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RUBRICHE RASSEGNA STAMPA: ASSEMBLEA 2020

Presentiamo una rassegna stampa sui temi dell’Assemblea annuale, con stralci dei principali articoli, per evidenziare l’interesse che le scelte di innovazione del posizionamento associativo hanno suscitato nel mondo dell’informazione e nell’opinione pubblica.

Unione petrolifera alla svolta green - Nome unem e nuovi soci Celestina Dominelli

L'Unione Petrolifera cambia pelle, diventa unem e con l'assemblea di ieri, definita «storica» dal suo numero uno Claudio Spinaci, si prepara ad affrontare in prima linea la sfida della transizione energetica, consapevole, come sottolinea il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, del ruolo di una filiera «che ha dimostrato il suo valore strategico con approvvigionamenti sempre garantiti durante l'emergenza Covid-19 nonostante le ingenti perdite economiche dovute al crollo delle vendite e alle quotazioni delle commodities energetiche». Una partita che il comparto è pronto a giocare avendo lavorato da tempo sulla trasformazione di processi e prodotti per allinearli ai target fissati da Europa e Italia il downstream petrolifero è pronto a fornire il suo apporto e ha predisposto la sua ricetta nella "Vision 2050", messa a punto a livello europeo con l'associazione di riferimento, FuelsEurope, in cui si inserisce il progetto "Clean Fuels for All", che prevede una progressiva trasformazione delle raffinerie e nuovi impianti per assicurare la produzione e la distribuzione dei nuovi carburanti liquidi a contenuto di carbonio basso o nullo.

Spinaci: “Guidiamo la transizione energetica. Filiere strategiche” Emily Capozucca

Un percorso verso la transizione energetica. E quello avviato da anni dall'Unione Petrolifera (Up), in linea con gli accordi di Parigi, verso la riduzione dell'utilizzo del petrolio e l'introduzione di materie prime naturali per la produzione di biocarburanti, fino ad arrivare ai carburanti sintetici. Di questo impegno, che si riflette all'interno dello statuto, si parlerà martedì prossimo all'assemblea annuale dell'Unione Petrolifera a Roma. «Abbiamo l'importante responsabilità di guidare il processo verso la decarbonizzazione — ha dichiarato Claudio Spinaci, presidente dell'Up. Il settore è ora a un bivio e un cambiamento è necessario. «Dobbiamo intraprendere un percorso che sia tecnicamente, economicamente e socialmente sostenibile. Mettere a disposizione il nostro know-how in un percorso davvero sostenibile richiede fondi ingentissimi — ha aggiunto Spinaci —. Oggi si misurano le emissioni nei trasporti non su l'intero ciclo di vita del binomio veicolo-propellente, ma solo allo scarico del veicolo. E giusto valutare l'impatto di qualsiasi processo di carbonizzazione». Uno dei punti chiave della trasformazione è la produzione di biocarburanti: entro il 2050, ogni litro di carburante liquido potrebbe essere neutrale dal punto di vista climatico. «Il futuro sarà affiancare alla materia prima biologica, una materia prima che sarà addirittura la CO2”.

Il lockdown costa 4 miliardi ai petrolieri L’assemblea di Up che cambia nome in unem: Unione Energie per la Mobilità Filippo Caleri

La crisi della domanda di petrolio legata all'emergenza sanitaria e al lockdown alla quale si è aggiunto il crollo del prezzo del greggio sui mercati internazionali (che si è ridotto in due settimane del 60%) ha presentato un conto salatissimo alle aziende del settore. In pochi giorni l'ammanco di cassa per i petrolieri è stato superiore ai 4 miliardi e le perdite economiche registrate rilevanti. La situazione è parzialmente migliorata con l'uscita dal lockdown totale, ma per l'Italia resta ancora fortemente deficitaria e con un saldo previsto, a fine 2020, del meno 15% rispetto al 2019. (…) Per le associate ora la sfida più grande è la decarbonizzazione. «Oggi il settore è a un bivio e i prossimi anni saranno decisivi per la decarbonizzazione dei trasporti che dipenderà dalle soluzioni che come industria sapremo offrire» ha detto Spinaci. Che in questa ottica ha annunciato anche il cambio di denominazione. Da Up a Unione Energie per la Mobilità, il cui acronimo è unem. Un nuovo nome, ha sottolineato il presidente Spinaci, che «si porta dietro la parola unione, a cui teniamo moltissimo. Per dimostrare che noi non lasciamo indietro quello che abbiamo fatto fino a oggi, ma allarghiamo il campo ad altre forme che diventeranno prevalenti entro il 2050».

