefona da sei mesi (date e ore segnate sul taccuino (per fare sostituire il vetro della porta di ingresso, senza neppure riuscire a parlare con un funzionario responsabile; e poi c'è l'inquilina che è stata costretta a pagare un « arretrato » di spese dal 1973, senza che le venisse mostrata una sola pezza giustificativa. Sembrerebbero episodi assurdi: ma basti dire che gli inquilini di cui parliamo abitano tutti in case popolari gestite dallo IACPM perchè i fatti rientrino nella normalità l Sono, queste, alcune note relative all'assemblea del 17 febbraio, indetta dal C.d.Z. 16 sul tema « Ristrutturazione dello IACP di Milano », tema che, come si potrà dedurre dagli episodi che abbiamo riportato, è urgente affrontare se non si vogliono superare pericolosamente i limiti della sopportazione degli inquilini.

Lo IACPM, come al solito, ha ignorato anche questo invito alla riflessione e all'autocritica, guardandosi bene dall'inviare un proprio rappresentante. Ma per fortuna nessuno, né tra gli organizzatori, né tra il pubblico, ha perso tempo a costruire sulla latitanza dello IACPM le solite filippiche, scontate quanto inutili.

Il documento del CdZ 16

Si è invece partiti subito con il piede giusto. Barsotti, coordinatore della Commissione Casa, ha dato lettura del documento-proposta del CdZ 16 per la ristrutturazione dell'Istituto.

Tra le cause delle gravi inefficienze e del pauroso deficit (oltre 100 miliardi) dello IACPM, dice in sostanza il documento del CdZ 16, sono evidenti «gli sprechi ed i clientelismi, le lotte tra gruppi di potere e le assegnazioni clientelari» che per lunghi anni hanno caratterizzato la gestione dell'Istituto. Come invertire questa tendenza «prima che la situazione porti al collasso dello IACPM?» Il CdZ 16 dà una risposta molto precisa a questa domanda: lo IACPM, «pur rimanendo il principale strumento per il rilancio della politica della casa nel settore pubblico, deve essere adibito esclusivamente a quei compiti istituzionali per cui è stato creato e dotato di ampi mezzi tecnici: «la progettazione e lo appalto di nuove costruzioni e la gestione del patrimonio esistente». È indispensabile invece che la politica della casa nel settore pubblico sia affidata ai Comuni. Per giungere ad una simile divisione dei compiti e quindi

Esserci o non esserci ?

La pertecipazione dei cittadini alla vita della zona

L'Amleto di turno, che si pone l'angoscioso interrogativo, non è il pallido principe di Danimarca, non passeggia solitario per le torri del castello degli avi, accorezzando il teschio paterno. È il cittadino medio, eternamente in conflitto fra pantofole, tv e riposo dopo il lavoro, e impegno sociale oltre il lavoro; tra l'ingiusto comodo e il giusto scomodo: insomma, fra assenteismo e partecipazione. Certo, non è èfacile, anzi, diciamolo francamente: occorre uno sforzo di volontà non piccolo per uscire di casa, alla sera, magari con freddo e nebbia, oppure al sabato o anche alla domenica, per andare a fare dell'altro lavoro, che richiede ulteriori ore di impegno, naturalmente non retribuito, da aggiungere alle ore (mai po che) dedicate al «padrone». Chi svolge attività sociali sa quale impegno esse comporta no: il gruppo sportivo, il circolo culturale, la compagnia teatrale, la cooperativa, il comitato inquilini, il sindacato il partito, il consiglio di zona, la redazione de «La Sedicesima».

IL S. PAOLO FUNZIONA

Ecco i reparti, gli ambulatori e gli orari

ad ottenere un maggior grado di efficienza dei servizi erogati dall'Istituto, prosegue il documento del CdZ 16, occorre però che l'attuale assetto dello IACPM venga modificato. Le misure sollecitate sono numerose: dal congelamento del deficit per permettere il ripianamento a tassi agevolati, alla nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione da parte del Comune, ad un reale decentramento tramite la suddivisione del Consiglio di Amministrazione in Commissioni, ad un potenziamento reale del decentramento conferendo al

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Malgrado le grosse difficoltà che il Consiglio di Amministrazione ed il personale devono affrontare quotidianamente, lo Ospedale S. Paolo alla fine funziona. Certo si tratta di una agibilità perziale, resa ancor più precaria dai grossi problemi irrisolti, finanziamenti e carenza del personale, che già in precedenti articoli avevamo avuto modo di denunciare. In Ortopedia, per esempio, ci ri sulta che dopo il 20 febbraio si era quasi esaurito il materiale per «fare i gessi», mentre cronica permane la carenza del personale paramedico nei reparti di degenza. Positivo è comunque che lo obiettivo della prima agibilità sia stato finalmente realizzato. Dal 5 febbraio sono infatti funzionanti 4 reparti: Medicina, Urologia, Ortopedia e Chirurgia per un totale (al 26/2)

di circa 70 degenti.

Gli ambulatori invece avevano cominciato a funzionare dalla fine di gennaio secondo gli orari seguenti: Medicina: ore 10-12, 14-16. Urologia: ore 1013 (mercoledì e venerdì). Ortopedia: ore 8,30-10. Chirurgia: ore 14 - 16,30. Oncologia: ore 10,30-13. Cardiologia: ore 10,30 -13. Anestesia: ore 14-16 (escluso il sabato). Ginecologia: ore 9-12,30.

Ad esclusione del Servizio di Anestesia, tutti gli altri ambulatori sono aperti anche il sabato, dalle ore 8,30 alle 12.

Da notare però che i servizi ambulatoriali non possono ancora essere prestati gratuitamente agli assistiti INAM, in quanto non è stata tuttora stipulata la convenzione tra questo Ente e l'Ospedale S. Paolo.

MONCUCCO:IACPoCooperativa

Queste le due soluzioni che si offrono agli inquilini del vecchio quartiere

L'assemblea del 17 febbraio ha finalmente forntio alcuni dati certi circa la soluzione del problema della casa per gli abitanti del Moncucco.

ecc... richiedono un impegno rilevante, e, assommando tutte le occasioni esistenti, lavoro ce n'è per tutti.

Molti, al termine di ore di lavoro non sempre soddisfacente, di quel lavoro che si fa anche, se non soprattutto, in funzione della retribuzione, arricchiscono la propria vita diventando dirigenti in attività ricreative, culturali, politiche; comunque sociali.

Domanda: chi glie lo fa fare?

Risposte (alcune fra le migliaia possibili): il desiderio di essere uomini e non numeri, di dirigere ed organizzare anche senza essere «capi», di dare una dimensione più sociale alla propria esistenza, la consapevolezza che la «paga» non è la sola giustificazione o contropartita per un impegno, anche gravoso; e chi più ne ha più ne metta.

Fin qui tutto bene. Ma andiamo oltre.

La vita democratica del nostro Paese, in questi ultimi anni, ha avuto un grande sviluppo: anni di sforzi e di lotte

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Come ha fatto notare Barsotti, della Commissione Casa, introducendo i lavori, in zona Moncucco è in corso di avviamento la realizzazione di tre lotti di edilizia economica e popolare per complessivi 900 vani. Dei tre lotti, uno verrà realizzato dallo IACPM, mentre gli altri due saranno costruiti da cooperative finanziate con fondi ANIA (Associazione Nazionale degli Istituti Assicurativi). E nei circa 300 appartamenti così realizzati dovrebbero trovare sistemazione, oltre a cittadini provenienti dalle zone 15 e 5, anche gli abi tanti del Moncucco.

Ma quali sono, in pratica, le possibilità che si offrono agli attuali inquilini del quartiere 'Moncucco? Barsotti ha confermato che tutti coloro che percepiscono redditi fino a sei milioni possono optare per la assegnazione della casa popo lare. Da notare che, ai fini dell'assegnazione, il livello di reddito viene stabilito deducendo 500 mila lire per figlio a cari co e, sul rimanente, calcolando il 75 per cento. Vi è poi qualche inquilino che, indipendentemente dal reddito attuale, aveva già ricevuto assicurazioni scritte circa l'assegnazione dagli assessori Velluto e, successivamente, Cuono nel 1975. In questo caso si potrà sempre procedere all'assegnazione della casa popolare, applicando però, nel caso il reddito attuale sia salito altre i sei milioni, un affitto calcolato in base alla legge dell'Equo Canone.

E le cooperative ? Come è stato comunicato dai rispettivi rappresentanti, agli inquilini del Moncucco si offre anche

Moncucco: incontro in C.d.Z. tra gli inquilini e i rappresentanti delle cooperative

la possibilità di ottenere la casa associandosi ad una delle due cooperative, «Il Monte» a proprietà indivisa e « Provenza» a proprietà divisa. I limiti di reddito per divenire soci de «Il Monte» sono tra i 4 e i 6 milioni; chi gode invece di redditi superiori può scegliere la «Provenza». È evidente che ben pochi potranno essere gli abitanti del Moncucco che potranno trovare conveniente la partecipazione alla «Provenza», visti gli importi delle quote, tra gli 8 e gli 11 milioni, da pagarsi prima della consegna dei locali. Più interessante ci pare invece la proposta della coo perativa «II Monte», che prevede di completare la costruzione entro 14 mesi dalla data di inizio dei lavori, prevista entro la primavera 1979, con un costo per metro quadro di 350 mila !ire. Verranno realizzati 48 appartamenti di cui 9 da 2 locali (50 mq.), 29 da 3

locali (68 mq.) e 10 da 4 locali con doppi servizi (89 mq.).

La cooperativa «Il Monte» ha a disposizione un miliardo di fondi ANIA. Il rimanente, circa il 15%, dovrà essere raccolto tra i soci della cooperativa in ragione di 2.640.000 lire per gli appartamenti di 2 locali, 3.590.000 lire e 4.700.000 lire rispettivamente per i 3 e i 4 locali.

Il costo annuo per ciascun tipo di appartamento è di 890 mila lire per 2 locali, 1.290.000 per 3 e 1.680.000 per 4 locali. L'associazione a ciascuna del le due cooperative potrà farsi entro il 30 aprile prossimo. Il rappresentante della cooperativa «Il Monte» si è infine det to disponibile ad incontrare gli abitanti del Moncucco per fornire tutte le spiegazioni del caso.

Quali sono i commenti al Moncucco? Quasi tutti i pen

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2ELAIJNE EL íCI Mensile14 Viu Volturuo 33 della Zona 20100 MILANO 16 a sedicesima
periodico di politica,cultura,attualita'
ANNO 2
N. 3 MARZO 1979 L. 300
ALBERIAMO VIALE FAMAGOSTA A PAGINA 11

pag. 2 - La Sedicesima

dalla prima/CAMBIAMOLO QUESTO

le Zone la gestione diretta di fondi dell'Istituto ed il compito di andare al recupero della morosità che raggiunge oggi la cifra da capogiro di trenta miliardi. Alle Commissioni decentrate dovrebbe poi essere demandato l'incarico di aggiornare i canoni di affitto ai redditi del 1978. Ma la richiesta che ci pare sia maggiormente destinata ad incidere nell'immediato sull'assetto e sulla funzionalità dello IACPM è la proposta di una Conferenza di Produzione, già avanzata nel 1977. ed ora sollecitata dal CdZ 16. Conferenza di Produzione signifca infatti il confronto tra lavoratori dello IACPM, spesso mal pagati e poco valorizzati nella loro professionalità, e forze politiche e sociali, utenti, che invece hanno tutto l'interesse a che allo interno dell'Istituto prevalgano sani metodi di gestione, una organizzazione efficiente, anche se questo significa scalzare posizioni di potere e clien telismi.

Il dibattito

Fin qui il documento del CdZ 16. Tra il pubblico, scarso per la verità, erano presenti inquilini di vari quartieri popolari, S. Ambrogio, Lotto 6, La Spezia, che nei loro interventi hanno confermato essenzialmente le tesi sostenute dal Consiglio di Zona. Qualcuno però ha proposto al dibattito alcuni elementi che sia pur non attribuibili direttamente agli IACP, sono oggetto di giusta protesta da parte degli inquilini: il fatto che le assegnazioni debbano essere fatte in base a dichiarazioni spesso infedeli dei redditi, per cui troppo alta è la percentuale dei lavoratori autonomi e perfino di professionisti che gode di un bene riservato a chi è economicamente più debole, e la costruzione delle case popolari prima ancora che il quartiere sia dotato di servizi primari. Si tratta dí fenomeni questi che, come ripetiamo, non sono impu-

dalla prima/MONCUCCO

sionati con cui abbiamo parlato ci hanno detto di «essere troppo vecchi» per scegliere la cooperativa. Alcuni poi hanno un reddito ben al disotto dei 4 milioni. Comunque al bar, da Camillo, ci hanno assicurato che le proposte della cooperativa «Il Monte» hanno destato un certo interesse.

C'è stata anche una riunione per informare gli inquilini che non avevano potuto intervenire all'assemblea. «Certo bisogna fare delle distinzioni — cí ha confermato Camillo —. Sono pochi gli inquilini che eco-

tabili direttamente agli Istituti, ma che pur tuttavia gravano con il loro carico di palese ingiustizia e di disagi su tutta la comunità, e ci è parso giusto che si sia colta quest'occasione per denunciarli.

Una nota a parte merita l'intervento di Lodovichetti che, sia come Presidente della 1.a Commissione Decentrata, che come inquilino delle case popolari, ha voluto denunciare le manovre speculative che per anni si sono innestate sulla costruzione delle case popolari. «Dal 45 ad oggi — ha detto Lodovichetti — si è scelto di costruire le case popolari in periferia, per valorizzare le aree intermedie, visto che le opere di urbanizzazione primaria erano già state portate con il denaro pubblico fino alla estrema periferia». Quanto, poi alle Commissioni Decentrate, Lodovichetti è èstato esplicito: esse non hanno alcun potere reale, mancano degli organi tecnici necessari e quando una Commissione si impunta si ricorre anche al ricatto onde far passare comunque la decisione presa in viale Romagna. Ma un modo per battere questa volontà antidemocratica ci sarebbe. Ben altro peso acquisterebbero le Commissioni Decentrate se esse fossero affiancate dai Comitati dei Quartieri popolari, se gli inquilini imponessero il proprio bisogno di efficienza e di chiarezza passando all'autogestione delle spese.

A conclusione della manifestazione, Barsotti ha letto alcune aggiunte al documento del CdZ 16, tra cui un invito alla Regione affinchè riordini la legislazione relativa ai canoni d'affitto nelle case popolari dove, come è noto, succede che due inquilini debbano pagare somme diverse a seconda che venga loro applicato il Canone Sociale, o la Legge 513.

La Commissione Casa provvederà all'invio del documento a tutti gli enti politici, amministrativi e sociali interessati.

