LA CAMPAGNA AUSTRO-SERBA DEL 1914

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LA

ROMA

Gen. CARLO GELOSO
CAffiPAGnA AUSTRO-SERBA -- -· DEL 1914 · (AGOSTO - DICEMBRE)
1 948
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T IPOGRAFIA REGIONALE - tlOMA, VIA CARLO CATT ANEO 20-11

INDICE DEL TESTO

ELE!S'CO DELLE ABBREVIAZIONI AVVERTENZA

PltamsSA

CAP. I. - LA PREPARAZIONE POLITICO- MILITARE ED l PIANI DI GUERRA.

Austria-Ungheria e Serbia nei Balcani. - Preparazione _politico.militare dell'impero austro-ungarl::o.Piano di gu erra e radunata austro-ungarici. - La, solurione del prob lemai del l a guerra su due fronti.

- Il piano di guerra e la raduna ta dell'esercito serbo. - L'evoluzione del piano austro-ungarico nei pri· mi giorni di guerra

CAP, Il. . I PRELIMINARI DELLA BATI'AGLIA.

Il passaggio della Orina. - E voluzi.one del concetto operativo del Comando Supremo serbo. - I combattimenti del 14 agosto e la definitiva manovra dci Serbi. - La len ta avanzata della 5a armata e la parziale ooopcraz.ione della 2•. - Lo schieramento delle forze contrapposte la sera del 15 agosto

CAP. III. . LA BATTAGLIA DEL CER E DELLO JADAR,

L:i cin.istra della 5" armata vacilla al primo contatto.

- Timida puntata a Sabac della 2" armata. - La Il l armata serba sfugge all'accerchiamento e r ip ie ga su Zaulaka. - I comb:utimenti del 17 sul Cer e I.e azioni delb 2a armata a Sabac. - Le operazioni della, 6.. armata ed i propositi del Potiorek.L 'impiego delle riserve serbe e la decisione della battaglia. - Le armate austro-w1gariche respinte oltre Orina e Sava

Pag. )) )) )) )) )) 7 9 I I 13

CAP. IV. - TENTATIVI SERB[ DI CONTROFFENSIVA IN BOSNIA ED I N SIRMIA.

Propositi del Comando Supremo serbo. - Nuovi progetti e preparativi del Poùorek. - Le due offensive serbe Pag. 77

CAP. V. - LA SECONDA OFFENSIVA DEL POTIOREK.

Le prime battute della battaglia sulla Drina e la clOntromanovra serba. - La pressione austro-ungarica sulle ali dell'esercito serbo. - La difficile situazione logistbai dei due eserciti. - Il contrattacco serbo arresta la 6" armata austro-ungarica . - La battaglia illanguidisce e la situazione si stabilizza .

CAP. VI. - LA PUNTATA SERBO-MONTENEGRINO IN BOSNIA. L'avanzata del Corpo di Uzice arrestata P- Rogatica. - Tardivo attacco dei Serbi su Vlasenica. - I prodromi della ripresa austro-ungarica. - La battaglia di Roma.nja Planina

CAP. VII - LA RIPRESA DELL'OFFENSIVA AUSTRO-UNGARICA SULLA DRINA.

Riordinamento delle armate dei Balcani e propositi del Potiorek. - La battaglia della Macva ed il ripiegam:nto della II armata serba. - Ripiegamento serbo su Valjevo. - L'esercito serbo ripiega sulla Kolubara

CAP. VIII. - LA BATTAGLIA DELLA KoLUBARA.

Da Valjevo alla Kolubara. - Sulla fronte della 5" armata austro-ungarica. - Gli ordini del Potiorek per l'avanzata su Belgrado ed Arangjelovac. - L'attacco della 6" A. a. u. ed il ripiegam ento della I serba. - Progetto di controffensiva del Putnik.Lo sfondamento del centro serbo. - La I armata serba ripiegando si sottrae alla distruzione. - Il Comando Supremr> serbo dopo il ripiegamento dalla Kolubara. - L'esercito d:!i Balcani dopo la battaglia

La diversione della 5& armata austrc>-ungarica. Avanzata della 5a e 6" armata. - Genesi della controffensiva, serba

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CAP. IX. - CAPovoLGIMENTo DELLA SITUAZIONE.
)) )) 108 )) 126 )) )) 1 80

C,.\l', X . - LA BATTAGLIA DI ARANGJELOVAC ED IL RIPIEGAMENTO AUSTRO-UNGARICO.

L'armata del Misic rovescia il XVI austro-ungarico. - L'intervento della 5"' armata. - La 6a armata respinta ad occidente della Kolubara. - La manovra serba. - La situazione sulla Kolubara. - L'abbandono di Valjevo. - Ripi egamento della 6• armata a nord di Sabac. La 5• armata costretta ad ab-

r ..r. · ,
5 bandonare Belgrado Pag. 19 3 CU,. XI. - DEnuz10N I E co:--cLusrom >> 2 r 7 ALLEGATI Ordine di battaglia delle armate dei Bakani il 12 agosto 1914 . )) 2 35 Ordine di battaglia dell'esercito serbo il 12 agosto 1914 » .~37 BIBLlOORAFIA » 238

INDICE DEGLI SCHIZZI E DELLE CARTE

N. 1 . - Schieramento di radunata e direttrici cli operazioni seoondOI i t-iia ni di guerra

» 2. - Movimenti delle unità austro-ungariche e serbe fra il l2 ed il 15 agosto

» 3. - Battaglia del Cere dello Jadar: 15-17 agosto

» 4. - Battaglia del Cer e dello Ja dar : situazione a sera del 19 .igosto

» 5. - D islocazione delle forze contrapposte ·ai primi di settembre 1914

» 6. - Situazione fr,. il 7 ed il IO settembre .

» 7. - Battaglia della Orina - situazione a fin~ settembre

» 8. - In vasione serba della Bosnia - settembre r9r4

» 9. - Battagliai di Romanja Planina

» II. - Battaglia della Kolubara - Dislocazio1ne del 16 novembre 19 14

» 12. - La battaglia di Arangjelovac

» 13. - Ripiegamento de lla 5" A. austro-ungarica .

» 14. -

delle truppe contrappost e a fine dbembre

» ro. - Ritirata, serba dalla Drina alla Kol ubara
Dislocazione
Pag. )) )) )) )) )) )) )) )) ) ) )) )) )J }) 19 39 53 57 87 89 93 l l I 1 1 7 131 151 1 83 2 Il
1914
Teatro di ope razione austro- serbo a fine volume

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI

A. - Armata plon. - pionieri

C. d'A. - Corpo d'armata regg. - reggimento

Div. - Divisione

a. u . - austro-ungarico

brg. - brigata fzm. - feldzeugmeister

btg. - battaglione fml. - felclmarechal

btr. - batteria, gen. - generale

sq. - squadrone

Drin. -Orina

Cav. - Cavalleria Sum. - Sumadia

F . - Fanteria Tim. - Timok

Artg. - Artiglieria

1st. - landsturm

ldw. - landwer

H. - HoillVed

Dan. - Daoobio

Mor. - Morava,

gr. - gruppo

pes. camp. - pesante campale

Sch. - Schutzen ob. - obici

mont. - montagna

cp. - oompagnia

zapp. - zappatoci.

Le armate sono indica te :

cann. - cannoni

R. A . - Relazione austriaca

R. S. - Relazione serba

coi numeri arabi le austro -ungariolte: ze. A. · sa. A. • 6a A.

coj numeri romani le serbe: I A. II A. · III A.

I OJrpi d'armata, a. u. coi numeri ramarti .

Le divisioni a . u. coi numeri arabi; quelle serbe sono distinte col nominativo

della regione di reclutamento :

Div. Sum I divi,sione Sumadia di primo bando;

Div. Drin. II · divisione Dri:la di secondo bando.

t" w I.& . t I

AVVERTENZA

Il presente studio venne redatto dal general,e Carlo Geloso nel 1935.

L'importanza dell'argomento ed il nome dell'Autore, chiaro scrittore di cose mili tari e profondo cultore di studi storici, imi'ussero, fin d' al,lora, l' Uffico Storico a farsi promotore della pii!Jblicazio~ del lavoro che, però, per sopravvenute circostanze., rimase inedito.

Nonostante gli anni trascorsi, den.si Ji grandi avvenimentifra i quali una secor.nda guerra mondiale - lo studio ha conservato l'interesse che avepa suscitato al momento della sua redazione e le considerazioni e deduzioni che Ja esso si traggono, hanno tutma car rattere di attuditàv specialmente perchè si riferiscono ad un periodo di guerra vivacemente manovrata, che richiedeva prontezza dìi decisioni e rapidità Ji esecuzione .

L'esame di quanto è avvenuto nel 1914 suggerisce co,rfronti sp-esso intuit ivi, sempre istruttivi, con awenmtenti recenti, qudi, ad esempio, il rapido disfacimento delle armate austro -ungariche, che pur si erano battute ottimamente in precedenza, l'influenza deleteria tklla politica sulla condotta delle operazioni, l'er:rore austriaco dii ritenere la campagna contro la Serbia impresa facil,e e, quindi1 di impostarla con deficienza di fXeparazion.e.

L'Ufficio Storico ha, quindi, ritenuto utile a'\i procedere oggi alla pubblicazione ddlo studio del generale Geloso, lascia-na'one inalterato il testo.

IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO Col. Lu igi Mondini

PREMESSA

La grande guerra si accese in Serbia.

Qu1i le numerose e complesse cause, che da temp·o tenevano sotto pressione e pronti allo scatto i popoli d'Europa, trovarono il momento occasionale, ultimo., del conflitto.

La lotta fra il piccolo regno dei Ka ,rageorgevic, il cui popolo, com;patto per nazionalità, sentimenti ed aspirazioni, tendeva al.la riunione in un sol fascio dii tutti i Serbi; ed il multiforme im,pero danubiano, ·dove un vincolo ritenuto ormai senile cercava, di tenere insieme popoli i più d1iveirsi per indole e contrastanti per interessi, è di grande importanza politica nella storia della guerra mondiale. E nella storia d'Europa .

All'imp:ortanza politica non corrisponde però, nè poteva, pari importanza rtelle azioni di guerra iniziali sul fronte bal'Canico. Esse, non potevano prefiggersi che obiettivi limitati, di scarso valore in relazione a quelli che cost,ituivano gli scopi delte maggiori potenze curi solo poteva spettare la decisione; si annegarono quindi nel « mare magnum» delta contesa sugli aMri campi.

Perciò forse la campagna austro-serba del 1914 è stata sinora scarsamente tmlutata e studiata, specialmente in Italia.

E' però una campagna che merita ponderazione; per la condotta e per l'andamento delbe operazioni; per la varietà Ji situazio , ni; per la rigidità ccmcettuale e di esecuzione dii taltmi cap-i, contrapposta alla pronta percezione ed cilla rapidità dii decisione di altri.

I terreni su cui le operazioni si sono svolte hanno caratteristiche non molto dissimili, specie per la fittezza dei boschi e la medio· ere percorribilità, di altri a noi molto vicini.

.

Degli eserciti che l'hanno combat~uta, l'uno fu nostro valoroso awersario. Alcuni dei Corpi d'armata imperiali ,che nell' estate-autt1nno 1914 operairon.o in Serbia ci furono c(Jfl.trapposti direttamente nel maggio 1915; non pochi generaù vennero sull'Isonzo o sugli al,t ipiani dop'O la prmica di guerra dei Balcani.

L'al.tro ha costituito il nU'cleo principale dell'esercito della prim.i, f ugoslavia che sforzi tenaci di popolo-, sott.o ba gui:tla Ji un grand1e Re , avevano condotto all'unità; le sue tradizioni esistono e sono onorate nell'esercito della Jugosùwia di oggi .

Gli elementi per lo studio non mancano.

Sostanzial~nte le relazioni ufficiali austriapai ungherese e serba; la testimonianza di pwecchi attori.. Particolarmente la relazione serba, la quale con la pubblicazione integrale della documentazione di guerra del Coma.ndo Supremo e dei comand.li dipendenti sino a quelli di ditlisione, ci ha permesso di indagare sulle cause a'egli avvenimenti e farsene u1n chiaro concetto .

Per queste ragioni ho creduto di esaminare la campagna e &i presentare, quanto più sinteticamente possibile, i risultati delle mie inàagini ai cameraJi .

Mi auguro di av.er portato un lieve contributo aJ,lo studio d1ella guerra mondiale ed- a quello Jella guerra Ji movimento in part icolare~ giacchè questa campagna p~esenta non pochi punti, che possono di rsi di vera attualità, nei riguardi delle caratteristiche della organizzazione e della condotta d1 ella guerra di movimento .

Napoli, 12 luglio 1935.

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LA PREPARAZIONE POLITICO-MILITARE

ED I PIANI DI GUERRA

AusTRIA-UNGHERIA E SERBIA NEI BALCANI, - Impero danubiano e regno di Serbia prevedevano, e consideravano, un conflitto; nel quale soltanto le contrastanti aspirazioni e gli interessi violentemente discordi potevano trovare soluzione.

L'Austria-Ungheria, respinta .dalla confederazione germanica nella quale aveva a lungo avuto peso preminente; privata <li gran parte dei possedimenti italiani; nm più padrona nell'Adriatico; premuta ad oriente dalla Rus sia che le rendeva .difficile il possesso della Galizia e della sua parte di Polonìa, non vedeva altra via d'espansione che nei Balcani,

La multiforme e varia popolazione delle province .dell'impero da tempo mostrava coi vari emerga.::iti nazionalismi non essere più sufficiente cemento il vincolo dinastico. Potevano ancora esserlo quelli economici, industriali e commerciali, favoriti dalla posizione geografica dell'impero; ma perchè fossero solidi era necessaria una via aperta e sicura verso i nuovi mercati dell'oriente dhe 'SÌ offrivano al traffico europeo.

La via attraversava i Balcani. La Serbia la sbarrava. Non era possibile attrarla nell'orbita dell'impero; solo ìl .dominio politico diretto o indiretto, avrebbe potuto domarla.

Su quella,via l'Austria-Ungheria era sospinta altresì dall'impero gennanìco, che alla diretta comunicazione con l'oriente guardava come ad uno ·dei mez~i perchè il sogno .cli egemonia ·sul mondo maometta,110, mezzo di lotta potente contro l'impero inglese, potesse tra·

CAP. I.

dursi in realtà; sarebbe stato un buon passo verso l'egemonia mondiale clella razza teutonica; la filos ofia razzista era già allora in auge.

Nè spiaceva alla Germania allontanare <lal suo impero i l centro di gravità dell'antica dominatrice della confederazione, della naturale alleata <legli stati cattolici del sud; che era d'altra parte necessario favorire per averne sicuro appoggio nelle n on improbabi l i lotte in Eur opa .

Di fronte al secolare impero danubiano cui l 'egemonia già esercitata in Europa attribuiva una poteoza superi ore a quella reale, si ergeva il piccolo regno di Serbia, che, in un periodo in cui il nazionali smo era spinto agli estremi, si atteggiava a « Piemonte » balcanico.

Scosso di recente il giogo turco; tornata la dinastia dei Karageorgevic che lllC aveva guidate le prime lotte per l'indipendenza, non poteva la Serbia non aspirare alla liberazi one dei connazionali di Bosnia-Erzegovina; sarebbe stata l'ascesa del primo gradino sulla lunga scala dai panserbisti protesa verso lo slavismo_.

La definitiva annessiooe di quelle due province all'impero da· nubjano, che 1J.1el 1908 sanzi onò giuridicamente uno stato di fatto creato nel 1878 a danno della Serbia, rinfocolò odio ed aspirazicni . Non era nel 1908 sorta una guerra perchè non/ poteva l a Serbia da sola misurarsi col potente vicino; la Russia, che si atteggiava a protettrice .di Serbi e Slavi per cui mezz o aspirava ad uno sbocco nel mar libero, non era iin forma tale da gettare il suo peso nella bilancia .

E la guerra non fu; ma il germe cihe lungamente covava si irrobusd. La Serbia attese, il tempo lavorava a suo favo r e.

Le maggiori potenze direttamente od indirettamente interessate nei Balcani, Italia e Russi a in modo particolare, toccate dall' ao nes· sione, si premunirono per l'eventualità di nuove violazioni austriache della situazione balcanica. Gli accordi di Racconigi, del 1909, impegnarono re~:io d'Italia ed impero russo al mantenimento dello statuguo nei Balcani; ed altresì, nel ca·so non potesse più sussistere, a sostenervi l'applicazione dei principio di nazionalità e ad escluderne qualsiasi .dorninazia::ie straniera; accordo nettamente favorevole ai

Serbi, col quale la politica italiana apriva il ciclo che doveva condurla al non troppo felice patto di Roma.

Era un colpo diretto ad evitare conquiste dell'Austria; e solida garanzia per la Serbia, verso la quale la Russia :si rese pur mallevatrice della indipendenza, qualora fosse stata ccmunque minacciata.

La politica europea, tra la fine del secolo decimonono ed il principio del ventesimo) aveva finito con l'imperniarsi sui Balcani. Qui una civiltà, ancora embrionale ma di popoli giovani forti e desiderosi (!el loro posto nel mondo, sorgeva in contrapposto al vecchio impero austro-ungarico, il quale mancando ormai di solide basi per proseguire nella politica dei secoli passati non vedeva possibilità di prosecuzione della sua esistenza che in un allargamento dei suoi .domini verso sud e, magari, in una conseguente trasformazione della duplice monarchia in regno trino: austro-ungaro·slavo.

Gli accordi in simile ambiente e con interessi così opposti non potevano essere duraturi; la guerra sola poteva tagliare il nodo gordiano~

PREPARAZIONl: POLITICO -MILITARE DELL'IMPERO AUSTRO -UNGARICO.

. L'Austria alla guerra contro la Serbia si preparava da molti anni; nell'ambiente politico che i suoi reggitori vedevano delinearsi.

Era chiaro che la Russia, recuperate le forze dopo la guerra col Giappone e rinsanguata dall'oro francese profuso a piene mani per averla sicura alleata contro la Germania, non sarebbe r imas ta con le mani in mano di frante ad un attacco contro la Serbia.

