PROFESSIONI DEL SETTORE
DIGITALIZZAZIONE E CONTROLLI AVANZATI GUARDANDO AL FUTURO intervista a Michele Bottai
Michele Bottai
Continuando la rassegna tra le professioni del settore, questa volta abbiamo intervistato Michele Bottai, ingegnere chimico, che in Sonatrach si occupa di application engineering, una delle nuove funzioni emerse con il digitale, e ci racconta di cosa si tratta.
Appliclation Engineer presso Sonatrach Raffineria Italiana
Quale è stato il suo percorso formativo e come è arrivato al settore petrolifero? Fin dai tempi dell’Università ho sempre avuto le idee piuttosto chiare su cosa fare da grande: avrei voluto occuparmi di automazione, controllo ed ottimizzazione all’interno di un’industria di processo con impianti complessi come quelli di una raffineria. Mi sono laureato in Ingegneria Chimica presso l’università di Pisa specializzandomi in automazione dei processi chimici e controllo predittivo multivariabile. Grazie a queste conocenze pregresse, ho potuto movere i primi passi all’interno della raffineria ENI di Livorno occupandomi di monitoraggio e manutenzione di controllori multivariabili. Questa esperienza ha confermato e allargato il mio interesse per il campo della raffinazione dove le opportunità di ottimizzazione attraverso software sono vaste e stimolanti. Per i quattro anni successivi, prima di approdare in terra sicula, ho lavorato per una società di consulenza con sede a Pisa, dove ho avuto la possibilità di operare in molte raffinerie sparse per mondo, dalla Lituania alla Corea del Sud, sviluppando ed implementando svariate applicazioni di controllo avanzato. Dopo questi anni spesi a viaggiare in lungo e in largo, ho deciso di “migrare” stabilmente in Sicilia, dove ricopro felicemente ormai da circa tre anni il ruolo di Application Engineer all’interno di Sonatrach Raffineria Italiana di Augusta. Il Process Control Computer è una figura professionale “emergente” vista la progressiva digitalizzazione dei processi industriali. Ci può spiegare meglio di cosa si tratta? Quella dell’Application Engineer pur essendo configurabile oggi come una figura professionale “emergente” è, invece, una figura “storica” che esiste da molti anni all’interno del sito Sonatrach ed è da sempre fortemente interconnessa con l’ingegneria dell’automazione, l’informatica e l’ingegneria chimica di processo. Le attività principali riguardano lo sviluppo e il supporto di applicazioni che sono utilizzate dagli operatori
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MUOVERSI
della sala controllo per interagire con l’impianto. Possono essere calcoli per monitoraggio delle perfomance, loop di regolazione di base (controllo di portata, temperatura etc.), logiche software per migliorare l’affidabilità e la sicurezza delle apparecchiature, fino ad arrivare a complessi sistemi di controllo multivariabili predittivi in grado di controllare ed ottimizzare in tempo reale uno o più impianti. Lo scopo è quello di ottenere il massimo rendimento da un impianto rispettando quelli che sono gli imprescindibili vincoli di sicurezza, ambientali e di qualità. Appare evidente che il lavoro dell’Application Engineer si integra pienamente nell’ambito della digitalizzazione dei processi industriali. La disponibilità di questo livello di tecnologia non può che giovare all’industria di processo. Infatti, molto spesso è possibile migliorare sensibilmente l’affidabilità e le perfomance di una sezione di impianto realizzando dei software che garantiscono un monitoraggio continuo dell’impianto ed implementano automaticamente azioni correttive appena uno o più parametri operativi si avvicinano a quelli che sono i limiti di processo. L’esperienza del lockdown e del distanziamento sociale ci ha fatto capire l’importanza della digitalizzazione in ambito lavorativo. Un esempio: durante il lockdown si riusciva a monitorare da casa in tempo reale le perfomance dei sistema di controllo degli impianti e in molti casi ad intervenire da remoto per dare supporto ai colleghi alla console in sala controllo. È fondamentale continuare a supportare e tenere aggiorati questi sistemi per migliorare sempre più l’efficenza lavorativa. È soddisfatto di questa esperienza? Sono molto soddisfatto sotto molti aspetti. Al di là del continuo miglioramento delle competenze tecniche, è un mestiere questo che richiede l’interazione con le persone a tutti i livelli e, a distanza di circa tre anni, posso dire di sentirmi arrichito in particolare sul piano umano. Sono approdato in Sicilia da solo e senza conoscere nessuno ma posso dire
che di aver trovato una seconda e più numerosa famiglia. Non ultimo, lavorare in una terra come la Sicilia, dove si vive bene tutto l’anno, è a mio avviso più che una fortuna, un privilegio. Si sentirebbe di consigliarla a giovani che si avvicinano al mondo del lavoro? Penso che per il giovane ingegnere che esce dall’Università sia un’esperienza da non lasciarsi scappare. Come ho ribadito in precedenza qui si ha possibilità di crescere in un ambiente stimolante che ti porta a sviluppare, oltre alle competenze tecniche, tutta una serie di skills sul piano umano che in molti contesti fanno la differenza. Insieme ad altri suoi colleghi partecipa al progetto unem Education. Quale è il suo giudizio su questa esperienza? L’esperienza del webinar dello scorso 8 luglio rispecchia bene, a mio avviso, lo scopo di unem Education di “formare” ed “informare”. Questo non può che portare valore aggiunto in un contesto industriale dominato, oggi, dall’incertezza. Questo concetto vale per tutti i lavoratori ma in particolare per i giovani che entrano nel mondo del lavoro e che devono confrontarsi con una realtà industriale in forte mutamento. Ci troviamo in un momento storico di transizione dove la pandemia del Covid-19 ha fatto a mio avviso da catalizzatore. Ci chiediamo ogni giorno quale sarà il futuro della filiera petrolifera... nessuno ha la risposta certa a questa domanda. Sicuramente la direzione sarà quella di muoverci verso un modo di lavorare più sostenibile, più etico, oltre che più efficiente e perfomante. Occorre stare al passo con i tempi e per questo l’informazione, quella vera, deve essere aperta e condivisa all’interno di un settore importante per la transizione energetica, come quello petrolifero. Per questo ben vengano iniziative come il progetto di unem Education dove, a mio avviso, lo spazio dedicato al confronto e all’interazione tra i partecipanti deve assumere sempre più un ruolo fondamentale per rendere ogni incontro proficuo e stimolante.