La Ragione - Periodico dell'Ordine degli Avvocati di Padova - Luglio 2023

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Periodico dell’Ordine degli Avvocati di Padova
2023 anno IV - n. 1
Giugno

SOM MA RIO

Cos’è e a cosa serve il Consiglio

In copertina: uno scorcio del nuovissimo MUSEO DELL’UOMO E DELLA NATURA, realizzato dall’Università di Padova ed inaugurato il 23 giugno. È il più grande museo scientifico universitario d’Italia, destinato a diventare grande attrazione didattica e turistica. Suggestiva la sua posizione a fare da contrappunto alla Cappella degli Scrovegni: arte e scienza, binomio eccellente della nostra città.

8 Le Commissioni del Consiglio dell’Ordine

10

Cassa Forense. L’inizio di un nuovo

Il Consiglio Distrettuale di Disciplina. È ancora “questo sconosciuto”? Nicoletta

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Un “Breviario” laico per gli avvocati La redazione

20

Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati. Avvocati, giudici, PA... La guida atipica di Stefano Bigolaro

Stefano Bigolaro

23

Le età... senza età! Di Romolo Bugaro

Romolo Bugaro

24

Degenerazione nello sport.

Un’analisi di Jacopo Tognon

Jacopo Tognon

26

Il “bagliore metafisico della bellezza”

Eddy Bazzan

28

Festa dell’Avvocatura.

Un’occasione per “riconoscerci”

Marta Lico

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L’avvocatura incontra la città...a teatro L’avvocato veneziano.

Un pièce di Goldoni che ci rende onore divertendo

Silvia Nalin

31

Un anno fa!

Fulvia Baccos

32

Tennis... e non solo!

Federica Banfi

33

In memoria di Giorgio Cian, giurista illustre Nicola Cospite

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In ricordo di...

Alessandro Osetto

Direttore Responsabile

Redazione

Progetto grafico della testata

Grafica e stampa

Mario Liccardo

Maria Monica Bassan, Marta Lico, Eddy Bazzan

Massimo Malaguti

Grafiche Erredici Srl, Padova

Autorizzazione del Tribunale di Padova

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Padova n. 1892

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Melinato
dell’Ordine degli Avvocati Barbara
percorso
...un’ipotesi
Francesco Rossi
Edoardo Ferraro 12 Tribunale della Pedemontana.
fuori dal tempo!
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Capone

Cos’è e a cosa serve IL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI

Per comprendere il ruolo del Consiglio dell’Ordine oggi può rivelarsi utile ritornare con la memoria allo spirito che prevalse durante il dibattito parlamentare che portò all’approvazione della Legge n. 1938 del 1874 con cui si istituì l’Ordine degli Avvocati e dei Procuratori. Percependo l’esigenza di attribuire autonomia ad una professione la cui importanza era ormai riconosciuta per garantire i diritti dei cittadini, anche nei confronti dello Stato, prevalse la scelta che la classe degli avvocati “fosse giudice e regolatrice dei suoi doveri della sua dignità e della sua disciplina” (Atti Parlamentari-Paolo Onorato Vigliani Ministro di Grazia e Giustizia). Negli anni successivi la disciplina dell’ordine forense ha subito molte modifiche.

Per citarne alcune, si è passati attraverso:

• il R.D.L. n. 1578 del 1933 convertito con la Legge n. 36 del 1934

• la legge n. 27 del 1997 di abolizione della distinzione tra avvocati e procuratori

• il recepimento della direttiva comunitaria 98/5 CE sulla libera circolazione degli avvocati iscritti presso albi di altri Paesi

E finalmente, dopo circa ottanta anni di modifiche e tentativi di riforma organica, è stata varata la legge n. 247 del 2012

“Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense”.

Pur quindi a distanza di moltissimo tempo e nonostante i grandi cambiamenti intervenuti, con la L. 247/2012 si è voluto dare ancora voce all’iniziale

principio ispiratore riconoscendo autonomia alla classe forense, disciplinando l’Ordinamento della nostra Professione. Intendendo, con il termine Ordinamento, l’insieme di norme che regola ogni aspetto dell’attività dell’avvocato:

• il rapporto con i terzi

• le sanzioni per comportamenti non conformi alla deontologia

• la giurisdizione speciale riconosciuta al Consiglio Nazionale Forense nei procedimenti di impugnazione delle decisioni dei Consigli Distrettuali di Disciplina, con una funzione anche di nonofliachia produrre norme giuridiche che valgono per sé stesso.

L’autonomia viene ben evidenziata nell’art. 1 comma 2 della Legge Professionale, che oltre a sottolineare “la specificità della funzione difensiva” e la “considerazione della primaria rilevanza giuridica e sociale dei diritti alla cui tutela essa è preposta” stabilisce che l’ordinamento forense:

ƒ regolamenta l’organizzazione e l’esercizio della professione di avvocato e, nell’interesse pubblico, assicura la idoneità professionale degli iscritti onde garantire la tutela degli interessi individuali e collettivi sui quali essa incide;

ƒ garantisce l’indipendenza e l’autonomia degli avvocati, indispensabile condizione dell’effettività della difesa e della tutela dei diritti;

ƒ tutela l’affidamento della collettività e della clientela, prescrivendo l’obbligo della correttezza dei comportamenti e la cura della qualità ed efficacia della prestazione professionale;

ƒ favorisce l’ingresso alla professione di avvocato e l’accesso alla stessa, in particolare alle giovani generazioni, con criteri di valorizzazione del merito.

La struttura-base dell’Ordinamento è l’Ordine Forense, che ai sensi dell’art. 24 c. 1, è costituito da tutti gli iscritti negli albi degli avvocati, i quali, con la loro opera quotidiana danno vita all’Ordinamento stesso.

L’Ordine Forense si articola negli Ordini Circondariali e nel Consiglio Nazionale Forense, enti pubblici non economici, dotati di autonomia patrimoniale e finanziaria, finanziati con i contributi degli iscritti.

L’attività sul territorio si esplica attraverso gli Ordini Circondariali che hanno in “via esclusiva la rappresentanza istituzionale dell’avvocatura a livello locale e promuovono i rapporti con le istituzioni e le pubbliche amministrazioni” (art.

25 L.P.).

Organi dell’Ordine Circondariale sono (art. 26 L.P.):

a) l’assemblea degli iscritti;

b) il consiglio;

c) il presidente;

d) il segretario;

e) il tesoriere;

f) il collegio dei revisori.

Le funzioni del Consiglio dell’Ordine sono elencate all’art. 29 L.P.: ad esso, quale organo territorialmente più vicino agli iscritti, compete di assicurare che gli iscritti possano operare in libertà, autonomia ed indipendenza, garantendo, da parte degli iscritti, il rispetto dei principi della legge professionale e delle regole deontologiche; e ciò a tutela della classe forense, dei terzi e degli interessi pubblici connessi all’esercizio della professione.

Il Consiglio dell’Ordine, nel rapporto con le istituzioni ed i terzi, rappresenta

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BARBARA MELINATO, Segretaria del Consiglio Istituzionale L’Onorevole Andrea Ostellari, Sottosegretario alla Giustizia in visita al nostro Ordine

quindi gli avvocati del circondario ed opera per tutelare gli interessi degli iscritti sia come singoli che come categoria; ed inoltre:

x vigila sull’osservanza delle norme deontologiche e segnala al Consiglio Distrettuale di Disciplina ogni possibile violazione

x tiene l’albo degli iscritti, deliberando sulle domande di iscrizione e di cancellazione

x vigila sul corretto svolgimento del tirocinio forense anche istituendo scuole forensi

x garantisce la formazione continua degli avvocati organizzando e patrocinando convegni, corsi di formazione, seminari, per consentire agli avvocati di accrescere il livello di competenza e mantenere un costante aggiornamento

x provvede alla organizzazione di corsi per favorire l’acquisizione del titolo di specialista

x delibera sulle istanze di ammissione al gratuito patrocinio e sulle domande di opinamento parcelle

x tutela l’indipendenza ed il decoro professionale, anche promuovendo iniziative atte ad elevare la cultura e professionalità degli iscritti

x può costituire camere arbitrali, di conciliazione, di mediazione per contenere i costi ed i tempi di definizione di una lite rispetto ad un procedimento giudiziario e favorire la riduzione del contenzioso nei tribunali

x svolge la funzione conciliativa tra gli iscritti ovvero tra gli iscritti ed i loro clienti.

Ai fini della permanenza dell’iscrizione all’albo, spetta al Consiglio verificare la continuità, effettività, abitualità e prevalenza dell’esercizio della professione, verifica che dovrà avvenire con cadenza almeno triennale anche chiedendo informazioni all’ente previdenziale.

Gli Ordini possono costituire Unioni regionali ed interregionali, così come possono costituire Fondazioni che ab-

biano come oggetto attività strettamente attinenti alla professione forense. Presso ciascun Ordine territoriale è istituito il Comitato Pari Opportunità, poiché l’Ordine è chiamato a garantire l’attuazione del principio sancito dall’art. 51 della Costituzione anche nella professione forense.

Al Consiglio spetta la gestione finanziaria e l’amministrazione dei beni dell’Ordine e annualmente sottopone all’assemblea ordinaria il conto consuntivo ed il bilancio preventivo. Per le spese di gestione e per svolgere tutte le attività, il Consiglio può fissare un contributo annuale a carico degli iscritti, il cui mancato versamento comporta la sospensione dell’iscritto.

Presso ciascun Consiglio è istituito lo Sportello del Cittadino (art. 30 L.P.), per fornire informazioni ed orientamenti ai cittadini sulle prestazioni professionali degli iscritti e sull’accesso alla giustizia.

I Consigli dell’Ordine possono svolgere la loro attività attraverso Commissioni (art. 32 L.P.), che adottano un loro regolamento interno. Tuttavia, l’attività del Consiglio evolve con il cambiare dei tempi e, quindi, con la trasformazione del modo di operare dell’avvocato, che è chiamato ad adattarsi al cambiamento della società, ai nuovi interessi da tutelare e ai nuovi strumenti di lavoro. Del resto, se è vero, come è vero, che la figura dell’avvocato è essenziale e che l’avvocato svolge una funzione sociale a cui sono strettamente connessi valori etici irrinunciabili, allora il cambiamento va accolto e gestito nella continua ricerca di un equilibrio tra l’apertura verso il nuovo e la conservazione dei tradizionali principi fondamentali della nostra categoria, senza però far passare per tali abitudini e preconcetti, ma nella consapevolezza che riconoscere ed interpretare i segni del tempo è necessario per garantire all’avvocato la conservazione di quell’autonomia riconosciuta come essenziale per la specificità della sua funzione.