L'Italia non avrebbe aderito ad una guerra austro-ungarica d i conquista, che non entrava 1nel patto di alleanza ed era soprattutto contraria ai suoi interessi: lo dimostrò nel 1913 ricusando dì associarsi all'aggressione vaglheggiata dal goyerno imperiale. Era anc~e facile pres4rnere che l'Italia, oltre a non associarsi, non sarebbe rimasta neppur essa inoperosa se avesse voluto garantirsi i compensi che, a tenore .dei trattati, le spettavano per una variaz ione nello :statu-quo nei Bal. .. cani.

Ma la grande fiducia dei governanti e dei capi militari dell'impero nelle forze della monarchia; la sicurrzza dell'aiuto germanico nell'eventualità che terzi intenrenissero nella lotta contro il regno di Serbia; il non soverchio acume politico degli uomini di governo, che per lunghi anni tennero le redini della monarchia austro-ungarica : l'atavico disprezzo contro i Serbi dhe, per quanto ritenuti ottimi soldati, erano considerati incapaci di una guerra seria contro uno stato potente ed un esercito seriamente organizzato; il preconcetto della impossibilità di una pronta mobilitazione russa. Tutti questi elementi concorsero a non presentare oo quadro completo e chiaro della situazione e degli eventi possibili così a chi, al momento, fu chiamato a ,decidere della guerra e della pace, come a chi aveva dovuto preparare strumenti e piani ,di guerra.

Senza soffermarci sulla ben nota causa occasionale e -sul momento p1escelto per provocare la guerra, oella quale tutta Europa doveva essere trascinata, diremo soltanto che lo strumento di guerra austroungarico, pur ben organizzato ed amorosamente curato, non era in condizioni di far contemporaneamoate fronte a Russia e Serbia; a meno di un assai forte aiuto gennanico, sul quale però non si poteva contare, in modo totalitario, se non nel caso .di meutralità della Francia. Pr evisione, questa, ingenua, giacchè non era concepibile che il governo di Parigi lasciasse sfuggire l ' occasione di una Germania impegnata con la Russia senza riaprire la lotta di egemonia che tante volte aveva in sangu inato le sponde del Reno e che si era dhiu sa con grande suo svantaggio nel 1870.

I piani di guerra .dell'impero austro-ungarico, ricchi di lungimiranti previsioni di impiego e di condotta delle operaziooi, finirono perciò per essere elaborati su ipotesi non troppo aderenti alle 1più probabili situazioni .

Fu ritenuto infatti possibile, anche, di avere a che fare inizialmente con la sola Serbia; poichè l'interva;ito russo sarebbe stato così tardivo da permettere di elim ioa re prima il minore nemico. C onvinzione ingenua e che mostra come i diplomatici austro-ungarici non avessero saputo segufre l'evoluzione dell'alleanza franco-russa; ma

che fu. rafforzata nel governo e nello stato maggiore dell'impero, dagli avvenimenti del 19r2-r3.

Gli accordi fra gli stati balcanici del 1912, .dai quali originò la guerra di Serbia, Bulgaria e Grecia contro la Turchia con la imprevista sconfitta di quest'ultima (1) e consegui un sen:sibile ingraindimento della Serbia, erano stati diretti e favoriti dalla Russia. Però il contegno conciliante di questa durante le trattatiye contemporanee alle operazio:ii e nel convegno ,di Londra, doye non sostenne le aspirazioni serbe ad un porto sull'Adriatico, fece supporre al governo austro-ungarico che l'impero moscovita non si sentisse ancora tanto in forze da intervenire con le armi m una questione balcanica. L'Austria poteva perciò, per qualche tempo., godere di una relativa libertà d,'azione nei riguardi della Serbia; conveniva trarne profitto alla prima oc casione.

Cosi i piani di operazione per una guerra contro la Serbia, confidando troppo nel ritardo .della Russia ad entrare in l izza, :si fondarono su forze e mezzi che, al momento opportuno, non furono più disponibili.

Le prime fasi della mobilitazione nel luglio 1914, dopo rotte le relazioni con la Serbia, sono chiaramente improntate alla lusinga di a,ere di frcnte, almeno in un primo tempo, soltanto il piccolo regno balcanico. Ne conseguì che, non appena .delineatosi seriamente l'intervento russo, yerificatosi con grande ed inattesa prontezza ed in forze rileval!lti, il comando supremo dell'esercito austro-ungarico si trovò alla ~onte oriental e con uno sclhieramento insufficiente allo svilup_!)O del piano offensivo propostosi contro la Ru ssia; 1per rimediarvi, non avendo saputo nè r .iiuunziare temporaneamente a tale proposito offensivo per mettere prima fuori causa la Serbia nè assumere contegno di-

(1) In UJo.a lettera del 4 dicemb.re 1917 al ministro fra.ncese degli esteri, Paul Cambon, é.Illbasciatore di Francia a Londra, s0riveva: « L'Autriche aurait pu empecher la guerre. Elle ne l'a JY.lS faùt, pa.rce qu'elle escomptait la victoire cl.es Turcs, et, après cette victoire, une intervention de l'Europe dont, suivant sa coutume, elle auré tiré bon parti ii

(PorncARÈ: Au service de la Fram:e. - Vbl. II. Les Balcans en feu) .

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2

fensivo nei Balcani per impiegare la massa contro la Russia, finì ad un certo momento per trovarsi in grayi condizion.i di inferiorità su ambedue i teatri di operazione.

PIANO DI GUERRA E RADUNATA AUSTRO-UNGARICI. - Il piano dì guerra contro la sola Serbia preve'd'eva mobilitazione e radunata, nel Banato, in Sirmia nella Bosnia-Erzegovina, di un « Gruppo Balcani » composto di tre armate - 2""5a-6a - con un totale .di sette Corpi d'armata: venti divisioni di fanteria, tre di cavallerfa, otto brigate fanteria di l andstunn, sei brigate di marcja ed: otto reggimenti honwed pure di marcia (1). Delle venti divisioni di fanteria, quattro, comprendenti nel loro ins ieme 14 brigate, erano equipaggiate .da mon· tagna.

Era prevista altresì la mobilitazione di una d iyisione della flotta per cooperare dalla Dalmazia meridionale con il Gruppo Balcani; di questa faceva parte la flottiglia del Danubio.

La mobilitazione fu in.de tta il 26 luglio 1914, dopo dichiarata inaccettabile la risposta serba all'ultimatum del 23; contemporaneamente fu iniziato il movimento ferroviario per la radunata delle armate sulle frontiere serba e montenegrina.

Chè anche il piccolo regno delle Montag1I1e Nere era sceso in campo a fianco dei Serbi; non con soverchio entu siasmo, ma quasi costrettovi ora dhe l'abbandono del Sangiacaro da parte austriaca aveva reso >del tutto finitimi Serbia e Montenegro. Sperava il Monten egro di allargare con l a guerra il territorio e div entare una meno fragjle colonna della Balcania; non ,p reyedeva che sarebbe finito nelle ampie fauci serbe.

(r) In, realtà furono mobilitati, all'atto della rottura con la Serbia-, otto Corp~ <l'a,rmata,; l'ottavo fu quello di Gratz (III), in più del previsto, perchè, dice la R. A., era necessario averlo alla mano sia per far fironte alla situai.ione infida in Boemia, sia per guarda;rsi dalla parte dell' Italia. Doveva però, anche esso, far parte <lel Gruppo Balcani, m a noni e.ra possi~ile, per necessità di tra5porti, avviarlo prima del r4° giorno nella zona di raduna ta .

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Le tre armate del Gruppo Balcauii si schieravano in guisa da circuire la vecchia· Serbia (schizzo n. 1):

6" A.: cornand,ante fzm. Potiorek, su sei divisioni di F. ed un a brigata di landsturm (XV-XVI C. d'A.) fra Saraievo e Mostar (1).

Compito principale: protezione di Bosnia, Erzegovina e Dalmazia; secondario concorrere « colle maggiori aliquote possibili » per la via di Uzice all'attacco decisivo affidato alle altre due armate .

Una divisione, la 47\ era destitoata alle Bocche di Cattaro.

sa A.: comandante generale di fanteria Y. Frank, su quattro divisioni e mezza, una brigata da montagina, una di landsturm (C. d'A. VIII e XIII); si radunava fra Zvornik e la confluenza Sava-Drina.

2• A.: comandante generale di Cav. v. Bohm-Ermolli, con :sei divi~ioni e mezza di F., una di Cav., una di land:sturm (C. d'A. IV e IX); in Sirmia, fra la confluenza Sava-Drina e Belgrado.

Infine il VII C., d'A. autonomo, con due divisiçmi di F. e due di Cav. a nord del Danubio, fra Pancsovo e Bazias con un distàccamento ad Orsova.

L 'attacco, condotto con forze preponderanti per numero, per armamento - specie di artiglierie - e per organizzazione delle unità, era sostanzialmente affidato alle annate 5" e 2• ed al VII Corpo.

La 5"' A., pa'Ssata la Drina nella zona di Loznica, avrebbe risalito lo Jardar puntando su V aljevo; la 2 doveva superare la Sava a cavallo .d'i Sabac e, attraverso il terreno montagnoso fra Drina, Sava, Jadar e Kolubara, dirigersi mchc essa su Valjevo, agendo sul fianco delle forze serbe che la 5a A. avrebbe impegnate frontalmente.

Le divisioni ,di F. e di Cav. del Gruppo &l Banato dovevanG far cadere le difese di Belgraid'o e procedere a sud lungo la Mor ava, collegandosi a destra con la 2"' A ..

La 6" A ., <lopo ayere assicurata la d ifes a ,di Bosnia, Erzegovina e Dalmazia, doveva con le forze disponibili passare la Drina fra Zvornik. e Visegrad e puntare su Uzice, cooperando anche essa con la 5• A., la quale costituiva il perno della massa operante. Il movimento delle al iquote impiegabili .della 6a A. non poteva però essere iniziat @,

(1 ) Delle 14 brigate da montagna ben treclici erano assegnate alla 6• A.

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anclbe per particolari difficoltà di mobilitazione e radunata dell'ar· mata (r), che dopo l 'arrivo della 58 a Valievo.

Questa la grande tenaglia ideata dallo Stato Maggiore austro-un· garico destinata a chiudersi lungo la linea Belgrado·Valjevo-Uzice per maciullarvi l'esercito :serbo che si sarebbe precipitato sulla Drina a difesa del confine.

Piacevano al Conrad in modo particolare le tenaglie; ma nessuna di quelle con tanta cura preparate sulla carta riuscì a funziao.are; quasi sempre mancò una delle branche e l'altra lavorò in pura perdita.

La pronta partecipazione della Russia al conflitto stroncò il pia· no ed asportò una delle bram.che; la più potente e la più efficace, per· c.hè destinata a lavorare con una parte, almeno, delle forze, lungo la Morava, la direzione più temuta .dei Serbi.

Per la prima volta infatti, nella storia dei conflitti di cui Ja penisola balcanica è stata r~etutamente teatro, Ul!l'o.ffensiva diretta da nord verso sud scarta, come linea principale di operazioni, la valle ,della Morava, arteria di facilitazione che scende al cuore della Serbia, e tenta finvasione con grandi masse attraverso zooe montane quasi impervie, prive d'acqua, boscose, dove assai difficile è la manovra rapida, quale era indispensabile per riuscire in breve tempo. Si noti altresì che <lel numeroso nucleo di ottime brigate ,da montagna cLi cui l'esercito austriaco dispao.eva la maggior parte erano assegnate alla 6" A . che operava è vero nella zona ipiù aspra, ma dhe nel piano originale aveva mi~sione sostanzialmente difensiva. Le truppe da montagna, manovriere per addestramento e per organizzazicne, avevano · compiti statici (2).

(r) Le truppe da montagna, di cui la 6" A. era costituita, avevano i centri di reclutamento e di mobilitazione essen2i.almente in Tuolo e Carinz.i!a, Per ragioni politiche non potevano essere utilizzate le popolazioni locali. Ciò portava per conseguenzai u!OO più lunga durata della mobilitazione.

(2) Questo errore noill è solo dell'esercito austro-ungarico. Anche nel nostro esercito, nel maggfo del 1915, si videro nuclei di battaglioni alpini schierati a difesa in zone montane sì, ma non di caratteri st iche tali da non poter '

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Tutto ciò pesaya su lla esecuzione del pia no, che aveva probabi· lità 1d'i riuscita sol o per la g,rande superiorità idi forze, ma dhe per le difficoltà del terreno e 1per la costituzione delle masse di manovra, difficilmente avrebbe potuto mettere fuori -causa l'esercito ser bo pri~ ma dell'intervento russo, anche se l'impero moscovita tnon fosse stato co&Ì sollecito, come fu, a,d entrare in lizza. Ed era stata appunto la possibilità .di un intervento russo all'ini· zio della guerra, che aveya indotto Conrad a scartare per la radunata della massa maggiore il Banato, di fronte al quale si apre la via alla val Morava, ed a preferire la zona a cayallo ,della confluenza Drina· Sava. Da qui, specialmente dalla Sirmia, sarebbe stato pi ù agevole per la !l)iÙ ricca rete di ferrovie il trasporto delle truppe alla frontiera orientale, ove le circostanze lo avessero imposto. In Sirm ia infatti si radunavano la 2., A. e l'VIII Corpo che, insieme col VII, enl!Ilo desti~ nali, in caso di guerra contemporanea con Russia e Serbia, ad essere traspç>rtati sulla frontiera orientale.

Ed, il progetto di operare con la massa principale attraverso le più impervie zone della vecchia Serbia, era nato appu[lto, più che da considerazi oni strategiche, da questa necessità di scihierare in Sirmia la maggior parte del Gruppo Balcani.

Con tro Serbia e Montenegro sarebbero r imasti solamente la 6· A. ed il XIII Corp o o ltre a nuclei di landsturrn: il cosidetto « Gruppo minfrno Balcani » con m issione puramente difensiva,

LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA DELLA G UERRA SU DUE FRO NTI.Il problema si presentò .nella sua crudezza il 3r luglio, guande l'intervento russo costrinse ad ordinare la mobilitazione generale e la radunata sul teatro .d'i guerra orientale.

L '.itDJPero degli czar non era più di,sposto, come a el r908 e nel 1912, a lasciare mano libera tanto più che la preparazione dell'eser·

essere affidate alb fanteria, mentre: in altre ze>ne moJ1tuose, più aspre, operavano offensivamente reggimenti •di, fanteria. Forse era troppo staticamente interpretato il motto degli alp~oi « Di qui non si passa »; che vuol dire: di qul non passi tu o nemico, ma io passo per andare a\'anti.

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cito era ritenuta ormai a punto e che una guerra sollecitamente vittoriosa poteva fare scomparire molti mali interni.

Il Conrad dj fronte alla nuova situazione decise che le unità de· stinate a.Ila Sirroia ed al Banato raggiungessero i loro posti sulla fron6era orientale.

Ma :se agevole era stata la previsione di pace e pronta fu la de· cisione non altrettainto facile e sollecita poteva essere Fesecuzione.

Il movimento ferroviario del Gruppo Balcani era ormai iniziato; interromperlo portava ad inconvenienti e ritardi maggiori, che non il lasciarlo prosegtùre per poi ricaricare le unità itn Sirmia e trasportarle sulla fronte russa.

Infatti. non essendo stato previsto negli studi di pace un intervento della Russia durante il periodo ,di radunata contro la Serbia, non era stato neppure .studiato il modo di cambiare sollecitamente direzione al movimento già iniziato dalla 2" A .. Nè era possibile improvvisare una tale operazione senza turbare profondamente la radunata.

Fu perciò deciso di proseguire il trasporto della 2° A. in Sirmia; completare la radunata delle altre armate in Galizia e successivamente ricaricare la 2a A. in ferrovia per trasportarla dalla Sirmia in Galizia.

Il secondo movimento di questa armata non poteva però essere ìnizìato prima del r8 aga;to; sarebbe duraro ·sino ai 1primi .di settembre. Grave crisi quindi nelle operazioni iniziali contro la Russia.

L a 2 a A. e le altre unità sarebbero rimaste per qualche settimana sulla fron6 era serba; semplici spettatrici in attesa dd carico in ferrovia. Questa determinazione, se nettamente presa, doveva portare al1'atteggiamento difensivo nei Balcani delle sole forze .del Gruppo minim o . Potrebbe essere criticata; era però una risoluzione recisa, chiara; da non lasciare adito a dqbbio.

Nel fatto non fu ca;Ì.

Il 31 luglio l'ordine di mobilitazione generale pervenne al fzm. Po~orek, comandante del l 'esercito dei Balcani (r); i,nsieme con l'or-

(1) Nel caso di guerra contro la sola Serbia doveva comandare l'esercito dei Bakani l'arciduca. Federico col generale Conrad, capo di S. M.; se<le del

djne di mobHitazione egli ricevette la comunicazione, da parte dell'ufficio ferrovjario dello S. M., che la radunata nei Balcani si sareb· be compiuta senza varianti (R. A.).

Il piano di operazioni contro la Serbia rimaneva perciò .inalterato. Si voleva .da prute del C . S.. suppose il Potiorek - togliere di mezzo la Serbia con un rapido colpo; volgersi poscia contro la Russja, Supposizione logica, e aderente allo stato cli fatto, dato clhe, dopo radunatasi in Sirmia, la 2• A. non poteva cominciare a ripartirne che nella terza .decade di agosto. Ed il Potiorek, al quale stava molto a cuore condurre egli stesso l'operazione che in ta nte manovre del tempo di pace aveva studiata, continuò nei preparativi per l'offen· siva, basandosi sull'intero Gruppo Balcani.

Ma il punto di vista del Coorad era, come abbjamo accennato, ben diverso; tanto più che il C. S. germanico, il quale m te ndeva attaccare la Francia con quasi tutte le sue forze, insisteva perchè l'impero austro-ungarico schir.rasse la massa principale contro la Russia.

« La Serbia -.- . dichiarava in un suo telegramma il v. Moltke - nella gigantesca lotta nella quale 'Iloi scendi amo, spalla a spalla, ha una importanza del tutto accessoria e tale da richiedere solo le misure difensive strettamente indispensabili ».

I nuovi ccncetti del Conrad furono noti al Potiorek soltanto il 6 agosto; ma nm riuscirono ad avere integrale applicazione.

Pressioni di governo, specie di quello ungherese, per ottenere un successo immediato sulla Serbia ed assicurare la difesa dcll'Unglheria ; resistenza del P otiorek avverso al contegno strettamente difensivo nei Balcani e sue 1n.sistenze per avere maggiori forze a disposizione; ra· gionamenti speciosi secondo j quali un successo, sia .pure cli minor portata, poteva conseguirsi sui Ser bi anche con le sole armate 6· e 5a, purchè questa non fosse depauperata dall ' VIII Corp o, e nelle settimane in cui la 2• A. fosse rimasta anco ra sulla Sava; si pensava che

Comando: Peterwaradin. Ver ifi catasi la guerra anche con la Russia, l'Arciduca assunse il Comando Supremo col Conrad, Capo di S. M .; il fzm. Potiorek, pur conservando il comando della 6" A. ebbe a1,che quello di tutta la fronte balcanica.

ne sarebbe bastata l a presenza per ingannare il Ccxnando serbo :sulla reale direttrice dela'attacco principale...

Tqtto ciò indusse il v. Conrad ad acconsentire all'offensiva cw fa 5"' e la 6.. A . secondo le linee generali del ,piano studiato in pace, senza però impegnare la 2 " . Fu però concesso dal Conrad che il I V C . .d'A. , durainte i1 passaggio della Drina da parte della 5"' A., eseguisse dimostrazioni sulla Sava nell a zona di Sabac, mentre un insi· gnifìcante distaccamento avrebbe pure cercato di attrarre l'attenzione dei Serbi di fronte a Belgrado e sul Danubio.

Così la già d iffìcile manovra a t enaglia, s i trasformava in una avanzata pericolosa .della 5"' A. sotto gli occhi della inoperosa 2\ la qqal e non avrebbe potuto sostenerne la sinistra ,del tutto campata in aria, e con una assai l ontana e discutibile cooperazione della 6". Questa fu la soluzione; la peggiore via dì mezzo...

Il compito delle due armate 5.. e 6.. rimase quale era precedentemente stabilito: traversare la Drina e pnntare rispettivamente, in tempi diversi, su Valjevo e su Uzice; sin o a rendersi padrona, la 5", della ferrovia della K olubara. Le forze ridotte a soli 250.000 ucmini, operanti su ampl issima fronte, dovevano affr ontare 270.000 Serbi, i quali, oltre chè :superiori per 1IlUmero, avevano il vantaggio della facile manovra per bn~e interne nel proprio paese ed il favore del terreno che rendeva lunga e laboriosa la marcia degli invasori e consentiva a 1poc he forze di tenerne molte , e lungamoote, in scacco.

lL PIANO DI GUERRA E LA RADUNATA DELL'ESERCITO SERBO. Gli studi dell o S. M , serbo, anche essi id'a lungo temp o maturati, erano stati iniziati nel 1883; intensificati dopo l' annessione all'impero dell a Bosnia-Erzegovim.a, prendevano a base la situazione politica dei Balcani e gli accordi con la R ussia, secondo i quali questa non avrebbe ma i lasc ia t o il regno di Serbia da solo alle prese col grande vicino. Il sicuro appoggio della R ussia fu riconfermato, prima della rottur a austro-russa, ·da un telegramma diretto il 27 luglio dallo Czar a l principe Alessandro di Serbia: « Fin dhè vi è la più ;piccola sperainza di evitare spargimento di sangue, tutti i nostri sforzi debbono t en-

dere a tale scopo. Se in questa vivissima aspirazione non riusciremo, l'Altezza Vostra abbia fiducia che la Russia non rimarrà i,ndifferente alle sorti della Serbia » (R. S,).

Vi era, dopo la guerra balcanica tra ex alleati, nella quale Serbi, Greci e Rumeni avevano strappato alla Bulgaria i fr1,1tti delle :sue vitto rie, da far forse i con ti anche con quest'ultima, la quale avrebbe potuto trarre profitto dalla favorevole occasione di una Serbia impe · gnata con l'Austria ,per punirla delle maggiori perdite di territorio e de ll e più gravi umiliazioni che le aveva inflitte. Ma un'eventuale azione bulgara avrebbe potuto, almeno in parte, essere neutralizza t a dall'intervento greco, assicurato .dal pa tt o di alleanza serbo-greco del 1913 (r). Il piano di guerra doveva perciò tenerne un certo conto; in :realtà la scarsa disponibilità di uomi.iai e di mezzi non lo permise. Gli studi d.i ra.dunata ed il concetto operativo per la guerra con· tro 1'Austria erano stati definiti nel 1908 sotto la direzione del voivo· da Putnik, il quale potè poi tradurli in atto, quale Caipo di S. M . .dell'esercito serbo, il cui comando fu affidato al principe ere<litario Alessandro Kar ageorgevic .

Il piano suppooeya che l'intervento della Russia si sarebbe veri· ficato in un secondo momento, e che all'inizi o anche la Bulgaria sarebbe stata a vedere. Per un certo periodo quindi l'esercito serbo, fiancheggiato da quello montenegrino, avrebbe fronteggiato da solo lll'.1 gruppo di armate aus tro--ungariche.

L'esercito montenegrino non era molto forte; ma, dopo la ri · nunzia austriaca al Sangiacato, le sue operazioni ~otevano :svolgersi in stretto e materiale collegamento con i Serb.i; inoltre per la 1D.aturale sua posizione esso poteva molestare un'eventuale avanzata austro· ungarica oltre la Drina verso il cuore della Serbia e costr i ngere gli Austriaci a,d imm ob ilizzare parte delle loro forze per proteggersi fianco e tergo, Ma, tenuto conto di tutto, il rapporto delle forze vietava i,n modo

(1) Il governo greco, il 27 luglio 1914, dìchiarò c.he, in base al trattato di alleanza con la Serbia, avrebbe c.oI1Sideraro come é'as us foederis l'i ntervento della Bulgaria.

assoluto ai Serbi oper azioni offensive di qualche entità sino a quando non fosse entrato in campo il potente alleato e ,pro tettore .

Stabilì qu indi il C. S. ser bo di << manteinere la difensiva fìncihè Ja situazione politica e strategica non si fosse chiarita, e quindi agire secondo le ci rcostanz e» (R. S.).

Fu perciò concretato uno schieramento di radunata capace di c pporre l a m assa ,delle fo rz e sulla più pericolosa direzione di attacco, e più probabile per l'avversar io; d i 1per01ettere i n par i tempo la manovra per far fronte ad altre possibilità o passare all'offensiva .

Il territorio della Serbia settentri onale per la sua picciolezza e per l 'andamento ad arco del confine ben si pr estava ad un tale schieramento cd alla conseguente manovra (vedi carta (1:f'Jnessa e schizzo ti. 1), tanto più che ovun que il nemico si fosse presentato ,per invadere l a Serbia avre bbe .dovuto passare un corso d1 acqua di rilevante valore (Drina, Sava o Danubio); operazione che, contrastata dalle truppe di copertura, avrebbe richiesto un certo tempo e dato quindi possibilità al C. S.,, serbo di orientarsi e compiere la necessar.ia manovra per opporvisi.

L a valle della M orava era la più probabile direttrice .di attacco per le armate austro-ungariche; portava al cuore della Serbia che ave· va ad Arangjelovac cd a Kragujevac i maggiori centri di vita per l'es ercito; er a percorsa da llll1'importante linea ferroviaria (1) dhe rendeva agevol i movimenti e rifornimenti .

Basandosi perciò sull'ipotesi che il g rosso delle forze operanti austro-ungariche si sarebbe radunato a cavallo della confluenza SavaDanu hio di fronte a Obrenovac- Belgraçlo-Bazias e da lì avrebbe preso le mosse per invadere la Serbia a cayaUo della Grande Mo rava, il inu· eleo principale dell'esercito serbo fu :schierato a nord della linea Gr. Mil anovac-Kragujevac. Minori nuclei provvedevano alle direttrici di Va lj evo e di Uzic e, giacchè unità suss id iarie austro-ungaric he avrebbero potuto operare anche da Z vornik, da Loznica e d a Sabac verso Valjev o opp ur e ,da Bajiina·Basta e M okra G ora contro U zice .

( 1) La Belgrado - Nisc.h - Salonicdo era l'urù.:a ferrovja ,serba, di reale valore; da essa si dipartivano diramazioni per Semendria, sul Danubio, per Uzice e Valjevo.

Ipotesi logiche e schieramento semplice; nessuna idea preconcetta forzava l'esercito ad operare nell'una o nell'altra direzione: possibilità così di difendersi sulle più pericolose linee di attacco, come di passare rapidamente alla controffensiva; lo spazio interposto fra le truppe di copertura sul cm.fine ed il grosso era sufficiente perchè questo potesse manovrare ,prima <li essere attanagliato dal nemico. Ne deriyò il seguente schieramento (r):

I A.: generale Bojovic - 4 div isioni F . ; r div. Cav. - nella zona di Palanka sulla Morava con tre divisioni; una divisione (Dam.u· bio II) ed elementi non indivis,ionati, costi t uenti il distaccamento di Branicevo, mcopertura sul Danubio fra Golubac e la confluenza del.la Morava; la Div. Cav. fra la confluenza Morava -Danubio e Grocka.

II A.: generale Stepanovic - 4 divisioni F. ~ tra Arangjel ovac e la Ko]ubara con tre divisioni. Lai Div. Dan. I, in copertura fra Grocka e la confluenza Kolubara-Sava,.

III A.: generale Jurisic Sturm - 2 divisioni F. e reggiment1 di fanteria non indivisionati - 1 div.isione a Valjevo e l'altra, Orina II, in copertura fra Zvornik sulla Drina e la confluenza della Vukodraza nella Sava. Un distaccamonto speciale copriva il tratto di frontiera fra Vt1kodra z a e Kolubara.

Alla confluenza Kolubara ·Sava il distaccamento ,di Obrenovac proteggeva la testa Id i linea della ferrovia Obrenovac-Valjevo e collegava gli elementi di copertura della II e III armata. ·

Il « Corpo d'esercito>> di Uzice generale Bozanovic. - ccxnposto di una .divisione di fanteria (Sumadia II), Ulila brigata su 4 reggimenti di fanteria, un reggimento F. autonomo ed elementi vari di artiglier i a.. era schierato fra Uzice e la frontiera e provvedeva alla copertura fra Rogacica e Mokra Gora.

Un altro minor e distaccamento, detto del Lrn, era fra Mokra Gora ed il confine montenegrino.

(1) L'esercito serbo non aveva, e non lo ha ne ppure quello jugoslavo, il Corpo d'armata. L'armata consta va1 di un numero vario di div.isioni e d t e1ementi. di cavalleria. e di artiglieria d'armata. Le divisioni assumevano il nome dell a regione di mobilitazion e, ed eraioo di primo (I) o di seooodo (II ) oondo,

I'

In totale 202 battaglioni 48 squadroni e 136 batterie cui si affiancavano 70 battaglioni e circa 25 batterie di Montenegrini . Questi amm ontavano a circa 40.000 uomi ni, mentre l'esercito serbo oe ccxnp rendeva 270.000 . Atti i Serbi ad operaz ioni di qualunque genere, p urchè d i non soverchio raggio non essendo troppo bene equipaggiati ed aveiCLdo servizi un po' primitivi; i Montenegrini invece, addirittura privi di servizi male equipaggiati e peggio armati con materiali antichi ed i 1più diversi, non potevano da soli svolgere azioni efficaci, tanto meno fuori del loro territorio.

Il C . S. serbo, anche per questa impossibilità dei Montenegrini di operare .da soli, avrebbe voluto concentrarne la maggiore aliquota nella zona di Plevlje, da dove, insieme col Corpo d'esercito di Uzice, jntraprendere, a suo tempo, un'offensiva verso Sarajevo; minori forze sarebbero rimaste a protezione del territorio. Ma il re Nicola volle assicurare più efficacemente la d.ifesa ,de] regno, contro il quale però difficilmente gli Austriaci avrebbero svolte operazioni importanti: sia perchè di nessun valore nell'economia generale della guerra sia 1per le difficoltà del terreno aspro selvaggio senza stra.de. E l'esercito montenegrino fu scisso :in tre nuclei:

6.000 uomini a Plevlje; r5.ooo a difesa diretta del confi[le; 8.000 al Lovcen.

Il distaccamento di Plevlje collegava l 'esercito montenegrino con il Corpo di Uzìce.

Il nucleo di manovra dello schieramento serbo era costituito dalle sei divisioni di F., tre della I e tre della U, non Ìlll copertura, e dalla divisione di cavalleria. Esse potevano operare tutte molto rapidame nte contro le provenienze da Obrenovac e da Belgrado; la II A . poteva ;inche accorrere prontamente contro una minaccia verificantesi sulla D rina-Sava, cd in un secondo tempo avrebbe potuto seguirla la I A.

L a III A . aveva anche essa facile ,poss ibilità di accorrere da Valj evo ne ll a zona della MoravaL

Il notevole arretramento della I e II A . dal confine, se era utile pe r un'eventuale manoYra, lasciava in balìa di un nemica, dhe avesse operato con grande rapidità, una parte notevole del territorio nazio·

nale ed alcuni depositi di mobilitazione dove rapide irruzioni di elementi celeri avrebbero seriamente intralciato l'approntamen to di alcuni reparti. Ma il Comando Supremo ·serbo faceva affidamento, e non a torto, sulla resistenza delle truppe di copertura . Questa era assai solidamente organizzata . Nei tre settori in cui l'abbiamo vista tripartita m corrispondenza allo :schiersment o delle armate, la copertura sulla linea di confine era affid ata ad elementi <li II e III bando reclutati e mobilitati sul pa.to ed a bande di ccmitagi. Costi· tuivano i primi forti nuclei di difesa in si to pronti al primo momento; i secondi erano destinati ad illlcursioni ·sul territorio nemico, quando possibile, ed a mol estare con la ;gucrrigl ia le unità nemiche io marcia.

In ciascun settore una divisione organ ica era destinata a rinfor· Z:lre pr ontame nte la copertura là ,dove fosse minacciata e a dar tempo di accorrere, con la sua resistenza, alle altre unità delle a rmate.

Ancor più confidava il C. S. serbo sulla metodicità dei comandanti nemici e sulla lentezza operativa delle armate austro-ungariche; le quali, infatti, non mossero un passo prima di essere cornpletaurnnte e perfettamente pronte~

. Sino al IO agosto, all'infuori ·di qualche bombardamento sul D anubio e di scambi di fucilate fra elementi avanzati .di copertura, gli Austro-1.mgarici, pur avendo già forti 1D.udei in piena efficienza alla frontiera ,. non tentarono neippure una scorreria, pur sapendo che gran parte delle forze serbe era nelle province recentememte annesse al re · gno e che molto lunga strada dovevano percorrere per arrivare sulla Sava .

L'EVOLUZION'F: D EL P IANO AUSTRO UNGARICO NEl PRIMI GIORNI DI GUERRA. - Su quest e basi i due eserciti si radunavano e si accinge· vano ad operare a~ primi .di ago.5to del 1914.

Il serbo con uno schjeramento elastico che rendeva agevole qualsiasi m anovra difensiva ed offensiva che fosse (1).

(1} Si è detto che i I piano di guerra serbo sb. stato l'unico che abbia resistito ali.ai prova del fuoco; abbia, cioè, potuto essere attuato e arriv.are sino alla vittoria. Ma si deve aggiungere, solo perchè un piano operativo vero e

L e armate austro-uingarjdhe mobilitate e part i te con propos1tt offen sivi verso una non facile manovra; schierate su larghissima fronte, avevano visto grandemente menomate le loro possibilità dall'inter· vento russo, assai prematuto rispetto alle ,previsioni . Rimaste in forze i!On superiori ai Serbi e stroncate di un braccio, .il più robusto, stavano per attuare un piano la cui unica ragione di essere stava ormai sol tanto negli studi e nelle manovre di pace; i risultati delle quali fa· cevano ancora balenare nel Conrad e [lel Potiorek la possibilità di un momentaneo successo pur essendo il P otiorek conscio che l'operazione cui ·si accingeva, senza la 2a A., costituiva un pericoloso azzardo.

M a di un successo contro la Serbia op inione pubblica e governo avevano grandissimo desiderio e bisog,no; anche per giustificare la brusca e rigida non accettazione della rispasta all'ultimatum del 23 luglio. L a ripulsa, apparentemente irragionevole giacchè la maggior parte delle condizioni era stata accettata dal governo ser.bo, esigeva che l'impero danubiano dimostrasse altresì di essere .Ì!I1 grado di ri.èurre sollecitamente, con la forza, la Serbia all'obbedienza.

Premuto d a più parti dal governo e dall'Imperatore che guardava molto teneramente alle province balcaniche; col Potiorek che gli faceva balenare la ipossibilità di facili vittorie andhe con minori e me· no buone carte .~n tavola; con la speranza che battendo, sia pure parzialmente, i Serbi fosse possibile ottenere l'intervento della Bulgaria e fors'anco della Rumenia; il v . Conra.d, nel periodo in cui maturarono gli eventi politici che cambiarono ,radicalmente la .situazione iniziale, finì, come -si è accennato, dal consentire al Potiorek di agire offensivamente, pur senza la 2°' armata, Sarebbe stato forse opportuno trarre profitto dell'avvenuta radunata del completo Grupip o Balcani per sviluppare iintegralmente, con rapidità, il piano primitivo contro la Serbia, tanto più che le parten-

p r oprio sul t'i.po d i queUo a ust riaco, tedesco e francese non esisteva. Vi era solo un concetto, difon<lere il suolo patrio, nel modo che le circostanze avrebbero suggerit-0; cò uno schieramento che permetteva di facilmente sviluppare il concetto in ogni evenienza. Il che del resto era l'unica cosa logica ahe, nella situazione della1 Serbia, potesse farsi.

