MacPlas 387 - febbraio-marzo

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MACPLAS

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20057 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

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SOMMARIO

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11 20 8 MARKETING

8 L’editoriale di Riccardo Ampollini: nuove possibilità di business dal Metaverso (parte 2) 11 Per la prima volta una donna alla guida degli stampisti italiani 16 Il flessibile è sano, ma l’aumento dei prezzi mette a rischio la competitività 17 Offerta di polimeri: nessun premio reale per il 2021

18 PLASTICA E AMBIENTE

18 Notiziario Assorimap - Urgenti misure strutturali per chi favorisce l’economia circolare 20 Mercato, riciclo e prospettive di sviluppo del PET termoformato 24 Imballaggi in PET verso una maggiore circolarità 24 Direttiva SUP: la posizione di Assobioplastiche e la consultazione aperta dalla Commissione UE 25 Protocollo di filiera per il riciclo degli imballaggi flessibili

26 MACCHINE E ATTREZZATURE

26 Stampaggio a inietto-compressione con stampo a piastre sovrapposte per pareti sottili 28 Soluzioni per una maggiore sostenibilità 30 Superfici decorate e funzionalizzate con tecnologia IMD o IML

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56 32 Stampaggio di sensori innovativi per i veicoli a guida autonoma 37 Economia circolare e imballaggi sostenibili 40 Flessografia e serigrafia avanzate in un’unica macchina 42 Centro di lavoro compatto ed ergonomico 42 Facilità di utilizzo e prestazioni migliorate 43 Diversificare senza stravolgere 44 L’eco di Friedrichshafen 48 A ognuno il suo deumidificatore 50 Termoregolazione: migliorare il meglio 52 Questione di testa 54 Tecnologia per il medicale nella patria del medicale 54 Cambio stampo più efficiente 54 Stampi a iniezione per cassette pieghevoli 55 Gli undici in campo

56 MATERIALI E APPLICAZIONI

56 Materiali plastici per una mobilità integrata e totalmente in rete 58 Poliammidi riciclate per una mobilità più sostenibile 60 Componenti duraturi anche nel caso di sollecitazioni meccaniche elevate 60 Ecologiche ed economiche 61 Produzione più veloce e flessibile con la reticolazione a bassa temperatura

MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


C O P E R T I N A

MACPLAS

N. 387 - FEBBRAIO/MARZO 2022

69 78 62 Notiziario dei Compositi - Fibra di carbonio o fibra di vetro? 64 Quando lo stile degli Anni Sessanta incontra la tecnologia del XXI secolo 64 Compotec diventa Compotec Marine e si focalizza sulla nautica 65 Soluzione ibrida in plastica e composito

67 ELASTICA - LA RIVISTA DI ASSOGOMMA

68 Smontagomme omologati da Cerisie secondo le linee guida di WDK 69 Origine dei difetti e cause di guasto nei manufatti in gomma 72 Soluzioni 4.0 per la movimentazione dei materiali 74 Rassegna internazionale di scienza e tecnologia

76 RUBRICHE E VARIE

76 Notiziario Uniplast e Progetti di norma 78 La mostra cinese si tinge di verde 79 FIP: focus su trasformazione, economia circolare e materiali innovativi 79 La Russia ai tempi del Covid 80 Corsi e Convegni 80 Esposizioni e fiere 81 Corsi Cesap 82 Corsi SBS

n. 387 - Febbraio/Marzo 2022

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I N

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20057 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

Flessibili come il corpo di una ballerina, adattabili come i suoi movimenti, perfetti in ogni performance Sono gli Xelter TPE: elastomeri termoplastici prodotti da Sirmax Group, azienda specializzata in compound di polipropilene, tecnopolimeri, compound da post consumo e biocompound per i più vari settori dʼapplicazione. Gli Xelter TPE completano la vasta gamma di prodotti Sirmax e trovano il loro punto di forza nellʼestrema flessibilità e capacità di adattarsi alle esigenze specifiche del trasformatore. Coprono infatti unʼampia gamma di famiglie: dagli Xelter V (TPV) e Xelter S (TPS-SEBS/SEPS) agli Xelter Tech (TPE “ibridi & high-tech”), destinati a componenti morbidi e ad accoppiamenti tra TPE e tecnopolimeri, a vantaggio delle integrazioni rigido-morbido, agli Xelter O (TPO) e Xelter T (TPS-SBS/SIS), in unʼottica di sviluppo di materiali fortemente customizzati, fino agli Xelter BIO, ibridi SEBS-BioTPU con elevate caratteristiche di elasticità e resistenza, che trovano applicazione anche sovrastampati su tecnopolimeri, o laddove venga richiesta una resistenza allʼabrasione e allʼusura superiore agli standard tradizionali. Verdi per natura, grazie alla tipica riciclabilità dei termoplastici, gli Xelter TPE off rono una valida alternativa alla gomma vulcanizzata, contribuendo a una progettazione più sostenibile di applicazioni nei più svariati settori merceologici. Nellʼambito della strategia multipaese e multiprodotto del gruppo, Sirmax ha dedicato un intero stabilimento alla produzione degli Xelter TPE: il nuovo sito costruito a Kutno, in Polonia, che sorge accanto al precedente impianto polacco inaugurato dallʼazienda padovana nel 2006. Con una capacità installata di circa 10 mila t/anno, garantita da tre linee industriali, Sirmax punta a posizionare i propri Xelter TPE ai vertici del mercato per qualità e costanza di caratteristiche, anche grazie alla sinergia con le realtà del gruppo negli Stati Uniti e in Brasile e alla JV Autotech-Sirmax in India. Sono moltissime le applicazioni degli Xelter TPE. Oltre ai materiali per i settori dellʼedilizia (si pensi alle guarnizioni per gli infissi) e dellʼelettrodomestico (il soff ietto per lʼoblò della lavatrice, o altri prodotti “water contact”), Sirmax off re gradi sviluppati miratamente per il settore automobilistico e prodotti idonei per il contatto con gli alimenti. Inoltre, i laboratori di ricerca e sviluppo hanno messo a punto gradi specifici di Green Xelter a ridotto impatto ambientale, poiché contenenti materie prime selezionate da scarto post industriale e/o post consumo. Prodotti sempre più richiesti e apprezzati dal mercato. w w w.sirmax .com

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L’OPINIONE

Da alcuni mesi la titolare di Dioma, azienda che realizza stampi e produce componenti stampati a iniezione, ha preso le redini di Ucisap, l’associazione che raggruppa i costruttori italiani di stampi. Si tratta di una svolta epocale per l’organizzazione, che in precedenza non era mai stata affidata a una donna, e anche di un segnale concreto e importante in questi tempi in cui tanto si dibatte sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro e nella società

n. 387 - Febbraio/Marzo 2022

DI LU CA M E I

N

ata nel 1971 per rappresentare gli interessi dei costruttori italiani di stampi, nel tempo Ucisap ha consolidato sempre di più la propria missione, non solo raccogliendo un numero crescente di associati, ma anche ampliandola fino a diffondere, e a infondere, all’interno della categoria un sentimento di coesione e di appartenenza. L’obiettivo primario dell’associazione è sempre stato quello di presentare e rappresentare in maniera unitaria il comparto industriale davanti alle istituzioni nazionali e internazionali, per dare voce alle sue istanze particolari e collettive e trovare di volta in volta le soluzioni più idonee. Oggi come allora, Ucisap è fatta di aziende che rappresentano una sorta di “chiave di volta” dell’industria metalmeccanica e del settore della trasformazione di casa nostra e che ne fanno un’organizzazione moderna, al passo con i tempi e fondata su esperienza, condivisione di esigenze e obiettivi, internazionalizzazione e formazione. Una modernità che non è soltanto di facciata, ma che si concretizza nei fatti, come ha dimostrato l’ultimo rinnovo della presidenza, con l’elezione a questa carica, per la prima volta nella

sua storia, di una donna: Cristina De Rosso, che ha preso le redini dell’associazione in un momento complesso, a causa della pandemia ancora in atto e del fatto che molti paradigmi del lavoro stanno cambiando. Ma lei ha accettato di affrontare la sfida di questo cambiamento con determinazione e competenza, doti che gli operatorii del settore le hanno evidentemente riconosciuto eleggendola. Cristina De Rosso si occupa a 360 gradi di Dioma, azienda in cui ha ricoperto svariati ruoli, che le hanno consentito di crescere professionalmente a tutto tondo. Fondata nel 1967 da Leonardo Martini, Dioma nasce come società specializzata nella progettazione e nella costruzione di stampi per componenti tecnici, implementando poi la propria attività con un reparto per lo stampaggio in proprio di materie plastiche. L’azienda opera prevalentemente nel segmento delle applicazioni automobilistiche, per cui detiene la certificazione IATF (International Automotive Task Force) 16949:2016. Per farsi raccontare “in presa diretta” l’effetto del vento di cambiamento portato dalla sua elezione, la redazione di MacPlas ha posto alcune do-

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| MARKETING

mande alla presidente di Ucisap sull’associazione, su come intende guidarla fino alla scadenza del suo mandato, sul mercato degli stampi e dello stampaggio, ma anche su qual è attualmente il ruolo delle donne nell’imprenditoria italiana e su come lei stessa lo vive.

Lei è la prima donna alla guida di Ucisap. Può raccontare come ha assunto questa responsabilità e quali sono gli oneri e gli onori che ne derivano? “Sono entrata nel direttivo Ucisap qualche anno fa, con la curiosità che mi contraddistingue e la voglia di fare qualcosa di concreto. Ho sempre pensato che fosse troppo comodo lamentarsi delle cose che non ci piacciono e limitarsi a guardare senza fare niente. Quindi, ho scelto consapevolmente di entrare nel direttivo per vivere dall’interno l’associazione della quale la mia azienda fa parte da tantissimi anni. La presidenza, dico la verità, è arrivata un po’ inaspettatamente, sia perché facevo parte da poco del direttivo sia perché donna. Ma se i tempi erano maturi per una presidente donna in Ucimu, evidentemente avrebbero potuto esserli anche per una presidente donna in Ucisap. La mia è, per così dire, una doppia vittoria, sia in quanto donna sia in quanto vicentina, visto che con la mia elezione è anche la prima volta che la presidenza Ucisap esce dal territorio lombardo. Gli onori “pratici” credo che siano pochi, quelli “morali” invece sono tanti, come tanti sono gli oneri che derivano dal ricavarsi del tempo da dedicare a quest’incarico e all’associazione, sottraendolo a quello per la mia azienda. Ma il tentativo di cambiare le cose, di innovare, di crescere rappresenta una spinta propulsiva di notevole entità”.

Il suo mandato si concluderà nel 2023. Quali sono i punti salienti del suo programma di lavoro alla guida dell’associazione? “Innanzitutto, la formazione a 360 gradi. Formazione per i nostri attuali o futuri collaboratori in azienda, ma anche formazione rivolta a noi imprenditori, per esempio su come svolgere questo ruolo. E poi formazione sulla comunicazione, che ormai è una necessità per tutti. Farsi parte attiva con le scuole, fin dalle medie, è un altro degli obiettivi che intendo sviluppare, per poter reclutare lavoratori già parzialmente formati per il nostro settore, così di nicchia all’interno della meccanica generale. Parlo per esempio di un’iniziativa che si è concretizzata proprio in questi giorni, ossia di un corso organizzato presso un IFTS di Vicenza (un po’ di campanilismo non guasta), in collaborazione con ITS Academy e intitolato “Tecniche di industrializzazione del processo e del prodotto in meccanica di precisione e stampi”, che inizierà a metà del 2022. Si tratta di un corso interamente focalizzato sulla costruzione degli stampi, della durata di 800 ore (400 di formazione teorica in aula e 400 di prati-

ca in azienda), totalmente finanziato dalla Regione Veneto e completamente gratuito. Questo è uno degli esempi di cosa Ucisap sta facendo in collaborazione con le scuole per attirare i giovani verso il nostro settore. Un altro tema importante da sviluppare è quello della cooperazione tra le imprese, visto che siamo sempre più soli in un mercato sempre più complesso, dove il prezzo non lo fa più chi offre un servizio o un bene, ma lo fa il mercato stesso, rendendo sempre più difficile lavorare. Vanno quindi avviate attività che ci avvicinino agli altri operatori di questo stesso settore, mettendo il nostro tempo, nei periodi di calo degli ordini, a disposizione dei colleghi che, invece, nei momenti di maggiore carico di lavoro si vedono costretti a esternalizzarlo. Perché cercare nuovi fornitori quando all’interno dell’associazione possiamo essere tutti clienti e fornitori per i nostri soci? Vanno poi incentivati: gli accordi commerciali con i principali fornitori, in modo che possano beneficiarne tutti i nostri associati; la partecipazione collettiva alle fiere internazionali, che rappresentano un valore aggiunto da estendere anche ai soci che non vi hanno mai preso parte; le visite tra aziende associate e a realtà im-

Progettazione e analisi di un pezzo stampato con il soft ware di simulazione Autodesk Moldflow

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MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


L’OPINIONE

prenditoriali di particolare interesse per noi stampisti. Per esempio, a fine febbraio abbiamo organizzato una visita presso il TeSi di Rovigo: un laboratorio collegato al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Padova, che costituisce una vera e propria eccellenza nel mondo della plastica”.

I costruttori di stampi per la lavorazione di materie plastiche costituiscono la quota preponderante dei vostri associati: può parlarne e spiegare il motivo di questa preponderanza? “La costruzione di stampi per le materie plastiche è il segmento principale del settore che fa capo alla nostra associazione. L’Italia è da sempre leader nella lavorazione delle materie plastiche e questa tradizione ha portato allo sviluppo di un know-how di altissimo livello. I costruttori di stampi per lo stampaggio a iniezione esportano circa il 60% dell’intera produzione e competono con i colleghi tedeschi in quanto a tecnologia e qualità. I costruttori italiani sono focalizzati sulla produzione di stampi ad alta tecnologia e sistemi complessi, laddove la nostra esperienza ci fa eccellere. Non compe-

tiamo sui prodotti a basso valore tecnologico dove i prezzi dei concorrenti cinesi sono ancora competitivi, ma sui prodotti complessi, di alta qualità e innovativi, ambiti in cui siamo un punto di riferimento”.

Ci racconta qualcosa anche delle altre categorie di stampisti (termoformatura, pressofusione, lamiera) che rientrano nella compagine associativa? “Le altre due grandi aree di stampisti sono quelle della pressofusione e della lamiera. Il settore della pressofusione è in sofferenza da qualche anno, principalmente a causa del comparto automobilistico. Le incertezze del passaggio alla trazione elettrica e il calo del mercato dell’auto hanno portato a una riduzione della produzione. La produzione italiana di stampi per lamiera rappresenta invece il segmento più piccolo, ma è anche quello che sta crescendo maggiormente negli ultimi anni, con un incremento dell’export a due cifre anno su anno. La lamiera, anche grazie al passaggio all’elettrico, ha davanti a sé prospettive interessanti, che le nostre aziende stanno cogliendo in tutti i settori e sui principali mercati”.

Qual è l’attuale stato di salute del mercato della costruzione stampi a livello nazionale e internazionale?

zione degli impianti. La Germania, anche per l’importanza del mercato automobilistico, è più in difficoltà dell’Italia. Gli stampisti tedeschi hanno abbassato notevolmente i prezzi pur di fare cassa. Questa situazione ha inevitabilmente portato a tensioni sui prezzi anche in Italia. Nei settori dell’imballaggio, del medicale e, in generale, degli stampi multicavità, la situazione è fortunatamente più stabile e le aziende hanno lavorato bene nel 2021. Anche l’anno in corso, seppur con un rallentamento a gennaio, sembra essere iniziato con buone prospettive”.

E quello degli stampatori, ossia gli utilizzatori degli stampi costruiti dalle vostre aziende? “Su questo fronte osserviamo situazioni diametralmente opposte: stampatori totalmente bloccati dalla mancanza di materie prime e che si trovano a fare i conti con clienti che non vogliono saperne di rincari, anche davanti all’evidenza di aumenti arrivati anche a punte del 200%, e stampatori con portafogli ordini carichi. Credo che il denominatore comune per tutti sia rappresentato dalla mancanza di sistemi previsionali che supportino la produzione e le scelte strategiche delle imprese: i clienti ordinano con un lead time ridottissimo e, con altrettanta facilità, cancellano ordini acquisiti e congelati. Questo si riversa anche sulla costruzione degli stampi: progetti avviati e bloccati, o

Cristina De Rosso, presidente Ucisap per il periodo 2021-2023

“In questo periodo, lo scenario internazionale è dominato dal rincaro delle materie prime, che, a cascata, ha portato a un generale aumento dei costi. In tale scenario, nel 2021, le aziende italiane sono riuscite a rimanere comunque competitive grazie alla flessibilità e al miglioramento organizzativo, favoriti dal passaggio al 4.0. Il mercato che presenta maggiori problematiche è quello collegato all’automobile, che in tutta Europa lavora in modo discontinuo. Ci sono periodi di attività intensa alternati a periodi di scarsa saturan. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

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| MARKETING

Placchette e frutti stampati per il settore elettrico

sospesi e riattivati con un’urgenza mirata quasi a cancellare la sospensione precedente. Ciò implica il fatto che, se non si è in grado di effettuare consegne urgenti, si è fuori dalle gare”.

Nei suoi anni di presidenza, come affronterà i temi più caldi di questi mesi: carenza di materie prime, aumento dei prezzi, digitalizzazione, economia circolare e sostenibilità? “Credo che la sostenibilità sia qualcosa su cui gli stampisti debbano iniziare a riflettere concretamente. Sebbene al momento non sia ancora un argomento che ci riguarda direttamente, inevitabilmente, vista la sempre maggiore attenzione al tema, ci toccherà affrontarlo nei prossimi anni, perché i nostri clienti chiederanno anche a noi di essere sostenibili. È il momento d’iniziare a discuterne e di valutare quali strade siano percorribili e quali no. Riteniamo che il tema sia molto importante e lo affronteremo anche durante in nostro congresso “Stampi & Co.”, in programma il prossimo settembre. Per quanto riguarda la digitalizzazione, credo che sia un percorso obbligato per poter competere sui mercati internazionali. Le aziende che non si evolveranno e non coglieranno le opportunità offerte perderanno di competitività. Già ora è possibile osservare come le aziende che hanno colto l’occasione degli incentivi per l’Industria 4.0 per avviare una loro evoluzione, riorganizzandosi, definendo meglio le procedure e formando il personale, siano quelle che vanno meglio anche in mercati difficili. Ritengo inoltre che la digitalizzazione possa avvenire solo se accompagnata da una valida formazione del personale,

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il quale dev’essere in grado di modificare il proprio modo di lavorare, non tanto per lavorare di più, ma per lavorare meglio. Il tema della formazione è un tema molto caro a Ucisap, impegnata su più fronti per formare i giovani grazie a un accordo stipulato con le scuole salesiane, al già citato corso di specializzazione di 800 ore, interamente dedicato alla costruzione di stampi e in programma a Vicenza a partire da giugno, e ad altre iniziative in fase di definizione con ulteriori scuole. Le tecnologie sono importanti, ma, se non ci sono le persone in grado di sfruttarle, non servono a nulla. Infine, in merito alla carenza di materie prime, come ho accennato in precedenza, il problema risiede nelle tensioni sui prezzi, che sono aumentati notevolmente. Le previsioni internazionali dicono che lo shortage dovrebbe attenuarsi e concludersi nel corso del 2022”.

Un altro tema “cugino” della sostenibilità è quello del cambiamento climatico. Quali interventi avete posto in essere per stimolare la riduzione dell’impatto sul clima dell’attività dei vostri associati? “Moltissimi nostri associati hanno installato impianti fotovoltaici sui propri capannoni. Una scelta ecologica, che fa bene all’ambiente ma anche ai conti dell’azienda, specie in momenti di rincari energetici come questo. L’attenzione al green è molto forte e in fase di evoluzione. Rientra in generale nel ragionamento che abbiamo fatto sulla sostenibilità. Le aziende devono essere sostenibili per produrre prodotti sostenibili. Il cammino è iniziato e nel corso di quest’anno cominceremo a definire linee guida che aiutino i nostri associati a valutare cosa fare e soprattutto che illustrino le opportu-

nità derivanti dal presentarsi al mercato come impresa sostenibile”.

Oltre a essere presidente di Ucisap, lei è anche alla guida di un’azienda affermata che costruisce stampi e a sua volta stampa materie plastiche. Da questi due punti d’osservazione privilegiati, cosa può dire sul ruolo delle donne nell’industria italiana e, più in generale, nei ruoli guida dell’imprenditoria del nostro Paese? “È ancora difficile essere donna in un mondo tradizionalmente a preponderanza maschile. Ed è ancora difficile guadagnarsi il rispetto da parte dei nostri interlocutori, per lo più di sesso maschile. Spesso, quando pongo domande “leggermente” tecniche ai fornitori di macchinari, il loro sguardo, quando rispondono, si rivolge ai miei collaboratori di sesso maschile, provocandomi un senso di fastidio indescrivibile. L’ascesa delle donne nel mondo del lavoro è stata progressivamente inarrestabile, ma in Italia non siamo ancora al livello di altri paesi industrializzati. Da noi, ancora adesso, si assiste a disparità retributive e a differenti percorsi d’accesso ai ruoli di tipo direttivo. Nella mia azienda ci sono donne che occupano posizioni direttive anche al di fuori del classico ruolo amministrativo. Per esempio, il controllo qualità è diretto da una giovane donna, così come la pianificazione della produzione. Il nostro magazzino è gestito da una donna che manovra con perizia il muletto per il carico dei mezzi di trasporto e mi piacerebbe avere presenze femminili anche in altri ruoli. Vorrei riuscire ad assumere una brava fresatrice o una progettista meccanica, ma purtroppo non ne ho ancora trovate. Le nostre porte, però, sono spalancate”. MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387



| MARKETING NEWS

I mballagg io

Il flessibile è sano, ma l’aumento dei prezzi mette a rischio la competitività Il mercato dell’imballaggio flessibile non sconta in modo rilevante gli effetti della pandemia. I bilanci dei produttori italiani confermano le caratteristiche acicliche del settore: nel 2020 il fatturato ha superato i 3 miliardi di euro, con una flessione dell’1,5% (contro il -9,1% del manifatturiero). Positivi anche i livelli di crescita occupazionale: +17% nel periodo 2007-2020, raggiungendo quasi 10 mila unità. È quanto emerge dall’analisi di Prometeia presentata in occasione di un recente congresso di Giflex, l’associazione che rappresenta circa 40 aziende produttrici d’imballaggi flessibili. Le imprese italiane del flessibile, dunque, seppur più piccole rispetto ai competitor internazionali ma con una produttività per addetto allinea-

ta a quella delle aziende tedesche, si confermano in salute. Soprattutto sul fronte dell’export, alla luce di una ripresa dell’economia internazionale che si è rivelata più vivace delle attese. Nei primi 6 mesi del 2021, infatti, le vendite estere di flessibile sono aumentate di oltre il 16%, recuperando ampiamente la flessione del 2020 e confermando un’evoluzione più brillante rispetto alla media UE. In crescita tutti i principali mercati di sbocco, con tassi tra il 21% e il 31% in Polonia, Belgio e Spagna. Ottime performance anche per Germania e Francia. Hanno fatto registrare vendite a doppia cifra i prodotti in cui è specializzato l’export italiano: film (+22%) e packaging flessibile per il trasporto, ma hanno mostrato andamenti positivi anche le esportazioni di flessibile in carta