Il

Nella foto il nuovo Consiglio, eletto a fine gennaio scorso. Da sinistra a destra: Nicola Giobba, Marta Lico, Alberto Panazzolo, Fabio Targa, Jacopo Al Jundi, Lorenza Denaro Lunardon, Edoardo Furlan, Francesco Vignaga, Francesco Rossi, Eddy Bazzan, Barbara Melinato, Gregorio Cavalla, Maria Monica Bassan, Maurizio Molinari, Monica Scabia, Pierfrancesco Zen, Andrea Magentini, Tito Burla, Silvia Nalin, Leonardo Bruni, Enrico Calore

UFFICIO DI PRESIDENZA

Nicola Giobba

Enrico Calore

Barbara Melinato

Edoardo Furlan (resp. Trasparenza e Anticorruzione)

UFFICIO DI SEGRETERIA

Barbara Melinato (segretario)

Edoardo Furlan

UFFICIO DI TESORERIA

Enrico Calore (tesoriere)

Edoardo Furlan

Alberto Panazzolo

Cos’è e a cosa serve il Consiglio dell’Ordine degli avvocati Istituzionale la Ragione | la Ragione | 7 6
PRESIDENTE Francesco Rossi nuovo Consiglio 2023/2027

LE COMMISSIONI DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE

ANTICORRUZIONE

Edoardo Furlan (responsabile)

Fabio Targa

Pierfrancesco Zen

ESTERI

Monica Scabia (coord.)

Leonardo Bruni

Fabio Targa

Marina Infantolino (comp. est.)

PARCELLE

Enrico Calore (coord.)

Tito Burla

Gregorio Cavalla

Lorenza Denaro Luanardon

Marta Lico

Fabio Targa

Francesco Vignaga

Eugenio Ziliotto (comp. est.)

Claudia Tramarin (comp. est.)

GRATUITO PATROCINIO CIVILE

Andrea Magentini (coord.)

Maria Monica Bassan

Marta Lico

Alberto Panazzolo

Monica Scabia

Francesco Vignaga

DIFESE D’UFFICIO

Jacopo Al Jundi (coord.)

Gregorio Cavalla

Lorenza Denaro Lunardon

Fabio Targa

INFORMATICA E TRANSIZIONE DIGITALE

Jacopo Al Jundi (coord.)

Gregorio Cavalla

Lorenza Denaro Lunardon

Marta Lico

Andrea Rinaldo (comp. est.)

REVISIONE ALBI

Barbara Melinato (coord.)

Edoardo Furlan

Andrea Magentini

RAPPORTI COL PERSONALE

Francesco Rossi (coord.)

Nicola Giobba

Barbara Melinato

Silvia Nalin

RAPPORTI CON IL CDD

Nicola Giobba (coord.)

Edoardo Furlan

Pierfrancesco Zen

CONCILIAZIONE

Andrea Magentini (coord.)

Nicola Giobba

Maurizio Molinari

Silvia Nalin

Monica Scabia

Pierfrancesco Zen

FORMAZIONE

Monica Scabia (coord.)

Jacopo Al Jundi

Tito Burla

Marta Lico

Francesco Vignaga

Pierfrancesco Zen

ADR, MEDIAZIONE E OCC

Monica Scabia (coord.)

Eddy Bazzan

Tito Burla

Francesco Vignaga

LOGISTICA E MANUTENZIONE

Maurizio Molinari (coord.)

Nicola Giobba

Alberto Panazzolo

TIROCINIO

Alberto Panazzolo (coord.)

Jacopo Al Jundi

Eddy Bazzan

Tito Burla

Marta Lico

Monica Scabia

Francesco Vignaga

BIBLIOTECA

Andrea Magentini (coord.)

Eddy Bazzan

Gregorio Cavalla

Lorenza Denaro Lunardon

Marta Lico

Monica Scabia

RAPPORTI ASSOCIAZIONI FORENSI

Maurizio Molinari (coord.)

Tito Burla

Francesco Vignaga

EVENTI

Francesco Rossi (coord.)

Maria Monica Bassan

Leonardo Bruni

Marta Lico

Silvia Nalin

COMITATO PARI OPPORTUNITÀ

Francesco Vignaga

RELAZIONI CON LA CASSA FORENSE

Francesco Rossi (coord.)

Nicola Giobba

OSSERVATORIO GIUSTIZIA, PROTOCOLLI E RAPPORTI CON LA CURIA

Francesco Rossi (coord.)

Jacopo Al Jundi

Lorenza Denaro Lunardon

Maurizio Molinari

Alberto Panazzolo

NOTIZIARIO “LA RAGIONE”

Mario Liccardo (coord., com. est.)

Maria Monica Bassan

Eddy Bazzan

Marta Lico

SPORTELLO DEL CITTADINO

Maria Monica Bassan (coord.)

Eddy Bazzan

Leonardo Bruni

Marta Lico

Silvia Nalin

PARERI E DEONTOLOGIA

Edoardo Furlan (coord.)

Tito Burla

Alberto Panazzolo

Fabio Targa

Pierfrancesco Zen

RELAZIONI CON IL CONSIGLIO GIUDIZIARIO

Maria Monica Bassan (coord.)

Fabio Targa

Pierfrancesco Zen

DIRITTI UMANI

Enrico Calore (coord.)

Leonardo Bruni

Lorenza Denaro Lunardon

Pierfrancesco Zen

AVVOCATURA GIOVANE

Tito Burla

ADS, FAMIGLIE E TUTELE

Barbara Melinato (coord.)

Eddy Bazzan

Monica Scabia

Alessia Casotto (comp. est.)

SPECIALIZZAZIONI

Alberto Panazzolo (coord.)

Maria Monica Bassan

Leonardo Bruni

Marta Lico

Maurizio Molinari

GRATUITO PATROCINIO PENALE

Jacopo Al Jundi (coord.)

Gregorio Cavalla

Lorenza Denaro Lunardon

Fabio Targa

JUSPORT

Francesco Vignaga

SPORTELLO RICEVIMENTO CONSIGLIERI

Lunedì ore 11.30 - 12.30

SPORTELLO RICEVIMENTO PRATICANTI

Venerdì ore 11.00 - 12.00

SPORTELLO CASSA FORENSE (Avv. Edoardo Ferraro)

Primo mercoledì di ogni mese ore 10.00 - 13.00

SPORTELLO DEL CITTADINO CAMPOSAMPIERO

Primo martedì di ogni mese ore 15.00 - 17.00

SPORTELLO DEL CITTADINO PADOVA

Venerdì ore 11.30 - 12.30

SI RICEVE SOLO SU APPUNTAMENTO al n. 049.8761807

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ORARI SPORTELLI

CASSA FORENSE L’inizio di un nuovo percorso

La fine del 2022 è stato un periodo di grandi cambiamenti: concluso un percorso di 8 anni come consigliere dell’Ordine degli Avvocati, si sono svolte le elezioni che (grazie al sostegno di tante colleghe e tanti colleghi, che di nuovo ringrazio per la fiducia) mi hanno visto eletto come delegato Cassa Forense per il nostro foro. A gennaio 2023 è iniziato il mio mandato, con il primo Comitato dei delegati.

IL NUOVO COMITATO DEI DELEGATI

Nelle prime riunioni si sono affrontate un paio di questioni molto rilevanti. Se le contestazioni ministeriali sul nuovo Statuto di Cassa Forense ha riflessi soprattutto “tecnici”, sicuramente di interesse generale è la decisione di aderire alla procedura di definizione agevolata prevista nella legge di bilancio 2023, con la possibilità di estinguere i debiti previdenziali affidati agli agenti della riscossione dal gennaio 2000 a giugno 2022, versando soltanto le somme dovute a titolo di contributi e di sanzioni amministrative, senza pagare interessi e sanzioni civili.

Si è anche discussa la nota dei ministeri vigilanti (MEF, Ministero del Lavoro e Ministero della Giustizia) che rigettava la delibera di Cassa Forense sull’esonero per il 2023 del contributo minimo integrativo. Si è invitato il CdA ad agire in via di autotutela, chiedendo ai ministeri di rivedere la loro posizione, senza trascurare la possibilità di ricorre in giudizio avanti il TAR. Entrambe le strade sono state percorse da Cassa Forense, al fine di garantire i colleghi in

un periodo ancora difficile dal punto di vista economico.

Altri eventi rilevanti per un miglior approfondimento dello “stato dell’arte” della professione di questi mesi sono stati la presentazione del Rapporto

CENSIS 2023 sullo stato dell’Avvocatura (che per quanto poco possa contare, vede un piccolo recupero in redditi e fiducia della categoria), la votazione del bilancio 2022 di Cassa Forense e le

elezioni per il rinnovo parziale del Consiglio di Amministrazione.

LE COMMISSIONI

Sono state anche istituite le commissioni di lavoro.

Attualmente sono componente della Commissione Studi e della Commissione Formazione Comunicazione e Informatica Giudiziaria.

La prima si sta occupando di progetti sugli aspetti fiscali della professione, sul legal marketing e sulla monocommittenza, che saranno pronti per il Congresso Nazionale Forense straordinario di ottobre. In particolare il tema della monocommittenza è di primario rilievo, interessando una fetta sempre maggiore di colleghi, in particolare tra i giovani e nella componente femminile. Per quanto riguarda la seconda commissione, già si è operata un aggiornamento della Guida messa a disposizione dei colleghi neo-iscritti, che a breve sarà pubblicata. Si stanno poi portando a termine progetti ereditati dallo scorso quadriennio, quali il PDUA (Piattafor ma Digitale Unica per l’Avvocatura ed il rinnovo del sito internet Forense, reso più agile e facilmente navigabile.

Fondamentale sarà l’apporto del lavoro della commissione, poi, in materia di informazione ai colleghi per le attività di Cassa Forense.

CONOSCERE CASSA FORENSE: UN PASSO NECESSARIO

Proprio la comunicazione agli iscritti si palesa essenziale.