A.E.

nomicamente possono trarre vantaggio dalla cooperativa.

Poi la maggioranza dei pensionati e degli anziani preferisce per ovvii motivi le case dello IACP. Ma una cosa è certa. Sia il fatto che le lotte dei lavoratori delle assicurazioni abbiano reso disponibili i fondi per la costruzione di case, sia il fatto che finalmente il Comune stia mantenendo i suoi impegni, ha rialzato un po' il morale, qui al Moncucco, ha ridato una certa fiducia nelle istituzioni».

A.E.

Costituita la Segreteria SUNIA al Lotto 40

Il SUNIA ha annunciato la costituzione della segreteria del Lotto 40 con sede in via Lope de Vega 46/48. Segretario è stato eletto F. Tricarico, mentre D'Amato, Brunazzi, Ajello e la signora Bellomi costituiscono l'esecutivo.

Sulla base del piano di lavoro concordato con il SUNIA provinciale, la segreteria del Lotto 40 ha in corso numerose iniziative per io sviluppo della organizzazione del quartiere. In particolare il SUNIA Lope de Vega sta ora concentrando la propria azione sul risanamento del Lotto 40, la questione delle assegnazioni e l'avanzamento dei lavori per i quali sono già in corso dal mese di febbraio

IMPORTANTI MODIFICHE AL BILANCIO DI ZONA 1979

Inserita nel Bilancio la costruzione dell' Elementare Lope de Vega. Indilazionabile la copertura dell'Olona ed il completamento di V.le Faenza

Con 7 voti favorevoli, il Consiglio di Zona 16 ha approvato durante la seduta del 7 febbraio, una nuova ripartizione dei fondi del Bilancio di Zona 1979.

Come si noterà, il nuovo «Bilancio 1979» per la Zona 16 ha subito radicali modifiche rispetto a quello deciso il 31 gennaio e pubblicato nel numero precedente del nostro giornale. Con il nuovo Bilancio si supera infatti ampiamente la cifra di 2.030 milioni che era stata decisa dalla Delibera Comunale: il totale degli stanziamenti di tipo B (cioè che dovranno essere gestiti direttamente dal CdZ 16) è ora salito a 2.550, mentre si sono inseriti stanziamenti di tipo A (i 2.500 milioni per la scuola elementare di via Lope de Vega),

che dovrebbero essere spesi dal Comune, chiedendo che il Bilancio di Zona sia «integrato» di tale cifra. Sempre in sede di formulazione del Bilancio 1979, il Consiglio di Zona 16 ha voluto indicare alla Giunta Comunale due opere di cui si ritiene la realizzazione «indilazionabile» : la copertura dell'Olona ed il completamento di viale Faenza.

Queste sono dunque le cifre aggiornate del Bilancio 1979 della Zona 16-

1) SCUOLA manutenzione scuole 'materne : 200 milioni; — manutenzione scuole elementari : 400 milioni; — manutenzione scuo le medie : 270 milioni.

2) SERVIZI SOCIALI manutenzione asili nido: 30 milioni; — costruzione asilo

nido di via Bordighera: 400 milioni.

3) SPORT E VERDE manutenzione impianti sportivi: 50 milioni; — manutenzio ne campi gioco: 50 milioni; — realizzazione nuovi campi gioco: 100 milioni; !manutenzione Parco Teramo e verde pubblico: 100 milioni.

4) CENTRO CIVICO ristrutturazione e manutenzione: 100 milioni.

STRADE — manutenzione Zona 16: 400 milioni; — realizzazione nuove strade (Merula, Martinelli, Parenzo): 400 milioni.

CULTURA — strutture per attività culturali: 50 milioni; costruzione scuola elementare Lope de Vega: 2.500 milioni. A.E.

Durante la seduta del 23 febbraio è stato approvato a maggioranza dal C d Z 16 il documento redatto in commissione e che esprime il giudizio «politico» súl Bilancio 1979.. Al documento, così come era stato letto dal coordinatore A. Caglio, è stata aggiunta una modifica su proposta del gruppo socialista.

In sede di votazione hanno espresso parere favorevole PCI, PSI e PSDI, astenuti DC e PLI; DP ha espresso un voto contrario.

Questo il testo del documento votato dal CdZ 16 con, in coda, la modifica proposta dal PSI ed adottata dalla maggioranza.

«La Commissione Bilancio esprime il proprio parere in merito alla delibera «programmazione e azzonamento degli interventi in conto capitale del bilancio preventivo 1979 come segue: sl tratta di una svolta importante nella vita del decentramento, inizio di una fase sostanzialmente nuova per la assunzione di un ruolo decisionale e non subalterno nella gestione della città.

Per la prima vota i C.d.Z. non hanno solo il diritto dl esprimere pareri, ma acquisiscono quello di operare scelte di priorità, e di deliberare in termini vincolanti su opere di rilevanza zonale che rispondano alle esigenze della cittadinanza, ed esercitare, inoltre, un ruolo promozionale, consultivo e di controllo per opere che sono di interesse interzonale

e cittadino.

La Commissione approva il criterio usato per la ripartizione dello stanziamento «B» fra le zone, anche se ci sarebbe voluto un maggior lasso di tempo per esaminare in maniera più dettagliata la documentazione statistica riguardante la nostra zona.

Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria delle strade la Commissione ritiene che debbano essere imputate al bilancio di zona le strade di interesse prettamente zonale. Mentre le strade di interesse interzonale (che per la Zona 16 indichiamo in: via Lodovico il Moro, viale Famagosta, via S. Rita da Cascia, Ponte Brunelleschi - nuova via Don Minzoni, via La Spezia, via del Mare, viale Faenza, piazza Miami, via Parenzo, piazza Maggi, via Schiavone); la manutenzione straordinaria dovrebbe essere a carico dell'amministrazione centrale con lo stanziamento di tipo «A».

la Commissione propone che i rappresentanti del Consiglio di Zona siano invitati a presenziare all'assegnazione delle gare d'appalto ed avere preventive informazioni sulle stesse». E questa è «l'aggiunta» del PSI : « Il Consiglio di Zona 16 inoltre invita l'Assessore alla Educazione a seguire con particolare attenzione la attuazione della Scuola Elementare di via Lope de Vega ed a sollecitare l'inizio dei lavori relativi nel più breve tempo possibile poichè ciò comporterà anche un risparmio nella spesa corrente in quanto attualmente viene sostenuto un costo di circa 80 milioni di affittanze passive ». A.E.

Coordinatori cercansi

contatti con lo IACPM con lo scambio di documenti e di informazioni in un clima di cooperazione che dovrebbe portare a dei risultati concreti nello immediato futuro.

Inoltre, per l'inizio di aprile, presso la sede SUNIA di via Lope de Vega 46/48 dovrebbe entrare in funzione un servizio di informazioni sulle quote di spese ed i canoni di affitto.

La segreteria del SUNIA Lope de Vega comunica che questo servizio non può essere istituito prima di tale data a causa dei numerosi impegni relativi allo svolgimento delle trattative attualmente in corso con lo IACPM.

A.E.

Privilegiare chi paga

Con uno stretto margine di voti (7 favorevoli, 6 contrari) il CdZ 16 ha approvato la modifica al documento sullo IACPM che era stata proposta dalla Commissione Casa sulla assegnazione preferenziale delle case popolari a quei cittadini che, come lavoratori dipendenti, abbiano pagato i contributi GESCAL.

La modifica, sulla cui opportunità il coordinatore Barsotti ha ribadito il suo parere negativo per gli « elementi discriminatori » in essa contenuti, è la seguente: «Considerato che le leggi 457 e successive hanno prorogato fino al 31.12.1987, il contributo GESCAL, 11 quale

La Commissione ritiene indispensabile che II Decentramento segua l'Iter delle dellbere nelle varie fasi (delibera dl Giunta, finanziamento, progettazione, appalto, esecuzione ecc.) e propone che sl addivenga al più presto ad un Incontro congiunto tra I Consigli di Zona e Assessori delle varie ripartizioni per definire le varie modalità di Intervento di controllo. Per instaurare un più stretto rapporto fra li Decentramento l'amministrazione centra.e, ha lo scopo di contribuire al finanziamento del Piano Decennale per la costruzione di alloggi di edilizia popolare, e che detto contributo grava solo sul lavoratori dipendenti non su altre categorie di cittadini (artigiani, negOztanttl eccetera) parte del quali possono avere titoli per concorrere all'assegnazione di alloggi dl edilizia pubblica, la Commissione Casa del CdZ 16 ritiene che i criteri di assegnazione di detti alloggi dovrebbero prevedere un aumento del punteggio a favore del lavoratori ai quali viene effettuata la trattenuta GESCAL». A, FERRARI

Tre coordinatori di Commissioni del CdZ 16, nominati lo scorso ottobre, hanno recentemente rassegnate le dirnieeleni.

Si tratta di Laura Friggi (PCI) della Commissione Cultura, Nunzio Bongloannl (PRI) della Commissione Educazione e Giorgio Azzaroll (PSI) per la Igiene e Sanità. Nell'impossibilità di reperire nell'immediato i sostituti e In attesa della nomina, attualmente In corso, dl nuovi consiglieri, è stato deciso dal GdZ 16 Il rimpiazzo pro-tempore del dimissionari.

Il coordinamento della Commissione Cultura è stato assunto da Lodovichetti, capogruppo comunista. Sempre il PCI ha provveduto a sostituire con Cecchi il dimissionario Bongioanni, dato che il PRI non ha altri ggrisiglieri, !infine! MiA, PaillegrOiee tlel PRI si offerto di h9Ordifigro ia Cerrimiesiorie Igiene fluita, Va fatto notare che la scelta di non lasciare vacanti i posti di maggior responsabilità del-. le tre Cornmi”ion:, e quindi di garantirne comunque il kin, zionamento, @ stata voluta da PCI a PHI malgrado i gravi sacrifici che essa comporterà al singoli consiglieri dei due gruppi. I due partiti di sinistra hanno infatti complessivamente la responsabilità di sette Commissioni, della presidenza e della vice presidenza dal Consiglio di Zona 16 A.E.

il contributo GESCAL È
questo il giudizio del CdZ.
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SORPRESA! La sentenza di Catanzaro

La sera del 23 febbraio 1979 la Corte d'Assise di Catanzaro `:a emesso la sentenza relati va alla strage di Piazza Fo:it3na. È molto difficile condensare in così poco spazio. un giudizio che richiederebbe, per la sua analisi, forse l'intero numero de «La Sedicesima•.

12 dicembre 1969: una data storica, funesta e drammatica.

Da lì prende il via la «strategia della tensione» che sarebbe poi continuata con altri sanguinosi episodi. Strage di Brescia — ltalicus ecc... e che oggi è stata sostituita nella forma ma non nella sostanza degli intenti dalla «strategia dell'eversione». (BR - NAP - PRIMA LINEA ecc...).

In loro si è voluto colpire íl SID e l'abberrante uso che se ne è fatto.

Tali condanne però non fanno piena luce sui mandanti, cioè «burattinai> che da anni tentano, avvalendosi di questo o di quel gruppo terroristico, di affossare la democrazia nel nostro Paese.

Su questo punto è importante rilevare che è in corso presso la Procura della Repubblica di Milano, un'ulteriore indagine per svelare appunto chi ha mosso i fili dell'eversione e per fare, quindi, piena luce su tutti quei capitoli bui che da dieci anni insanguinano il suolo nazionale.

Viale Famagosta: le buche

Il 1979 ci ha portato un inverno carognone, con un freddo brrrrigante e gelate siberiane. Le strade hanno mostrato i segni delle intemperie: screpolature, buche, tutti ostacoli infidi e pericolosi per automobi listi e pedoni. Per questo si è

provveduto in fretta a ridurre i danni del maltempo, e nel giro di pochi giorni le voragini più evidenti sono state »rammendate», in attesa del rifacimento della sede stradale.

Ricordiamo che il Consiglio di Zona ha stanziato la somma

dalla prima / ESERCIZI O NON ESERCIZI ?

condotte unitariamente, con la spinta essenziale del movimento dei lavoratori e dei loro sindacati e con il sostegno e l'iniziativa costante dei partiti della sinistra storica, hanno aperto molti spazi a forme di partecipazione che a ragione si possono definire elementi nuovi per una società più avanzata rispetto a quella esistente, basata sulla delega di potere e sulla mancanza di controllo. E così, dalla vittoriosa battaglia condotta per la realizzazione delle Regioni (anni di contrasti per attuare un preciso dettato costituzionale) è scaturita una serie molto articolata di istanze decentrate per una gestione più snella della vita pubblica; in pratica: si è lavorato per portare il potere sempre più vicino alla base. Su questa strada, molto giusta, si incontrano due tipi di ostacoli: 1) la demagogia di chi vorrebbe tutto subito, convinto che «volere» sia sinonimo di «potere»; 2) l'ostruzionismo di chi non vuole mollare il proprio potere decisionale a nessun costo, tanto meno ad una classe sociale che ha interessi antagonisti rispetto ai propri. In molti casi, anche se con sfumature diverse, queste due posizioni si incontrano, se non nei metodi e nelle intenzioni, almeng nei rimuneri, Perd) le cose vadano avanti il progresso ala reale, occorre che le conquiste fatte vengano gestite, che gli organismi funzionino, « Democrazie » è un concetto bello se tangibile attraverso I risultati che produce,. scritto o raccontato, non serve a niente, Per evitare di fare uno svolazzo assolutamente astratto, è utile fare riferimento alla realtà, per esempio, della nostra zona, veramente democratico lasciare ogni incombenza (dalla scoperta dei problemi, alla loro analisi, alla discussione, alla formulazione di proposte, fino el pieno 9PeratiVO per la gfit-IgiARP) a un ristretto 9rUPpo di parsene, ala pure elette democraticamente? Siamo cer-

ti di avere assolto ogni nostro dovere — e di avere esercitato ogni nostro diritto — solo deponendo una scheda in una urna? Così, tutt'al più, ci siamo messi in pace la coscienza, e crediamo di esserci liberati da una serie di impegni e di fastidi scaricandoli su altri, conservando poi la possibilità, guarda un po', di dire che sono tutti stupidi (o peggio) quando riteniamo di non essere d'accordo con quanto fanno. Le cose secondo me stanno un po' diversamente.

Noi, col nostro voto, deleghiamo alcuni cittadini a coordinare una serie di attività sociali; non li deleghiamo però a decidere per noi sempre e comunque. Chiediamo loro di essere particolarmente attenti a ciò che succede attorno a noi che possa avere attinenza con la zona, e alla zona stessa; ma è compito nostro provvedere affinchè ciò che si verifica fra di noi, in particolare, sia og getto di vertice, che ogni avvenimento non sia subìto, ma voluto e gestito.

Se i consiglieri fossero disonesti, chi se ne accorgerebbe?