(+8,6%) e in alluminio (2,5%). Sul mercato interno la crescita è apparsa condizionata dall’incertezza che ancora domina le scelte dei consumatori. Le preoccupazioni sulle prospettive occupazionali, unite al permanere di restrizioni alla socialità, mantengono prudenti e selettivi i consumatori; la propensione al risparmio si mantiene elevata e dovrebbe permanere anche nel 2022. I mercati di sbocco dell’imballaggio flessibile (alimentare, farmaceutica, igiene e i settori della chimica per il largo consumo), che nel 2020 avevano mantenuto un’evoluzione meno penalizzante della media, dovrebbero mostrare dinamiche positive anche nei mesi seguenti, seppur inferiori alla media manifatturiera (con andamenti differenti a livello microsettoriale). Da segnalare il recupero del canale Ho.Re.Ca., che però non ritornerà ai livelli pre-crisi, dato il lento recupero del turismo e dei viaggi d’affari e le modificazioni (in parte) strutturali delle modalità di lavoro e di socialità. Forti mutamenti si segnalano sul fronte distributivo, a causa della polarizzazione fra i format di vendita, con lo sviluppo dell’online e dei discount; le piccole superfici alimentari (grazie alla localizzazione di prossimità e al veloce riadattamento del servizio) hanno invece ritrovato vitalità nel 2020. A fronte di scenari ottimistici riguardanti l’andamento del settore e la ripresa economica del Paese, gravano sulle imprese: i prezzi di gas ed energia elettrica, saliti alle stelle, i costi della logistica, il brusco aumento dei prezzi delle commodity e le problematiche d’approvvigionamento delle materie prime (più intense per le plastiche, ma riguardanti anche carta e alluminio). Ogni anno, in Italia, vanno sul mercato circa 180 mila tonnellate di imballaggi flessibili, di cui l’80% è destinato a protezione, conservazione, trasporto e commercializzazione di prodotti alimentari

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Analisi dellʼof f er ta di polimeri

Nessun premio reale per il 2021 La Polymers for Europe Alliance venne creata nel 2015 dall’associazione EuPC (European Plastics Converters) per monitorare le forniture di polimeri in Europa e ristabilire un dialogo costruttivo con la filiera degli approvvigionamenti, in un periodo in cui un’eccezionale concentrazione di eventi di forza maggiore aveva innescato una grave scarsità di determinati polimeri e un picco estremo dei prezzi, nonostante il crollo degli indici del greggio. Però, nel 2021, l’industria europea delle materie plastiche ha subito altri problemi globali, causati in particolare dai danni provocati dagli eccezionali uragani statunitensi, dal cosiddetto “vortice polare”… e non solo. La filiera degli approvvigionamenti è stata quindi sottoposta a una pressione senza precedenti ed è stata messa in discussione la disponibilità stessa di materiali in misura suff iciente a soddisfare la domanda dei consumatori. I margini di redditività dei trasformatori sono stati messi in crisi dalla risposta dei fornitori all’aumento fuori controllo dei prezzi dell’energia e dal peggioramento delle condizioni dei contratti 2022, condizioni effettivamente impossibili da ribaltare sui clienti finali. Inoltre, nel 2021 si è registrato un livello record di casi di forza maggiore, ben 91, circa il doppio del 2015, anno in cui si era toccato il precedente massimo storico. Non sorprenderà quindi che l’analisi dell’offerta dei polimeri effettuata nel 2021 dai trasformatori riveli un alto livello d’insoddisfazione verso la stragrande maggioranza dei fornitori tradizionali e un apprezzamento per pochissimi fornitori, che fino a tempi recenti probabilmente non sarebbero nemmeno entrati nelle statistiche. Quest’anno il settore ha così deciso di concentrare i propri voti sull’aff idabilità delle consegne, un aspetto giudicato di massima importanza per l’industria delle materie plastiche nel suo complesso. La società Ercros ha registrato la migliore performance con il 93,3%, seguita da Sibur con l’87,5% e Sinopec con l’86,7% (vedi figura 1). Ovviamente, le problematiche portate alla ribalta nel 2021 sono tuttora in essere. I casi di forza maggiore viaggiano ancora su livelli molto alti. I costi energetici continuano ad aumentare in tutta Europa. La disponibilità di un certo numero di materiali (EVOH, giusto per citarne uno) rimane inaccettabilmente scarsa e con poche prospettive di soluzione da parte dei fornitori. Questi problemi riguardano l’industria di settore nel suo complesso, sia i fornitori che i trasformatori. Alla fine, i fornitori dovranno migliorare notevolmente le loro performance per dare ai trasformatori la possibilità di rispondere alle richieste del mercato, nella consapevolezza che entrambi sono destinati a prosperare o a fallire insieme in Europa. n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

Fig. 1 - Aff idabilità nelle consegne per ciascuna azienda fornitrice monitorata dalla Polymers for Europe Alliance

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| PLASTICA E AMBIENTE

Webinar di Petcor e Eur ope

Mercato, riciclo e prospettive di sviluppo del PET termoformato Circa 90 partecipanti hanno preso parte, lo scorso 16 dicembre, al primo webinar del Gruppo di lavoro Termoformati di Petcore Europe, dal titolo “Recycling PET Thermoforms 2021”, con l’obiettivo di aggiornare i partecipanti sulle proprie attività più recenti. L’evento aveva come media partner le riviste: MacPlas, Plastech, Plastics in Packaging e Recycling International DI CA M I L LO R OV I DA E R I CCA R D O A M P O L L I NI

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Raphaël Jaumotte, direttore tecnico di Petcore Europe

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ostituitosi nel giugno del 2015 in seguito a un primo workshop sul riciclo dei termoformati in PET, tenutosi proprio nel marzo di quell’anno, il “Thermoforms Working Group” di Petcore Europe è riuscito finalmente a tenere il suo primo webinar del 2021 lo scorso 16 dicembre, con lo scopo di condividere i più recenti aggiornamenti riguardanti le proprie attività. Come ben spiegato nella sua introduzione da Raphaël Jaumotte, direttore tecnico di Petcore Europe, questo gruppo di lavoro (WG) comprende circa 50 aziende e organizzazioni, inclusi importanti attori dell’industria di settore e della gestione dei rifiuti. Il suo obiettivo principale è quello d’incrementare la quota di mercato del PET nei termoformati prodotti in Europa, fornendo soluzioni di fine vita sostenibili e affidabili per un loro riciclo effettivo. Di seguito le principali tematiche affrontate nel corso del webinar, partendo da

quelle inerenti al mercato per poi focalizzarsi sulle presentazioni più tecniche.

Dimensione del mercato, attuali tassi di riciclo e prospettive Come ben illustrato da Christophe Rossé (Klöckner Pentaplast), l’offerta di rPET sta aumentando in relazione a un processo di riciclo più efficace delle bottiglie in PET. Secondo la società d’analisi Wood Mackenzie, tale maggiore efficienza dovrebbe ridurre la perdita di prodotto dal 30% del 2015 al 22% del 2030 (vedi figura 1). I vassoi termoformati in PET sono stati determinanti nello sviluppo della circolarità del polietilentereftalato, ma il modello di riciclo dei vassoi dovrà essere naturalmente diverso da quello utilizzato per le bottiglie in PET. Nel 2018 vassoi e vaschette in PET rappresentavano il 20% del totale degli imballaggi in PET in Europa, pari a circa 900 mila tonnellate. Il 52% dell’rPET lavorato

è stato utilizzato nella produzione di vassoi (400 mila t/a). Se il riciclo dei vassoi fosse stato paragonabile a quello delle bottiglie, il volume di riciclo aggiuntivo sarebbe stato pari a circa 300 mila t/a. La società Eumnomia stima una disponibilità addizionale di rPET dal riciclo dei vassoi pari a circa 200 mila t/a (vedi figura 2), per effetto dell’attuazione da parte degli stati membri della Direttiva europea SUP (Single Use Plastics); tale direttiva dovrebbe determinare anche un incremento della raccolta differenziata sino al 70% dell’immesso al consumo. In quest’ambito, la strategia “kp Tray2Tray” sviluppata da Klöckner Pentaplast punta proprio a: garantire l’effettiva circolarità di vassoi e vaschette in PET, dalla raccolta al riutilizzo; assicurarsi che le istituzioni abbiano fiducia in tale approccio circolare; stabilire una filiera d’approvvigionamento globale e sostenibile; istituire una circolarità considerevole, affidabile e indipendente per tutti i vassoi in PET. MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


Sempre in questo ambito, recentemente Faerch ha messo a punto anche Evolve: un prodotto monomateriale che supera i vincoli attuali degli impianti di selezione. Realizzato con un contenuto di riciclato fino al 100%, è rilevabile in modo affidabile dai moderni sistemi di selezione e, ovviamente, è a sua volta completamente riciclabile.

Strategia e innovazione tecnologica per il “ tray to tray” La nuova strategia europea spinge più sul riciclo del PET piuttosto che sulla sua termovalorizzazione. Quindi, secondo il relatore Andrea Villa (Previero-Sorema), i prossimi anni vedranno lo sviluppo del n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

a. Sviluppare un sistema di selezione più efficiente per gli imballaggi monostrato + multistrato, allo scopo di realizzare un flusso più costante di materiale monostrato.

Nuovi sistemi di selezione ottica, intelligenza artificiale e “ filigrana digitale”

Produzione di scaglie

Perdita di prodotto durante il processo (RHS)

Perdita di prodotto durante il processo (%)

Nel proprio intervento al webinar di Petcore Europe, Antoine Bourely (Pellenc ST) ha illustrato alcune tecnologie all’avanguardia per la selezione dei materiali, per esempio integrando spettroscopia nel visibile e NIR, induzione e raggi X. In quest’ambito, sono stati sviluppati algoritmi avanzati per affrontare il problema di distinguere e separare un PET prove-

Mln t

La circolarità degli imballaggi rigidi in PET si sta consolidando anche grazie alle attività di sviluppo messe in campo da uno dei principali leader del settore, il gruppo Faerch, a cui oggi appartiene pure l’italiana Sirap Gema, importante azienda produttrice di contenitori espansi e rigidi per alimenti freschi. Nel suo intervento, Thomas Bak Thellesen ha descritto proprio alcune di tali attività: • promozione del PET come materiale di qualità superiore e circolare per gli imballaggi alimentari; • leadership di mercato a livello di contenuto in rPET; • sviluppo su scala industriale del riciclo “tray to tray”, da vassoio a vassoio; • azioni mirate al miglioramento della selezione; • programma di riacquisto “ton per ton”: impegno ad acquistare PET post consumo per l’esatta quantità che un rivenditore ha comprato da Faerch, al fine di riciclarlo e produrre nuovi imballaggi alimentari; questo programma chiude il loop e aiuta a sviluppare i mercati locali per il PET post consumo; • offerta di un servizio “closed-loop” ai fornitori dei servizi di ristorazione; • collaborazione con i cosiddetti “waste manager”.

riciclo dei termoformati, oltre che delle bottiglie. Per il riciclo dei vassoi in PET risultano fondamentali: l’analisi dello schema di raccolta e selezione; la valutazione del materiale in ingresso (vassoi e bottiglie, oppure 100% vassoi; monostrato + multistrato, oppure solo monostrato); la disponibilità del materiale (diversi paesi stanno ancora sviluppando il sistema di selezione dei vassoi); la resa e la qualità del materiale; le applicazioni del prodotto ottenuto con il processo di riciclo. In base ai test effettuati da Previero-Sorema nel corso degli ultimi anni, Villa ha dichiarato che sono aumentate nel tempo le quantità, la qualità e la stabilità delle balle di PET in ingresso negli impianti di selezione e riciclo. Inoltre, nel caso degli imballaggi multistrato (presenti generalmente con una quota del 65-70% sulla quantità totale selezionata), in cui va rimosso il coperchio e dove si ha un’elevata contaminazione da materiale organico, le rese ottenute a fine processo sono state del 50-65%. Mentre per il monostrato (35-40% sul totale) si sono avute rese del 70-85%, dato che si tratta quasi totalmente di PET e che il residuo organico è molto ridotto. La tecnologia degli impianti di selezione ha un notevole impatto sulla qualità delle balle di PET, in quanto può rendere il flusso dei vassoi equivalente a quello delle bottiglie in PET post consumo. Gli sviluppi futuri si concentreranno quindi sui punti seguenti: • Design for recycling: a. Implementare un processo che preveda una temperatura di lavaggio più bassa (<60-70°C) della colla, al fine di ridurre l’impatto della cristallizzazione sul processo. b. Sviluppare un processo che consenta la delaminazione del multistrato in acqua calda, evitando così l’uso di solvente organico. • Tecnologie di selezione: a. Aumentare i volumi di raccolta e selezione e soprattutto quelli dei vassoi in PET.

Fonte: Wood Mackenzie RPET 2021 Strategy Outlook to 2040 - Commodity Report

Fig. 1 - La maggiore efficienza del processo di riciclo ridurrà la perdita di prodotto dal 30% del 2015 al 22% del 2030 5 4.5

4 3.5 3 2.5

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Sviluppo per la circolarità

2 1.5 1 0.5 0

Imballaggi in PET PET Imballaggi in PET Imballaggi in PET Imballaggi in cui PET Packaging Packaging PET Packaging Packaging in disponibili selezionati dalla riprocessati l’rPET èrPET statois availableper forla sorted from reprocessed which raccolta raccolta reincorporato collection collection reincorporated BottiglieBottle Plastic in plastica

Vassoi Trays

Fonte: Eumnomia Report - PET Market in Europe, State of Play, 2020

Fig. 2 - Differenze in termini di disponibilità per il riciclo e di effettivo riciclo tra bottiglie e vassoi in PET (milioni di tonnellate)

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| PLASTICA E AMBIENTE

I relatori del webinar “ Recycling PET Thermoforms” 2021 (da sinistra): Christophe Rossé (Klöckner Pentaplast), Thomas Bak Thellesen (Faerch), Michael Heinzlreiter (NGR), Antoine Bourely (Pellenc ST), Sergio Collado Cañas (Sulayr) e Andrea Villa (Previero-Sorema)

Visitatori assistono ad alcuni test condotti presso l’ARC di Copenhagen utilizzando l’impianto di selezione messo a punto da Pellenc ST e Digimarc

niente da bottiglia da quello proveniente da vassoio. Nuove soluzioni pionieristiche prevedono inoltre l’uso dell’intelligenza artificiale o della cosiddetta “filigrana digitale” (DW, Digital Watermarks). In quest’ultimo caso, il marker utilizzato è un pattern invisibile stampato sull’etichetta dell’imballaggio, sulla superficie (2D), oppure goffrato direttamente sull’imballaggio (3D). Non causa problemi di riciclo, in quanto l’eliminazione avviene naturalmente durante il processo di riciclo e consente l’utilizzo di un’ampia gamma di codifiche (paragonabile a un codice QR). Le uniche questioni relative alla DW riguardano le costose apparecchiature di selezione necessarie per il processo di riconoscimento del pattern e la necessità di una standardizzazione internazionale. Però la DW potrebbe risolvere contemporaneamente alcune difficili problematiche, quali: distinguere tra bottiglie e vassoi, tra prodotti “food contact” e “non food contact”, tra termoformati multistrato e monostrato, separare etichette, sleeve e PET opaco. Al fine di collaudare alcune delle nuove tecnologie descritte da Bourely, tra settembre e dicembre 2021 sono stati condotti diversi test presso l’Amager Resource Centre (ARC) di Copenhagen utilizzando un impianto prototipo semi industriale messo a punto da Pellenc ST e Digimarc; il tutto nell’ambito del progetto

europeo HolyGrail 2.0 (gruppo di lavoro “Intelligent Sorting”).

Delaminazione dei vassoi multistrato per maggiori tassi di riciclo Dal canto suo, Sergio Collado Cañas ha descritto il processo sviluppato dalla propria azienda, Sulayr Technology, per il riciclo completo dei vassoi post consumo in PET. Tale processo, che prevede una fase di delaminazione economicamente sostenibile, si basa su alcuni brevetti depositati nel 2009 e nel 2011 ed è stato messo a punto per riciclare materiale multistrato proveniente da fonti sia industriali che post consumo, ottenendo così tassi di riciclo più elevati rispetto al passato. Ulteriori sviluppi di Sulayr potrebbero concentrarsi su nuovi metodi per il riciclo dei film in PET, più economicamente sostenibili rispetto al normale riciclo meccanico, e sui processi di policondensazione LSP (Liquid State Polycondensation) ed SSP (Solid State Polycondensation). L’rPET ottenuto dai vassoi ha infatti un indice di viscosità (IV) inferiore rispetto a quello delle scaglie (flake) da bottiglie. I processi di policondensazione rappresentano un’ottima soluzione tecnologica per decontaminare i flake di rPET dalle aldeidi formatesi per termoossidazione, evitando così l’ingiallimento e aumentando peso molecolare e IV.

Riciclo di PET post consumo… non solo bottiglie A seguito di un’iniziativa del costruttore Next Generation Recyclingmaschinen (NGR, relatore: Michael Heinzlreiter), alcune importanti aziende austriache del settore hanno partecipato al progetto RePETitio per dimostrare che anche i rifiuti in PET diversi da quelli provenienti da bottiglie possono essere riciclati con successo in nuovi prodotti di alta qualità. Rifiuti domestici in PET come blister, vassoi termoformati e film, sono stati raccol-

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ti e selezionati in Austria a partire dalla metà del 2019. La produzione di flake di alta qualità, compresi lavaggio e triturazione, è stata condotta da Kruschitz. Le scaglie sono state quindi riprocessate e decontaminate utilizzando la policondensazione LSP da NGR, nel proprio stabilimento di Feldkirchen, dove sono stati prodotti sia granulato sia direttamente foglie in rPET. Come già accennato, durante il processo LSP, l’rPET viene decontaminato e le catene polimeriche vengono estese per aumentarne la viscosità intrinseca.

Conclusioni Al termine del webinar, sono state tratte alcune conclusioni partendo da un’ultima presentazione del direttore tecnico di Petcore Europe, Raphaël Jaumotte: • Vaschette e vassoi in PET post consumo possono essere riciclati, siano essi monostrato e/o multistrato. Le principali difficoltà riscontrate nel processo di riciclo sono riconducibili al colore, all’etichetta o allo sleeve. • Il modello di riciclo dei vassoi in PET deve essere diverso da quello utilizzato per le bottiglie, anche se attualmente i vassoi vengono recuperati principalmente all’interno dello schema di riciclo delle bottiglie in PET. Però, esistono attualmente già due processi su scala industriale adatti per riciclare i soli vassoi in PET. I principali vincoli relativi al processo di riciclo sono dovuti alla poca disponibilità di prodotto post consumo. • La selezione dei vassoi mono e multistrato può essere ottenuta con diverse tecnologie, la cui combinazione può consentire di ottimizzare la resa del processo di riciclo. • Delaminazione e policondensazione rappresentano infine “breakthrough tecnologici” per aumentare i tassi di riciclo, per decontaminare l’rPET ottenuto dai manufatti termoformati e per incrementarne l’IV. MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


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| PLASTICA E AMBIENTE NEWS Nuov o st udio sul riciclo del poliet ilenter ef talato

Secondo il recente studio “PET Markets in Europe: State of Play”, commissionato da Plastics Recyclers Europe, Petcore Europe, NMWE e Unesda Soft Drinks Europe, nuovi dati emersi per il 2020 e relativi a raccolta, capacità di riciclo e produzione mostrano incrementi per tutti i parametri misurati, indicando quindi un movimento costante verso la circolarità dell’industria europea del PET. La crescita maggiore si è osservata, in particolare, all’interno del mercato del riciclo di PET, con un incremento del 21% nella capacità installata, totalizzando ben 2,8 milioni di tonnellate nell’UE27+3. Sempre a livello di riciclo di PET, si stima che nel 2020 siano stati prodotti 1,7 milioni di t di scaglie. Si nota una crescita stabile anche delle applicazioni di vassoi/vaschette e foglie, che, con una quota del 32%, rappresentano ancora il settore di maggior sbocco nel packaging per l’rPET, seguite dalle bottiglie adatte al contatto alimentare, con il 29%. Spinta dagli impegni presi dai produttori per incorporare un maggiore contenuto di riciclato nelle loro bottiglie e dagli obiettivi obbligatori previsti dall’UE, la quota di rPET per uso alimentare nella produzione di bottiglie per bevande è destinata a continuare a crescere rapidamente. Il resto del PET riciclato, invece, viene utilizzato per la produzione di fibre (24%), la reggiatura (8%) e lo stampaggio a iniezione (1%), seguito da altre applicazioni (2%). Inoltre, si prevede che entro il 2025 ben 19 Stati membri dell’UE disporranno di sistemi di deposito cauzionale (DRS, Deposit Return Schemes) per le bottiglie in PET, il che dimostra, insieme all’aumento delle capacità di riciclo, un ulteriore movimento del settore del PET verso la circolarità. Attualmente sette Stati membri con DRS consolidati ottengono materiale selezionato per tassi di riciclo pari all’83% o superiori. Quindi, con la Direttiva UE sulle plastiche monouso (SUP) e con gli obiettivi sui tassi di raccolta già in vigore, è probabile che i numeri della raccolta, così come quelli della qualità del riciclato, aumentino sostanzialmente in vista del 2025. Tuttavia, rimangono alcune sfide da affrontare. Per esempio, per raggiungere un tasso di raccolta del 90% e gli obiettivi obbligatori in termini di contenuto di riciclato, l’Europa richiederà un aumento della capacità di riciclo di almeno un terzo entro il 2029. In aggiunta a tutto questo, sono necessari sostegno da parte dei responsabili politici dell’UE, maggiore innovazione e fonti di dati più solide lungo tutta la filiera dell’imballaggio per garantire che i progressi verso gli obiettivi UE siano ottenuti e misurati. Il significativo aumento della raccolta e del riciclo di PET invia comunque un segnale positivo al mercato e aumenterà sicuramente la fiducia degli operatori nell’accelerare ulteriormente la circolarità del polietilentereftalato. 3000

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Capacità di riciclo (kt/anno) Recycling Capacity, ktpa

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Input to Recycler (Bottle Bales) Input verso i riciclatori (balle composte da bottiglie)

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Input to Recycler (Bottle Bales)

Input to Recycler (Trays) (vassoi) Input riciclatori Input toverso Recycleri(Trays)

Output rPET (high viscosity)

Output rPET (high(alta viscosity) Output di rPET viscosità)

Output rPET (low viscosity)viscosità) Output rPET viscosity) Output di(low rPET (bassa

Fonte: Indagine annuale presso i riciclatori associati a Plastics Recyclers Europe (PRE, 2020)

Fig. 1 - Capacità di riciclo del PET in entrata e in uscita (input e output), 2018 vs. 2020

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FKuR / European Bioplastics

Imballaggi in PET verso una maggiore circolarità Dir ett iv a SUP e bioplast iche

La posizione di Assobioplastiche e la consultazione aperta dalla Commissione UE Riguardo alla direttiva dell’Unione Europea che vieta la produzione di articoli monouso in plastica (i cosiddetti SUP, Single Use Plastics), entrata in vigore nel nostro Paese a partire dallo scorso 14 gennaio mediante il decreto legislativo 196/21, Assobioplastiche condivide l’obiettivo di riduzione dei prodotti monouso indipendentemente dal materiale impiegato per la loro realizzazione, ma non li ritiene eliminabili in modo assoluto. Del resto, la stessa Direttiva SUP non sembra perseguire tale obiettivo se si legge attentamente l’articolo 11, paragrafo 2, in cui le alternative riutilizzabili a contatto con gli alimenti sono sì promosse, ma solo “ove possibile” e nel rispetto delle esigenze di salute, igiene e sicurezza alimentare. Per questo Assobioplastiche sostiene l’utilizzo dei manufatti biodegradabili e compostabili recuperabili assieme agli alimenti con cui sono destinati a entrare in contatto, evitando ai cittadini e ai gestori di dover separare gli uni dagli altri in fase di raccolta e riciclo. L’Italia vanta un consolidato ed efficace sistema di trattamento dei materiali biodegradabili, in grado di gestire questi flussi garantendone il recupero presso gli impianti dedicati alla frazione organica. Perciò Assobioplastiche sostiene i manufatti in bioplastica, così come quelli in carta accoppiata con bioplastica, certificati compostabili EN 13432, e auspica che il Governo italiano persegua questa strada nell’interlocuzione con la Commissione europea sul recepimento della direttiva SUP. Nel frattempo, la Commissione Europea ha lanciato una consultazione che si chiude il 15 marzo 2022 e che punta a fare chiarezza sui diversi aspetti legati all’uso di plastiche, bioplastiche e materiali compostabili in preparazione di un quadro politico complessivo applicabile a livello europeo. Vi possono contribuire cittadini, consumatori, esperti e parti interessate, comprese le organizzazioni per i rifiuti, gli organismi di normalizzazione e certificazione, le ONG, le parti accademiche, scientifiche, sociali ed economiche. Diversi sono i punti su cui la Commissione intende interrogarsi, tra cui la sostenibilità delle materie prime biologiche usate per la produzione di bioplastiche, anche in considerazione dell’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita di bioplastiche e loro prodotti. Un altro tema è l’efficacia reale della trasformazione ambientale delle bioplastiche: per la Commissione “queste materie plastiche possono apportare benefici per l’ambiente solo se la loro biodegradazione può essere verificata mediante norme”. Sul fronte dei consumatori, si punta a un’etichettatura che fornisca informazioni chiare e affidabili al momento dell’acquisto o dello smaltimento degli articoli in bioplastica. MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


