provenienza e eccessiva passione per il vino santo. Proprio l’odore di escrementi, nella satira del romanzo, aiuta la funzione religiosa dedicata alla truppa in partenza, con «le latrine il cui odore sopperiva alla mancanza del mistico profumo d’incenso delle cattedrali gotiche»365, un contrasto palese che, oltre alla semplice battuta, mostra le contraddizioni dei servizi ecclesiastici durante la Grande Guerra. Feci animali compaiono invece nella strategia militare. A České Budějovice il colonello Schröder sta prospettando una tattica militare in vista dell’avvicinamento al fronte, e «sul tavolo davanti a lui era stata fissata una mappa del campo di battaglia con le bandierine sugli spilli»366. Il modellino ricorda la guerra su carta già vista nella novella di Pirandello. Qui però la bella mappa colorata, geometricamente perfetta, è presto trafugata: «L’intero campo di battaglia era stato devastato durante la notte dal gatto […] il quale, avendo defecato sul campo di battaglia austro-ungarico, nel tentativo di seppellire la cacca aveva estratto le bandierine spargendo escrementi su tutte le posizioni»367. L’astuta strategia degli ufficiali messa in ridicolo dai bisogni di un felino. Infine gli escrementi possono diventare anche simbolo unificante che permette la convivenza pacifica di diversi popoli. Il treno su cui viaggia il protagonista in quanto attendente del generale Lukáš si ferma in una stazione anonima. I segni drammatici della guerra sono palesi, «ovunque si vedevano schegge di granate e nelle vicinanze dovevano evidentemente aver seppellito cadaveri di soldati perché il puzzo di marcio era terribile»368. Come sempre nel romanzo, il dramma si trasforma presto in farsa, e una montagnola di feci ispira una profonda riflessione nel narratore:
E dal momento che di lì passavano le truppe per accantonarsi nei dintorni, ovunque si vedevano monticelli di escrementi umani di origine internazionale, di tutti i popoli dell’Austria, della Germania e della Russia. Le feci dei soldati di tutte le nazionalità e di tutte le confessioni religiose se ne stavano le une accanto alle altre o anche le une sulle altre senza litigare.369
5.9 Švejk disertore Il discorso sulla comicità e sull’umorismo come forme di narrazione eccentrica del primo conflitto mondiale trova in Švejk una propria incarnazione. La sua inettitudine alla J. Hašek, Le avventure del bravo soldato Švejk nella Grande Guerra, cit., p. 145. Ivi, p. 480. 367 Ibid. 368 Ivi, pp. 665-666. 369 Ivi, p. 666. 365
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