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zc di unità della 2" armata non potevano verificarsi che a ccminciare dal 18 ago-5to, nè un ritardo di qualc he giorno sarebbe stato di daruio maggiore di quello che già cagionava sulla fronte russa la mancanza iniziale di tutta la 2 armata. Il piano era complesso; ma data l'entità delle forze avrebbe potuto portare ad un successo abbastanza sollecito; naturalmente operando con grande celerità. Nel frattempo il grosso dell'esercito austro-ungarico avrebbe dovuto mantenersi sulla difensiva contro i Russi, giacchè non era possibile con le forze dell'impero danubiano condurre contemporanee operazioni offensive su ambedue le fronti, senza correre l'alea di insuccess i che si volevano naturalmente evitare; e nello scacchiere balcanico era particolarmente necessario non subirne per ragioni di prestigio.

Questa soluzione contrastava però con gli impegni assunti dal Coru:1d col v. Moltke, Capo di S. M. dell'esercito germanico. Ma .dato lu stato di fatto, radunata già avvenuta sullo sc~cchiere balcanico ed it.nipossibilità di trasportare subito le forze della 2• armata in Galizia , non sarebbe stato probabilmente difficile convincere il v. Moltke della convenienza di un tale provvedimento.

Quello che soprattutto la situazione richiedeva era una soluzione netta ,

Quale fu invece l'azione del Coarad?

La sua prima decisione, trasportare la 2• armata in Galizia, assumere contegno difensivo sul fronte serbo col Gruppo minimo Balcani, operare offensivamente contro la Russia secondo gli accor.di col Cornaindo Supremo germanico, fu chiara e precisa . Non così le successive concessioni.

Però 5C si esamina la corrispondenza intercorsa, negli anni 1909· 1913, tra i Capi di S. M. degli eserciti germanico ed austro-ungarico sull'eventualità di guerra comune contro la Russia appare chiaro che il v. Con.rad pur convenendo col Moltke che « la Serbia nemico secondario andasse trattato in modo secondario », non abbia mai rin unziato del tutto ad un'offensiva contro la Serbia magari a cos to di indebolire le forze operanti sulla fronte russa. Perciò, pur dai..'ldo il peso che meritano alle circostanze politiche del momento ed alle pressioni

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dei. governanti, non è d a escludere che in fondo l'operazione immedia ta contro i Serbi contemporaneamente all'offensiva in Galizia, stesse a cQore non solo al Potiorek ed al governo ungiherese, ma anche al Conrad stesso che già l'aveva vagheggiata.

Nè poca influenza ha certamente avuta su una determinazione così azzardata la scarsa stima per l'esercito serbo che le gerarchie ci · vili e militari dell':impero ritenevano incapace di sostenere un urto delle ben organizzate for;ze austro-ungariche anche se queste fossero state inferiori in numero. Concetto esagerato del proprio valore in re· }azione a quello dei probabili avversari; presunzione che l'esercito degli Asburgo ha dovuto duramente scontare. Nel caso particolare della Serbia non si teneva con t o del fatto clhe l1esercito del piccdo stato balcanico, se non perfettamente organizzato aveva ottimi ~olJati e si era recentem ente assai bene agguerrito nella lotta contro i Turchi ed i Bulgari, mentre quello austro·ungar ico da quasi mezzo secolo· non aveva più avuto campo di impugnare le armi. E .di questo maggiore allenamento alla guerra si vide subito l'effetto nella rapidità de lle azioni serbe in contrapposto alla lentezza degli Austro-ungarici.

Concessa dal Conrad l'autorizzazione ad operare offensivamente con tro i Serbi, il Potiorek si aippa recchiò a.d eseguire la manovra progettata.

Nei primissimi giorni di guerra piccole scorrerie di comitagi serbi furono cagione di allarmi lungo la ferrovia Sarajevo-VisegradMokra G ora; tentativi di incursioae provocarono scon tri di minori un i tà sull a Drina: :1 Rogacica e Baijna Basta.

Il P otiorek sp erava in ut:1a irruzione in Bosnia dei Serbo-montenegrini attrattivi dal miraggio di metter subito 1p iede in quell e terre irredente. Egli si proponeva, in tal caso, di sbarrare il passo con la 6a armata, mentre la 5", superando la Drina e puntando su Valjevo, avrebbe potuto facilmente cadere sul fiaoco destro dell'esercito serbo impegnato in Bosnia . Questa operazione avrebbe consentito al P otiorek di non avventurare l a sua armata in un'offensiva su terreno diffì. cile per aindare a cercare i Serbi in casa loro; battuti gli invasori della Bosn ia, egli sarebbe passato alla controffensiva, cooperando alla lotta

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<l ella 5f). armata :sul suolo serbo con la maggior quantità di tm.Pfpe della 6a.

Un'operazione che sì fosse coo.ì svolta avreblJ,e assecondato ìn pieno il suo disegno.

Le piccole incursioni serbe ora acceumate ed inesatte informazionisulla radunata nemica gli fecero credere che notevoli forze fossero concentrate nella zona .d,i Uzicc e rafforzarono, col proposito offensivo, la convinzione di potere agcvolm~te syiluppare la manovra a lui cara. Persuasero altresi vieppiù il Conrad ddla Ofiportunità della manovra; tanto dhe, pur precisando essere compito delle forze nei Balcani di « impedire irruzioni nel territorio della monarchia » lasciò al giudizio del cornanda1D.te delle forze balcaniche la decisione sull'avanzata della 5.. oltre la Drina per agire sul fianco .delle unità nemiche in marcia su Sarajevo. Aggiungeva nelle sue direttive: « sarebbe della .massima importanza un colpo decisivo contro l'avanzata serba » (R. A.).

Evidentemente ·direttive del genere non potevano essere per il Potiorek che una sipinta ad agire offensivamente secondo il piano già congegnato, Ed egli agi, pur conoscendo di non potere più fare assegillamento sulla 2"' armata; anche quando seppe che l'avanzata serba verso Sarajevo era puro frutto di immaginazione eccitata dalla speranza e che invece l'esercito nemico era ben altrirnellti schierato. Determinò cosl il Potiorek, confermato nel suo concetto e nel suo piano da un'altra comunicazione del Conrad (1), di spingere subito la Sa armata oltre la Drina dirigendola su Valjevo, anche indipendentemente dalla possibilità di un'azione serba su Sarajevo.

A Valjevo, nei cui dintorni risultavaino concentrate tre divisioni e mezza dell'avversario, la sa armata poteva arrivare in cinque gi orni (2) superando le resistenze che avesse potuto incontrare e dhe si

(1) L'ordine precedente è del 4 agosto. Suc.ces s.ivam e nte, il 9 agosto, giol'IOo in c ui balenò la speranza di intervento rumeno, il Conrad lo confermava e oosì concludeva la nuova comunicazio ne : « La situazione si riassume ,nel fatto che noi non dobbiamo ora, in alcun caso, s ublre uno scacco nei Balcani e che un successo avrebbe grandissima importain7..ai ».

(2) La distanza era di circa 100 chil ometri.

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supponevano assai deboli. L'operazione doveva essere immediatam ente iruziata e condotta con grande rapidità per trarre profitto della minacciosa presenza :sulla Sava della 2a armata; Questa doveva occupare Mit rovica e Sabac, ma non spingersi oltre. Si ritçneva che, pur con tali semplici operazioni, avrebbe attirato il nemico e portato aiuto indiretto alla 5" armata.

I n tant o i l XV ed il XVI Corpo della 6" armata doycvano raccogliere le forze già largamente .disperse i1a copertura e schierarsi per iniziare la marcia verso Uzice. Il XVI sarebbe stato pronto ad operare verso il 17 agosto; il XV un paio di giorni più tard~.

Questo fu in sostanza il piano realmente messo in opera sul fronte balcanicoL

Una notizia dell'n agosto, che segmalava il grosso ,dell'esercito serbo in marcia verso bassa Drina e Sava, mise in allarme il comando delle forze balcaniche ed illuminò di 1più chiara luce i pericoli cui si esponeva la 5a armata. « L'operazione ad essa affidata, dice la R. A., era campata in aria senza la effettiva cooperazione della 2 armata )>.

La notizia era falsa; roa ain.che durante il tempo in cui fu ritenuta yera non fece recedere il P otiorek dal suo piano col quale si prefiggev a di ottenere un « immediato successo sui Serbi >> .

Il piano era, in fondo, lo stesso studiato in pace; ma con una ben diversa base di forze e di schierameuito. Ora, alla massa destinata a maciullare i Serbi, mancava la mascella più potente. L a 2• armata ed il VII Corpo costituivano infatti, fra i tre, il nucleo ipìù poderoso di forze, l'unico provvisto di cavalleria e capace di portare una minaccia veramente grave, anche perchè avrebbe ope r ato su un terreno assai più facile di quello destinato alle altre due armate.

Ma si cercava lllD. successo; qualsiasi, per poterlo sbandierare.

La speranza di arrivare sollecitamente a Valjevo e di battere ivi una frazione dell'eserCJto serbo prima clhe i l grosso potesse soccorr erlo, fece ,passare la spugna su tutte le altre considerazioni e dare il via all'esecuzione di un progetto che, senza essere ardito, era certamente imprndenteL

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I PRELIMINARI DELLA BATTAGLIA

IL :PASSAGGIO DELLA DRINA. -. Il 9 agosto, dopo che il Con.rad aveva. ancora una volta affermato al Potiorek che un successo nei Balcani sarebbe stato di gran<l.issima importanza, '9pecialmente per decidere all'jntervento le esitanti Bulgaria e Rumania, il comandante delle forze balcaniche decise ed ordinò che le operazioni avessero inizio i l giorno 12. Due giorni dopo, l'n agosto, ai comandanti riuniti dhiarì le ragioni che rendevano necessario di operare subito, e con rapidità; esse derivavano dal fatto che solamente sino al 22 agosto, al massimo, si poteva sfruttare la presenza ,della 2~ am1ata, la quale, solo per essere sulla Sava, avrebbe influito sulle decisioni dell'avversario; aggiunse, cane già aveva scritto alcuni giorni prima al generale Frank, comandante della 5" A., che lo scopo dell'operazione non era la conquista duratura di un lembo ,della Serbia, ma 'Soltanto la ncerca di un apprezzabile successo sul campo di battaglia, che avrebbe potuto avere, presso gli Stati balcanici, conseguenze favorevoli alla .politica 4egli im peri centrali.

L a 5"' annata <l'oveva superare la bassa Drina fra Lijesnica e Loznica; risalire la valle dello Jadar e puntare su Valjevo col noto comp it o idi cadere sul fianco delle utnità serbe qualora, secondo le supposizioni - e le speranze -~- del Potiorek si fossero dirette da U~jce su Sarajevo. In ogni caso battere le forze nemiche raccolte a Valjevo.

La 6a armata continuava intanto il concentramento tra FocaVisegrad... Bajina Basta, dande avrebbe marciato su Uzice per « aff~ rrare il nemico e, penetrando nel cuore del suo territorio, impedirgli d'irrompere nella Monarchia >i Di essa il XVI Corpo poteva esse re sulla Drina, nella zona di Foça, solamente il 14 agosto .per muovere

CAP.
II.

vers o il Sangi aca to1 d i N oviba zar ; il XV, destinato a1di oper are più di rettamente su Uzice partendo dal territorio di Visegrad - era qu indi il collaboratore più diretto della 5" annata - doveva mettersi in g rad o di muovere da V isegraid con forze riunite il 18 agosto.

La 5" armata perciò a lmen o per sei giorni, cioè durante l a marcia della Dr ina a Valjevo, doveva fare assegnamento esclusivo sulle sue forze e sul limitato concorso della seconda, i cui primi carichi in fcrroyìa per tras ferirsi sulla frontiera russa erano stabiliti appunto per il 18 agosto.

D i q uesto breve .periodo - 12- 18 agosto - voleva, ap punt o, tr arre profitto il Poti orek; urgeva perciò iniziare presto l 'operaiionc ten dente ad ottenere « lo sconquasso dei gruppi avversari più viòni », e condurla con l a maggiore possibile rapidità .

Alla giusta n ecessità di operare celermente non corrispondevano p<.rÒ i mezzi, nè b l oro organizzazione. La 5n armata aveva alc u ne unit à tuttora l ontaoe dalla Dr ina; il materiale d~ ponte cominciava appena ad affluire. Nè vi rispondeva la mentalità del comanda nte dell'armata il quale, oltre ad essere soverc hiam ente metodico, come sempre maggiormente 1dimostrò nel sc.guito della campagna, anche pcrchè va luta va erroneamente a tre di visico i le forze serbe ( r) in copertura ,di fronte alla sua armata, volle pr ima di iniziare il passaggio del fiume avere tutte le divisioni raccolte sulla Drina; affaticò inutilmente con marce fo r zate alc tmi n.parti che poi, per m ancanza di ponti, n Q'l poterono pass are il fiume durante il giorno 12.

N e nacque un' cpcrazion e organizzata ed eseguita non celcr mente ma in fretta; con tutti gli inca.1.venienti od i ritardi propri della fretta.

La 21a d ivis ione Sch. avanzò il giorno 12 sulla Drina, dopo quattro giorni consecutivi di viaggio; vi arrivò disordinata e spossata per

(1) Vi erano rcaJmentc in copertura fra Ljcsni.:a e Lozniaa sci batta· gìoni con 16 pezzi d'artiglieria ed una banda di ccrnitagi. Questa era comandata dal maggiore Vankovic, ritenuto uno degli organizzatori dell'assassinio ili Sarajevo.

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la stanchezza, il caldo e la sete; i carreggi della divisione, dei qu ali non era stata accuratamente predisposta la marcia, finirono con l'in, gcmbrare talmente le poche e strette strade da intralciare anche i servizi ddl 'VII I Corpo. , Era stato previsto che la 5° armata passasse la Orina su se i colonne, ciascuna su un !Proprio ponte; puntasse col XIII C orpo sulle al ture sbarranti la valle dello Jadar a<ll oriente di Lozn.ica; can l'VIII nella zona di Ljesn ica, e da qui avanzasse sull'altipiano del Ccr ed agevolasse da nord Fattacco del XIII.

Ad un distaccamento speciale, composto di hattaglioni di landsturm e . di marcia, fo affidato la ricerca del collegamento attraverso la Macva con le truppe della 2a armata operan6 a Mitrovica ed a Sabac.

All'ala destra un'jntera divisione, la 42 a H. , fu, p er ordine del Potiorck, il quale doveva e.videntcmcnte' ritenere le forze dell'armata esuberanti al compito, incaricata di risa lire la Orina verso Ljubovija per cercare il collegamento con la lontana 6.. armata . Di questa i primi nuclei cominciavano ad affluire nella , zona di Bajina Basta. In sostanza le forze direttamente alla mano del comandante, e con le quali la 5a. arma ta doveva accingersi a vibrare ai Serbi un colpo tale da sconquassarli, ammontavano a tre divisioni ed a due brigate autonome: 9.. Div. e 2 1 a Div. Scb. dell'VIII Corpo; 36a Div., brigate autm ome na e 13.. del XIII. Era possjbile, ma non sict1ro, l'intervento nella battaglia, che certamente si sarebbe ingaggiata in valle Jadar, anche della 42a Div. H. qualora questa, nel suo largo giro per Ljubo vija, non avesse troyato seri intoppi.

Poclhe di fronte alla situazione presunta: tre div isicni serbe d,ifendenti l a Orina fra la M acva e Zvornik, le quali non avrebbero potuto essere così rapi&1roente travolte sulle alture di Ljesn ica e di Lenznica dove era atteso il primo scontro. Im. realtà più che sufficienti per travolgere i distaccamenti d~ copertura serbi prima dell'arrivo di importanti soccorsi, se l'azione della 5" armata fosse stata realmente rapida e decisa.

E forse anche la 5" armata avanzando molto celermente avrebbe potuto battere la III armata serba, alla quale era affidata la d,ifesa di

SCHIZZO T 2 /' . r Vl/ C • .2 TJ,v C3V '!16cv,rntr. t. delle U./Jtk).' él.. U. f"' ,! Il. ed,/ !S rt,j•JJto . . 716ovime11i.. cl7'tr,t.,, rld!e 1,(,111/a: ;tr6t :JUM/TO ~/i rJr,{,;:,· r!J. I S 4ff'io -A'~t iò,/S1 ..?'

Valjevo, prima che fosse raggiunta da elementi delle altre annate, gìacchè l'a zione prevista dalla 2"' armata sulla Sava e sul Danubio avrebbe, io. un primo momento , richiamato per certo l'attenz ione del Comando Supremo serbo, il quale proprio da nord temeva le maggiori o ffese. '

La 2• armata dov eva i nfatti il 12 agosto passare la Sava a Mitrovica ed a Sabac, e costituirvi teste di ponte; compiere ad, oriente di Sabac semplici « man ov re dimostrative senza effettuare forzamento del .fiume».

Il Conrad nell 'a ut orizzare tali operazioni aveva esplicitamente e più volt.e ordinato (< in nessun caso la 2• armata deve lasciarsi coinvolgere negli avvenimenti a sud, della Sava-Danubio » .

Questa grave lim itazion e, congiunta col fatto che fr a Sa bac e Belgrado nessun reparto avrebbe realmente passato il fiume, poteva portare alla conseguenza che le forze serbe attratte vers o M itrovica e Sabac, dopo constatato che da lì il nemico non avanzava verso sud, si sarebbero rivolte contr o il fianco sinistro scoperto della 5.. armata.

Il 12 agost o la 2 " armata potè agevolmente far passare la Sava a Mitrovica da una brigata della 29• divisione senza incontrare resistenza; Sabac fu occupata da un 'al tr a brigata della 31• Div. (1), cacciandone il presidio serbo che non resse a lu ngo e le cui r ise rv e, pur ammontanti a qu attro battaglioni, non osarono contrattaccare.

Il passaggio della Orina da parte deUa sa annata fu ìnvece assai più laborioso e di maggior durata. Dei previsti sei pcntj soltanto due ·poterono essere getta ti , giacclhè il materiale degli altri n on arrivò: uno di fronte all 'isola di Samourovitch, ad oriente di Bijelina , sul quale furano avviate le due divisioni dell'Vlll Corpo ed il distaccamento della M acva destinato al collegamento con la 2• armata; l'altro , fra Ljesnic a e Lmm ica, all'isolotto di Kuriacica, sul quale transitarono l a 36a D iv.' e le due brigate autonome del XIII Corpo (schizzo 11. 2).

