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La memoria: come funziona e come migliorarla

CULTURA LA MEMORIA:

COME FUNZIONA E COME MIGLIORARLA

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VERONICA GUARISCO, 2D

Proprio oggi inizia Ottobre, mese di castagnate e vendemmie, ma inevitabilmente anche di libri che si aprono e di cervelli che lavorano. Credo che, per quanto siamo tutti (o quasi) contentissimi di essere tornati in classe, non altrettanti gioiscano al pensiero delle giornate d’estate proprio dietro l’angolo, mentre ripassano per ore e ore greco, chimica o storia. Ebbene, ogni qual volta ci prepariamo ad una verifica, facciamo affidamento alla memoria a lungo termine. Il nostro cervello, plasmato da milioni di anni d’evoluzione, ha raggiunto una complessità senza pari, ospitando 86 miliardi di cellule nervose suddivise in 10.000 tipi diversi, ciascuna delle quali comunica con migliaia di altri neuroni. Queste connessioni formano circuiti capaci di processare in un decimo di secondo stimoli estremamente complessi, attingendo ad una mole di informazioni che è almeno 50.000 volte superiore a quella conservata nella British Library, la più grande biblioteca del mondo. Le straordinarie capacità della nostra mente scaturiscono da un’attività incessante, alla quale destiniamo il 20% dell’energia che introduciamo con gli alimenti. Tra tutti questi impulsi elettrici e segnali chimici, i ricordi di esperienze passate, che riutilizzeremo per affrontare situazioni presenti o future, si aggiungono alle informazioni precedenti sotto forma di un codice riconosciuto dalla memoria (fase di codifica). Successivamente, durante la fase di ritenzione, il ricordo viene consolidato e stabilizzato a lungo termine, per poi riattivarsi nel momento in cui indizi di codifica e di recupero si somigliano. Durante questo processo, l’informazione passa dalla memoria a lungo termine a quella di lavoro in modo tale da essere utilizzata; la fase di recupero è proprio quella che entra in gioco nel momento in cui leggi le domande sul foglio del test. Dunque, se il passaggio memoria-cervello

avviene in automatico, come migliorare l’assorbimento e l’immagazzinamento di informazioni? • Dormi: la fase del sonno è considerata critica per il consolidamento della memoria e la memorizzazione viene perfezionata durante il sonno profondo. Numerosi studi dimostrano che sarebbe ideale riposarsi sia prima che dopo lo studio (N.B. non durante), per consentire alla mente di “svuotarsi” e di prepararsi a ricevere per poi impadronirsi delle nuove conoscenze. • Esci all’aria aperta e pratica dell’attività fisica: in base ad uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science, interagire con la natura permette al cervello di prendersi una pausa dall’eccessiva stimolazione a cui è sottoposto tutti i giorni, il che può aiutare a livello di attenzione. Inoltre, passeggiare all’aria aperta aiuta a lottare contro la negatività, ad alleviare lo stress e anche a combattere la depressione. La sensazione di libertà fisica che si prova aiuta a sentirsi liberi anche mentalmente e ad essere più ottimisti: mens sana in corpore sano! • Nutriti adeguatamente: ci sono così tante sostanze e nutrienti necessari alla nostra mente che mi limiterò ad elencarne solo alcuni, ma ricorda che non c’è niente di meglio che variare la propria dieta (includi avocado, mirtilli, noci, broccoli, pomodori, sedano e verdure a foglia larga come lattuga e spinaci) • Usa un “pomodoro”: la tecnica del pomodoro è uno dei più semplici ed efficaci mezzi di concentrazione. Il suo nome deriva dai ticchettanti timer da cucina a forma, appunto, di pomodoro. Scrivi un elenco di ciò che devi fare, suddividi le attività in frazioni da 25/30 minuti e attiva un timer, quindi studia senza distrarti o farti distrarre. Quando il pomodoro suona, fai 5 minuti di pausa e passa al punto successivo della lista; ogni 4 pomodori fai una pausa più lunga, dai 15 ai 30 minuti. Con questo metodo, poiché ogni pomodoro è dedicato a una ed una sola attività, aumenti la tua concentrazione mentale evitando il multitasking, ti riposi quando e come stabilito, sei costretto a stimare a priori difficoltà e tempi necessari, dandoti degli obiettivi e dei limiti ed evitando quindi che il lavoro si espanda fino a prendere tutto il tempo disponibile. Prova, e vedrai fin da subito le differenze!

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