In queste prime settimane come delegato Cassa mi sono trovato spesso a “raccontare” ai colleghi, in incontri personali e nel corso di eventi formativi, quali siano gli strumenti di welfare di Cassa Forense, cosa siano i bandi, quante siano le convenzioni a favore dei colleghi: tutti aspetti non adeguatamen-

te pubblicizzati e/o conosciuti. Questa lontananza (bidirezionale) dall’Ente è un gap che deve e può essere colmato: non interessa tanto smentire la pessima (ma spesso immeritata) fama, quanto rendere note ai colleghi opportunità che spesso non sono sfruttate, come ad esempio il check-up gratuito annuale per tutti gli avvocati garantito dalla polizza sanitaria gratuita. Una informazione completa può essere un volano anche per capire che certi ritardi (come ad esempio l’adeguamento ISTAT delle pensioni, già deliberato ad inizio anno e non ancora approvato dei ministeri) non sempre sono addebitabili a Cassa Forense, ma soprattutto per far conoscere le opportunità ed i vantaggi di essere iscritti a Cassa Forense.

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Previdenza la Ragione | 11 Mercoledì 5 aprile 2023 15:30 17:30 Sala Conferenze dell’Ordine degli Avvocati Levi Civita Palazzo di Giustizia Via N. Tommaseo 55 Padova Conoscere Cassa Forense Corso breve per neo iscritti Salut Avv Francesco Rossi Pres dente de Cons g o de Ord ne deg i Avvoca i d Padova ntroduce e modera Avv Tito Bur a Cons gl ere Referente Avvocatura G ovane de Ord ne deg i Avvoca d Padova Interv ene Avv Edoardo Ferraro De egato Cassa Forense de D stre to d Venez a - Foro di Padova L e en o è gra u o e acc ed a o da Ord ne deg Avvocat d Padova con conosc mento d 2 c ed forma v n mate a obb gator a Le sc z on po ranno a ven re so o ram te p a a orma SFERA
EDOARDO FERRARO, Delegato in Cassa Forense

TRIBUNALE DELLA PEDEMONTANA ...un’ipotesi fuori dal tempo!

Sulla spinta di alcuni colleghi che non hanno mai accettato la intervenuta chiusura del Tribunale di Bassano, ha ripreso vigore l’ipotesi di apertura del cosiddetto Tribunale della Pedemontana, con evidente riferimento al territorio interessato dal nuovo tratto autostradale che collega la A4 con la A27, territorio che dovrebbe costituire, appunto, il circondario del nuovo tribunale. Un’ipotesi culminata in un disegno di legge presentato da alcuni parlamentari e di cui il Parlamento dovrebbe occuparsi a breve. Si tratta di un’ipotesi che si colloca fuori dal tempo in cui viviamo, come già hanno sottolineato tutti i Presidenti degli Ordini del Triveneto, l’Unione Trivenete dei Consigli dell’Ordine, l’Associazione Nazionale Magistrati, Il Presidente della Corte d’Appello e il Procuratore generale di Venezia, i Presidenti dei Tribunali di Padova, Vicenza e Treviso.

Vediamo, anzitutto, le ragioni per le quali un amministratore locale, un imprenditore, un cittadino vorrebbe un Tribunale più vicino alla sua sede o alla sua residenza. Ragioni davvero poco chiare, al di là degli slogan. Si dice che assicurare al cittadino un accesso alla giustizia “prossimo”, cioè vicino, sarebbe di per sé un valore di assoluto rilievo, per le imprese ed anche per le fasce più deboli; si dice, a leggere gli interventi dei fautori delle riaperture, che circondari più piccoli

sarebbero più efficienti, garantendo quella tanto ricercata celerità dei procedimenti e quella efficienza capace di dare “risposte al territorio” che merita, ovviamente, di “essere ascoltato”. Si parla addirittura di un “tribunale per le imprese”.

Una considerazione preliminare. Si può forse convenire sul fatto che in un mondo perfetto sarebbe preferibile che il Tribunale (ma, perché no, anche la Corte d’Appello…) siano vicine alla nostra sede o alla nostra abitazione.

Così come si può convenire sul fatto che sarebbe preferibile avere l’ospedale, la scuola, l’università sotto casa.

Ma ad una condizione, ossia che in quel tribunale vi fossero giudici e cancellieri in numero sufficiente, in quell’ospedale esistessero le professionalità idonee a curarmi, che in quella scuola o in quell’università vi fossero un numero di frequentanti e di insegnanti idoneo ad assicurare la qualità dell’insegnamento. Il problema è che, come sappiamo, le risorse – per il tribunale come per la sanità o per la scuola - sono limitate e che bisogna decidere come e dove impiegarle. È necessario effettuare una scelta, operando un bilanciamento fra i valori legati alla prossimità ed altri valori che vengono inevitabilmente in gioco, valori legati alla qualità dell’amministrazione della giustizia.

Proprio sulle risorse è necessario essere chiari, perché si sente dire da più parti che l’apertura del nuovo tribunale non avverrà a “risorse invariate”, ossia che vi sarà un incremento nelle dotazioni, in particolare del personale. L’affermazione non risponde alla realtà per una ragione assai semplice. Nel nostro Paese, rispetto al personale presente in pianta organica, mancano fra 1200 e 1500 magistrati e circa 13.000 addetti a vario titolo alle funzioni di cancelleria. Nonostante gli sforzi profusi, non riusciamo a coprire queste carenze, nel senso che i concorsi che pure vengono indetti con frequenza, non riescono a coprire questi posti che rimangono

vacanti. E si tratta di una situazione endemica, non estemporanea, per cui anche ampliando le piante organiche ciò non avrebbe effetto, quanto meno nel medio periodo. Il che significa che se il nuovo tribunale verrà aperto, ciò determinerà una redistribuzione delle risorse che già operano presso altre sedi. Sedi queste ultime che vedrebbero così accentuate le difficoltà in cui già versano per essere private di risorse oggi assolutamente indispensabili e già insufficienti ad assicurare un servizio dignitoso. Oggi nel Veneto, manca mediamente il 10/12% dei magistrati e circa il 30% del personale di cancelleria. Per non parlare degli uffici UNEP dove, per esempio, a Padova manca il 77% del personale e nonostante le suppliche rivolte all’universo intero non c’è stato verso di avere anche un solo ufficiale giudiziario in più.

Ciò detto, anche sul valore della “prossimità” è necessario essere chiari. Anzitutto, il cittadino accede direttamente al servizio giustizia solo con riferimento ad alcuni diritti, legati in larghissima misura alla volontaria giurisdizione, mentre per ogni altra forma di tutela deve ricorrere all’intervento dell’avvocato. Se così è, dunque, se si vuole rispondere davvero alla domanda di giustizia prossima che proviene dai cittadini, sarà sufficiente istituire dei presidi relativi alla volontaria giurisdizione, perché è questo il servizio cui i cittadini accedono direttamente. Non solo. Ma un tempo la sede del Tribunale dislocata nel territorio aveva un senso in relazione ai tempi necessari, in allora, per raggiungere, per esempio il capoluogo di provincia. Oggi quei tempi si sono accorciati moltissimo, grazie a reti stradali e ferroviarie sempre più efficienti (fra cui, per quello che ci riguarda, proprio la nuova superstrada della Pedemontana…), per cui il Tribunale, anche se dislocato nel capoluogo, è comunque, per moltissimi utenti, più vicino oggi di quanto non

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fosse la vecchia sede poi soppressa. Ma, soprattutto, vi è una circostanza che oggi appare dirimente al fine di escludere in modo assoluto la necessità dell’apertura di una nuova sede, ossia la trattazione delle udienze da remoto. Oggi moltissime udienze civili vengono trattate in via cartolare o in videoconferenza e le sedi di tribunale sono spesso deserte, tanto da porre seri interrogativi nell’immediato futuro in ordine al loro utilizzo e alla necessità che conservino le dimensioni attuali. Anche solo pensare, quindi, di aprire una nuova sede appare francamente fuori dal tempo in cui viviamo. Ma è necessario essere ancora più chiari sulle altre esigenze sottese alla richiesta di apertura del Tribunale della Pedemontana, esigenze, a sentire i fautori, legate alla celerità e all’efficienza e, in fondo alla qualità del servizio giustizia. A leggere gli interventi di sindaci e imprenditori (ma anche di alcuni colleghi di Bassano) si percepisce l’idea che il Tribunale più vicino sarà migliore perché la giustizia sarà più rapida e più funzionale alle esigenze delle imprese (si sente parlare spesso di un “tribunale delle imprese”) e, con esse, alle esigenze del territorio. Le cose non stanno affatto in questo modo.

Va detto, anzitutto, come sia indubitabile che oggi la qualità del servizio giustizia sia legata anche alla specializzazione degli operatori, siano essi magistrati o avvocati. Lo scibile giuridico – anche qui è davvero banale ricordarlo – è ormai di tale ampiezza che non è più ipotizzabile che vi siano soggetti capaci di occuparsi di tutto. Le diverse materie ed i riti applicabili presuppongono una specializzazione non solo nelle tradizionali grandi aree (civile, penale, amministrativo, tributario…) ma anche all’interno delle stesse. Solo dei magistrati (e degli avvocati) specializzati potranno garantire la qualità

della giurisdizione e nel contempo la sua celerità. Poiché è evidente che tanto più un magistrato e un avvocato sono conoscitori della materia di cui trattano, tanto più rapidamente la controversia verrà definita. Ora, se c’è una circostanza su cui non vi sono dubbi è che nell’ipotetico nuovo tribunale della Pedemontana tale specializzazione non sarà possibile in alcun modo assicurare. Sarà un tribunale in cui – nel migliore dei casi – saranno addetti una decina di magistrati, che faticheranno a comporre i collegi in ragione delle incompatibilità e ai quali non sarà, nella sostanza, possibile assegnare la trattazione solo di alcune tipologie di controversie. A tacere poi della difficoltà di coprire i posti assegnati a tale sede, visto che l’esperienza insegna come i posti vacanti presso i tribunali periferici siano sempre numerosi. L’ipotetico nuovo Tribunale di Bassano non sarà

mai il “tribunale delle imprese”, come affermano gli slogan dei suoi sostenitori, non solo perché, tecnicamente, il Tribunale delle imprese si trova solo a Venezia e da lì non si muoverà di certo, ma perché se mai venisse aperto, il nuovo tribunale non sarà in alcun modo funzionale alle esigenze delle imprese stesse. Non sarà – perché non potrà esserlo – il luogo della giustizia rapida e di qualità.

