La causa dei popoli 10

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Inchiostro rosso Holy Boomer

In una comunità indiana, se si sente la parola vine, la gente capisce subito che si sta parlando di uno scrittore e non di una vigna (in inglese vine significa vigna, ndt). Basta il nome per capire che si allude a Vine Deloria jr., una delle figure centrali della cultura amerindiana, se non la più importante in assoluto. Deloria non è stato il primo scrittore indiano, ma certamente il più prolifico autore di studi sulle questioni indiane. Le ha affrontate tutte nel modo più coraggioso. Era un guerriero che usava le parole come armi: la sua critica radicale era diretta contro la società americana e contro il governo. I suoi libri hanno avuto larga diffusione, ma gli Indiani non hanno mai avuto bisogno di leggerli per capire che Deloria voleva denunciare i loro problemi e cercare di risolverli. Titoli come Custer Died for Your Sins, God is Red e Behind the Trail of Broken Treaties sono una sfida allo status quo, ma anche un pungolo, perché vogliono spingere gli Indiani a rifiutare di essere studiati, definiti e analizzati dal sistema. Deloria ha sviscerato tutti i problemi che hanno segnato la vita degli indigeni nordamericani, quelli storici come quelli odierni. L'americanizzazione, l'autodeterminazione e l'alienazione culturale sono soltanto alcuni dei temi che ha trattato nei suoi libri e nelle sue conferenze. Per risolvere questi problemi ha proposto quella che si può definire una resistenza basata sulla parola. Deloria ha usato una tecnica letteraria: il suo attivismo si esprimeva nella scrittura e chiedeva che il sistema prestasse ascolto alle rivendicazioni indiane. Per essere più precisi, reclamava il diritto di raccontare una storia degli Indiani diversa da quella ufficiale. Il suo esempio ha ispirato una nuova generazione di scrittori indiani e li ha messi in grado di proseguire sulla strada che aveva tracciato. Deloria era profondamente convinto che lo studio potesse trasformare i giovani in custodi delle proprie tradizioni. Diceva che il ritorno alla vita tradizionale era un cemento comunitario irrinunciabile, ma sottolineava che questo doveva essere accompagnato da "un pensiero chiaro che distinguesse le tradizioni ancora valide dagli stereotipi che vengono attribuiti agli Indiani come membri della società americana" (da Indian Education in America). Deloria ha dimostrato che l'istruzione permette agli Indiani di far valere i propri diritti. I suoi libri hanno dato un quadro completo della cultura indiana, grazie al quale tutti hanno potuto cogliere quella ricchezza e quella profondità che per Deloria sono la base delle civiltà indigene. Nel libro Red Earth, White Lies Deloria si augura che gli anziani trasmettano il proprio bagaglio culturale alle giovani generazioni, così che queste "rispettino, custodiscano e conservino quello che resta della nostra cultura". Deloria ha insegnato agli Indiani che la loro istruzione deve trarre linfa dalla tradizione come dalla cultura americana. Gli Indiani vinceranno la propria sfida al sistema se sapranno essere una parte attiva della storia. Il poco che sapevo di Vine l'avevo appreso frequentando la chiesa della missione episcopale dove sono cresciuta, la stessa che un tempo era guidata da suo padre, Padre Vine Deloria sr., un uomo al quale volevamo tutti molto bene. Molti conoscevano Vine Jr., o Punky, come lo chiamavano. Non lo conoscevano per i suoi libri o per il suo impegno, ma come un giovane che sembrava destinato a seguire le orme del padre. La sua personalità ha lasciato un segno indelebile nella nostra comunità perché lui, che veniva da una piccola città, era diventato una figura di rilievo nazionale. Cominciai a interessarmi a lui perché ero incuriosita dalla differenza fra quello che chiamavano Punky e quello che lui era in realtà. Io non conoscevo Vine, che apparteneva alla generazione di mio padre, ma riuscii ad avere un breve contatto con lui mentre preparavo la mia tesi di laurea. Ricordo che fu gentile e disponibile. Era molto interessato al mio lavoro e mi dette alcuni suggerimenti preziosi. Ascoltava con pazienza e con curiosità quello che veniva dalle giovani geneerazioni. Era una persona splendida, sia come scrittore che come uomo. Questa è l'eredità più grande che ha lasciato alle generazioni future. 18


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