N A R R A T IV A
D A R K P IL L S :
M IL L E N E L L ’O S C U R I T À IL A R IA M A R T U C C I, 2 D
Non sapevo perché mi trovassi lì. Un attimo prima uscivo dal mio piccolo appartamento in un vecchio e decadente condominio situato nell’inquinata zona industriale per recarmi alla mia seconda seduta dallo psicologo, mentre qualche secondo dopo chiudevo la portiera della mia inusuale e sgargiante automobile rosso fuoco, che faceva a pugni con la mia personalità scialba. Non sapevo che cosa fosse successo e perché mi trovassi in quel luogo, che faticai a riconoscere tanto era in rovina. Era come se avessi avuto un blackout: non ricordavo niente di quello che mi era successo prima di arrivare lì. Guardai l’oroloE t C e t e r a M a jo r a n a
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gio che avevo al polso: era quasi mezzogiorno. Eppure, la luce del sole era così debole che pensai si stesse avvicinando la sera. Nuvoloni neri, arrabbiati e dagli ampi ghigni, riempivano il cielo ovunque si guardasse. Davanti a me un cancello rappresentava l’ingresso di una grande villa dall’ampio giardino, il tutto circondato da mura di pietra. Ci volle tanto a riconoscere quel luogo: il cancello era arrugginito e spezzato in molti punti, quasi come se qualcosa di estremamente affilato e resistente lo avesse tagliato, le mura erano sporche e ricoperte di verdognolo muschio, mentre il giardino, una volta curato scrupolosamente, F e b b r a io 2 0 2 2 - N ° 6