Il vento del Brenta - Dicembre 2022

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Il Vento del Brenta

La campana della Chiesa, con il suono suo argentino, chiama ognuno alla preghiera della sera e del mattino.

E il rintocco, sempre uguale, senza intoppi e senza affanni, sui sentieri della vita segna i giorni, i mesi e gli anni.

Ora anche il ‘22 si prepara, pian pianino, a raggiungere il suo posto negli archivi del destino.

E tra i tanti avvenimenti sulla stampa, in evidenza, si diceva che del Covid è passata l’emergenza, ma del virus ci spaventa oggi ancora la presenza.

Poi la terra d’Ucraina, vuol la Russia conquistare e gli orrori della guerra non ci vogliono lasciare.

Per non dir delle bollette, della luce e del metano, che i risparmi e le pensioni già ci sfilano di mano.

E i problemi della scuola, dei migranti e degli anziani, non si possono certamente rinviare all’indomani.

Giunga allora ai governanti che si vanno ad insediare un augurio di operoso e concreto lavorare.

C’è nel libro di Qoelet, che possiamo consultare, un versetto che ancor oggi è opportuno meditare: “Quantoavvienesottoilsole èsoltantovanità enelvorticedeltempo ogniaffannosvanirà”.

Ed allora, nel Signore confidando ripartiamo, e la strada del progresso nella Pace ritroviamo.

Con l’augurio più cordiale di sereno e buon Natale.

DomenicoTolio

N° 2 DICEMBRE 2022- anno XXXIX Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale N. 1 - Campolongo sul Brenta (VI) C.C.P.N. 10971364 Spedizione in abbonamento postale Taxe percue - Tassa riscossa Ufficio Postale - PT VICENZA - PARAVION ART. 2 COMMA 20/CL L. 662/96
PERIODICO DELLA PRO LOCO DI CAMPOLONGO SUL BRENTA

Presidente della Pro Loco Renato Mocellin • Direttore responsabile Giandomenico Cortese

Comitato di redazione: Ruggero Rossi, Fiorenzo Vialetto, Maria Cristina Pizzato, Francesco Mocellin, Giovanni Vialetto, Simone Vigo, Valentina Belletti, Giacomo Todesco, Cristina Marini, Fabrizio Gennaro

Hanno collaborato a questo numero: don Massimo Valente, Luciano Bonato, Adriana Bonato e Valerio Bonato

Indirizzo: Casella Postale n.1, 36020 Campolongo sul Brenta (VI)• Autorizzazione: Tribunale di Bassano del Grappa n.1/83

Questo numero è stato inviato a 1030 famiglie (318 a Campolongo, 635 nel resto d’Italia, 77 all’estero)

Stampa: Litografia LA GRAFICA di De Pellegrin Flavino

La foto di copertina è di Luigino Illesi e la poesia è di Domenico Tolio

Natale evento sinodale … Dio con noi

RISPETTO è la parola che ha caratterizzato la cerimonia di inizio della coppa del mondo di calcio, che viene disputata in Qatar in questo periodo così inusuale e a cui la nostra nazionale (purtroppo e per demeriti nostri, ahinoi) non sarà presente per la seconda volta consecutiva. Sembra però una parola dimenticata ai giorni nostri.

Gli avvenimenti tragici della guerra in Ucraina, le continue notizie di femminicidi e altri episodi di violenza, i diritti umani calpestati in tante nazioni, la crisi economica e sociale che attanaglia numerose famiglie in Italia e fa crescere nel mondo il numero dei poveri, dei disperati, degli emarginati, dei profughi soffocano questo valore che sta alla base di ogni minima convivenza umana e che è segno distintivo dell’essere sorelle e fratelli tutti.

È in questo contesto che siamo invitati anche quest’anno a prepararci e a vivere la nascita di Gesù. Un evento che ha cambiato la Storia e ancor oggi è per noi cristiani fonte di speranza e gioia: nel Natale (anche se per molti ora è ormai soltanto la festa delle luci colorate, dei mercatini, dei regali e dei panettoni…) celebriamo l’Amore che pianta la sua tenda in mezzo a noi, che ci invita a scoprire il Bene che già c’è tra noi.

La Chiesa universale e, assieme a lei, la nostra diocesi stanno vivendo in questo periodo l’esperienza del SINODO, che significa “strada, cammino con …”; è cammino fatto insieme da tutti (vescovo, preti, religiosi/religiose e laici) per ripensare la propria identità e missione. Grazie a chi, nelle nostre parrocchie, si è lasciato coinvolgere da questo percorso sia come moderatore, sia come partecipante dei gruppi sinodali di discernimento.

Il Natale è avvenimento sinodale che ci provoca a prendere sul serio l’Incarnazione. Dio poteva scegliere mille altri modi per mostrarsi all’umanità, ma ha scelto di farsi uomo e di venire a camminare con noi. Ha voluto coinvolgerci nel suo progetto di salvezza, di amore, di gioia e vita piena per tutti. Celebrare anche quest’anno la nascita di Gesù significa essere

GRAZIE tutti coloro che in modi diversi e spesso nascosti, con il loro servizio ci aiuteranno a vivere il cammino di Avvento e a celebrare con gioia la nascita di Gesù. E AUGURI, allora, a tutti: alle famiglie delle nostre quattro parrocchie, ai bambini, alle insegnanti, al personale e ai membri dei comitati delle nostre scuole dell’infanzia; agli ammalati e agli anziani (in particolare agli ospiti della casa di riposo), alle associazioni e agli amministratori delle nostre comunità. Agli amici che in questo periodo sono tornati a visitare il paese natio, a chi viene raggiunto da queste nostre pagine e ci legge con affetto e nostalgia perché abita lontano e anche a coloro che si sentono un po’ lontani dalla vita parrocchiale. Un grande abbraccio nel Signore, ricco davvero della novità e del bene che Lui ci porta.

BUON NATALE E FELICE 2023!

A tutti i lettori del Vento del Brenta, giunga l’augurio più sincero per un felice Natale ed un nuovo anno 2023 colmo di nuove opportunità!

La Proloco vi invita a partecipare agli appuntamenti Natalizi organizzati in paese:

Il Mercatino di Natale

Il Concerto di Santo Stefano

La Befana in Piazza

Vi aspettiamo numerosi!

Il presidente: Renato Mocellin

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Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale augurano a tutti un sereno Natale ed un felice Anno Nuovo

NATALE IERI E OGGI: fede e tradizione di Cristina Marini

Che ne è del “NOSTRO NATALE”? Frastornato dai jingle televisivi, dai grandi allestimenti dei negozi e centri commerciali, dal cinepanettone e l’ennesimo film di Natale, con il Babbo che si perde la memoria, le renne, o i regali? Ci è rimasto qualcosa che è veramente NOSTRO?

… intendo NOSTRO di “paese”!

C’è qualcosa da cercare e riscoprire (!), che è assieme FEDE e TRADIZIONE, perché l’invisibile ha bisogno del tangibile; perché il gesto esprime l’animo.

a contorno, che, nella loro semplicità, mantengono ancora “genuina” la nostra festa di Natate.

Ecco, nelle foto a seguire, alcuni momenti dei nostri Natali degli ultimi anni. Non per dirci quanto siamo bravi, non per fare promozione turistica, ma per spronare soprattutto i giovani e per coinvolgere le nuove famiglie arrivate in paese.

Perché questo è il “NOSTRO NATALE” e così desideriamo trasmetterlo ai nostri figli e nipoti!

Nella tradizione del presepio napoletano, le persone famose hanno la loro statuina. Il presepio di Campolongo, accanto al Bambinello, ha la nostra piazza e le nostre case; il paese è nel cuore di chi è rimasto, così come nel cuore di chi è emigrato.

In un paesino piccolo e con pochi mezzi, il Natale è fatto di piccoli segni: di attenzioni, di momenti, di occasioni di incontro, che scaldano il cuore, e che qualche volta suinvidia o il rimpianto in chi abita in centri più grandi, dove a Natale ci si perde nel frastuono e nelle incontro tra le persone.

Le gente di Campolongo ha una fede semplice, ben espressa di questa immagine di devozione popolare che abbiamo trovato spulciando nei nostri archivi, tra le foto dell esposizione di immagini sacre che le nostre famiglie hanno allestito in occasione della mostra allestita per i festeggiamenti dei 350 anni della parrocchia: la Madonna con il Bambino.