Se fossero incapaci o deboli, chi li orienterebbe? Fortunatamente sono tutte persone degne e stimabili; ma non hanno in tasca la soluzione più giusta per ogni problema, E perchè fare loro il dispetto di caricarli di responsabilità senza poi assisterli e sostenerli? t lecito poi lamentarsi, criticare, denigrare, o anche lodare e approvare, quando i giudizi vengono dati dall'esterno, In veste di spettatori?

La società non è un palcoscenico, dove gli altri (pochi) recitano e noi (tanti) stiamo a guardare; comunque, se anche lo fosse, teniamo presente che gli attori siamo noi, ma siamo anche coloro che pagano il bi glietto, e, se non erro, in questi ultimi anni abbiamo pagato molto salato l'ingresso.

La partecipazione comincia dall'informazione, Non è certo pensabile che ad ogni riunione del Consiglio di Zona o delle commissioni partecipino tutti cittadini sarebbe addirittura

Via Teramo: la voragine di 400 milioni per manutenzioni e riparazioni, voce molto rilevante sulla cifra complessiva di due miliardi destinati dal Comune di Milano alla nostra Zona nell'ambito del decentramento amministrativo.

uno spreco di 'empo e di risorse paralizzare ogni altra attività per concentrare tutto su un fatto solo. È però possibile arrivare ad una sorta di distribuzione dei compiti, in base agli interessi di tutti noi; si può ricucire un tessuto sociale, una vita comunitaria che ora purtroppo è molto carente: se ogni caseggiato funzionasse come una vera comunità, che si organizza e si gestisce la partecipazione a tutte le atti vità sociali, si potrebbe avere, per ogni quartiere, una serie di «specialisti» per ogni spazio operativo, che informano la collettività e ne traggono indicazioni su ogni fatto che interessa la zona e la città. Non è un sogno, anche se non è un progetto realizzabile in tempi brevi; occorre creare i presupposti per il lancio di un'iniziativa di questo genere, così capillare e delicata, avendo ben presente che con un'organizzazione di questo tipo, i risultati, alcuni immediati, altri a medio o anche a lungo termine, possono essere, ad esempio: 1) minor carico di lavoro per la maggior presenza di attivisti; 2) soluzioni più appropriate per ogni problema, grazie al contributo dl Idee più vasto; 3) minor Isolamento ed e marginazione per strati di cittadini «delicati»: le donne, i giovani, gli anziani; 4) crescita dello spirito di collaborazione fra la gente, sviluppo di atteggiamenti sociali rispetto a quelli egoistici ed individuali stici; 5) riduzione dei margini di manovra di ogni forma antisociale che possa produrre de linquenza.

Non varrebbe la pena di tentare? E adesso mi guardo la tv, dove c'è un western un po' vecchiotto ma sempre buono; dopo di che mi troverò con gli amici per parlar male del Consiglio di Zona perchè le strade sono piene di buche e non so se hanno deciso di aggiustarle, me siccome sono ancora tutte lì, credo di no, e allora peste e corna a tutti ! Ooops. che gaffe I

W. COLOMBO

Oggi a circa dieci anni da quella storica data, è stata emessa la sentenza. Che giudizio dare di questo verdetto?

Innanzitutto vi è da dire — e la cosa potrà apparire assurda ma non tanto — che è già un enorme risultato il fatto che si sia arrivati ad una sentenza. Non vanno dimenticati i tentativi di insabbiamento di tutte quelle verità che venivano a galla e che si contrapponevano alla verità ufficiale di certe istituzioni dello Stato che tentavano di far passare quella strage, come una «strage rossa», tacendo completamente sulla «pista nera». Non vanno dimenticate le deviazioni del SID, del Ministero degli Interno, le reticenze dei ministri, generali, di capi della polizia. Non va dimenticato il ruolo svolto dalla Corte di Cassazione, che ha tolto ai Giudici milanesi, il compito di indagare sulla strage di Piazza Fontana. Finalmente a 10 anni di distanza e dopo un processo durato due anni, una sentenza, se non altro, è stata emessa.

È una sentenza indubbiamente coraggiosa sotto certi aspetti, che io ritengo fondamentale, ma contradditoria sotto altri.

lo considero coraggiosa tale sentenza perchè, al di là degli ergastoli comminati a Freda e a Ventura, indica chiaramente che l'affare di Piazza Fontana, non è riducibile all'iniziativa terroristica di un delirante gruppetto di neo-fascisti padovani, ma pone in luce il ruolo, le funzioni dei servizi segreti e le connivenze di questi con i mandanti e gli autori della strage. Ecco l'importanza della condanna all'ergastolo di Giannettini e dei quattro anni inflitti a La Bruna e a Maletti.

È sotto altri aspetti una sentenza contradditoria. Che senso ha sancire la matrice nera della strage e assol,,ere Pietro Valpreda e gli altri anarchici per «insufficenza di prove• e che senso ha assolvere il fascista Marco Pozzan reo confesso circa l'appartenenza alla cellula nera di Padova dall'im putazione di associazione sovversiva e condannare Pietro Valpreda e compagni per lo stesso capo di imputazione.

Magari tutte le associazioni terroristiche fossero come la XXII Marzo, che come ha affermato un illustre giornalista, «terminava le proprie riunioni, dopo aver discusso del sesso degli angeli» in una pizzeria. Comunque, al di là di ogni ogni considerazione vi è da dire che questa sentenza paga nel bene: 10 anni di tenacissimi sforzi democratici per far luce sulla strage. 10 anni di altrettante tenaci resistenze di potere. Questo secondo pre‘zo, non sarà mai calcolato abbastanza nel passivo della Repubblica. Da ultimo vorrei ricordare altri due personaggi di questa vicenda. Il primo è lo anarchico Giuseppe Pinelli, la cui morte è ancora un mistero per la macchina lenta della giustizia, mentre non lo è per tutti i democratici che si sono battuti perchè sia fatta piena luce sulla strage di Piazza Fontana. Il secondo è il giudice Emilio Alessandrini, il sostituto procuratore della Repubblica, assassinato dai killer di «Prima linea•. A lui va il merito di aver individuato fra mille difficoltà, la matrice nera della strage.

A Emilio Alessandrini, magistrato democratico, al suo coraggio, alla sua abnegazione, alla sua sete di giustizia, vada il ricordo di tutti i democratici.

PENSIONI: 611 aumenti dal Gennaio 1919

Pensioni sociali: L. 8.550 (vanno da L. 63.100 a 72.250).

Pensioni minime dipendenti : L. 19.800 (vanno da L. 102.500 a 122.300).

Pensioni minime autonomi: lire 12.200 (vanno da L. 91.100 a L. 103.300).

Pensioni INPS superiori alle minime:

L'aumento per contingenza

è di L. 32.566; L'aumento per dinamica salariale è del 2,9 per cento e si applica sulla pensione depurata delle rate di contingenza in-

globate negli anni 1976, 1977 e 1978 (rispettivamente lire 18.100, 22.600 e 36.300) tenendo conto dell'anno di carenza (cioè, di non attribuzione di queste quote) scontato dalle pensioni liquidate -in questi anni.

Pensioni pubblici dipendenti: L'aumento per la contingenza per il primo semestre 1979 è di L. 21.023. Ad essa si somma il 2,9 per cento, che va calcolato, com'è noto, sulla pensione con esclusione dell'indennità integrativa speciale.

La Sedicesima - pag. 3

Alla Casa di Riposo Famagosta

Vietato parlare di politica

Un antiquato regolamento vieta agli anziani ospiti discussioni politiche e sindacali — Come è possibile che una istituzione così poco democratica possa aprirsi agevolmente alla realtà della nostra zona?

Venerdì 16 febbraio si è tenuta una Conferenza di Servizio alla Casa di Riposo Famagosta, con la partecipazione dell'assessore, compagno Cuomo, dei rappresentanti sindacali dei pensionati, del CdZ 16, degli ospiti e dei lavoratori della «Casa».

L'assessore Cuomo illustrava i problemi che le case di riposo per anziani comportano e senz'altro ci sono molte difficoltà a raggiungere quegli obiettivi sociali, e non solo di assistenza, che la vita stessa dell'anziano comporta.

Comunicava una serie di dati che si possono riassumere in:

Casa di Riposo «Trivulzio», retta giornaliera per ospite lire 14.300. 59 lavoratori ogni cento assistiti;

Casa di Riposo «Viale dei Cinquecento», retta giornaliera per ospite lire 14.300. 59 lavoratori ogni cento assistiti.

Casa di Riposo «Famagosta», retta giornaliera per ospite, lire 16.000. 49 lavoratori ogni cento assistiti.

Casa di Riposo «Via Panigarola», retta giornaliera per ospite lire 14.700. 47 lavoratori ogni cento assistiti.

Tra i programmi dell'Assessorato è la formazione quanto prima di un Comitato per la raccolta dei dati e delle richieste per le Case di Riposo, affinchè i ricoveri, l'ambiente interno, il territorio, il tempo libero, insomma tutto il complesso dei problemi venga coordinato in modo da rendere possibile una completa apertura alle Zone. Altro indirizzo è una maggior libertà per l'ospite, con lo svolgimento di attività culturali interne ed esterne e forse, quale elemento di novità, il lavoro a gruppi collegati con l'esterno (questo mi pare, ma spero di sbagliarmi, un progetto che rischia di restare una utopia nel nostro Bel Paese).

Collegato con la Delibera Quadro, dovrà poi procedersi alla formazione del Comitato di Gestione, che sarà così compo-

sto: il direttore, i rappresentanti dei lavoratori, i rappresentanti degli ospiti, del sindacato dei pensionati e del CdZ 16.

Credo dì essere stato un po' sintetico sulle informazioni fornite dal compagno Cuomo; comunque ci sarebbe piaciuto anche avere dall'Assessore la conferma della data di inizio del servizio domiciliare sanitario per gli anziani con un centro operativo all'interno del «Famagosta», che precedentemente ci era stata comunicata essere il 30 marzo, al più tardi, e forse qualche puntualizzazione in meno su chi doveva rappresentare i lavoratori, dato che c'erano alla Conferenza sia i membri del Consiglio di Sede che quelli del Comitato di Lotta (che in definitiva sono sempre le stesse persone!).

Gli interventi iniziavano con il saluto dei rappresentanti del Sindacato Unitario Pensionati (a proposito, a parte i compagni Temati e Corradi, gli altri non li ho mai visti nella nostra zona per i problemi dell'anziano pensionato), del Sindacato Enti Locali e del Presidente del CdZ 16, signor P. Marchetti.

I rappresentanti dei lavoratori facendo la cronistoria della Casa di Riposo « Famagosta » mettevano in risalto quello che in questi anni, anche con sacrifici da parte del personale interno, è stato fatto per modificare e migliorare i servizi, senza mai tralasciare o diminuire l' assistenza all' anziano ospite. E va confermato che spesso i lavoratori mi hanno dichiarato, con una punta di orgoglio, che sopra ogni cosa, problema, anche di carattere sindacale, e perfino nel periodo più «caldo» (quello del passaggio dalla Abetina al Comune) l'anziano è stato sempre considerato il primo soggetto di attenzione, mai che si sia mancato al proprio dovere verso «l'ospite», come lo chiamano i lavoratori del Famagosta.

A testimonianza di ciò, uno degli anziani ospiti ha lodato

Malattia molto diffusa, ancora oggi sconosciuta nei più intimi meccanismi eziopatogenetici Ottimi risultati con la mesoterapia

Quando si parla di acne si intende parlare per lo più dell'•acne volgare giovanile• ossia di quella dermatosi che inizia all'epoca delle pubertà, raggiungendo il massimo tra i 18 e i 25 anni e si attenua per scomparire gradatamente verso i 30 o i 35 anni.

la buona volontà dei lavoratori interni.

Interveniva poi la compagna Corradi della CGIL-Pensionati che invitava una maggiore partecipazione e responsabilità, da parte dei figli degli anziani ricoverati, sui problemi citati; delegare le istituzioni significa abbandonare completamente i propri genitori. I figli devono essere perciò chiamati ad impegnarsi nei Comitati di Gestione che verranno formati.

Ma forse l'intervento più interessante è stato quello del compagno Tortorella, uno degli ospiti. Interessante perchè ha fatto capire qual'è la vita solitaria dell'anziano abbandonato... «Il trattamento è buono, — ha detto, e poi rivolto allo assessore e agli invitati — ma provate voi a passare una settimana in coabitazione con gente che per una vita intiera è vissuta in modo diverso, con le sue abitudini, i pregi ed i difetti... Gente con salute precaria che dorme nella vostra stessa cameretta... Il regolamento per cui anche chi ha svolto un'attività politica o sindacale, qui non ne può più parlare, non dico essere attivi, ma non si può nemmeno parlare!...

La nostra nuova virtù deve essere la sopportazione reciproca... Sulla proposta del lavoro a gruppi? No, ho già lavorato troppo... Gli anziani al mare? Sì, ma anche d'estate, d'inverno ci può andare chi è sano...

Tra le richieste: una copia del bollettino di accredito della pensione, perchè vogliamo almeno sapere quanto prendia: mo, e la tessera del tram per andare a far quattro passi in centro, visitare qualche mostra... E la presenza di un Assistente Sociale all'interno della «Casa».

Al termine della manifestazione è stato annunciato che nel mese di marzo, il CdZ 16 indirrà un convegno su «I problemi dell'Anziano» presso il Centro Civico di via S. Paolino n. 18.

G. MAZZUCCHI

BAR ALDO

La sede prediletta dell'acne giovadermatosi può interessare anche la nile è il viso ed il dorso, però tale parte superiore ed anteriore del torace e le parti prossimali degli arti superiori ed inferiori.

Interessa i due sessi, ma è più 1.equente nelle donne.

E' una lesione polimorfa ora a forma di paula, ora di pustola, ora di comedoni o di noduli induriti o di lamelle.

E' in pratica una follicolosi complicata da follicolite e perifollicolite.

Trattasi di una ritenzione delle secrezioni delle ghiandole sebacee che viene subito interessata da fatti infiammatori generici e da infezioni specifiche: infatti due germi specifici si trovano quasi sempre nelle varie lesioni acneiche, lo Staphylococcus Albus ed il Corynebacterium Acnes, ma possono trovarsi anche altri tipi di germi quali l'Escherichiacoli

Staphylococcus Aureus ecc...

L'acne è una dermatosi abbastanza diffusa e complessa infatti oltre alla acne volgare vi sono altre differenti forme quali: Acne Conglobata, Acne Necrotica, Acne Cheloidale, Acne Rosacea, Acne Professionale e Medicamentata e Acne dei neonati; che sono, rispetto all'acne giovanile, ad eziologia spesso diversa e più complessa.

Diciamo subito che le cause ed i meccanismi intimi che portano alla formazione dell'acne non sono ancor oggi ben chiarite.

