SC U O LA
B E L L I E D A N N A T I:
IL G R E C O E IL L A T IN O M A R T IN A L IC A R I, 3 b b
“Buongiorno ragazzi, io sono la vostra prof di latino. [...] Allora, qualcuno di voi saprebbe dirmi a che cosa serve questa lingua meravigliosa?”. Alcuni, pur non avendoci mai avuto niente a che fare, cercarono di ingegnarsi a trovare una risposta per fare bella figura: “Apre la mente, prof”, e altre frasi di circostanza. Non dimenticherò mai quel momento. Lei si alzò, sorrise e disse esattamente queste parole: “Il latino non serve a niente”. Poi disse qualche cosa su quanto ne fosse innamorata, quindi proseguì a spiegare l’alfabeto e la fonologia. Io rimasi allibita. Letteralmente, come può una professoressa dire che ciò su cui passa le ore, le giornate, su cui ha passato una vita intera, come E t C e t e r a M a jo r a n a
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può dire che sia inutile? Era il mio primo giorno di scientifico. Ci pensai per tutta la notte ed arrivai ad una conclusione: decisi che il latino mi avrebbe fatto schifo. Perché era inutile. E come poteva, quella prof, dire che qualcosa di inutile può essere anche meraviglioso? Bene. Ora che ho fatto conoscenza anche del greco (il latino no, non mi bastava più), ho capito dove voleva che arrivassimo con quel che ci aveva detto. La prima faccia della medaglia Con ciò che sto per dire farò contente tutte le persone che, senza consapevolezza (a differenza di quella prof), soffermandosi sull’aspetto iper scolastico e grammaticale della lingua, F e b b r a io 2 0 2 2 - N ° 6