Accor do t ra Giflex , Ucima e Unione I taliana Food

Protocollo di filiera per il riciclo degli imballaggi flessibili Il 17 dicembre 2021, alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e del sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica, Vannia Gava, il vicepresidente di Unione Italiana Food Paolo Barilla, il presidente di Giflex Alberto Palaveri e il vicepresidente di Ucima Riccardo Cavanna hanno siglato un protocollo d’intesa per offrire alle aziende della filiera alimentare italiana soluzioni che rendano l’imballaggio flessibile più riciclabile e sostenibile, sancendo una collaborazione unica nel suo genere tra le tre associazioni. Ogni anno, in Italia, vanno sul mercato circa 180 mila tonnellate di imballaggi flessibili, destinati per l’80% a protezione, conservazione, trasporto e commercializzazione dei prodotti alimentari. Tali imballaggi sono composti in prevalenza da materiale plastico e l’industria alimentare li sceglie per il 50% dei suoi packaging. In termini d’impatto ecologico, si tratta di materiali sostenibili, visto che il 70% degli imballaggi flessibili è riciclabile, sebbene l’effettivo invio al riciclo sia condizionato da alcuni limiti legislativi e tecnologici (relativi perlopiù ai prodotti multistrato o multimateriale). Il tema dell’effettivo avvio a riciclo è di particolare rilievo per la nostra economia, sia perché gli imballaggi flessibili sono molto usati dal settore agroalimentare sia perché l’Italia è tra i leader europei nella produzione di macchinari per il packaging (mercato

che fattura complessivamente oltre 11 miliardi di euro). Con la sigla del protocollo d’intesa, le tre associazioni si sono impegnate a organizzare un primo tavolo di lavoro tecnico per analizzare i problemi che ostacolano sostenibilità e riciclabilità degli imballaggi flessibili e a elaborare possibili soluzioni. Al tavolo verranno invitati anche funzionari del Mise, del Mite, di Conai e di Corepla. Le sinergie frutto del protocollo saranno poi alla base della costituzione di una serie di gruppi di lavoro che si occuperanno, tra le altre cose, di: verificare quali interventi tecnologici possano essere operati sulle linee per la produzione di packaging e su quelle confezionatrici per rendere possibile l’utilizzo di nuovi materiali; studiare soluzioni tecnologiche per migliorare i sistemi automatici di selezione e pretrattamento dei rifiuti di imballaggi in plastica, evitando inoltre che vengano inviati in discarica o all’incenerimento. Ipotizzando, come target di partenza, di recuperare e riciclare il 50% degli imballaggi flessibili raccolti, un primo obiettivo sarà quello di destinare a una seconda vita circa 50 mila t di materie plastiche. “È un progetto che approccia in maniera corretta la sfida della sostenibilità ambientale delle nostre aziende e che si pone nella giusta traiettoria del PNRR. In collaborazione con le università, il Mise favorisce il trasferimento tecnologico dalla ricerca alle imprese”, ha dichiarato Giancarlo Giorgetti.

Giancarlo Giorgetti, Alberto Palaveri, Vannia Gava, Paolo Barilla e Riccardo Cavanna subito dopo la firma del protocollo d’intesa tra le associazioni Giflex , Ucima e Unione Italiana Food

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n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

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| LINEE DI TRASFORMAZIONE Engel completa il ciclo dei materiali

Stampaggio a inietto-compressione con stampo a piastre sovrapposte per pareti sottili

La produzione di imballaggi alimentari monomateriale, a parete sottile e con IML, e la lavorazione del rigranulato ottenuto dagli scarti delle etichette realizzano appieno l’economia circolare. Questa sofisticata applicazione combina lo stampaggio a inietto-compressione con l’impiego di stampi a piastre sovrapposte (stack mould), grazie alla nuova pressa e-speed da 4200 kN del costruttore austriaco Engel 26

U

na pressa a iniezione e-speed 420/90 di Engel, (nella foto di apertura), con sistema per l’etichettatura nello stampo (IML), è stata di recente protagonista alla fiera Fakuma 2021, poiché esposta al centro di un’isola completamente automatizzata per lo stampaggio a inietto-compressione di vaschette in PP per margarina. I contenitori, con uno spessore parete di 0,4 mm (etichetta compresa), venivano estratti dallo stampo a 4+4 impronte tramite un robot ad alta

velocità per l’ingresso laterale e in seguito impilati su un nastro trasportatore di scarico, previo controllo di qualità mediante videocamera. La tendenza a ridurre gli spessori di parete sta portando il rapporto spessore parete/percorso del fuso a valori sempre più estremi, vicini a 1:400. Con un rapporto a partire da 1:300, in molte applicazioni si può ottenere una qualità elevata dei pezzi soltanto ricorrendo allo stampaggio a inietto-compressione. Tra i vantaggi di questa tecnologia rientrano forze di MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


chiusura e pressioni d’iniezione inferiori rispetto a quelle richieste dallo stampaggio a iniezione convenzionale, oltre al fatto di poter lavorare in maniera ripetibile anche i materiali ad alta viscosità. Tutto ciò si traduce in consumi energetici ridotti e costi unitari competitivi. A fronte di tutto questo, lo stampaggio a inietto-compressione tende a essere visto come una tecnologia che esclude l’uso di stampi a piani sovrapposti (stack mould), poiché in molte presse a iniezione la velocità dei movimenti è insufficiente a gestirli. La macchina e-speed di Engel, tuttavia, è progettata specificamente per produzioni ad alte prestazioni e durature, tipiche del settore imballaggio. Il gruppo di chiusura ad azionamento elettrico e il design della ginocchiera consentono corse di compressione molto rapide e brevi (4 mm per le vaschette per margarina) e i movimenti in parallelo possono essere controllati in modo preciso, prerequisito necessario per coordinare la corsa di compressione e il profilo d’iniezione al grado di precisione richiesto.

Engel e-speed in un nuovo tonnellaggio Con l’introduzione della nuova versione e-speed 420, con forza di chiusura pari a 4200 kN, Engel continua a diversificare la propria gamma di prodotti per adattare ulteriormente le macchine e i sistemi di stampaggio ad applicazioni specifiche, massimizzando così l’efficienza complessiva. Le presse e-speed con gruppo d’iniezione ibrido e unità di chiusura elettrica combinano tempi di ciclo molto brevi con la massima precisione e velocità d’i-

niezione, fino a 1200 mm/s, oltre a offrire un’estrema efficienza energetica. Un innovativo sistema di recupero dell’energia provvede a immagazzinare l’energia generata in fase di frenata dei piani e a restituirla all’azionamento, per esempio per riaccelerare i movimenti del piano portastampo. La leva della ginocchiera è incapsulata per garantire un consumo di olio ridotto e la massima pulizia, consentendo alle presse e-speed di soddisfare anche i severi requisiti dell’industria alimentare.

Etichettatura intelligente Le etichette MCC Verstraete utilizzate nella produzione delle vaschette per margarina erano di tipo interattivo, grazie a codici Digimarc, che, come quelli QR, possono essere scansiti con qualsiasi fotocamera integrata nello smartphone. Il vantaggio principale di tali codici è quello di estendersi in modo invisibile su tutta la superficie dell’etichetta, affinché la fotocamera possa scansirli in qualsiasi punto. Inoltre, i codici Digimarc non interferiscono con il design dell’imballaggio. I consumatori, durante l’acquisto, possono così scoprire i dettagli degli ingredienti e del processo di produzione. Quando il packaging ha raggiunto la fine della sua vita utile, l’etichetta fornisce informazioni anche sul processo di riciclo. Inoltre, nel caso in cui contenitori ed etichette siano realizzati con lo stesso materiale, gli imballaggi diventano totalmente riciclabili.

Vaschetta a parete sottile ed etichetta in PP consentono il riciclo dell’imballaggio a fine vita, in completa sintonia con i principi dell’economia circolare

Dalle vaschette alle chiusure coniche Le vaschette per margarina e le etichette in questione erano entrambe realizzate in PP, così che, alla fine della sua vita utile, quest’imballaggio monomateriale potesse essere riciclato proprio come gli scarti di produzione e il materiale ottenuto potesse essere utilizzato per realizzare nuovi prodotti. Presso lo stand di Engel a Fakuma 2021, gli scarti delle etichette erano lavorati sotto forma di rigranulato mediante una pressa victory 460/80, con stampo a 8 impronte, per stampare nuove chiusure coniche prodotte quindi al 100% in materiale riciclato. Riciclo, tecnologia per pareti sottili, efficienza energetica e trasparenza delle informazioni sono tutti aspetti messi in evidenza da Engel con quest’applicazione… e risultano naturalmente fondamentali per l’economia circolare.

La produzione di chiusure con gli scarti delle etichette accentua ulteriormente la circolarità di questa applicazione

Sim link semplifica la collaborazione tra gli addetti alla simulazione e gli ingegneri di processo, combinando gli ambienti della simulazione con il mondo reale. In pratica, con Sim link Engel off re un’interfaccia per il programma di simulazione CadMould, messo a punto da Simcon

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I l mondo “ v er de” di Arbur g

Soluzioni per una maggiore sostenibilità Presse per lo stampaggio di plastiche d’origine biologica e di riciclati post consumo, anche grazie a tecnologie di marcatura innovative per identificare i materiali da reintrodurre in produzione, consentono oggi al costruttore di Lossburg di assecondare l’esigenza di processi sostenibili e a basso consumo di risorse

G

razie al programma arburgGREENworld, il costruttore tedesco Arburg è coinvolto appieno nei temi della conservazione delle risorse e dell’economia circolare. Alla recente fiera Fakuma ha quindi offerto alcune dimostrazioni di produzione sostenibile di componenti in plastica grazie alle sue nuove applicazioni “verdi”.

Bicchieri in PP riciclati per tipologia L’applicazione Espresso Cup costituisce un esempio di come prodotti innovativi in plastica possano essere realizzati in modo sostenibile ed eff iciente e restituiti al ciclo produttivo dopo l’uso in base alla tipologia di materiale utilizzato, identificata grazie a uno specifico codice CurveCode. In fiera, la pressa idraulica Allrounder 270 S da 350 kN produceva bicchieri del peso di 20 g in un tempo di ciclo di 15 secondi, utilizzando PP riciclato chimicamente (ciò significa che, mediante

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un processo chimico, le materie prime di base vengono ottenute dai rifiuti in plastica e rilavorate per produrre nuovo PP con le stesse proprietà di quello vergine). Il codice CurveCode era inciso nello stampo a singola impronta in modo che, durante lo stampaggio a iniezione, veniva trasferita sull’articolo una marcatura filigranata di forma curva, praticamente invisibile a occhio nudo. Negli impianti di riciclo successivi, i rifiuti dotati di CurveCode possono così essere rilevati da una videocamera mediante la riflessione della luce e selezionati, per esempio, come materiale sicuro per gli alimenti.

Selezione “ intelligente” Un’altra tecnologia per la selezione intelligente è costituita da HolyGrail, presentata da Arburg in una sofisticata applicazione di imballaggio. Una pressa ibrida Allrounder 1020 H in versione packaging, con forza di chiusura pari a 6000 kN, unità di controlMACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


Per la separazione in base al tipo, un CurveCode inciso nello stampo viene trasferito sul prodotto stampato a iniezione, risultando praticamente invisibile a occhio nudo, ma, nell’impianto di riciclo, una videocamera è in grado di leggere le informazioni in esso contenute

Azionamento dir etto con v ite a r ulli epicicloidali

Conciliare prestazioni elevate e durata lo Gestica e stampo multipiano a 4+4 cavità, produceva quattro bicchieri a parete sottile, con IML e coperchio, tutti in PP riciclato chimicamente. I bicchieri, stampati con un tempo di ciclo di 5 secondi e del peso di 19,3 g, venivano poi depositati e impilati su un nastro trasportatore. Un prodotto monomateriale di questo tipo può essere a sua volta riciclato economicamente dopo l’uso, garantendo anche un’elevata qualità. È qui che entra in scena la sottile marcatura digitale HolyGrail: codici delle dimensioni di un francobollo e invisibili a occhio nudo, impressi direttamente sull’etichetta. Un frammento di questo “passaporto digitale” è sufficiente per recuperare, per esempio mediante un’apposita App, informazioni su produttore dell’articolo, tipologia dei materiali utilizzati e loro compatibilità con gli alimenti. Informazioni che risultano leggibili dagli impianti di selezione dotati di videocamera ad alta risoluzione. Il sistema di controllo Gestica. A Fakuma 2021 Arburg ha presentato alcune sue nuove caratteristiche e funzionalità

Occhiali da sole in bioplastica Un prodotto davvero “in vista” a Fakuma consisteva negli occhiali da sole Uvex, realizzati in PA12 trasparente Grilamid TR XE 4205 green, costituita per il 39% da materie prime rinnovabili a base di olio di ricino. Questi occhiali da sole bio (nella foto di apertura) erano realizzati in un tempo di ciclo di 50 secondi grazie a un’isola di produzione “smart”, che si basava su una pressa elettrica Allrounder 570 A. L’assistente di riempimento stampo, integrato nel sistema di controllo Gestica, faceva sì che la macchina “conoscesse” il pezzo da stampare. Grazie a sistema di automazione, interconnessione e cooperazione uomo-robot, era così possibile creare, in un unico passaggio efficiente, affidabile e tracciabile, un articolo pronto da indossare. Prelievo e trasporto alla stazione di ispezione ottica, marcatura laser e imballaggio erano gestiti da un robot a 6 assi, mentre l’isola di produzione era dotata del sistema Scada Arburg Turnkey Control Module (ATCM) per tracciare i pezzi al 100%.

L’azionamento diretto con viti a rulli epicicloidali, costruite da Arburg presso lo stabilimento di Lossburg, viene installato sulle presse Allrounder elettriche e ibride delle serie Alldrive (A) e Hidrive (H) e rappresenta un elemento chiave per le prestazioni e la durata delle macchine, offrendo massima affidabilità e alta precisione operativa anche quando la macchina funziona a pieno carico. Infatti, grazie alla vite a rulli epicicloidali, la “densità di potenza” (ossia il rapporto tra la capacità di carico e la dimensione del componente d’azionamento) risulta superiore del 100% rispetto alle viti a ricircolo di sfere. L’azionamento diretto è posizionato nell’estensione del servomotore e trasmette la potenza dal motore direttamente all’asse di movimentazione, senza alcuna cinghia intermedia. Questa conversione diretta e silenziosa del movimento rotatorio del motore in un movimento lineare dell’unità di chiusura e di quella d’iniezione si traduce in elevata precisione e dinamica. Il sistema brevettato della vite a rulli presenta una lubrificazione a olio ottimizzata e un raffreddamento a liquido attivo, dissipando il calore direttamente dalla vite stessa, così da assicurare una distribuzione uniforme delle temperature e condizioni operative costanti indipendentemente dagli influssi ambientali. Nelle unità d’iniezione, la lubrificazione a olio continua è progettata come sistema chiuso e insensibile alle contaminazioni. Ciò riduce al minimo la manutenzione e aumenta la durata dell’unità stessa. L’azionamento con vite a rulli epicicloidali è ideale anche per le applicazioni in camera bianca, poiché non viene generata polvere causata, per esempio, dall’abrasione. Gli azionamenti diretti con viti a rulli epicicloidali sono estremamente precisi e durevoli e sono caratterizzati da elevate trasmissione e densità di potenza

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Economia circolare e imballaggi sostenibili Anche dai costruttori di macchine per l’estrusione-soffiaggio arriva un importante contributo per la salvaguardia dell’ambiente attraverso l’utilizzo di materiali plastici riciclati. Da rifiuto a nuova risorsa senza soluzione di continuità

L’

Europa ha messo al bando gli articoli monouso in materiale plastico. Organismi internazionali parlano da tempo dei rischi associati all’uso eccessivo di tale materiale in termini d’impatto sull’ambiente, per petrolio consumato e per emissioni di gas a effetto serra (GHG). Tuttavia, la plastica gioca un ruolo chiave nella protezione e nella conservazione dei prodotti, dalla produzione al consumo, in ogni settore. Resistente, sicura, igienica, asettica, leggera, durevole e riciclabile, la plastica mantiene la sua importante funzione nell’intera filiera: solo in Europa più del 50% delle merci in circolazione utilizza i materiali plastici per

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fare arrivare ai consumatori prodotti integri, freschi, protetti.

tanza della politica virtuosa di recupero e riciclo messa in moto da molti paesi.

Un meccanismo v irtuoso

Pioniera (anche) nell’ utilizzo di materiali riciclati

La sensibilizzazione su questi importanti aspetti, che da decenni interessa il settore, ha messo in moto un meccanismo virtuoso che ha portato gli addetti ai lavori a realizzare macchine a basso consumo energetico e contenitori per l’imballaggio migliori rispetto a molto tempo fa. Un dato su tutti: il peso e il volume dei contenitori si sono ridotti notevolmente, anche fino al 30% in meno. Un aspetto che consente di risparmiare tonnellate e tonnellate di materiale plastico per produrre tali imballaggi, senza trascurare l’impor-

Tra le prime aziende del settore a studiare macchine elettriche per l’estrusione-soff iaggio a basso consumo energetico, Plastiblow è impegnata da tempo per ridurre l’utilizzo di plastica vergine e per questo ha sviluppato tecnologie di coestrusione multistrato capaci di lavorare, meglio che in passato, i materiali riciclati per produrre nuovi contenitori. Sempre più produttori finali sono alla ricerca di soluzioni per un packaging più

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| LINEE DI TRASFORMAZIONE

Un modello di macchina Plastiblow per l’estrusione-soffiaggio

intelligente ed efficiente, che faccia risparmiare energia e riduca il consumo di materie prime. Il binomio fondamentale per essere virtuosi è: meno materiale si utilizza per la produzione dei contenitori, meno energia si consuma. Ridurre il peso, tagliare i rifiuti, utilizzare maggiormente i materiali riciclati, assorbire meno energia sono obiettivi che Plastiblow ha fatto suoi con una competenza che mette a disposizione dei trasformatori di tutto il mondo. Il costruttore è in grado di consigliare i trasformatori su come ridurre il peso dei contenitori pur preservandone le proprietà fisiche e meccaniche, così come modificare o studiare il design dei contenitori in funzione del processo di formatura nello stampo. Inoltre, è capace di progettare la configurazione migliore di un impianto con più estrusori per arrivare fino a sette strati di materiale, come nel caso dei moderni imballaggi alimentari, e di controllare finemente i parametri di processo raggiungibili dalle sue macchine per ottenere le condizioni più idonee al fine di ridurre peso e sprechi.

Macchine elettriche affidabili Gli impianti Plastiblow per coestrusione-soffiaggio offrono un’elevata ripetibilità dei risultati, grazie all’affidabilità dei movimenti servoazionati e alla precisione dei controlli. La progettazione e la costruzione delle macchine, che si caratterizzano per la qualità delle soluzioni

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tecniche applicate (alcune delle quali coperte da brevetti), prevedono, tra l’altro, minori costi di manutenzione grazie all’utilizzo di sistemi meccatronici particolarmente affidabili e precisi, oltre a sistemi di controllo per la telediagnosi dei processi in ottica d’Industria 4.0.

Un traguardo ambizioso, ma raggiungibile Lo scenario che prevede l’utilizzo razionale e responsabile di materiali riciclati nel processo produttivo è già una realtà per Plastiblow, grazie a soluzioni per la produzione di contenitori monostrato o multistrato che utilizzano appunto plastica riciclata post consumo (PCR). La tecnologia proposta dal costruttore lombardo consente di ottenere un prodotto finale in cui il materiale riciclato non interagisce con il contenuto, perché risulta racchiuso tra due strati di materiale vergine, e in cui l’aspetto esteriore rimane esteticamente invariato. Lo spessore dello strato centrale, nell’ordine del 60-80% a prescindere dallo spessore totale del contenitore, è costituito da plastica riciclata, mentre gli strati interno ed esterno sono realizzati in materiale vergine (normalmente polietilene ad alta densità, HDPE) e hanno uno spessore pari al 10-20% di quello totale, quindi estremamente contenuto.

Lo spessore degli strati in HDPE è fondamentale per ottimizzare due esigenze opposte. Da un lato, si mira a ridurre la quantità di materiale vergine utilizzato. D’altra parte, però, è necessario garantire una copertura buona e omogenea per dare al prodotto finale un aspetto estetico tradizionale. Un adeguato spessore dello strato interno, inoltre, permette di mantenere elevate le caratteristiche di saldatura e impedisce agli elementi presenti nello strato in riciclato di contaminare il prodotto. Una serie di test sviluppati in collaborazione con GCR Group (tra i principali punti di riferimento a livello mondiale per lo sviluppo di soluzioni ambientali per il settore materie plastiche), eseguiti su macchine elettriche di Plastiblow con l’utilizzo di vari materiali, hanno confermato come la versatilità nell’uso dei materiali da riciclo sia ottimale. Anche con l’utilizzo di materie prime alternative, le macchine del costruttore mantengono inalterati tempi di ciclo, velocità e caratteristiche dei prodotti finiti. Incremento della produttività, riduzione del consumo d’energia, aumento della percentuale di materiale riciclato: il contributo di Plastiblow all’economia circolare viene così ampiamente raggiunto nella produzione d’imballaggi sostenibili.

Contenitori ottenuti con l’impiego di materiale vergine e plastica riciclata post consumo (PCR); all’interno del cerchietto viene evidenziata la distribuzione percentuale degli strati: esterno, centrale e interno

Strato interno in PE Strato intermedio in PCR

Strato esterno in PE + masterbatch

MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


FLESSIBILITÀ ED EFFICIENZA EFFICIENZA FLESSIBILITÀ ED NELLA TERMOSALDATURA TERMOSALDATURA NELLA

LINEA LINEARTR RTR 900 900--1200 1200--1400 1400 -- 1700 1700 -- 2100 2100 -- 2600 2600 ROLL ROLLTO TOROLL ROLL SSacchi in rotolo, acchi in rotolo,immondizia, immondizia, antigoccia, antigoccia,eeindustriali industriali Produzione ProduzioneNON NONSTOP STOP anche anche in in linea linea didiestrusione. estrusione. Macchine Macchine automatiche automatiche di di fine fine linea lineaper perl’imballaggio l’imballaggio

SBM 800 800--1200 1200-1400-1400-1700 1700--2100 2100 LINEA SBM APPLICAZIONI APPLICAZIONISPECIALI SPECIALI &&STANDARD STANDARD Sacchi Sacchistesi stesicon con saldatura saldaturalaterale/shopper, laterale/shopper, fondo fondoee block blocknotes notes Sacchi Sacchiboutique. boutique. Sacchi Sacchiaafondo fondoquadro quadro Grembiuli Grembiuli&&Camici Camici

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MacPlas

Issue 387/2022 ET: 25.02.2022 DUS: 04.02.2022

Plastics have improved the world.