Si pensa che concorrono all'insorgenza dell'acne i seguenti quattro fattori:

Fattore ormonale.

Nel senso che il substrato dell'affezione è rappresentato da un alterato rapporto androgeni-estrogeni ossia ormoni maschili, ormoni femminili.

Diversi studiosi in molti casi hanno dimostrato una ipofunzione della ghiandola tiroidea, altri attribuiscono lo squilibrio iniziale ad una aumentata eliminazione urinaria di ormoni delle ghiandole cortisurenali.

Tentativi personali di terapie ormonali per via generale solo raramente hanno raggiunto apprezzabili risultati.

Fattori microbici.

Diversi studiosi hanno attribuito la acne ad infezioni focali che si trovano distanti dalla lesione come tonsilliti, infezione dell'apice dei denti, appendiciti croniche, colicistiti, infezioni intestinali, annessiti, ecc...

A mio avviso certamente i germi svolgono un'azione importante nella ostruzione dei condotti e degli osti delle ghiandole sebacee, ma non rappresentano la prima ed iniziale causa dell'acne. anche perché si è dimostrato che il 5 per cento delle papule e delle pustole dell'acne sono sterili. Fattori digestivi e metabolici.

Spesso negli individui portatori di acne si riscontrano diete ora troppo ricche di glucidi ora di grassi, con a volte turbe del metabolismo glucidico e lipidico, altre volte si è pensato che il meccanismo iniziale dell'acne sia di tipi allergico in seguito all'assunzione di troppo cioccolato o formaggi o crostacei, pesci, noci, ecc... Fattori psichici.

Altri autori chiamano in causa fattori psichici nell'eziopetegenesi dell' acne, e vedono l'eruzione acneica come l'espressione di fattori emozionali non espressi e repressioni subite. Certamente una vita serena all'aria aperta senza particolari problemi giova alla guarigione dell'acne.

La terapia dell'acne è abbastanza complessa e possiamo subito dire che è importante uno studio sistematico di ciascun malato e quindi instaurato per prima cosa una terapia di ordine generale che si articola nei seguenti punti:

1) Regole igienico - dietetiche ben precise: ridurre l'apporto di zuccheri di grassi, tenere l'alvo sempre regolare, somministrare enzimi digestivi, e prescrivere una terapia idropinica adeguata.

Instaurare un trattamento anti infettivo generale, scoprire ed eliminare eventuali infezioni focali, ed aumentare le difese e le risposte immunitarie dell'organismo.

Praticare una vitaminoterapia è sempre importante, La vitamina •A•, la vitamina •D2•, la vitamina •B12• associata alla metionina e la vitamina •E• a dosaggi alti, hanno dato spesso buoni risultati.

Un trattamento ormonale và instaurato solo dopo un attento studio delle secrezioni endocrine, tale trattamento deve essere molto prudente varia, naturalmente, da caso a caso.

E' da condannare l'uso indiscriminato della pillola anticoncezionale nelle terapie dell'acne.

Le gonadotropine seriche, che sono dei particolari ormoni, molto spesso danno ottimi miglioramenti.

5) Una psico terapia spesso associata alla somministrazione di medicamenti neuro sedativi concorre ad ottenere buoni risultati.

Una volta instaurati questi presidi di ordine generale si può passare ad una terapia locale a base di lozioni o pomate.

1) Allo iodio, ossido di zinco, acido salicilico, sali di mercurio, resorcina, ecc...

Si possono adoperare altresì pomate antibiotiche, pomate al cortisone pomate a base di estrogeni.

L'Elio - Terapia ha spesso una azione favorevole specialmente per quanto riguarda l'acne del dorso.

L'idroterapia con getti filiformi ad alta pressione favorisce il drenaggio dei follicoli.

La Radioterapia può essere usata con successo, ma bisogna stare

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LA COSTITUZIONE E I GIOVANI Un dibattito tutt'altro che rituale

Ho voluto ricordare la Costituzione perchè a mio parere se ne parla poco nelle assemblee, nei congressi, nei partiti democratici, nelle organizzazioni sindacali e nei movimenti giovanili. Ma anche in Parlamento e nel Governo non c'è quell'impegno ad attuare integralmente sia nello spirito che nella lettera tutti quei princìpi che furono alla base della gloriosa Resistenza.

A mio avviso, la nostra Costituzione è, sempre che venga attuata, l'unica garanzia per risolvere tutti quei problemi del nostro Paese per la cui realizzazione le masse popolari si battono da anni. Problemi che vanno dagli ospedali ad una casa dignitosa per tutte le famiglie, alla scuola, al posto di lavoro per tutti i cittadini, come prescrive la nostra Costituzione e le altre riforme cui aspira da anni la classe lavoratrice. I giovani devono sentire la Costituzione come una cosa loro, devono difendere questa legge fondamentale dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini che dovrebbero essere uguali davanti alla legge. Come dice con chiarezza la Costituzione: difenderla dagli attacchi di segno eversivo, perchè questo è il vero obiettivo del terrorismo, ricostituire con il vecchio marciume un regime di stampo fascista. Non con la violenza o lo scontro fisico, ma nella democrazia, nel pluralismo, e soprattutto nell'unità di tutte le forze (giovani e anziani) democratiche e antifasciste

Qui vorrei rivolgermi ai grossi industriali e agrari e anche al Governo perchè non dimentichino i sacrifici di sangue di operai, intellettuali, donne e giovani; non dimentichino gli scioperi patriottici del '43-'45 che, unitamente alla lotta dei partigiani, hanno salvato da un nemico in fuga, che distruggeva tutto, sia le fabbriche, che gli ospedali, che le centrali elettriche, che il patrimonio culturale delie nostre città. Ricordo che questi obiettivi erano sempre presenti nelle no stre discussioni nella clandestinità perchè essi erano indispensabili per porre le basi della nostra vita nel dopoguerra, per un futuro migliore del nostro popolo.

La Costituzione, che è nata dalla Resistenza antifascista, le lettere dei condannati a morte, devono essere fatte conoscere ai nostri giovani, nelle scuole, perchè essi sappiano scegliere una volta per tutte se stare dalla parte di chi ha scritto con il proprio sangue le pagine più luminose della nostra storia o con chi invece mira a distruggere queste libertà democrati che con gli attentati, le rapine, i sequestri di persona, con il terrorismo e la violenza.

È con i giovani che dobbiamo, secondo me, preoccuparci di mantenere i contatti, parlare, sapere cosa vogliono e cosa pensano di questa società. Nelle scuole si dovrebbe cominciare ad insegnare cosa ha significato la lunga Resistenza al fascismo, cosa hanno significato gli scioperi del '43-'45, i gloriosi episodi della guerra partigiana, ma anche il sacrifi cio di tanti soldati ed ufficiali dell' Esercito di Liberazione che, per esempio caddero nella difesa di Cefalonia. E poi la vicenda degli eroici fratelli Cer vi, i drammi di Marzabotto, Boves, delle Fosse Ardeatine, di Piazzale Loreto. E anche dei 30 caduti della nostra zona si do

vrebbe parlare ai giovani. lo credo che se ai giovani fosse dato di riflettere su questi avvenimenti, si renderebbero subito conto quanto di umano, di civile, di altruista ci vuole per costruire una coscienza veramente democratica, una coscienza che è antitetica a qualsiasi espressione violenta. Ecco perchè sia a scuola che nelle organizzazioni giovanili dobbiamo andare a vincere alla democrazia tutti quei ragazzi che sono vicini a noi, ma che qualcuno tenta di emarginare con la disoccupazione, tenta di mandare alla deriva fino alla disperazione.

Ecco, voglio rivolgermi a tutti i giovani, in questo momento di travaglio e minacce per la Repubblica e le istituzioni democratiche: dobbiamo agire con fermezza, senza paura, contro il terrorismo e la violenza. Abbiamo un'arma che può essere decisiva : l'arma dell'unità di tutti gli antifascisti e dei democratici che si riconoscono nella Costituzione che è la nostra, e la vostra, bandiera. Portatela sempre avanti e difendetela.

È stata la caratteristica dominante del XXV Congresso della sezione «I. Fantoni» del PCI

Dal 2 al 4 febbraio la Sezione «I. Fantoni» del Partito Comunista Italiano ha tenuto il suo 25° Congresso.

Aperto venerdì dalla relazione del segretario uscente, il 25° Congresso della «I. Fantoni» è stato animato da una nutrita serie di interventi decisamente «non rituali», come d'altro canto aveva sollecitato il segretario, V. Savino, aprendo il dibattito. Le conclusioni, domenica 4 sono state affidate ad Andreini del Comitato regionale del PCI. Ultimo atto atto del 25° Congresso, l'elezione del nuovo Comitato Direttivo della Sezione.

Se il Congresso della «I. Fantoni» poteva essere un'occasione per conoscere i reali umori della base comunista, si può dire che dai vari iscritti si identificano senza riserve con l'attuale linea politica portata avanti dal PCI a livello sia nazionale che internazionale, confermando in questo la relazione del segretario uscente. Più acceso è stato invece il dibattito sull'attività del PCI a live! L/

Porta

TICINESE G.Galeazzo ol di Lana

lo locale ed in particolare nella Zona 16. Gli interventi hanno generalmente lamentato una «insufficiente presenza• del PCI nelle varie istanze di gestione democratica, quali la scuola, il Consultorio Familiare ecc. ed una mancanza di coordinamento tra l'azione dei militanti impegnati nella sezione, nel gruppo consigliare e negli altri organismi territoriali.

Una delle cause principali di questi aspetti negativi del lavoro del 1978 è stata senza dubbio l'insufficiente numero di militanti, malgrado gli iscritti siano oltre 400..

Molti interventi hanno sollecitato misure organizzative quali la costituzione di una nuova sezione e la «ristrutturazione» dell'attuale Comitato PCI della Zona 16; ed unanimemente è stata sollecitata la esigenza «di andare ad un rafforzamento del Comitato Direttivo di Sezione». In quest' ottica va quindi visto l'inserimento del Comitato Direttivo della « I Fantoni » del capo-

gruppo A. Dodovichetti. Lodovichetti è stato poi eletto segretario politico in occasione della prima riunione del nuovo Direttivo, martedì 6 febbraio.

Al 25° Congresso della Sezione «I. Fantoni» del PCI sono intervenuti anche Cavuoto, che ha portato il saluto del PSI della Zona 16, e Piccolini a nome della Lega dei Pensionati della Barone.

Un discorso a parte merita la presenza al Congresso della Sezione «l. Fantoni» di una delegazione dell'MLS, sezione «l' Maggio... Con la partecipazione per tutta la durata dei lavori e con l'ampio e costruttivo intervento di Scevola, i giovani del Movimento Lavoratori per il Socialismo hanno infatti confermato di seguire con attenzione il dibattito interno ai partiti della «sinistra storica», accettando la logica di un confronto democratico che potrà contribuire a rendere meno te si e più costruttivi i rapporti tra le varie forze della sinistra.

orario: 8 -12 13,30 -17,30

sabato: 8-12

La Sedicesima - pag. 5
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MARZO:GIORNATA DELLA DONNA

tornata di lotta delle donne

DONNA

A che punto siamo?

Se è vero che il grado di sviluppo di una società si misura dal ruolo che la donna occupa in essa, si deve constatare che nel nostro Paese pur in presenza di una legislazione delle più avanzate d'Europa, le leggi trovano scarsa applicazione e sono quasi sempre contrastate ed insabbiate. Le leggi conquistate negli ultimi anni se applicate risulterebbero il vero inizio dell'emancipazione femminile.

BELLO?

suggerisce solo un'ombra scura e rapace. Non possiamo quindi accettare il fatto che la crisi economica sia talmente grave e sia destinata ad aggravarsi, per ragioni anche internazionali, e basta...

GIOVANI ED ANZIANE

A CONFRONTO

La Lega dei Pensionati «San Cristoforo - Barona» organizza quest'anno (10.3) nella cooperativa 'Ferrera', via L. il Moro n. 147, la «Festa della Donna».

Verrà offerto un rinfresco e distribuita la mimosa, un'occasione per ritrovarsi insieme, pensionate e giovani donne, le une con il loro contributo di esperienze, le altre con i problemi che giorno per giorno affrontano.

Problemi scottanti come quello dell'occupazione, dell'aborto e dei servizi sociali.

I temi di discussione saranno molteplici: a partire dalla disoccupazione dei nostri giovani, alla riduzione della presenza delle donne nel processo produttivo.

E non solo; all'inflazione, alaumento del costo della vita, al blocco della spesa pubblica che si traduce in minori servizi, problemi che tolgono qualcosa, ogni giorno, alla libertà di ricerca e di sviluppo alla donna, che è costretta, per il suo ruolo, ad affrontare da sola il problema immediato della organizzazione, della sopravvivenza. La conseguenza è l'av-

vilimento, la riduzione dell'iniziativa, proprio quando il problema del superamento della crisi, richiede la collaborazione e il contributo essenziale delle masse femminili.

Ancora una volta, nel ritrovarsi insieme, si sentirà l'esigenza di discutere i problemi che la legge sull'aborto ha posto: la maternità come valore sociale, la prevenzione dello aborto, gli aborti bianchi ecc. e non ultimo il problema del Consultorio che per disorganizzazione e mancanza di personale, mette in serie difficoltà la sua funzione e la sua continuità.

Un'analisi verrà fatta anche su alcuni servizi della nostra zona quali il trasporto, l'ufficio postale, l'assistenza sociae degli anziani.

«La Sedicesima», invitata, ;arà presente a questa manifestazione, coglierà nei temi trattati, le indicazioni per sviluppare e rafforzare la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale e culturale della nostra zona.

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Ma che senso ha questa valutazione se non viene collegata alle lotte che i movimenti femminili hanno proposto in questi anni, lotte a cui molte donne e donne diverse fra di loro hanno combattuto? È forse che quel ritrovarci sia nelle piazze che nelle istituzioni si fondava su obiettivi che per i diritti civili avevano trovato strumenti legislativi ma, per cui i movimenti femminili non sono stati in grado di dare un contenuto politico che costruisse sullo slogan « una nuova qualità della vita» una ipotesi di rinnovamento sociale che coinvolgesse tutta la società. Questo è naturalmente avvenuto poichè la solidarietà delle donne si basa sulla loro condizione ma non per questo ne fa una classe. Questa contraddizione può però essere una forza se osserviamo quali sono le questioni che hanno messo in crisi il nostro Paese.

Sul vocabolario, crisi vuol dire anche cambiamento : non

Possiamo e dobbiamo proporre provvedimenti che mutino strutture, investimenti e soprattutto consumi. L'industria ha bisogno, sì, di rilancio ma, deve essere un rilancio finalizzato a pareggiare le differenze fra nord e sud; un rilancio che abbia come meta investimenti diversi da quelli finora prodotti. Produrre macchine ma, per lavorare e come dice una vecchia canzone proletaria, «macchine per lavorare la terra ed il ferro», che sono oltretutto esportabili nei Paesi in via di sviluppo.

