Milone la novella mette in mostra il suo lato donchisciottesco. Berecche mentre si trova al galoppo si immagina così:
con gli occhi chiusi, rituffandosi nella violenta visione dei garibaldini alla carica, con Faustino alla testa. E più il suo ragazzo gli corre davanti con la camicia rossa e la bajonetta in canna, e più lui frusta il cavallo; avanti! avanti! viva l’Italia! Ah, come son rosse quelle camice!207
La fantasia si conclude con un grave ferimento alla testa, che lo rende cieco e che segna, con la vittoria definitiva del buio (che dà il titolo al capitolo) sulla luce della ragione, la fine del racconto.
3.4 Paola Drigo e la novella La seconda novella che qui si vuole discutere si intitola Il volontariato di Torquemada, scritta da Paola Drigo e pubblicata per la prima volta su «Nuova Antologia» nel marzo 1916, per poi essere inserita nella raccolta Codino del 1918208. La vicenda biografica e letteraria di Paola Drigo, meno studiata rispetto a quella di Pirandello, merita un breve approfondimento. Paola Bianchetti nasce a Castelfranco Veneto nel 1876 e muore ad Asolo nel 1938. Dopo una gioventù segnata da ristrettezze economiche, nel 1898 sposa Giulio Drigo, un ricco possidente padovano, di cui assumerà il cognome con il quale è conosciuta. La sua carriera letteraria non decolla mai in modo perentorio. Scrive molti racconti, raccolti poi in quattro volumi, e un romanzo. Quest’ultimo, intitolato Maria Zef e pubblicato nel 1936, è il suo lavoro più conosciuto. Alla sua uscita riceve importanti recensioni e viene candidato al Premio Viareggio, per poi essere tradotto in tedesco e francese. Racconta una storia molto cruda con due piccole sorelle orfane costrette a difendersi dalle attenzioni moleste di uno zio. Proprio Maria Zef, la sorella più grande, viene violentata dallo zio, e si vendica uccidendolo nel suo letto con una scure. Considerato il suo capolavoro, cade presto nel dimenticatoio portando con sé anche l’autrice. I pochi contributi presenti su Paola Drigo si concentrano tutti sul romanzo, analizzando la sua intera narrativa alla luce di questo scritto. Si tratta certo di una prospettiva riduttiva perché Drigo non è una romanziera, dato che la sua produzione è composta prima di tutto da novelle. 207
Ibid. In questa raccolta è presente anche il racconto di guerra La zia e Tonet, che non verrà analizzato perché non presenta elementi comico-umoristici. 208
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