1.2 L’abisso tra il prima e il dopo: il vero volto della guerra Le speranze, le congetture, le riflessioni trovano il momento decisivo il 24 maggio 1915. L’Italia entra nel conflitto e finalmente la classe intellettuale può mettere alla prova il fermento e l’attesa provate nell’anteguerra. È questo il secondo momento importante nella produzione di scritti legati alla Grande Guerra. Le convinzioni e l’aggressività dei discorsi interventisti si scontrano con la realtà. La battaglia ottocentesca in campo aperto, sognata dagli intellettuali come duello individuale in cui far vedere il proprio valore, si rivela una «guerra di talpe»19, un conflitto di posizione in un cui si combatte per guadagnare pochi metri di terra. Il sogno di un teatro bellico in cui mostrare il proprio eroismo si infrange nella realtà di un conflitto lungo e logorante, una guerra «senza orizzonti»20, come viene descritta da Giani Stuparich in Guerra del ’15 (1931). Una battaglia che fa regredire l’umanità ad uno stadio inferiore, trasformando la trincea in un «mondo di trogloditi»21. L’incontro con il conflitto si trasforma nella storia di una delusione e di una disillusione. La guerra guidata dagli ideali si dimostra «una guerra di macchine, guerra di mercato»22, come riassume Luigi Pirandello. Scontro che mostra il lato più terribile della modernità, il suo «carattere industriale»23, in cui «la “produzione” passa attraverso la “distruzione” della vita»24. Lo shock causato dalla disillusione tra la guerra immaginata e la guerra vissuta incentiva diverse forme di scrittura. Non sembra casuale il fatto che molti scrittori ricostruiscano nei propri libri il viaggio verso il fronte, che «oltre ad essere un viaggio reale, che prevede uno spostamento fisico, dalle città alle trincee»25, e che ripercorre le diverse tappe del trasferimento, da stazione a stazione, è anche un «itinerario di conoscenza»26, in cui si racconta il passaggio «dalle illusioni della vigilia alla tragica realtà»27.
19
Ivi, p. 211. Ivi, p. 219. 21 P. Fussell, La Grande Guerra e la memoria moderna, Bologna, il Mulino, 2000, p. 47. 22 Parole da dire, uomo, agli altri uomini, a cura di I. Puppo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2002, p. 113, cit. in G. Capecchi, Lo straniero nemico e fratello, cit., p. 16. 23 Le notti chiare erano tutte un’alba. Antologia dei poeti italiani nella Prima guerra mondiale, a cura di A. Cortellessa, Milano, Mondadori, 1998, p. 23. 24 Ibid. 25 G. Capecchi, I fronti della scrittura, cit., p. 84. 26 Ibid. 27 Ivi, p. 85. 20
10