Possiamo e dobbiamo bloccare il salasso delle spese militari, nell'« anno internazionale del fanciullo » a Napoli i bambini continuano a morire ma, l'Italia aumenta di miliardi lo stanziamento per le spese militari.

Possiamo e dobbiamo fermare il terrorismo e la violenza che insanguinano da oltre dieci anni il nostro Paese; la conoscenza delle origini e degli scopi del terrorismo sono basilari per battere con chiarezza, questa tragedia che, tocca in prima persona le donne.

le, che, anche noi donne, abbiamo contribuito a mettere in crisi.

Possiamo e dobbiamo di fronte alla crisi della famiglia, della coppia, dell'affettività e dell'amore far intendere anche all'interno dei nostri rapporti privati che, la solidarietà, la gioia e l'affetto nascono e si consolidano solo nelle relazioni fra pari.

Per questo, donne di tutte le estrazioni, possono, insieme, nella loro diversità trovarsi unite, con la consapevolezza che, in tutto il mondo, in forme diverse le loro «sorelle» si battono per la loro emancipazione e liberazione.

Anche nella nostra zona è possibile creare un movimento femminile che intervenga su tutti i problemi di zona, cittadini e nazionali.

Un contatto può avvenire attraverso il giornale «La Sedicesima» a cui alcune donne su vari interessi si sono collegate; questo darebbe l'avvio, per la prima volta nel nostro quartiere, alla costruzione di un atteso e sperato coordinamento democratico femminile che potrà in futuro avere anche una sede propria.

Su questo invito tutte le donne della Zona 16 possono fare dell'8 marzo, non un giorno di celebrazione ma, un giorno di lotta per l'emancipazione.

WANDA VILLA dell'Unione Done Italiane

DONNA, TI ARRENDI?

La lettera di un "maschilista pentito"

Sempre nella pagina dedicata alla «Giornata della Donna» abbiamo creduto giusto pubblicare questo breve intervento che nelle intenzioni stesse del nostro lettore che ce l'ha inviato vuole riuscire «provocatorio», cioè accendere una discussione sulla questione femminile.

Lo stile e forse il tono stesso dell'intervento, ci ha lasciato perplessi: ma francamente non ci è parso corretto «censurare» una voce solo perchè ha scelto di esprimersi in un modo che non ci è consueto.

Cara Compagna, o domina, foemina, mulier, donna o madonna, e ogni altro nome per cui ti conosco; perchè non ti arrendi? Hai lottato contro di loro, Patriarchi, Probiviri, Galantuomini, Maschi, Patres. Hai vinto qualche scaramuccia : da bravi fallocrati pentiti, non comprano più Playboy, specie da quando le tette si vedono anche sul canale « laico »; hai umiliato il loro maschilismo, e hanno imparato a distinguere il Vernel dal Sole piatti; hai umiliato i loro miti virili e il figlio non può giocare con il mitra della sorellina, perchè ha le sue bambole. E adesso? I Patres sono sempre loro, ti rendi conto? Da pater deriva patrimonio

Possiamo e dobbiamo proporre valori nuovi e più umani che sostituiscano i vecchi pregiudizi, i vecchi modelli di comportamento sociale e culturaquella è un'unione solida, Pannella neanche ci prova. Dal patrimonio nasce il padrone, qui non è ammessa l'interruzione di gravidanza, sono tutti obiettori, contro i padroni i digiuni non servono, anzi, sono loro che te li fanno fare. Ti ricordo che ci sono anche i patroni, prima che ti venga in mente di usare la parola matrona : verrebbe molto male, la festa della santa matrona, in francese sarebbe maitress: francamente, di cattivo gusto. Prova a immaginare gli operai che scioperano contro la porca matrona o Carli che rappresenta il matronato.

Non è finita: patres + patrimonio + padroni = Patria. Se pensi di metterti in lotta contro la Patria, vai a finire male: la patria è sacra, chi per la patria muor vissuto è assai: tu, alla patria, puoi fare solo una cosa: dare i figli.

Casomai crescessero, nel senso che sono troppi, c'è I' espatrio. L'espatrio non è quando i figli esportano la patria, è la patria che esporta i figli, i quali lasciano qui tutto patres, eventuale patrimonio, padroni e patria : ritroveranno certamente un padrone, costruiranno patrimoni di altri e ingrandiranno patrie non loro, ma degli U.S.A. e del marco par leremo un'altra volta.

Lo vedi che sei a un punto morto ? Ammettilo che sono forti, torna a casa; tra le pareti domestiche puoi essere domina, donna, madonna, mater; puoi coltivare la tua femminilità, irradiare grazie muliebri, dispensare amore materno e erotismo coniugale; fuori ci sono i patres, i patrizi, i padroni e, se necessario, i padreterni; gente che non si abroga nemmeno con ottanta referendum. Se però insisti, la maniera di vincere c'è; poi non dirmi che ti faccio la paternale (dal latino pater=padre). Auguri per 1'8 marzo.

pag. 6 - La Sedicesima
DI PARENTI E MORONI

Gli adulti e il problema della droga nelle scuole UNA BELLA INIZIATIVA!

Ritengo che le problematiche connesse con la crescente diffusione della droga specie presso soggetti sempre più giovani, debbano essere conosciute da tutta la popolazione della zona così che anche di questa tematica complessa e spesso ignorata anche nei suoi aspetti essenziali, possa farsi carico per portare il contributo alla sua soluzione.

Lo spunto delle riflessioni che seguono, è scaturito dalle due serate dedicate all'argomento «i come e i perchè della droga» organizzate presso il circolo di via Salerno, 3 e sviluppate, grazie all'ausilio di alcuni audiovisivi, «dall'Associazione Italiana per la difesa contro la diffusione della droga». Lo scopo che le due serate si proponevano, era di informare ed educare, in tema di droga, genitori e insegnanti della scuola elementare così da fornire quegli elementi conoscitivi che costituiscono il minimo bagaglio per affrontare correttamente il problema e suscitare un coinvolgimento personale che sia stimolo per pensare e attuare future iniziative.

L'interesse mostrato dai partecipanti è stato superiore ad ogni aspettativa, sia per la numerosa affluenza, che per l'attenzione espressa alle argomentazioni proposte.

In termini sintetici si è così appreso che la definizione di droga è più vasta di ciò che si pensa comunemente e coinvolge il fumo e l'acool ed esprime essenzialmente un concetto di dipendenza psichica. Si è poi passati alla rassegna delle principali droghe sotto l'aspetto farmacologico precisando le graduazioni dell'uso tra il semplice assaggio, il consumo abituale e la vera e propria tossicomania.

Successivamente sono state indicate le cause del consumo della droga che per comodità esplicativa, possono essere distinte in: * motivazioni individuali ; * motivazioni familiari ; * motivazioni sociali.

Infine si è delineato quali sono le possibilità di prevenzione del fenomeno che risultano essenzialmente legate alla mo-

difica della pubblica opinione grazie ad una corretta informa zione e al mutamento di alcuni atteggiamenti.

I partecipanti si sono poi divisi in gruppi per poter meglio dibattere e approfondire i temi proposti dall'audiovisivo e per tentare di porsi gli interrogativi più inquietanti che la droga pone in vista di assumere quelle iniziative atte a favorire ogni intervento preventivo o riabilitativo.

Data la complessità delle problematiche affrontate e l'onestà del modo con cui sono state trattate non sono certo emerse soluzioni magiche ne tanto meno immediate, anche se la aspettativa di molti poteva essere di questo tipo. La diffusione e gli effetti della droga sono gramigna difficile da estirpare e si può prevedere nell'ambito futuro una ulteriore espansione del fenomeno.

Come possiamo fare per arginare e combattere efficacemente tale pericolo che ogni giorno si fa più vicino e più sfacciato e nelle sue conseguenze sempre più irreversibili e drammatiche e spesso letali?

Ci dobbiamo muovere subito non aspettare di avere un caso in famiglia per svegliarci correre ai ripari, potrebbe essere troppo tardi! La strada da imboccare è quella comune per affrontare tanti altri mali che affliggono la nostra società e in particolare: uscire dalla visione egoistica dei problemi; ricuperare quei valori che danno un senso alla vita dei nostri giovani;

— fornire in famiglia e nella scuola comportamenti coerenti che offrano modelli di identificazione sani e corretti;

— mutare la nostra mentalità nei confronti del drogato che, lasciato solo o peggio evitato, finisce per farsi prendere sempre più nel vortice della droga;

— agire presso le istituzioni sanitarie di zona polche si adoperino ad aprire le loro strutture e a fornire tutti i mezzi tesi al recupero dei soggetti colpiti.

Inoltre, più ancora in concreto, ritengo che presso le scuo-

Gli alunni e gli insegnanti della 4aA e 4aB di Famagosta discutono in classe con i consiglieri di zona

Capita spesso negli ultimi tempi che i gravi problemi di tutti i giorni ci facciano apparire la vita quotidiana più carica di aspetti negativi che positivi. Il continuo ripetersi di episodi di violenza, di egoismo, l'incapacità di comunicare ecc., induce in noi atteggiamenti a volte di rassegnazione e di rinuncia.

le della nostra zona sia necessario promuovere incontri sull'argomento invitando esperti coinvolgendo genitori e insegnanti poichè dopo la nostra esperienza abbiamo percepito nei partecipanti interesse e desiderio di approfondire e spero, di agire.

In proposito alcuni genitori seguono gli incontri che il professor Madeddu tiene nell'ambito di Milano-Cultura sui problemi della droga e la preziosa esperienza, purtroppo isolata dell'opera del suo centro riteniamo possa essere stimolo per i genitori e insegnanti della nostra scuola e in merito organizzeremo un'ulteriore serata di dibattito e presa di coscienza del problema con l'intervento del prof. Madeddu.

Infine mi sembra di poter concludere invitando tutti ad una più attenta considerazione del problema così che cadano molti pregiudizi, che spesso sono un comodo alibi per non agire non sentirsi in colpa, e rivolgere un'appello alle nostre istituzioni sanitarie, in particolare il San Paolo, che non sfuggano la responsabilità di offrire le occasioni di ricupero magari invocando... la carenza di strutture o peggio una norma di legge.

GIANNINI

Non è pertanto per alzare il morale dei lettori, ammesso che ve ne sia bisogno, ma credo che occorra parlare anche delle cose «buone e positive», che il vivere quotidiano ci presenta, perchè anche se non frequenti, penso valga la pena di essere esposte. È il caso che è capitato a me con altri amici del Consiglio di Zona; per la precisione Bertoglio, Foti e Vigo.

La cosa è nata così! Un genitore di un alunno della classe 4.a elementare di Famagosta, nostro comune amico di dice: « Che ne direste di venire a parlare del Consiglio di Zona?». Lì per lì la cosa ci lascia abbastanza sorpresi. In effetti è la prima volta che succede; ma il genitore insiste còn argomenti difficili da confutare. «È una richiesta — dice — che ha trovato interessati gli insegnanti, non vorreste per caso deluderli?».

Per farla breve accettiamo e nella giornata di sabato, 4 consiglieri di zona si ritrovano (io direi anche un po' emozionati, almeno per quanto riguarda lo scrivente) davanti alla scuola Famagosta.

L'accoglienza degli insegnanti e di alcuni genitori presenti, è calorosa e scioglie un po' la emozione, e prima di entrare in classe ci spiegano il perchè dell'iniziativa. Gli alunni — ci spiegano — stanno verificando le varie realtà della zona e tra queste vi è il Consiglio di Zona; pertanto vogliono conoscere come funziona, che compiti ha, come è composto, quali sono i problemi ! Entriamo in classe e subito ci si sente sotto gli occhi di 30 ragazzi che ti fissano incuriositi. Gli insegnanti fanno una breve illustrazione dei motivi che hanno portato a realizzarsi l'iniziativa e chiedono che i consiglieri illustrino che cos'è il C.d.Z. Cerchiamo di illustrare il lavoro e i compiti del CdZ, e viene evidenziata da Vigo in modo particolare la sua funzione di partecipazione per la ricerca di risoluzione dei vari problemi della nostra zona. Valutando l'esposizione che stiamo facendo agli alunni, mi accordo che usiamo parole da iniziati, forse un po' difficili quali partecipazione, gestione democratica e così via! Finita l'esposizione iniziano subito le domande degli alunni che dopo un primo attimo di esitazione piovono frequenti. Ed il campo è subito sgombro dai dubbi. I ragazzi hanno capito benissimo, le idee in testa le hanno chiare e le domande scorrono puntuali, precise, intelligenti.

Come è composto il C.d.Z.?

Il C.d.Z. è sempre daccordo con l'amministrazione comunale? — Come vengono eletti i Consigli di Zona? — Il nostro C. d. Z. può costruire i campi sportivi?

Particolarmente insistenti ed attente le domande sulla loro scuola che, come è noto, è un precario ricavato da uffici, ed l al superamento del quale il C.

d.Z. sta lavorando. Nuove domande? — È vero che verrà costruita per noi una nuova scuola? — Dove verrà costruita ? — Perchè non abbiamo anche noi la palestra come nelle altre scuole? Si cerca di spiegare che la scuola verrà costruita sì, ma ci vuole tempo e forse loro non saranno in età per usufruirne. Andrà bene per i vostri fratelli e sorelle — diciamo — voi sarete già alle medie! Mi colpisce in particolar modo la domanda di una bimba che con aria seria chiede: «Che cos'è il Centro Civico?». Ecco vedete, poi si sentono nella scuola molti genitori che dicono: «Sai queste cose non bisogna spiegarle ai bambini, sono troppo piccoli, non possono capirle!». In pratica ciò vuoi dire che bisogna raccontar loro solo la storia di «Biancaneve e i sette nani» o solo qual'è la capitale d'Italia? lo credo che bisogna dire con chiarezza che molte volte noi genitori, forse per eccesso di paternalismo e paura del nuovo, non ci sforziamo, non vogliamo che i nostri figli si interessino a scuola di queste cose. È forse per paura che i nostri figli ci pongano domande difficili diverse dagli schemi abituali a cui siamo abituati? Può darsi. È una domanda che dovrebbe trovare risposta. Ma torniamo a noi! L'atmosfera in classe è ormai «calda»; le domande si rincorrono particolare interesse suscita la storia della nascita e dello sviluppo territoriale della nostra zona illustrata da Bertoglio, con l'ausilio di una carta topografica ottenuta dal C.d.Z. I ragazzi imparano la topografia della nostra zona, imparano a distinguere l'indicazione delle scuole, delle case, dei servizi, dei quartieri, delle fabbriche; dei nuovi insediamenti, come il S. Ambrogio, dei campi sportivi. Mi accorgo che molte volte nelle nostre risposte tendiamo ad essere lunghi prolissi e a fare un po' noi da maestri; i ragazzi se ne accorgono e. a volte, danno segni di impazienza. Subito però l'interesse riesplode quando Foti consegna ad ogni alunno una medaglietta ricordo dei C. d. Z. : urla di gioia, calca per prendere le medaglie, ringraziamenti! Ancora domande, anche degli insegnanti e dei genitori presenti. Sono due ore che siamo in classe e il tempo è voltato. Suona la campana e siamo sommersi dai ringraziamenti e dai saluti. Pensandoci bene non sono i bambini che devono ringraziare, ma siamo noi che ringraziamo loro, gl'insegnanti ed i genitori che hanno permesso l'iniziativa e la sua buona riuscita.