Un’ultima considerazione. I tribunali di dimensioni estremamente ridotte, come sarebbe quello di Bassano che si vuole riaprire, sono i luoghi in cui più frequentemente si manifesta l’autoreferenzialità e il protagonismo, per assenza di controllo sociale. Il magistrato solo, che non può confrontarsi con colleghi che trattano le sue stesse questioni, può finire per assumere contegni e orientamenti legittimati

solo dalla circostanza che in quel luogo è solo lui a decidere. E ciò può portare con sé rapporti connotati da opacità, generati dalla necessità di ingraziarsi la benevolenza di chi è arbitro unico dell’amministrazione della giustizia.

Tutti fenomeni che non abbiamo alcun bisogno di accentuare e men che mai di favorire. E che certo non rispondono né agli interessi delle imprese né a quelli dei cittadini.

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Tribunale della pedemontana Geografia giudiziaria
Nella mappa i Comuni del Circondario di Padova che “finirebbero” nel tribunale della Pedemontana.

Il Consiglio Distrettuale di Disciplina È ancora “questo sconosciuto”?

CDD è acronimo di Consigli Distrettuali di Disciplina, ossia gli organismi ai quali l’ordinamento professionale forense conferisce il compito del controllo sulle condotte disciplinarmente rilevanti degli avvocati iscritti all’albo e dei praticanti iscritti all’apposito registro.

Per consentire all’Avvocatura di svolgere il ruolo essenziale ed insostituibile che le è proprio nella giurisdizione e nella società è indispensabile che il controllo disciplinare sia esercitato con assoluta imparzialità, effettività ed efficacia

In questa prospettiva, la legge prevede che nessun componente della sezione disciplinare – sia esso il consigliere istruttore o membro della sezione giudicante – possa appartenere al medesimo Foro dell’avvocato nei cui confronti il procedimento si svolge.

I CDD godono di assoluta indipendenza ed autonomia organizzativa, condizioni indispensabili per esercitare la funzione disciplinare con imparzialità ed efficacia, nel pieno rispetto del diritto di difesa e del contraddittorio. Riporto alcuni quesiti frequenti e provo a dare le risposte.

COME MI DEVO DIFENDERE INNANZI AL CDD?

In ogni fase del procedimento disciplinare, che è di natura amministrativa, l’Avvocato ha diritto di essere sentito, di svolgere le proprie osservazioni, deduzioni ed istanze anche istruttorie. Se lo ritiene utile, può nominare in qualunque momento un difensore.

La maggior parte degli avvocati – e ben si comprende, essendo tutti soggetti qualificati – preferisce l’autodifesa, che in genere affida a proprie note o memorie e/o alla propria audizione.

L’esperienza maturata in questi anni mi suggerisce che è molto utile, soprattutto quando si sceglie di dedurre per iscritto, formulare motivazioni concrete e plausibili, espresse in forma chiara e sintetica, corredate (se del caso) della documentazione necessaria (e solo di questa). Ciò non solo facilita la comprensione dei fatti oggetto di valutazione, ma favorisce giocoforza anche l’accelerazione del procedimento. Arrampicarsi sugli specchi non serve e può essere controproducente. Conosciamo i giri del fumo: siamo tutti avvocati!

CHE TEMPISTICA HA IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE?

Dipende da troppi fattori, per cui la risposta non può essere precisa. Il CDD di Venezia disamina centinaia di procedimenti ogni anno, con esposti spesso molto articolati e documentati provenienti da privati (clienti o controparti), magistrati ed avvocati.

In questa consiliatura, iniziata a gennaio del 2023, ci siamo dati – tra gli altri –l’obiettivo di esaurire entro l’anno in corso i procedimenti più risalenti nonché l’obiettivo di velocizzare quelli più recenti ed entranti.

E quello che posso serenamente dire è che ci siamo avviati di gran carriera.

lunedì 22 maggio 2023

16:30 - 18:30

COME POSSO RISOLVERE I DUBBI IN MATERIA DEONTOLOGICA?

Dando per scontata la conoscenza del codice deontologico forense, una buona base di partenza è la consultazione del massimario delle decisioni adottate dal CDD del Veneto, pubblicato nel sito internet (www.consigliodistrettuale.it), che viene costantemente implementato ed aggiornato.

I Difensore

Avv Franco Previato - Cons g iere CDD Veneto

“Gl Inco pat ”

Avv Federico Gatto (Roberto Pel oso) - Consig iere CDD Veneto

Avv Marco Volpe (G anluca Greggio - Cons gl ere CDD Veneto

“Gl esponent /test mon ”

Avv G ovanni Francesch (L v o Galla) - Cons g iere CDD Veneto

Avv Giusepp na Borriero (Anna Maria Garbin) - Vice Presiden e CDD Veneto

Re azione fina e

Avv Nicoletta Capone

Pres dente CDD Veneto

L even o è gratu to e accred tato da Ord ne deg Avvoca d Padova

con r conosc mento di 3 cred ti formativi in materia obbl gatoria

Le iscriz on po ranno avven re tram te p at aforma SFERA per gl avvocat de foro d Padova e

a mezzo e-ma l a ndir zzo avvocatura padova@gma l com per utt g i a tr

GONO ALLE VOLTE VALUTATE IN MODO DIVERSO?

Qualcuno ha osservato che, a volte, la medesima condotta integrativa di una fattispecie rilevante sotto il profilo disciplinare è stata valutata dal CDD in modo diverso.

Un esempio facile e frequente: in ambito di violazione degli obblighi formativi, a parità di crediti mancanti (in misura minima, s’intende), alcuni hanno ricevuto un richiamo verbale, altri l’archiviazione. Si è trattato di una svista? No, e per almeno due motivi: innanzitutto ogni caso è diverso dall’altro e poi ogni sezione, pur nel comune orientamento del CDD, giudica in assoluta indipendenza e può valorizzare le circostanze fattuali in modo diverso, al pari di come opera il giudice di fronte a casi consimili.

Certo è che l’avvocato attinto che offra elementi a propria discolpa o giustificazione consente al giudicante di valutare il caso con ampiezza maggiore rispetto a chi, pur legittimamente, sceglie di non dedurre alcunché.

Vi è poi, naturalmente, il massimario pubblicato dal CNF nel suo sito istituzionale.

Se i dubbi persistono, a mio vedere non c’è cosa migliore del confronto con i Colleghi che rappresentano, per ciascuno di noi, un riferimento dal punto di vista etico e della conoscenza delle problematiche forensi.

COS’È, ALLA FINE, LA DEONTOLOGIA?

La questione è complessa e richiederebbe uno spazio decisamente maggiore di quello che mi è qui consentito. Provo ad esprimere il mio pensiero in poche righe.

Per me la deontologia non va intesa come un elenco di ciò che gli avvocati non devono fare. Non va vista come un insieme di divieti e nemmeno come un insieme di mere norme precettive di comportamenti con il cliente, con i magistrati e con i colleghi, al di fuori delle quali è tutto consentito.

La deontologia è costruzione del come dover essere avvocati.

In altri termini, le regole deontologiche sono sì scritte nel codice deontologico forense, ma soprattutto sono dentro di noi. Sono nella risposte che noi avvocati ci diamo ogni giorno alla domande se quel certo comportamento tenuto nei confronti del cliente, del collega oppure del giudice era corretto e giusto. Fondamentale rimane sempre l’ascolto della propria coscienza etica, informata al principio di autoresponsabilità.

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NICOLETTA CAPONE, Presidente CDD Veneto
Deontologia
Centro Culturale Altinate San Gaetano Via Altinate 71 Padova
Il dibattimento davanti il CDD: pesi e contrappesi tra responsabilità e garanzie
Introduce
Avvocati d Padova Personaggi e interpreti: “La Sezione Giud cante” Avv Luisa Tregnaghi presidente) - V ce Pres dente CDD Veneto Avv Francesca Bonatto (segretaria) - g à Cons gl era CDD Veneto “ Consigl eri” Avv Sandra Borto uzz - g à Cons gl era CDD Veneto Avv Marianna Brugnoli - già Consig era CDD Veneto Avv Nicola Cavaliere - Consig ere CDD Veneto
Avv Francesco Ross Presidente de Consig io de l Ord ne deg i

Un “Breviario” laico PER GLI AVVOCATI

Una magnifica iniziativa editoriale che fa onore a tutto il Foro padovano. Da un’idea della Scuola forense perseguita con determinazione da Giuseppe Bergonzini, Lorenzo Locatelli e Giovanna Tieghi con la collaborazione della Fondazione forense e del Consiglio dell’Ordine di Padova, è nato un volume di 800 pagine frutto dei contributi di oltre 50 fra avvocati e docenti impegnati a rispondere in definitiva ad un interrogativo di fondo: qual è, e quale dovrebbe essere, oggi, il ruolo dell’avvocato in un sistema la cui crisi appare sempre più evidente?

Se si guarda all’avvenire della professione, emerge la chiara esigenza di ripensare abitudini e comportamenti consolidati per confrontarsi con una realtà nuova, nella quale la logica dell’algoritmo e l’aridità della tecnica si sono

fatti progressivamente strada, invadendo anche il campo della giustizia.

Il Volume, quindi - rimarcando con taglio pratico, principi fondanti, luci ed ombre, di una professione che resta meravigliosa nonostante le tante difficoltà dei nostri tempi - diventa un’occasione preziosa per riflettere, da molteplici prospettive, su cosa possa continuare a significare essere “un grande avvocato”, secondo l’insegnamento di Piero Calamandrei.

La pubblicazione si struttura in due parti:

• La prima, di portata più generale, è dedicata ai principi fondamentali con i quali l’avvocato è chiamato ogni giorno a misurarsi.

• La seconda, più dettagliata, ha ad oggetto l’ordinamento forense e i parametri deontologici, nelle diverse

fattispecie contemplate dal Codice, fornendo al lettore un approfondimento, utile come riferimento costante per la professione ed, a monte, per la preparazione all’esame di abilitazione.

Vuol essere perciò una guida, per chi già è avvocato e per chi avvocato aspira a divenire: una sorta di “Breviario” laico, irrinunciabile non solo per i

praticanti ma per chiunque voglia farsi accompagnare – attraverso le riflessioni dei suoi numerosi Autori - verso i nuovi scenari che la professione dovrà essere in grado di affrontare. Con determinazione, competenza e, soprattutto, cultura etica.