Rapporto unem - Iva e accise, il Covid 19 è già costato 6 miliardi

L'Unione Petrolifera cambia volto, cambia nome e fa anche i conti con l'effetto Covid. Che insieme al calo dei consumi previsti in calo del 15% nell'anno, porta con sè un taglio da 6 miliardi per le casse dello Stato. Diventa dunque unem - Unione Energie per la Mobilità - la nuova associazione che trae origine dall'allargamento del perimetro associativo anche ai soci green. Ad annunciare il cambio di passo in vista della transizione energetica è stato ieri il presidente di Up, Claudio Spinaci in occasione dell'Assemblea annuale.

La strategia dei petrolieri - Per andare oltre il barile Pietro Saccò

Le aziende che da sempre si occupano di lavorazione, logistica e distribuzione di prodotti petroliferi sono sempre più attente allo sviluppo di carburanti alternativi: biocarburanti ottenuti da rifiuti e biomasse, carburanti liquidi a basso contenuto carbonico, e-fuel a impatto carbonico zero che catturano la stessa quantità di CO2 che emettono in atmosfera. «Oggi il petrolio rappresenta il 90% della nostra attività. Ma gradualmente sarà sostituito da altre materie prime per arrivare una produzione di carburanti completamente decarbonificata» ha spiegato Spinaci. Per convertire l'industria dei carburanti verso produzioni innovative a impatto ambientale limitato servono investimenti. Per centrare quei 30 milioni di tep di biocarburanti nel 2030 si stimano, a livello europeo, costi tra i 30 e i 40 miliardi di euro. Per arrivare a 150 milioni di tep all'anno nel 2050 occorrono trai 400 e i 650 miliardi. Nello scenario più ambizioso si può ottenere la neutralità carbonica per tutti i carburanti liquidi per il trasporto stradale e un taglio del 50% delle emissioni per i trasporti aereo e marittimo. L’industria del settore vuole che questi progetti siano presi in considerazione nell'ambito delle risorse del piano Next Generation Eu.

Transizioni e ridenominazioni UP-unem e gli altri cambi di nome per segnare l'avvio di nuovi percorsi

Non basta certo cambiare nome per compiere una transizione. Nel caso dell'Unione Petrolifera, che ha deciso da oggi di ribattezzarsi unem-Unione Energie per la Mobilità, la ridenominazione era peraltro in qualche modo attesa dopo l'allargamento del perimetro associativo ai carburanti low carbon. Ma questo non toglie che sia un passaggio dal forte valore simbolico per un'associazione con più di 70 anni di vita. Un momento "storico", come lo ha definito il presidente Claudio Spinaci che ha guidato il traghettamento da UP a unem. Il difficile viene ora perché, come emerso dalla relazione all'assemblea, lo sviluppo dei carburanti low carbon ha bisogno di "tempo e di un forte impegno finanziario", chiedendo quindi spazio anche nel Pnrr.

Non solo petrolio: Up diventa unem - Unione Energie per la Mobilità Romina Maurizi

