I - Settembre 2021

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C U LT U R A

S E I C O M E TA LE T E , S E A M I L E S T E L L E ... S H E E Z A H A B IB , 4 F

Hai presente quei momenti - che io sinceramente trovo davvero poco piacevoli- in cui si è in famiglia e si è nervosi, si esce con gli amici ma non si è presenti e si hanno un sacco di pensieri per la testa? I momenti di questo tipo, nonostante siano molto spiacevoli, ci aiutano a riflettere su noi stessi, interrogandoci sul motivo per cui non stiamo bene con gli amici o in casa, sul perché proviamo tutto questo malessere dentro di noi. E al nostro “perché?” vogliamo trovare una risposta. In tali frangenti, anche se non ci abbiamo mai pensato, ci può essere di consolazione pensare che stiamo ragionando come Talete. Talete infatti cercava il perché di tutte le cose che aveva davanti a sé, nel disperato tentativo di ricondurle ad un unico principio, che trovò nell’acqua. Tuttavia non è su questo principio che mi vorrei concentrare oggi, bensì su un altro, di cui ci parla Diogene Laerzio e che è altrettanto importante per capire veramente la figura di Talete: “Cerca una sola cosa: la sapienza. Scegli una sola cosa: il bene. Solo questo E t C e t e r a M a jo r a n a

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metterà a tacere le lingue loquaci di chi tende a parlare troppo”. Questo aforisma secondo me chiarisce come la personalità di Talete non fosse quella di un uomo qualunque, ma del primo dei Sette Sapienti. Il più sapiente tra gli uomini, certo, però Talete non se la tirava troppo! A tal proposito, Diogene Laerzio racconta la divertente storiella del tripode, soffermandosi per due pagine a descrivere le almeno tre o quattro versioni differenti. Io ve ne racconterò solo una, quella più lineare, perché il mio obiettivo è che passi il messaggio che c’è dietro a questa storia. Ma, prima di cominciare il racconto, cos’è un tripode? É una sorta di treppiede su cui veniva posata una bacinella piena di acqua, spezie e cose varie e sotto al quale veniva acceso un fuoco, cosicché la bacinella scaldata portasse degli effluvi. Dalla descrizione sembra una procedura culinaria, come far scaldare l’acqua per la pasta, ma si trattava in realtà di un oggetto di pregio, donato agli eroi o a chi vinceva delle gare. Era addirittura presente a Delfi: la pizia si sedeva sopra il tripode e S e t t e m b re 2 0 2 1 - N ° 1


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