La nostra chiesa (un po’ come tutte, oggigiorno), si sta svuotando, ma per il Santo Natale, ancora le famiglie ci tengono ad essere presenti, perché comunque, nel profondo del cuore, la Fede rimane, e non può che esprimersi con il gesto comunitario della partecipazione alla Santa Messa. Rimangono poi tutta una serie di tradizioni

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Particolare del presepio realizzato da Antonio Pizzato, riproducente le case della piazza di Campolongo

LA SAGRA DELLA MADONNA DEL CARMINE

Le fotografie della sagra sono un po’ sempre le stesse; quest’anno però abbiamo deciso di dare maggiore risalto al grande lavoro ed entusiasmo dei volontari della Proloco, che si impegnano per settimane: prima, durante, e dopo la festa. Sono visi “storici” delle nostre feste, cui dobbiamo anni di gratitudine; il bello sono però anche i giovani, che ogni anno di più, si mettono in gioco per continuare questa tradizione di servizio alla comunità.

La prima volta della GANTER CUP a Campolongo

Sabato 25 e domenica 26 giugno 2022, ospitato presso le nostre strutture sportive si è svolto il "Ganter Cup”: un torneo di Green Volley 4X4 misto che ha visto la partecipazione di un gran numero di giovani da tutto il circondario. Un bel momento di sport e di festa, che ha gioiosamente coinvolto in nostro paese.

Una panoramica suggestiva sull’area della Festa in Brenta che per due fine settimana si è popolata di gente in festa. La foto di rito al termine della partita “Piassa -Viaeti” (2 a 6 per la cronaca) Fine serata: stanchi ma comunque tutti presenti! Molte serate sono come un Pressure Test alla Masterchef ma che coordinamento! Ed eccoli: alcuni giovani del team chiosco

LA FESTA DI FINE ESTATE CIAO CARLO

Sabato 20 Agosto in riva al Brenta c’è stato un momento magico per la nostra comunità! La festa di fine estate! Un evento ricco di attività che hanno coinvolto grandi e piccini tra bancarelle di artigiani locali e l’area dei “GIOCHI DI UNA VOLTA” . Poi, nella serata, i panini gourmet dall’infaticabile cucina della Proloco e lo spettacolo comico de’ GLI INSTABILI. E’ stata una festa ben riuscita, pensata per le famiglie, proprio come un’opportunità per vivere un momento speciale ; proprio “come una volta”!

Vediamo assieme l’allestimento e l’atmosfera che ci ha regalato questa notte di fine estate!

Non alla fine tra i necrologi, ma in queste pagine con le foto delle attività estive, vogliamo omaggiare una persona che per la Proloco è stata importante, e che da poco ci ha lasciati: Carlo Bonato (Fuma)

moncin, i due rappresentavano la vecchia guardia ed erano punti di riferimento di buon senso e saggezza all’interno del consiglio direttivo dell’Associazione. Ora anche lui ha tagliato il traguardo finale. Noi lo ringraziamo per quanto, generosamente, ha offerto alla comunità anche come attivo membro del gruppo della locale associazione Alpini. Gli auguriamo un buon viaggio e di ritrovare parenti e amici compreso il suo coetaneo Natalino.

La nostra pagina Facebook “Campolongo sul Brenta” ha raggiunto un importante traguardo: sono stati superati i 2000 “like “ alla pagina. Rinnoviamo l’entusiasmo e il desiderio di essere vicini alle persone, anche attraverso gli strumenti “social cazione e condivisione. Ricordiamo che Campolongo sul Brenta è presente anche con una pagina Instagram.

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Settembre 2009. Carlo assieme alla moglie Raffaella in un momento felice

Da luglio l’appartamento di via Capitello, già di Don Andrea Stevanin, e ora in uso all’associazione Adelante, ospita Valentina e Giada con un bel progetto che riguarda il modo giovanile, ma che fa bene anche a tutta la nostra comunità. Cosa faranno, lo scoprirete nei prossimi mesi; volevamo intanto farvele conoscere e dare loro il benvenuto a nome della comunità di Campolongo.

Ciao Campolongo!

Ci presentiamo: siamo Valentina e Giada, due ragazze di 30 e 23 anni che si sono da poco trasferite a Campolongo. Facciamo parte di "Vivendo", un progetto di cohousing (coabitare) giovanile che prevede la condivisione dello spazio casa e delle ore di servizio nel territorio.

In

Nelle ultime settimane abbiamo ascoltato numerose realtà della vallata, per capire quelle che sono le esigenze del territorio in modo da costruire poi una progettazione con la quale possiamo contribuire alla comunità che ci ha accolto. Nel frattempo abbiamo già cominciato a farci conoscere in giro, per esempio partecipando alla sagra e alla festa di fine estate.

16

agosto:

SI RINNOVA IL VOTO A SAN ROCCO

La processione di San Rocco parte alle 7.00 di mattina del 16 agosto, giorno di San Rocco, dalla chiesa di Campolongo. La comunità si reca in pellegrinaggio alla chiesa di Oliero, in omaggio a San Rocco e per antico voto contro la peste. Alle 8.00 viene celebrata solennemente la S.Messa. Sulla strada del ritorno ci si ferma per consumare un tradizionale piatto di trippe.

E’ una processione molto sentita, che coinvolge anche gli emigranti, che sono in paese per le vacanze estive. Quest’anno abbiamo pubblicato un bel video (raggiungibile inquadrando il QR code qui sotto) in cui si può ascoltare il canto tradizionale SANTE ROCHE, recuperato tramite i nostri anziani dal maestro del coro parrocchiale Floriano Bonato.

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questa bellissima foto ricordo, Giada e Valentina (sedute davanti) incontrano a Campolongo gli scout del clan gemellato dei gruppi di Castelfranco Veneto, Loreggia e Cavaso, di passaggio per una giornata e accampati in riva Brenta.
E’ PARTITO IL PROGETTO
“VIVENDO”

RICORDI DEL PASSATO di Elisa Maria Vialetto (a cura di Fiorenzo Vialetto)

Elisa Vialetto è sorella di Antonietta, la nostra centenaria, ha qualche anno meno di lei e vive a Clusone, in provincia di Bergamo. La sua mente è ancora lucida e il suo paese natio le è rimasto sempre nel cuore. Ha affidato a un suo nipote questo frammento di vita con il desiderio che sia pubblicato sul “Vento del Brenta”. Ringraziamo lei e suo nipote per la collaborazione. Questo racconto fa emergere un mio ricordo personale. Mio zio Renato Vialetto, da qualche mese deceduto, che anche se abitava a Vicenza era sempre affezionato al paese natio. Negli anni Sessanta del Novecento aveva espresso l’idea di edificare in contrà Vialetti, ove si trova la casa ove avvennero i fatti descritti nel racconto, con il contributo dei Vialetto “Becari”, un capitello votivo in onore di Sant’Antonio. Forse era una forma di risarcimento morale per riparare allo spregio avvenuto in quella abitazione, nei confronti della statua del Santo di Padova, poi diventata di proprietà di suo padre Giovanni. Di tutto ciò, certamente, avrà sentito parlarne in famiglia. Poi questa idea, per svariati motivi, non si è concretizzata ma rimase sempre l’intenzione di un gesto che, forse, intendeva essere riparatorio.

Mi ricordo che quando ero piccola a casa mia la televisione non c’era, né la radio e neppure il cellulare.

Allora in casa si parlava di più e ognuno raccontava qualcosa: come era andata la giornata, le novità del paese e vecchi ricordi. Un giorno mio padre Angelo della classe 1890 raccontò un episodio di quando era piccolo.

Faceva il chierichetto in parrocchia e tornando a casa dopo aver servito alla S. Messa, in una casa lungo il percorso sentì gridare forte persone che litigavano e da una finestra vide buttare qualcosa. Corse a vedere e con meraviglia vide che era una statua di S. Antonio che nella caduta si era rotta un braccio. La raccolse e la portò a casa, aggiustò il braccio come meglio poté e disse alla mamma: “… questo l’ho trovato io e l’avevano buttato, perciò lo voglio nella mia cameretta…”.

Passò un po’ di tempo e Angelo diventò un giovanotto. Purtroppo scoppiò la prima guerra mondiale fu chiamato per fare il soldato e venne mandato al fronte. Tutti sanno che questa guerra fu terribile e disastrosa con tanti morti e feriti. Anche Angelo fu ferito da una granata che gli scoppiò vicino e le schegge lo colpirono alla testa.

Ricevette i primi soccorsi all’ospedale da campo e guarito tornò a combattere nuovamente.

Siccome a Campolongo non erano più al sicuro per l’avanzata austriaca, la popolazione dovette sfollare (in Puglia, n.d.r.) e la famiglia di Angelo portò con sé la statuetta di S. Antonio.

Nel paese dove erano sfollati li ospitò una famiglia dove conobbero una ragazza in procinto di sposarsi che vedendo la statuetta la chiese in dono. Un po’ per riconoscenza e un po’ per renderla felice gliela lasciarono.

Angelo fu mandato a combattere su altri fronti e combatté anche in Africa, per tre anni non ricevettero più notizie tanto che tutti pensavano che fosse morto o disperso.