Esco da scuola un po' frastornato, come spesso capita quando si rimane piacevolmente impressionati da un fatto. Penso tra me: «Guarda come è relativamente semplice fare certe cose anche nella scuola; basta un po' di iniziativa e, perchè no, di coraggio!».

Tutto sommato questa volta la lezione l'hanno fatta i ragazzi ai genitori e questo è positivo, perchè a scuola, dobbiamo avere l'umiltà di ammetterlo, dobbiamo ritornarci sempre di più anche noi.

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CECCHI PROBO

Cosa vuoi dire "Droga "

Sono da considerare droghe tutte le sostanze che agendo sulle strutture nervose più complesse (cervello) producono un'alterazione delle nostre sensazioni e percezioni modificando pertanto il nostro comportamento normale. L'intensità e il tipo di questi effetti è differente a seconda della droga e della quantità assunta.

Si può osservare inoltre, che sostanzialmente le droghe possono agire in senso depressivo, come i barbiturici, in senso stimolante come le amfetamine o precipitare l'individuo in un delirio di immagini colorate e deformate come la LSD.

Devono essere sicuramente considerate droghe l'alcool ed il tabacco, che vengono consumati ormai da secoli e sono normalmente accettate dalla nostra società.

Purtroppo, si deve dire, che di pari passo con il progresso scientifico e tecnologico, nuove droghe più potenti e pericolose vengono identificate e messe a disposizione dei con sumatori potenziali.

Alcune droghe sono indispensabili in medicina, ad esempio come farmaci per combattere il dolore, altrimenti non controllabile (es. morfina) o per indurre l'anestesia in caso di interventi chirurgici (es. barbiturici). Altre droghe (es.,amfetamine) vengono utilizzaté con lo scopo di migliorare le prestazioni sportive, in realtà peggiorano sicuramente la coordinazione dei movimenti e non aumentano la potenza muscolare, riducono solo la percezione della fatica, con il conseguente rischio di condurre l'organismo verso l'esaurimento ed il collasso.

Cal punto di vista degli effetti vengono distinte, sia pure

La Carovana giunge ad una nuova oasi

con una certa approssimazione, perchè i confini non sono in realtà così netti, in droghe «leggere» o «pesanti». Queste ultime sono le più pericolose, infatti la loro assunzione ripetuta, anche per breve tempo, innesca una drammatica spirale praticamente senza ritorno, che si manifesta con: 11 ASSUEFAZIONE (sono necessarie dosi sempre 'più elevate per ottenere gli effetti attesi); 2°)

DIPENDENZA FISICA (necessità di ripetere l'assunzione per evitare il manifestarsi di sofferenze di grande intensità che sfociano nella «sindrone di astinenza») ; 3°) DIPENDENZA PSICHICA (stimolo incontrollabile che spinge il consumatore guarito clinicamente a riprendere l'uso della droga. Sono proprie queste caratteristiche che fanno di un consumatore occasionale un vero e proprio tossicomane o «drogato». I danni che vengono prodotti sull'organismo sono di tale gravità che possono addirittura, come ben noto a tutti, portare alla morte. Alcuni pos sono essere attribuiti agli effetti veri e propri della droga ed altri, non meno importanti, alla assoluta mancanza di cautele igieniche del drogato che si inietta la sua dose di eroina.

I germi ed i virus così introdotti possono produrre alterazioni irreparabili in un organismo già grandemente delibitato.

Il problema del ricupero dei tossicomani è attualmente molto lontano dalla soluzione: risultati definitivi si ottengono in meno del 5% dei casi e in centri medici specializzati. Una capillare azione di prevenzione svolta sulla base di una corretta informazione è senza dubbio l'arma più efficace.

L. D.

UN PITTORE AL MESE

Gaetano Geraci

Ho l'opportunità di poter parlare di Gaetano Geraci il quale fa parte del Gruppo Baronarte, della Zona 16.

Circa una decina d'anni fa ha iniz'ato a dipingere, ed in questo lasso di tempo, e riuscito ad assumere padronanza della pittura. Ha infatti partecipato a vari premi e rassegne ottenendo consensi e riconoscimenti di critica e di pubblico.

1977 - 3° Concorso Nazionale Catalogo «Orizzonte» (premio speciale: Coppa).

1978 - Sever d'Oro 3' premio: Targa.

1978 - Catalogo d'Arte «Orizzonte» - premio speciale: Coppa d'Onore per meriti artistici, assegnato a 20 artisti fra tutti gli iscritti in catalogo con la seguente critica: «Per le sue ultime ricerche in chiave metafisica dove appare evidente il desiderio di indagine di tut-

Nel maggio dello scorso anno, La Sedicesima offrì la possibiltà a «La Carovana» di presentarsi nella zona come gruppo teatrale. In quell'occasione si era parlato del nostro ambiente di lavoro (la nostra «oasi» ovvero luogo di svago, divertimento, impegno, cultura, creatività) e cioè il teatro della parrocchia SS. Nazaro e Celso di via Zumbini 19, ed avevamo presentato il nostro ultimo lavoro (due atti unici di Dario Fo: «Gli imbianchini non hanno ricordi» e «L'uomo nudo e l'uomo in frak». La situazione ora è cambiata. Noi lavoravamo, come detto in un teatro parrocchiale, quindi eravamo considerati, giustamente, come compagnia parrocchiale. Nel frattempo si era maturata in noi una certa idea, una certa scelta che era il portare un discorso teatrale di intrattenimento, di contenuti non necessariamente legati all'ambiente in cui si lavorava.

Da qui l'esigenza (dopo sei anni di attività svolta) da parte del responsabile morale-materiale del suddetto teatro, di verificare il nostro modo di pensare in funzione del luogo in cui portavamo avanti il nostro discorso teatrale. Ciò è stato messo in pratica in un incontro avvenuto dopo la pausa estiva.

Venendo al nocciolo ci è stato fatto questo discorso: «Qui opera una comunità, se voi seguite la linea che questa comunità si è proposta di portare avanti (nel caso specifico diffondere la cultura con contenuto prettamente cattolico; è stata negata ogni forma di teatro a livello di divertimento,

di contenuti solo umanistici o semplicemente sociali) potete continuare a lavorare qui, altrimenti siete liberi di scegliervi un'altro teatro».

lo non me la sento di commentare questa proposta «pluralistica» (tanto più che sul!' ultimo bollettino parrocchiale è comparsa questa frase: «una comunità cristiana che emargina smentisce Cristo»), ma vorrei mettere in evidenza che questa necessità di diffondere cultura è sorta, in questa comunità, solo qualche mese dopo che lo stesso discorso era stato affrontato dal Consiglio di Zona 16 ed in seguito al quale, dietro precisa proposta di lavoro, la stessa comunità aveva rifiutato di collaborare.

Non essendoci, per ora, strutture in zona in grado di accoglierci in un certo contesto (gli unici teatri fanno capo a parrocchie) abbiamo trovato la possibilità di lavorare in un teatro a Buccinasco presso il centro ricreativo-culturale comunale CRAC aperto a tutti coloro che vogliono impegnarsi culturalmente e socialmente. Questo sarà il nostro punto di partenza per portare le nostre rappresentazioni ancora una volta in zona.

Concludo dicendo che « La Carovana » non ha girovagato a vuoto, tra gli altri: spettacolo per il C.d.Z. 16 e spettacolo per la Olivetti di Crema, Inoltre non ci siamo neppure persi nella sabbia: stiamo infatti preparando nuovi lavori da proporre al suo pubblico. Occhio, quindi al «dromedario».

ALBERTO La Carovana»

In attesa di un Centro Culturale di Zona

Era da mesi che si sentiva parlare di un Centro Culturale per la Zona 16 che avrebbe dovuto costituirsi con sede alla Cascina Monterobbio, in via Moncucco al 51.

Tra gli animatori di questa iniziativa avrebbero dovuto essere la Commissione Cultura del CdZ 16 ed il gruppo teatrale «Il Chiodo». Ma fino ad ora non se ne è fatto nulla.

A quando? chiediamo ogni volta che incontriamo qualcuno dei responsabili e sempre ci viene risposto che non si sa come ottenere lo spazio alla Cascina Monterobbio perchè mancano risposte precise dalla proprietà, cioè dal Comune.

A metà febbraio le ultime notizie: Giovagnoni, della Commissione Cultura, ci spiega desolato che bisogna attendere la Delibera Quadro che trasmetterà la gestione della Cascina al Consiglio di Zona 16. E quindi aspettare ancora. La cosa di per sè non sarebbe drammatica. Anzi, con il trasferimento della gestione degli spazi pubblici per sport e tempo libero al CdZ 16 è ragionevole credere che Giovaponi ed amici traveranno risposte ben più precise e sollecite. Ma ci pare anche legittimo guardare a questi continui rinvii con preoccupazione e questo per due motivi. Primo perchè chi sei mesi fa accettò con entusiasmo di partecipare a questa iniziativa, potrebbe non essere risposto ad attendere ancora per molto. E in secondo luogo perchè nella nostra zona troppe sono state le occasioni mancate in questo senso, troppe sono state le strutture di proprietà comune che o sono state monopolizzate da gruppi privati o sono cadute nell'abbandono più rovinoso. Basti ricordare i due centri sociali di via Coppin e di via S. Paolino e la splendida Cascina di via Boffalora che è avviata a divenire un cumulo di macerie.

to quanto possa apparire fuori dalla realtà naturale». Unanime parere dei critici d'arte Vincenzo Castelli e Antonino de Bono (vedi n. 3 di Arte+Arte 1978).

1978 - Premio Van Gogh - premio speciale, assegnato per meriti artistici: Statuetta.

1978 - Vl.a Rassegna Seversecondo premio: Targa.

1978 - I.a Rassegna Arte Sacra - primo premio e Targa. Aldo Corona, insegnante di educazione artistica, ha voluto inoltre rilasciare a Geraci una dedica che rispecchia esattamente la sensibilità artistica sia per la ricerca del colore e l'essenzialità delle forme. Con questo ritengo di non dover aggiugere altro, ma solo convalidare e riconoscere la serietà di questo artista che vuole essere sè stesso in questo mondo travagliato da tanti affanni.

E se è vero che la demolizione non pare, almeno nell'immediato. il futuro della Cascina Monterobbio, è comunque certo che una tale struttura di proprietà comunale resterà persa per gran parte della cittadinanza della nostra zona fino a quando non potrà venire utilizzata nell'ambito di iniziative pubbliche, come è appunto quella progettata dalla Commissione Cultura del GdZ 16. È quindi nostra viva speranza che sia il Comune che il C. d.Z. 16 facciano tutto quanto loro compete, e nei tempi più brevi, affinchè il progettato Centro Civico trovi adeguata sistemazione alla Cascina Monterobbio. Ma occorre anche sperare che i promotori di questa lodevole iniziativa non si perdano d'animo, insistano nelle loro richieste, rifiutando di abbandonarsi alla facile giustificazione dei ritardi e delle complicazioni burocratiche.

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Gaetano Geraci: Interno.

UFFICIO

Quanto aspetteremo ancora ?

Esattamente un anno fa, uscimmo con un articolo di prima pagina, il cui sottotitolo diceva : « Quanto dovremo aspettare per i due uffici di S. Ambrogio e Ronchetto? ».

A quanto pare ancora un bel pò, se si tiene conto con quale lentezza burocratica procedono certe cose in quel di Roma; dico Roma, perchè oramai è soltanto da lì che deve partire il via, almeno per quanto riguarda l'ufficio postale di via Coppin (zona Ronchetto).

Consiglio di Zona 16 e Amministrazione Comunale, han no da moltissimi mesi inoltrato la delibera e le pratiche necessarie per l'apertura di questo ufficio, sono seguite da parte dei cittadini del Ronchetto petizioni di sollecito al CdZ, il quale ha preso subito atto delle più che giustificate richieste, ma malgrado ciò, la sede postale tarda ad arrivare rendendo il disagio per i citta dini in zona, sempre più pesante e intollerabile.

Per la verità, un ufficio postale che può alleviare almeno in minima parte l'enorme carico di lavoro della succursale di via E. Ponti, oggi c'è, ed è l'ufficio di via Bordighera-Rimini recentemente aperto, ma per la sua collocazione estremamente periferica (ai confini con la zona 5) può essere utilizzato con comodità solo dagli abitanti del « Torretta » e del Quartiere «Spezia». Se a questi si aggiunge anche una notevole quantità di cittadini della Zona 5, che usufruiranno quasi certamente di questo ufficio, è facile immaginare l'aggravio e il carico di lavoro che anche questa sede dovrà sostenere.

Per una Zona come la nostra, che conta ormai circa 55 mila abitanti e con un notevole nu

mero di attività terziarie, commerciali e industriali, due uffici postali sono ben poca cosa; è necessario fare una maggiore pressione, magari con nuove petizioni tra i cittadini, affinchè il Ronchetto e nell'im-

DOMENICA 23 MARZO MANIFESTAZIONE PER GLI SCIOPERI DEL MARZO 43-45

L'ANPI-Barona comunica che in data 23 marzo organizzerà una manifestazione democratica e antifascista celebrando gli scioperi patriottici del Marzo '43-'45. Alle ore 10 il corteo partirà dalla Cooperativa «Barona E. Satta» per giungere in Piazza Miani dove, alle ore 11, si terrà un comizio.

La Sedicesima

Mensile della Zona 16

Si invitano pertanto i partiti democratici, le associazioni giovanili, il Consiglio di Zona 16 ed i cittadini tutti a partecipare a tale manifestazione, testimoniando così il proprio impegno unitario nella lotta al terrorismo e alla violenza.

ANPI-BARONA

Autorizzazione n° 20/79 del Tribunale di Milano

Redazione ed amministrazione: Viale Famagosta 4

Direttore responsabile: A. Estacchini Comitato di Redazione: G. Borella, W. Colombo, L. Ficini, A. Fugazza, V. Lissoni, A. Mantovani

Pubblicità: A. Ferrari (tel. 8132357)

Amministrazione: A. Ferrari

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bene attenti a non produrre lesioni cutanee che si possono manifestare anche a distanza 'di tempo.

