VI - Aprile 2020
EtCetera Majorana
Attualità 3
Giacomo Longoni, 4bb Emma Borgonovo, 3bb
Intervista all’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini In questo periodo di sconforto e tribolazione molte sono le incertezze, poche le risposte e, se le riceviamo, il più delle volte sono negative. Abbiamo dunque deciso di intervistare l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini per sapere come un uomo di Chiesa risponde ai quesiti che tutti ci poniamo. Vi ringraziamo inoltre per le numerose domande che sono giunte in redazione e che noi, nella maggior parte dei casi, abbiamo rivolto a mons. Delpini. Prima di lasciarvi all’intervista, cari lettori, ecco una breve biografia dell’ Arcivescovo di Milano. Mons. Delpini ha frequentato il liceo classico, in seguito ha conseguito la laurea in Lettere classiche, la licenza in Teologia e il diploma in Scienze Patristiche. È stato ordinato presbitero nel 1975 e in seguito ha insegnato per molti anni nel seminario di Venegono greco e patrologia; è stato Rettore maggiore dei Seminari di Milano e ha rivestito numerosi incarichi fino ad essere nominato, il 7 luglio 2017 da Papa Francesco, Arcivescovo di Milano.
Di fronte ai numeri che giungono tutti i giorni sulle morti e sul contagio l’Arcivescovo, uomo di Dio e della Chiesa, che risposta si dà? Che conforto può dare? Non ho risposte. Non vengono facili le parole. E poi: c’è qualcuno a cui interessano le risposte? Ogni morte è un enigma. La morte di molti in una epidemia più che generare domande produce statistiche. E forse anche paura per sé: se il virus è così diffuso, arriverà anche a me? Non so se c’è un conforto. Sono salito sulle terrazze del Duomo. Di là si vede tutta Milano: i grattaceli moderni, ancora da finire, i palazzi del Novecento, dell’Ottocento, le chiese antiche dai primi secoli dell’epoca cristiana. Si ripassa la storia di Milano. E viene da pensare: questa città ne ha viste tante di disgrazie, epidemie, guerre. Sono passate e la vita è continuata. Passerà anche questa e la vita continuerà. E questo sarebbe un conforto? Per me non tanto. Il mio conforto è la speranza cristiana: non siamo destinati alla morte, ma alla vita. Io credo la vita eterna.