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 LA REDAZIONE Deontologia la Ragione | 19

Passioni e professione

Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati Avvocati,

giudici, PA... La guida atipica di Stefano Bigolaro

Un titolo che sul momento lascia interdetti: “Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati”. Dato che tu sei uno di loro (...di noi), non crediamo vada preso alla lettera…

Il titolo è d’impatto, lo so. Ricordo le perplessità con la casa editrice. Credo che sia passato perché non è mio, l’ho rubato a un verso di Shakespeare. Il senso non è affatto quello che sembra. Dunque, chiariamo: nell’Enrico VI di Shakespeare, quando dei rivoltosi vogliono sovvertire con la violenza ogni cosa per il proprio interesse personale, mettono l’eliminazione degli avvocati in cima alla loro lista.

Contrariamente al possibile primo impatto, quindi, a me sembra un riconoscimento importante per gli avvocati: il riconoscimento del fatto che siamo essenziali. Ed è questa l’idea alla base del mio libro.

Sì, va bene Shakespeare, ma sembra anche un titolo provocatorio…

Diciamo che c’è anche qualcosa di ironico, di autoironico.

Nella percezione diffusa avere a che fare con avvocati, tribunali e giudici è sempre una mezza disgrazia. Da augurarsi che non capiti mai. E noi avvocati finiamo per essere identificati con i problemi, perché entriamo in gioco quando ci sono dei problemi.

Certo, è una percezione sbagliata: i problemi ci sarebbero lo stesso anche eliminando gli avvocati, e si resterebbe invece senza tutela.

Però la percezione è quella, e dunque –sapendo che è così – il titolo può perfino suonare divertente.

Ma come è nato questo libro?

Vorrei dire che si è scritto un po’ da solo, nel corso dell’esperienza professionale.

Credo che “la molla” sia stata l’esigenza di cercare il senso del lavoro che facciamo.

Se uno Ti chiede perché lavori, la

risposta più probabile ed immediata è che si ha uno stipendio, un corrispettivo economico. Ma è una risposta riduttiva, non succede quasi mai che si lavori solo per i soldi. Nel caso poi del nostro lavoro di avvocati, c’è la sua importanza sociale che fa la differenza. Non è solo un lavoro. Concorre a una funzione di giustizia: la domanda di giustizia deve avere una risposta perché altrimenti si cercherebbero altre risposte e l’intero sistema entrerebbe in crisi. Insomma, lavoriamo perché ci sia un po’ più di giustizia!

La tua attività professionale si svolge nel diritto amministrativo. Questo ti consente di vederne l’importanza nella vita di tutti noi. Ma scrivi perfino che rispetto al diritto amministrativo siamo come i pesci nell’acqua, cioè?...

Voglio dire che le scelte amministrative, le attività delle amministrazioni, stanno dietro ogni momento della nostra vita. Si tratta di un “mix” fatto di regole, organizzazioni, poteri, strutture (amministrative) che pervade ogni aspetto della nostra vita.

Che si tratti di istruzione, sanità, interventi sul territorio, svolgimento di attività economiche, servizi, infrastrutture, via via fino agli aspetti più minuti di ciò che facciamo, siamo totalmente immersi nel diritto amministrativo. Così immersi che non ce ne accorgiamo neppure.

In questo senso siamo come i pesci nell’acqua, che non si accorgono di

esserci dentro perché quello è l’unico ambiente che conoscono.

Ma come ci si può difendere da chi esercita un potere pubblico? Non è un rapporto destinato a essere sempre squilibrato?

Quando hai a che fare con un’amministrazione, hai a che fare con qualcuno più forte di te: qualcuno che esercita un potere pubblico. Che gli è attribuito per consentirgli di perseguire un interesse, appunto, pubblico, quindi “non di parte” In realtà, il quadro è complesso: ci sono diversi interessi pubblici – spesso con-

STEFANO BIGOLARO è stato socio fondatore dello Studio Domenichelli e Associati, presidente dell’Associazione Veneta degli Avvocati Amministrativisti dal 2015 al 2021, consigliere dell’Unione Nazionale degli Avvocati Amministrativisti dal 2016. Autore di numerose pubblicazioni e articoli, ha svolto e svolge attività di insegnamento, formazione, divulgazione nell’ambito del diritto amministrativo.

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trastanti tra loro – attribuiti a diverse amministrazioni che operano nei modi più vari.

Ma la tutela delle ragioni del privato di fronte a un potere pubblico sta nel fatto che quel potere deve corrispondere a un fine e deve essere esercitato nel rispetto delle regole.

Andando in concreto, il sistema della giustizia amministrativa funziona nell’assicurare tutela nei confronti dei poteri pubblici?

Potrebbe funzionare meglio. Nel corso degli anni le amministrazioni – un po’ tutte – sono tecnicamente migliorate nella redazione degli atti. Ma spesso è un miglioramento solo formale. Nell’era di internet non è difficile riempire pagine e pagine di motivazioni presentabili anche quando sono solo apparenti.

Tutto ciò richiede un cambiamento anche del lavoro del giudice, che per svolgere la propria funzione non può limitarsi al solo dato formale. Se lo fa, rischia di non capire ciò su cui deve decidere.

Nel dare tutela quando un potere pubblico è esercitato in modo sbagliato, contano di più i giudici o gli avvocati?

Certo. Avvocati e giudici partecipano a una stessa funzione di giustizia. Siamo elementi complementari e necessari di un sistema. Un sistema in realtà molto delicato, che per funzionare deve essere credibile in ciascuno dei suoi elementi.

Naturalmente i ruoli sono diversi ma c’è una responsabilità solidale, di giudici e avvocati, nel garantire una funzione di giustizia.

Il sistema attuale della giustizia amministrativa risponde al modello del “giusto processo”?

Qualche problema c’è. Quello dell’indipendenza soprattutto.

Il giudice deve essere indipendente: non solo imparziale come persona rispetto alle parti tra cui giudica, ma distinto da esse anche a livello di struttura. E sul punto c’è da lavorare…

Ma anche l’avvocato ha un dovere di indipendenza. Certo, è cosa diversa dall’indipendenza del giudice: serve per garantire il diritto di difesa, per essere pienamente al servizio del proprio cliente. Ma la materia, di cui è fatto il dovere di indipendenza, è la stessa. E nella giustizia amministrativa, ha una analoga intensità.

Infine: nel tuo libro parli del ruolo dei “maestri” nella professione legale. Perché è importante?

Parlo del ruolo, ma parlo anche di alcuni dei miei maestri, da Feliciano Benvenuti a Ivone Cacciavillani, da Leopoldo Mazzarolli a Vittorio Domenichelli,… Ed è sicuramente la parte più personale. In fondo, è un libro che ho scritto grazie a loro.

Penso che vadano benissimo le scuole, però di solito impari a fare l’avvocato facendo l’avvocato. Lavorando però non da solo, ma con chi ha già cominciato a farlo, che quindi diviene spesso il tuo riferimento.

Nessuna retorica, sia chiaro. Il nome un po’ evangelico di “maestro” non deve ingannare: tutti i maestri hanno i propri limiti, difetti e zone d’ombra. In un lavoro come il nostro siamo tutti un po’ maestri e un po’ allievi. Si impara gli uni dagli altri.

Ma nei casi più riusciti, e almeno nel mondo professionale che conosco, finiamo per sentirci una “quasi-famiglia”, uniti dal fatto di vivere insieme la responsabilità del lavoro che facciamo, e alla quale lasciamo una nostra eredità di valori.

Passioni e professione

LE ETÀ... SENZA ETÀ! di

Romolo Bugaro

Il tuo nuovo romanzo pone al centro il tema dell’età, anzi delle età, che secondo te non sarebbero più identificabili come una volta… È questa la tesi?... Mi sono chiesto e vi chiedo: esistono ancora le stagioni della vita, la gioventù, l’età adulta, la vecchiaia? Esistono ancora delle caratteristiche specifiche per ciascuna di queste, la leggerezza del ventenne, la voglia di fare del quarantenne, la saggezza dell’anziano?

Per me no, probabilmente no. Categorie vecchie, superate. Ognuno di noi, oggi, decide quale età avere e come interpretarla, a prescindere dalla data di nascita.

Le stagioni della vita non sono più un dato di fatto, una condizione posta, ma una scelta personale, libera. Una preferenza.

Si può dire quindi che “Ragazzi di sessant’anni” è il racconto di questo sorprendente salto epocale che trasporta gli uomini e le donne in un mondo del tutto nuovo?

Direi proprio di sì. I protagonisti del libro sono baby-boomers che hanno visto passare molta acqua sotto ai ponti, ma, per loro fortuna o disgrazia, hanno mantenuto intatta la carica vitale.

A sessant’anni suonati, continuano ad

ROMOLO BUGARO – oltre

che valente collega del nostro

Foro – è scrittore ormai affermato, di cui anche su questo magazine abbiamo già evocato fasti e precedenti pubblicazioni. Ricordiamo fra gli altri

titoli: Bea vita, Buona e brava gente della nazione, Effetto domino. Stavolta focalizziamo l’attenzione sull’ultimo suo romanzo, dedicato ai sessantenni (...e non solo).

La buona brava gente della nazione (Baldini & Castoldi 1998, Marsilio/Feltrinelli 2019), finalista al Premio Campiello, ed Effetto Domino (Einaudi 2015, Marsilio/Feltrinelli 2019), dal quale stato tratto film con la regia di Alessandro Rossetto.

Quello che hai tra le mani è un piccolo romanzo luminoso che ti farà ridere e commuovere. E scoprire con che passo la malinconia e la comicità possano andare a braccetto. Un po’ come capita nell’amore, sembrerà, leggendolo, di guardarti allo specchio, di riconoscere le tue paure tuoi desideri, di vedere il tuo passato, presente e futuro. Perché quei ragazzi di sessant’anni che leggono senza occhiali e vanno in scooter anche d’inverno, che la sera vorrebbero bersi un prosecco con gli amici anche se «a un certo punto della vita gli aperitivi tendono diradare», che hanno mogli figli capaci di spiazzarli, idee vive sotto la pelle un’energia testarda con cui prendere di petto l’esistenza, siamo noi. Romolo Bugaro vive lavora Padova. Ha scritto molti romanzi nel 2021 ha compiuto sessant’anni.

