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Gli adulti e il problema della droga nelle scuole UNA BELLA INIZIATIVA!
Ritengo che le problematiche connesse con la crescente diffusione della droga specie presso soggetti sempre più giovani, debbano essere conosciute da tutta la popolazione della zona così che anche di questa tematica complessa e spesso ignorata anche nei suoi aspetti essenziali, possa farsi carico per portare il contributo alla sua soluzione.
Lo spunto delle riflessioni che seguono, è scaturito dalle due serate dedicate all'argomento «i come e i perchè della droga» organizzate presso il circolo di via Salerno, 3 e sviluppate, grazie all'ausilio di alcuni audiovisivi, «dall'Associazione Italiana per la difesa contro la diffusione della droga». Lo scopo che le due serate si proponevano, era di informare ed educare, in tema di droga, genitori e insegnanti della scuola elementare così da fornire quegli elementi conoscitivi che costituiscono il minimo bagaglio per affrontare correttamente il problema e suscitare un coinvolgimento personale che sia stimolo per pensare e attuare future iniziative.
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L'interesse mostrato dai partecipanti è stato superiore ad ogni aspettativa, sia per la numerosa affluenza, che per l'attenzione espressa alle argomentazioni proposte.
In termini sintetici si è così appreso che la definizione di droga è più vasta di ciò che si pensa comunemente e coinvolge il fumo e l'acool ed esprime essenzialmente un concetto di dipendenza psichica. Si è poi passati alla rassegna delle principali droghe sotto l'aspetto farmacologico precisando le graduazioni dell'uso tra il semplice assaggio, il consumo abituale e la vera e propria tossicomania.
Successivamente sono state indicate le cause del consumo della droga che per comodità esplicativa, possono essere distinte in: * motivazioni individuali ; * motivazioni familiari ; * motivazioni sociali.
Infine si è delineato quali sono le possibilità di prevenzione del fenomeno che risultano essenzialmente legate alla mo- difica della pubblica opinione grazie ad una corretta informa zione e al mutamento di alcuni atteggiamenti.
I partecipanti si sono poi divisi in gruppi per poter meglio dibattere e approfondire i temi proposti dall'audiovisivo e per tentare di porsi gli interrogativi più inquietanti che la droga pone in vista di assumere quelle iniziative atte a favorire ogni intervento preventivo o riabilitativo.
Data la complessità delle problematiche affrontate e l'onestà del modo con cui sono state trattate non sono certo emerse soluzioni magiche ne tanto meno immediate, anche se la aspettativa di molti poteva essere di questo tipo. La diffusione e gli effetti della droga sono gramigna difficile da estirpare e si può prevedere nell'ambito futuro una ulteriore espansione del fenomeno.
Come possiamo fare per arginare e combattere efficacemente tale pericolo che ogni giorno si fa più vicino e più sfacciato e nelle sue conseguenze sempre più irreversibili e drammatiche e spesso letali?
Ci dobbiamo muovere subito non aspettare di avere un caso in famiglia per svegliarci correre ai ripari, potrebbe essere troppo tardi! La strada da imboccare è quella comune per affrontare tanti altri mali che affliggono la nostra società e in particolare: uscire dalla visione egoistica dei problemi; ricuperare quei valori che danno un senso alla vita dei nostri giovani;
— fornire in famiglia e nella scuola comportamenti coerenti che offrano modelli di identificazione sani e corretti;
— mutare la nostra mentalità nei confronti del drogato che, lasciato solo o peggio evitato, finisce per farsi prendere sempre più nel vortice della droga;
— agire presso le istituzioni sanitarie di zona polche si adoperino ad aprire le loro strutture e a fornire tutti i mezzi tesi al recupero dei soggetti colpiti.
Inoltre, più ancora in concreto, ritengo che presso le scuo-
Gli alunni e gli insegnanti della 4aA e 4aB di Famagosta discutono in classe con i consiglieri di zona le della nostra zona sia necessario promuovere incontri sull'argomento invitando esperti coinvolgendo genitori e insegnanti poichè dopo la nostra esperienza abbiamo percepito nei partecipanti interesse e desiderio di approfondire e spero, di agire.
Capita spesso negli ultimi tempi che i gravi problemi di tutti i giorni ci facciano apparire la vita quotidiana più carica di aspetti negativi che positivi. Il continuo ripetersi di episodi di violenza, di egoismo, l'incapacità di comunicare ecc., induce in noi atteggiamenti a volte di rassegnazione e di rinuncia.
In proposito alcuni genitori seguono gli incontri che il professor Madeddu tiene nell'ambito di Milano-Cultura sui problemi della droga e la preziosa esperienza, purtroppo isolata dell'opera del suo centro riteniamo possa essere stimolo per i genitori e insegnanti della nostra scuola e in merito organizzeremo un'ulteriore serata di dibattito e presa di coscienza del problema con l'intervento del prof. Madeddu.
Infine mi sembra di poter concludere invitando tutti ad una più attenta considerazione del problema così che cadano molti pregiudizi, che spesso sono un comodo alibi per non agire non sentirsi in colpa, e rivolgere un'appello alle nostre istituzioni sanitarie, in particolare il San Paolo, che non sfuggano la responsabilità di offrire le occasioni di ricupero magari invocando... la carenza di strutture o peggio una norma di legge.