Ma la terapia locale più importante è la «Meloterapia», che a mio avviso è oggi il trattamento principe dell' acne perchè presenta il vantaggio di introdurre i farmaci direttamente nella lesione acneica sia essa papulosa, ulcerosa, maculosa, cistica o necrotica, ed inoltre tali farmaci agiscono meglio per l'innegabile vaso dilatazione (ossia fenomeno di iperemia attiva che aumenta nettamente le difese locali), prodotta dai microstraumi degli aghi.

I francesi adoperano un particolare cocktail a base di procaina, iodogluthional e divasta. lo personalmente ho ottenuto buoni risultati introducendo in successive sedute anche un antibiotico a base di Gentamicina Solfato, un derivatofluorurato del betametasone, ed una gonadotropina che è già adopera-

mediato futuro il Sant'Ambrogio, che sono nel contesto della Zona 16 i più centrali e popolari quartieri, abbiano finalmente i loro tanto sospirati Uffici Postali.

L. F.

ta da inglesi e francesi per via generale; inoltre adopero un vaccino con molti ceppi di stafilococchi.

Generalmente con questo trattamento si ha un aggravamento nelle prime 48 ore, nel senso di una reazione cutanea con arrossamento, inoltre si può avere un rialzo termico dovuto al vaccino. primi buoni risultati si cominciano ad apprezzare dopo due settimane. Consiglio sempre massaggi facciali giornalieri di cinque minuti tenendo la pelle tra il pollice e l'indice con un movimento di torsione sufficientemente forte da provocare un certo dolore.

Tali massaggi migliorano ulteriormente la microcircolazione locale aumentando la percentuale di successo. Dott. GIUSEPPE CALICCHIO via Savona, 65/A - Tel. 4228706 Galleria Corso, 4 - Tel. 791568 (solo mattino)

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Ancora imbattuti i giovanissimi del G.S. Giussani

Domenica contro l'Airone/A la Giussani perde un punto in media inglese

Non sono riusciti a sbloccare il risultato dallo O a 0 i ragazzi di Ritucci, apparsi impacciati e stanchi, di fronte ad un modesto avversario.

Forse i ragazzi erano troppo sicuri di vincere, datosi che nell'andata avevano vinto in casa dell'Airone, invece è stata la squadra avversaria ad avvicinarsi per prima alla porta difesa da Cellamaro L.

Il capitano Ortuso era al di sotto delle sue possibilità come anche Menga, che si è mostrato con grande volontà, ma inconcludente nelle conclusioni, solo Leo Tanzi Mazzilli e Cellamaro si sono salvati dal naufragio generale.

Speriamo che domenica prossima sul campo di Linate si guadagnino il punto perso oggi. FRANCO CELLAMARO

I Giovanissimi della Giussani. In piedi, da sinistra: Ortuso, Cellamaro, Leo, Gemelli, Mazzilli, sig. Ritucci, Celin, Sgarbi. Accosciati: Del Giudice, De Pasquale, Tanzi, Di Pinto, Anoia, Menga, Miglio.

BASKET: I RISULTATI

Primi incontri di campionato.

ALLIEVE : Fanfulla Lodi-S. Ambrogio 89-35, S. Ambrogio-Red

Star 96-7. — RAGAZZI: Dopo aver perso l'incontro per il primato mantengono saldamente il secondo posto in classifica:

S. Ambrogio-Legnano 58-98, S. Ambrogio-Victor Rho 89-46, Social OSA - S. Ambrogio 54-86.

ALLIEVI: Il campionato inizierà il 18 febbraio. Si registrano fino ad ora buone prove nelle amichevoli di preparazione. Primi incontri casalinghi di campionato: il 23 febbraio S. Ambrogio-Virtus ore 21, il 2 marzo

S. Ambrogio-Jet ore 21. — CA-

DETTI: È terminato il girone di andata un pò avaro di vittorie. Speriamo che il girone di ritorno sia più benevolo: S. Ambrogio-Gerardiana 69-103, CAP Lodi-S. Ambrogio 54-74. — JU-

pionato con il netto dominio del «Billy», formazione favorita per il titolo italiano della categoria. I nostri ragazzi con il bilancio di 5 vittorie e 7 sconfitte si sono piazzati a metà classifica. Questi gli ultimi risultati: S. Ambrogio-Victor Rho 83-87, Pall. Legnano-S. Ambrogio 94-69, S. Ambrogio-Boffalora 87-38, Abbiategrasso-S. Ambrogio 82-101. — PRIMA DIVISIONE MASCHILE. In preparazione al campionato si è aggiudicata nettamente il Torneo di Milano Sud - Ovest davanti a Corsico, Opera e Basket 4. Questi í risultati di tutto il torneo: Corsíco-S. Ambrogio 4860, S. Ambrogio-Basket 4 95-48, S. Ambrogio -Opera 85 - 43, S. Ambrogio - Corsíco 90 - 79, Basket 4-S. Ambrogio 51-99, Opera-S. Ambrogio 52-55.

Comunicato della Polisportiva Famagosta

La Polisportiva Famagosta rende noto che il 27 gennaio 1978 si è avuta l'elezione del nuovo Direttivo.

Sono stati eletti i sigg.:

1) Presidente, Bosco Domenico - 2) Vice Presidente, Settembrese Palmiro - 3) Segretario, Zeppilli Romano - 4) Manager, Pellegrino Umberto - 5) Cassiere, Brunazzi Aldo - 6) Consigliere, Piscicelli Agostino - 7) Consigliere, Cinnirella Francesco - 8) Consigliere, Santaniello Giovàhni.

Il nuovo Direttivo augura alla Redazione de «La Sedicesima» un buon proseguimento ed una ancor più buona collaborazione.

G.S.Q. S. AMBROGIO e la ginnastica-artistica

Nel 1976 il Consiglio Direttivo del G.S.O.S. Ambrogio decideva di istituire dei corsi di ginnastica educativa formativa da effettuarsi sia nella palestra della Scuola Elementare di via S. Paolino sia nella palestra della Scuola Media di via Ce Nicola.

Constatato che nella Zona 16 e particolarmente nel nostro quartiere vi sono moltissime possibilità di far accostare i giovani e giovanissimi a quella affascinante attività sportiva che è la ginnastica artistica, abbiamo deciso nello scorso annó, di iscrivere il nostro gruppo alla Federazione e contemporaneamente di selezionare e preparare quegli elementi che dimostravano particolari doti così da formare una squadra agonistica. Il dirigente della Sezione Ginnastica è il sig. Mantovani Giuseppe detto il «jolly» del G.S.

O.S.A. ex arbitro di serie A Basket e conosciutissimo in tutti gli strati sociali del nostro quartiere. Gli insegnanti: per la ginnastica agonistica femminile sono la ,3rof.ssa Abbiati Rosanna e la sig.na Caselli Lidia; per la ginnastica ritmica fem-

ni per un totale di 31 allieve e pure loro parteciperanno ai Giochi della Gioventù. Per far meglio conoscere i corsi di ginnastica agli abitanti del nostro quartiere sono in fase di preparazione due manifestazioni che si svolgeranno nei mesi di marzo e aprile. Prima di parlare dei risultati vorrei sottolineare le quotidiane difficoltà che devono costantemente superare i nostri validissimi istruttori. Dovete pensare che oltre a dimostrare, insegnare e far comprendere l'esercizio ai loro piccoli allievi essi devono anche sostituirsi ai genitori, per aiutarli a risolvere tanti piccoli problemi quotidiani (che però per loro sono grandissimi) come per esempio la paura di perdere l'equilibrio.

Ed ecco i primi risultati delle nostre quattro piccole ginnaste: 1.a gara del 18 novembre 1978 - Caselli Nadia 32.55Zolfo Cecilia 32.55 - Pauli Daniela 30.95 - Scaglione Susanna 25.20 — 2.a gara del 28 gennaio 1979 - Pauli Daniela 32.40 - Caselli Nadia 32.35 - Zolfo Cecilia 31.50 - Scaglione Susanna 25.20.

I nostri piccoli ginnasti sono

LA 3a

ANTONIO MONTANARI

LA SEGRETERIA Zeppilli Romano

STRAGIUSSANI

DOMENICA 18 MARZO

NIORES : È terminato il cam Comenica 18 marzo 1979.

Ore 8, ritrovo. Ore 9.30, partenza.

Anche quest'anno il G. S. «Giussani» organizza una marcia non competitiva di km. 12.

L'organizzazione di questa marcia ha portato un duro lavoro per i Consiglieri, dovendo gli stessi sobbarcarsi una mole di lavoro, inerente ai premi, materiale tipografico ecc. ecc., onde poter essere in concorrenza con le molte marce che ormai si disputano ovunque.

Il primo grosso problema è stato quello dei premi, delle volte per risparmiare qualche lira non si accontenta chi partecipa, ci si è perciò indirizzati ad un premio che rimanga veramente gradito, abbiamo deciso per una bellissima e fine medaglietta d'argento, sì proprio d'argento anche se ciò ha comportato una grossa spesa.

Anche sul prezzo di iscrizione siamo stati modesti e sono stati fissati due prezzi: adulti lire 2.500, ragazzi fino ai 13 anni lire 2.000.

I sopracitati prezzi ci permettono di chiudere la manifestazione senza utili, ma siamo sicuri lasciando un ottimo ricordo a tutti i partecipanti.

Essendo la corsa nella Zona 16 invitiamo tutti i lettori della «Sedicesima» che per iscrizioni od informazioni, possono rivolgersi alla Cooperativa «Soncini» in via Parenzo 8, ove ci sarà un nostro incaricato. Fiduciosi che i nostri sforzi approdano ad un successo della manifestazione invitiamo tutti gli sportivi della Zona 16 ad iscriversi.

minile la prof.ssa Boria Maria e per la ginnastica agonistica maschile il sig. Davò Roberto. Inoltre non bisogna dimenticare che sono costantemente seguiti dal nostro Presidente, il signor Caselli Ermanno, che della ginnastica ne ha fatto un hobby.

Attualmente abbiamo tre corsi di ginnastica formativa. II 1° è formato da 26 bimbette di età fra i 4 ed i 7 anni. Il 2° è formato da 27 allieve dagli 8 agli 11 anni di età e questo gruppo, oltre ad avere come obiettivo la partecipazione alle manifestazioni promozionali svolte dagli enti di propaganda, in questi giorni si sta intensamente preparando per partecipare ai Giochi della Gioventù. Il 3° corso è formato da 11 maschietti in età scolare ed Ruba loro, come per il corso femminile, partegiparaono a tutte le manifestazioni vitate in precedenza, Per la ginnastica ritmica fem Minn* abbiamo formato due corsI dl età fra i 12 e i 15 an-

quattro ma solo uno era in grado di sostenere delle gare: si tratta di Gioia Massimiliano che a realizzato i seguenti punteggi: 1.a gara il 14.4.1979 con 30.15 - 2.a gara 1'11.2.1979 con 32.

Il G.S.Q.S. Ambrogio sta compiendo notevoli sforzi per poter dotare la Sezione Ginnastica delle attrezzature necessarie; a questo proposito sono state acquistate due travi di equilibrio (da 60 e da 120 cm.), la parallela esimmetrica, la sbarra fissa, gli anelli e la pedana elastica per il salto. Appena le possibilità finanziarie ce lo permetteranno verranno acquistate nuove attrezzature per consentire ai nostri giovani ginnasti di prepararsi con più cura. Noi ci auguriamo che il nostro entusiasmo ed i nostri sforzi, sorretti dalla passione e dalla forza di volontà dei nostri atleti, vengano coronati da sempre più presti, Osa affermazioni del ndstrl colori, ENFlie9 CALCINATI

pag. 10 - La Sedicesima
La squadra di Ginnastica del G.S. Sant'Ambrogio
Il
SALUMERIA • ROSTICCERIA GASTRONOMIA *TAVOLA CALDA notentí ikoberto Viale Faenza , 2 (ang. p.za Miami) tel. 817.568

li anni di attività del G. S. Sant'Ambrogio II'

II G.S. Sant'Ambrogio li festeggia nel 1979 i quattro anni di attività. È infatti nato ufficialmente il 25 ottobre 1975 per iniziativa di alcuni volenterosi del Quartiere che si erano già distinti in iniziative sportive ed a carattere sociale allo interno della scuola.

Da quel giorno molto è stato fatto ma moltissimo resta ancora da fare. Desideriamo far conoscere meglio le attività che attualmente sono in corso di svolgimento che sono già programmate per l'anno corrente.

CALCIO. È il settore più sviluppato in quanto attività più richiesta dai ragazzi del quartiere. Attualmente sono in piena attività sette squadre della Lega Giovanile che partecipano al torneo della F.I.G.C. e a quello del « Gruppo Sportivo Milanese Anni Verdi » che comprende oltre trenta Società Sportive di Milano e Provincia. I nostri ragazzi che si battono con impegno e serietà nei vari incontri sono circa 120 regolarmente assicurati. È anche il settore che dal punto di vista dei risultati ha dato le maggiori soddisfazioni, Infatti, nonostante la relativa inesperienza, le nostre squadre rivalegglano alla pari con quelle di Società Sportive che operano nel calcio da moltissimi anni. GINNASTICA. Il Gruppo Sportivo Sant'Ambrogio Il, organizza da tre anni corsi di ginnastica presso la Scuola Elementare «De Nicola». Gli obiettivi che ci siamo posti sono principalmente due: primo che gli istruttori fossero in grado di far praticare la ginnastica formativa non disdegnando di valorizzare eventuali talenti idonei a praticare ginnastica agonistica; secondo, fornire il corso a minor costo possibile. Non sappiamo se siamo riusciti pienamente nel primo obiettivo; nel secondo sicuramente abbiamo l'orgoglio di aver potuto praticare tariffe ben al di sotto di quelle correnti. Attualmente circa 80 ragazzi frequentano il corso 1978/1979. NUOTO. Ha preso avvio in que-

sti giorni il secondo corso di nuoto organizzato dal GS presso la piscina comunale di via Sant'Ambrogio (Quartiere Chiesa Rossa), gestita dal Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione. Partecipano a questo corso 104 ragazzi divisi in due turni. Anche per questa attività la preoccupazione maggiore era di contenere al massimo i costi; possiamo tranquillamente affermare di esserci riusciti in pieno. Altro probleima_mie ,,disponibilità della piscina, per o t n la quale, è risultato determinante, oltre il nostro impegno, anche I' interessamento della Commissione Sport del Consiglio di Zona 16. Esaminate le attività in corso andiamo ad elencare quelle che sicuramente faremo.