"L'attuale nome non ricomprende più tutte le attività del settore che intendiamo rappresentare", spiega il presidente. "È evidente che nel corso dei prossimi anni assisteremo alla progressiva trasformazione delle nostre raffinerie e alla realizzazione di nuovi impianti che inizialmente si affiancheranno agli esistenti per assicurare la produzione e la distribuzione di nuovi carburanti liquidi con contenuto sempre minore di carbonio". In prospettiva, ha detto ancora Spinaci, "nei processi industriali il rapporto tra petrolio e altre fonti è destinato a rovesciarsi e una parte crescente dei feedstock impiegati non saranno di origine fossile, ma deriveranno da processi di sintesi rinnovabili e dall'economia circolare". "Senza di noi il traguardo della transizione non è sostenibile", ha affermato Spinaci precisando che "non cambiamo, ci evolviamo", perché il settore "è impegnato da anni per la qualità dei carburanti". lI presidente ha voluto anche rimarcare il "valore strategico della filiera petrolifera" dimostrato nel corso dell'emergenza da pandemia, riuscendo a "garantire in piena sicurezza" le forniture su tutto il territorio nazionale anche nei giorni più bui del lockdown. E per questo Spinaci è tornato a ringraziare i gestori, rilevando — nell'incontro con la stampa - che nessuno lo ha fatto, nonostante l'anello finale della catena - "pur con le proprie preoccupazioni personali" - abbia "reso un servizio indispensabile al Paese". Questa evoluzione tecnologica necessita ovviamente di tempo e anche di importanti risorse finanziarie. Investire, ha sottolineato il presidente di unem, sarà possibile se verrà riconosciuto "il valore strategico dei LCLF (carburanti liquidi a basse emissioni di carbonio, ndr) nei piani nazionali di transizione energetica e l'inserimento dei relativi progetti di ricerca e sviluppo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza".

Accise, Bonomi: serve riforma, carburanti vessati Spinaci: senza di noi la transizione è insostenibile

Gli obiettivi del Pniec sono già molto sfidanti. Tutto è possibile ma estremizzando troppo i target sono possibili due esiti: o non ci arriviamo, o ci arriviamo stremati, con tecnologie non mature che hanno esaurito le risorse impedendoci così di arrivare al 2050". Anche per questo è necessario un approccio di neutralità tecnologica: chi sarà capace dì tagliare le emissioni al minor costo avrà più peso nel mix energetico del futuro". D'altronde, ha concluso Spinaci, l'industria petrolifera ha già attraversato tante crisi: "nell'84, quando ho iniziato a lavorare nel settore, si diceva che nel 2000 sarebbe finito il grezzo, oggi ce n'è anche troppo, forse ce ne avanzerà. Lo snodo è che l'Europa e l'Italia devono comprendere che senza di noi il traguardo finale non è sostenibile". Quanto infine alla nuova forma dell'associazione, Spinaci ha concluso: "ci sono transizioni che buttano via e altre che portano con sé il meglio. Noi vogliamo trasferire l'enorme know how che abbiamo. Nel nuovo nome resta la parola unione, che sia di buon auspicio. E nel logo c'è anche il simbolo di Confindustria, che prima non c'era. Questo perché le filiere devono lavorare in modo integrato: le filiere storiche non ci sono più, ora c'è quella della mobilità".

Unione Petrolifera cambia nome in unem - Unione Energie per la Mobilità

Non giunge certo inaspettata per í lettori della Staffetta la decisione di Unione Petrolifera dí cambiare nome in unem - Unione Energie per la Mobilità. Abbandonando un nome ormai storico che risaliva al 1948 all'atto della sua costituzione. E che da allora cí ha accompagnato in questi lunghi anni insieme ai suoi 15 presidenti, da Guido Ulisse Ringler a Claudio Spinaci. Decisione che di fatto era già implicita nelle righe dell'annuncio del febbraio scorso dell'allargamento del perimetro, come già allora sottolineammo. L'annuncio ufficiale è arrivato oggi in occasione dell'assemblea pubblica dell'UP. Il presidente Spinaci, giunto al suo ultimo anno alla guida dell'associazione, ha ricordato nel suo intervento proprio le modifiche dello Statuto approvate quest'anno con cui è stato esteso il perimetro di rappresentanza alla ricerca, sviluppo, produzione, stoccaggio e distribuzione dei low carbon fuels. Da qui "la decisone di adottare una nuova denominazione, che trae origine da questo allargamento del perimetro associativo e dalla considerazione che l'attuale nome non ricomprenda più tutte le attività del settore che intendiamo rappresentare". Un allargamento che si è già concretizzato in due nuovi ingressi dí peso nella compagine associativa, la finlandese Neste, attiva nella produzione di biocarburanti, e Nextchem, la società di Maire Tecnimont dedicata alla transizione energetica. Il cambiamento di denominazione arriva a pochi mesi dall'analoga decisione di Assomineraria, che lo scorso luglio si è ribattezzata Assorisorse.

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