Dopo dieci anni grazie alla protezione di Dio e per intercessione di S. Antonio che amava fu congedato e prese la via del ritorno verso casa. Un suo vicino lo riconobbe e corse avanti gridando a tutti “…Angelo è vivo, non è morto e sta arrivando…”.

La notizia si sparse velocemente e il parroco fece suonare subito le campane. Mentre stava ancora abbracciando la mamma arrivarono il sindaco, il parroco e tanta gente per accompagnarlo in chiesa a cantare il tedeum di ringraziamento.

Alla fine poté andare a riposare nella sua stanza, ma si accorse subito che mancava qualcosa, la statuetta di S. Antonio. Chiese spiegazioni alla sua mamma che gli raccontò come erano andate le cose. Angelo ne rimase rattristato e chiese l’indirizzo per andare il giorno dopo a riprenderla.

Tornando in treno con la statua stretta in braccio come un bambino vide alcune persone che ridevano di lui, ma non gli importava nulla perché pensava che se dopo la bruttezza della guerra e i massacri che aveva visto era ancora vivo era certo che era anche grazie alla protezione del Santo.

Dopo la morte di Angelo la statuetta rimase nella sua casa per molti anni finché un giorno Franco l’unico nipote che porta ancora il cognome Vialetto chiese a noi tutti di poter portare la statuetta a casa sua a Treviso.

La statuetta non è più a Campolongo ma sono sicura che il Santo da lassù insieme ad Angelo continua a proteggerci e a intercedere per tutti noi e per la pace nel mondo.

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La statuetta di Sant’Antonio

LA SCUOLA DELL’INFANZIA MADONNA

Ciao a tutti, siamo i bambini della Scuola dell’Infanzia Madonna del Carmine, vogliamo farvi conoscere dove trascorriamo le nostre giornate, un posto speciale dove possiamo giocare con gli amici, divertirci e scoprire ogni giorno cose nuove! Ci piacerebbe tanto condividere con tutti voi le nostre avventure e far vedere anche a voi tutte le cose speciali che facciamo con le nostre maestre! Con parole e foto cercheremo di raccontarvi il nostro mondo!

È arrivato l’autunno e come ogni anni arriva con i suoi doni che insieme alle nostre maestre trasformiamo in opportunità! Siamo andati alla ricerca di castagne, abbiamo dipinto zucche, decorato la nostra scuola e dopo tanto tempo finalmente abbiamo potuto invitare a scuola genitori e nonni per trascorrere insieme una giornata veramente speciale: “La Festa d’Autunno”!

All’arrivo tutti sono stati accolti da Gigio, il nostro spaventapasseri e da un bellissimo cortile addobbato proprio d’autunno: c’erano le bandierine fatte da noi bambini, il trono con le balle di fieno e tante, tantissime zucche. Il pomeriggio è trascorso tra canti, chiacchiere e sorrisi, la lotteria, dolci e naturalmente le castagne preparate per noi da Renato, Luciano e Giorgio. Un bel momento per la nostra scuola che finalmente può ritornare a fare festa e a stare assieme a tutta la comunità!

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DEL CARMINE RACCONTATA DAI BAMBINI

Il 13 Novembre si è celebrata la Giornata Mondiale della Gentilezza e, seguendo il motto “La gentilezza genera gentilezza”, anche nella nostra abbiamo deciso di festeggiarla in modo speciale: abbiamo raccolto dei sassi sui quali abbiamo fatto dei disegni e scritto delle frasi speciali. Siamo andati poi in passeggiata e abbiamo lasciato questi sassi in giro per Campolongo: fuori dai negozi e dal bar, nelle panchine, sugli scalini della chiesa. Quindi se camminando per le strade del nostro paese vi capita di trovare dei sassi molto speciali, sappiate che sono i nostri messaggi di gentilezza per tutti voi. Leggeteli e poi lasciateli lì in modo che anche altri possano leggere.

E ricordate: la gentilezza è contagiosa!

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NATALE ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA!

La mattina del primo dicembre siamo arrivati a scuola ed abbiamo trovato una splendida sorpresa: durante la notte Babbo Natale è passato e assieme ai suoi elfi ha allestito nel nostro salone la sua casetta con tanto di caminetto col fuoco acceso, scrittoio da dove poter scrivere le lettere, letto e sedia a dondolo.

Babbo Natale ci ha inoltre chiesto se volevamo occuparci di uno dei suoi elfi fino a Natale: noi naturalmente abbiamo accettato e, dopo aver deciso di chiamarlo Osvaldo, lo abbiamo ufficialmente adottato abbiamo anche il certificato che lo attesta!

Grazie ad Osvaldo abbiamo scoperto un sacco di cose sugli elfi, per esempio che leggono La Gazzetta del Polo Nord, che amano gli animali e se ammalati li curano, che bevono la cioccolata calda e che giocano a carte.

Grazie Babbo Natale per questi regali.

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TRAIL RUNNING con ENRICO GHENO

Il 5 giugno si è tenuta l’edizione 2022 del Trail del Contrabbandiere; la competizione che ricalca, percorrendo l’Alta Via del Tabacco, il percorso che i contrabbandieri di tabacco usavano per portare fuori dalla valle il tabacco destinato alla vendita di contrabbando.

Vincitore del percorso “corto” di 24 km è stato quest’anno il nostro compaesano Enrico Gheno, con un tempo di 2:25:09.

Abbiamo chiesto ad Enrico di raccontare questa esperienza per i lettori del Vento del Brenta.

Innanzitutto, è stata una vittoria che ti aspettavi perché già sapevi di essere tra i meglio piazzati, oppure è arrivata inaspettatamente?

Sinceramente non pensavo di arrivare al podio, puntavo alle prime dieci posizioni, sarebbe stato comunque per me un buon risultato visto che è il mio primo anno di gare su queste distanze. Mancavano all’appello alcuni atleti di spicco che sarebbero stati i favoriti, capaci di tenere ritmi molto elevati sia in salita che in discesa.

Secondo te, in queste competizioni cosa conta di più per vincere: il cervello o la prestanza fisica?

Se c’è il fisico arriva anche la testa a dare uno spunto in più, al contrario se manca il motore, per quanto uno possa trovare la volontà di dare il massimo, difficilmente arriverà a delle buone prestazioni.

L’impegno fisico è notevole in questi percorsi tortuosi, con salite e discese che variano dal 15 al 40% di pendenza.

Per riuscire a correre sempre senza camminare serve una preparazione non da poco, che parte già dai mesi invernali e va mantenuta tutto l’anno. Palestra, sci di fondo, mountain bike e bici da corsa sono stati gli sport che, oltre alla corsa, mi hanno dato una marcia in più per tenere alto il mio allenamento. Sono attività che ti danno la possibilità di divertirti mentre fai fatica, quindi risulta più facile fare degli sforzi intensi molto allenanti.

La testa è quella che ti permette di alzare i tuoi limiti fisici, quando ti sembra di non farcela, ogni tanto negli allenamenti bisogna mettersi alla prova per alzare l’asticella.

Cosa si prova a vincere una competizione di questo livello?

Ci si sente appagati e ancora più stimolati ad allenarsi con voglia e costanza. Il bello di queste gare lunghe è che anche se non vinci, o arrivi tra i primi, ti senti comunque soddisfatto perché devi superare una dura prova fisica e mentale solo per completare il percorso, già questo è un traguardo ed è molto appagante.

Raccontaci come nasce la tua passione per la corsa in montagna

Arrivo dalla canoa slalom che effettivamente non ha molto a che fare con il trail running, un impegno muscolare e metabolico totalmente diverso.

Nella nostra preparazione generale canoistica però abbiamo comunque mantenuto l’allenamento della corsa come un allenamento di scarico o per un miglioramento della capacità aerobica, sfruttando anche i bellissimi sentieri della valle.

ciato (complice probabilmente il distanziamento covid) a percorrere i nostri sentieri; quali sono gli errori più comuni dei “camminatori dilettanti” e cosa si potrebbe consigliare a chi percorre i sentieri della nostra vallata?

Gli errori più comuni sono vari:

-le scarpe non adeguate al terreno! Se in salita, anche se goffamente, si sale lo stesso con una calzatura non proprio idonea, i problemi arrivano i discesa. Usare degli scarponi con una suola non consumata oppure scarpe da trail che sono molto ammortizzanti e hanno una suola studiata per i sentieri.

-vestiario esagerato o viceversa! Sapendo che il corpo si scalderà, ci si dovrà vestire non troppo anche se siamo in inverno ma neanche troppo poco ovviamente. Partire sentendo un po’ di “freschetto” va benissimo basta che non sia una camminata piena di soste. Un anti vento-pioggia nello zaino fa sempre comodo.

-prima di partire meglio studiarsi bene il percorso e se possibile chiedere informazioni. Ci sono molte App ora per crearsi l’itinerario sulla mappa del telefono.

