La causa dei popoli 10

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Le guerre indiane del ventunesimo secolo Alessandro Michelucci

La storia recente degli Indiani nordamericani è segnata da un paradosso: pur essendo cittadini di un paese che occupa costantemente le prime pagine, l'interesse mediatico nei loro confronti è quasi nullo, con l'ovvia eccezione degli Stati Uniti. L'Europa è piena di giornalisti, intellettuali ed esponenti politici che incensano la federazione nordamericana, mentre (pochi) altri arrivano al massimo a denunciarne certi limiti. Ma per gli uni come per gli altri è come se gli Indiani non esistessero. Uno sguardo più attento, però, rivela che si tratta di un paradosso apparente, perché in realtà questo disinteresse ha delle motivazioni ben precise. Il complesso intreccio di interessi politici, economici e militari che legano l'Europa agli Stati Uniti ha creato quella sudditanza psicologica che il regista Wim Wenders ha sintetizzato perfettamente in poche parole: "Gli americani ci hanno colonizzato il subconscio" (l'attore Hanns Zischler le pronuncia nel film Nel corso del tempo, 1976). Nel momento in cui il Vecchio Continente e gli Stati Uniti vengono percepiti come parti complementari di un unico complesso politico-militare, economico e culturale, l'Occidente, il silenzio sui problemi che travagliano gli Indiani d'America diventa naturale, se non addirittura obbligatorio. Il fenomeno è radicato così profondamente che non conosce eccezioni neanche quando la politica di Washington nei confronti della questione indiana potrebbe aumentare i meriti del Presidente in carica, come nel caso di Obama, o fornire argomenti polemici incontestabili, come nel caso di Trump. Una vecchia ruggine Alla fine degli anni Settanta Donald John Trump, poco più che trentenne, è già uno dei maggiori immobiliaristi di New York. Successivamente espande la propria attività ad Atlantic City, dove acquista o costruisce numerosi alberghi e sale da gioco. I suoi primi contrasti con gli Indiani risal-gono ai primi anni Novanta. Trump comincia a temere la concorrenza dei casinò che stanno nascendo in varie riserve grazie all’Indian Gaming Regulatory Act (IGRA), firmato nel 1988 da Ronald Reagan. Nel 1993 il magnate cerca di screditare le tribù che hanno aperto le prime sale da gioco: "Non mi sembrano neanche indiani" afferma davanti al Congresso, sostenendo che certi imprenditori si fingono indiani per poter espandere la propria attività economica nelle riserve. Il contrasto riemerge nel 2000, quando gli Indiani gestiscono ormai il 25% delle sale da gioco attive in tutta la federazione. I Mohawk della riserva di St. Regis annunciano la prossima apertura di un casinò nella regione dei Monti Catskill, situata a nord di New York. Un'intensa campagna mediatica cerca di screditarli dipingendoli come mafiosi e spacciatori di droga. Le inserzioni sono state pagate da un misterioso Institute for Law and Safety, che poi risulta legato a Trump. Come documenteranno i media americani dopo la sua elezione, sarà grazie a questi precedenti che la profonda ostilità di Trump nei confronti degli Indiani si manifesterà in due modi diversi. Da una parte, utilizzando i poteri presidenziali; dall'altra, con affermazioni e comportamenti legati a momenti particolari. Sarà proprio il vecchio rancore personale che ispirerà la sua azione politica. L'eredità di Andrew Jackson Fra la fine del ventesimo secolo e l'inizio del ventunesimo si affermano in varie parti del mondo alcuni personaggi politici che provengono dal mondo imprenditoriale e finanziario: Silvio Berlusconi in Italia, Thaksin Shinawatra in Thailandia e Rafīq al-Ḥarīrī in Libano, solo per fare qualche esempio. La loro linea politica viene fortemente condizionata dai rapporti che li legano all'ambiente di provenienza. Donald Trump si inserisce a pieno titolo in questo nuovo panorama. Il candidato repubblicano viene eletto presidente degli Stati Uniti il 6 novembre 2016 ed entra in carica il 20 gennaio dell'anno successivo. Le reazioni indiane sono molto negative: "[L'elezione di Donald Trump] rappresenta la minaccia più grande per le relazioni fra gli Indiani e il potere federale. 21


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