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Intervista all’on. Maurizio Martina

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16 Intervista all’on. Maurizio Martina Francesco Vaccaro, 4aa Chiara Ferrara, 3bb

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Redatto prima dell’emergenza covid-19 Maurizio Martina, 42 anni, è un uomo con due grandi passioni: la politica e il mondo agricolo e agroalimentare. Nato a Calcinate nel 1978 e cresciuto in una famiglia operaia in provincia di Bergamo, ha fatto esperienza fin da subito del mondo operaio e agricolo, che ha posto al centro dei suoi studi, conseguendo il diploma di perito agrario. Ha poi deciso di impegnarsi attivamente per portare la sua passione nelle istituzioni, laureandosi in scienze politiche e diventando consigliere comunale di Mornico al Serio nel 1999. Da qui diventa protagonista attivo nel mondo della sinistra: nel 2002 diventa segretario regionale della Sinistra giovanile e responsabile “Lavoro” della segreteria nazionale. Nel 2004 è nominato segretario provinciale dei Democratici di Sinistra di Bergamo per poi diventare segretario regionale nel 2007. Entra poi a far parte nello stesso anno del Partito Democratico, di cui è ancora membro e del quale ha detenuto la reggenza nel 2018 in seguito alle dimissioni di Matteo Renzi. Il suo “curriculum istituzionale” parla da sé: nel 2013 diventa sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali sotto il governo Letta per poi diventare Ministro di queste politiche con il governo Renzi nel 2014 e riconfermato nel 2017 con il governo Gentiloni. In seguito alle elezioni politiche del 2018 è membro della Camera dei Deputati.

Analizzando il suo trascorso politico e formativo, lei si è sempre interessato molto all’ambito agroalimentare. Perché ha deciso di dedicarsi a ciò? Ho sempre avuto la passione per la terra. Sono nato e cresciuto in una cascina della bassa bergamasca e poi mi sono diplomato all’istituto tecnico agrario. Da lì è nato tutto.

Lei è stato il primo firmatario della legge n° 196/2016 contro il caporalato. Pensa che si possa intervenire per cercare di ridurre ulteriormente il fenomeno dello sfruttamento e dell’esiguo salario dei lavoratori nel campo edile e agricolo? Se sì, come? La legge del 2016 è stata fondamen-

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tale per aumentare gli strumenti di repressione ma ora bisogna assolutamente applicare anche la parte preventiva in particolare lavorando sull’Intermediazione di manodopera e sulla gestione degli alloggi e dei trasporti per i lavoratori stagionali di tante realtà del nostro comporto agricolo nel paese

Parliamo ora del suo partito. Si aspettava questo risultato in Emilia Romagna? Tutto merito delle Sardine? E in Calabria? In Emilia-Romagna ero fiducioso e il risultato è stato straordinario. Merito del lavoro di Bonaccini, il presidente di regione, del PD e di tutte le forze che si sono mosse e hanno lavorato insieme. Certamente le sardine sono state decisive per mobilitare tantissimi cittadini oltre i partiti.

Se avesse davanti Salvini cosa le direbbe? Quello che dico sempre. Che non puoi governare il paese solo con pericolose provocazioni via social. Che l’Italia non merita le scene che lui organizza per avere qualche like. Poi c’è il paese reale che è complesso e merita risposte serie. novo, e il nuovo statuto ne è la dimostrazione. Quale sarà la nuova linea politica? Che cos’ha sbagliato il partito in questi anni? E riuscirà a ritornare ai vecchi splendori o i populismi avranno ancora la meglio? Penso che il Pd tra alti e bassi sia stato un progetto vincente in questi anni. Ora però bisogna cambiare per fare ancora meglio. Bisogna avere il coraggio di sperimentare ancora apertura e innovazione creando le condizioni perché nuove persone e nuove idee entrino in partita condividendo l’obiettivo di un grande partito progressista plurale nelle idee e unito nelle azioni.

Da giovane immaginava di ritrovarsi oggi, nel 2020, forte di due esperienze da ministro e da segretario “pro tempore” del Pd? Assolutamente no. È stato un bel percorso che mi ha arricchito umanamente e professionalmente tantissimo.

Noi giovani possiamo ancora fare la differenza in questo Paese e vale ancora la pena “fare politica”? E’ fondamentale. Fidatevi. Occuparsi della comunità, del paese, oltre i destini individuali è essenziale. C’è ancora tanto da lottare per avere una società più equa e più giusta.

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