La Drina, larga do r50 a 200 metri, ha 'Sponde alte, ripide e

(1) La 31 a dh•isione era comandata dall'arciduca Giuseppe.

boschive; molto <:operta la sponda serba; fittamente boscosi gli isolott i; spesso ed ì1ntricato su ambedue le sponde il sottobosco che sovente obbligava ad aprirsi il passo con l'accetta, layoro che ritardò di assai il transito delle truppe ed il trasporto del materiale da ponte, per il qual e nulla ,era smto in precooen;la orga nizzato; neppure nel non 'breve periodo intercorso fra il 26 luglio, data in cui furano rotte l e r elazioni con la Serbia, ecl il 12 ·agosto. Oltre Drina jl terreno mont ano e boscoso si appiattisce a no11d nella piana della Macva, dove però altissimo cresceva allora il granturco 'SÌlno a coprire del tutto gli uomini. Difettavano ovunque le strade e le poche esistenti, a fondo naturale e mal tenute, non potevano sostenere 1.m intet:iso tr affico; l'ac q ua si può dire non esista sulle colline ,d,i Loznica e sulle al ture d'el Cer.

Non era perciò facile alla 5" armata operare con la rapidità voluta dal momento. Il tempo necessario per il passaggio del fiume, a causa della rid'uz.ione dei ponti ad un terzo del previsto, si triplicò almeno.

A malgrado d i tutto jl XIII Cor.po riuscì, la sera del 12, ad essere al completo sulla destra della Drina. La 42"' Di v. H., passato il fiume a Zvornik, r i salì la Drina verso Ljubovija. La 36"' Div. e le due brigate u a e 13\ queste due ultime dopo aver cercato invano un guado a sud di Loznica ernno passate anche esse a L oznica, si accinsero a risalire lo Jad:ar.

Invece però di attaccare subito il ,distaccamento serbo che ne aveva debolmente contrastato il passaggio, mostrando di non avere grande consistenza, e cércare di guadagnare terreno verso suà~est e tempo, il comauidante del XIII Corpo, impression ato per le perdite subìte dalle pattuglie 1nv1ate in ricognizione , arrestò l e truppe sulle prime alture a cavallo deJlo Jad:ar, in attesa clhe l'azione d ell ' VIII, sulla sua sinistra, gli facifaasse l'avanzata come era previsto dall'ordine. R imase così inoperoso tutto il giorno r3 e parte del 14 agosto, senza neppure assicurarsi che di tale cooperazione vi fosse realmei.1.te bisogno per avanzare.

L'VIII Cor,po fu maggiormente ostacolato durante il passaggio del fiume e nella successiva ·avanza ta verso i l Cer. L a sera del I2 ago-

-j I

sto soltanto la 9a divisione era oltre la Drw; le altre forze non riuscirono a sl,!.perare .il fiume che nel tardo pomeriggio del 13 e ad ini- · ziare, lentamente e con prudenza forse soverchia, per le insidie continuamente tese dai regolari serbi e dai CO!.J,1Ìtagi, la salita delle alture del Cer.

Qu i la 21" Div. Sdh., composta in gran parte di Boemi, già alquanto stanca e disordinata per le precedenti lunghe marce, fu ripetutamente sconquassata da improvvisi attacchi di piccole unità serbe e di cetnici che ne misero a dt1ra prova la solidità.

E voLUZIONE DEL CONCETTO OPERATIVO DEL Co.MANDO SUPREMO sERno. - Di fronte alle prime operazioni delle armate austro-ungariche il concetto del Ccmando Supremo serbo si svil uppò per fas, successive.

A mezzogiorno del 12 agosto le prime notizie annunziavano il passaggio cf.i numerose forze a ustro-un garic he sulla destra della Sava e della Drina. Combattimenti eratno in corso a Sabac, nei pressi di Ljesni ca, a Loznica; a Belgrado e ad oriente bombardamenti più o meno intensi con tentativi, non riusciti, di passaggio del Danubio d~ parte di piccole unità. Trainquilla fa zona di Visegrad dove non era segnalato alcun importante movimento di forze nemiche.

e< Da questa situazione dice la R. S. - e iper i frequenti allarmi sul fronte N-W durante gli ultimi giorni e le incursioni aeree nella regione di N-W della Serbia, il C. S. dell'esercito serbo venne nella conclusione che gli Austro-ungarici intendevano effettuare importanti sforzi su l fronte dì N -W » .

Non era però ancora una convit.nzione profond-amente radicata, perchè gli ordini emanati <l'-a ! C~ S. , forse un po' affrettatamente, a mezzogiorno del 12 agosto provvedevano più a fronteggiare col grosso delle forze, una offesa da nord che non quella da occioonte. Fu ordinato infatti:

- alla II armata di spostarsi da l fronte Lazarevac-Arangjelovac a quello Sabac-Obrenovac per opporla ai tentativi di superamento òe lla Sava;

- alla I armata di sostituire la II sul fronte Lazarevac-Arangjelovac;

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- alla divisione di cavalleria di passare a disposizione del comando della III armata la quale doveva impiegarla per dhiarire la situazione sulla Macva, fra Ljeznica e Sabac.

In fondo era tuttora ritenuto più preoccupante il fronte Sabac· Obrenovac, che non quello della confluenza Drina-Sava, dove non era inviata che la sola divisione di cavalleria.

Questi o}'.dini, che ancora lasciavano jn balìa di se stessa la III armata favorendo .il piano del nemico, dovettere ben presto, nella stessa giornata del 12, essere modificati.

A se ra apparve clh iaro che gli Austro-ungarici a Sabac :si erano limitati a costitttire con non grandi forze una testa di ponte senza cercare di procedere verso sud; sulla Drina per contro i passaggi erano st ati eseguiti da forze ben più rilevanti con tentativi di avan· zata verso la valle dello Jaidar. Sul Danubio semplici azioni <li artiglieria.

Ritenne allora per certo .il voivoda Putnik che gli Austro-ungarici volessero .puntare su Valjevo dalla Driin.a e probabilmente anche da Sabac . Non è improbabile che notizie intercettate sulla prossima partenza della 2a armata austro-ungarica per la fronte russa ab biano concorso ad avvalorare tale convincimento.

Sta di fatto che le decisioni prese nel pomeriggio del 12 dal C. S. serbo e gli ordini dati a modificazione di quelli del mezzogiorno mirano ad opporsi ad una invasione della Serbia proveniente dalla c0nfluenza Drina-Sava; non con uno schieramento dìfòll.Sivo, ma con una operazione controffensiva condotta col grosso delle forze in direz iOIIle nord-o vest.

E' facile che alla controffensiva il principe Alessandro ed il voiv od a Putnik siano stati spinti non :solo da ragioni operative, ma anche dal pungolo russo. Infatti è del 12 agosto un telegramma dello Czar (r ) al principe Alessandro invitante i Serbi ad operare offen-

(1) Quasi ..:ontemporaneamente il granduca Nicola, comandante supremo degli eserciti russi, telegrafava: « Per ottenere un successo generale sul nostro comune nemico, è assolutamente necessario che l'esercito serbo passi risolutamente all'offensiva contro gli Austriaci >> ed il principe Alessandro rispon -

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sivamente contro gli Austro-ungarici in Sinnia e nel Banato per vietare spostamenti su altri fronti; ed è del ì3 agosto la risposta al 1 principe Alessandro « l'esercito serbo attaccherà gli Austriaci dhe ieri hanno pass a to la Sava a Sabac e la Drina a Lozruca; l'offonsiva S{lrà spinta a fondo oltre la Sava e la Drina » .

Gli ordini dati dal Comando Supremo serbo la sera del 12 agosto, dopo la nuova valutazione della 'Situazione, portavano la Il armata, già in marcia verso il frante Obrenovac-Sabac, n concentrarsi attorno ad Ub, per « seguire lo svolgersi degli avvenimenti ed agire nella direzione in cui si presenterà il grosso delle forze avversarie H

Alla stessa armata, per renderla più prontamente mobile ed indipen,dente dalla copertura, fu tolta la divisione Dan. I la quale provvedeva alla protezione sul Danubio nella zona di Belgrado; le fu invece assegnata, avviandola pure ad Ub, la divisione di cavalleria, già data alla III con l'ordine precedente. Fu iinviata {l Sabac, per riconquistarla ins ie me con un distaccamento misto della III armata, anche la divisione Sum. I della II armata.

Così la massa di manovra 1ddla II Armat a rim ase costituita su due divisioni di fanteria (Mor. II e Mista) ed una di cavalleria.

La I armata fu lasciata fra Ar angjelovac e Lazarevac, Al Corpo òi Uzi ce fu ordinato di agire offensivamente in dfrezione di Visegrad.

In tale guisa mentre la III armata resi'Steva sulla Drina e sbarrava la linea dell o Jadar, e mentre il forte nucleo avviato a Sabac garantiva da quella provenienza, la II armata era messa in condizioni cosi da sbarrare la strada alle unità aus tro-un gariche clie aves-

deva negli stessi termini del 'telegramma cliretto allo Czar. Così pure il go verno se rbo telegrafava a quello russo, ch e era pure intervenuto: « E' intenzione delle competenti autori t à militari, dal punto di vista politico, di passare al più presto all'offensiva >l . Il richjamo ,al pumo di vista politico vuol forse dimostrare che l'offensiva non era ritenìlita del tutto conveniente dal lato puramente militare. Infatti essa fu poi subordinata ad alcuni rifornimenti, speoie di fucili, già promessi dai Russi.

Anohe il governo francese fece sentire la s,ua voce spingendo ad agire dsolutamente.

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sero avanzato da Sabac come di puntare sul fianco sinistro del nemico che dalla Drina si fosse diretto a Valjevo.

Di più la I armata, pur costitumdo garanzia contro le eventuali provenienze da nord lungo la Morava, dove il Comando Su· premo serbo non si sentiva ancora troppo sicuro, avrebbe potuto age\olroente, dal fronte Arangjelovac-Lazarevac seguire la seconda o prolungarne lo schieramento sulla destra.

Le disposizioni del C. S . serbo sono razionali e perfettamente intonate alla situazjonc; risentono ancora un pò dell'incertezza delle notizie non sempre precise, ma sono tali da permettergli di fronteggiare ogni evenienza. L a rapida esecuzione ne è favorita dal magnifico alk.namen~o delle truppe serbe a marce lunghe e celeri e dalla configurazi one del territorio che pare fatto apposta per suggerire e facilmente attuare la manovra per linee interne.

La giornata del 13 agosto, inutilmente perduta dall'armata del generale Frank, fu prezios,a ai Serbi per compiere gli s,postamenti ora accennati; i quali per talune divisioni , andhe a causa .delle variazioni negli ordini, richiesero marce superiori ai cinquanta chilometri.

Gli Austro-ungarici sulla Drina ne facilitarono il compito restando tuttora pressochè inoperosi; almeno nei riguardi del nemico. A tal punto che una comunicazione del generale comandante della III armata serba al C. S., redatta ed inviata la sera del 13, dice:

« Presso jJ distaccamento di Loznica regina calma assoluta >>. Infatti il XIII Corpo austro-ungarico sostava sempre in attesa che l'VIII gli facilitasse il compito; questo ultiro·ava il passaggio del fiume e con le truppe già sulla destra della Drina tentava districarsi àalle insidie del terreno e delle bande serbe. Sulla fronte di Sabac i reparti della 2• armata austro-ungarica non mossero nè furono attaccati.

Solamente nella giornata del 14 agosto ebbe inizio l'attacco della 5.. armata; si trovò d'i fronte, a Lozn ica, alcuni battaglioni in più, rinforzi avviativi da Valjevo dal generale Jurisic Sturm.

L'azione del XIII Corpo, pur dopo così lunga ed inutile attesa, finì col precedere quella dell'VIII che era in grande ritardo. Le preponderanti forze austro-ungariche, col concorso della 42.. Div. H., il cui. comandante di iniziativa aveva avviato solo un distaccamento

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verso Ljubovija e si era giudiziosamente rivolto col grosso contro ia siinistra dello schieramento nem ico, ebbe ragione dei reparti serbi di copertura che furono costretti a ripiegare sul grosso della III Armata. L'VIII Corpo attaccò in un secondo tempo. Riuscì a risalire le pendici del Cer, per quanto con molta lentezza per i molteplici sdhieramenti, provocati dai falsi attacchi dei cetnici alle avanguardie marcianti soverchiamente a ridosso dei grossi, e perchè la sua sinistra, costituita dalla 21 a Div. Sch., era sempre in ritardo per le molesti e degli inarrivabili piccoli reparti serbi che apparivano e sparivano con grande rapidità nel folto dei boschi e fra le alte piantagioni della Macva.

Sulla fronte di Sabac l'atta cco ordinato dal C. S. serbo non fu portato a fondo nè dal distaccamento misto della III armata nè dalla divisione Sum. I; ,piccole azioni non c9ndussero ad alcuna conclusione, tanto che il Putnik, vedendo poco chiara la situazione e ritenendo le forze austro-ungariche di Sabac molto minacciose, la sera del 14 agosto ot1dinava al comando della II armata di « concentrare tutte le sue truppe sulla D obrava e con tutte le forze iniziare le operazioni contro Sabac per occupare tale localii.; e respingere l' avversario al di là della Sava >>.

Così la sera del 14 agosto la minaccia da Sabac t ornava ad essere per il Coman1do Supremo serbo la più pericolosa. Gli Austroungarici infatti con la occupazione di quella località e la sistemazione della testa di ponte ostacolavano seriamente b libertà d'azione della II armata.

Nel frattempo però si era dhiarita la situazione sul fronte Obr cnovac-Belgrado; le minacce nemiche si erano pre.cisate in pure ed innocue dimostrazioni. Non fu più nec essaria la presenza della I armata fra L aza revac ed Arangjelovac; anzi, poichè l'avanzata austr oungarica in forze da Loznica e da Ljesnica faceva dubitare che la III armata, minacciata gravemente anche sulla sinistra, potesse da un memento all'altro trovarsi in condizioni critiche, il Putnik ,decise di avviare a Valjevo due divi'Sioni della I armata per assicurare la d ifesa, Una fu trattem1ta ad Ub quale riserva per eventua li nuovi avve.nimenti sul fronte settentrionale.

Non doveva però essere questa la decisione definitiva del Coma•n do Supremo ·serbo, il quale, nei ,primi giorni di guerra, appare un po' pre cipitoso nel prender e risoluzioni e nel diramare ordini che assai frequentemente è costretto a yariare o rettificare nel giro di poche ore, cambiando obiettivi e direzioni dì ma rc ia e sott oponendo le truppe a sforzi considerevoli, non sempre indispensabili. La situazione sino a quel momento si era imperniata :su Sabac. Non riteneva possibile il Putnik operare contro le unità avversarie che aveyano passata la Drina prima di essere sicuro dalla parte della Sava. Infatti, mentre orx:linava ancora una volta a l comandante della Il armata: « la S. V. concentri le sue truppe sulla Dobrava ed attacchi Sabac ))' decideva di t enere contegno difensivo a cavallo dello Jadar, non solo con l'armata già in posto ma anche con le due divisioni della I avyiatevi di rinforzo, dalle quali, è detto nell'ordine, « dovranno essere occupate le posizioni per la difesa della città e della zona di Loinica e di Pecka )> .

Un'azione più risoluta della 5" armata austro-ungarica avrebbe certamente confermato tale proposito, mentre una contemporanea operazione ·da Sabac della 2• armata. - e poteya ancora essere fatta in forze ,- avrebbe potuto spazzare od almeno inchi odare l'armata serba avviatavi e concludere sollecitamente la manovra concepita dal Com ando Supremo austreru111garico.

Ma la 5" armata procede dalla D rina verso oriente con grande cautela; la 2 comincia già il 14 ad avv i are le sue unità alle stazioni d-i carico.

l COMBATTIMENTI DEL 14 AGOSTO E LA DEFINITIVA MANOVRA DEI SERBI. - La battaglia impegnatasi nel pomeriggio d'el 14 fra Ljesn.ica e L oznica era stata seria; i reparti della III arm ata serba, violentemente premuti e battuti avevamo dovuto, di fr onte al XIII Corpo, ripiegare ad Jarebìce ed oltre nella valle dello J adar; quelli attaccati d'~ ll a 9"' D iv . dell'V III erano stati ributtati nel la zona di T ekeris. Intanto l'ala sinistra della III armata se rb a era minacciata dalla 4-2• Div . che marciava su Krupanj.

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Alla 5" A. austro-ungarica non si oppaney~no sin'allora che le due divisioni (Drin. I e Drin. II) del generale Jurisic Sturm.

Il combattimento aveva però servito ai Serbi per precisare con sicurezza le forze che operavano contro Valjevo e le loro intenzioni.

Più a nord la Div. Sum,. I, destinata all'attacco di Sabac, aveva dovuto desistere dall'impresa e far fronte ad: occidente per guardarsi da truppe che ne insidiavano la sinistra, minaccia che la indusse a vigilare accuratamente la strada Sabac-Tekeris. Erano nuclei avanza ti della 21• Div. Sch., la quale prorndeva dalla Macva verso il Cer, ed ' il distaccamento austro-ungarico della Macva che cercava di raggiu..rigere Sabac.

Le forze austro-ungariche che occupavano questa località non avevano invece temtato di procedere oltre; pareva che avessero espletato il loro compito.

Nella notte sul 15, ricevute tutte ' le informazioni dalle varie unità sulla fronte, il C. S. serbo potè meglio precisare la situazion~ ed individuare realmente la direzione pia pericolosa: le maggiori forze austro-ungaridhe erano manifestammte sulla Drina e la linea Loznica-Valj evo ne appariva la direttrice princiipale d'i operazione; l'attacco da Sabac, pure diretto :su Vatjevo, dbveva ritenersi secondario. Nessun a minaccia dalla fronte Sabac-Belgrado d'ove le azioni d'el nemico si eramo confermate puramente dimostrative, e da dove <, consid'erevoli forze erano state detratte per essere trasportate in Galizia contro i R1.Jssi >> .