-non tutti hanno acqua da bere a sufficienza e cibi veloci da mangiare in caso di lunghi tragitti. Soprattutto se fa caldo l’acqua diventa indispensabile per non avere problemi fisici di vario genere.

-occhio alle zecche da marzo a ottobre! Usare i giusti repellenti o addirittura prevedere il vaccino, visti gli innumerevoli casi di malattie.

Quale consiglio daresti ad un giovane che si vuole avvicinare a questo tipo di sport?

A livello tecnico consiglio di cominciare con la corsa in pianura che è la base, inserendo pian piano dei tratti di percorso in salita e discesa. Correre in compagnia se possibile perché si sente meno la fatica e ci si fa qualche risata nel mentre. Consiglio di non voler strafare subito, la resistenza va migliorata pian piano e anche il riposo fa parte dell’allenamento, direi anzi che è fondamentale, perché la corsa porta ad affaticamenti muscolo-articolari da assecondare, recuperando il fisico si abituerà e con il tempo arriveranno i miglioramenti sperati.

Grazie ancora ad Enrico per il tempo dedicatoci, e ancora complimenti per l’ottimo piazzamento ottenuto!

… e ancora attimi risultati!

Dopo l’intervista Enrico ha confermato ancora il suo splendido stato di forma con la vittoria di domenica 28 agosto della STRAFEXPEDITION di Asiago, nel percorso di 20 km.

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importante traguardo e facendo presente che i gruppi di volontariato hanno tanto bisogno di giovani. Sono infatti loro, ha proseguito, che devono portare avanti quello che le persone nel tempo hanno costruito per la comunità con impegno, buona volontà e senza chiedere niente in cambio.

È intervenuto poi Luca Ferazzoli, sindaco di Valbrenta, che si è sentito orgoglioso e onorato di poter festeggiare insieme a tutti noi questo compleanno. In questo paesino, ha detto, questo Gruppo rappresenta una realtà straordinaria per il nostro territorio perché in tutti questi anni, attraverso il dono prezioso del sangue, ha offerto un aiuto concreto, spesso indispensabile, a coloro che si sono trovati in uno stato di grave sofferenza ed estremo bisogno. Ha continuato dicendo che la donazione di sangue è una delle nobili doti di solidarietà umana e crea appartenenza ad una comunità più vasta rispetto al proprio paese: si tratta infatti di un dono che spesso è rivolto non ad un parente, a un amico ma ad una persona del tutto sconosciuta della quale si sa soltanto che ha bisogno di aiuto. Simpaticamente ha concluso affermando che in fondo le persone che hanno la virtù di donare sono le stesse che fanno parte delle varie Associazioni del paese (anche quelle che poi ci prepareranno il rinfresco).

DAL 1962 DONIAMO

“GOCCE DI VITA

e ha fatto nascere anche il Reparto, nato nel 1962 proprio come il Gruppo di Campolongo, e con lo stesso fondatore, Germano Vialetto (assieme alla moglie e madrina Caterina Pizzato). Non a caso il vostro gruppo possiede l’unico labaro che riporta la scritta: SEZIONE MONTE GRAPPA, GRUPPO DONATORI DI SANGUE, SOTTOSEZIONE DI CAMPOLONGO. È per questo che io come Presidente del Reparto e tutti i Gruppi non possiamo che essere onorati nel condividere e festeggiare questo prezioso traguardo. Nel corso della vostra storia si sono succeduti vari capigruppo, tutti per portare in alto il senso del donare il proprio sangue, reclutare nuovi aspiranti donatori e aumentare le donazioni sempre più richieste nel territorio. Un ringraziamento particolare ai presidenti dai primi 20 anni dalla nascita: Zannini Bruno, Cavallin Paolo Bruno, Scremin Antonio e dott. Lazzarotto Giovanni; persone che hanno creduto nel valore della donazione mettendo delle solide basi per il futuro del Gruppo.

Nel 1983 è stata nominata Capogruppo una persona che ha fatto la storia del Gruppo di Campolongo per ben 30 anni ed eletto anche Presidente del Reparto per il triennio 2011-2014, Giovanni Negrello.

Nel corso dei suoi 30 anni di mandato ha creato una solida collaborazione con il Gruppo Alpini, con la Parrocchia, con la Pro Loco, con la Protezione Civile.

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DISANGUEDICAMPOLONGO di Bonato

Ha trasmesso ai giovani l’importante valore, non solo della donazione di sangue, ma anche del midollo osseo e AIDO, promuovendo con spirito alpino di solidarietà e generosità, il senso di dedicare un po’ di tempo per donare vita e speranza a chi sta soffrendo. E’ doveroso per me oggi ringraziare di cuore Giovanni per il lavoro fatto con dedizione e serietà per il suo Gruppo e per tutto il Reparto di Bassano. Un grazie al suo successore Francesco Bianchin per aver portato avanti il lavoro fatto in passato e aver continuato nella scia dei suoi predecessori. Grazie all’attuale capogruppo, Paolo dott. Vialetto e a tutto il suo direttivo per l’organizzazione con l’augurio che il Gruppo continui nel modello di chi l’ha fondato. Grazie anche a tutti voi donatori che con il vostro umile e dignitoso gesto vi siete impegnati nel corso di questi 60 anni di vita a dedicare un po’ di tempo per donare il vostro sangue tempo prezioso, perché preziosa è la vita delle persone ammalate che hanno bisogno di noi. Concludo ringraziando il Sindaco Luca Ferazzoli e a tutta l’amministrazione comunale per la collaborazione e l’aiuto nelle varie iniziative dei gruppi R.D.S. del comune di Valbrenta; il vicepresidente del Consiglio del Veneto, Nicola Finco; la sezione A.N.A. Montegrappa con il vice presidente vicario Mario Baggio; il gruppo Alpini di Campolongo per la cooperazione con i Donatori nei vari progetti. Non ultimo ma sincero, grande e doveroso grazie alla Banda di Campolongo, la banda ufficiale del nostro Reparto: grazie per la disponibilità ad accompagnare il Reparto nei momenti più importanti e significativi. Voi siete il simbolo pulsante delle nostre sfilate; voi siete il suono della nostra Associazione”.

L’attuale presidente del gruppo di Campolongo, Paolo dott. Vialetto, ringraziava i presidenti che l’hanno preceduto, le autorità presenti e gli alfieri, il Complesso Bandistico, il direttivo del Gruppo (attualmente composto da Giacomo Todesco – vice presidente-, Martina Illesi – segretaria-, Luciano Bonato e Francesco Bianchin – alfieri-, Federico Bonato e Francesco Mocellin –consiglieri-), la Pro Loco che con il Presidente Renato Mocellin e le sue collaboratrici hanno preparato un prelibato rinfresco con gusto, operosità e delicatezza, invitando tutti presso la piazzetta antistante l’ambulatorio per passare qualche momento conviviale in compagnia, in un clima di allegria e di riconoscenza verso tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita di questo importante compleanno: per l’occasione ai presenti è stata donata una bottiglia di vino personalizzata per l’evento. Infine, il Presidente ha sottolineato il gesto simbolico che il consiglio del gruppo di Campolongo ha deciso di fare: quello di donare il nuovo gagliardetto appena benedetto, il primo tra tutti i gruppi del reparto RDS che può vantare il nuovo logo; un segno di rispetto per il passato ed entusiasmo verso il futuro. Per concludere ha preso la parola Giovanni Negrello, stupito ma felice e un po’ commosso dalle parole a lui rivolte. Ringraziava i presenti, don Massimo per la collaborazione e l’ospitalità. Proseguiva dicendo: “Voglio oggi festeggiare i 60 anni del nostro gruppo che, anche se piccolo, ha sempre saputo fare la propria parte all’interno dell’R.D.S Monte Grappa. Sono uomini e donne donatori di sangue, di midollo osseo e di organi che rendono testimonianza della generosità della nostra gente, confermando la certezza e la solidità delle proprie radici ma anche e soprattutto creando un momento di riflessione e l’opportunità di guardare al nostro futuro in virtù di una esperienza fattiva e costante. Spirito di servizio, idealità, convinzione nella forza dei valori morali e civili, costituiscono la radice del nostro impegno di volontari e in particolari di donatori non solo di sangue. Essere volontari significa essere al servizio dell’altro, con la propria disponibilità, i propri limiti, il proprio impegno, le proprie attitudini e convinzioni, la voglia di fare.

Luciano (de Pompeo)

altro una speranza, la capacità di partecipare ad un progetto di realizzazione per un

pria parte senza arrendersi. Ed allora rimbocchiamoci le maniche umilmente, con mitezza ma anche con determinazione, perché la nostra testimonianza ed il nostro impegno possano assumere ancora maggiore dedizione all’uomo, ai suoi bisogni, alla sua richiesta di aiuto, alle sue necessità”.