ROMOLO BUGARO I RAGAZZI DI SESSANT’ANNI

ISBN 978-88-06-25708-8

16,00

andare in giro in scooter, a incontrare gli amici in pizzeria, a bere l’aperitivo in piazza (o desiderare di farlo) esattamente come quarant’anni prima, perché non sanno pensare sé stessi in alcun altro modo.

Eppure hanno moglie, figli, un lavoro come avvocati o consulenti d’azienda o broker…, Vero. Ma provano costantemente un senso di spaesamento davanti alla realtà della loro vita adulta. Discutono con colleghi quarantenni troppo insicuri o vicini di casa ottantenni maniaci del bricolage, mentre impartiscono piccole lezioni di razzismo alla figlia o si spaventano davanti a una possibile malattia, sempre sul filo della non connessione con l’età che hanno.

Nel romanzo, assieme a loro ci sono altri…

Effettivamente, insieme alle loro, ci sono le vite di altri: ragazzine che vagano nella notte rischiando di perdersi per sempre, donne che sembrano destinate al fallimento e invece riusciranno a concludere un ottimo affare, notai arroganti che hanno compiuto un grande passo falso….Tutti vicini e lontanissimi nella luce radente della dissoluzione degli anni, delle stagioni della vita.

C’è un messaggio forte che hai voluto inviare a chi, dietro questo ultimo lavoro?

Più che di un messaggio si tratta di una sorta di reportage sulla nuova condizione degli uomini e delle donne, improvvisamente liberi dal tempo, che non si rivolge solo ai sessantenni, ma anche agli altri, quelli che ai sessanta ci devono ancora arrivare e quelli che li hanno già superati, perché nel nuovo millennio tutte le età sono di tutti.

EINAUDI

Un romanzo raro, comico malinconico, cui può innamorare come una persona.

ragazzi di sessant’anni nisti, anzi protagonista manzo, dato che nel sessant’anni» è un lo del marito di Stefania: golare di grande potenza ragazzi di sessant’anni moglie, due figli, un pre meno amici. Hanno amori che non gli in testa. Vestono ni, si tengono in strina casalinga zi di ottant’anni, «scartavetrano no grattano scrostano stuccano». Piú che forse, ragazzi di loro pazza elettricità. Intorno la città cambiato, ma ragazzi continuano essere stessi. Non sono sidabili: sorridono. paure. un vicino bile che un po’ li infiamma. Insieme alla loro, tri: ragazzine che schiando di perdersi copertina: Teun Hocks, fotografica, 2003. © Teun Paci Contemporary Gallery, Progetto grafico: Bianco.

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Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati Passioni e professione
ne che
un passo falso tutti vicini lontanissimi nella luce radente del tempo. Romolo Bugaro nato nel 1961. Fra suoi romanzi ricordiamo
sembrano destinate al fallimento invece si rivelano grandi imprenditrici, notai che hanno compiuto

Degenerazioni nello sport Un’analisi di Jacopo Tognon

Jacopo, cosa ha ispirato questo tuo lavoro?

Il fatto che il mondo dello sport attraversa oggi uno dei periodi più complessi degli ultimi anni. Le ragioni giustificatrici della crisi che lo sta investendo non sono unicamente ed esclusivamente da ricondursi alle perdite dettate dalla pandemia, che ha pesantemente condizionato tutti i settori economici, tra cui anche quello sportivo. La scarsità delle risorse economiche e la drastica diminuzione dei ricavi che hanno reso difficile la gestione sportiva di tutte le società operanti nel settore, sia dei club professionistici che delle squadre dilettantistiche e amatoriali, sono state determinate anche da scelte operative errate da parte delle autorità preposte.

Quali i rimedi possibili?

La situazione generale in cui versa oggi l’ambiente sportivo ne determina un contesto liquido e, perciò, in costante evoluzione. Circostanze di questo genere comportano la necessità inderogabile di rispettare le regole predisposte dall’ordinamento sportivo, con ciò intendendosi:

• le norme “tecniche” relative alla disciplina del “gioco”;

• le norme amministrative, atte a regolare gli adempimenti richiesti in materia di affiliazione e tesseramento

• le norme sanzionatorie, inserite nei

Codici di Giustizia, che consentono alle Federazioni di disciplinare compiutamente l’attività dei soggetti tesserati al fine di fornire un’azione immediata verso quelle condotte in violazione delle disposizioni di settore.

A livello europeo, si invocano criteri rigorosi...

La Commissione Europea ha in effetti constatato la necessità di attenersi in primo luogo ad altre norme, le c.d. “integrity rules”.

L’ “integrity” richiede uno sforzo della collettività nella formazione di figure che rispecchino e siano in grado di esaltare i reali valori dello sport, al fine di promuovere la c.d. “good governance” delle organizzazioni sportive e così tutelare i diritti di atleti, spettatori e lavoratori del settore, prevenendo gli abusi.

Tu hai trovato spunto proprio da un progetto europeo di qualche anno fa per le riflessioni che ti hanno indotto a questa pubblicazione, vero?...

In effetti, da un progetto europeo finanziato nel 2017 nel quadro dell’azione

JACOPO TOGNON, Membro della Commissione Diritto dello Sport del CNF, Direttore della rivista GiustiziaSportiva.it e Docente presso l’Università di Politiche Europee dello Sport e di Diritto e Gestione delle Attività Sportive. È Arbitro del CAS/ TAS di Losanna dal 2007 e Direttore di sessione dell’UEFA Football Law Programme. Ha ricoperto negli anni molti incarichi negli organi di giustizia sportiva e nelle istituzioni sportive, tra cui Vicepresidente della Lega Calcio Professionistico (Lega Pro) e Commissario Straordinario della Lega del Ciclismo Professionistico.

+ Sport, che aveva come temi proprio le politiche europee dello sport e l’integrità, nasce l’idea di un nuovo percorso. Ed è in questo scenario che è maturata la convinzione che la tematica dell’integrità potesse e dovesse essere oggetto di una riflessione più ampia e specifica.

Il libro “Le minacce dello sport moderno” (Cleup, 2023) ha l’obiettivo, enfatizzato dal sottotitolo, di fornire una guida pratica e di agevole lettura proprio per l’approfondimento di tematiche che costituiscono un pericolo per i valori dell’integrità sportiva.

Chi immagini possano essere i lettori più probabili di questo saggio?...

Il testo ha l’intenzione di rivolgersi ad un pubblico più vasto dei soli studenti universitari ed esperti del settore, coinvolgendo tutti gli appassionati e la loro voglia di approfondire l’argomento, non richiedendo competenze specifiche. Ciascun fenomeno descritto è trattato mediante la medesima struttura espositiva; si parte sempre da un’analisi delle sue origini storiche per poi descrivere la normativa di settore, affrontare i casi più rilevanti e discussi e concludere infine con considerazioni sulle prospettive future.

Si parte da sentenze divenute best sellers nel campo del diritto sportivo, ma l’indagine poi si allarga ad altre tematiche di attualità Sì, volendo sintetizzare, i filoni d’indagi-

ne sono quattro:

• Il primo tema d’indagine riguarda la discriminazione, analizzata sulla base delle famose sentenze Bosman e Bernard.

• In merito al doping, dopo un’iniziale contestualizzazione storico-comparatistica, si esamina il sistema della WADA (World Anti Doping Agency) focalizzandosi sull’attività investigativa compiuta e sul profilo sanzionatorio.

• Il match fixing, minaccia più preoccupante e maggiormente ricca di casistica perché legata, soprattutto negli ultimi anni, alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro sporco, è approfondito nel dettaglio con riferimento alla legislazione nazionale ed europea sul tema.

• Il tema della violenza, infine, è sviluppato mediante un approfondimento del fenomeno negli stadi e per il tramite del c.d. “tifo violento” organizzato; tematica tornata d’attualità da quando i club hanno iniziato a rispondere in maniera più lieve dell’operato dei tifosi. Il relativo capitolo comprende un accurato studio della disciplina del D.A.S.P.O. (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) e una disamina sui casi più rilevanti che hanno condotto alla prospettazione di un intervento focalizzato nell’ottica di una responsabilizzazione delle società e all’obbligo di dotazione di Modelli di organizzazione, gestione e controllo (M.O.G.).

Obiettivo della tua fatica editoriale?... Non mi sono posto un obiettivo specifico; ma è certo che solo la conoscenza approfondita di tali temi può costituire il punto di partenza per uno sport più leale, inclusivo e “pulito”.

E questo penso possa essere un obiettivo condiviso da tutti coloro che amano lo sport. E nello stesso tempo da chi crede nella funzione sociale del diritto e di chi vi opera quotidianamente.

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Il “bagliore metafisico della bellezza”

Francesco, come nasce la Tua passione per la fotografia?

Nasce dall’amore per la montagna, per gli ambienti naturali, la flora e la fauna.

Quando hai iniziato?

Qualche anno fa, dedicandomi al paesaggio montano per poi abbracciare altri ambiti approfondendo le tecniche di scatto.

Cosa Ti piace fotografare?

Mi dedico alla fotografia notturna, all’astrofotografia, agli scatti in macro ma specialmente alla c.d. avifauna che preferisco perché mi permette di immortalare gli animali nel loro ambiente naturale osservandone i movimenti, le abitudini e le peculiarità.

Tra una udienza e l’altra Ti sei dedicato anche allo studio degli animali?

Da rispettoso osservatore ho imparato a distinguere diverse specie sia dalle loro caratteristiche fisiche che dai loro costumi, dai versi di richiamo, di sorveglianza o da quelli legati al corteggiamento e alla cura dei piccoli. La natura, per chi riesce ad ammirarla da vicino, offre un caleidoscopio di colori e di piacevoli sorprese.

La pazienza che bisogna avere nell’esercizio della nostra professione Ti è tornata utile nelle sessioni di scatto?

Esatto! Inoltre , solo fotografando, con i tempi di attesa che gli animali impongono, ho potuto cogliere quel che amo definire come “bagliore metafisico della bellezza”: un magico e unico momento in cui l’armonia tra esseri viventi e ambiente naturale raggiunge il perfetto equilibrio di colori, forme e suoni.