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Lav orazione di materiali tecnolog ici

Centro di lavoro compatto ed ergonomico Presentato in funzione all’ultima edizione della fiera Mecspe (Bologna, 23-25 novembre 2021), il nuovo centro di lavoro a controllo numerico Rover Plast K FT, con struttura Gantry, è stato sviluppato da Biesse per la lavorazione di materiali plastici e compositi e, in particolare, per le applicazioni in settori come le arti grafiche e l’edilizia. Si configura come uno dei macchinari più compatti nel suo genere, pur essendo estremamente performante in termini di flessibilità e facilità d’uso. A ciò si aggiunge anche una spiccata ergonomia, poiché è stato pensato per adattarsi al meglio ai diversi spazi produttivi: permette infatti all’operatore di accedere sempre alla macchina su tutti i lati, in totale sicurezza e senza ostacoli a terra. Rover Plast K FT risulta quindi adatto a svariate esigenza di lavorazione. Anche in questa macchina si rintracciano le peculiarità che contraddistinguono le soluzioni di Biesse: precisione, semplicità di utilizzo e versatilità applicativa, oltre alla possibilità di disporre delle opzioni necessarie per lavorare praticamente tutti i materiali oggi presenti sul mercato. La gamma di prodotti dell’azienda marchigiana è composta anche da: sezionatrici (a marchio Selco Plast), centri di lavoro (Rover Plast e Materia), sistemi di taglio a getto d’acqua (Primus), levigatrici (Viet Plast) e termoformatrici (Terma). Elettromandrini ad alta velocità, sistemi d’aspirazione ad alta portata, gruppi accessori per il taglio con la lama oscillante e tangenziale permettono di abbracciare a 360 gradi le lavorazioni richieste nel settore dei materiali avanzati. Un esemplare del nuovo centro di lavoro Rover Plast K FT con struttura Gantry

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La nuova pressa elettrica Fanuc Roboshot Alpha-S220iB

Nuov e pr esse R oboshot

Facilità di utilizzo e prestazioni migliorate Sono diversi i miglioramenti in termini di controllo, soft ware e prestazioni, introdotti sulla nuova serie di presse elettriche Roboshot Alpha-SiB, presentata da Fanuc all’esposizione Fakuma 2021. Innanzitutto, la macchina è oggi dotata della nuova interfaccia utente ad alte prestazioni Panel iH Pro, che dispone di un ampio display da 21,5 pollici, con risoluzione Full HD. Supportata da tasti aggiuntivi per una maggiore praticità d’utilizzo, questa nuova HMI facilita l’impostazione della macchina, assicura una migliore visualizzazione dei dati e presenta una grafica migliorata. Inoltre, facilita la raccolta dati grazie al suo sistema operativo basato su Windows 10 IoT. Il nuovo sistema di controllo offre una disposizione flessibile del layout dello schermo, compresa una doppia visualizzazione per eseguire contemporaneamente due funzioni sulla stessa schermata. L’interfaccia Panel iH Pro assicura un funzionamento intuitivo tramite comandi simili a quelli di uno smartphone. Inoltre, è stata estesa la sua capacità in relazione alla memorizzazione dei dati, al monitoraggio del processo, allo storico degli allarmi e al registro delle operazioni della macchina. È quindi possibile avere accesso a più informazioni: funzionalità utile quando viene richiesto di raccogliere dati importanti come le condizioni di

processo, la presenza di problemi ecc. Per quanto riguarda il miglioramento del soft ware, sono state aggiunte funzioni che includono: sequenza di autospegnimento, controllo preventivo della contropressione, possibilità di modificare in modo automatico i parametri d’avvio, modalità di gestione da parte dell’operatore (opzione con accesso RFID) e sistema di valutazione della qualità quando Linki2 è installato. Quest’ultimo è un soft ware opzionale per la gestione della produzione e delle informazioni sulla qualità, che supporta i browser web su PC e dispositivi tablet. Anche la manutenzione preventiva è stata ottimizzata tramite apprendimento automatico (estensione delle funzionalità AI). È così possibile stimare, per esempio, i livelli di usura della valvola di non ritorno installata sulla vite di plastificazione, avvisando del rischio di un potenziale problema prima che questo influisca sul processo. Grazie ai tempi di risposta più rapidi dell’HMI Panel iH Pro, la velocità d’iniezione può essere incrementata fino a 350 mm/s. Tra gli ulteriori miglioramenti in termini di prestazioni figurano pressioni d’iniezione standard più elevate, maggiore disponibilità di diametri vite ed estensione a quattro servocentrali per il controllo degli assi aggiuntivi. Come le precedenti presse Fanuc, anche le Roboshot Alpha-SiB si confermano precise e capaci d’assicurare una qualità costante; caratteristiche che si abbinano ad affidabilità e facilità di manutenzione della macchina. La serie è disponibile con forze di chiusura da 50, 100, 130, 150 e 220 tonnellate, con diverse capacità d’iniezione. MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


BMB amplia i settori applicat iv i

Diversificare senza stravolgere Il cambiamento in atto in termini di approvvigionamento, prezzi delle materie prime e fornitura di merci e prodotti determina spesso situazioni di non facile gestione, di fronte alle quali le aziende sono chiamate a fare scelte complesse e a prendere decisioni difficili. Ormai da diversi anni BMB ha ampliato significativamente le proprie esportazioni, cercando di servire quanti più paesi possibile, proprio per diversificare le sue vendite in modo da garantirsi una certa stabilità e sottrarsi agli effetti di crisi o disordini sia locali sia globali. Con la stessa filosofia, recentemente l’azienda ha anche allargato la propria attenzione verso settori applicativi come lo stampaggio di siringhe e di preforme in PET, investendo in ricerca e sviluppo per migliorare le prestazioni e il risparmio energetico delle sue macchine e cooperando con specialisti del settore per ottimizzare l’intera cella produttiva o, talvolta, l’intero reparto produttivo. L’industria medicale richiede l’osservanza di alcuni stringenti standard produttivi e la realizzazione di articoli come le siringhe usa e getta presuppone conoscenze approfondite, oltre alla capacità di

n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

La serie di presse eKW-Pi full electric viene proposta da BMB come soluzione ideale per le applicazioni in campo medicale. In foto: il modello eKW 16Pi/700

predisporre la pressa più idonea per la tipologia di stampaggio da eseguire. Progettare una linea per la produzione di siringhe significa partire dal suo design ergonomico, pensato per una perfetta funzionalità, e, contemporaneamente, garantire il risparmio di materiali, prima, e ottimizzare l’assemblaggio e il controllo successivo allo stampaggio, poi. Spesso gli stampi devono essere “precisi come orologi svizzeri”, per così dire, assicurando allo stesso tempo produttività elevate e senza scarti. Nulla può essere lasciato al caso e all’interno di uno stampo a 64 cavità possono entrare in gioco fino a 3000 componenti (la cui distinta di base può comprendere fino a 3000 codici). Anche i materiali devono essere certificati e forniti esclusivamente da primari produttori di granuli. Dietro a ogni attore della filiera medicale ci sono enormi responsabilità, perché con dispositivi quali le siringhe non si possono accettare compromessi di qualità. La serie eKW-Pi di presse completamente elettriche viene proposta da BMB come la migliore

soluzione per questo tipo di produzioni; stampi multicavità, elevate produttività e risparmio energetico sono i principali benefici che derivano dal loro impiego. Tutto ciò che concorre alla costruzione di tali presse viene progettato e sviluppato rigorosamente per l’impiego in camera bianca, con automazioni d’assemblaggio collaudate per assecondare produttività elevatissime e azzerare gli inceppamenti. Un costoso sistema per la sterilizzazione post packaging completa la linea produttiva e la capacità della siringa identifica in parte il modello di pressa utilizzato. A tale riguardo si spazia da 0,08 a 50 ml e oltre, con pesi unitari di 0,15 g e stampi fino a 288 cavità. Si tratta di un settore applicativo che può sottostare a svariate esigenze, ma dove non si può mai prescindere dalla qualità e, proprio per questo, BMB ha già impegnato molte risorse in attività di ricerca, ottimizzazione e perseguimento della qualità totale.

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| AUSILIARI E COMPONENTI

Spunt i d’ inter esse da Campetella

L’eco di

Friedrichshafen Gli esiti dell’edizione 2021 della fiera Fakuma sono stati i migliori di sempre per il costruttore marchigiano di robot e sistemi d’automazione. Per questo offrono spunti interessanti sullo stato di salute e sugli ultimi prodotti di Campetella, ma anche sul comparto in cui opera e sul mercato più in generale

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“Q

uesta è stata per noi l’edizione di Fakuma meglio riuscita di sempre”. Sono queste le parole con cui Marco Marconi, sales area manager di Campetella Robotic Center, ha riassunto in estrema sintesi l’esito dell’edizione 2021 della fiera di Friedrichshafen per il costruttore di robot e sistemi d’automazione. Per esempio, rispetto alla precedente edizione del 2018, Campetella ha infatti registrato un maggiore afflusso di visitatori con ruoli d’elevata responsabilità e potere decisionale.

Dopo la cancellazione di Fakuma 2020, molte aziende hanno puntato su questo appuntamento per acquisire nuovi contatti e per aggiornarsi sulle più recenti tecnologie disponibili sul mercato. I visitatori dello stand Campetella provenivano dalle più importanti realtà industriali tedesche operanti, innanzitutto, nel settore del packaging, seguito dai comparti medicale e automobilistico. Come ha confermato lo stesso Marconi, la pandemia da Covid-19 ha innescato una crescita esplosiva nell’industria medicale, ma anche in quella del confezioMACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


Contenitori e coperchi stampati contemporaneamente mediante uno stampo stack a 4+4 cavità e “ manipolati” grazie all’automazione Campetella

namento alimentare, mentre l’automotive ha beneficiato degli investimenti nella mobilità elettrica. Il mercato globale sta cambiando repentinamente e sia le grandi che le piccole aziende manifestano la necessità di automatizzare i propri processi per rimanere competitive e cercare di stare un passo avanti alla concorrenza. “Campetella beneficia ancora di più di questa crescita, grazie al know-how maturato nel fornire soluzioni d’automazione standardizzate all-in-one”, ha affermato Marconi, specificando che la carenza di personale aggravata dalla pandemia contribuisce a incentivare gli investimenti in automazione, di cui Campetella intende sfruttare il potenziale. Le grandi aziende non possono permettersi di fare i conti con una carenza di manodopera, specialmente quando si tratta di compiti ripetitivi, come il confezionamento dei prodotti finiti. Secondo quanto spiegato ancora da Marconi, la vasta gamma di robot standard, integrabili a valle nei diversi sistemi proposti dal costruttore marchigiano, rappresenta la soluzione ideale a tale problema. I robot Campetella sono in grado d’eseguire tutte le funzioni correlate al controllo qualità e al confezionamento poiché non si limitano al solo ingresso laterale o verticale, piuttosto che alla mera rimozione della materozza. Più nello specifico, il braccio robotico articolato con conformità selettiva (Scara) di Campetella trova impiego ideale nelle operazioni d’imballaggio, posizionando gli articoli direttamente all’interno degli imballi in cartone, per poi passarli all’AGV (veicolo a guida automatica), o all’AMR (robot mobile autonomo), che li trasporterà al magazzino. E alla fiera Fakuma 2021 il costruttore, in collaborazione con Engel e Arburg, non si è fatto scappare l’occasione per mostrare al grande pubblico le proprie soluzioni completamente automatizzate per il packaging alimentare, con applicazioni IML ottenute mediante stampi di tipo stack. Degni di nota risultano innanzitutto: il robot GS2 Gunshot X-Series a n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

estrazione rapida, progettato per ridurre i tempi di ciclo del confezionamento fino a 2,3 secondi; il modello compatto ad alte prestazioni CX1 E-Series, che era esposto presso gli stand di Matsui e JSW. “L’unità di controllo EVO permette di controllare tutti i robot mediante un sistema comune, semplificando notevolmente la formazione degli operatori, che devono apprendere un solo linguaggio di programmazione. La piattaforma robotica condivisa contenente tutti i prodotti Campetella permette, inoltre, di ottimizzare la gestione di componenti e ricambi, garantendo un’assistenza al cliente altamente efficiente. Questa è la nostra forza e, di riflesso, è anche la forza dei nostri clienti”, ha sottolineato il responsabile commerciale di Campetella. Il costruttore propone un design sempre più leggero, ottenuto grazie all’impiego di fibra di carbonio e, laddove possibile, ricorrendo alla produzione additiva di centinaia di componenti, che consente un processo molto più pulito e veloce in confronto alla tradizionale lavorazione CNC. I componenti in PA12 stampati in 3D risultano molto più leggeri di quelli in metallo, consentendo ai robot di lavorare più

velocemente e senza vibrazioni. A tale riguardo Marconi ha rimarcato l’alto grado d’integrazione verticale: “Produciamo internamente l’80% della componentistica dei nostri robot”. Inoltre, Campetella sta sostituendo, dove possibile, gli attuatori pneumatici con gli azionamenti servoelettrici che utilizzano motori Kollmorgen, uno dei più importanti produttori di servomotori. Tutto ciò permette di ridurre le emissioni di CO2 aumentando al contempo affidabilità ed efficienza.

Stato di salute, campi d’attiv ità e prossimi appuntamenti Oggi Campetella conta 135 dipendenti diretti, a cui si sommano 105 collaboratori, tra agenti, distributori e centri d’assistenza dislocati in 26 sedi esterne in tutto il mondo. Partendo dalla situazione attuale, l’azienda si prefigge di raggiungere un fatturato di 38 milioni di euro entro il 2025.

Alcuni robot Campetella in mostra a Friedrichshafen

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| AUSILIARI E COMPONENTI I sistemi principali espost i a Fak uma 2021

Maggiore produttività, minore ingombro

Presso lo stand di Arburg alla fiera Fakuma 2021, un robot Modula Maxi Twin, installato su una pressa Allrounder 1020 H ibrida in versione “Packaging”, dava vita a un sistema completamente automatizzato per la produzione simultanea di contenitori e coperchi con IML mediante uno stampo stack con 4+4 cavità, processo che normalmente richiede due presse, due stampi e due automazioni separate. Il tempo di ciclo totale di questo robot, progettato per presse fino a 12000 kN, era pari a 5,5 secondi (tempo blocco pressa: 1,6 s). I bracci rinforzati con fibre di carbonio riducevano le vibrazioni garantendo un ottimo posizionamento dell’etichetta. L’alimentatore di etichette, anch’esso completamente rinforzato con fibre di carbonio, si adattava perfettamente sia alle etichette piatte sia a quelle da apporre su cinque lati del contenitore. L’innovativa tavola rotante presente all’interno del magazzino etichette consentiva un facile e sicuro rifornimento d’etichette mentre il robot era in funzione. Dopo aver esaminato ogni lato di contenitori e coperchi, un sistema con 7 telecamere provvedeva a scartare i soli pezzi non conformi, mentre gli articoli idonei venivano allineati e impilati a faccia in giù sul nastro trasportatore per mezzo di un robot Scara X-Series Spin 2. Presso lo stand di Engel, invece, un robot Modula W a entrata laterale e ad alta velocità faceva parte di una cella di stampaggio completamente automatizzata e progettata per massimizzare la produzione riducendo l’ingombro a terra. Tale cella produceva vaschette per margarina, con IML, mediante uno stampo stack con 4+4 cavità. Il tempo di ciclo totale del robot, concepito proprio per l’utilizzo con stampi stack su presse fino a 4500 kN, era pari a 4,7 secondi (tempo blocco pressa: 1,2 s). L’ingombro ridotto era ottenuto grazie anche alla compattezza degli alimentatori verticali delle etichette. I bracci in fibra di carbonio del robot riducevano le vibrazioni garantendo un ottimo posizionamento delle etichette, mentre un sistema di visione artificiale in linea assicurava la perfetta qualità delle vaschette, impilate a faccia in giù da un robot Scara Spin 2. Una veduta generale dell’automazione basata sul robot Modula Maxi Twin, al servizio della pressa Allrounder 1020 H ibrida di Arburg in versione “ Packaging”

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Oggi Campetella vanta 135 dipendenti, a cui vanno aggiunti 105 collaboratori esterni. Nella foto: il team presente alla fiera Fakuma 2021

Come già accennato su MacPlas 381 (febbraio/marzo 2021), entro il 2022 un nuovo stabilimento produttivo di 7500 metri quadri porterà quasi al raddoppio della superficie produttiva (attualmente è di 8500 m2), così da accompagnare la costante crescita e consentire nei prossimi anni un aumento del numero d’installazioni annue da 500 a 1200 robot. Inoltre, sempre quest’anno, l’azienda aprirà filiali in Germania e nel Regno Unito, mentre nel 2023 ne inaugurerà un’altra negli Stati Uniti. In questo quadro non va dimenticata la partnership strategica con il costruttore di macchine per lo stampaggio a iniezione Sumitomo (SHI) Demag, che proprio in occasione di Fakuma 2021 ha presentato la prima serie di soluzioni robotiche a marchio pro-

prio, avvalendosi per questo della meccanica fornita da Campetella. L’azienda vanta una storia di 35 anni anche nella produzione di avvolgitori per l’estrusione di tubi per irrigazione con diametro di 25-50 mm, settore che oggi sta registrando una crescita accentuata in tutti i paesi industrializzati. “Ecco perché stiamo per lanciare una nuova linea di avvolgitori tutta nostra”, ha rivelato Marconi. Peraltro, i robot Scara di Campetella rappresentano la soluzione ideale da integrare a fine linea per imballare e impilare il prodotto finito. Sebbene gli avvolgitori richiedano un’automazione diversa rispetto a quella usata nello stampaggio, i dispositivi posti a valle risultano essere simili, così come il knowhow richiesto, a dimostrazione del fatto che sistemi modulari possono essere impiegati in settori diversi. Nel frattempo, fervono i preparativi per le prossime fiere in programma per l’industria della plastica, tra cui Greenplast, Plastpol e K 2022, appuntamento imperdibile che coincide con i 125 anni d’attività di Campetella. Tale ricorrenza sarà celebrata con un’esposizione speciale, che conta anche sulla collaborazione con importanti costruttori di macchine a iniezione e linee d’estrusione che annoverano Campetella tra i propri partner di prima scelta, grazie a soluzioni innovative e integrate. MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387



L’azienda veneta ha messo a punto un’ampia gamma di sistemi di deumidificazione, con i quali è in grado di rispondere praticamente a tutte le esigenze della trasformazione di materie plastiche e di assecondare gli standard dell’Industria 4.0

E Deumidificatore modello 500 della serie DWC, a rotore e compatta

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ff icienza, consumo energetico ridotto e logica da Industria 4.0 distinguono i deumidificatori sviluppati da Plastic Systems, azienda parte del Gruppo Pegaso, disponibili in quattro differenti versioni e proposti in funzione della produzione oraria richiesta e del settore d’applicazione. La versione DAC a doppia torre con fluido, in abbinamento a tramogge da 2 a 100 litri, è indicata per produzioni da uno a 20 kg all’ora. A sua volta configurabile

in sette diversi modelli, trova impiego su macchine per lo stampaggio a iniezione di piccolo tonnellaggio. Per produzioni da 5 a 500 kg/h viene proposta la versione DW a rotore, che, in abbinamento con tramogge da 15 a 2000 litri, è disponibile in 10 modelli che trovano utilizzo su macchine per lo stampaggio a iniezione e linee per l’estrusione di medie e grandi dimensioni. La versione DWC a rotore e compatta, dotata di sistema di pesatura e d’ali Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


mentazione integrato, si addice, in abbinamento a tramogge da 75 a 750 litri, a produzioni da 5 a 300 kg/h. I sei modelli disponibili vengono impiegati su macchine a iniezione e su linee per l’estrusione di medie dimensioni. Infine, la versione D, a torri e setacci molecolari, è indicata per produzioni da 10 a 5000 kg/h, in abbinamento a tramogge da 50 a 2000 litri. I modelli più grandi, in particolare, vengono installati su macchine per lo stampaggio a iniezione e su linee per l’estrusione di elevate dimensioni. Tutti i modelli offrono prestazioni elevate con dew point superiori a -40°C e sono dotati di sistema di modulazione dell’aria con valvole modulanti/inverter. Il sistema a microprocessore/PLC con touchscreen permette il facile interfacciamento con l’utente, mentre la comunicazione può avvenire in base ai protocolli ModBus, Profinet, Ethernet e OPC-UA. L’utilizzo delle macchine e la loro interazione con gli operatori sono facilitati anche grazie all’adozione di microprocessori con prestazioni sempre più avanzate, sviluppati dalla stessa Plastic Systems, i quali consentono di impostare e gestire con estrema precisione i parametri di processo, quali: dew point, quantità d’aria, tempo di residenza ecc. Il concetto alla base del funzionamento è quello di fornire alla resina trattata la corretta quantità d’aria della migliore qualità e di calcolare il giusto tempo di permanenza in tramoggia, allo scopo di non essiccare più del dovuto per non incorrere in degradazioni causate appunto da una sovraessiccazione. A fronte dei costi energetici particolarmente elevati, soprattutto negli ultimi mesi, i sistemi di Plastic Systems garantiscono consumi che, a seconda del tipo di resina trattato, variano da 15 a 40 Wh/ kg. Ai benefici fiscali legati alla conformità dei macchinari con i principi dell’Industria 4.0, le soluzioni proposte dal costruttore veneto assommano, oltre al ridotto consumo energetico, anche brevi tempi di ammortamento.

Impianto customizzato Nel 2021 le macchine di Plastic Systems sono state impegnate in diverse applicazioni con materiali riciclati, in particolare rPET. Tra queste rientra un impianto customizzato di ultimissima generazione n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

per la deumidificazione centralizzata di PET vergine ed rPET, per applicazioni nel campo dell’estrusione, nato dalla consolidata collaborazione tra l’azienda veneta e un importante produttore di isolanti flessibili tecnici. Prestazioni e flessibilità Progettato mediante software di rendering 3D per adattarsi al meglio, fin da subito, alla realtà produttiva dell’utilizzatore, l’impianto è in grado di processare fino a 2500 kg/h di granuli in rPET ottenuti dal riciclo di bottiglie post consumo e destinati alla produzione di espansi al 100% in materiale riciclato. Questa soluzione risulta ideale per le esigenze del committente in termini di prestazioni ed efficienza, così come in chiave di Industria 4.0. Grazie all’utilizzo della tecnologia a setacci molecolari ad altissima efficienza e all’innovativo design del dryer, l’impianto genera oltre 5000 metri cubi all’ora di aria secca e fornisce un dew point di -50°C. Un doppio sistema di filtrazione e di disoleazione garantisce un tempo di vita maggiore delle parti interne del dryer, setacci molecolari inclusi.

Deumidificatore modello 200 della serie DW a rotore

Deumidificatore modello 804 della serie D, a torri e con setacci molecolari

Controllo di processo Il sistema, dotato di otto tramogge, è in grado di calcolare la reale portata dei granuli processati da ogni tramoggia di deumidificazione e di regolare autonomamente la portata d’aria. Un dispositivo per il controllo elettronico dei parametri di processo, di tipo PID “feedback”, misura la reale portata dell’aria inviata a ogni tramoggia e la modula in funzione della portata del materiale trattato, il tutto attraverso interfacce operatore intuitive e studiate ad hoc per consentire la massima comprensione del sistema e facilitarne l’utilizzo. Il controllo del processo è affidato a un PLC e i protocolli di comunicazione soddisfano i requisiti dell’Industria 4.0, garantendo quindi lo scambio di informazioni con il sistema ERP e quello di supervisione del trasformatore.