VIVA I DONATORI DI SANGUE!

Se qualcuno desiderasse diventare donatore di sangue o volesse informazioni sulla donazione, può scrivere una mail all’indirizzo rdscampolongo@gmail.com direttamente ai membri del Consiglio Direttivo.

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L’attuale direttivo del gruppo, in posa assieme a Giovanni Negrello. La cerimonia civile, con l’alzabandiera e l’omaggio ai caduti delle guerre. La benedizione del nuovo gagliardetto.

VIETATO FUMARE

Questo racconto scritto da Giuseppe Bonato racchiude stati d’animo, paure, ansie che, alla vista di un finanziere, sono probabilmente ancora insite nell’animo di noi Campolongari, memori dei racconti dei nostri genitori e nonni. La trama che emerge da queste poetiche righe dal sapore autobiografico è avvincente e coinvolgente e rappresenta, con efficacia, lo stato d’animo di un antico papà descritto con l’ingenua semplicità di un bambino. Mentre scrivo queste righe apprendo che “Bepi Bortoina” è mancato il 22 settembre scorso. A giorni avrebbe compiuto 77 anni. Rivolgiamo alla moglie le nostre profonde condoglianze sapendo che lui avrebbe molto gradito che questo suo scritto venisse pubblicato sul “Vento del Brenta”, periodico del paese ove lui era nato. Il paese era tutto in fermento. La voce si era già sparsa nei giorni passati ma ora era diventata una realtà. Ogni capo famiglia non riusciva più a nascondere la sua preoccupazione. In quel paese, nel quale la miseria era di casa, l'unico sostentamento per famiglie ogni anno più numerose, era la coltivazione del tabacco. La legge obbligava a consegnare tutto il raccolto al monopolio ma tutti sapevano che molti ne nascondevano una piccolissima quantità per poterlo poi fumare con tranquillità nelle lunghe e fredde serate d'inverno davanti al focolare. Era una vita così avara, così triste, come una partita a carte già persa in partenza, che una sigaretta contro la legge ma composta del proprio sudore sembrava quasi una vittoria. Anche Bastiano era preoccupato da quella voce. Con piccoli trucchi che conosceva bene, anche lui aveva nascosto poche foglie di tabacco. Era stato semplice in verità. Come ogni anno, in primavera, due funzionari del monopolio erano venuti a contare tutte le foglie. Come al solito, uno rimaneva ai bordi del campo con un grosso taccuino e l'altro con una bacchetta entrava tra le pianticelle. Ad ogni pianta, spostando le foglie con la bacchetta, le contava e ne gridava forte il numero che il funzionario ai bordi del campo attentamente scriveva. Per i bimbi erano giorni di gioco. Correvano da un capo all'altro del campo gridando anch'essi i numeri ad alta voce. In genere i funzionari li riprendevano mentre i genitori tacevano.

Il silenzio dei genitori diventava così complice delle grida dei bimbi. Era quasi una sfida al potere, ingenua e perdente. Terminata la conta e fatte le dovute somme veniva comunicato a Bastiano il fatidico numero di foglie che il pover'uomo avrebbe dovuto consegnare al monopolio alla fine di tutto il suo lavoro. Il ricavato era ben poca cosa rispetto alle bocche da sfamare ed il lavoro da compiere era pesante e lungo.

Il tabacco raccolto veniva steso su delle travi per essiccarsi adeguatamente ed in quel periodo il suo odore acre entrava in tutte le fessure della casa. Ad inverno inoltrato si raccoglieva con cura facendo molta attenzione a non rompere nessuna delle foglie ormai secche e se ne componevano dei mazzetti da cinquanta. Bastiano, in tutte queste operazioni, era proprio bravo.

Aveva cura di mettere le foglie più grandi e più belle all'inizio ed alla fine di ogni mazzetto e nel mezzo, invece, quelle meno belle che comunque dovevano essere consegnate.

Era proprio durante questa fase del lavoro che Bastiano riusciva a nascondere qualche foglia per sé mettendo al suo posto nel mazzetto qualche foglia di quelle talmente mal ridotte che a suo tempo, durante il conteggio, i funzionari del monopolio gli avevano ordinato di distruggere. Ovviamente Bastiano, in loro presenza, queste foglie le sotterrava nel campo ma poi, di nascosto all'imbrunire, dissotterrava quelle un po' più sane, le puliva dalla terra e le portava subito in granaio ad essiccare affinché con l'umidità non marcissero. Ma ora questa sua azione, questa sua piccolissima mancanza rispetto alla legge gli creava tanta apprensione. In paese erano arrivati due finanzieri e con ogni probabilità tra non molto avrebbero bussato anche alla sua porta. Certamente il suo bambino, che era solo in casa con lui, non avrebbe parlato ma se gli fosse sfuggito anche solo un po' di rossore nel viso loro avrebbero potuto comprendere e avrebbero protratto le ricerche. Forse sarebbe stato meglio parlarne al bimbo per prepararlo e poi mandarlo a giocare per evitare che fosse presente. Lo chiamò infatti e accarezzandogli il ciuffo: " Hai sentito? Stanno arrivando i finanzieri. Sai chi sono? " gli chiese. Il bimbo rispose di non saperlo ma che tutti in paese erano agitati.

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racconto di Giuseppe Bonato (a cura di Fiorenzo Vialetto) Esposizione a tema “El tabaco” .

Tu sai che sono onesto, vero? - riprese il padre. - Non ho mai rubato neppure cinque lire. Sai anche che ho nascosto poche foglie di tabacco per fumarlo e sai anche dove. Non credo che sia un furto. Questi campi li abbiamo lavorati sudando ogni giorno e soffrendo per il tabacco come per le malattie dei figli. Tu sai che quando il cielo si oscura per un temporale la nostra paura è solo che la grandine distrugga il tabacco ed allora in ginocchio, in cucina davanti al focolare preghiamo bruciando un rametto di ulivo. Pensiamo che qualcuno lassù ci veda e ci aiuti. Lo hai fatto tante volte anche tu no? Ma a te sembra giusto che mi obblighino a distruggerle le foglie più brutte?

Non abbiamo forse lavorato anche per queste foglie? E poi io ho voglia di fumare. Che male faccio? Non abbiamo nulla neppure i soldi per qualche sigaretta ed invece possediamo questi campi, anche se pochi, colmi di tabacco. Ti sembra giusto che a noi diano mille lire per ogni chilo di tabacco e poi non abbiamo neppure i soldi per le sigarette? Ma perché le sigarette costano così tanto se il tabacco ce lo pagano così poco? Il bimbo guardò il papà e gli strinse la mano. Bastiano capì che non serviva più parlare e si avviò col bimbo verso casa, proprio nel momento in cui i finanzieri stavano uscendo dalla casa accanto e si dirigevano verso la sua. Gentilmente salutarono. Il più piccolo dei due, con i baffi, chiese a Bastiano se non avesse nulla da dichiarare. L'uomo rispose con naturalezza di non possedere un solo grammo del tabacco del suo raccolto. La mano del bimbo stringeva forte la mano del papà mentre tutti quattro entravano in cucina. La sensazione del bimbo fu che a questo punto fossero i due finanzieri ad essere diventati due ladri ma proprio di quelli veri. Tutti i cassetti e i pochi mobili della cucina furono aperti. Uno dei due s'avviò verso il solaio e l'altro lo seguì. Bastiano ed il bimbo si guardarono velocemente e i loro occhi erano soddisfatti. Entrambi sapevano che non avrebbero trovato nulla in quel luogo.

Dopo breve tempo i finanzieri scesero e Bastiano ed il bimbo si fecero da parte per lasciarli passare e finalmente uscire.

Un attimo prima di salutare quello senza baffi e più alto diede un rapido sguardo alla cucina e vedendo una porticina del sottoscala chiese quasi con noncuranza: - Che cosa tenete lì dentro? Nulla di particolare - rispose Bastiano - un pentolone vecchi, stracci, legna. Il " vediamo" del finanziere fu come una mazzata non attesa ed il bimbo prima di lasciare la mano del papà gli diede un'ultima stretta.

