SEZIONE TICINO
«Ho fatto del viaggiare la mia vita, del cielo il mio tetto e della terra la mia casa» Intervista a Dino Lanzaretti In questa edizione estiva della rivista, abbiamo il piacere di raccontarvi la storia di Dino Lanzaretti, un cicloviaggiatore che negli anni, con le sue avventure nel mondo, è riuscito a ispirare migliaia
Nella sua presentazione scrive che non ha mai avuto un’indole sportiva. Com’è nata la sua passione per la bicicletta? È nata grazie a un’altra mia passione, quella per il viaggio. Le mie prime trasferte le ho fatte a piedi con lo zaino in spalla, con la voglia di esplorare il mondo. Un giorno, mentre mi trovavo sulla splendida catena dell’Himalaya, ho cominciato ad appassionarmi e a dedicarmi all’alpinismo. Con il tempo però, ho capito che il mio desiderio andava oltre a quello di scalare vette, volevo conoscere persone appartenenti a culture diverse e amalgamarmi con esse. L’idea di viaggiare in bicicletta è maturata nel tempo, anche se forse, il momento di consapevolezza è arrivato durante il mio viaggio in India. In quell’occasione ho incontrato per la prima volta una ragazza che, carica di borse, viaggiava con questo fantastico mezzo. Da quel momento ho compreso che la bici sarebbe stata lo strumento ideale per percorrere lunghe tratte rasoterra, e che mi avrebbe permesso anche, di visitare molti più luoghi. Sono partito senza alcuna
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touring
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Luglio/Agosto 2021
di persone. Nel 2001, durante una profonda crisi esistenziale, lascia il lavoro da impiegato e decide di partire, zaino in spalla, per il Messico. Folgorato da quella prima esperienza di viaggio, decide di non smettere più. Oggi, dopo aver pedalato per oltre 78’000 chilome-
tri, attraversato 67 Paesi nel mondo e affrontato ogni genere di difficoltà, ha fatto della sua passione un lavoro, mettendo la sua esperienza al servizio di altri cicloviaggiatori. Lo abbiamo intervistato per voi, alla scoperta dei luoghi più belli del pianeta.
preparazione con una bici da 50 euro e non sono più riuscito a farne a meno.
giorno, condividere spazi e tempo con un’altra persona, è un’esperienza che scalfirebbe chiunque, immaginate quanto un handicap fisico possa ulteriormente aumentare il grado di difficoltà. Pensate che dopo soli due giorni, avevamo deciso di abbandonare il viaggio di comune accordo, ma la parola data in precedenza è stata come un patto con l’orgoglio, che ci ha fatto in un qualche modo proseguire. Stremato emotivamente da quel viaggio, sono ripartito in solitaria dopo
Nella sua vita è riuscito a realizzare imprese incredibili, ma una ci ha particolarmente colpiti. Nel 2010 ha accompagnato, pedalando in tandem per 9’000 chilometri, un amico ipovedente dall’Italia all’Uzbekistan. Come ha vissuto questo viaggio e quali emozioni ha provato? È stata senza dubbio la sfida più difficile della mia vita, sfiancante psicologicamente e fisicamente, nonostante avessi già intrapreso viaggi con un certo grado di difficoltà. Stavo ultimando la preparazione del mio viaggio, quando Simone, ragazzo che all’epoca conoscevo appena, ha esclamato «sai che piacerebbe partire anche a me?». Prendendo una decisione un po’avventata, e sottovalutando la situazione, ci siamo cimentati in quell’ardua avventura in tandem. Fino a quel momento non avevo mai pensato di partire per accompagnare un’altra persona: dormire in tenda lungo la strada, pedalare per molti chilometri ogni
Dino e Simone in tandem dall’Italia all’Uzbekistan