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| AUSILIARI E COMPONENTI

Nuov i sistemi per la ter mor egolazione da HB-Ther m

Migliorare il meglio I termoregolatori Thermo-6 di HB-Therm, presentati in anteprima a Fakuma 2021, riprendono e migliorano la precedente serie Thermo-5 in termini di tecnologia, dotazioni standard, efficienza energetica, copertura della garanzia e servizi digitali. Tutto ciò ne fa un vero punto di riferimento per il settore A CURA DI LU CA M E I E R I CCA R D O A M P O L L I NI

S I tre modelli che attualmente compongono la gamma Thermo-6: il più piccolo è stato lanciato nell’ottobre del 2021, mentre gli altri due seguiranno nel corso del 2022 e del 2023

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econdo Reto Zürcher, CEO di HB-Therm, caratteristiche come la praticità dei termoregolatori nell’uso quotidiano e uno schermo touch grande e luminoso, dal design e dai colori moderni, non sono solamente il frutto di un’attenta analisi di mercato, ma anche della collaborazione con i principali utilizzatori, che ha fatto sì che le richieste dei trasformatori venissero integrate nello sviluppo della nuova serie Thermo-6. “Le nostre idee non sono state influenzate solo dal punto di vista funzionale, ma anche da quello visivo. Inoltre, abbiamo verificato più volte i risultati nella pratica per accertare l’idoneità di Thermo-6

all’uso quotidiano. Per noi, la massima qualità si fonda su un concetto chiaro: testare, testare e ancora testare”, dichiara Zürcher.

Efficienza energetica integrata Il costruttore svizzero HB-Therm (i cui prodotti sono distribuiti nel nostro Paese da Nickerson Italia) considera l’integrazione di serie di una pompa a velocità controllata nei nuovi termoregolatori come parte del suo impegno a favore dell’ambiente. Con il sistema Energy-Control Assistant è possibile raggiungere sempre il punto operativo ottimale, anche senza alcuna conoscenza

preventiva da parte dell’utente. Ne deriva un abbattimento fino all’85% del consumo energetico. Inoltre, per unità con temperatura operativa fino a 100°C, viene utilizzata la nuova motopompa compatta Direct-Drive ad azionamento diretto e senza tenuta, che fissa un nuovo standard in termini di efficienza e dimensioni ridotte. “Una pompa che non opera costantemente a pieno regime non consente solo di risparmiare energia, ma assicura anche una maggiore durata utile. Inoltre, le pompe a velocità controllata possono essere utilizzate universalmente con stampi grandi e piccoli, riducendo così la varietà dei termoregolatori in inventario. MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


Quindi è sufficiente una sola unità per tutte le applicazioni”, spiega Martin Braun, responsabile di sviluppo di HB-Therm.

Tutto da un touchscreen grande e luminoso Un’ulteriore differenza rispetto alla serie Thermo-5 è rappresentata dal touchscreen, che, con i suoi sette pollici, è quattro volte più grande del precedente. Il nuovo schermo riprende chiaramente le funzionalità tipiche degli smartphone, consentendo agli utenti di padroneggiare il sistema Thermo-6 in pochi minuti. Le impostazioni individuali e le modalità di selezione preferite, le istruzioni in chiaro con codici QR per accedere a ulteriori informazioni, le procedure guidate per la configurazione e lo scorrimento in orizzontale e in verticale facilitano la ricerca rapida delle pagine operative desiderate sullo schermo. Il sistema Expert aiuta, avvisa, segnala e ottimizza il funzionamento del termoregolatore, così che anche le procedure d’impostazione più complesse si rivelino facili da gestire. I dati di processo vengono registrati localmente, mentre la cronologia del termoregolatore e la relativa documentazione specifica, come i certificati, i dati di calibrazione, le istruzioni d’uso e di montaggio, possono essere visualizzati in modo rapido e chiaro sul nuovo schermo di grandi dimensioni. Grazie alla semplice disposizione, gli addetti alle regolazioni e gli operatori trovano sempre la pagina dei parametri di cui hanno bisogno, rapidamente e con pochi clic.

Un sistema intelligente e connesso Per HB-Therm la digitalizzazione risulta contemporanea, mobile, indipendente, utile e solidale. L’architettura hardware e software orientata al futuro dei termoregolatori Thermo-6 consente un accesso senza ostacoli al mondo digitale dell’azienda. Oltre all’interfaccia Ethernet OPCUA integrata di serie su ciascuna unità Thermo-6, sono incluse anche le soluzioni digitali Gate-6 ed e-cockpit. Gate-6 è un server d’interfaccia che stabilisce la connessione (gateway) all’App Android e-cockpit e ai servizi digitali dell’ambiente HB-Therm, nonché tra diverse unità Thermo-6 e/o Thermo-5 e altri sistemi esterni come le presse a inien. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

zione. Gate-6 accede alle funzioni del cloud HB-Therm tramite la connessione LAN dei termoregolatori. Ciò consente agli utenti di inviare dati analitici, creare un “gemello digitale” (digital twin) nel sistema Ticket dell’azienda, generare statistiche e grafici come parte del servizio clienti, poter contare su un quadro riassuntivo degli interventi di manutenzione periodica e preventiva delle unità collegate. L’App e-cockpit per smartphone e tablet permette di accedere a Gate-6 localmente e ai termoregolatori ad esso collegati. Inoltre, assicura l’accesso al portale Ticket dell’azienda e alle sue diverse funzioni. Tramite questo accesso, l’utente può, tra le altre cose, elaborare messaggi di errore e richiedere interventi in garanzia, nonché ottenere supporto tecnico. Ticket è quindi un’applicazione centrale, che riunisce i dati provenienti da diversi server d’interfaccia Gate-6 e termoregolatori e li rende disponibili online. Tutto ciò richiede la presenza di un server dati centrale e, naturalmente, l’accesso a internet. I dati e le impostazioni memorizzati vengono inviati al team di supporto di HB-Therm esclusivamente con il consenso del cliente e in conformità con i più elevati standard di sicurezza.

Ampia dotazione di serie ed estensione della garanzia

da un design molto robusto. Un’ulteriore novità, che però sarà disponibile in un secondo momento, consiste nel sistema per il monitoraggio del filtro del fuso. Questo semplifica la pulizia del filtro, che viene eseguita solo quando è effettivamente intasato. Gli utilizzatori dei t e r m o r e go lat o r i Thermo-6 beneficeranno anche di una garanzia a vita Achim Franken (a sinistra), area sales manager di HB-Therm, ed Eugenio Pederzolli, sul flussometro a sales & marketing manager di Nickerson ultrasuoni, oltre a Italia, durante la presentazione della gamma quella sul riscalda- Thermo-6 alla fiera Fakuma 2021 tore offerta già da HB-Therm per la serie precedente. Tutti i componenti sono stati progettati per essere estremamente robusti e durevoli e Martin Braun, responsabile tecnologico di HB-Therm afferma: “Quest’evoluzione è stata resa possibile grazie all’esperienza acquisita durante lo sviluppo dei termoregolatori Thermo-5 per acqua ad alta temperatura, fino a 230°C”. La ridotta manutenzione rende ulteriormente attraente la serie Thermo-6.

Oltre alle caratteristiche standard menzionate, fanno parte della dotazione di serie anche il pacchetto Cleanroom per camera bianca, l’interfaccia OPC-UA e il sistema per il monitoraggio dello stato della pompa. Un utile accessorio è inoltre l’allarme visivo a LED posto nella zona frontale. Le unità Thermo-6 fanno invece a meno di una protezione separata per lo schermo, dal momento che quest’ultimo è caratterizzato Tutte le informazioni in un unico colpo d’occhio: il nuovo touchscreen da sette pollici abbina diverse funzionalità, come velocità operativa e rapidità d’accesso, all’ottima estetica. Un sistema di assistenza intelligente supporta l’utente durante la messa in servizio, l’ottimizzazione energetica e il monitoraggio di processo

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| MATERIALI E APPLICAZIONI

Gli inter ni auto del f ut ur o: dai display mult if unzionali 3D ai materiali “ v egani” per i sedili

Materiali plastici per una mobilità integrata e totalmente in rete In collaborazione con i propri partner industriali, Covestro ha sviluppato un nuovo concetto per l’auto del futuro, che si basa su: display 3D multifunzionali e perfettamente integrati, maggiore privacy grazie a materiali espansi fonoassorbenti, tessuti per sedili in PU di alta qualità e basso impatto ambientale e nuovi piani d’appoggio modulari A CURA DI R I CCA R D O A M P O L L I NI

L’ Dal momento che il sedile del conducente va ben oltre la sua classica funzione, gli interni delle vetture potranno essere completamente ridisegnati

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auto del futuro sarà totalmente connessa in rete e s’integrerà perfettamente nella vita di tutti i giorni man mano che le tendenze della mobilità elettrica, della connettività e del car sharing inizieranno a ridefinire i canoni d’utilizzo dei veicoli. Gli interni, in particolare, subiranno cambiamenti rivoluzionari, diventando spazi di vita e di lavoro multifunzionali. Per stare al passo con le nuove tendenze, Covestro collabora con diversi partner allo sviluppo di una concezione avanzata d’automobile. “Le materie plastiche e le tecnologie svolgeranno un ruolo chiave nel design della plancia del futuro”, ha dichiarato Jochen Hardt, vicepresidente Global Marketing Mobility di Covestro e coordinatore del progetto. “La nostra concezione onnicomprensiva offre materiali innovativi per le diverse funzionalità, il comfort e il design, rispondendo allo stesso tempo alle richieste dell’industria automobilistica in tema di differenziazione del marchio, maggiore efficienza e leggerezza strutturale”. Tale concezione prevede, tra l’altro, sistemi di infotainment multisensoriali, sedili innovativi e un guscio fonoisolante. I materiali high-tech di Covestro aprono naturalmente nuove possibilità per svariati componenti degli interni auto dei prossimi anni.

Il display reinventato L’auto del futuro sarà uno spazio di vita e di lavoro mobile multifunzionale. Per questo, i display e la strumentazione di bordo assumeranno un significato completamente nuovo, divenendo veri e propri sistemi di infotainment, per fornire appunto informazioni o semplice intrattenimento, a seconda delle esigenze. In collaborazione con un partner attivo in questo settore, Covestro ha quindi lavorato per sviluppare un display che soddisfacesse i più elevati requisiti in termini di standard progettuali, qualità ottica e durata. Il risultato è il più grande display tridimensionale a OLED (Organic Light Emitting Diodes) mai prodotto finora, che funge da interfaccia integrata senza soluzione di continuità tra esseri umani e automobile. Per la produzione di questo componente così complesso, Covestro ha impiegato due suoi diversi materiali: il policarbonato Makrolon Ai e il film in policarbonato Makrofol, che consentono di fabbricare componenti dalle geometrie complesse di buona qualità e molto resistenti. L’elevata purezza ottica dei polimeri assicura che il display a OLED fornisca colori vivaci evitando che la superficie curva provochi una distorsione delle immagini. Un’ingegnosa combinazione di tecnologie di produzione garanMACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


tisce il design e la durata, mentre la superficie, la forma, le caratteristiche tattili e l’estetica del componente possono essere adattati individualmente ai desideri del cliente.

Tranquillità e privacy in un piccolo spazio La mobilità a bassa rumorosità è diventata realtà con l’auto elettrica. Ciononostante, i passeggeri non vengono del tutto isolati acusticamente dall’ambiente esterno. Anzi, in un veicolo elettrico il rumore del traffico stradale arriva alle orecchie ancora più intenso e, a una velocità di 30 km/h o anche meno, il rumore provocato dal rotolamento degli pneumatici si fa così forte che il livello totale di rumorosità diventa paragonabile a quello di un’auto con motore a combustione interna. Di conseguenza, la necessità di abbattere il rumore rimane un elemento centrale. Per raggiungere quest’obiettivo, Covestro ha messo a punto il PrivacyDome: una sorta di guscio che si attiva automaticamente sopra la testa del singolo passeggero e lo isola dai rumori esterni. Per realizzarlo è stato utilizzato il sistema poliuretanico Baynat, che si è dimostrato altamente efficace per l’insonorizzazione degli interni. Oltre a godere di pace e tranquillità indipendentemente dagli altri occupanti, l’integrazione degli altoparlanti nel sistema PrivacyDome consente al passeggero di selezionare singoli brani musicali e addirittura di farsi cullare da suoni rilassanti come quello delle onde che s’infrangono sulla spiaggia.

Oggi, invece, il quadro è cambiato: nel momento dell’acquisto, i clienti si concentrano maggiormente sulla presenza di materiali sostenibili o con la minore impronta possibile di carbonio. Per rispondere a questa esigenza, Covestro ha sviluppato la tecnologia Insqin a base acquosa per un rivestimento poliuretanico dei tessuti che sia sostenibile, efficiente e permanente. Rispetto al vecchio processo di “coagulazione” con solventi, questa tecnologia non solo consente di risparmiare fino al 95% di acqua e fino al 50% di energia, ma gli interni del veicolo risultano altresì significativamente meno inquinati dalle emissioni di composti organici volatili (VOC) liberati dai tradizionali sistemi a base di solventi. Come alternativa alla pelle naturale, i prodotti Insqin offrono anche ulteriori vantaggi: grazie al minor peso, permettono di ridurre il consumo di carburante o di elettricità; sono inoltre durevoli, sostenibili e riciclabili. Consentono infine di personalizzare il colore, il tocco e la permeabilità alla luce delle superfici. Poiché l’effetto traslucido è possibile anche con i colori scuri, le spie luminose o i pulsanti possono essere facilmente installati al disotto della superficie della plancia: premere un pulsante diventa così un’esperienza unica.

Un piano d’appoggio modulare per l’auto del futuro

Oltre a divenire uno spazio multifunzionale, l’auto del futuro dovrà essere naturalmente confortevole e piacevole alla vista. Covestro compie un ulteriore passo avanti in questa direzione con Maezio: un composito termoplastico rinforzato con fibre continue (CFRTP), estremamente robusto e leggero, che offre anche l’opportunità di progettare design d’alta qualità in termini estetici. Ne è un esempio il piano d’appogAll’interno del PrivacyDome, un guscio fonoisolante gio modulare e salvaspazio, che si attiva automaticamente, il sistema in poliuretano per veicoli a guida autonoBaynat di Covestro garantisce un efficace assorbimento ma, sviluppato da Covestro acustico in collaborazione con Engel Austria e Schneider UnternehmensgrupMateriali “ vegani” per i sedili pe, in qualità fornitore diretto dell’induSolo pochi anni fa, gli “interni in pelle” stria automobilistica. erano associati ai veicoli di fascia alta, L’obiettivo del progetto era quello di reaespressione di qualità ed esclusività. lizzare un piano d’appoggio di dimension. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

ni normali ma che fosse sottile come un Ultrabook e che potesse essere riposto altrettanto facilmente, ad esempio tra i sedili posteriori, garantendo inoltre elevata resistenza meccanica. Il piano realizzato misura 41 x 32 cm e ha uno spessore che va dai 5 mm del bordo esterno ai 10 mm della parte interna: meno della metà rispetto ai piani convenzionali. La predisposizione per il successivo montaggio delle cerniere e l’integrazione dei vassoi per penne e tablet già nel processo di stampaggio riduce il numero dei componenti e il peso del manufatto finale. Il piano presenta una struttura a sandwich in cui gli strati esterni, spessi 1 mm, sono in composito a base di policarbonato, mentre quello interno (core) è invece in poliuretano espanso rigido Baydur 20 a bassa densità. Con un peso di soli 690 g, il piano d’appoggio è due volte più ampio di un modello convenzionale e, inoltre, ha una portata di 50 kg invece dei normali 5 kg. Il processo di produzione è stato messo a punto all’interno del laboratorio LIT Factory dell’Istituto di Tecnologia di Linz, in Austria, presso l’università Johannes Kepler. Qui, con l’aiuto della digitalizzazione, è possibile identificare e sfruttare in modo ottimale tutte le potenzialità che vanno dallo sviluppo del prodotto al suo riutilizzo. Una seconda fase del progetto mira a consentire una produzione su larga scala regolare ed economica del piano d’appoggio e a trasferire il know-how acquisito ad altre applicazioni nell’ambito dei compositi CFRTP.

Uno dei risultati della nuova concezione di Covestro è il più grande display tridimensionale a OLED mai prodotto finora, che può fungere da interfaccia tra persone, auto e mondo esterno senza soluzione di continuità

La tecnologia Insqin a base acquosa per il rivestimento dei tessuti off re il medesimo look attraente della pelle, ma a un costo inferiore e con ridotte emissioni di solventi. Inoltre, consente alla luce di passare attraverso la superficie rivestita, creando un nuovo genere d’illuminazione ambientale

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Hexagon Manufacturing Intelligence

Tecnopolimeri nel X X I secolo

Poliammidi per una mobilità più sostenibile Dati esaurienti in termini di prestazioni ed LCA infondono fiducia nelle aziende che utilizzeranno Technyl 4earth, la PA66 sostenibile di Domo Chemicals

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A CURA DI R I CCA R D O A M P O L L I NI

ata da un’azienda a conduzione familiare e con sede in Belgio, Domo Chemicals può contare oggi su circa 2200 dipendenti in tutto il mondo e su un portafoglio completo di prodotti a base di poliammidi 6 e 66 destinati a vari settori industriali, inclusi intermedi, fibre ad alte prestazioni, film per imballaggi e prodotti petrolchimici. Lo scorso novembre la società ha annunciato l’introduzione di nuove schede materiale sulla propria piattaforma MMI Technyl Design per la simulazione predittiva avanzata. Tali schede sono volte ad accelerare l’adozione dell’innovativa linea di poliammidi riciclate ad alte prestazioni Technyl 4earth, a marchio registrato, e aiuteranno i produttori a progettare componenti più leggeri e all’insegna del risparmio sui costi. Con numerose industrie inclini a ridurre la propria impronta ambientale, la domanda di materie plastiche riciclate cresce in misura esponenziale. Tuttavia, fino a poco tempo fa il rendimento, spesso

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disomogeneo, di tali materiali ne aveva ostacolato l’adozione nelle applicazioni più esigenti. Fornendo elevate prestazioni e maggiore qualità rispetto alla tradizionale PA66 riciclata, Technyl 4earth ha invece aperto le porte a un ampio ventaglio di nuove applicazioni volte a soddisfare anche i requisiti tecnici più severi.

Simulazione predittiva avanzata Se i costruttori automobilistici scelgono di adottare poliammidi ecocompatibili in sostituzione dei metalli, gli ingegneri devono però riporre fiducia nelle prestazioni di tali materiali. Grazie agli strumenti di MMI Technyl Design (modellazione multiscala, simulazione dello stampaggio a iniezione e delle prove meccaniche), gli ingegneri possono comprendere il comportamento delle PA riciclate in situazioni reali prima di avviare la produzione di nuovi componenti. La piattaforma predittiva MMI Technyl Design attinge al vasto database Domo di dati essenziali sulle proprietà dei ma-

teriali al fine di aiutare i team ingegneristici a progettare componenti più leggeri e all’insegna del risparmio dei costi, avvalendosi delle poliammidi Technyl. La soluzione è agevolata da Digimat, un soft ware di modellazione sviluppato e supportato dagli esperti in ICME (Integrated Computational Materials Engineering) della divisione Manufacturing Intelligence di Hexagon. Tale soft ware, attingendo informazioni proprio dalle schede materiale di Domo, consente di simulare un’ampia gamma di condizioni d’esercizio per anticipare con precisione le prestazioni dei componenti realizzati tramite stampaggio a iniezione.

Gamma completa di modelli Per sostenere un’adozione più ampia delle poliammidi riciclate, è indispensabile una gamma più esaustiva di modelli comportamentali di tali materiali. Per questo, in Digimat sono stati creati non meno di 700 modelli per i gradi Technyl 4earth A4E 218 V30, V35 e V50 BK, MACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


42000 documenti disponibili in Digimat, che coprono più di 50 materiali a base di PA6 e PA66. Inoltre, queste schede materiale non si limitano esclusivamente al carico statico, ma coprono anche simulazioni di collaudo con diversi parametri dinamici. I documenti presenti nel database vengono messi a disposizione dei clienti che hanno accesso a Digimat MX (la piattaforma Material eXchange di Hexagon che consente di richiedere modelli convalidati di materiale direttamente all’interno del software); in alternativa, Domo può eseguire la simulazione per conto del cliente. Il database Digimat copre un’ampia varietà di materiali vergini e riciclati, e i documenti possono essere classificati in base a vari tag, relativi per esempio all’ecocompatibilità dei materiali o al fatto che derivino, oppure no, da materiali post consumo.

Soluzioni sostenibili Technyl 4earth La gamma di tecnopolimeri Technyl 4earth a base di PA66 è frutto del progetto Move4earth sostenuto dal programma LIFE+ della Commissione Europea. Un processo brevettato trasforma gli scarti di tessuto tecnico, come quelli derivanti dalla produzione di airbag, in poliammide di prima qualità. A detta del suo produttore, Technyl 4earth offre proprietà paragonabili a quelle di un’equivalente

Hexagon Manufacturing Intelligence

in modo che i tecnici possano valutare le prestazioni dei componenti integrando un materiale modello nei loro strumenti standard per il CAE (Computer Aided Engineering). I gradi A4E 218 sono PA66 riciclate al 100%, termostabili e rinforzate con fibre di vetro rispettivamente al 30, al 35 e al 50%. Questa vasta gamma di modelli permette ai tecnici di eseguire simulazioni che coprono un’ampia serie di condizioni ambientali e casi di carico, tra cui la predizione di anomalie, l’analisi modale (modi di vibrazione), il comportamento all’impatto, il rumore e la durezza (NVH), nonché la dilatazione termica. Inoltre, è disponibile l’analisi del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Analysis) del prodotto. “Se i modelli comportamentali dei materiali sono eccessivamente semplificati, non si dispone di dati sufficienti e gli OEM saranno meno inclini ad adottare la tecnologia”, afferma Alexandre Chatelain, responsabile Simulation Models Database presso Domo Chemicals. “Ecco perché forniamo modelli predittivi che consentano agli ingegneri di utilizzare strumenti CAE al fine di ottimizzare i loro progetti e trarre il maggior vantaggio possibile dai nostri polimeri. Di conseguenza, infondiamo loro anche maggiore fiducia in tali materiali”. Nel corso degli anni, Domo ha così istituito uno dei più grandi database nell’industria delle materie plastiche, con oltre

PA66 vergine, ma, rispetto a quest’ultima, può ridurre le emissioni di CO2 del 41%, il consumo energetico del 60% e il consumo idrico fino al 79%, come confermato dall’analisi del ciclo di vita del materiale. La tecnologia di riciclo di Domo garantisce sia una qualità uniforme del materiale sia una maggiore sostenibilità anche in applicazioni a elevate prestazioni, come, ad esempio, quelle per i settori dei componenti auto, degli elettrodomestici, dei beni per il largo consumo o per l’industria. Lo sviluppo di soluzioni a base di PA riciclata è parte integrante della strategia Domo orientata alla sostenibilità. L’azienda si è infatti impegnata ad aumentare del 20% le applicazioni sostenibili, a ridurre del 20% l’impronta di carbonio dei suoi prodotti e a incrementare del 50% le soluzioni circolari.