La sfavillante luce stellare o quella calda o cristallina dell’alba e del tramonto, quel silenzio abitato che ho potuto percepire in

completa solitudine mentre compongo i miei scatti mi hanno permesso di crescere e sviluppare un’interiorità di cui ignoravo l’esistenza.

Hai un Tuo pubblico di follower?

Tramite i social mi sono fatto conoscere ed apprezzare e ho tenuto corsi di composizione e di tecnica fotografica e serate con proiezione degli scatti accompagnati da descrizioni e riflessioni di carattere personale e filosofico (la filosofia è un’altra mia grande passione).

Consiglieresti ai nostri colleghi di passare dallo smartphone ad una macchina professionale?

Certamente, quel che immaginavo come un gioco si è alla fine rivelato un modo di vivere, un approccio al mondo per me tutto nuovo che squaderna l’esistenza e che riesce ad aprire non solo l’otturatore della macchina fotografica ma pure gli occhi e l’anima.

FRANCESCO PELLEGATTI, Abogado, si occupa esclusivamente di diritto civile. Protagonista di un paio di mostre, i suoi scatti vengono spesso utilizzati per le pubblicazioni comunali di Cittadella, compresi gli inserti di promozione turistica su Panorama e a breve su “7”, inserto del Corriere della Sera. Tiene lezioni di composizione e tecnica fotografica e amministra una pagina Facebook dedicata al mondo mirrorless (Mirrorless-it).

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EDDY BAZZAN Passioni e professione

FESTA DELL’AVVOCATURA un’occasione per “riconoscerci”

Si è celebrata mercoledì 14 giugno, presso la splendida cornice di Villa Sagredo, la prima edizione della Festa dell’Avvocatura.

L’evento è stato fortemente voluto dal Consiglio dell’Ordine per salutare l’inizio di questo nuovo percorso insieme all’intera Comunità degli Avvocati padovani.

È stato un momento di festa e di incontro a cui hanno aderito 300 colleghi e colleghe: una partecipazione che ha superato ogni aspettativa ed ha confer -

mato la necessità di vederci “dal vivo” In Tribunale si va sempre meno e ci si incontra poco; questo gradevole momento di collettiva spensieratezza, in un clima anche metereologicamente ideale, ha confermato la necessità di creare occasioni per vederci, aggregarci e “riconoscerci”.

Grazie a chi ha partecipato contribuendo alla buona riuscita della festa, ed anche a chi avrebbe voluto partecipare ma non ha potuto farlo… Ci vediamo alla prossima edizione!

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MARTA LICO

VENEZIANO

Una pièce di Goldoni che ci rende onore divertendo

Un anno fa!...

Nell’ambito dell’iniziativa “L’Avvocatura incontra la Città”, che con rinnovato entusiasmo questa consiliatura sta portando avanti, il 20 aprile scorso la compagnia teatrale Benvenuto Cellini ha messo in scena presso il Teatro ai Colli di Padova “L’AVVOCATO VENEZIANO”, una commedia che Carlo Goldoni, avvocato oltre che commediografo, ha scritto nel Settecento (1749), ma il cui messaggio è ancora decisamente attuale.

L’onestà, la libertà intellettuale, la competenza e il sacrificio sono ancora valori cui l’avvocato deve ispirarsi anche nel 2023. A lui non si chiede solo preparazione giuridica, ma piena inte-

grità morale, grande sensibilità psicologica, forza di carattere, cultura generale, dedizione e resistenza nel lavoro.

Con la cittadinanza presente in sala molto numerosa e partecipe, noi Consiglieri – rinnovando pubblicamente il Giuramento di rito, quale prologo allo spettacolo – abbiamo voluto testimoniare l’impegno civico di cui è capace l’avvocatura anche fuori dal Palazzo di Giustizia. E dopo abbiamo riso e ci siamo emozionati grazie anche alla simpatica testimonianza del bravissimo “avvocattote” Francesco Volpe che ci ha regalato un saggio di comunicazione persuasiva.

Restando alla trama della brillante commedia, grande ammirazione per l’avvocato Alberto, fulgido esempio di virtù ed integrità, che ha saputo tutelare gli interessi della parte e pure della controparte con competenza, sagacia e ironia, senza alcuna violazione deontologica. In conclusione, è proprio vero che ridendo castigat mores!... Tanti spunti di riflessione ma non d’altri tempi Ci sarà un sequel, ma non voglio spoilerare!

Il 27 maggio dello scorso anno, nella accogliente cornice di Villa Todeschini a Noventa Padovana, si è tenuta, finalmente in presenza (e che presenza!) l’assemblea degli iscritti allo Jusport, che, come è ormai consolidato costume, attesa la presenza di altri numerosi ospiti è stata anche una occasione di chiacchiere accompagnate da cibo e vino, e buona musica (nonostante si sia fatta sentire la assenza per covid di alcuni “pezzi” dei “Law Profile”, colonna musicale della associazione).

È in questa occasione che – sorprendentemente – sono stata eletta a Presidente. Dico sorprendentemente perché mentre è nota la mia adesione e la attiva partecipazione alla associazione, sin da tempi ormai remoti, quando si alternavano alla Presidenza il dott. Francesco Abate e gli avvocati Renzo Mescoli e Franco Antonelli, non altrettanto conosciuti sono i miei meriti sportivi.

Tutti i presidenti che mi hanno preceduto, almeno quelli che io ho conosciuto e con i quali mi sono raffrontata – e quindi oltre a quelli che ho sopra ricordato, anche la dott.ssa Manuela Farini e l’avv. Adina Zanin, per non dimenticare anche gli avv. ti Riccardo Benvegnù e chi mi ha preceduto avv. Mario Martinelli – hanno dimostrato notevoli doti sportive e avuto i meritati riconoscimenti; ed è per questo che qualche amico, conoscendomi bene, “scherzosamente”, ne sono sicura, mi ha chiesto “ma tu in quale sport eccelli?”. Colta di sorpresa ho risposto tutti e nessuno, concludendo, come ben altri più importanti di me “comunque sarò il Presidente di tutti gli Jusportivi”.

Ma Jusport significa soprattutto piacere di incontrarsi a tutto campo, vuoi per praticare sport, per riunirsi convivialmente, per viaggiare, per partecipare ad avvenimenti

culturali. Infatti lo scopo, sin dalla sua origine, è stato non solo quello dello sviluppo e della diffusione di attività e/o di competizioni sportive fra tutti coloro che svolgono o hanno svolto attività lavorativa o professionale in ambito forense, curandone la formazione sportiva, con un rigoroso e fattivo controllo anche su quella professionale; ma anche la promozione-diffusione di ogni attività culturale, ricreativa e del tempo libero, e ciò anche al fine di favorire i contatti fra soci, familiari e simpatizzanti. Questi impegni vogliamo mantenere e portare avanti: per questo con me c’è tutta una squadra, con cui ci siamo presentati anche in un video di Advocivitas – l’Avvocatura incontra la città del 21 settembre 2022.

Ed è quindi con Sabrina, Federica, Marco e Luca, Mario, Andrea, Francesco, Paolo e Paolo (che qui potete vedere in “divisa”) eterogenei per età e interessi che portiamo avanti l’ambizioso e rinnovato progetto di coinvolgere un numero sempre più grande di colleghi, magistrati e tutti coloro che in qualsivoglia dei modi operano nel mondo giudiziario, compresi familiari e simpatizzanti.

Ed è a questo progetto, che, nel rispetto di valori quali, la lealtà, l’amicizia, lo spirito di aggregazione – fondamentali nel rapporto tra Colleghi, ma anche nelle relazioni sociali più varie e, per quel che concerne la nostra professione, quelle tra avvocati e magistrati – abbiamo lavorato e stiamo lavorando.

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“L’avvocatura incontra la città”…a teatro L’AVVOCATO
 SILVIA NALIN Eventi
FULVIA BACCOS
JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA JUSPORT PADOVA JUSPORT PAD O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A TROPSUJ AVODAP • TROPSUJ AVODAP TROPSUJ AVODAP • TROPSUJ AVODAP • TROPSUJ AVODAP • TROPSUJ AVODAP • TROPSUJ DAP O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A J U S P O R T P A D O V A la Ragione | 31

Tennis… e non solo!

Negli ultimi mesi numerosi colleghi e colleghe hanno avuto modo di incrociare le racchette in diversi eventi, il cui comune denominatore è stato un clima di sana competizione accompagnato da nuove conoscenze, ritrovo di vecchi amici, risate e momenti conviviali. Con estremo orgoglio è tornata in campo dopo la pandemia la rappresentanza tennistica veneta nell’annuale campionato nazionale avvocati a squadre organizzato dall’AIAT (Associazione Italiana Avvocati Tennisti). La novità di quest’anno riguarda la composizione della squadra, la cui maggioranza è ora rappresentata dal Foro di Padova, grazie all’ingresso di due “nuove leve” (Eddy Bazzan e Andrea Toppani), che si sono uniti ai “veterani” (Marco Cappellari, Luca Marchetto, Fabrizio Calzavara, Federico Coltro, Elisabetta D’Este, Lucia Papa, Federica Banfi). La squadra ha disputato il campionato nazionale AIAT tenutosi dal 31 maggio al 4 giugno 2023 presso il prestigioso circolo “La Stampa” di Torino, riuscendo ad imporsi sulla solida squadra di Trani e giungendo, al turno successivo, a disputare i doppi decisivi contro il team di Roma, arrendendosi solo all’ultimo a quella che, a fine torneo, è risultata la squadra finalista. “I nostri” hanno potuto contare – oltre che sul sostegno reciproco – sul fondamentale supporto di alcuni colleghi patavini che li hanno accompagnati in trasferta incoraggiandoli durante ogni match! Grazie ai risultati ottenuti nel corso del torneo, la rappresentanza veneta (squadra Padova-Verona) è salita di posizione nella classifica nazionale. L’obbiettivo, per i prossimi anni, sarà quello di vincere il campionato naziona-

CIAN giurista illustre

le… la strada intrapresa è quella giusta, e i compagni di viaggio ideali per raggiungere la meta!

