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Omnicanalità: a che punto siamo? Nel contesto competitivo che attraversa il commercio al dettaglio, occupa sempre più spazio il dibattito sui modi attraverso cui le insegne dispongono l’interazione con il consumatore, spesso più di quanto quest’ultimo desideri o sia consapevole.
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er capire a che punto siamo con la omnicanalità, almeno in Italia, avvaliamoci di alcuni esempi concreti di attuazione che incorporano probabili tendenze future. Per primo citiamo Decathlon che trasforma il suo e-commerce attivando un vero e proprio marketplace aperto a terze parti grazie alla tecnologia Miraki. Con questa lungimirante operazione, oltre a offrire la disponibilità di prodotti presenti nei suoi magazzini, Decathlon sarà in grado di vendere articoli di cui non gestisce direttamente lo stock né le consegne. A ciò si accompagnerà un allargamento dell’offerta di sport e di prodotti specializzati, per coprire nicchie non presenti a catalogo senza per questo dover rivedere le esigenze di logistica, ma con una operazione commerciale vantaggiosa per tutti i soggetti coinvolti. Si comprende come questa innovazione possa costituire un’opportunità per inglobare a catalogo (o eliminare) facilmente nuovi marchi, start-up e aumentare la profondità di referenze sempre al passo con le novità. Altro esempio interessante è costituito dal nuovo concept Bershka che utilizza una app attraverso cui i clienti possono selezionare l’articolo desiderato e inviarlo direttamente in camerino o alle casse scannerizzando l’etichetta con uno smartphone oppure, nello store di Cremona, attraverso l’innovativo sistema di acquisto Bershka Experience. Gli articoli scelti verranno salvati in un carrello virtuale e una volta confermato
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