Una Guglielminetti interventista, non per convinzione politica ma per poter disporre di un ampio parterre di uomini virili. Qualche mese più tardi, nel numero del 6 dicembre, Amalia interviene fittiziamente ad un referendum indetto tra i collaboratori in cui viene chiesto come finirà il conflitto. L’autrice affievolisce la sua convinzione sull’interventismo ma non la sua voglia di trasgressione: «La vostra domanda né mi ispira, né mi attrae. Perciò non rispondo. Troppe altre… seduzioni mi rendono insonne»280. Abbiamo visto come comicità e guerra siano legate ad Amalia Guglielminetti in quanto soggetto passivo, oggetto di scherno di una rivista satirica. Passiamo ora all’analisi dell’umorismo seguito dall’autrice in due novelle di guerra, che esprimono diversi temi interessanti per il nostro discorso.
4.5 L’umorismo di guerra di Amalia Guglielminetti Le premesse fatte sulla scrittura femminile che rappresentano il conflitto sono naturalmente importanti per analizzare anche queste novelle. Nessuna forma di deviazione dal disimpegno e dalla retorica propagandista è veramente permesso, e anche la sua raccolta di racconti Le ore inutili (1919), che contiene i testi di nostro interesse, non fa eccezione. Recensendo il libro, il critico Giuseppe Liparini boccia senza appello la scrittrice: «la Guglielminetti si è buttata ad una superficialità esasperante, buona forse per i cervelli vuoti di molte donne»281. Queste parole sono del 1920, a conflitto terminato, ma testimoniano la persistenza della stigmatizzazione di qualsiasi prova letteraria che non rispettasse lo stereotipo. Se Paola Drigo scrive senza una tesi da dimostrare, come si è notato nel terzo capitolo, diverso è il discorso per Amalia Guglielminetti, scrittrice certo non politica ma impegnata in una personale battaglia contro le finzioni sociali e la pubblica morale. L’aspetto di vacuità e di ipocrisia che regola secondo lei i rapporti, specie quelli femminili, è già evidente nella prima novella, intitolata Scherzi di guerra, che racconta la storia di un sospetto di tradimento coniugale indagato da due amiche.
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Ibid. G. Liparini, Rassegna letteraria in «Almanacco della donna italiana», I, 1920, p. 176.
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