Sulla base di tali conclusioni il C. S. serbo prese la risoluzione finale: contrastare con l a III armata l'avanzata dell'avversario per la valle dello Jadar , mentre la II, con due divisiaai, d'oveva da Ub per Koceljevo portarsi a T ekeris per attaccare sul fianco l'avversario che procedeva lungo lo Jadar. L a divisione di cavalleria doveva chiarire la situazione nella Macv a fra Sabac e Ljesnica, cercando contemporaneamente di agire sul fianco e sul tergo dell'avversario; avreb· be così assicurato il fianco destro della II annata.

Contro Sabac rimaneva la sola Div. Sum. I per occuparla, se possibile, o quanto meno per vietare al nem ico di sbuc~rne sbarrandogli la strada di Val jevo.

La I annata ebbe confermato l'ordine di concentrare due divisioni a Valjevo e di avviarne una ad Ub.

Il Corpo d'esercito di Uzice doveva persistere oel tentativo di puntare su Visegrad, mentre la vigilanza sulla fronte del D anubio, ad oriente di Sabac, restava affidata al distaccamento di Obrenovac, alle truppe d ella difesa di Belgrado ed al distaccamento di Branicevo.

LA LENTA AVA NZATA DELLA 5• ARMATA E LA PARZIALE COOPERAZIONE DELLA 2". - Con queste direttive, che varieranno ancora io qualche particolare ma danno già la traccia delle forze e dello schic ramcnto con cui i Serbi ingaggeramno la battaglia, la massa dell'esercito serbo (sei divisioni) è r ivolta contro la 5• A. austro-ungarica; una sola &azione opera contro le unità che occupano Sabac, dalla cui parte però il C. S. serbo non si sente ancora completamente sicuro pcrchè, se è vero che il nemico non ba tentato di spingersi da Sabac verso suid, è pur altrettanto vero che le forze ivi segnalate ammontano a due divisioni (t e 29•) e che naa si h anno soverchie notizie di quanto avviene nella M acva . Ad ogni modo contro le forze che sbucassero da Sabac o che provenissero dalla M acva potrà sempre essere impiegata la II A., la quale non potrà assumere la dislocazione ordinatale che il 16 agosto, mentre il C. S. lha semp re un mano una divisione ad Ub.

Da tutto traspare la volontà del Putnik. di operare con sollecitudine così da imporre il suo gioco al nemico; questo invece, ch e della rapidità di azione aveva assoluto bisogno per arrivare al successo così ardentemente desiderato, contiiauava ad operare con l a consueta pigra lentezza sulla fronte della 5a A., mentre su quella della

2• l e sollecitazioni del Potiorek, tendenti ad ottenerne una cooperazione tangibile prima che part~e, erano sempre respinte dal Conrad il quale ne concedeva il concorso ma limitato alla Sava.

Questa traballante via di mezzo scel t a dal C . S. austro-ungarico si riflette nei comandi di grandi unità. Non vi è nel comanda1I1tc della 5• A. e nei comandanti dei Corpi d'armata che la costitu iscono quello spirito decisamente offensivo che induce a marciare unnanzi

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senza titubanza e senza soverchio tim ore del rischio, che è una delle naturali alee di guerra, dove saper osare è tutto.

Mancano nella R. A. gli ordini originali dei comandainti, dai quali :si possano ·&sumere le disposizioni realmente impartite e dai quali possa traspar.fre l o spirito che doveva animarli. Ma dal racconto delle operazioni si 1ha l 'impressione di una certa tiepidezza e di scarsa fiducia nella riUS<:ita del com.pita affidatogli, da ,parte del generale Franlc, comandante della sa A.; egli non vedeva la possibilità di raggiungere lo scopo senza un 'attiva cooperazione della 2a ar mat a . Ancora il 15 agosto il Frank « rendendosi conto dei pericoli cui sarebbe aindat.a incontro la sa A., ed in particolare la sua ala settentrionale, nel proseguire l'avanzata)), aveva chiesto, tanto al fzm. Potiorek quanto al Conrad, la <e incondizionata p'artecipazione della 2 • A. al.l'offensiva in'tesa aa1 atterrare la Serbia » .

Avrebbe molto desiderato il generale Frank, e giustam ontc, che si operasse contro Valjevo anche da sud così da avere probabilità di ottenere un su,:cesso decisivo; non vçdev.a però la possibi lità di ottenere in tale direzione un serio concorso della 6a A.

Tutte ragioni .itndubbiamente di gran peso, di cui i fatti hanno proyato la consistenza e che derivavano dalla malcerta ed incauta imbastitura dell2operazione. E sse non potevano non influire sull'animo e sulle decisioni d'el comaindante, il quale però avrebbe dovuto sentire come, una .volta l'operazione decisa ed iniziata con detenni• na ti mezzi ed in determinate circostanze, era perfettamente inutile attardarsi a recriminare e chiedere; l'unica spera,nza d'i ottenere un qualche successo poteva risiedere nella grande risolutezza e celerità dell'operazi~ne, giacchè solo cooì avrebbe potuto infliggere ad una frazione delle truppe nemiche, prima clhe fossero rinforzate, quello scacco tanto desid'erato.

La scarsa fiducia del generale Fran k ed i suoi timori per l'ala settentrionale, anche se non chiaramente espressi, lo fecero indugiare in una avanzata metodica con schieramenti ad ogni piè sospinto, mentre la situazione avrebbe richiesto rapidità travolgente per non

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permettere ai Serbi, i quali compiyano marce d'i luinghezza eccezionale, di avvantaggiarsi nel tempo e nello spazio.

Aveva la 5"' A. impiegato con poco rendimento la giornata del 12 agosto; ,perduta del tutto quella del 13; non completamente util izzata il 14, quando il successo tattico avrebbe dovuto e potuto essere sfruttato bon più profondamente.. Ed altresì il 15 agosto vrde movimenti lenti ed a corto raggio che non servirono ad avyinghiare la III A. serba, prima che sul suo fianco destro arrivasse la II, già in marcia verso Tekeris.

Il 15 agosto il XIII Corpo puntava sulla linea Krupanj-Zaulaka e l'VUI su Tekeris; contemporaneamente il Potiorek, per aderire al desiderio del coma!Il.dante della 5• A., inviava verso Ljubovija la 12a brig. mont. della 6"' A. col compito di operare, in concorso con la 42"' Div. H., per Pecka su Osecina minacciando sin istra e tergo dello Sdhieramento serbo. Non ,poteva però la 12" brig. far sentire la sua azione oltre Ljubovija prima del 17 agosto.

La 2• A. austro-ungarica doveva, il 15 agooto, impiegare il massimo <li forze possibili fra Sabac ed Obrenovac. Questo l'ordilne del Potiorek, che sempr e tendeva alla incondizjonata partecipazione dell'armata del Bohm Ermolli, quale era stata dhiesta dal Frank; avrebbe altresì vohno, ii P otiorek , uno spostamento dello ·sforzo più ad oriente.

Il Conrad ancora una volta nm acco.11dò nè negò; finì con consentire che, oltre alla 7"' e 29,. Div., anche il IV Cor.po della 2"' A. operas.5e in guisa_ da ageyolare l'operazione della 5& A. « facendo quello che era p0s.5ibi1e in relazione ai tempi di partenza » .

Ne nacque che nulla del tutto fu fatto il 15 agosto, e per il 16 il gonerale l?ohm Errno li ordinò un tentativo di avanzata verso sud della 29& e di metà della 7"' da Sabac, però senza il concorso del IV Corpo, giacchè dovendo questo rispettare i tempi rdi partenza, il 16 sarebbe già stato in marcia verso le stazioni di carico. Nulla 1u tentato ad ' Obrenovac, dove una seria minaccia di passaggio della Sava avrebbe potuto avere ben maggiori conseguenze che non le operazioni da Sahac.

AGOSTO,. - Nella notte <iel 15 sul 16 agosto la 5• A. austro-ungarica, respinta la copertura serba, riusciva ad assumere il seguente schieramento (schizzo n. 3):

X III C. d'A.: nella zona di Krupani e !dirette a Zaclaka la 42" Div. H, e le brigate II "' e 13a; nei pressi di Jarebice la 36" Div.

La marcia del Corpo d'armata non aveva incontrato serie difficoltà da parte del nemico, fatta eccezione del disordine prodotto [lei carreggi da bande di cetnici; il movimento si era ,però iniziato solamente sul mezzogiorno del 15 per riordinare i reparti stanchi dei combattjmenti del giorno precedente.

VIII C. 1d'A .: la 9a Div. dovette sostenere il giorno 15 numerosi piccoli scontri con retroguardie serbe; riusd la sera ad arrivare a circa IO chilometri d'a Tekeris. '

La 21 .. Div. Sch. che doveva raggiungere la strada Sabac-Tckeris, arrivò, non ostante i continui attacchi di irregolari serbi, sulle alture di Trojan, a nord' ;di Tekeris, cd a Grucic (1), Era, spossata pe r il gran cald'o e per l a mancanza d'acqua.

A Sabac eram.o già la 29" e metà della t Div. austro-ungarica; vi giunse quel giorno andhe il distaccamento della Macva. Sulla destra tde lla Sava le sole fanterie; l'artiglieria delle due divi·sioni tutta in posizioni a nord del fìtJme .

Il nucleo austro-ungarico di Sabac mostrò, durante la giornata del 15, una certa attività; le puntate d'elle fanterie, rendenti a sboc-

(r) Può interessare 1icordare il dispositivo dii marcia della 2r • Sch Era su due colonne: quella di destra, d.ixetta a Tekeris., ronsta.va di tre reggimenti! di fanteria1 , senza artiglieria; quella di sinistra., diretta a Grucic, composta di un solo reggimento <li fanteria, con tutta l'artiglieria. del.la divisione. Era stato adottato per l e difficoltà che il terreo~ della colonna di. destra presentava all'artiglieria, mentre su terreno arutlogo passava quella serb~, e non con la colonna estrema, la più esposta e che aveva il compito di salvaguardare da sorprese .il grosoo della divisi.J,ne. Sembrerebbe che il comandante della 21 3 Sch. si fosse dimenticato di essere a contattO' col nemic,o ed in territorio nemico; e che non conoscesse la situa:zione del suo Corpo d'armata.

SCHlER.lMENTO DELLE FO.R2E CONTRAPPOSTE LA SERA DEL 15
Lo
/J ot J1m1 l(OVIC. ) SCHIZZO N. 3 2 -arrn, . of>~n • n• ---~, (,(,b "'!'~:!-' I )I; ) / , B..rm. I ,--I \ ,.----. ,' \!:.:!_; , l,a :arev.,c-'> I , j , r.,, I,,- I ...., __ .,. I I m~f/fno «cl 17 ag,1»!0 «Il slr(J ·Ul?1Jtfr11;, ,s e rb, AIP.1 •nTi=r

care a sud dj Misar, ed il fuoco di artiglieria fecero arretrare .alquanto la Div. Sum. I, il cui contegno non fu molto ·deciso .

Il C. S. serbo si .preoccupò molto degli avve nimenti di Sabac; tanto d'a ritenere imprudente privarsi della 1- A ., che già si avviava con due divisioni yer:so Valjeyo; nuovi ordimi ne fermarono una divisione ad Ub e le altre due a Lazarevac, così da far eventualmente fronte alle provenienze da Sabac ed; a quelle 'd-a Obrenovac; giacchè anche queste ultim e susc itavano gravi preoccupazioni nell'animo del Putnik non ostante numerosi e probatori fossero ormai gli indizi sul trasferimenro alb fronte russa delle forze nemiche della Sirmia e del Banato.

Le due <livisiani (Mor. I e Mista) della II A. serba arrivarono, rispettivamente la mattina del 16 e l a sera del 15, l'una a sud e l'altra a nord di Tekeris. La Div . Mista prendeva anzi contatto ed ' impegnava combattimento con la colonna <li destra della 21" Div. Sch.

La DiY. Cav. riusciva, il mattino del 16, a collegare la destra della D iv, Mista con la s.iinistra della Div. Sum. I; aveva di fronte, nei pressi di Grucic, la colonna di sinistra della 21" Div. Sch.

L a II A. serba era così riuscita a sbarrare la istrada all'VIII Corpo a.u . e ne sopravanzava l'.ala sinistra con la Div. Cav.

Di fronte al XII1 a .u. era schierata, a caviallo dello Jadar poco a valle di Zau.J.aka, la III A, serba con le diyisioni Drin. I e Drin. II; sicura ormai a nord ' per l'intervento della II A., temeva ancora l'avvolgimento a su<l, <love la sua ala sinistra era molto esposta e campata un po' in aria.

La Div. Sum. I a nord guardava le provenienze da Sabac .

R estavano ancora disponibili al C. S. serbo le tre divisioni della I A., con le quali avrebbe potuto far sentire il suo peso nella battaglia che stava per impeginarsi.

Nulla più era in mano al comandanre della 5" A. a.u . che tutte le fo r ze aveva proiettato in linea sino dal primo momento; e nulla, si può andhe dire, fosse in mano al Potiorek, giacchè la 6a A. era troppo lontana· e la 12" brig. avviata a IJjubovija non costituiva un gran peso. A nord l'azione del IV Corpo, vincolata dia tante restrizioni e soggetta a tante oscillazioni non poteva essere di gran.de rend 'imento.

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Ad ogni mod o sino alla sera del 15 agosto, non ostante la len· tezz a dell'avanzata d'ella 5• A. e la in·decisiane dei viari comandi austro-ungarici, la situazione era stata a questi favorevole, giacchè anche la sola 5" A. avrebbe potuto infliggere uno scacco alle due divisioni del generale Jurisic Sturm isolate premute sulla fronte e minacciate sui fianchi. Sarebbe forse st,a to sufficiente, per un semplice successo tattico, che l'armata del generale Frank avesse guadagnato una giornata di tempo. Essa invece impiegò quattro giorni a rcmpere una copertura d'i pochi battaglioni e ad avanzare di 25-30 km., mentre le unità della II A. serba, che fra il 15 ed il 16 capovolsero la situazione, avevano nello stesso tempo percorso più di un centinaio di chilometri, talUU1a di esse effettuand'o in ventiquattro ore spostamenti di poco meno che settanta dhilcxnetri.

Pur dand 'o il giusto peso alle facilitazioni che i Serbi trovarono nel loro territorio ed alla fiera resistenza che i nuclei di copertura opposero agli invasori, non v'ha dubbio che la s· A. a.u. abbia operato con soverchia metodicità e lentezza. Del tempo non fu tenuto conto nè come pr ezioso ausilio, se guadagnato, nè come temibile av\'Crsario se perduto.

Sempre in guerra è necessario fare più presto del nemico; chi previe ne ha già dalla sua una for m idabile carta. Nei primi giorni di ostilità la rapidità delle mo.55e è più che mai indispansabile; giacohè si tratta di operar e in guisa da imporre al nemico la propria volontà e di evitare che la lent ezz,a faccia scoprire il proprio gioco e dia modo al nemico di parare.

La mattina del 16 agosto, quando la 5a A. fu a stretto contatto co n i grossi delle armate nemiche, la situazione era completamente cambiata a favore ,dei Serbi.

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CAP. III.

LA BATTAGLIA DEL CER E DELLO JADAR (1)

LA SINISTRA DELLA 5"' ARMATA VACILLA AL PRIMO CONTATIO. - L:2 battaglia cercata e voluta dai comandi austro-ungarici e dai governanti per lanciare all'Europa la clamorosa eco di un rapido successo sulla Serbia, che l'impero datnubjano doveva sapere schjacciare anche se tutta Europa la sosteneva; accettata dai Serbi per la difesa del suolo patrio e affrontata con sapiente manovra, si a~cendeva in condi.zioni ben diverse da quelle supposte nel piano di guerra del Conrad e dalle altre risultanti delle manovre d:i pace del Potiorek.

La 5a A. è sola di fronte al grosso dell'esercito serbo; l'operazione di Sabac 'SÌ è svelata, ogni giorno più, frutto di titubanze e non può sperarsi che attragga altre forze ·serbe in più di quelle già accorse sull a Sava; la 6a A. è lontana e forse neppure il 19 potrà impegnare seriamente i non molti Serbi che difendono la media Drina e che non influiscono sulla 5" armata.

Quelli ch e avevano in animo di sdhiacciare l'esercito serbo fra le rnbuste branche dii una ,poderosa tenaglia, erano minacciati a loro volta d:i avvolgimento sull'ala sinistra dell'ooica armata impegnata,, e, se la manoyra dell'esercito serbo fos-Se continuata col vigoroso ritmo sino allora registrato, potevano vedersi staccati dalla Drina od annientati.

I primi combattimenti si accesero nella lll.Otte sul 16 agosto e fecero subito vacilJare la debole ala sinistra della 5., A.

L a D iv. M ista serba che, a nord di Tekeris, tentava procedere sul Cer, sulle alture di Trojn si scontrò già a sera del 15 con la co-

(r) Schizzi n. 3 e 4.
) SCHIZZO N. 4 2,A o..rm. ~a.tt~C~ ~tC. Cer., c>ttf.o J~o.i. ;5,fup..l,onf Q. H'tO. o/il 19 o,r, ro 19/lt a. u,s/ro ung,ir, Cl serbi

lonna di destra della 21• Div, &h. Il possesso di tale altura era ritenuto rdal generale Stepanovic, comandainte della II A. serba, indispensabile per l'esito dell'operazione affidatagli e perciò la Div. Mista non appena arrivata all'altezza di Tekeris vi si avviò, non ostante avesse già compiuta una marcia di 50 km. Scendeva da quell'altura verso Tekeris l'avanguardia della 21"' Sch.

Ne nacque un vivace combattimèlnto d 'incontro; i Boemi ·della avanguardia <lella 21'" Sch. furono sorpresi, travolti e messi in fuga; ma i Serbi, pur avendo attaccato con tre reggimenti, non furono in grado di sfruttare il successo. Intervenne all'alba del 16 il grosso della 21,. Div. Sch.; privo. però dell'artiglieria stava iper avere la peggio senza il provvidenz iale soccorso della 9"' Div., dhe mise in azione le sue artiglierie e contrattaccò; i battaglioni della Div. Mista , presi in formazioni chiuse sotto il tiro nutrito dei cannoni nemici dov ettero ripiegare lasciando l'altura in mano agli Austro-ungarici.

