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Volo in tandem
Volteggiare a 1600 metri per vincere la paura
Interlaken è uno dei punti caldi del parapendio in Svizzera. Per molti turisti, un’avventura nell’aria è garanzia di una vacanza riuscita. La redattrice di «Touring» Juliane Lutz ha approfittato di un volo libero in tandem per superare la sua paura di saltare nel vuoto.
TESTO JULIANE LUTZ | FOTO FELIX MAURHOFER, DOMINIK WICKI
Quello che sembra uno strano uccello è il pilota con la passeggera, più bassa, in tandem. Per decenni ho fatto un sogno in cui cadevo e cadevo. Era chiaro che sarei morta non appena avessi toccato terra, perché la caduta sembrava essere da una grande altezza. Ma invece atterravo ogni volta dolcemente e illesa come se fossi saltata da una sedia. Con i ragni, anche grandi esemplari, nessun problema. Posso fare un discorso di fronte a centinaia di persone o viaggiare per il mondo da sola. Anche la paura di volare in aereo è un concetto estraneo per me. Ma l’idea di saltare o cadere nel vuoto è puro orrore. Probabilmente l’ultima volta che ho saltato in acqua da un trampolino di tre metri è stato alle elementari su richiesta del mio insegnante di educazione fisica. E il solo pensare al bungee jumping mi fa venire la nausea.

Ma non è forse meglio affrontare le proprie paure? Spesso capita di leggere la testimonianza di avventurieri e persone di grande successo che lo fanno continuamente e che ciò li aiuta a progredire. Per esempio, il famoso velista svizzero Alan Roura in questa edizione di «Touring» sostiene che le paure e i dubbi sono fatti per essere superati. E ciò ti rende mentalmente più forte.
Il coraggio di saltare
Voglio tentare anch’io, con l’aiuto di un volo tandem in parapendio. Si decolla saltando nel vuoto, ma poi si fluttua più o meno dolcemente sino a toccare terra. Secondo la Federazione Svizzera di Volo Libero, ci sono quasi 20mila persone che fanno parapendio. Se possono farlo loro, io dovrei essere in grado di affrontare almeno un volo assistita da un pilota esperto.
Il mercoledì mattina, la giornata in cui ho deciso di spiccare il volo, poco prima delle 9 e mezza un gruppetto di persone sono riunite al Paragliding Interla- →
ken. Un uomo dall’Ucraina, una coppia dagli Stati Uniti e due ragazzi silenziosi. Non appena espletate alcune formalità, si parte in autobus per Beatenberg, nell’Oberland bernese. A bordo si trovano anche i piloti. Decolleremo a 1600 metri di altezza. Sarei ancora in tempo per cambiare idea…
«Salve, sono Domi», si presenta il mio pilota. L’uomo sulla trentina è calmo, appare molto affidabile e si comporta come se avesse sempre tutto sotto controllo. Mi sento immediatamente molto più rilassata, perché tra pochi minuti affiderò la mia vita a quest’uomo. Quando mi dice che ha già compiuto 12mila voli, mi sento ancora più a mio agio.
Arrivati al punto di partenza, Domi mi indica una stretta striscia di tessuto rosso attaccata ad un bastone che sbuca nel prato: serve a indicare la direzione del vento. Ma oggi non si muove affatto. Non c’è vento. Tra me e me penso che per il mio primo volo è un’ottima notizia. Domi ha già steso i 42 metri quadrati di tessuto giallo-rosso e i cordini. Mi aiuta a indossare l’imbracatura, mi passa il casco, i guanti e una giacca a vento contro il freddo. Intorno a noi, gli altri piloti e i loro ospiti stanno già decollando.
Grandiosa vista a volo d’uccello
«All’inizio devi solo correre velocemente fino a quando i tuoi piedi sono in aria», mi spiega Domi, che aspetta un attimo finché si alza un filo di vento e: «uno, due, tre», partiamo! Quando le mie gambe sono già sospese in aria, il pilota – molto più alto di me – sta ancora correndo. Decolliamo e voliamo sopra alberi, rocce e prati punteggiati da mucche al pascolo. Succede tutto così in fretta che non ho nemmeno il tempo di avere paura. La vista è fantastica in questa giornata di maggio leggermente nuvolosa: Eiger, Mönch e Jungfrau sono visibili sulla sinistra e il Lago di Thun sulla destra. Interlaken è piccola e molto al di sotto di noi. Questo panorama deve essere un’esperienza da film per tutti i coreani, cinesi, americani e australiani che nel periodo prima del coronavirus costituivano la gran parte dei clienti di questo sport d’avventura.
In tempi normali, ogni giorno Domi volava sino a nove volte, ma ora le uscite si sono ridotte a quattro o cinque. Ha iniziato a praticare il parapendio da →

Decollo sul Beatenberg, con di fronte il Breithorn, a 1600 metri di altezza.
La gioia nel godersi il magnifico panorama con il Lago di Thun sullo sfondo non lascia spazio alla paura.


Tutto sotto controllo
La calma del pilota mi infonde sicurezza.

Il pilota esperto fa un atterraggio perfetto nel parco Höhematte a Interlaken.
L’avventura è terminata. Il pilota deve compiere il prossimo volo, mentre la passeggera deve elaborare l’esperienza. adolescente e poi è diventato pilota per guadagnare qualche soldo in più durante i suoi studi di design industriale e dopo la laurea si era prefisso di volare ancora solo per una stagione. Invece è andato avanti per 16 anni e nel frattempo gestisce il centro Paragliding Interlaken insieme ad altri piloti.


La sensazione di galleggiare nell’aria è bella e strana allo stesso tempo. All’inizio si fluttua a mille metri dal suolo. Un adorabile volteggio. A parte l’imbracatura, non c’è molto che mi impedisca di cadere… E se… Scaccio via subito questi pensieri prima ancora che possano prendere forma e mi concentro sul panorama. Domi sterza un po’ a sinistra verso le rocce. Passiamo davanti all’attrazione turistica Harder Kulm e il Lago di Brienz si mostra ora in tutto il suo splendore blu.
Atterraggio da sogno
«Che ne dici, voliamo in modo più selvaggio?», mi chiede il pilota. Al mio cenno affermativo con la testa, fa alcuni wingover, ossia ci fa oscillare verso l’alto, per poi compiere una virata verso il basso. Il mio stomaco è sottosopra. Urlo «no!» e Domi riporta rapidamente il parapendio in modalità tranquilla.
Mentre Interlaken si avvicina sempre di più, mi dice di mettermi in posizione eretta e di correre con lui quando si tocca terra. Ma Domi atterra così precisamente nel parco Höhematte che non dobbiamo correre perché riusciamo a stare subito in piedi come se fossimo saltati da una sedia… Come nel mio sogno.
Questa esperienza mi ha permesso di cominciare ad affrontare la paura di cadere. Resta da vedere se mi rende anche più forte mentalmente. Almeno la sensazione di euforia dopo il volo dura tutto il giorno. ◆
Il reportage è stato realizzato grazie al sostegno del centro Paragliding Interlaken GmbH paragliding-interlaken.ch