Altro evento degno di nota è l’annuale torneo aperto a tutti coloro che appartengono all’ambiente forense, tenutosi a fine aprile nell’eccezionale cornice del Tennis Club Padova. La novità di quest’anno è stata, oltre al tennis, l’organizzazione del torneo di padel che ha riscosso un successo oltre ogni aspettativa. L’evento è stato molto partecipato e si è concluso con una lunga tavolata di professionisti-atleti denotata da quella frizzante allegria, suscitata dalle competizioni sportive svolte secondo i canoni della lealtà e del confronto costruttivo. E per il futuro?! L’auspicio è quello sia di aumentare le occasioni di ritrovo nei campi (da tennis e da padel), sia di coinvolgere anche nuovi partecipanti che possano “allargare” questa grande famiglia. Qualsiasi proposta per i prossimi eventi o per nuove iniziative è sempre ben accetta, del resto il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo!

Il Dipartimento di diritto privato della nostra Università ha organizzato, a un anno dalla morte, un convegno in onore del prof. Giorgio Cian, che si terrà il prossimo 15 settembre nell’Aula Magna del Bo. In questo convegno e in altre appropriate sedi saranno approfonditi i tratti distintivi della sua figura umana, scientifica e didattica. Qui ci limitiamo a evidenziarne uno in particolare: il prof. Cian non ha mai esercitato la professione forense, essendosi sempre dedicato all’università, ma moltissime sono state le sue iniziative editoriali rivolte al mondo delle professioni giuridiche. Nel 1978-79 ha fondato e diretto le riviste “Le nuove leggi civili commentate” e “La nuova giurisprudenza civile commentata”. Insieme al suo Maestro Alberto Trabucchi ha ideato la collana “Breviaria iuris”, inaugurata nel 1981 con la pubblicazione del “Commentario Breve al Codice Civile”, giunto l’anno scorso alla 15a edizione. Con questo libro, a tutti noto, tout court, come il “Cian-Trabucchi”, è stata introdotta una assoluta novità nella nostra letteratura giuridica: con una formula che ha riscosso grande successo si è data la possibilità al lettore di richiamare subito alla mente i problemi fondamentali e i principali orientamenti di dottrina e giurisprudenza. Il 1995 ha visto l’esordio di un’ulteriore, originale iniziativa editoriale, la rivista “Studium iuris”, pensata dal prof. Cian con il suo primo allievo prof. Alessio Zaccaria, per i giovani laureati in giurisprudenza che si preparano per affrontare gli esami di avvocato o i concorsi di magistratura e notariato.

Nel solco della tradizione si è posto invece il suo apporto alla più classica delle riviste giuridiche in ambito privatistico, la “Rivista di diritto civile”, di cui è diventato direttore responsabile nel 1998, in seguito alla morte del prof. Trabucchi. Quanto alla sua attività di docente, ricordiamo che, vinto il concorso a cattedra nel 1970, è stato chiamato nella Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara, dove ha insegnato dapprima Istituzioni di diritto privato e poi Diritto civile, e dove è stato anche preside per dodici anni. Dal 2000 ha ricoperto la cattedra di Diritto civile a Padova fino al 2008, quando è andato fuori ruolo per raggiunti limiti di età, ed è stato nominato professore emerito. Nel nostro foro è vivo il suo ricordo perché molti avvocati e magistrati sono stati suoi allievi. La nostra Scuola Forense, in particolare, gli è riconoscente perché ha sempre volentieri, e generosamente, accettato gli inviti, che sovente gli ho rivolto, di venire a fare lezione ai nostri tirocinanti.

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FEDERICA BANFI
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In memoria di GIORGIO
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NICOLA COSPITE Università & Avvocatura

Un semestre denso di eventi formativi

Carlo Marinelli Bellezza, Cultura e Giustizia Locale

Ricordare l’Avvocato Carlo Marinelli è per me un grande onore ed un immenso piacere.

Posso affermare che per me è stato un “padre” sotto il profilo professionale, non solo in quanto mio dominus dal lontano 1988, ma per aver avuto negli oltre trent’anni successivi la possibilità di confrontarmi sempre con Lui su ogni aspetto delle vicende locali, nazionali ed internazionali sulle quali ho avuto il piacere di ricevere consigli e stimoli davvero preziosi.

Vorrei sottolineare due aspetti della Sua personalità che, a mio avviso, lo rendevano davvero ammirevole e degno di stima.

Il primo aspetto è quello culturale. Per moltissimi anni, infatti, è stato Presidente del Gabinetto di Lettura di Este ed il Suo nome oggi è inciso nella lapide che ricorda i presidenti di questo glorioso circolo e sodalizio culturale sorto nel 1848.

Mi ripeteva, con serenità e fermezza, che “un avvocato non può non essere un uomo di profonda cultura”, amante della letteratura, dell’arte, della musica e in generale della bellezza.

Un secondo tratto della Sua figura riguardava l’importanza essenziale che Lui attribuiva alla giustizia locale, di prossimità.

Associo sempre a Lui la figura del Pretore che nei vari mandamenti (per noi Este, Monselice e Montagnana) ha svolto per decenni un ruolo unico e quasi totalizzante: cause civili ordinarie, penali, cautelari, esecuzioni mobiliari, tutele, diritto del lavoro e previdenziale, sanzioni amministrative, ecc...

L’avvocato Marinelli riteneva che fosse “vera giustizia” solo quella di prossimità: accentrare tutto in sede circondariale, mi ripeteva, era un grave errore in quanto i cittadini venivano privati di quella accessibilità e conoscenza che solo a livello locale potevano essere garantite. Rivolgo un abbraccio affettuoso ai figli Marino, Giancarlo e Guido, che hanno avuto in papà Carlo un maestro di vita davvero unico.

C tà Av oca ura n on à

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Le vie dei migranti: dai

Balcani al Mediterraneo

e o am p a a m F RA

CONVEGNO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE COMPENSO EQUO E FATICHE PER IL RECUPERO GIOVEDI 22.06.2023 dalle ore 15.00 alle ore 18.00 Area disciplinare: DEONTOLOGIA PROFESSIONALE SALUTI INTRODUTTIVI AVV. PIERFRANCESCO ZEN Consigliere de Ordine degli Avvocati di Padova MODERA AVV. CRISTINA BERTONCELLO BROTTO (Presidente della Camera degli Avvocati di Cittadella Camposampiero) Relatori AVV. TITO BURLA Avvocato del Foro di Padova – Consigliere dell Ordine degli Avvocati di Padova AVV. EUGENIO ZILIOTTO (Avvocato del Foro di Padova MODALITA’ PER LA PARTECIPAZIONE: L’evento si svolgerà in presenza presso PATRONATO PIO X - Sala “Emmaus” Via Borgo Treviso n. 74 - Cittadella (PD) §§§ ** §§§ ** §§§ La partecipazione all’evento formativo è gratuita. L’evento formativo avrà la durata di n. ore con riconoscimento ai partecipanti di n. 3 crediti formativi in materia obbligatoria 1) Per gli avvocati appartenenti al Foro di Padova l’iscrizione va fatta mediante software SFERA sul sito dell’Ordine degli Avvocati di Padova, accedendovi da Formazione – Area Riservata o selezionando l’evento desiderato da “Formazione – Eventi”. 2) Per gli avvocati non appartenenti al Foro di Padova in numero massimo di 30, la richiesta di partecipazione va inviata esclusivamente al seguente indirizzo di posta elettronica: info@avvcittadellacamposampiero.com La consigliera di Parità Provinciale - Supporto nelle controversie di tutela an6discriminatoria

17 maggio 2023 – ore 15.00 -18.30 Sala Levi Civita presso Palazzo di Gius@zia di Padova Salu%: Avv. Stefania Lucchin Presidente CPO Padova Avv. Roberta Cusin Presidente CPO Rovigo

Introduce: Avv. Francesco Rossi Presidente COA Padova

Intervengono: prof. Barbara De Mozzi prof. ass. diri=o del lavoro - Università di Padova do=. Silvia Rigon magistrata del Tribunale di Padova arch. Silvia Scordo Consigliera di Parità Provincia di Padova do=. Loredana Rosato Consigliera di Parità Provincia di Rovigo

Coordina: avv. Mila Masciad avvocata del Foro di Padova

Con patrocinio della Provincia di Padova corso gratuito ed stato accreditato dall’Ordine degli Avvoca5 di Padova con riconoscimento di credi5 forma5vi (di cui in materie obbligatorie). Le iscrizioni dovranno effeBuarsi mediante sistema FERA per gli avvoca5 del Foro di Padova. Per colleghi fuori foro inviando una -mail al seguente indirizzo: comitatopariopportunita@ordine.padova.it La registrazione delle presenze si svolgerà a par5re dalle ore 14.30, prima dell’avvio ei lavori

 Lutti
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Alessandro Osetto
In ricordo di...
CI HA LASCIATO ANCHE QUESTO COLLEGA
Matteo Masin
Caro Matteo, amico e collega, lasci la Tua eredità di affetti di ricordi ed insegnamenti ed il Tuo spirito vivrà sempre in me.
Fai buon viaggio...mi mancherai.
Andrea Cimolin
Martedì 18 aprile 2023 15:30 18:30 Sala Zairo Piazza Gaetano Salvemini 21 Rito ordinario e rito semplificato di cognizione a confronto: pr me question appl cat ve Saluti Avv. Francesco Rossi Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Padova Introduce e modera Avv. Maurizio Molinari Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Padova Intervengono Dott.ssa Caterina Zambotto Giudice presso il Tribunale di Padova Prof.ssa Laura Baccaglini Professore Associato di Diritto Processuale Civile presso l'Università di Trento Si invitano partecipanti ad inviare eventuali quesiti da sottoporre ai relatori prima del convegno al seguente indirizzo e-mail: avvocatura.padova@gmail.com e n è g u o c d a d O d n d A v c d P d v on o o m n ed t o ma d p o s u e c v e o o n o v n
dova n oduce e mod ra Avv Ma a Mon a Bas an C ns e e de Ord ne de A vo a d adov Ne d cutono Lo ena Fo nas e G an Andre F anch onda o d nea d omb a Avv Do a Zapp S g e a a Cam r Av oca mm g a on de T ven o A v G ovann Ba bar o Re e en e Vene o A so a one ud G u d s mm g az one v o u o e a e d O n e v c d a o n o o me o d 3 e m ma b o a on o n o a e m p a a ma S E A p a o d o d a o e a me o e-m a n z v o a a a o a@ m m u merco ed 5 apr e 2023 20 30 - 22 30 Sa a Cons are V a e S Camer n 3 P azzo a su Brenta PD Avvo a u a ncon a a
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