5 minute read

L’INDUSTRIA MOTORE DELLA RIPRESA

Carlo Bonomi Presidente di Confindustria

L’INDUSTRIA MOTORE DELLA RIPRESA di Carlo Bonomi

Confindustria è vicina a tutti i settori del downstream petrolifero che ha dimostrato il suo valore strategico durante l'emergenza del Covid, con approvvigionamenti sempre garantiti nonostante le ingenti perdite economiche legate al crollo delle vendite e le quotazioni delle commodity energetiche. L'emergenza sanitaria in cui ci siamo imbattuti ha avuto un impatto signifi cativo, non solo sulla vita di tutti noi, ma sull'intera economia del nostro Paese. Anche l'Italia, come gli altri Stati, sta rispondendo alla crisi sviluppando una serie di politiche e misure di ripresa in diversi settori che avranno potenzialmente grandi impatti ambientali e sociali a breve medio e lungo termine. L'Italia potrà uscire da questa crisi solo attraverso una strategia in grado di proporre misure concrete, per garantire la competitività del nostro sistema produttivo e la sostenibilità ambientale. E ultimo, ma non meno importante, trasformare la sfida in un'opportunità di crescita economica. Abbiamo bisogno della definizione di un percorso chiaro che porti a una visione ampia, in particolare sui temi della transizione energetica. Gli obiettivi del Green Deal, con l'innalzamento delle ambizioni climatiche al 2030 e la prospettiva della carbon neutrality al 2050, impongono una radicale ridefinizione di molti processi di produzione. Per questo la Commissione europea ha previsto che almeno il 37 per cento dei fondi europei del Next coli in chiave sostenibile. L'Unione EuGeneration You vengano destinati alla ropea ha già fissato i target di riduziodecarbonizzazione dell'economia e ne delle emissioni per i nuovi veicoli, ulteriori fondi vengano stanziati all'in- proseguendo un percorso intrapreso terno del budget pluriennale dell'U- da circa 20 anni che ha già portato a un nione Europea. drastico abbattimento delle emissioni Secondo le nostre stime, per raggiun- nocive. Mi sono soffermato sul fabbigere gli attuali obiettivi nazionali di sogno di investimenti, senza consideriduzione delle emissioni del 40 per rare il segmento della mobilità, perché cento nel 2030, sarebbero necessari ritengo in questa sede importante apcirca 400 miliardi di euro in investi- profondire nelle sue specificità. Basti menti cumulati nel prossimo decen- pensare che nel Piano nazionale enernio. Senza con- gia clima (Pniec) tare l'imponente del Governo il cuapporto derivan- L'Italia potrà uscire da mulato 2021-2030 te dal cambio del questa crisi solo attraverso degli investimenti parco veicolare una strategia in grado nel settore dei trasecondo logiche di proporre misure sporti viene stimadi mobilità sostenibile. Si tratta di valori ingenti, ma desticoncrete, per garantire la competitività del nostro sistema produttivo e la to in 759 miliardi di euro. Si tratta ovviamente di un volano di sviluppo nati ulteriormensostenibilità ambientale potenzialmente te a salire con il e ultimo, ma non meno dirompente che nuovo target di importante, trasformare la potrebbe generare riduzione della sfida in un'opportunità di opportunità uniCO2 del 55 per crescita economica che per le nostre cento al 2030 imprese, purchè si annunciato qual- riesca a coniugare che settimana fa dalla Presidente Von però la sostenibilità ambientale con der Leyen, che potrebbe comportare quella economica. un ulteriore incremento degli investi- Un esempio in tal senso è proprio l'ementi per circa 100 miliardi di euro. voluzione dei carburanti verso fuel Mi preme sottolineare in questa sede, decarbonizzati, che potrebbero perche il settore dei trasporti e così il mettere la riduzione delle emissiocomparto petrolifero saranno al cen- ni e al contempo rappresentare una tro di questa trasformazione, con la concreta salvaguardia dell'industria progressiva emissione di combustibili automotive europea e una sua imporlow carbon e la trasformazione dei vei- tante crescita. Per rendere possibile

questo percorso sarà necessaria una menti europei, che hanno fissato gli profonda riforma della fiscalità ener- standard massimi delle emissioni dei getica, eliminando le attuali distorsio- veicoli, dovranno essere modificati ni che vedono nel mercato il settore non solo per rivedere le ambizioni clidei carburanti vessato pesantemen- matiche in linea con il Green deal, ma te per finalità più vicine alla gestio- anche per analizzare il quadro nel suo ne del bilancio insieme. Si deve dello Stato che abbandonare la alla salvaguardia dell'ambiente. Anche i regolaL'Unione Europea rappresenta circa il 10 per cento delle emissioni logica vetusta legata al conteggio delle sole emisclimalteranti global: anche raggiungendo la neutralità climatica al 2050, non sarà determinante se non sarà in grado di coinvolgere efficacemente gli altri continenti in questa sfida

sioni generate allo scarico e muoversi verso una considerazione della CO2 nell'intero ciclo di vita delle fonti e dei vettori di alimentazione. Le scelte fatte nel prossimo decennio, in particolare la progettazione della ripresa, saranno fondamentali per la capacità collettiva della comunità internazionale di raggiungere il suo obiettivo di mitigazione del clima ed evitare gli impatti più pericolosi del cambiamento climatico. L'Europa con il lancio della Green Deal ha puntato a confermare il ruolo di guida nella decarbonizzazione, ma siamo consapevoli che la lotta ai cambiamenti climatici deve essere combattuta a livello internazionale per ottenere risultati tangibili. L'Unione Europea rappresenta circa il 10 per cento delle emissioni climalteranti globali quindi, anche raggiungendo la neutralità climatica al 2050, non riuscirà ad essere determinante se non sarà in grado di coinvolgere efficacemente gli altri continenti in questa sfida. In questo contesto risulta essenziale che l’Italia, da un lato sostenga la competitività dell'industria interna efficiente e rispettosa dell'ambiente e, dall'altro, promuova la definizione di impegni globali sul clima nei prossimi appuntamenti internazionali come la COP 26 organizzata in partnership con Regno Unito e il G20 che avrà luogo proprio nel nostro Paese nel 2021. In conclusione, mi preme sottolineare l'importanza strategica del settore industriale quale soluzione, non causa di questa importante transizione ecologica. L’industria è il soggetto che potrà assicurare l'indipendenza dell'Italia e dell'Europa rispetto alle grandi piattaforme economiche anche sul piano geopolitico, creando in questo modo le basi per la sua resilienza da questa difficile crisi che stiamo attraversando. E in questo ambizioso lungo percorso il settore, da voi rappresentato, ha di sicuro un posto in prima fila continuando, come ha già fatto negli ultimi anni, a promuovere e sostenere l'evoluzione di tutta la filiera guardando sempre alle nuove tecnologie e ai nuovi scenari. Saremo portavoce del vostro settore, come degli altri, affinché siate messi nelle condizioni di portare avanti gli ingenti investimenti che sono necessari per modificare il modo di produrre e usare l’energia, contribuendo così a rendervi più forti e centrali nel processo di grande cambiamento a cui assisteremo nei prossimi anni.

This article is from: