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Da alcuni mesi la titolare di Dioma, azienda che realizza stampi e produce componenti stampati a iniezione, ha preso le redini di Ucisap, l’associazione che raggruppa i costruttori italiani di stampi. Si tratta di una svolta epocale per l’organizzazione, che in precedenza non era mai stata affidata a una donna, e anche di un segnale concreto e importante in questi tempi in cui tanto si dibatte sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro e nella società

DI LUCA MEI

Nata nel 1971 per rappresentare gli interessi dei costruttori italiani di stampi, nel tempo Ucisap ha consolidato sempre di più la propria missione, non solo raccogliendo un numero crescente di associati, ma anche ampliandola fino a diff ondere, e a infondere, all’interno della categoria un sentimento di coesione e di appartenenza. L’obiettivo primario dell’associazione è sempre stato quello di presentare e rappresentare in maniera unitaria il comparto industriale davanti alle istituzioni nazionali e internazionali, per dare voce alle sue istanze particolari e collettive e trovare di volta in volta le soluzioni più idonee.

Oggi come allora, Ucisap è fatta di aziende che rappresentano una sorta di “chiave di volta” dell’industria metalmeccanica e del settore della trasformazione di casa nostra e che ne fanno un’organizzazione moderna, al passo con i tempi e fondata su esperienza, condivisione di esigenze e obiettivi, internazionalizzazione e formazione.

Una modernità che non è soltanto di facciata, ma che si concretizza nei fatti, come ha dimostrato l’ultimo rinnovo della presidenza, con l’elezione a questa carica, per la prima volta nella sua storia, di una donna: Cristina De Rosso, che ha preso le redini dell’associazione in un momento complesso, a causa della pandemia ancora in atto e del fatto che molti paradigmi del lavoro stanno cambiando. Ma lei ha accettato di aff rontare la sfida di questo cambiamento con determinazione e competenza, doti che gli operatorii del settore le hanno evidentemente riconosciuto eleggendola. Cristina De Rosso si occupa a 360 gradi di Dioma, azienda in cui ha ricoperto svariati ruoli, che le hanno consentito di crescere professionalmente a tutto tondo. Fondata nel 1967 da Leonardo Martini, Dioma nasce come società specializzata nella progettazione e nella costruzione di stampi per componenti tecnici, implementando poi la propria attività con un reparto per lo stampaggio in proprio di materie plastiche. L’azienda opera prevalentemente nel segmento delle applicazioni automobilistiche, per cui detiene la certificazione IATF (International Automotive Task Force) 16949:2016. Per farsi raccontare “in presa diretta” l’eff etto del vento di cambiamento portato dalla sua elezione, la redazione di MacPlas ha posto alcune do-

mande alla presidente di Ucisap sull’associazione, su come intende guidarla fino alla scadenza del suo mandato, sul mercato degli stampi e dello stampaggio, ma anche su qual è attualmente il ruolo delle donne nell’imprenditoria italiana e su come lei stessa lo vive.

Lei è la prima donna alla guida di Ucisap. Può raccontare come ha assunto questa responsabilità e quali sono gli oneri e gli onori che ne derivano?

“Sono entrata nel direttivo Ucisap qualche anno fa, con la curiosità che mi contraddistingue e la voglia di fare qualcosa di concreto. Ho sempre pensato che fosse troppo comodo lamentarsi delle cose che non ci piacciono e limitarsi a guardare senza fare niente. Quindi, ho scelto consapevolmente di entrare nel direttivo per vivere dall’interno l’associazione della quale la mia azienda fa parte da tantissimi anni. La presidenza, dico la verità, è arrivata un po’ inaspettatamente, sia perché facevo parte da poco del direttivo sia perché donna. Ma se i tempi erano maturi per una presidente donna in Ucimu, evidentemente avrebbero potuto esserli anche per una presidente donna in Ucisap. La mia è, per così dire, una doppia vittoria, sia in quanto donna sia in quanto vicentina, visto che con la mia elezione è anche la prima volta che la presidenza Ucisap esce dal territorio lombardo. Gli onori “pratici” credo che siano pochi, quelli “morali” invece sono tanti, come tanti sono gli oneri che derivano dal ricavarsi del tempo da dedicare a quest’incarico e all’associazione, sottraendolo a quello per la mia azienda. Ma il tentativo di cambiare le cose, di innovare, di crescere rappresenta una spinta propulsiva di notevole entità”.

Progettazione e analisi di un pezzo stampato con il software di simulazione Autodesk Moldflow Il suo mandato si concluderà nel 2023. Quali sono i punti salienti del suo programma di lavoro alla guida dell’associazione?

“Innanzitutto, la formazione a 360 gradi. Formazione per i nostri attuali o futuri collaboratori in azienda, ma anche formazione rivolta a noi imprenditori, per esempio su come svolgere questo ruolo. E poi formazione sulla comunicazione, che ormai è una necessità per tutti. Farsi parte attiva con le scuole, fin dalle medie, è un altro degli obiettivi che intendo sviluppare, per poter reclutare lavoratori già parzialmente formati per il nostro settore, così di nicchia all’interno della meccanica generale. Parlo per esempio di un’iniziativa che si è concretizzata proprio in questi giorni, ossia di un corso organizzato presso un IFTS di Vicenza (un po’ di campanilismo non guasta), in collaborazione con ITS Academy e intitolato “Tecniche di industrializzazione del processo e del prodotto in meccanica di precisione e stampi”, che inizierà a metà del 2022. Si tratta di un corso interamente focalizzato sulla costruzione degli stampi, della durata di 800 ore (400 di formazione teorica in aula e 400 di pratica in azienda), totalmente finanziato dalla Regione Veneto e completamente gratuito. Questo è uno degli esempi di cosa Ucisap sta facendo in collaborazione con le scuole per attirare i giovani verso il nostro settore. Un altro tema importante da sviluppare è quello della cooperazione tra le imprese, visto che siamo sempre più soli in un mercato sempre più complesso, dove il prezzo non lo fa più chi offre un servizio o un bene, ma lo fa il mercato stesso, rendendo sempre più difficile lavorare. Vanno quindi avviate attività che ci avvicinino agli altri operatori di questo stesso settore, mettendo il nostro tempo, nei periodi di calo degli ordini, a disposizione dei colleghi che, invece, nei momenti di maggiore carico di lavoro si vedono costretti a esternalizzarlo. Perché cercare nuovi fornitori quando all’interno dell’associazione possiamo essere tutti clienti e fornitori per i nostri soci? Vanno poi incentivati: gli accordi commerciali con i principali fornitori, in modo che possano beneficiarne tutti i nostri associati; la partecipazione collettiva alle fiere internazionali, che rappresentano un valore aggiunto da estendere anche ai soci che non vi hanno mai preso parte; le visite tra aziende associate e a realtà im-

prenditoriali di particolare interesse per noi stampisti. Per esempio, a fine febbraio abbiamo organizzato una visita presso il TeSi di Rovigo: un laboratorio collegato al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Padova, che costituisce una vera e propria eccellenza nel mondo della plastica”.

I costruttori di stampi per la lavorazione di materie plastiche costituiscono la quota preponderante dei vostri associati: può parlarne e spiegare il motivo di questa preponderanza?

“La costruzione di stampi per le materie plastiche è il segmento principale del settore che fa capo alla nostra associazione. L’Italia è da sempre leader nella lavorazione delle materie plastiche e questa tradizione ha portato allo sviluppo di un know-how di altissimo livello. I costruttori di stampi per lo stampaggio a iniezione esportano circa il 60% dell’intera produzione e competono con i colleghi tedeschi in quanto a tecnologia e qualità. I costruttori italiani sono focalizzati sulla produzione di stampi ad alta tecnologia e sistemi complessi, laddove la nostra esperienza ci fa eccellere. Non competiamo sui prodotti a basso valore tecnologico dove i prezzi dei concorrenti cinesi sono ancora competitivi, ma sui prodotti complessi, di alta qualità e innovativi, ambiti in cui siamo un punto di riferimento”.

Ci racconta qualcosa anche delle altre categorie di stampisti (termoformatura, pressofusione, lamiera) che rientrano nella compagine associativa?

“Le altre due grandi aree di stampisti sono quelle della pressofusione e della lamiera. Il settore della pressofusione è in sofferenza da qualche anno, principalmente a causa del comparto automobilistico. Le incertezze del passaggio alla trazione elettrica e il calo del mercato dell’auto hanno portato a una riduzione della produzione. La produzione italiana di stampi per lamiera rappresenta invece il segmento più piccolo, ma è anche quello che sta crescendo maggiormente negli ultimi anni, con un incremento dell’export a due cifre anno su anno. La lamiera, anche grazie al passaggio all’elettrico, ha davanti a sé prospettive interessanti, che le nostre aziende stanno cogliendo in tutti i settori e sui principali mercati”.

Qual è l’attuale stato di salute del mercato della costruzione stampi a livello nazionale e internazionale?

“In questo periodo, lo scenario internazionale è dominato dal rincaro delle materie prime, che, a cascata, ha portato a un generale aumento dei costi. In tale scenario, nel 2021, le aziende italiane sono riuscite a rimanere comunque competitive grazie alla flessibilità e al miglioramento organizzativo, favoriti dal passaggio al 4.0. Il mercato che presenta maggiori problematiche è quello collegato all’automobile, che in tutta Europa lavora in modo discontinuo. Ci sono periodi di attività intensa alternati a periodi di scarsa saturazione degli impianti. La Germania, anche per l’importanza del mercato automobilistico, è più in difficoltà dell’Italia. Gli stampisti tedeschi hanno abbassato notevolmente i prezzi pur di fare cassa. Questa situazione ha inevitabilmente portato a tensioni sui prezzi anche in Italia. Nei settori dell’imballaggio, del medicale e, in generale, degli stampi multicavità, la situazione è fortunatamente più stabile e le aziende hanno lavorato bene nel 2021. Anche l’anno in corso, seppur con un rallentamento a gennaio, sembra essere iniziato con buone prospettive”.

E quello degli stampatori, ossia gli utilizzatori degli stampi costruiti dalle vostre aziende?

“Su questo fronte osserviamo situazioni diametralmente opposte: stampatori totalmente bloccati dalla mancanza di materie prime e che si trovano a fare i conti con clienti che non vogliono saperne di rincari, anche davanti all’evidenza di aumenti arrivati anche a punte del 200%, e stampatori con portafogli ordini carichi. Credo che il denominatore comune per tutti sia rappresentato dalla mancanza di sistemi previsionali che supportino la produzione e le scelte strategiche delle imprese: i clienti ordinano con un lead time ridottissimo e, con altrettanta facilità, cancellano ordini acquisiti e congelati. Questo si riversa anche sulla costruzione degli stampi: progetti avviati e bloccati, o

Cristina De Rosso, presidente Ucisap per il periodo 2021-2023

Placchette e frutti stampati per il settore elettrico sospesi e riattivati con un’urgenza mirata quasi a cancellare la sospensione precedente. Ciò implica il fatto che, se non si è in grado di effettuare consegne urgenti, si è fuori dalle gare”.

Nei suoi anni di presidenza, come affronterà i temi più caldi di questi mesi: carenza di materie prime, aumento dei prezzi, digitalizzazione, economia circolare e sostenibilità?

“Credo che la sostenibilità sia qualcosa su cui gli stampisti debbano iniziare a riflettere concretamente. Sebbene al momento non sia ancora un argomento che ci riguarda direttamente, inevitabilmente, vista la sempre maggiore attenzione al tema, ci toccherà affrontarlo nei prossimi anni, perché i nostri clienti chiederanno anche a noi di essere sostenibili. È il momento d’iniziare a discuterne e di valutare quali strade siano percorribili e quali no. Riteniamo che il tema sia molto importante e lo affronteremo anche durante in nostro congresso “Stampi & Co.”, in programma il prossimo settembre. Per quanto riguarda la digitalizzazione, credo che sia un percorso obbligato per poter competere sui mercati internazionali. Le aziende che non si evolveranno e non coglieranno le opportunità offerte perderanno di competitività. Già ora è possibile osservare come le aziende che hanno colto l’occasione degli incentivi per l’Industria 4.0 per avviare una loro evoluzione, riorganizzandosi, definendo meglio le procedure e formando il personale, siano quelle che vanno meglio anche in mercati difficili. Ritengo inoltre che la digitalizzazione possa avvenire solo se accompagnata da una valida formazione del personale, il quale dev’essere in grado di modificare il proprio modo di lavorare, non tanto per lavorare di più, ma per lavorare meglio. Il tema della formazione è un tema molto caro a Ucisap, impegnata su più fronti per formare i giovani grazie a un accordo stipulato con le scuole salesiane, al già citato corso di specializzazione di 800 ore, interamente dedicato alla costruzione di stampi e in programma a Vicenza a partire da giugno, e ad altre iniziative in fase di definizione con ulteriori scuole. Le tecnologie sono importanti, ma, se non ci sono le persone in grado di sfruttarle, non servono a nulla. Infine, in merito alla carenza di materie prime, come ho accennato in precedenza, il problema risiede nelle tensioni sui prezzi, che sono aumentati notevolmente. Le previsioni internazionali dicono che lo shortage dovrebbe attenuarsi e concludersi nel corso del 2022”.

Un altro tema “cugino” della sostenibilità è quello del cambiamento climatico. Quali interventi avete posto in essere per stimolare la riduzione dell’impatto sul clima dell’attività dei vostri associati?

“Moltissimi nostri associati hanno installato impianti fotovoltaici sui propri capannoni. Una scelta ecologica, che fa bene all’ambiente ma anche ai conti dell’azienda, specie in momenti di rincari energetici come questo. L’attenzione al green è molto forte e in fase di evoluzione. Rientra in generale nel ragionamento che abbiamo fatto sulla sostenibilità. Le aziende devono essere sostenibili per produrre prodotti sostenibili. Il cammino è iniziato e nel corso di quest’anno cominceremo a definire linee guida che aiutino i nostri associati a valutare cosa fare e soprattutto che illustrino le opportunità derivanti dal presentarsi al mercato come impresa sostenibile”.

Oltre a essere presidente di Ucisap, lei è anche alla guida di un’azienda affermata che costruisce stampi e a sua volta stampa materie plastiche. Da questi due punti d’osservazione privilegiati, cosa può dire sul ruolo delle donne nell’industria italiana e, più in generale, nei ruoli guida dell’imprenditoria del nostro Paese?

“È ancora difficile essere donna in un mondo tradizionalmente a preponderanza maschile. Ed è ancora difficile guadagnarsi il rispetto da parte dei nostri interlocutori, per lo più di sesso maschile. Spesso, quando pongo domande “leggermente” tecniche ai fornitori di macchinari, il loro sguardo, quando rispondono, si rivolge ai miei collaboratori di sesso maschile, provocandomi un senso di fastidio indescrivibile. L’ascesa delle donne nel mondo del lavoro è stata progressivamente inarrestabile, ma in Italia non siamo ancora al livello di altri paesi industrializzati. Da noi, ancora adesso, si assiste a disparità retributive e a differenti percorsi d’accesso ai ruoli di tipo direttivo. Nella mia azienda ci sono donne che occupano posizioni direttive anche al di fuori del classico ruolo amministrativo. Per esempio, il controllo qualità è diretto da una giovane donna, così come la pianificazione della produzione. Il nostro magazzino è gestito da una donna che manovra con perizia il muletto per il carico dei mezzi di trasporto e mi piacerebbe avere presenze femminili anche in altri ruoli. Vorrei riuscire ad assumere una brava fresatrice o una progettista meccanica, ma purtroppo non ne ho ancora trovate. Le nostre porte, però, sono spalancate”.