PANORAMA
INQUINAMENTO OUTDOOR E INDOOR
GARANTIRE LA SICUREZZA NEI LUOGHI CHIUSI POST EMERGENZA COVID-19 Di Eleonora Segafredo
L’
inquinamento atmosferico continua a rappresentare una delle maggiori criticità per la salute delle persone. Un dato confermato anche dal rapporto annuale “Air quality in Europe – 2019 report”, pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA)*1, che evidenzia come nel 2017, il 44% della popolazione urbana dei Paesi dell’UE-28 sia stata esposta a concentrazioni di particolato PM10 superiori rispetto ai valori raccomandati dall‘Organizzazione 28
M &A | GIUGNO/LUGLIO 2020
Mondiale della Sanità (OMS), una percentuale che sale al 77% con riferimento al PM2,5. Nonostante si ritenga generalmente che l’inquinamento dell’aria riguardi esclusivamente l’ambiente esterno e che tale fenomeno sia drasticamente ridotto, se non assente, in spazi confinati, i dati scientifici raccolti negli ultimi trent’anni evidenziano il contrario. A questo proposito abbiamo chiesto il parere di Andrea Casa, chairman dell’International Affairs Committee e membro del Consiglio di
Amministrazione di NADCA (National Air Duct Cleaners Association), la più importante e prestigiosa Associazione a livello mondiale sui temi dell’igiene degli impianti d’aria e Presidente Emerito di A.I.I.S.A. (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici). “L’emergenza causata dal COVID19 ha notevolmente incrementato la sensibilità collettiva verso la relazione che intercorre tra inquinamento outdoor e indoor. Nello specifico, è aumentata la consapevolezza sul come gli impianti di trattamento aria possano avere un