MINIOLIMPIADI. È il nostro «fiore all'occhiello». Si svolgeranno anche nel 1979 per il 4° anno consecutivo e vi saranno impegnati tutti i ragazzi dei quartiere in età scolastica. È sicuramente la manifestazione che maggiormente coinvolge il nostro quartiere poichè tutti i ragazzi ne sono partecipi. Essa comprende un torneo di calcio ad eliminazione diretta fra le rappresentative delle classi della Scuola Elementare « De Nicola » e della Scuola Media « De Nicola »; per un totale di 51 classi partecipanti, comprende inoltre gare di altetica leggera nelle varie specialità. La somma dei risultati ottenuti sia nel calcio che nell'altetica. consacra le classi vincenti mediante la consegna dl un trofeo da custodire nella Scuola per l'intero anno scolastico.

GIOCHI ZONALI, Manifestazione sportiva organizzata dal Consiglio di Zona 16. Negli anni 1977/1978, la giornata conclusiva è stata organizzata dal G.S. Sant'Ambroglo II per incaricO dello stesso Consiglio di Zona. Lo scorso anno ha visto la presenza di numerosi Gruppi Sportivi operanti nella zona per un totale dl circa 400 ragazzi che si sono cimentati in varie specialità di atletica leggera sulla pista a fondo na-

Un'iniziativa de "La Sedicesima"

turale, perfettamente agibile e avente misure regolamentari (400 metri), del Centro Sportivo G.S. Sant'Ambrogio Il. La relativa premiazione ha visto, nel 1978, la significativa presenza del Sindaco di Milano Carlo Tognoli e dell'Assessore allo Sport Paride Accetti. Contiamo di ripetere anche per il 1979 questa esperienza che riteniamo molto positiva. Ma i nostri obiettivi sono ancora più ambiziosi; vorremmo ad esempio vedere la nostra sede meglio utilizzata trasformandola in un punto di incontro ove possono confluire tutti gli abitanti del quartiere, in primo luogo ragazzi ed anziani, per trascorrere insieme ore liete lontani dalle brutture che purtroppo ci offre la società moderna. Ci piacerebbe inoltre allargare il campo delle attività sportive creando altri settori rivolgendoci principalmente alle ragazze in verità, per motivi organizzativi. alquanto in

volontariamente escluse. Per poter far questo, e necessaria la presenza fattiva di molte persone. Per creare nuove attività serve materiale umano che le curi e le gestisca ed è in questo senso che rivolgiamo un appello a tutti gli sportivi del quartiere Sant'Ambrogio perchè si adoperino con noi, a migliorare il G.S. L'ultimo problema, ultimo per elencazione ma fra i primi per importanza, è quello dei fondi. È vero che tutto il quartiere ha dimostrato di seguirci in tutte ie maniere, ma credeteci che abbiamo bisogno del contributo di tutti, in particolare, aderendo al Gruppo Sportivo mediante l'adesione del tesseramento annuale. Non siamo però a caccia di soldi, siamo consapevoli che la partecipazione può ovviare anche a questo, come l'esperienza ci stà largamente dimostrando.

IL PRESIDENTE

NUOVO COMITATO DIRETTIVO

AL G. S.

SANT ' AMBROGIO

Presentiamo il Consiglio Direttivo eletto nell'Assemblea del 14 gennaio 1979: Presidente, Gibellini Angelo - Vice Presidente, Canzi Nazzareno - Segretario, D'Angelo Fabrizio Cassiere, Settembrini Vincenzo - Consiglieri: Bozzaotra Salvatore, Cipolla Luigi, Esposito Damiano, Falco Mario, Femminò Franco, Gatti Giancarlo, Lan di Francesco, Marmondi Adel mo, Parmigiani Renato, Ventura Angelo; - Sindaci Revisori: Boiocchi Sergio, Chimenti Domenico, Sartorio Angelo.

IL PRESIDENTE Gibellini Angelo

ALBERIAMO VIALE EAMADOSIA!

L'idea è «spuntata• parlando con la gente.

La nostra zona manca di verde pubblico: «là dove c'era un albero c'è una brutta strada», sembra dire una vecchia canzone...

Pensiamo che questa iniziativa sia condivisa da tutti i cittadini della nostra zona. Per questo chiediamo a tutti di spedirci il tagliando qui sotto

riprodotto, agli indirizzi: — Redazione «La Sedicesima• viale Famagosta, 4. oppure Oppure consegnandolo agli esercenti di viale Famagosta. Le firme saranno consegnate con una petizione al Consiglio di Zona e sarà chiesta in quella occasione una assemblea pubblica.

ADERISCO
« ALBERIAMO
»
Nome Via Data Firma La Sedicesima - pag. 11
ALLA PETIZIONE :
VIALE FAMAGOSTA
Cognome
I giovanissimi calciatori del G.S. Sant'Ambrogio II°

COM ' E' STATO POSSIBILE CHE ALLA BARONA.....

L'arresto di alcuni giovani autonomi della Barona hanno posto in luce una serie di grossi problemi che continuiamo a ignorare

Enorme impressione ha destato in tutto il quartiere la notizia dell'arresto di alcuni giovani del Collettivo Autonomo della Barona in relazione al feroce assassinio del gioielliere Torregiani.

Martedì, 20 febbraio, dopo che la televisione e i giornali avevano diffuso la notizia, con i nomi ed i volti degli arrestati, dai commenti che si potevano cogliere nei negozi, nei bar e perfino sull'autobus, erano evidenti l'amarezza, lo stupore dei cittadini: proprio qui, alla Barona!

Moltissimi i passanti che sostavano davanti alla bacheca di via Voltri a rileggere la notizia ed i nomi sulle pagine de «l'Unità», a sincerarsi che i volti degli arrestati fossero proprio quelli dei ragazzi che conoscevano. Ed anche qui la stessa sorpresa che avevamo colto nei commenti dei cittadini in via S. Rita, al Moncucco, in piazza Miani. «Era un quartiere così quieto...» sospira una anziana signora scuotendo il capo, mentre un pensionato ci dice «lo conosco i genitori di alcuni di questi ragazzi. Sono mIei amici, è brava gente». Certo non si trattava altro che di reazioni emotive, di commenti che ancora non tenevano conto di come la teoria aberrante del «partito armato», della violenza, trovi proprio nelle grandi città preoccupanti adesioni, né considerava la eventualità che dietro al trionfalismo degli arresti fulminei si potesse celare il disperato bisogno di un colpevole da parte di certa opinione pubblica e della polizia. Ma era anche un moto naturale di ripulsa verso questa ignobile corsa a fabbri-

care dei «mostri» di cui fregiare la prima pagina del proprio giornale, una risposta umana e comprensibile a quei giudizi affrettati che hanno, per esempio, fatto dire ad un giornalista della RAI che «la Barona è un quartiere depresso» alla periferia di Milano.

Certamente per noi che scriviamo ora, quando il polverone si è in parte diradato, e cominciano a delinearsi grossi dubbi sull'operato della polizia, è più facile dare un senso alle testimonianze che avevamo raccolte proprio nei giorni immediatamente successivi agli arresti, tra le mille difficoltà che ci avevano posto il comprensibile riserbo dei nostri interlocutori.

Ci avevano parlato di Fabio Zoppi come di un ragazzo tutt' altro che violento. Anzi, Fabio era stato attivo in un servizio sociale, come «soccorritore volontario», generosamente, senza mai tirarsi indietro e, recentemente, si era riproposto per riprendere il servizio.

Anche di Villa si era sostenuta la totale estraneità ai fatti, la mancanza totale di indizi, la perquisizione domiciliare senza risultati. Ed era apparso sconcertante anche l'arresto dei fratelli Masala così come lo avevamo raccolto nei negozi di via S. Rita, dove erano conosciuti come dei «bravi ragazzi» anche se non si capiva cosa andassero a fare al Collettivo, «tra quegli sbandati».

E ora siamo all'inizio di marzo, la scarcerazione per mancanza di indizi di Zoppi, Villa e Lucarelli comincia a far allentare la tensione. Certi giornali, con la stessa disinvoltura

con cui hanno gridato al «mostro», stanno cercando ora di costruire articoli sulle «vittime» degli arresti precipitosi. Alla Palazzina Liberty gli autonomi milanesi, pur sostenendo l'innocenza di tutti gli arrestati e dei ricercati, confermano le loro simpatie per il «partito armato». La polizia e la magistratura presentano le loro scuse ai giovani arrestati, e pare anche duramente pestati, «per errore».

Ma allora che facciamo? lasciamo tutto così? Rinunciamo a capire, divisi in colpevolisti e innocentisti, pronti a ripercorrere tutti le stesse strade alla prossima occasione? Ci importa così poco che certi incubi si 'possano materializzare a Milano, alla Barona, a pochi passi da casa nostra? Non sarebbe invece necessario che tutti, indistintamente, cercassimo di capire cos'è successo?

corteo di autonomi che la sera del 24 aprile 1977 minacciò più volte di interrompere, non certo con metodi democratici la manifestazione dell'ANPI in memoria dei caduti partigiani della Barona. E fu solo grazie alla presenza di un nutrito servizio d'ordine dell'ANPI che gli autonomi, dopo vari tentativi, dovettero ritirarsi. Ed erano ancora autonomi quelli che nel marzo dello scorso anno si presentarono al Centro Sociale per scacciare i giovani che da anni vi si riunivano. Uno dei giovani occupanti finì all' ospedale.

E sempre per cercare di capire, chiediamoci come abbia potuto per anni trovare spazio nel nostro quartiere un centro di diffusione di una dottrina di violenza e intolleranza che è completamente estranea alla cultura dei cittadini della nostra zona. Per troppo tempo abbiamo chiuso tutti e due gli occhi sulle ragioni che hanno permesso il verificarsi di questi episodi.

Poi gli autonomi sono venuti in CDZ

Brutta avventura di un abitante del quartiere, W. M. di viale Famagosta 25, nella notte tra il 27 e il 28 gennaio. Poco dopo mezzanotte, la porta del suo appartamento al primo piano veniva forzata con un piede di porco.

Svegliato insieme alla moglie e alla figlia, il signor W.M. accorreva alla porta mettendo in fuga gli ignoti scassinatori.

Dopo aver spiegato l'accaduto ai vicini accorsi al frastuo-

no, al signor W.M. non restava che bloccare la porta ormai scardinata con un pesante baule e, tranquillizzate moglie e figlia, ritornava a dormire.

Ma dopo alcune ore si ripetevano i rumori alla porta. Gli stessi scassinatori messi in fuga poco prima ritornavano a:l'assalto. Di nuovo il signor

W.M. era costretto ad accorrere alla porta: gli scassinatori, tre giovani, si ritiravano ma senza precipitazione, anzi si

A noi non spetta certamente di sostenere tesi di colpevolezza o di innocenza nell'assassinio di Torregiani, ma non possiamo fare a meno di chiederci che cosa ha significato per la Barona il Collettivo Autonomo che da anni era installato in una casa fatiscente al t9 di via Modica e in cui si insegnavano le frasi e le teorie violente come risposte taumaturgiche ai mali della nostra società. Era infatti da via Modica che erano ispirate le scritte provocatorie e minacciose sulla « P. 38 » o sulle «vendette» contro tutto e contro tutti che imbrattavano qualche tempo fa i muri del quartiere. E fu ancora il Collettivo di via Modica il punto di concentramento per quel fermavano sul marciapiede a discutere presumibilmente qualche nuova «tecnica». Questa volta seriamente preoccupato il signor W.M. telefonava al Pronto Intervento ricevendo però una risposta tutt'altro che incoraggiante: non era possibile inviare una pattuglia, — richiamare nel caso i ladri ci si provassero una terza volta —.

Per fortuna il terzo assalto non c'è stato. «Si doveva trat-

L' abbandono di qualunque struttura sociale allo sfacelo, alla «forza» di chi era in grado di prendersela, l'emarginazione dei giovani che gli stessi autonomi denunciavano senza che nessuno riuscisse a spiegare loro che la violenza era il «ghetto» in cui essi stessi stavano rinchiudendosi. Ci ricordiamo quel pomeriggio di gennaio, l'aria soddisfatta che ostentavano i giovani autonomi di ritorno da una delle loro bravate, dopo aver insultato un autista dell'ATM senza che nessuno: o quasi, avesse il coraggio di intervenire, tutti presi com'eravamo dal rito della spesa al supermercato.

Sì, forse sarebbe meglio che riflettessimo su questa realtà, prima di dover essere costretti ancora una volta a chiederci come sia possibile che alla Barona IL COMITATO DI

Un gruppo di giovani del Collettivo Autonomo della Barona si è presentato, venerdì 23, in Consiglio di Zona per sostenere l'innocenza dei loro compagni arrestati in relazione al de litto Torregiani e per chiedere ai gruppi consiliari «che posizione intendevano •prendere». C'è stato un attimo di tensione quando gli autonomi sono entrati nella sala del CdZ e, praticamente interrompendo la seduta, distribuivano volantini che rivendicavano «l'innocenza dei compagni arrestati» che « sono proletari che lottano, non assassini ». Il volantino era firmato dai « compagni del Centro Sociale S. Ambrogio ». Dopo un breve colloquio con il Presidente Marchetti, si decideva di inserire la questione tra i punti all'ordine del giorno e veniva data la parola ad una giovane che chiedeva al CdZ 16 di esprimersi circa la innocenza degli arrestati. Rispondendo tutti i gruppi politici, pur esprimendo riprovazione per lo scandaloso sfruttamento di questa vicenda da parte di molti organi di informazione, hanno confermato che spetta ai competenti organi della magistratura esprimersi in istruttoria circa la colpevolezza o meno dei giovani arrestati.

In particolare i capigruppo di PCI e DP hanno concordato nell'esprimere dubbi e preoccupazioni circa l'operato della polizia, ma si sono entrambe rifiutate di aderire a qualunque iniziativa politica dell'Autonomia «fino a quando il Collettivo della Barona non esprimerà chiaramente la propria ripulsa contro la violenza come metodo di lotta» e «non si scrollerà di dosso ogni ambiguità per quanto concerne il terrorismo».

tare di un errore — ci hanno spiegato al numero 25 di viale Famagosta Alla porta accanto gli inquilini erano via ed è possibile che i ladri si siano sbagliati di appartamento». Si tratta comunque di un «errore» che al signor W.M. e alla sua famiglia sono costati una notte di tensione e una costosa riparazione alla porta.

ABBONATEVI :

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12Sediesima
REDAZIONE
A. E.
ecco il marchio di una grande iniziativa a tutela del consumatori i prodotti con marchio loop sono solo nei negozi Coop OPERA via S. Francesco d'Assisi (Crocione) • CORSICO piazza F.11i Cervi (capolinea
Ladri forzano l'appartamento, ma l'inquilino li mette in fuga
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