Bastiano raggiunse ed aprì la porticina, poi si fece da parte. In quel buco vi era proprio un caos indescrivibile. Il finanziere vi diede un'occhiata veloce ed il suo sguardo si fermò su una pentola piena di stracci. Chiese a Bastiano: - Mi faccia vedere meglio. Sollevi quegli stracci. Il bimbo cercando di controllarsi girò la testa e guardò il cielo. Non c'era una nuvola e tutto era tranquillo. Il suo cuore batteva forte e, lontano, sul Brenta calmo, gli pareva di vedere i due finanzieri che affogavano e lui che non chiamava aiuto. Poi lentamente scese le scale e s'inoltrò nei campi. Si sedette sempre molto lentamente e girò le spalle alla casa. Strappando dei fili d'erba sentì un gran magone invaderlo e fu assalito da una gran voglia di piangere. Pensava con tristezza alla loro fame ed alla voglia di fumare del papà. Quei due, invece erano in divisa, sfamati e con le tasche piene di sigarette. Non poteva essere questa la giustizia. No, no, no, no. La voce del papà lo fece trasalire. Era chiara e non sembrava triste. Si girò di scatto e lo vide venirgli incontro con le braccia aperte. Gli sembrò d'un tratto che la vita ricominciasse tra le sue braccia. Fu un abbraccio intenso e sereno. Gli occhi del bimbo guardavano il papà in attesa e Bastiano prendendolo per la mano si avviò per i campi. - Ora ti racconto - dissevedi, le mie mani non sono grosse, ma quando il finanziere mi ha detto di sollevare gli stracci ho subito capito che con gli stracci dovevo sollevare anche i due rotoli di tabacco che vi avevo nascosto. Allora ho pensato: "Marco, prestami anche le tue mani. Lo so che sono piccole ma aggiunte alle mie vedrai che ce la faremo."

Poi ho chiuso gli occhi ed ho provato. Ce l'abbiamo fatta sai? Siamo stati proprio bravi, proprio bravi. Il bimbo guardò il papà con occhi spalancati. Poi guardò le sue manine. Poi le mani del papà. Tutto all'intorno era calmo e silenzioso e loro soli ridevano.

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Il tabacco dalla piantina all’essicazione; ecco come, ancora oggi, la tradizione resiste grazie a Luciano Bonato (per tutti Ciano de Pompeo). Questa foto del secolo scorso, mostra le aree ampliamente coltivate del paese di Campolongo

Adriana Bonato è nata nel 1951, madre di quattro figli, laureata in Lettere e Psicologia. Ha lavorato nel Sindacato, poi come insegnante per vent’anni e nell’arte contemporanea per altri venti. La ringraziamo per il suo originale e realistico contributo.

Arrivare con la Topolino di mio zio Din Don alla passerella di Campolongo, dalla campagna della Bassa Padovana, era per me, all’inizio di ogni estate, un abbraccio protettivo da parte di quelle montagne del Canale di Brenta che ad altri potevano invece sembrare una morsa. Mi aspettavano tre mesi estivi di intenso lavoro nei campi appiccicosi di nicotina; campi dai nomi familiari: Matilde, Pitarel, Giare, Pute Legati dal filo verde di viottoli strettissimi per non togliere nulla al “prezioso” raccolto del tabacco nostrano del Brenta, che comunque non bastava mai a garantire la sopravvivenza. A quella ci pensavano le rimesse dei nostri padri, dalla Francia, dal Belgio, dalla Svizzera, dove negli anni ’60 molti lavorarono come manovali nel Barrage de la Grande Dixence.

Regine indiscusse della terra, anche senza re al loro fianco, erano le donne, dalla semina nel vivaio al trapianto in precisi reticoli geometrici, alla cura di ogni singola pianta di tabacco. Se ne contavano fino a 22 milioni nell’800, raccolte foglia per foglia e messe a seccare nei granai, per poi, ultima fatica, confezionarne dorati e aromatici mazzi destinati alla vendita presso il magazzino del Monopolio di Carpané.

Ricordo il momento ansiogeno della pesa, sempre incerta quanto al guadagno e rischiosa per gli ossessivi controlli dei funzionari. Correre in piazza col cuore in gola, per controllare che non arrivasse la camionetta della finanza, mentre il Rosso faceva il carico del tabacco di contrabbando, sottratto con i più creativi stratagemmi all’ossessiva conta dei finanzieri: resta uno dei ricordi più epici della mia prima infanzia. In questo compito di staffetta in erba mi sentivo protetta, oltre che dai miei famigliari, anche dalla complicità delle donne di Via Conti che mi vegliavano dagli usci: l’Anna Andreatta, la Catineta, l’Anastasia e su in piazza, seduta sul muretto, la Oma, che sniffava beata il suo “cucchetto” da fiuto.

D’altronde il tabacco era stato introdotto fin dal ’700 dai monaci dell’Abbazia Benedettina di Santa Croce, a Campese, in gran segreto, inizialmente per un uso ricreativo. Peccato che quella meravigliosa “testa calda” di Teofilo Folengo, confinato lì come altri liberi pensatori, in seguito non abbia potuto goderne.

La diffusione della coltivazione intensiva del tabacco aveva cambiato perfino la morfologia del Canale di Brenta, addolcendo le ripide e incombenti pareti con verdeggianti terrazzamenti. Le donne, soprattutto, avevano cucito tra loro questi fazzoletti di terra, ricavando lo spazio per coltivare anche patate, fagioli, ortaggi, insieme a sgargianti zinnie e astri.

Quelle della mia famiglia, innanzitutto, così diverse fra loro eppure così emblematiche di un destino collettivo: mia nonna paterna, Giustina Orlando, vedova di mio nonno Giovanni Bonato, disperso durante la Prima

guerra; e mia madre, Vialetto Maria, vedova di Bonato Francesco, morto durante la Seconda, a Tirana nel 1941. La prima, libera e indipendente, ha sfidato le convenzioni per mantenere la pensione di vedova di guerra convivendo con un nuovo compagno con cui poi migrerà in Belgio, a Charleroi, con un figlio piccolissimo. Lì nasceranno i miei due zii e tutti potranno studiare e integrarsi nella nuova comunità. La seconda, mia madre, ligia invece alle convenzioni, preferirà rinunciare alla pensione per sposare in seconde nozze un altro Francesco Bonato, mio padre, che continuerà a vivere all’estero per tornare solo di tanto in tanto al paese nei pochi anni che gli resteranno da vivere.

Tra le tessere del mosaico di figure femminili che ricordo ci sono innanzitutto le mie vicine di casa: la Sandrina, che cantava a squarciagola le canzonette in voga per coprire e sdrammatizzare la rumorosa silicosi del marito; l’Amelia, aiutata da tutti nella cura del figlio, investito rovinosamente da una macchina mentre attraversava la piazza; la Margaritina Reginel, amica carissima di mia nonna Orsolina, che partiva ogni sabato elegante e spavalda in birocio, assieme al suo cavaliere Giovanin Ducato, a ballare chissà dove il liscio dei Casadei, col beneplacito dei rispettivi consorti.

Le vicine a cui ero più affezionata erano la Maria Bortoina e la Delia. La prima, per sfamare i suoi 5 figli, era partita alla volta di Torino, a servizio presso una famiglia. Trovato un alloggio, si era fatta raggiungere dai figli e perfino il marito Bastiano, refrattario ai cambiamenti, era stato strappato dalla Guaiva. Il lavoro a domicilio, poi, le aveva permesso di badare alla famiglia, mentre assemblava fiori di plastica, garantendosi così una certa indipendenza economica. Solo per aiutare il marito a superare l’inguaribile nostalgia tornerà a malincuore al paese, vivendo fin oltre cent’anni con il rispetto e l’affetto di tutti.

A Delia, infine, va la mia riconoscenza perché è stata la testimone discreta e sensibile di tanti momenti tristi della mia famiglia. Non solo mi consolava quando mio padre tornava assieme a suo marito la domenica sera, ondeggiando giù per la valle, in preda a quel diffuso alcolismo della domenica, per me bambina intollerabile; ma c’è anche stata sempre nei momenti di lutto. È lei che ha lavato e vestito mio padre nell’agosto del ’68, addobbandone la bara di gelsomini, e poi nel luglio del ’78 mio fratello Gianni per il suo ultimo viaggio. Anche lei aveva lasciato i suoi 4 figli più piccoli alla primogenita Giovanna per lavorare come cuoca in Svizzera tra i migranti stipati nelle baracche. Nel ’68 e ’69 sarò anch’io tra i lavoratori della Von Roll Stahl di Gerlafingen e delle fabbriche di macchine da cucire e di orologi di Grenchen, a servire loro i pasti presso la mensa dell’hotel Adler di Solothurn, ma anche a manifestare contro il razzista James Schwarzenbach e la sua proposta di referendum contro l’inforestieramento, per una società più solidale e per la pari dignità del lavoro di uomini e donne.

La solidarietà che si è creata tra i lavoratori in tante esperienze all’estero ha certo contribuito a preparare il terreno per l’accoglienza ai numerosi immigrati che popolano la nostra valle, arricchendo questo territorio così pieno di contrasti, fatto di sentieri impervi e insieme di una direttissima via di comunicazione con l’Europa. Pure il fiume ricco e maestoso che lo attraversa, che in passato seminava il terrore con le sue brentane, ora ospita sportivi della canoa e del ciclismo da tutto il mondo sulle sue incantevoli sponde attrezzate. Un territorio dunque che può promettere ai giovani uno sviluppo futuro sostenibile con la valorizzazione delle sue risorse naturalistiche, botaniche, geologiche, idrauliche.