Simulazione dei materiali rinforzati con fibre

Nov ità nel mondo delle poliammidi

Oggi Domo è distributore unico di Technyl a livello globale Dopo aver acquisito la divisione European Performance Polyamides di Solvay nel 2020, ora Domo produce e commercializza in via esclusiva sul mercato internazionale il marchio Technyl, che vanta quasi 70 anni d’esperienza. I materiali a base di PA6 e PA66 a marchio Technyl includono compound a elevata resistenza termica e chimica, soluzioni per l’alleggerimento (sostituzione di metalli o termoindurenti), tecnopolimeri ignifughi per la protezione elettrica, materiali estetici e nuove soluzioni per l’estrusione e la resistenza all’attrito o all’usura. Nel settore della mobilità elettrica, oltre

n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

alla gamma Technyl Orange studiata per componenti e cavi ad alta tensione, Domo offre una gamma completa di materiali progettati per garantire elevate prestazioni meccaniche (e in particolare la resistenza all’impatto), resistenza all’idrolisi e proprietà ignifughe ai componenti delle batterie. A questi si aggiunge la gamma ecosostenibile Technyl 4earth, già citata in questo articolo. Inoltre, dall’inizio di quest’anno tutti i tecnopolimeri a marchio Domamid, Econamid e Thermec sono stati riuniti anch’essi sotto l’unico brand Technyl. L’introduzione di Technyl su scala globale consentirà a Domo di essere

riconosciuta quale azienda leader a livello internazionale nel campo delle poliammidi e delle soluzioni per importanti megatrend quali: mobilità elettrica, sostenibilità e riduzione delle emissioni, promozione della circolarità. I suoi clienti potranno infine contare sulla piattaforma Domo Service Hub, che offre servizi come, ad esempio: simulazione predittiva, prototipazione e test di validazione per le applicazioni finali.

Il portafoglio completo Technyl è ora disponibile ai clienti di tutto il mondo e comprende marchi prominenti come Technyl 4earth, Technyl Star e Technyl Protect

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| MATERIALI E APPLICAZIONI NEWS R esina ad alte pr estazioni per la stampa 3D

Componenti duraturi anche nel caso di sollecitazioni meccaniche elevate Verso la fine dello scorso anno 3D Systems ha reso disponibile sul mercato l’innovativa resina acrilica Accura AMX Rigid Black. Resistente e progettata per l’uso con la tecnologia di stereolitografia (SLA) dell’azienda, a detta della stessa 3D Systems si tratta del primo materiale che consente di realizzare parti su larga scala mediante la manifattura additiva con risoluzione, precisione e qualità della superficie di livello eccezionale. È inoltre in grado di sopportare difficili condizioni d’utilizzo meccanico prolungato. Per garantire tali prestazioni, è stato collaudato per otto anni d’utilizzo in ambienti interni e per un anno e mezzo in ambienti esterni, verificando anche la stabilità dei pezzi stampati in 3D. La qualità della superficie eguaglia quella dei pezzi stampati a iniezione e fornisce prestazioni di resistenza alla sollecitazione/deformazione simili a quelle dei polimeri termoplastici standard. Inoltre, le spiccate proprietà isotropiche di Accura AMX Rigid Black aumentano la ripetibilità e la precisione dei componenti. La soluzione completa per la produzione additiva di 3D Systems, comprendente il materiale Accura AMX Rigid Black, la tecnologia SLA, il software 3D Sprint e i relativi servizi di progettazione, permette alle aziende di diversi settori, quali: automobilistico, motorsport, beni di largo con-

sumo, subfornitura di parti tecniche personalizzate, di soddisfare in tempi brevi una vasta gamma di esigenze produttive. Questa recente innovazione è stata in parte ispirata ai requisiti delle applicazioni di produzione avanzata di Toyota Gazoo Racing (TGR). Nel 2019, infatti, 3D Systems aveva siglato una partnership con TGR per sviluppare soluzioni produttive innovative volte a rivoluzionare la progettazione e la produzione nel settore automobilistico. TGR aveva già maturato una vasta esperienza nell’uso dei materiali Figure 4 di 3D Systems e, in particolare, era rimasta colpita dalle proprietà meccaniche di Figure 4 Pro-BLK 10. Tuttavia, intendeva realizzare uno staffaggio per la fresatura CNC di dimensioni superiori rispetto alle dimensioni normalmente supportate dalle stampanti Figure 4. Quindi, come spiega Alexander Liebold, capogruppo Ingegneria della produzione e tecnologie del futuro di TGR: “Grazie ad Accura AMX Rigid Black, abbiamo conseguito un risparmio del 90% in termini di tempo e del 60% in termini di costi rispetto al precedente processo manuale, per un lotto di 40 pezzi. A differenza di altre tecnologie di produzione additiva, le parti ottenute con Accura AMX Rigid Black presentano profili laterali molto lisci ed eccellenti proprietà isotropiche, aspetti fondamentali per garantire la precisione di maschere e staffaggi costantemente in uso. Ora possiamo creare qualsiasi componente di grandi dimensioni e avere la certezza che funzionerà nel modo auspicato e per tutto il tempo necessario”.

La resina ad alte prestazioni Accura AMX Rigid Black consente di costruire tramite SLA componenti strutturali di grandi dimensioni per diversi settori, quali l’automotive, come la griglia mostrata in foto

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Microsfere di vetro

Ecologiche ed economiche Prodotte dalla società tedesca Magnesia, le cariche minerali MagSpheres sono particolarmente sostenibili in quanto si basano su materie prime naturali, come vetro riciclato, materiali di upcycling e perfino vetro vulcanico. Non sono inoltre ottenute attraverso processi chimici di sintesi, bensì esclusivamente mediante la trasformazione delle materie prime. Grazie a MagSpheres, Magnesia riesce così a soddisfare l’esigenza di offrire materiali sostenibili con un bilancio di CO2 il più equilibrato possibile. Le cariche minerali MagSpheres hanno dimensioni microscopiche, una forma sferoidale e sono riempite d’aria per essere più robuste e resistenti al calore. Sebbene possano conferire nuove proprietà al polimero che le contiene, non ne influenzano necessariamente le proprietà, se utilizzate in quantità appropriate. Inoltre, contribuiscono a ridurre l’impiego di materie prime o di leganti dannosi per l’ambiente. Solo per fare un esempio, il prezzo per centimetro cubo di MagSpheres Serie G è inferiore ai prezzi delle resine epossidiche e acriliche, rispettivamente del 23% e del 39% (vedi figura 1). Quindi ogni centimetro cubo di MagSpheres utilizzato al posto dei leganti riduce i costi e favorisce un impiego più sostenibile delle materie prime. Queste innovative microsfere di vetro vengono commercializzate da Magnesia già da metà 2020, ma la società ha ottenuto i diritti di marchio internazionale solo nel settembre del 2021. Attualmente, la gamma MagSpheres comprende sei diverse serie di prodotti, che ora possono essere commercializzati a livello internazionale con un marchio riconoscibile. Thomas Luckow, direttore vendite di Magnesia e responsabile delle cariche leggere, descrive così gli obiettivi dell’azienda: “Abbiamo puntato fin dal principio a offrire consulenze in materia di cariche leggere e, allo stesso tempo, sui prodotti più innovativi e sostenibili in questo segmento. Grazie all’ottenimento dei diritti di marchio, ora possiamo gettare le basi per un marketing mirato dei prodotti, acquisendo maggiore visibilità sul mercato”. Nel frattempo, al fine di fornire la migliore consulenza possibile in questo periodo ancora segnato dalla pandemia, Magnesia sta inviando valigette contenenti i campioni di tutti i prodotti MagSpheres complete di un workshop individuale in cui Thomas Luckow e il suo team illustrano le proprietà dei vari materiali e offrono consigli riguardo alle rispettive applicazioni. Prezzo/cm 3 normalizzato (Peso specifico)

Resina acrilica

Resina epossidica

MagSpheres Serie G

Fig. 1 - Prezzo per centimetro cubo di MagSpheres Serie G in confronto ai prezzi delle resine acriliche ed epossidiche

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LSR per la mobilità elett rica

Produzione più veloce e flessibile con la reticolazione a bassa temperatura Tra i nuovi sviluppi presentati da Momentive Performance Materials a Fakuma 2021 vi sono due gradi termoconduttivi di silicone liquido (LSR) progettati per l’impiego alle alte temperature: NL9360 ed NL9330 sono particolarmente adatti per disperdere grandi quantità di calore, per esempio dai componenti sensibili alle alte temperature utilizzati in applicazioni elettroniche. Sono quindi ideali per la produzione di parti di azionamenti o di componenti per la ricarica dei veicoli elettrici. Il grado NL9360, con una durezza di 60 Shore A, è ottimizzato per lo stampaggio a iniezione e coniuga brevi tempi di lavorazione con stabilità e flessibilità elevate. Inoltre, è caratterizzato da una bassa compressione residua, pari solo al 10%. La conduttività termica è di 1,5 W/mK, circa cinque volte l’LSR convenzionale. NL9330 è un grado LSR con le medesime prestazioni di conduttività termica, una durezza di 30 Shore A

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e una compressione residua ancora minore (9%), sviluppato anche per lo stampaggio a iniezione. Entrambi i gradi sono adatti alla produzione di pastiglie e guarnizioni termoconduttive, nonché per le unità di raffreddamento collocate nel vano motore degli autoveicoli. Consentono inoltre di ridurre l’impiego di risorse e assicurano una facile manutenzione, grazie al peso ridotto e alla lunga durata rispetto ad altri materiali. Altrettanto innovativo è il silicone liquido LTC-LSR, che reticola già a bassa temperatura (110°C) pur rimanendo lavorabile a temperatura ambiente per un prolungato periodo di tempo. I test dimostrano che la temperatura dello stampo può essere così ridotta di 30°C senza dover prolungare il tempo di riscaldamento. In alternativa, è possibile ridurre il tempo di reticolazione fino al 45% rispetto a un LSR standard, come Silopren LSR 2050. Questa caratteristica apre la strada a nuove com-

Presso il suo stand a Fakuma 2021, Momentive ha dimostrato dal vivo la trasformazione in mini frisbee del nuovo LTC-LSR, che reticola a più bassa temperatura

binazioni per i materiali LSR, ad esempio con le resine termoplastiche sensibili alla temperatura. Inoltre, non è richiesto un successivo rinvenimento. Il tempo di produzione dei pezzi viene così abbreviato e si riduce il rischio di bruciature durante l’estrazione. Una volta miscelati i componenti A e B, la gomma LTC-LSR può essere conservata per oltre una settimana e quindi lavorata a temperatura ambiente, offrendo così un’elevata flessibilità di progettazione e di lavorazione. Presso il suo stand a Fakuma, Momentive ha dimostrato la lavorazione del nuovo silicone stampando particolari mini frisbee a parete spessa su una pressa a iniezione elettrica Allrounder 470 A, fornita da Arburg e dotata di uno stampo di ACH Solution. Il soft ware di simulazione Sigmasoft ha supportato la dimostrazione visualizzando i vantaggi del nuovo materiale.

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NOTI ZI AR I O DEI COM POSI TI

DI K I M SJ Ö DA H L*

Non provereste mai a potare delicatamente un bonsai con una motosega, anche se potrebbe risultare un’esperienza divertente per alcuni. Questo principio può sembrare ovvio, ma ci sono molti campi in cui la scelta dello strumento giusto è un ingrediente essenziale per il successo. Nel settore dei materiali compositi, per esempio, i trasformatori richiedono spesso la fibra di carbonio, quando in realtà le alte prestazioni della fibra di vetro sarebbero più che adatte alle loro esigenze

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L

a fibra di carbonio è spesso acclamata come il materiale del futuro. Quando le persone pensano alla fibra di carbonio, immaginano probabilmente automobili sportive con porte che si aprono verticalmente o, se si focalizzano sull’industria, pale di turbine eoliche più lunghe di quanto si potesse immaginare in precedenza. Per la maggior parte dei produttori operanti nel settore dei materiali compositi, la fibra di carbonio è quel materiale che suscita l’interesse dei clienti e dei loro progettisti nei confronti dei fibrorinforzati… prima che si rendano conto che altre soluzioni, come la fibra di vetro, possono essere più adatte al loro scopo. Molte auto sportive, bici da strada e racchette da tennis professionali vengono oggi realizzate con compositi fibrorinforzati al carbonio. Questo perché tali applicazioni richiedono un materiale a bassa densità e con un’elevata resistenza a trazione per massimizzare i vantaggi in termini di peso. Tuttavia, ciò non significa

che la fibra di carbonio sia perfetta per ogni applicazione.

Brindiamo alle qualità del vetro In molti casi, quando i progettisti sono alla ricerca di una particolare fibra di carbonio, il materiale che meglio si adatta alle loro esigenze è, invece, la fibra di vetro. Si potrebbe dire, infatti, che la fibra di vetro, la cui ideazione risale a prima della Seconda Guerra Mondiale, sia stata in assoluto il primo materiale ad alte prestazioni. Ha inoltre dimostrato la sua utilità più e più volte, dall’uso nei profili dei telai di porte o finestre ai pali telescopici, dalle applicazioni automobilistiche fino ai giunti ferroviari e ai radome per telecomunicazioni. Se si ha l’impressione che la fibra di vetro sia riservata unicamente alla realizzazione di imbarcazioni, potrebbe essere il momento di dare un’occhiata a tutto ciò che si può invece realizzare con questo eccellente materiale.

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI

La fibra di vetro è caratterizzata da un’ottima resistenza alla trazione, superiore a quella di molti metalli. È anche un ottimo isolante, con un coefficiente di dilatazione termica molto basso, ed è resistente alla corrosione e agli agenti atmosferici. Per esempio, anelli di precompressione (PCR) in composito rinforzato con fibra di vetro vengono utilizzati addirittura per tenere insieme il reattore Iter per la fusione nucleare in stile tokamak, attualmente in fase di sviluppo e frutto della collaborazione di ben 35 paesi. Il reattore a fusione Iter utilizza gli anelli PCR per assorbire la deformazione e la “fatica” dei magneti che tengono in posizione il plasma, il quale si riscalda fino a 150 milioni di gradi centigradi. La fibra di vetro è stata scelta per gli anelli PCR per via delle sue specifiche ed elevate prestazioni meccaniche. La fibra di vetro ha inoltre resistito alla prova del tempo. Infatti, nonostante i suoi primi impieghi risalgano alla Seconda Guerra Mondiale, questo materiale non è stato ancora sostituito con un’alternativa migliore. Ciò è dovuto in gran parte alle sue caratteristiche meccaniche, unite al costo competitivo e al fatto che consente una notevole flessibilità di progettazione.

Scegliere il materiale migliore richiede una chiara comprensione di tutti gli aspetti relativi all’applicazione desiderata e alle specifiche del prodotto finale. Quindi, per prima cosa, i tecnici di Exel lavorano insieme al cliente per comprendere appieno tali aspetti. Sulla base delle considerazioni emerse, il fornitore di compositi dovrà utilizzare la sua esperienza in materia di scienza dei materiali per progettare il prodotto composito ideale. Questa prima discussione dovrà anche tener conto dei costi, soprattutto perché la fibra di carbonio ha un prezzo superiore rispetto a quella di vetro. La personalizzazione di un composito potrà poi riguardare una specifica miscela di fibre usata per conferire determinate proprietà, la gestione dell’allineamento delle fibre stesse, la formulazione della resina e così via. Un tubo con fibra di vetro, per esempio, potrebbe richiede-

re un rinforzo aggiuntivo lungo un lato; in questo caso, le fibre di carbonio potrebbero essere strategicamente incorporate nel tubo insieme alla fibra di vetro in fase di produzione, al fine di creare una robusta struttura ibrida che soddisfi i requisiti di progettazione, considerando al contempo l’ottimizzazione dei costi. In sintesi, poter contare sullo strumento più corretto da utilizzare è importante sia quando si cerca di potare un bonsai sia quando si deve aggiornare un pezzo per un’infrastruttura. Anche se può sembrare più interessante utilizzare la fibra di carbonio, a volte la scelta di un materiale di fascia più bassa può essere l’opzione migliore per il compito da svolgere.

Fibre di vetro e fibre di carbonio “ vis-à-vis”

*Vicepresidente senior del segmento Ricerca & Sviluppo e Tecnologie presso Exel Composites

Soluzioni su misura Con i materiali compositi, è anche importante tener presente che la scelta non è di tipo binario. L’azienda Exel Composites, per esempio, offre un’ampia gamma di prodotti a base di materiali compositi ottenuti tramite pultrusione, o pullwinding (pultrusione preceduta dall’avvolgimento delle fibre), utilizzando fibra di carbonio, fibra di vetro, oppure soluzioni ibride, che prevedono l’uso combinato sia di fibre di carbonio che di vetro. n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

Profili pultrusi rinforzati con fibre di carbonio

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| BREVI NEWS Olt r e 500 component i stampat i in 3D per la Lot us 62-2

Quando lo stile degli Anni Sessanta incontra la tecnologia del XXI secolo Il produttore di soluzioni per la stampa 3D Stratasys ha collaborato recentemente con il marchio automobilistico di lusso Radford per stampare in 3D oltre 500 componenti per il lancio della Lotus Type 62-2. La costruzione di questa supercar in stile un po’ retrò ha offerto il palcoscenico ideale per l’impiego delle avanzate tecnologie di stampa 3D dalla progettazione alla prototipazione, dall’attrezzaggio alla fabbricazione di componenti per la produzione stessa, utilizzando le tecnologie FDM, PolyJet e stereolitografia di Stratasys. Per produrre i primi due esemplari della 62-2 sono stati stampati in 3D più di 500 componenti presso il Radford Studio, la società di design e ingegneria automobilistica Aria Group e il centro di Direct Manufacturing di Stratasys. Utilizzando il software per la gestione del flusso di lavoro del GrabCAD Shop di Stratasys, il team di Radford ha pianificato e monitorato la stampa 3D in cinque diverse sedi sparse nel mondo, utilizzando contemporaneamente una flotta di 20 stampanti Stratasys, comprendenti i modelli F900, F770, Fortus 450mc, F370 e J55, utilizzati per ottenere risultati differenti per ciascun pezzo. “Integrando la tecnologia di stampa 3D all’interno dei suoi laboratori, Radford è stata in grado di trasportare nel XXI secolo la produzione di questa supercar ispirata agli Anni Sessanta, con lo stile e le caratteristiche di fascia alta estremamente personalizzate che i clienti si aspettano da un veicolo di questo livello. Chiunque investe oggi in nuovi veicoli desidera infatti un maggiore livello di personalizzazione e la stampa 3D contribuisce a renderlo possibile”, ha dichiarato Pat Carey, vicepresidente esecutivo per la crescita strategica di Stratasys. Utilizzando diverse tecnologie e stampanti 3D, il team è stato in grado di produrre, per esempio, il grande e solido nucleo del parafiamma a sandwich in composito, realizzato in due metà sulla stampante F900 con resina Ultem 1010. Le due parti sono state poi assemblate per formare un pezzo unico, che è stato avvolto in fibra di carbonio senza l’uso di uno strumento per la stratificazione. Il design del parafiamma includeva elementi complessi da assemblare per gli altoparlanti interni, un supporto per il bocchettone del serbatoio del carburante e il vano bagagli. Inoltre, molti elementi esterni, come la scocca degli specchietti laterali, i condotti del radiatore e le prese d’aria della carrozzeria sono stati stampati tramite FDM in ASA e in PA12 rinforzata con fibre di carbonio. Mentre molte delle staffe di montaggio sono state realizzate, sempre mediante FDM, in PA12 fibrorinforzata al carbonio, in funzione di fattori quali: resistenza, ridotta tempistica del progetto e totale libertà di progettazione. Il costruttore di automobili e presentatore Ant Anstead mostra un pezzo stampato in 3D per la carrozzeria della Lotus 62-2, come racconta nel documentario “ Radford Returns” di Discovery+, che ha condotto insieme all’ex campione di Formula 1 Jenson Button

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Ripresa, resilienza e sostenibilità saranno i temi conduttori attraverso cui si dipaneranno i due giorni di Seatec e Compotec Marine, che, dopo lo stop forzato del 2021 dovuto alla pandemia, rappresentano un’occasione per innovare e arricchire un format che da 19 anni costituisce un punto di riferimento per gli operatori del settore

Due g ior ni dedicat i a tecnolog ie e materiali

Compotec diventa Compotec Marine e si focalizza sulla nautica Dopo l’interruzione forzata dello scorso anno a causa della pandemia, il 17 e il 18 marzo torna Compotec a Carrara Fiere, che cambia nome e diventa Compotec Marine, per focalizzare l’attenzione sull’impiego dei materiali compositi nel settore nautico, rinsaldando così lo stretto legame con Seatec (salone dedicato alla filiera dei prodotti e delle tecnologie per la nautica, in programma negli stessi giorni presso il medesimo quartiere fieristico) e contribuendo ad accentuare la vocazione nautica del distretto apuano-versiliese. Carrara Fiere è convinta che il nuovo indirizzo sarà recepito con interesse dall’industria di settore, accrescendo le opportunità per espositori e visitatori. La decisione è stata presa in seguito a un’attenta analisi del mercato e tenendo presente le richieste di molte aziende, mirando a offrire agli espositori la possibilità di ampliare la propria rete di contatti. Come da tradizione, Compotec Marine 2022 ospiterà convegni ed eventi dai contenuti tecnico-scientifici su temi di attualità, quali “Riciclo e riuso dei materiali”, “Design nautico e disabilità”, “Combustibili alternativi e motori ecosostenibili”, “Le concessioni

demaniali” (in collaborazione con Assonat), affrontati con il contributo di autorevoli esponenti dell’industria, del mondo accademico e del design di settore. Alle aziende identificate come “Green” verrà data una speciale visibilità in fiera e assegnato il premio “Greentec”, come riconoscimento al miglior prodotto e processo ecosostenibile. Nei medesimi giorni, il quartiere fieristico ospiterà anche il premio MYDA (Millennium Yacht Design Award), giunto alla sua diciottesima edizione e dedicato agli studi di progettazione e ai designer capaci di apportare, attraverso la propria creatività, contributi sostanziali allo sviluppo e all’innovazione delle imbarcazioni da diporto, a vela o a motore. I premi Qualitec Technology e Qualitec Design valorizzeranno invece le eccellenze delle aziende partecipanti e l’impegno della filiera della componentistica nell’offrire prodotti sempre più avanzati, sia tecnologicamente che esteticamente. L’evento fieristico sarà di tipo ibrido, consentendo anche la possibilità di stabilire incontri con le delegazioni che, a causa del Covid-19, non potranno ancora essere fisicamente a Carrara.

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI Cassetta por tatt r ezzi per autocar r o

Soluzione ibrida in plastica e composito Il colosso della chimica Sabic ha annunciato la sua collaborazione con Dongfeng Motors, uno dei principali produttori cinesi di autocarri, per lo sviluppo di una robusta e leggera cassetta ibrida portattrezzi. Il componente verrà realizzato in un unico processo combinando la resina Stamax, a base di polipropilene rinforzato con fibra di vetro lunga, e inserti di laminato composito in fibra di vetro continua. Il prodotto finito risulterà fino al 30% più leggero rispetto allo stesso componente in acciaio. La soluzione ibrida combina la resina Stamax di Sabic con inserti compositi termoformati utilizzando un nastro unidirezionale in PP rinforzato con fibra di vetro prodotta dalla cinese Qiyi Tech, società che sviluppa e produce compositi termoplastici rinforzati con fibre continue. Gli inserti laminati sono preriscaldati prima di essere inseriti nello stampo e sovrastampati con resina Stamax in una sola operazione, così da aggiungere rigidità e forza alle aree critiche del componente, permetten-

do di ridurne lo spessore di parete e conseguentemente il peso. Rispetto all’acciaio, materiale utilizzato solitamente per le cassette portattrezzi inserite negli autocarri, la soluzione ibrida in materiale composito espande le opzioni di progettazione, consente il consolidamento delle parti ed evita le operazioni secondarie, che possono aggiungere costi ed essere d’ostacolo alla produzione su vasta scala. Oltre alle cassette portattrezzi per autocarro, le applicazioni automobilistiche di questa soluzione ibrida a base di resina Stamax potranno potenzialmente comprendere: portelloni, sedili, moduli frontali e posteriori e alloggiamenti per batterie dei veicoli elettrici. L’uso di questa soluzione in composito può infine permettere ai produttori non solo di ridurre il peso del veicolo, ma anche di abbassare le emissioni di carbonio, controllare i costi attraverso l’eff icienza della produzione e ottenere prestazioni più elevate.

La soluzione messa a punto da Sabic e Dongfeng consente di ridurre il peso della cassetta portattrezzi da 6 a 4 kg, senza pregiudicarne la rigidità, la tenacità o la resistenza richieste per quest’applicazione di utilità pratica

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GLI SPONSOR DI ELASTICA GLI GLI SPONSOR SPONSOR DI DI ELASTICA ELASTICA

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LATI N° 182 LATI LATIN° N°182 182

Centro ACCREDIA per la Taratura di Centro Centro CentroACCREDIA ACCREDIAper perla laTaratura Taraturadi di Durometri Shore e IRHD Durometri DurometriShore ShoreeeIRHD IRHD Gibitre Srl Gibitre Instruments Gibitre Instruments GibitreInstruments InstrumentsSrl Srl Via 73 24126 Bergamo Via Dell’Industria 73 Via Dell’Industria ViaDell’Industria Dell’Industria73 73---24126 24126Bergamo Bergamo Tel.: 460146 Fax: 035 460687 Tel.: +39 035 460146 Tel.: +39 035 Tel.:+39 +39035 035460146 460146---Fax: Fax:035 035460687 460687 E-mail: info@gibitre.it E-mail: www.gibitre.it E-mail: info@gibitre.it E-mail:info@gibitre.it info@gibitre.it---www.gibitre.it www.gibitre.it

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IL MONDO DELLA GOMMA

LA RIVISTA DI


| DALL’ASSOCIAZIONE

Accor do A ssogomma - Aica

Smontagomme omologati da Cerisie secondo le linee guida di WDK Lo scorso gennaio Assogomma, Cerisie (Laboratorio Italiano Gomma) e AICA (Associazione Italiana Costruttori Autoattrezzature) hanno stipulato un importante accordo internazionale con WDK (Associazione dell’industria tedesca della gomma) per il riconoscimento del laboratorio Cerisie quale “centro prove” per l’esecuzione in Italia dei test relativi alla certificazione tedesca delle attrezzature per il montaggio e lo smontaggio di pneumatici UHP e Runflat. Insieme ai costruttori tedeschi di veicoli, cerchi e attrezzature, WDK ha studiato e messo a punto anni fa una specifica procedura di omo-

logazione riguardante le attrezzature destinate al montaggio degli pneumatici con le più alte prestazioni. Tale omologazione ha l’obiettivo di garantire che le macchine non possano danneggiare le parti degli pneumatici (con particolare riguardo a tallone e liner interno) durante il loro utilizzo da parte degli operatori. Si tratta di un capitolato tecnico che si è affermato da tempo sul mercato mondiale. Infatti, i costruttori tedeschi di auto prevedono come requisito obbligatorio che le macchine impiegate per il montaggio in primo equipaggiamento, ma anche per l’assistenza post vendita presso le rispettive reti commerciali, siano tutte omologate secondo la normativa WDK. Questo disciplinare è dunque diventato un importante requisito per l’accesso a buona parte del mercato globale da parte dei produttori di attrezzature e fino a oggi l’unica possibilità per ottenere la certificazione era quella di spedire ogni singola attrezzatura in Germania per le prove specifiche, oppure prevedere la trasferta in Italia dei team di esperti tedeschi per più giorni. L’accordo siglato da Assogomma e Aica, reso possibile grazie alla comprovata esperienza pluridecennale di Cerisie come laboratorio prove e alla condivisione con WDK, segna quindi un cambiamento totale per i produttori di autoattrezzature, che potranno ora effettuare in Italia la verifica della conformità dei loro prodotti, ottenendo il rilascio dei relativi attestati di certificazione e la documentazione tecnica. Veramente considerevole sarà quindi il risparmio in termini di tempo e risorse per i produttori italiani di autoattrezzature e tutto ciò ricopre ancor più importanza se si pensa al fatto che l’Italia è un paese leader a livello mondiale per la costruzione di queste apparecchiature. Il presidente di Aica, Mauro Severi, ha così commentato l’accordo: “Aica crede da sempre nell’importanza della collaborazione fra associazioni, sia a livello nazionale che internazionale. Quest’importante sinergia nell’ambito della filiera, oltre a offrire grandi La strumentazione utilizzata da Cerisie per i test relativi alla certificazione tedesca delle attrezzature per il montaggio e lo smontaggio degli pneumatici UHP e Runflat

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vantaggi alle nostre aziende associate, è un’ulteriore occasione per incentivare e promuovere la qualità dei prodotti che ha reso l’industria italiana delle autoattrezzature celebre a livello globale”. Il presidente di Assogomma e di Cerisie, Livio Beghini, ha invece dichiarato: “Assogomma è stata socia cofondatrice di Confindustria più di 100 anni fa e nel 1959 dell’Associazione europea della gomma. Le industrie della gomma associate rappresentano oggi oltre l’80% della forza lavoro impiegata nel nostro settore, con un trend in crescita. Il Cerisie è un asset di Assogomma e l’indirizzo del nuovo CdA è quello di essere sempre più vicini alle esigenze del settore in termini di internazionalizzazione, sostenibilità e circolarità. Quest’importante riconoscimento internazionale conferma la bontà degli indirizzi strategici di Assogomma e Cerisie in un’ottica di filiera sempre più allargata”.

Test su pneumatico presso il laboratorio Cerisie ELASTI CA | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


CERISIE RISPONDE | Appr of ondimento di caratter e tecnico-scient ifico

Origine dei difetti e cause di guasto nei manufatti in gomma La rubrica “ Cerisie risponde” si propone di fornire soluzioni, indicazioni e informazioni di carattere tecnico-scientifico che siano d’aiuto alle imprese per inquadrare meglio rischi e opportunità partendo dai problemi che incontrano nel loro lavoro quotidiano. Un approccio corale da parte dello staff del Laboratorio Italiano della Gomma, da sempre a disposizione delle aziende del settore

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a ricerca e l’identificazione delle origini delle cause di un guasto o di un difetto nei manufatti sono d’importanza prioritaria per le aziende che producono, stampano e commercializzano prodotti in gomma. La presenza di un difetto non è sempre causa di un guasto, ma la sua previsione e il relativo controllo permettono di minimizzare la possibilità che un guasto avvenga. L’insorgere di un guasto in un manufatto può anche essere fonte di controversie legali fra produttore, fornitore e cliente ed è per questo che diventa fondamentale identificarne l’origine e, se possibile, prevenirne la causa. A tale scopo è opportuno analizzare più nel dettaglio le possibili origini dei difetti e dei guasti di un manufatto (o, in alcuni casi, di un componente o del prodotto stesso) e chiarire la differenza tra un manufatto difettoso e uno guasto. Per manufatto difettoso s’intende una sua “non conformità a un requisito di progettazione/produzione e di stoccaggio”, che può derivare da un errore (vedi tabella 1, colonna di sinistra). Sebbene un difetto non conduca sempre a un guasto, è importante la sua individuazione a monte. Infatti, per guasto s’intende lo stato finale raggiunto da un manufatto (o prodotto/sistema) durante il suo utilizzo da parte dell’utente finale (o anche durante la produzione, o test, del prodotto contenente il manufatto), inteso come “anomalia che compromette l’idoneo funzionamento” (vedi tabella 1, colonna di destra). Questo articolo tratta quindi una delle problematiche più diffuse nel settore dei manufatti/articoli in gomma: l’esame di eventuali difettosità e la ricerca delle cause che portano a un guasto durante l’utilizzo. Il laboratorio Cerisie svolge da anni attività in questo settore, proponendo ai clienti un servizio sempre più rispondente alle esigenze specifiche delle aziende. Nei paragrafi che seguono vengono illustrati alcuni esempi sia di origine dei difetti sia di causa dei guasti, e si concluderà con il processo di valutazione che viene svolto presso il Cerisie.

n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | ELASTI CA

Alcuni esempi di origine dei difetti Scelta delle materie prime e formulazione La scelta della mescola più idonea per realizzare un manufatto specifico per una determinata applicazione non è un’attività semplice e raramente una mescola soddisfa pienamente tutti i requisiti necessari, in quanto occorre tener conto anche del complesso bilanciamento tra efficienza e costi produttivi. Infatti, possono influire negativamente sulle prestazioni del manufatto: un’errata scelta delle materie prime (polimero, cariche, acceleranti ecc.), sia per caratteristiche che per qualità, e/o un errato valore del loro “phr” (parts per hundred rubber) all’interno della mescola (errata formulazione). Un altro aspetto importante da prendere in considerazione potrebbe essere anche la possibile interazione complessa di

Gummiwerk Kraiburg

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| CERISIE RISPONDE

Fig. 1 - Esempio di manufatto difettoso

Fig. 2 - Difetti dovuti a un utilizzo improprio

TAB. 1 - DIFETTI E GUASTI Alcune origini dei difetti

Esempi di cause dei guasti

Progettazione del manufatto/prodotto in gomma

Manufatto/prodotto con difetto

Scelta delle materie prime e formulazione

Uso improprio, non rispondente alle specifiche date

Processo produttivo

Ambiente operativo non conforme alle specifiche

Condizioni di stoccaggio

differenti proprietà durante l’uso, come la necessità di cointeragire con acqua (molecola polare) e idrocarburi (molecole apolari). Ricordiamo, ad esempio, le applicazioni che usano interfacce gomma/metallo, mediante l’utilizzo di “primer”; quest’ultimi dovranno essere scelti accuratamente perché sono soggetti a precoce indurimento, con una conseguente riduzione della loro resistenza/adesione. Processo produttivo Eventuali errori in fase di produzione possono introdurre complicazioni che hanno un effetto negativo sulle prestazioni del prodotto. Per esempio, una non corretta dispersione delle materie prime può rendere la mescola non altamente omogenea, mentre la mancanza del rispetto dei tempi raccomandati e un errato valore della temperatura durante le varie fasi di mescolatura possono, in aggiunta, provocare un anticipo del processo di vulcanizzazione. Anche i processi di vulcanizzazione/stampaggio costituiscono step importanti, che devono essere condotti rispettando i parametri predisposti per un determinato tipo di manufatto. Condizioni di stampaggio non corrette e contaminazioni con particelle estranee, sia in fase di produzione che di stampaggio, rappresentano possibili origini di difetti. Condizioni di stoccaggio Può rappresentare un’origine di difetti anche un errato stoccaggio in magazzino delle mescole in attesa della vulcanizzazione/stampaggio e/o dei manufatti finiti e, quindi, incorrere in un loro invecchiamento precoce diventando meno performanti, o addirittura inefficienti, quando saranno poi utilizzati. È bene ricordare che le proprietà fisico-meccaniche della gomma dipendono sia dal tempo che da: condizioni ambientali, temperatura, umidità, luce, ossigeno e ozono. Quindi, l’esposizione ad ambienti non idonei può peggiorare le caratteristiche di una mescola o di un manufatto in gomma. Su quest’ultimo, per esempio, può causare variazione di durezza o creare screpolature, rendendolo inadatto all’uso finale e riducendo significativamente la sua durata.

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Alcuni esempi di cause dei guasti Uso improprio Un errato uso del manufatto in gomma, o della strumentazione e/o linea di produzione nella quale è installato, può essere un motivo di danneggiamento. In tal caso, può compromettere l’efficienza dei macchinari di un impianto, oppure danneggiare le sue apparecchiature, rallentando o arrestando la produzione. Basti immaginare delle guarnizioni che possono causare perdite durante il funzionamento di un impianto industriale. Un ulteriore uso improprio riguarda l’utilizzo del manufatto oltre il tempo di vita stimato. Per esempio, nei prodotti in cui l’aspetto estetico è importante, anche un deterioramento dell’aspetto esteriore del manufatto in gomma può essere considerato un guasto, come la variazione di colore a causa di una sovraesposizione alla radiazione solare oltre il tempo considerato in fase progettuale. Ambiente operativo non conforme Un altro processo di degradazione che può portare a un guasto di un manufatto può avvenire durante il suo utilizzo in un ambiente operativo non più conforme alle specifiche progettuali: • il contatto termico del manufatto in elastomero con un elemento del sistema in cui è inserito, che per un suo malfunzionamento si trova a una temperatura superiore a quella di progetto (degradazione termica accelerata); • valori superiori dell’intensità di radiazione e/o della concentrazione di alcune specie chimiche presenti nell’ambiente; • repentine diminuzioni della pressione di un gas o vapore (decompressione gassosa rapida) al di sotto del valore minimo di progetto, che possono causare cedimenti strutturali nella forma di vesciche, screpolature interne e spaccature, in applicazioni ad alta pressione del manufatto; • un’estrusione indesiderata del manufatto in gomma a causa di un errato dimensionamento degli alloggiamenti in cui è installato.

Attiv ità del laboratorio Cerisie Il processo di valutazione (vedi figura 3) inizia sempre con un audit presso il cliente (responsabile del processo di produELASTI CA | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


CERISIE RISPONDE |

zione, della qualità e/o dell’uso del manufatto), al fine di registrare tutte le informazioni/osservazioni sull’utilizzo di un manufatto e sulla catena del valore, comprendere le condizioni operative e le temperature alle quali il manufatto (componente/prodotto) è stato utilizzato. Successivamente, una volta ottenuti alcuni campioni, si passa alla loro analisi visiva comparandoli con analoghi campioni in buono stato, al fine di rilevare eventuali differenze. Infatti, i manufatti possono presentare difettosità sia a livello macroscopico che a livello microscopico. Alcuni, per esempio, possono mostrare rigonfiamenti, contenere piccoli difetti simili a crepe macroscopiche visibili, o presentare screpolature superficiali e/o microfessure interne (sono le più dannose perché non facilmente individuabili a occhio nudo, però, sotto carico possono portare a una rapida rottura del manufatto). Terminate le osservazioni visive è possibile formulare una prima ipotesi sulle cause del guasto e, quindi, organizzare ed eseguire i più appropriati test/analisi ed esaminarne i risultati. In linea generale, l’individuazione delle origini dei difetti e/o

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delle cause di guasto richiede, oltre a un esame approfondito al microscopio, test delle proprietà fisico/meccaniche e analisi chimiche, anche al fine di verificare che le materie prime utilizzate siano conformi all’eventuale descrizione riportata nella scheda tecnica del manufatto. Infine, dopo la verifica/convalida dell’ipotesi proposta, viene redatta una relazione di prova conclusiva sull’esito dei test effettuati sui campioni.

Fig. 3 - Schema della procedura di ricerca del guasto

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| INTRALOGISTICA Material handling come sinonimo di innov azione, ef ficienza, cont r ollo e sicur ezza

Soluzioni 4.0 per la movimentazione dei materiali Grazie all’esperienza nell’integrazione di sistemi con veicoli a guida automatica, LCS offre soluzioni ottimizzate con robot mobili che consentono di aumentare le prestazioni e di ridurre i tempi di fermo macchina e gli errori

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recursore dell’Industria 4.0, con proposte indirizzate verso i processi di automazione intralogistica sin dal 1989, il Gruppo LCS è oggi altamente specializzato nella progettazione e nella realizzazione di soluzioni chiavi in mano per magazzini automatici e material handling. Soluzioni studiate nei minimi dettagli, aff idabili nel tempo e che assicurano maggiore eff icienza e sicurezza nel flusso dei prodotti, un miglior utilizzo dello spazio e un controllo costante di tutti i flussi di movimentazione. Le applicazioni sviluppate soddisfano le più diverse esigenze progettuali, con soluzioni innovative quali: veicoli a guida automatica AGV e AIV/AMR, robot di manipolazione, sistemi di picking veloce, impianti di fine linea e spedizione colli, sistemi per il trasporto di pallet.

Lʼavanguardia degli Autonomous Mobile Robot

Il Gruppo LCS è articolato in più divisioni in grado di coprire sia le esigenze di logistica sia quelle dellʼautomazione dei processi produttivi e della robotica

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La movimentazione delle merci, o “material handling”, comprende tutte quelle operazioni di trasporto, controllo e stoccaggio di un certo materiale. Un’attività fondamentale che riguarda tutte le aziende coinvolte in processi di produzione e/o distribuzione di materiali e merci. Data la sua evidente importanza all’interno dei processi produttivi e, in particolare, nella logistica della supply chain, viene considerata una delle attività che maggiormente incidono in termini di tempo, sicurezza, denaro e risorse nella gestione del magazzino stesso e, di conseguenza, sulla produttività di un’impresa. Riuscire a ottimizzare il material handling equivale a rendere più eff iciente la logistica, aumentare la soddisfazione del cliente e rendere l’azienda più rispondente alle esigenze di rapidità ed eff icienza richieste nell’odierno panorama economico e commerciale. I sistemi per la movimentazione dei materiali sono impiegati in tutte le fasi del ciclo produttivo e di distribuzione: dalla gestione delle materie prime alla moviELASTI CA | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


INTRALOGISTICA |

mentazione tra reparti e macchine operatrici, dallo stoccaggio e dalla preparazione degli ordini per i prodotti finiti fino al carico delle merci per il trasporto. Come già accennato, le soluzioni di movimentazione per magazzini o centri di distribuzione sono molteplici, dalle più semplici e conosciute alle più innovative. Tra queste ultime troviamo gli AMR (Autonomous Mobile Robot), detti anche AIV (Automated Intelligent Vehicle), nonché la nuova generazione dei sistemi AGV (Automated Guided Vehicle). Un robot mobile è facilmente configurabile, completamente automatico, dotato di un sistema di autoapprendimento, impara in autonomia il proprio percorso e una volta in movimento, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale (AI), è in grado di evitare gli ostacoli imprevisti. Ciò significa risparmio di spazio e facile integrazione in ambienti preesistenti. Gli AMR hanno un’ottima capacità di posizionamento, massima precisione e rapidità dei movimenti, che permettono loro di interagire con i trasportatori a rulli per il carico dei materiali e la successiva movimentazione sicura e veloce negli ambienti produttivi. Una soluzione che unisce la classica tecnologia di trasporto con la robotica moderna.

Un caso pratico dʼ implementazione Per soddisfare una richiesta di 210 scatole/ora riempite con componenti in materiale plastico, è stata introdotta una flotta di sette AMR. A ogni ciclo, il robot alimenta con un cartone vuoto una macchina e carica un cartone pieno, per poi trasportarlo all’area di chiusura. Gli AMR hanno un’autonomia di otto ore e dovendo garantire la massima disponibilità durante le operazioni, gestiscono autonomamente la loro ricarica: al raggiungimento della soglia di autonomia minima della batteria, si recano verso l’area dedicata al cambio batteria, dove un operatore la sostituirà con una totalmente carica. I robot hanno a bordo una rulliera motorizzata che permette il carico e lo scarico delle scatole, interfacciandosi con le altre rulliere delle macchine presenti sull’impianto. Il sistema è coordinato dal soft ware di supervisione LogiCon di LCS, che organizza la flotta dei robot e s’interfaccia con il MES ERP dell’azienda utilizzatrice, in modo da selezionare il robot più adatto per ogni richiesta di movimentazione alle stazioni. Una volta terminato il riempimento di una scatola presso una stazione, viene inviata una richiesta al nodo centrale per richiamare una nuova richiesta da evadere. Il sistema raccoglie tutte le richieste dalle stazioni e le prioritizza in base alla coda di richieste da completare, alla velocità delle stazioni di riempimento e all’urgenza dell’ordine. Una volta selezionata la stazione più adatta, il nodo centrale interroga tutti i robot per conoscere il loro stato, ovvero se disponibili per effettuare una nuova missione o se ancora impegnati in quella precedente. La richiesta viene poi inviata al robot selezionato, che calcola n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | ELASTI CA

il percorso ottimale per evaderla. Al termine dell’operazione, il robot notifica al nodo centrale il completamento della missione. Il nodo centrale integra in modo eff iciente la flotta dei robot con le richieste delle stazioni in tempo reale, per garantire la massima continuità delle operazioni e ridurre gli errori. Questo progetto di automazione è un esempio di movimentazione intelligente e flessibile che sfrutta tecnologie all’avanguardia, in ottica d’Industria 4.0. Diversi sono stati i benefici ottenuti da tale soluzione e più nello specifico: • riduzione dei tempi di fermo delle macchine per mancanza di materiali o per errori di movimentazione, grazie all’elevata disponibilità e aff idabilità, alla precisione e ai ridotti tempi di movimentazione dei robot; • miglioramento della gestione delle aree produttive e possibilità d’impiegare operatori sulle attività che richiedono competenze umane (supervisione e miglioramento dei processi); • aumento di sicurezza nell’area dedicata alla movimentazione, grazie ai sistemi sicuri utilizzati.

A partire dal 2017 LCS consolida il rapporto di collaborazione strategica con Omron, produttore di innovativi veicoli a guida automatica (AMR), attraverso un accordo di partnership, per off rire sul mercato europeo soluzioni intralogistiche complete, aff idabili e allʼavanguardia

Il progetto sviluppato per il trasporto delle scatole in cartone, riempite con prodotti in materiale plastico, può essere studiato in modo personalizzato anche per il settore della gomma, in base alle necessità del singolo utente.

LʼAMR Omron può trasportare fino a 1500 kg muovendosi liberamente nello spazio

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| STAMPA ESTERA DI SETTORE Più di dieci riv iste esaminate

Rassegna internazionale di scienza e tecnologia Diciottesima puntata della rubrica dedicata agli articoli di stampa estera selezionati dal comitato di redazione di Elastica, composto da Fabio Bacchelli, Rino Gilotta e dal team di Cerisie, coordinati da Maurizio Galimberti

CARICHE MINER ALI CON RIVESTIMENTO SUPERFICIALE PER FLUOROEL ASTOMERI Testata: Gummi Fasern Kunststoffe, 7-8, 306 (2021) Titolo originale: Oberflächenbeschichtete mineralische Füllstoffe für Fluorelastomere Autori: G. Meli, A. Berjeaud A CURA DI FA BI O BA CCH E L L I

I fluoroelastomeri presentano caratteristiche molto interessanti, come elevata resistenza chimica, stabilità alla temperatura e buone proprietà dielettriche. Per migliorare ulteriormente queste caratteristiche in settori ad alte prestazioni, è possibile utilizzare cariche minerali modificate. Nel presente lavoro vengono introdotti particolari filler funzionali sviluppati appositamente per compound a base di fluoroelastomeri, sia con reticolazione a bisfenolo che a perossido. Le gomme fluorurate utilizzate per i sistemi a bisfenolo sono Dyneon FC2174 ed FC2181, di 3M. Per i test di reticolazione a perossido viene invece utilizzato Tecnoflon P 757 di Solvay. La wollastonite è un metasilicato di calcio relativamente inerte, con durezza Mohs pari a 4,5 e un pH elevato di 10. Il tipo qui utilizzato (Imerys M1250 W20714) è contraddistinto da uno speciale rivestimento superficiale in grado di promuovere una forte adesione della matrice di gomma al minerale. Il talco è un silicato di magnesio idrato con bassa durezza Mohs. Si presenta sotto forma di scaglie bianche, è oleofilo e chimicamente inerte. Il tipo utilizzato (Imerys Mistrobond R10 C) possiede uno speciale rivestimento superficiale in grado di promuovere una forte adesione della matrice di gomma al minerale. Il caolino calcinato è ottenuto da una allumina contenente acqua esposta ad alte temperature. È un materiale bianco, inerte, con durezza Mohs di 4-5. Il tipo utilizzato (Polarite 103A con trattamento superficiale) possiede una

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Fabio Bacchelli, direttore tecnico Tyre di Versalis

bassa reattività superficiale e un basso livello d’interazione carica-carica. I compound sono realizzati con un mescolatore interno e le speciali cariche minerali investigate, ovvero wollastonite, talco e caolino rivestiti superficialmente, assicurano performance interessanti e possono essere utilizzate anche come alternative al nerofumo N990. Nei sistemi reticolati a bisfenolo i filler rivestiti mostrano proprietà equilibrate e resistenza alla trazione paragonabile a quella della mescola di riferimento al nerofumo. Il massimo allungamento a rottura e la migliore resistenza alla lacerazione si ottengono con talco rivestito. I fluoroelastomeri formulati con wollastonite mostrano il miglior compression set e risultano particolarmente adatti alla produzione di o-ring e guarnizioni. I compound a base talco ELASTI CA | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


STAMPA ESTERA DI SETTORE |

mostrano la migliore resistenza all’invecchiamento in aria e olio, rivelandosi una buona soluzione per la realizzazione di guaine per cavi resistenti al calore. Per quanto riguarda i compound reticolati a perossido, l’utilizzo del talco rivestito porta alla migliore combinazione di proprietà a trazione e di resistenza alla lacerazione. Rispetto al nerofumo, l’utilizzo del talco rivestito riduce la viscosità della mescola. Con caolino calcinato si ottiene, invece, una migliorata resistenza alla trazione. In termini di compression set i risultati migliori sono associati a wollastonite e caolino. Il talco può tuttavia essere preferibile, insieme al caolino, nei casi in cui la wollastonite dia problemi a causa della sua sensibilità alle condizioni acide.

VALUTAZIONE DEL TEST DI RESISTENZA AL ROTOL AMENTO Testata: Tire Technology International - October 2021 Autore: Redazione di TTI A CURA DI R O S A R I O G I LOT TA

Quanto spesso gli pneumatici operano in condizioni simili a quelle in cui vengono condotti i test relativi al consumo di carburante? E questo importa? Dopotutto, se le prestazioni di ogni pneumatico cambiano linearmente con la temperatura, la velocità, il carico ecc., la differenza tra la resistenza al rotolamento misurata in laboratorio e quella riscontrabile al momento dell’uso sarà la stessa per tutti gli pneumatici e i relativi dati saranno livellati di conseguenza. Un cliente che effettua una scelta basandosi sull’efficienza energetica avrà comunque, in termini relativi, lo pneumatico che ha scelto. Gli pneumatici sono generalmente montati nel passaruota del veicolo, che, avvolgendo lo pneumatico, riduce il rumore esterno emesso, ma ciò potrebbe anche compromettere le prestazioni in termini di resistenza al rotolamento? Questa copertura potrebbe modificare il comportamento al punto che i clienti debbano “pagare” il prezzo di un risparmio energetico mai realizzato? Quando uno pneumatico rotola, si deforma generando calore, che causa un aumento della temperatura dello pneumatico stesso. Il calore viene in seguito portato via dallo pneumatico, dal cerchione, dalla superficie stradale e dal flusso d’aria. In uno stesso punto, questi scambi termici in ingresso e in uscita si bilanciano, portando a una temperatura d’esercizio stabile. Gli input che definiscono questa temperatura per un determinato pneumatico che corre su una strada diritta e piana sono: il carico, la struttura della superficie stradale, la velocità, la temperatura ambiente e il flusso d’aria intorno allo pneumatico. L’etichettatura degli pneumatici riporta, tra gli altri, un indicatore di efficienza energetica (resistenza al rotolamento). Questa viene misurata in laboratorio a 25°C, con lo pneumatico che rotola su di una ruota da strada liscia e d’acciaio. Il test di laboratorio non riflette quindi l’ambiente in cui lo pneumatico n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | ELASTI CA

sarà utilizzato, ma fornisce una misurazione standardizzata che un cliente può utilizzare per confrontare l’efficienza energetica di pneumatici diversi anche quando vengono testati in laboratorio. Il modo in cui i flussi d’aria di raffreddamento sono disposti all’interno della cella di prova di laboratorio farà la differenza tra i risultati del test. Per ogni pneumatico esiste una temperatura ottimale della carcassa (pneumatico intero), in cui lo pneumatico ha il più basso tasso di dissipazione d’energia. Negli ultimi sei anni di utilizzo del suo Tyre Cavity Thermometer, Bay Systems ha rilevato che uno pneumatico che funziona, nella cella di prova e su strada, con un carico massimo dell’80% e a 100 Km/h, può raggiungere una temperatura di 15- 50°C sopra quella dell’aria ambiente. In laboratorio, l’aumento della temperatura è significativamente maggiore che sulla strada. Gli pneumatici testati in laboratorio, infatti, hanno sempre raggiunto i 50°C, mentre quelli testati su strada hanno raggiunto raramente i 40°C (con condizioni di aria ambiente a 21°C). Un altro aspetto da considerare è la distribuzione della temperatura, da tallone a tallone, che è simmetrica in laboratorio, ma non su strada, dove la temperatura del fianco è significativamente più alta. Come incidono sulla resistenza al rotolamento gradienti elevati di temperatura nello pneumatico? Potrebbe essere semplicemente che le prestazioni siano correlate con la temperatura media dello pneumatico? Poiché ogni veicolo dirigerà il flusso d’aria in modo diverso all’interno del passaruota, il compito di progettare uno pneumatico che funzioni alla temperatura ottimale per tutti i veicoli è praticamente impossibile. Chiaramente la conclusione è che la creazione di uno pneumatico completamente ottimizzato per un veicolo richiederà una stretta collaborazione con il produttore del veicolo stesso. Per migliorare l’efficienza degli pneumatici e, così facendo, collaborare a ridurre i gas serra, è importante fare due cose: la prima è assicurarsi che i veicoli circolino con pneumatici gonfiati alla pressione raccomandata; la seconda è quella di ottimizzare gli pneumatici per la temperatura a cui presumibilmente si troveranno nella regione in cui verranno venduti.

Rosario Gilotta, esperto di formulazione delle mescole elastomeriche, processi di trasformazione e controllo qualità

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NOTI ZI AR I O UNI PLAST

ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE FEDERATO ALL’UNI A CURA DI G I A NLU I G I M O R O NI

Discussioni e r ev isioni

Il 2022 si apre ancora in modalità web Alla riunione dell’ISO/TC 138/SC3/WG7 del 13 gennaio 2022 si è definito il piano delle attività per la revisione della norma ISO 15494. I punti da sviluppare per la revisione riguarderanno: l’introduzione del PE 100-RC (con riferimento a quanto esistente nelle parti della EN 1555 e degli FprEN 12201); la dichiarazione esplicita che il campo d’applicazione della norma è per tubazioni in pressione e l’introduzione nel campo d’applicazione delle tubazioni per aria pressurizzata; l’allineamento per le flange con la ISO 9624; l’introduzione di una nota per i coefficienti di progettazione; le modifiche per le prove all’urto delle tubazioni in polipropilene; la verifica sulle dimensioni delle tubazioni nei vari materiali; l’aggiornamento dei riferimenti normativi.

Valvole L’ISO/TC 138/SC7/AHG, riunitosi il 18 gennaio, ha evidenziato che, a fronte di un numero maggiore di produttori di valvole in metallo rispetto a quello dei produttori di valvole in materiale plastico per acqua calda e fredda, sarebbe preferibile poter contare su norme

dedicate con un preciso numero identificativo, piuttosto che far riferimento alla parte 4 “Valves” delle esistenti serie ISO 1587X “Plastics piping systems for hot and cold water installations”. Tutti i partecipanti hanno inoltre concordato che, allo stato attuale delle esperienze e dei prodotti sul mercato, sarebbe opportuno proporre una specifica tecnica, ossia una ISO/TS. Agli esperti dell’ISO/TC 138/SC4/ WG7 sarà quindi chiesto se vi è interesse a sviluppare una norma per le valvole in poliammide per acqua calda e fredda. È stato fatto presente che in Belgio, in prossimità dei contatori dell’acqua, è diffuso l’utilizzo di valvole in polipropilene rinforzato con fibre di vetro, al cui riguardo verranno reperite informazioni. Come base di discussione è stata considerata una bozza di specifica tecnica originata dalla parziale traduzione della UNI TS 11804 ed è stato concordato che la prima parte della bozza di norma sarà identica per tutti i polimeri considerati, mentre le varie appendici saranno dedicate ai rispettivi materiali polimerici. Nel corpo del testo principale sono state introdotte alcune parti ispirate al nuovo progetto di revisione della EN 12201-4 sulle valvole in polietilene per acqua.

Imballaggi

Nupi Industrie Italiane

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Il 19 gennaio scorso la commissione UNI/CT 018 ha cercato d’identificare alcuni punti focali per la raccolta delle informazioni di possibile interesse per la normazione. Buona parte della riunione si è concentrata sulle richieste di normazione presentate dalla CE attraverso il documento proposto dal CEN come BT N BT N 12803 “Standardization Request on Plastics recycling and recycled plastics”, poiché diversi item di lavoro riguardano anche il settore degli imballaggi in materiale plastico, quali, in particolare i seguenti tre: European standard(s) (EN) on the process to evaluate and certify recyclable plastic packaging; European standard(s) (EN) on the definitions and princiMACPLAS | Febbraio/Marzo 2022 - n. 387


NOTIZIARIO UNIPLAST ples for design-for-recycling of plastic packaging; European standardisation deliverables on design-for-recycling guidelines for plastic packaging products: polyolefins flexibles; PS cups, trays and dairy packaging; polyolefins rigids; PET beverage bottles; PET trays; EPS packaging. I gruppi di lavoro attivi del CEN/TC 261/ SC5, riunitisi il 25 gennaio, hanno relazionato sulle attività svolte durante lo scorso anno. Per quelli di specifico interesse per il settore materie plastiche, come il CEN/TC 261/SC5/WG25 Rigid plastic packages, il gruppo di lavoro WG25 ha chiesto di cambiare il titolo del prEN 17665, ma la richiesta, pur essendo stata votata positivamente dalla sottocommissione SC25, è stata contestata dal CEN/CS, poiché, trattandosi di un item dipendente da una richiesta di normazione (in relazione alla direttiva UE 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza sull’ambiente di determinati prodotti in plastica), la modifica doveva essere effettuata prima dell’inchiesta CEN e la questione doveva essere posta al CEN/BT. Per il CEN/TC 261/SC5/WG26 è stato evidenziato che nel 2021 sono stati portati avanti cinque item sui tubetti flessibi-

li (prEN 12374, prEN 12377, prEN 13045, prEN 13048, prEN 16565) e sono state pubblicate due norme EN (15421 e 16285). Per le revisioni periodiche sono state confermate la EN 14867:2005 e la EN 13590:2003. Entro metà 2022, il SIS svedese presenterà una proposta per la revisione della EN 13590. Inoltre, per il CEN/TR 16353:2012 “Packaging - Safety guidelines for flexible plastic packaging to minimize the risk of suffocation to children”, è stata discussa una possibile revisione che verrà proposta dal DIN e che, se si concretizzerà, vedrà il trasferimento dell’item al CEN/TC 261/SC5/WG27 “Child resistant packaging”.

Saldatura Riunitosi il 21 gennaio, il gruppo ad hoc SC8/AHG ha rivisto redazionalmente il testo principale della bozza di revisione della UNI 11397:2011 e ha corretto l’appendice relativa ai controlli sui materiali in polipropilene e sulle attrezzature utilizzate per l’esecuzione di giunti tramite saldatura a elemento termico per contatto (testa a testa) e quella relativa agli schemi di flusso delle procedure di saldatura a elemento termico e a irraggiamento.

Valsecchi Packaging

Tubazioni Nel corso della riunione del 26 gennaio, l’ISO/TC 138/SC3/WG8 ha preso in considerazione i testi dei documenti in preparazione ISO/PAS 22101-3 e ISO/PAS 22101-5, verificando la coerenza della parte 3 con i requisiti geometrici e i sistemi di giunzione indicati nella parte 2, attualmente in inchiesta. Nella parte 3 dovrà essere inserito anche un punto sulle flange e sugli adattatori per flange libere.

UNIPLAST

Politecnico di Milano - Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” Piazza Leonardo Da Vinci, 32 - 20133 Milano Tel.: +39 02 23996541 - Fax: +39 02 23996542 E-mail: segreteria@uniplast.info - www.uniplast.info

Progetti di norma

ISO TC 61 (Plastics) ISO/NWIP 11671 Fibre reinforced plastics-a fishing rod type telescopic ladder-requirements and test methods ISO/NP 4907-4 Plastics - Ion exchange resin - Part 4: Determination of exchange capacity of strongacid cation exchange resins in sodium form; Part 5: Determination of water content; Part 6: Determination of particle size by laser diffraction method ISO/NP 6721-10 Plastics - Determination of dynamic mechanical properties - Part 10: Complex shear viscosity using a parallel-plate oscillatory rheometer ISO/WD 4892-3 Plastics - Methods of exposure to laboratory light sources - Part 3: Fluorescent UV lamps ISO/CD 899-2 Plastics - Determination of creep behaviour - Part 2: Flexural creep by three-point loading ISO/CD 6775 Plastic Identification - Raman spectrometric methods ISO/CD 8060 Composites and reinforcements fibres - Carbon fibre reinforced plastics (CFRPs) and

n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

metal assemblies - Characterization of durability of adhesive interfaces by wedge rupture test ISO/CD 23947-2 Plastics - Microscale Combustion Calorimetry/Pyrolysis combustion flow calorimetry Part 2: Fingerprinting of plastics ISO/DIS 5684 Adhesives - Floor covering adhesives and products for flooring installation - Assessment and classification of low VOC products ISO/DIS 11357-1 Plastics - Differential scanning calorimetry (DSC) - Part 1: General principles ISO/DIS 11359-1 Plastics - Thermomechanical analysis (TMA) - Part 1: General principles ISO/DIS 20819-2 Plastics - Wood-plastic recycled composites (WPRC) - Part 2: Test methods ISO/DIS 23524 Plastics - Determination of fracture toughness of films and thin sheets: the essential work of fracture (EWF) method ISO/FDIS 18064 Thermoplastic elastomers Nomenclature and abbreviated terms

CEN TC 249 (Plastics) CEN/TC 249 N 2933 Draft decision 810 concerning reference to ASTM D1895 in prEN 15348 CEN/TC 249 N 2934 Draft decision 811 concerning reference to ASTM D6980 in prEN 15348 FprEN 17615 Plastics - Environmental Aspects Vocabulary FprEN ISO 18064 Thermoplastic elastomers Nomenclature and abbreviated terms (ISO/FDIS 18064:2022)

ISO TC 138 (Plastics piping systems and ducting systems) ISO/NP 16210 Plastic pipes and fittings-de-cohesion test of butt fusion assemblies-Strip bend test ISO/DTS 10839 Polyethylene pipes and fittings for the supply of gaseous fuels - Code of practice for design, handling and installation ISO/FDIS 3459 Plastic piping systems - Mechanical joints between fittings and pressure pipes - Test method for leak tightness under negative pressure

CEN TC 155 (Plastics piping systems and ducting systems) prEN 14758-1 Plastics piping systems for nonpressure underground drainage and sewerage Polypropylene with mineral modifiers (PP-MD) - Part 1: Specifications for pipes, fittings and the system FprEN ISO 3459 Plastic piping systems - Mechanical joints between fittings and pressure pipes - Test method for leak tightness under negative pressure (ISO/FDIS 3459:2021)

Tecnodue

Riportiamo di seguito l’elenco di parte dei progetti di norma ISO e CEN inviati in inchiesta pubblica nel mese di gennaio 2022 per il settore materie plastiche e gomma. Ulteriori informazioni possono essere richieste a Uniplast - Tel.: 02 23996541; e-mail: segreteria@ uniplast.info

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France I nnov at ion Plast ur g ie

Focus su trasformazione, economia circolare e materiali innovativi In programma a Lione dal 5 all’8 aprile, l’edizione 2022 di FIP richiamerà in terrà francese tutta la filiera del settore materie plastiche e gomma e si svolgerà in contemporanea con la fiera 3D Print, dedicata alle tecnologie per la produzione additiva. Gli oltre 800 espositori che vi prenderanno parte e i visitatori avranno a disposizione quattro aree tematiche: “FIP”, dedicata a tecnologie, materiali e servizi della filiera e per la filiera; “FIP Valorize”, riservata alle soluzioni per l’economia circolare; “FIP Transform”, destinata all’incontro tra trasformatori e loro fornitori; “IMD” (Innovative Materials Days), rivolto ai materiali innovativi. “Fip Academy” e “Fip Factory” saranno

invece animate da convegni e workshop per presentare le ultime novità del settore e conoscere le sfide da affrontare in tema di transizione ecologica e digitale. Inoltre, l’edizione 2022 prevede la presenza di nuove animazioni e dimostrazioni dal vivo di diverse soluzioni tecnologiche, che avranno l’obiettivo di rispondere alle domande degli interessati e potranno guidare i visitatori in fiera. Come di consueto, è prevista una serie di conferenze e workshop che illustreranno i rapidi progressi che l’industria della plastica sta compiendo verso un nuovo modello economico. Di fatto, il passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare sta determinando grandi cambiamenti per l’intera filiera.

Su questa particolare tematica si focalizzerà la prima di una serie di conferenze dal titolo: “L’industria della plastica sarà circolare oppure no. Come può ogni attore trovare il suo posto in questa nuova economia?” I vari incontri B2B che seguiranno nel corso dell’evento fieristico verteranno invece su temi di grande attualità, come il riciclo di materie plastiche e l’Industria 4.0. Infine, oltre alle consuete iniziative, per questa edizione sono stati ideati due premi: il FIP Award, che verrà assegnato al miglior prodotto, inteso come applicazione o materia prima, e il Pitch Start-Up che premierà la start-up più innovativa del 2022 nel settore delle materie plastiche.

Per quattro giorni, dal 5 all’8 aprile 2022, l’industria di materie plastiche e gomma s’incontrerà all’Eurexpo di Lione in occasione del salone FIP

I nter plast ica 2022

La Russia ai tempi del Covid La 24a edizione di Interplastica, svoltasi a Mosca dal 25 al 28 gennaio su un’area espositiva di circa 11000 m2, si è confermata un appuntamento di fondamentale importanza per le aziende che operano nel mercato russo delle materie plastiche, facendo registrare 650 espositori provenienti da 32 paesi e circa 17 mila visitatori. Nonostante la situazione pandemica globale, le aziende del settore si sono dimostrate interessate a presenziare alla mostra, anche se spesso supportate nella gestione dello stand dal rappresentante locale. Sebbene abbiano riscontrato un calo degli incontri in stand, le 56 imprese italiane presenti (trenta delle quali hanno preso parte alla collettiva organizzata dall’associazione Amaplast) si sono ritenute soddisfatte della qualità degli operatori in visita. Pur in un contesto decisamente incerto a causa delle tensioni politico-economiche che hanno caratterizzano il mercato russo, le imprese italiane fornitrici di tecnologia per plastica e gomma hanno continuato a confermare il proprio interesse per il mercato russo, occupando in fiera una superficie di oltre 600 m2, risultando il secondo padiglione nazionale per estensione dopo quello dei concorrenti tedeschi.

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La Federazione russa è uno dei principali mercati di sbocco delle tecnologie italiane per plastica e gomma. Nei primi nove mesi del 2021, le esportazioni di settore hanno sfiorato la soglia dei 60 milioni di euro, superando i livelli pre-Covid, che nel 2019 avevano raggiunto i 47 milioni di euro. Una quota considerevole delle vendite dei costruttori italiani ai clienti russi continua a essere rappresentata dagli impianti per la trasformazione primaria, ad alto contenuto tecnologico e a elevato valore intrinseco, e in particolare da: linee di estrusione (oltre 14 milioni di euro), termoformatrici (più di 5 milioni), stampatrici flessografiche (quasi 3 milioni). Nello specifico, si tratta di macchinari perlopiù destinati alla produzione di imballaggi ed è proprio l’industria del packaging una delle più dinamiche nel paese. Un altro settore che anche in Russia si sta rapidamente sviluppando è quello di recupero, riciclo e riuso della plastica, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di economia circolare. Non a caso, in concomitanza con Interplastica 2022 è stata riproposta la mostra denominata “Recycling Solutions”, a cui hanno partecipato anche alcuni dei principali costruttori italiani di impianti e attrezzature per il recupero degli scarti in plastica,

ambito in cui il nostro Paese vanta un’esperienza decennale. Inoltre, nel 2020 l’Italia, con oltre 95 milioni di euro, si era collocata al terzo posto tra i principali fornitori di macchine e stampi per il mercato russo, seguita da Cina (202 milioni) e Germania (159 milioni). Tutto questo accadeva però prima dei tragici avvenimenti innescati dalla guerra in Ucraina, che rischiano ora di mettere in crisi l’intero export italiano verso la Russia, e non solo quello del nostro settore.

Lo stand di Amaplast e di ICE all’ultima edizione della fiera Interplastica di Mosca

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CORSI OPERATIONAL EXCELLENCE Cesap e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno siglato un accordo strategico per l’erogazione, presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e sulle tematiche del mondo di plastica e gomma. World Class Manufacturing 28-29 marzo e 4-5 aprile (h 09-13): Il product costing e la contabilità industriale 1° aprile: I principali strumenti di problem solving 20 aprile: Design of Experiments (DOE) 22-29 aprile e 2-3 maggio (h 09-13): La programmazione della produzione 16-17-23-24 maggio (h 09-13): Il processo di acquisto e il benchmarking dei fornitori 20 maggio: FMEA (Failure Mode and Effect Analysis) Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt) Cesap ha ottenuto il riconoscimento “Accredited Training Organization” (ATO, ovvero organizzazione accreditata per la formazione), per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione Lean Six Sigma, da parte dell’International Association For Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente) nel campo di formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma. Lean Six Sigma - Yellow Belt Lean Six Sigma - Green Belt Lean Six Sigma - Black Belt I primi appuntamenti con la sessione formativa Lean Six Sigma si terranno il 12 maggio 2022. Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattare la segreteria Cesap.

CORSI CESAP SEGNALIAMO DI SEGUITO GLI APPUNTAMENTI FORMATIVI EROGATI DA CESAP, IN AULA E VIA WEBINAR, CHE SI SVOLGERANNO NEI PROSSIMI MESI Materiali

11 aprile Cariche e rinforzi per migliorare le caratteristiche dei polimeri 21 aprile Polimeri biodegradabili e bio-based 27 aprile La colorazione dei polimeri 24 maggio L’importanza dell’additivazione per migliorare le caratteristiche dei polimeri 26 maggio Corso base sui polimeri 26-27 maggio Corso approfondito sui polimeri

Stampaggio termoplastici

1-8 aprile (h 09-13) Stampaggio a iniezione - Simulazione CAE 4-5-6 aprile Stampaggio a iniezione - Corso approfondito

13 aprile Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici 17-18 maggio (h 09-13) Materiali a contatto con gli alimenti (MOCA)

Sostenibilità e assicurazione qualità 12 aprile Difetti di stampaggio: come evitarli agendo sui parametri macchina

28 aprile APQP/PPAP: Processo di sviluppo prodotto per approvazione del cliente 14 giugno Materie plastiche riciclate: come impiegarle correttamente 17 giugno Riciclo e recupero di rifiuti in plastica e sottoprodotti di materie plastiche

2-3 maggio Stampaggio a iniezione - Corso base

Altre tecnologie

22-29 aprile (h 09-12:30) Termoformatura: processo e analisi delle criticità 4-11-18 maggio (h 09-12:30) Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità 23-30 maggio (h 09-12:30) Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software

Attrezzature - Progettazione 9-10 maggio Stampi per iniezione - Corso base

30-31 maggio Stampi per iniezione - Corso approfondito (stampi complessi, manutenzione, costo) 21-22 giugno La progettazione di un manufatto in plastica stampato a iniezione n. 387 - Febbraio/Marzo 2022 | MACPLAS

Testing e regulatory

NOTA: Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” ed “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti sulla programmazione, e per i webinar gratuiti.

CESAP c/o IIP (ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI) Via Velleia, 4 - 20900 Monza (MB) Tel.: +39 039 2045700 - Fax: +39 039 2045784 E-mail: info@cesap.com www.cesap.com - www.iip.it

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