Ristoranti / Istituzioni
San Domenico di Imola Vertice di classicità
di Maurizio Bertera
Se si deve a Gianluigi Morini l’affermazione del ristorante, è con Valentino Marcattilii e con Massimiliano Mascia, che vengono raggiunti i vertici attuali Se gestire un ristorante di tendenza è già difficile, guidare un ‘monumento’ lo è ancora di più. E non di rado si finisce nel dimenticatoio, in mancanza di idee o quantomeno di una lucida successione. Ecco perché fa veramente piacere – da gourmet prima ancora che da giornalisti – raccontare storie come quella del San Domenico di Imola, un’istituzione della nostra cucina. Ci limitiamo per il passato a fissare solo la data di apertura di questa elegante luogo - 7 marzo 1970 – e a ricordare che la cucina era ‘supervisionata’ da un nume quale Nino Bergese: ‘il cuoco dei re e il re dei cuochi’, come veniva
definito all’epoca. Era stato chiamato dal fondatore, l’eclettico imolese Gianluigi Morini, per sovraintendere la proposta culinaria: Bergese in cucina trovò un giovane di origini abruzzesi, Valentino Marcattilii, con cui si creò immediatamente un’intesa, un sodalizio che fece
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BARtù gen - feb 2020
crescere in pochissimo tempo la notorietà del posto e consolidò l’esperienza di quello che tuttora è lo chef del bistellato Michelin. Morini voleva «uno spazio per la felicità, dove i clienti diventano ospiti» e in effetti lo creò ‘su misura’, nei locali della casa paterna nel centro di Imola. Una bomboniera da venti tavoli, curatissima: le pareti ricoperte di tela di lino, i soffitti di tessuto decorato, con i quali ricopre i paralumi appesi su ciascun tavolo. Le tovaglie di lino pesante colore fucsia, i bicchieri di cristallo, i sottopiatti d’argento, come i candelieri, le posate e i vasi pieni di fiori freschissimi. L’impressione che il San Domenico, ancora oggi, suggerisce, è quella di un circolo, privato ed esclusivo. Il che rende di buon umore, pensando ai tanti locali-fotocopia dove la scarsezza di arredi e la prevalenza del nero vengono scambiate per minimalismo cool. Ai Marcattilii – Valentino e il fratello Natale in sala, impeccabile – va riconosciuto il grande merito di non