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REGINE SENZA RE: un ricordo delle donne della valle

Sono importanti e appassionati gli studi storici e linguistici sulla valle che potrebbero essere arricchiti con nuovi contributi anche sulle migrazioni e sul ruolo che le donne hanno avuto con il loro lavoro nelle grandi fabbriche del Nord Italia e all’estero, ma anche chine sui campi di tabacco, talvolta senza mai uscire dal paese.

In racconti come “Vietato fumare”, del mio carissimo amico GiuseppeBonato, uno dei 5 figli della Maria Bortoina: partito da Campolongo alla volta di Torino, prima in Fiat poi in IBM a Milano, città che gli ha infine conferito l’Ambrogino d’oro nel 2002.

Un legame forte unisce tutti noi partiti dal paese, consapevoli che il meglio di quello che siamo diventati lo dobbiamo soprattutto alla forza d’animo e alla tenacia delle nostre madri, capaci di far sbocciare garofani profumati dalle rocce.

Adriana Bonato

RICORDI IN BIANCO E NERO

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Anni Sessanta. Basilica di Monte Berico a Vicenza. Matrimonio tra Teresa Bonato e il maestro Gioacchino Strappazzon. Anni Cinquanta del Novecento. La famiglia di Sebastiano Bonato e Maria assieme ai figli. Primi anni Cinquanta. Una classe delle elementari. Teresa ed Ettore Bonato Un lupo sorpreso dall’obiettivo in località Busa del pozzo

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FIOCCHI AZZURRI

Il 23 luglio scorso è nato Jacopo Vialetto, primogenito di Paolo e Martina Illesi. Al neonato, ai suoi genitori e ai nonni vedano i nostri migliori auspici per un futuro sereno e denso di soddisfazioni.

È nato Elia Gheno Vialetto, primo figlio di Enrico e Sara, il 26 luglio scorso. Al bambino, ai suoi genitori e ai nonni vadano le nostre più vive congratulazioni e gli auguri per un felice futuro.

FIORI D’ARANCIO

Maura Negrello (figlia di Giovanni e Giovanna Scramoncin) e Andrea Tich si sono sposati nella nostra chiesa parrocchiale il 6 agosto scorso. Ai due sposi, che risiederanno a Campolongo, vadano i nostri migliori auguri di una serena e felice vita in comune.

Matteo Vialetto (figlio di Romano e Giorgia) e Valentina Dalla Costa si sono sposati nella chiesa di Cartigliano il 10 settembre scorso. Ai due sposi vadano i migliori auguri per un futuro felice.

Andrea Bonato (figlio di Gabriele e Stefania) ha coronato il suo sogno d’amore assieme a Giulia Gnesotto presso la chiesa di San Nazario il 10 settembre scorso. Da parte nostra giungano le nostre felicitazioni.

FIOCCHI ROSSI

Nicolò Gnoato si è laureato, il 16 marzo scorso, in biologia computazionale e quantitativa presso l’università di Trento. Il fratello Alberto si è laureato in tecnologie della comunicazione presso l Ferrara il giorno 8 giugno scorso. I due ragazzi sono figli di Piero e Roberta Scramoncin. Ci complimentiamo con i due neo dottori e i loro famigliari. Auguriamo loro un soddisfacente futuro lavorativo.

Margherita Cadore si è laureata il 4 ottobre scorso presso l’università degli studi di Ferrara in medicina e chirurgia con il punteggio di 110/110. La neodottoressa, già laureata in farmacia presso l Padova, è figlia della farmacista della nostra Comunità Mirca Zago e del dottor Claudio Cadore. Ci congratuliamo con Margherita e la sua famiglia.

Alberto Vigo (figlio di Simone e Ivana Mocellin) si è laureato in Ingegneria Innovazione del Prodotto, il 25 novembre scorso, presso l’università di Padova. Complimenti e auguri per un buon proseguimento di carriera.

CONDOGLIANZE

Renato Vialetto to luglio scorso. Aveva 93 anni. Da decenni viveva a Vicenza, anche ricoprendo importanti ruoli nella società civile, ma serbava sempre nel cuore e nella mente il ricordo di Campolongo sul Brenta, il suo paese, tanto da esprimere il desiderio di essere sepolto nel cimitero locale.

Durante la sua lunga vita è stato parte viva della nostra Comunità, prima come chierichetto, poi, ricoprendo anche il ruolo di consigliere comunale. Successivamente ha svolto la sua attività professionale nel campo assicurativo. E questo suo attaccamento al paese lo aveva dimostrato collaborando con “Il Vento del Brenta gustosi aneddoti il periodo della sua giovinezza, facendo rivivere atmosfere e personaggi d’altri tempi. Alla moglie, al figlio e ai parenti vadano le nostre più vive condoglianze.

È venuto meno, il 21 giugno scorso, Luigi Bonato “dei Antoetini”, di anni 94. Da molti anni risiedeva a Roma ma, finché è stato possibile, ogni anno ritornava a Campolongo cui era particolarmente affezionato. Le sue ceneri riposano nel cimitero della nostra comunità. Alla moglie, ai figli e ai parenti tutti giungano i sensi del nostro cordoglio. In questa foto dei primi anno ‘60 si vedono Bortolo e Luigi Bonato dei Andoetini con le “snisoe” piene di fieno per le mucche.

Il 12 luglio scorso è deceduta Luigia Secco dova Ferrazzi. Aveva 94 anni. Alle figlie e ai parenti giungano le nostre sentite condoglianze.

Carlo Bonato il 7 settembre scorso, da orgoglioso alpino, ha posato lo zaino a terra e se n’è andato a scoprire ben più alte vette. Aveva 79 anni. È stato per molti anni infaticabile collaboratore della Pro Loco ricoprendo anche la carica di Vicepresidente. Alla moglie Raffaella, alle figlie Emanuela e Paola e ai parenti tutti vadano le nostre più sentite condoglianze da parte del presidente e di tutti i membri della nostra associazione.

È deceduto il 12 ottobre scorso Giovanni Padovan "Piero Malta", all'età di 70 anni, marito di Claudia Conte. Risiedeva a Pieve del Grappa. Alla moglie e ai figli giungano le nostre più vive condoglianze.

Oser Rosamond, di anni 70, è deceduta l'8 novembre scorso. Risiedeva in via Vialetti e riposerà nel nostro cimitero. Al suo compagno giungano le nostre condoglianze.

Il 24 novembre scorso è venuto meno Germano Chedi 73 anni; con la famiglia risiedeva a Campese. Alla moglie Ivana, ai figli e ai parenti vadano le nostre più vive condoglianze.

ANONIMA

allestimento della Festa in Brenta, un artigiano ha prestato gratuitamente la sua opera, esprimendo il desiderio che il suo compenso fosse devoluto alla Scuola Infanziae chiedendo di rimanere anonimo; così è stato fatto. Grazie per la generosità.

MEMORIA DEL 4 NOVEMBRE

Si sono svolte domenica 6 novembre, anche a Campolongo sul Brenta, le cerimonie in occasione della giornata dell'Unità d'Italia e delle Forze armate. Presso il monumento ai caduti erano presenti il sindaco Luca Ferazzoli e il parroco don Massimo Valente. Con l'accompagnamento dalla nostra banda musicale, diretta da Luigino Illesi, è stata deposta una corona d'alloro presso il monumento ai caduti e i ragazzi delle scuole elementari hanno declamato brani

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Notizie flash Lettere alla Redazione

IL NUOVO VICESINDACO

In data 4 luglio Mauro Illesi è stato nominato dal sindaco Luca Ferazzoli come vicesindaco, per la durata di un anno. Da parte nostra giungano i migliori auguri di buon lavoro.

PASSAGGIO DI TESTIMONE ALLA PRESIDENZA DEL GRUPPO ALPPINI

Lo scorso 9 maggio, dopo tanti anni, Patrizio Vialetto ha passato il testimone, come capogruppo degli Alpini, a David Vialetto; come vicecapogruppo è stato eletto GioMaria Todesco.

David è figlio di Tiziano e Patrizia e nipote di Stefano (Germano) Vialetto. Risiede a Paderno del Grappa ma è rimasto sempre legato alla nostra comunità. Tra l’altro è l’autore del pannello nel quale è stato impresso il “Bollettino della vittoria”, e che si trova affisso presso il monumento ai Caduti, di fronte al cimitero. Mentre ringraziamo Patrizio per l’impegno e la proficua attività svolta auguriamo a David di continuare a tenere alta la bandiera del gruppo.