GIANNINI d.Z. sta lavorando. Nuove domande? — È vero che verrà costruita per noi una nuova scuola? — Dove verrà costruita ? — Perchè non abbiamo anche noi la palestra come nelle altre scuole? Si cerca di spiegare che la scuola verrà costruita sì, ma ci vuole tempo e forse loro non saranno in età per usufruirne. Andrà bene per i vostri fratelli e sorelle — diciamo — voi sarete già alle medie! Mi colpisce in particolar modo la domanda di una bimba che con aria seria chiede: «Che cos'è il Centro Civico?». Ecco vedete, poi si sentono nella scuola molti genitori che dicono: «Sai queste cose non bisogna spiegarle ai bambini, sono troppo piccoli, non possono capirle!». In pratica ciò vuoi dire che bisogna raccontar loro solo la storia di «Biancaneve e i sette nani» o solo qual'è la capitale d'Italia? lo credo che bisogna dire con chiarezza che molte volte noi genitori, forse per eccesso di paternalismo e paura del nuovo, non ci sforziamo, non vogliamo che i nostri figli si interessino a scuola di queste cose. È forse per paura che i nostri figli ci pongano domande difficili diverse dagli schemi abituali a cui siamo abituati? Può darsi. È una domanda che dovrebbe trovare risposta. Ma torniamo a noi! L'atmosfera in classe è ormai «calda»; le domande si rincorrono particolare interesse suscita la storia della nascita e dello sviluppo territoriale della nostra zona illustrata da Bertoglio, con l'ausilio di una carta topografica ottenuta dal C.d.Z. I ragazzi imparano la topografia della nostra zona, imparano a distinguere l'indicazione delle scuole, delle case, dei servizi, dei quartieri, delle fabbriche; dei nuovi insediamenti, come il S. Ambrogio, dei campi sportivi. Mi accorgo che molte volte nelle nostre risposte tendiamo ad essere lunghi prolissi e a fare un po' noi da maestri; i ragazzi se ne accorgono e. a volte, danno segni di impazienza. Subito però l'interesse riesplode quando Foti consegna ad ogni alunno una medaglietta ricordo dei C. d. Z. : urla di gioia, calca per prendere le medaglie, ringraziamenti! Ancora domande, anche degli insegnanti e dei genitori presenti. Sono due ore che siamo in classe e il tempo è voltato. Suona la campana e siamo sommersi dai ringraziamenti e dai saluti. Pensandoci bene non sono i bambini che devono ringraziare, ma siamo noi che ringraziamo loro, gl'insegnanti ed i genitori che hanno permesso l'iniziativa e la sua buona riuscita.
Non è pertanto per alzare il morale dei lettori, ammesso che ve ne sia bisogno, ma credo che occorra parlare anche delle cose «buone e positive», che il vivere quotidiano ci presenta, perchè anche se non frequenti, penso valga la pena di essere esposte. È il caso che è capitato a me con altri amici del Consiglio di Zona; per la precisione Bertoglio, Foti e Vigo.
La cosa è nata così! Un genitore di un alunno della classe 4.a elementare di Famagosta, nostro comune amico di dice: « Che ne direste di venire a parlare del Consiglio di Zona?». Lì per lì la cosa ci lascia abbastanza sorpresi. In effetti è la prima volta che succede; ma il genitore insiste còn argomenti difficili da confutare. «È una richiesta — dice — che ha trovato interessati gli insegnanti, non vorreste per caso deluderli?».
Per farla breve accettiamo e nella giornata di sabato, 4 consiglieri di zona si ritrovano (io direi anche un po' emozionati, almeno per quanto riguarda lo scrivente) davanti alla scuola Famagosta.
L'accoglienza degli insegnanti e di alcuni genitori presenti, è calorosa e scioglie un po' la emozione, e prima di entrare in classe ci spiegano il perchè dell'iniziativa. Gli alunni — ci spiegano — stanno verificando le varie realtà della zona e tra queste vi è il Consiglio di Zona; pertanto vogliono conoscere come funziona, che compiti ha, come è composto, quali sono i problemi ! Entriamo in classe e subito ci si sente sotto gli occhi di 30 ragazzi che ti fissano incuriositi. Gli insegnanti fanno una breve illustrazione dei motivi che hanno portato a realizzarsi l'iniziativa e chiedono che i consiglieri illustrino che cos'è il C.d.Z. Cerchiamo di illustrare il lavoro e i compiti del CdZ, e viene evidenziata da Vigo in modo particolare la sua funzione di partecipazione per la ricerca di risoluzione dei vari problemi della nostra zona. Valutando l'esposizione che stiamo facendo agli alunni, mi accordo che usiamo parole da iniziati, forse un po' difficili quali partecipazione, gestione democratica e così via! Finita l'esposizione iniziano subito le domande degli alunni che dopo un primo attimo di esitazione piovono frequenti. Ed il campo è subito sgombro dai dubbi. I ragazzi hanno capito benissimo, le idee in testa le hanno chiare e le domande scorrono puntuali, precise, intelligenti.
Come è composto il C.d.Z.?
Il C.d.Z. è sempre daccordo con l'amministrazione comunale? — Come vengono eletti i Consigli di Zona? — Il nostro C. d. Z. può costruire i campi sportivi?
Particolarmente insistenti ed attente le domande sulla loro scuola che, come è noto, è un precario ricavato da uffici, ed l al superamento del quale il C.
Esco da scuola un po' frastornato, come spesso capita quando si rimane piacevolmente impressionati da un fatto. Penso tra me: «Guarda come è relativamente semplice fare certe cose anche nella scuola; basta un po' di iniziativa e, perchè no, di coraggio!».
Tutto sommato questa volta la lezione l'hanno fatta i ragazzi ai genitori e questo è positivo, perchè a scuola, dobbiamo avere l'umiltà di ammetterlo, dobbiamo ritornarci sempre di più anche noi.