Al combatcimem.to aveva tentato di intervenire la colonna di sinistra .della 21"' Div. Sch.; ne fu però impedita da un violento attacco sul fianco ed alle :spalle della Div. Cay. serba che ebbe pre5to buon gioco di quella pesante ed inorganica mas.5a. L'artiglieria non riu5Cl in g r an parte a prendere posizione e qualch e batteria fu facile preda dei Serbi; il reggimento di fanteria, preoccupato dalla scorta di q uell'ingombrante colonna. non ebbe campo di manovrare; un battaglione fu letteralmente distrutto. Gli altri battaglioni e le rimanenti batterie si riordinarono edi opposero buona resistenza; intervenuto però nell'aziane, da Slatina, anche un reggimento di fanteria della D iv. Sum. I dovette cedere· e ri,piegare su Lipoliste, lascia1D.do il campo libero aJla D iv. Caiv. serba.

L a 21& Div. Sch ., che non era .protetta da una buona stella, era già quasi perduta per la incipiente battaglia: la maggior parte di essa, senza artiglierie, era sulle alture di Trojan e, per quanto fosse rima~ta _in pos to, era molto sconquassata; l'altra aliquota, con le a rtig l iene salvate, era ancor più .Ìln disordine a parecchi chilometri Ji distanza e non in grado di cooperare con la prima.

« Cattivo preludio - Jicc la R . A. - per la battaglia scatenatasi il 16 agosto su tutta la fronte della 5a A. » .

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Cattivo proludio un po' voluto perchè le disposizioni per la marcia e la ripartizione delle forze fra le due colonne ;ion potevano essere meno logiche; la colonna di estrema sinistra, il cui compito naturale (r) era quello di vigilare e proteggere da sorprese l'ala marciante, fu messa in condizioni di nm poterlo assolvere. I Boemi della 21a Sdh. non brillarono forse per soverchio spiri to combattivo; roa erano stati messi dai loro comandanti nella peggiore situazione .

TIMIDA PUNTATA A SABAC DELLA 2• ARMATA. - -. La colonna settent1:ionale della 21 " Scb. •riuscì a ripiegare su Lipoliste senza essere comp letamente distrutta, perchè l'attacco sferrato dalle divisioni a.. u. 29• e t da Sabac contro la Di v. Sum. I attirò verso nord le forze di fanteria e cavalleria che la serravano da presso e la disimpegnò.

L a Div. Sum. I, cui era stato assegnato il compito preciso di attaccare Sabac, si era invece schierata .a difesa nella zoo.a di Slatina sbarrando l a comunicazione Sabac-Tekeris, perchè il suo comandante, preoccU;pato 'di essere ,preso sul fianco od a tergo d ' alle truppe a. u. ava nzanti su Grucic non ayeva voluto avventurarsi in un attacco. Così le due divisioni della 2 .. A. a . u. avanzarono liberamente oltre Misar; quasi senza colpo ferire . Legate però all'azione delle artiglierie, le guali schierate a nord della Sava non potevano troppo a lungo accompagnarne l'avanzata, non spinsero l'attacco a fondo. L a 7" Div. rimase a Misar dove non fu molestata per tutta la giornata; l'ala destra della 29", che aveva tentato di allarga~i yerso sud, fu invece repentinamente attaccata dalla Div. Cav. serba e da pochi elementi di fanteria ed a rt iglie ria. I reparti della 29a Div., che secondo la R. S. marciava n o con non soverchie misure di sicurezza, furono sorpresi ed al primo momento ,disor,dinati. Rapidamente riavutisi tei:wero però testa e si impegnò un combattimento di alcune ore.

(r) Che que:ito fosse i l compito logico della colonna si desume anche dalla missione attribuitale dal comandante della Div. Cav. serba e.ella oomunicazione fatta al comandante della Di v. Sum. I: « ... del nemico ho avuto le seguenti notizie: una colonna della forza di un~ divisione è in marcia per la dorsale dello Cer protett:.i ai fianchi da un reggimento di fanteria con 2-3 batterie e 2-3 squadroni ,, .

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Il comandante della 29• Div., che 1DOn poteva contrattaccare per mancaoza di appoggio da parte ,delJe lontane artiglierie, ritenne nel pomeriggio di avere attratto a sè una forte aliquota di truppe serbe ; il suo compito dimostrativo era perciò espletato e ripiegò su Sab:ic senza ne,ppure essersi accorto dell'esistenza della Div. Sum. I. La qu :ile, a sua volta, non mosse.

Così l'azione dii Sabac, legata al peccato originale, non ebbe, il 16 agosto, riflessi serii sulla battaglia che su tutto il rimanente del fra2te volse, durante la giornata, favorevole alle anni a. u. Grandi avrebbero potuto es.5ere, in tale situaziooe, le conseguenze di un 'operazione a fondo, specialmente se vi avesse concorso anche jl IV Corpo tenuto inoperoso a nord del fiume e che dovette, qualche gio.nno più tardi, essere impegnato al momento della partenza, ritardandol a per evitare uno sfacelo, mentre ·prima avrebbe potuto facilitare l a vittoria,,

L A III ARMATA SFUGGE ALL'ACCERCHIAMENTO E RIPIEGA su ZAULAG,\. Sulla fronte dell ' VIII Corpo la 21" Sch. rimase inoperosa ·anche con la colonna di destra; la 9& Div. invece, dopo avere concorso a respingere la Div. M ista serba che per tutt o il 16 non potè più parteciparte alla battaglia ( 1 ), si era trovata di fronte, ad ovest <lii Teker.is, la Di v. M or. I. Sorse un accaruto combattimento, ma senza vantaggi apprezzabili da una parte o dall'altra; a sera le due divisioni si fronteggiavano nei 'pressi di T ek eris. Pe rò la energica pressione che la 9~ Div. a. u. aveva esercitato sulla sua destra, dopo avere sventato u n tentativo <li avvolgimento, in;ipensiecl molto il comandante della III A. serba, già preoccUipato per il possesso austriaco delle alture di T rojan clhe anche egli riteneva indispensabi le tenere sald'amoote in ma no serba per la sicurezza del suo schi,eramento, specialmente nel tratto di &onte ad Jarebice.

Qui la 36" Di v. a . u., ohe si era battuta con gran parte delle due divisioni della III A. serba , naa era riuscita a respingerle; le aveva

(1) La Div. Mista aveva dovuto ritirars,i in disordine di fronte al contrar taC('() a. u. ed .a veva perduto circa, 4000 prigionieri.

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però avvinghiate strettamente, vietando loro id,i intervenire a nord contro l'VII I Corpo e facilitando a sud il compito della 42a D iv. e delle brigate Ha e 13" le quali dopo avere facilmente scacciato i Serbi da Kru panj puntavano su Zaulaka (r) e minacciavano il fianco sinistro ,dell'armata serba.

Si affacciava intanto, a sera del 16, a Ljubovija la 12a brigata mont. a. u. la cui direttrice di marcia, su Osecina, era ancor più pericolosa. In questa situazione il generale Jur isic-Sturtn ritenne pericoloso contÌllluare la difesa sulla posizione ayanzata di Jarebice, minacciata ccme era su ambedue i fianchi, e ripiegò nella notte sul 17 a Zaulaka schierandosi a cavallo dello Jadar con la Diy. Drina I a nord e la Drina II a sud del fiume . A malgrado dello stretto contatto, quale doveva esservi dopo una giornata dii combattimem.to in campo aperto, « la ritirata delle truppe della III A. dalle posizioni di Jarebice a quelle di Zaulaka avvenne celatamente nella notte 16-17 agos to, seni.a molestia alcuna da parte nemica» (R. S.).

Le armate dei Balcani continuavano a non avere fretta. Sulla parte del fronte dove la situazione era loro nettamente favorevole e dove avevano anche conseguito successi tattici, rallentarono la pressione e lasciarono compiere indisturbata, ai Serbi della III A., la più logic a manovra che il momento potesse suggerire; essi infatti, ritirandosi, non solo prendevano fiato e ·si schieravano in ovdine su UJna migliore posizione dove il nuovo attacco avrebbe tardato ad impegnar li, ma si avvicinavano altresi alle riserve che il C. S. già proiettava sul campo.

La pericolante situazian.e della III A. aveva infatti indotto i l Putnik a far partire da Ub per Valjevo, la Div. Mor. II la quale però r. on sarebbe arrivata dhe il 18 sul campo di battaglia. Altri minori

(e) Le truppe serbe che difendevano Krupaoj si batterono, ma, dice la R. S. << per l'ampiezza della. fronte e per le accidentalità del ter:rena, le truppe sfuggirono daUe mani dei comandant i » La situazione in, quel punto dovette appa· rire ben grave al comandante della difesa per indurlo a telegrafare a quello della III A.: « Tutto è perduto. Sembra che mi sarà tagliata anche la ritirata su Zaulakai » .

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Il ripiegamento fu ccxnpiuto con tanta celerità che un ulteriore ordjne, di poco ~teriore, col quale la si faceva permanere sulle alture a Trojan, dove la 9a Div. avrebbe .provveduto a rifornirla, non riuscì a raggit1ngerla .

E quell'importante altura, dopo essere sta ta in mano degli Austro-ungarici, finì per essere di nuovo il 17 teatro <li .fiere lotte fra i r e parti della 9"· Div. e la Di v. Mista serba, senza che l!'lè agli uni nè all'altra riuscjsse di averne i l dominio c001,pleto.

Contemporaneamente la 9a Di v . , la quale ha dimostrato grande spirito combattivo e ,non ha sentito la malattia della, s tanchezza, tentava anche <li spingersi oltre Tekeris, metten1do a dura prova la Div. Mor,. I la quale, avendo cercato 1di sopr avanzarne la destra, si vide invece ad un certo punto minacciata essa stessa di avvolgimento.

A sera il ccxnandante della Div. M or . I, pur avendo avuto lllotizia ,della buona piega presa 1dal ccxnbattimento sull'altura dj. Troj an, « giudicò che la 1s.ua divisione trovavasi in situazione -disperata» (R. S.) e decise di ripiegare alcuni d1ilometri più ad occidente. Il ripiegamento non fu molestato dalla 9a Div. a.u. troppo impegnata sulla sinistra. In complesso, non ostante la noteyole superiorità <l'i forze da parte serba, i e<.mbattimenti del 17 attorno a 'Tekeris non variarono la situazione.

L'VIII Corpo sentì gravemente l a mancanza della 21" Sch. la quale, oolo che si fosse limitata a mantenersi s ull'altura di Trojan, avrebbe alleggerito la 9"' Div. dalla preoccupazione per la siin.istra e le avrebbe probabilmente consentito di non lasciarsi :sfuggire la Di v. Mor~ I.

L a battaglia era ad una svolta decisiva; nan poteva essere risolta che dalle riserve.

Sotto questo punto di vista erano favoriti i Serbi, il cui C. S. aveva _ ancora in mam.o due divisioni fresche, mentre di nulla più disponeva il comando della 5" A. a . u. che tutto il suo capitale aveva speso sino dall'inizio; ed a cui favore nulla poteva ancora l a lontana 6.. A. mentre di assai scarso ren<l'imento eraino gli oscillanti e limitati interventi della 2a A ..

Sulla fronte di guest'ultima, non ostante le sempre più vive premure del Potiorek di « destinare la 2" A. in appoggio all'ala setten· trionale della 5" A. fortemet1te premuta», il Con rad contin uava ad ordinare che si effettuassero solo « vigorose dimostrazioni » per cebre al nemico la partenza e per il mantenimento del trasporto ordinato.

Questa rigidità del Conraid, dettata anche dalla poco dhiara situazione sulla fronte russa· , può ritooersi, teoricamente, giu,sta; e- sarebbe stata giustissima se, sino all'inizio, non appena verifìcata;i l'intervento russo, egli avesse tassativamente ordinato di tenere contegno difensivo sulla fronte balcanica e vietata 'l'esecuzione di un'operazione che, con forze così ridotte, nru aveva più alcuna probabilità di successo. Ormai però essa era ,d'e} tutto fuori ,posto, specialmente di fronte ad un'armata seriamente impegnata cui l'intervento dhiesto avrebbe assicurato il successo, mentre le dim ostrazioni - che 'a ppunto perchè tali nan poterono essere vigora;e - non potevano recare alcun sollievo.

Conseguiva da tali ordini che gli interventi ,della 2 "' A. non servivano a nulla; come quello del 16, quando 'l'avanzata delle divisioni 29.. e 7" non potè essere spinta più a sud per aver lasciato 1e artiglierie ol tre Sava.

Così lò sviluppo degli avvenimenti diel 17 agosto a Sabac costrinse a lanciare su quella fronte anche il IV Corpo, il cui intervento però, se evitò uno scacco locale, non fu di alcun sollievo alla 5• A.

Infatti il 17 la Div. Sum, I, proteggendosi sulla sinistra con un distaccamento di fanteria e cavalleria, attaccò decisamente Sabac. << L a battaglia, dice la R. S., diurò sino a notte su tutto il fronte. Le perdite furono numerose ma non fu possibile espugnare Sabac. Erano indispansabili i grossi calibri pù controbattere con efficacia le artiglierie nemiche situate sulla sponda sjnistra della Sava e sui mon;tori » .

La lotta fu molto dura per gli Austro-ungarici, i quali , dopo la puntata del giorno precedente si erano rafforzati sul margine meridionale dell a città; parve ad un certo momea to che l'azione volgesse così sfavorevole dhe il comandante della 2a A. generale Bohm-Errnolli, dopo le ore 14 e< senza più 1preoccuparsi dei tempi d,i carico delle

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truppe, o rdinò al gen. di cav. T ersztyansz ky di intervenire col IV Corpo nella lotta ai Sabac » (R. S.).

Fu sufficiente, tnello stesso pomeriggio •del 17, la sola azione delle artiglierie del IV Corpo per facilitare alle brigate che difendevan o Sabac .di respingere la D iv. Sum. I, la quale contrattaccata dovette ripie gare celermente a sud con alcun reparti alquanto scoraggiati per le gravi perdite subìte.

N a tur almente gl i Austro-ungarici non si spiinsero a fondo e l a azione fu completamente sterile di risultati per l'andamento generale della battaglia.

LE OPERAZIONI DELLA 6"' ARMATA ED I PROPOSITI DEL PoTIOREK.Mentre la 5., A. tentava fatico.5amente di risalire la valle dello Jadar e di oltrepassare la zona montagnosa del Cer; e mentre le divisioni della 2a si battevano senza scopi precisi nella zona di Sabac, la 6a A. riportava con le avanguardie piccoli successi, del tutto inuti li agli effetti della battaglia impegnata fra D rjna e Saya, contro i Mantene: grini ed il Corpo d'esercito di Uzice.

Le brigate a . .u, di copertura ayevano co.5tretto i Montenegrint a ripiegar e su tutta l a fronte con i reparti molto di5organizzati scoprendo la sinistra del distaccamento serbo del L im, che aveva dovuto a sua volta ritirarsi e<l essere rinforzato. Tutto ciò 'senza che il gro.5so del XVI Corpo dovesse impegnarsi.

Operazicni di maggiore rilievo si erano svolte nella zona di Visegrad. Qui i Serbi del Corpo d i Uzice, ob b odlend'o alle direttive del Putnik, avevano attaccato in forze la testa di ponte di Visegrad; l'attacco fu agevolmente respinto dalle truppe in po.5to~ Fece esiso sperare al P otiorek che finalme n t e sì effettuasse in quella zona la tanto desiderata offonsiva serba, cooì da non dovere più an dare a « çercare a lungo il nemico in un terr eno 'difficilissimo. Sembrava perciò avvicinarsi per la 6& A. il successo tanto desiderato ,, (R. A .).

L a speranza del P otiorek nasceva ,dall 'essere egli anche questa volta male informato sulla :situazione e sui movimenti dell'esercito serbo, e dall'attribuire a questo un piano errato; come sarebbe :stato

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, e avessero diviso le for~e per agire contemporaneamente contro la 5"' e l a 6" A. a. u ..

Era invece evj,f.Ì>ente anche ai Serbi che la mjnaccia della 6• A., per la maggiore lentezza nella radunata e per le inospiti e difficili regioni che '<l·oveva traversare, non poteva farsi sentire ch e dopo molto tempo. In ogni caso non prima dhe la 5a A. avesse già conseguito la vittoria; giacchè era altrettanto evidente, come poi in realtà accadde, che se la 5.. A. fosse stata respinta oltre la Drina, la 6" più ·che pensare ,subito a nuove offensive, avrebbe dovuto occuparsi della difesa di Bosnia ed Erzegovina.

E forse un'altra considerazione può essere fatta ,. La 6' A. punt,wa sostanzialmente contro il Sangiacato, di recente annesso al regno ili Serbia, e contro il Montenegro, la cui .ilU.vasione per ragioni morali e materiali d 'j facile intuizione doveva interessare il governo cd il C. S. serbo assai meno che non qtJello della vecchia Serbia, contro il cui cuore mirava la 5~ A.

Il Potiorek e con esso éllllche il Conrad, che era a giorno dello scarto notevole di tempo fra le operazioni delle due armate, non valutarono a fondo tale situazione; il 'Potiorek inoltre si preoccupò prol>abilmcnte del succes:so che ,poteva ottenere con la sua annata, assai più di quanto noo dovesse nella sua qualità di comandante in capo di tu tt e le forze operanti sui Balcani. Edl è strano che, mentre egli insisteva a tutt'uorno sul Conrad per ottenere una canpleta cooperazione da parte diella 2~ A. non abbia mvece provveduto a darne una più fattiva egli stesso con le for,ie della 6a dhe aveva sottomano; il che sarebbe stato possibile a malgrado ,delle distanze per il tempo che vi fu disponibjle, sia mettendo qualche reparto a disposizione del generale Frank, rimasto sino dal primo momento sen za riserve, sia agendo da Rogacica e Ljubovija su 1Pecka. Qui ne aveva la possibilità, facile, ed avrebbe messo i Serbi in serio imbarazzo. Invece, preoccupato dal timore jnfond'ato che i Serbi riuscissero ad incunearsi fr.a la sa e la 6" A., richiamò, come si è yisto, il 17 agosto cl.a P ecka anche la 12"' brig. mont. facemdole risalire la Drina verso R ogacica.