LA CLASSE ‘72

L'otto ottobre scorso gli amici della classe 1972 si sono ritrovati assieme a cena per festeggiare il loro cinquantesimo anno di età. A tutti loro vada il nostro augurio perché raggiungano, almeno, i cento!

Buon giorno, mi chiamo Enrico Pellizzari e volevo fare un ringraziamento a tutta la redazione de "IL VENTO DEL BRENTA" per il lavoro che state svolgendo nel continuare a perseguire questa lodevole, importante e utilissima iniziativa. Ho deciso di scrivere queste righe, per segnalare la grande felicità di mio padre quando riceve il vostro periodico. Mio padre si chiama Pellizzari Sebastiano classe 1931 nativo di Campolongo, la mamma (cioè mia nonna, Giovanna Bonato) era conosciuta come la Nea Scandea, mentre il papà (cioè mio nonno Giovanni Pellizzari) era conosciuto come Nani de a Tina.

Mio padre aveva anche una sorella Bertilla, scomparsa il 6 gennaio 2015 all'età di 77 anni. Alla fine degli anni 30, mio nonno, complice la crisi economica, portò la famiglia in Piemonte e precisamente a Chivasso dove trovò lavoro prima nella costruzione di un importante canale d'irrigazione della zona e poi alla Fiat come sorvegliante. Con la conclusione della seconda guerra mondiale, si trasferirono a Torino, dove rimasero fino al 1966, anno che segnò il ritorno dei miei nonni e di mia zia al paese di origine.

Mio padre nel frattempo aveva trovato lavoro in una fabbrica di biciclette, e successivamente entrò alle Poste come fattorino e successivamente come portalettere.

Nel 1957 incontrò mia madre (anche lei di origine venete, nata in un paesino tra Conegliano e Vittorio Veneto) , si sposarono e nel maggio del 1960 nacqui io. In tutti questi anni i miei genitori non hanno mai dimenticato le loro radici, andando a trovare sia i nonni paterni che i nonni materni, trascorrendo i periodi di vacanze nei loro luoghi d'origine. Ed anch'io frequento questi luoghi da sempre, che oltre ad essere meravigliosi, mi ricordano gli anni passati Purtroppo a gennaio di quest'anno il Covid ha portato via la mia mamma e la compagna di una vita a mio padre. La mia mamma si chiamava Dalla Libera Natalina e se potete menzionarla nelle vostre rubriche farebbe piacere a mio padre, che nel leggere le notizie del suo paese lo riporta indietro nel tempo. Grazie ancora, e scusate questa digressione. ma volevo portare una piccola testimonianza di vita passata.... a presto.

LE ELEZIONI POLITICHE DEL 25 SETTEMBRE 2022

All’interno del comune di Valbrenta la Comunità di Campolongo sul Brenta ha votato al seggio numero 4.

I risultati rispecchiano i risultati ottenuti dalle varie liste a livello nazionale, con un più accentuato voto a favore dei partiti del centro-destra. L’affluenza per la Camera è stata per comune di Valbrenta del 66,41%, per Campolongo sul Brenta del 71,39%; stesse percentuali per il Senato. Per una dettagliata descrizione dei voti per le liste e i singoli candidati si rimanda al sito internet del comune di Valbrenta: https://www.comune.valbrenta.vi.it

Saluto tutti coloro che, indistintamente, si dedicano alla realizzazione del "Vento del Brenta" e ringrazio della meritevole opera che, vi assicuro, è una boccata di ossigeno rigenerante per chi (ormai sconosciuto ai più) sta lontano e nei suoi ricordi va a frugare fra i suoi anni verdi.....!!! (…) Grazie ancora e una montagna di saluti.

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Giancarlo Bianco - San Mauro a Signa (FI) I nonni di Enrico Pellizzari, il padre con la sorella Bertilla e nella foto sopra, la mamma.

PROPOSTA DI LETTURA : un libro da tenere nella biblioteca personale

Il dottor Giuseppe Gheno ha presentato, venerdì 7 ottobre scorso a Campolongo, la seconda edizione della pubblicazione da lui curata “Voci di una Valle – vocabolario dialettale etimologico della Valbrenta” per i tipi dell’editore Attilio Fraccaro di Bassano del Grappa.

Questo libro, grazie anche a diversi collaboratori residenti negli ex comuni della Valle, rappresenta una accurata ricerca filologica ed etimologica del nostro dialetto e dei suoi modi di dire. Scorrendo queste pagine, guidati dai vocaboli, si compie un viaggio attraverso il tempo riscoprendo modi di dire ora in disuso.

Addentrandosi nella lettura si scopre che tanti vocaboli che usiamo ogni giorno derivano dal latino, dal greco, dal tedesco, dal francese e anche dall’arabo

Buona lettura!

ELENCO DEI SOSTENITORI DEL VENTO DEL BRENTA

Proseguiamo la pubblicazione dei nominativi di coloro che con il loro indispensabile aiuto economico concorrono, concretamente, alle spese di stampa e spedizione del giornale. Versamenti registrati a tutto il 06.12.2022.

103) Savina Negrello e Zannoni Antonio – Falconara Marittima (AN)

104) Carmen Orlando e Andrea – Vicenza (VI)

105) Gino Bonato – Bassano del Grappa (VI)

106) Teresa Lazzarotto – Tezze Sul Brenta (VI)

107) Bruna Bonato – Romano d’Ezzelino (VI)

108) Anna Maria Bordin Massignan – Solagna (VI)

109) Giuseppe Lazzarotto – Cittadella (PD)

110) Giuseppe Salvatore Bonato a Annamaria –

111) Gabriella Orlando – Lainate (MI)

112) Roberto Giusto – Campolongo S.B. (VI)

113) Assunta Bonato – ( manca indirizzo )

114) Ida Zannoni – Vicenza

115) Claudio Lazzarotto – Bassano del Grappa

116) Antonio Temperato – Campese di Bassano D.G.

117) Giancarlo Bianco – San Mauro a Signa (FI)

118) Alberto Vialetto – Vicenza

119) Leonardo Carusi e Claudia Bonato – Roma

120) Valerio Bonato – Bassano del Grappa

121) Lucio Cricchi – Solagna (VI)

122) Don Paolo Pizzolotto – Valdobbiadene (TV)

123) Emanuela Vialetto in Dalla Valle – Romano d’Ezzelino (VI)

124) Anonimo – Campolongo S.B.

125) Arnaldo Serradura – Campolongo S.B.

126) Lidia Bonato – Rossano Veneto (VI)

127) Roberto Salvagni e Vanna Sacchi – Milano

128) Gianfranco Cavallin – Bassano del Grappa

129) Maria Rita Vialetto – Mestre – Venezia

130) Giovanna Giusto Spaggiari – Gravellona Lomellina (PV)

131) Liliana Vialetto – Cittadella (PD)

132) Margherita Bonato – Pinerolo (TO)

133) Andreina Perin – Montebelluna (TV)

134) Renato Giusto – Campolongo S.B.

135) Sebastiano Pellizzari – San Mauro Torinese (TO)

136) Giuseppe Secco – Bassano del Grappa

137) Paolo Zannini – Possagno (TV)

138) Natalino Orlando – Origgio (VA)

139) Orlando Moro – Ginevra (Svizzera)

140) Caterina Rovere – Pove del Grappa (VI)

141) Nicolina Bonato in Costa – Campolongo S.B.

142) Leonardo Vacca – Rivarolo Canavese (TO)

143) Teresa Carmela Bonato – Verona (VR)

144) Sergia Paparella – Venezia

145) Marilena Bonato – Romano d’Ezzelino (VI)

146) Maria Flavia Zannini – San Vittore Olona (MI)

147) Maddalena Bonato – Villafranca di Verona (VR)

148) Domenico Bonato – Campolongo S.B.

La redazione del “Vento del Brenta” ringrazia tutte le persone che hanno contribuito a rendere ricco e interessante questo numero. Il periodico si arricchisce infatti con l’apporto di idee, riflessioni, articoli e foto da parte di tutti, e tutti sono invitati a collaborare.

Ricordiamo che il periodico vive grazie al contributo economico dei lettori. In allegato a questo numero trovate un bollettino postale preintestato; inoltre è sempre possibile effettuare un bonifico al seguente IBAN: IT 30 H 0760111800000010971364

EVITIAMO GLI SPRECHI

La redazione invita eventuali destinatari di questa pubblicazione che non fossero più interessati a riceverla di darcene comunicazione tramite posta o mail (info@procampolongosulbrenta.org) in modo da procedere alla sospensione dell’invio.

Alcune foto del Mercatino di Natale 2022 della Scuola dell’Infanzia. Un doveroso grazie a chi ha preparato ed allestito le fantastiche idee regalo, grazie a chi si è adoperato per la vendita e grazie a tutti quelli che hanno acquistato, sostenendo la nostra scuola!

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