Questo intervento, negativo, del Potiorek peggiorò la situazione sulla destra della 5a A .., privanidbla ,di un'ottima carta per il suo gjoco e liberand 'o i Serbi da una minaccia molto temuta. -

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Sul rimanente della fronte la :situazione era, la sera del 17, stazionaria per il XIII Corpo che non aveva canbattuto; preoccupante per l 'VIII la cui unica 9" Div. correva grav.i pericoli di fronte alla II A. serba; migliorata all'estrema sinistra, ,dove l'interyento a Sabac del IV Corpo ayeva ristabilito l'equilibrio e:d una cui più profonda avanzata verso :sud avrebbe ancora potuto far volgere le sorti della battaglia favorevolmente agli Austro-ungarici.

Tanto .più che ormai la 5' A., priva di riserve e con la 2T" Div. Sch. inoperosa, non poteva che cercare di tener fermo sulle pcx;izioni raggiunte; soltanto il IV Corpo avam.zando ,d~ Sabac le avrebbe con'Sentito di riprendere '1' attacco.

A Sabac infatti si era intanto ca;tituito un gruppo forte di ben 35 battaglioni e 26 batterie il quale, insieme col distaccamento della Macva ohe contava IO battaglioni di 1st. e di marcia, doveva il mattino del :18 attaccare le forze serbe puntando verso sud e tentare di giungere a contatto con la 5.. A:

A priori però si poteva argwre che l'operazione 'non sarebbe stata condotta a fondo, perchè l'impiego del IV Corpo a sud della Sava avvei:.iiva contro la volontà del Conrad ed il Bohm-Ermolli, che vi va stato forzato dalle circostanze, voleva disimpegnarlo al più presto per non tardarne la partenza . Per la stessa ragione il Bohm-Ermolli non si 1era sentito <l~ a·derire alla richiesta del Potiorek di compiere un'altra dimostrazione ad Obrenovac per attirarvi forze serbe lontano dal campo di battaglia.

Il comandante idella 5• A., messo a corrente degli intend 'imenti (lel IV Corpo per il 18, decise di rimanere sulla difensiva a Tekeris con la 9a Div. dell'VIII Corpo; ,d'i attaccare ancora nello Jadar col XIII.

L ' IMPIEGO DELLE RISERVE SERBE E LA DECISIONE DELLA BA'ITAGLIA.

-- Il C. S. serbo dopo gli avvenimenti del 17 agosto, ritenne sfavorevole la situazione alla sinistra per la minaccia <la P ecka su Osecina; incerta così nella zona di T ekeris come in quello di Sabac. Qualche preoccupazione destavano ancora le provenienze da Obrenovac; nessuna quelle da Belgrado, e nessuna la fronte di Uzice.

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La rotta subìta dai Montenegrini era grave; non potevano però le conseguell)]:e ripercuotersi a nord se non fra molto tempo.

In complesso non vi era ragione per variare il concetto operativo: tener fen:no alle ali; cercare la soluzione al centro, nella zona di Tekeris, dove era necessario respingere gli Austro-mogarici per vietare l' avvolgimento della III A., e dove si poteva cogliere la sa A. a. Q. sul fianco e sul tergo compromettendone le ccxnunicazioni con la Drina .

Fu perciò diretta la Div. Tiro. I da Ub a rinforzo della II A.; fu ordinato alla Sum. I di assumere atteggiamento d'ifonsivo di fronte a Sabac; fu, per misura prudenziale, rinforzato il distaccamento di Obrenovac . Le forze delJa I II A., che stava per essere raggiunta dalla D iv. Mor. II, già dal comandante dell'armata diretta a P ecka , furono ritenute sufficienti per ri stabilire la situazione.

Il C. S. serbo esitava ancora a spendere completamente la sua riserva e teneva sempre in mano un a divisione della I A . . Non ostante tutto, non era ben sicuro che il nemico nulla tentasse dalla zoo.a di Obrenovac.

La battaglia non si decide neppure il 18 agosto; le forze dhe si fronteggiano non sono ancora variate, giacchè la D-iv, Tim. I non potrà far sentire il suo peso prima del pomeriggio riel 19.

A Tekeris il combattimento fu serrato e sanguinoso per l'intera giornata ·del r8; l a 9a Div . a. u. fu fatta segno agli attacchi convergenti delle du e divisioni della II A. serba, le quali però, non ostante la schiacciante supe r iori tà di fanteria giacchè <li ar tiglierie ve ne er'.l· ne in maggior numero dal lato a. u ., non rius cirono che a far retrocedere il centro della 9• Div. ; a questa fu andhe possibile sventare le minacce portatele a lle ali, specialmente al suo punto di giunzione col X111 Corpo. Era sostenuta nella disperata difesa d alla sper anza di concorso della 21 • Div. Sch. la quale, riordinatasi, aveva ripreso ad ~v anzare da Lipoliste e di quello ,di maggiore emtità del lV Corpo da Sabac.

Ma la 21• Div. Sch. non arrivò nella giornata a partecipare ~l combattimento. L'azione del IV Corpo, iniziata al mattin o con gran-

de energia, aveva respinto la Di v . Sum. l e la D iv. Cav. serba sulla linea ,della Dobrava; qui i Serbi, ancora in buone condizioni, arrestarono l'avanzata del IV Corpo, il cu i comandante ,pensò di rimandare all'indoman i la prosecuzione dell'attacco. Il terreno guadagnato in ,direzione ,eh Tekeris era poco; sarebbe forse stato suffìcieu::ite se la 21•- Sch. avesse potuto spingersi decisamente innanzi per operare nell'intervallo; ma essa soltanto il 19 potè partecipare di nuovo alle operaz1on1.

Il 19 il IV Corpo riprese l 'avanza ta e costrinse la Div. Sum. I a ripiegare in disordine ed a riparare dietro la Dobra va; fu respinta anche la- Div. Cav. , a cui sostegno accorsero però, nel pomer iggio ,dd 19, reparti ·della Div. Timok II.

Questa divisione era stata fatta avanzare il 18 da Ub verso il campo di battaglia. Nella notte sul 19 il C. S. serbo, impressionat o dell'andamento <lell1aziane a Sabac, l'aveva spinta celermente su qu esta località perchè, insieme con la Div. Sum. I , si opponesse all'avao:izata del nemico dalla Sava fìnchè non fosse delineata la vittoria stJlla fronte della II A .. Il canando delle due divisioo.i era stato affidato al comandante ,della I A. così da liberare il generale Stepanovic da ogni preoccupazione per la destra e da consentirgli di dedicarsi completam.ente a sfruttare la situazione a Tekeris e sul Cer.

Vi erano così il 19 nei tre settori di Sabac, Tekeris, Zaulaka le tre armate serb e; con due divisioni quella di Sabac, la I; con tre divisioni ciascuna le altre due. Alla Div. Cav. restò affidato il compito di collegamento tra la I e la II A.

L 'a rrivo sul campo dei primi elementi del]a Tim . II fu accolt o rnn gioia dalla Div. Cav. la quale staya per essere schiacciata fra gruppi ·del IV Corpo ed un nucleo della 21 '" Div. Sch. Trattavasi però ancora di poche forze stanche da looghe marce, e non sarebbero probabilmente bastate a stroncare l'attacco a . u., se questo non si fosse arrestato da sè. ·

D opo aver battuto la D iv . Sum~ I, le Div. 31.. e 32" del IV Cor-po eratno stanchissime; la 29.. Div., ancora in buone condizioni, fu incaricata dell 'ilflSeguimento. M a incrociatasi con la 31" ne nacque un tal

groviglio che il generale Tersztyansky, probabilmente anohe perchè ignorava con quale urgenza il suo intervento fosse necessario e quant o ans iosamen te fosse atteso dall'Vlll Corpo, rimandò ancora una volta all'indomani la prosecuzione dell'attacco.

Evidentemente i comandanti austro-ungarici all'inizio della guerra non conoscevano la rapidità: almeno sul fronte serbo.

Mancava poi sul campo di battaglia un comando che coordinasse ad unico fine le operazioni delle vari e unità; e specialmente, ora che tru ppe d~lla 2• A. erano interva:iute, le facesse cooperare al principale scopo cui tendeva la 5a. Ciascun comandante, lasciato a se stesso, operava entro un limitato raggio visivo e le azioni, pur essendo isanguinosamente com battute, fuivano con l'essere sterili di risultati. Se il IV Corpo fosse stato messo alla dipendenia del comandante della 5• A., il quale aveva il massimo interesse ad una sua profonda e rapi da avanzata, assai probabilmente non si sarebbe arrestato oel pomeriggio del 18.

L 'avanzata, pur l imitata, del IV Corpo ebbe il so lo risultato di attirare a sè la Div. Cav. serba liberando d~lle sue molestie il piccolo nucleq che la 21• Di v. Sch. era riuscita a ricostituire, e dhe potè portarsi nuovamente sul Cer, verso l'altura di Trojan .

La Div. Mista serba, che aveva iniziato l'avv olgimento della 9• Di". a. u. fo costretta momentaneamente a desisterne.

Ma 1a 21• Sch. non rappresentava una seria minaccia, ridotta com'era <li forze e ancora molto depressa di spirito.

L a D iv . Mista potè sollecitamente arginare il no:1 grave pericolo e continua re a premere fortemente sulla 9a Diy. a. u.

Questa, la cui resistenza costituiva om1ai il perno di tutta l'az:onc austro-ungarica era all'estremo delle forze. Respinta sul Ccr e minacciata d'avvolgimento sulla sinistra dalla· D iv. Mista; p r emuta violentemente dalla Div. M or . I che tentava di incunearsi ..nel punto di sutura col XIII Corpo, fu a lla fine costretta a cedere. Nè valse a trattenerla l'aiuto portatole a sud dalla 36" Div .

La ritirata della 9• Div. segnò la sconfitta austro-ungarica e fu il segnale del ripiegamento anche ,per il XII I Corpo, il quale pur nelle

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giornate del 18 e del 19 era riuscito a tnaJrltenersi contro la III A. serba, ·ed era ancora in buone condizioni . Ma non poteva d.a solo neppure sostenersi contro la massa ·dell'esercito serbo. Infatti nelle ultime ore del 19 agosto anche la Div. Tiro. I arrivava sul campo di battaglia e entrava in azione :sul1a sinistra della II A.

I due Corpi della sa A. a. u. riuscirono fra la sera del r9 ed il 20 a ripiegare sulle alture dii Ljesnica e di Lomica senza essere soverchiamente premuti, per quanto i comandanti serbi avessero st1bito ordinato di procedere all 'iuseguirnento e questo fosse realmente iniziato. Ma anche le truppe serbe erano stanche do.po cinque giorni di ininterrotto combattimento e d i marce talora estenuanti per la lunghezza per il caldo e per la sete. Non seguirono il nemico con la stessa rapidità che fino a quel rna:nento ne aveva caratterizzato i movimenti e che il memento avrebbe voluto per rendere la vittoria ca:npleta.

Specialmente sul Cer, doye più critica _ era la situazione della 5•

A., la Div. Mist a non ostante gli energici interventi del suo comandante, ·si lasciò sfuggire gli Austro-t1ngarici clhe riuscirono ad arrivare sulla Drina senza soverchie perdite; all'infuori d~ quelle naturali di ogni ripiegamento.

Da parte della III A. serba la pressione fu più energica contro il X III Corpo ed il contatto fu ' sempre mantenuto; qui però le trqppe a. uL in migliori condizioni tennero testa agli inseguitori e la 36\ potè concentrarsi a Loznica mentre la 42a e le due brigate autonome si avviavano a Zvornik.

LE ARMATE A. u. RESPINTE OLTRE _ DR1NA E SAvA. - Il 20 agosto la 5.. A. ripassava la Drina.

Il Conrad e il Potiorek avrebbero voluto mantenerla su territorio serbo; l'uno per diminuire l'entità dello scacco subìto mostrando di essere tuttora in grado di mantenere l'occupazione di suolo nemico; l'a ltr o perc hè, ora che la 6a A. era pronta ad agire, sperava di trascinare di nuovo avanti la 5• A.

Fu fortuna che le conr.Lizioni di questa, le cui ·perdi te ammonuvano in soli morti e feriti a 6oo ufficiali e circa 23.000 militari di

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truppa, non lo consentissero, giacchè si sarebbe ripetuto l 'e rrore di operazioni condotte su zone enormemente intervallate, e ne sarebbe forse nato un nuovo immediato scacco a. u.

D'altra parte gli avvenimenti sul fronte di Uzice continuavano a non preoccupare soverchiamente il C. SL serbo; il quale riteneva assai difficili, come realmente erano, azioni in grande stile su quel terro.;io. Sino a vittoria completa sulla Drina, il Putnik non distolse nè un uomo nè un cannone per rinforzare il Corpo d'esercito di Uzicc. E la 6"' A. a . u. dopo due inutili success i tattici locali ottenuti il 20 cd il 21 agosto a Priboj ed a Viscgrad tornò anche essa sui suoi passi.

Contint:1ava invece il C. S. serbo ad essere preoccupato per Sabac. Qui l'at tività a. u. non ebbe termine col ripiegamento della 5• A . ; le cause però non ne vanno cercate nel proposito del Comando austro--ungarico, che sarebbe stato giustissimo, di far alle.o.tare la .pressione serba verso la Drina, ma bensì negli incerti compiti e nella mal definita dipendenza del gruppo di divisioni <ld la 2• A. colà operante. Infatti il cotnandante del IV Corpo ricevette fra il 19 od il 21 agosto ordini contradi t tori da quello della s· A., d'al Potiorek e dal Conrad, a riguardo del mantenimento o mein.o della testa di ponte. Ne nacque dhe il IV Corpo, dopo avere già iniziato il ripiegamento, dovette ancora impeguiarsi il 20 agosto e poi rompere il ccmbattimento per ritirarsi oltr e la Sava fornendo cosi facile motivo alla I A. serba di attribuirsi un successo tattico. Fu poi c~tretto ancora una volta, il 23, a tornare a sud della Sava per facilitare alla 23• Div. rimasta a presidiare Sabac, che il Potiorek avrebbe voluto mantenere, <li rip1egarc anch'c.5sa a nord' del fiume, abbandonando definitivamente la testa di ponte.

Sabac, completamente sgombra, fu rioccupata dai Serbi il 24 agosto.

L 'offensiva a. u. contro la Serbia, voluta e cercata per ottenere un successo che avrebbe dovuto avere grandi ripercussioni politiche era .finita con u10. insuccesso che , se non era esageratamente grave dal

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foto militare, costituiva però un avvenimento molto clamoroso e dannoso al prestigio austro-ungarico.

I Serbi potevano a ragione vantarsi di aver battuto l'esercito del grande impero danub iam.o e d.i averlo costretto a sgcxnbrare con grande rapidità dal loro territorio.

Il Conrad nelle sue « Memorie » così giudka l'operazione: « La intera offensiva era fallita a causa dell'impiego delle forze :su larg a scala in due gruppi separati e di forza quasi uguale; del ritardo dei movimenti del gruppo meridionale (6" Ann a ta) in quel difficile terreno montuoso, ma sop,rattutto per la manchevo/,e condotta della 21" Div. Scii. E' fuor di luogo l'attr ibuire il fallimento dell'offensiva al preteso ritardato imp iego del IV Corpo, giacchè su di esso non si doveva fare alcun assegnamento l> .

Il giudizio del Capo dii ~. M. dell 'ese rcito a. u. , che pure in molte occasioni ba saputo riconoscere i suoi errori è, questa volta, un po' troppo semplicista.

La 21a Div. Sdb. si portò indubbiamente male e ne pagò il fio, giacchè fu sottoposta alla legge mar~iale; ma non ad essa, che fu messa nelle peggiori condizioni, si può imputare l'insuccess o della operazione. Giacchè se si deve giustamente presumere che il suo intervento energico e tenace avrebbe liberato la 9a D iv . dalla pressione della Div. Mista ·serba, si può anche pensare che l'ulteriore interven to della Djv_ Tim . I avrebbe causato ugualmente la sconfitta dell'VIII Corpo ; forse con un giorno di rjtardo.

Abbiamo già nella narrazione degli avvenimenti, accennato qua e là varie cause occasional i o sostain,ziali .ddl'imuccesso; le p iù importanti fra esse riteniamo siano :

a) la jmpostazione della manovra, d i ventata del tutto illogica quando il cambiamento della situazione politico-militare le 'fece mancare il corucorso della 2a A.

Impostazione che ha q1Jalclhc ainalogia con gli st udi del Conrad per le operazioni contro l'Italia; studi che prevedevano una rnariov-.·a a tenaglia con due masse operanti dal Friuli e dal Trentino. E vel maggio 1916 il Coruad, dimentico della !eziqne ricevuta due anni pri-

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ma in Serbia, dove l a mancanza di una delle branche della tenaglia lo ayeva posto di fronte ad un insuccesso, ripetè l'err ore coorrn l' Ita},a oper ando soltanto dal Traatino perchè l 'insuffìcienza di forze g l i vi et ava di muovere con la massa dall' Isonzo. Ed anch e nel Trentino , per quanto le operazioni fossero condotte con maggior e energia ed avvedutezza che non sulla Drina, la lentezza dell'avanzata, dovuta a ll a resistenza italiana ed alle difficoltà del terreno, fece sì che la Strafc:xpedition non ostante qualche iniziale suocesso tattico finisse per essere un'autopunizione;

b) i tentennamenti 1dcl C. S. austro-ungarico dhc non seppe vietare in modo tassativo l'impiego <li reparti della 2 A., nè seppe conceder! i completamente anche quando la situazione angosciosamente ne mostrava l'ineluttabilità, mentre anche la partenza di ques t a :.rroata per la Galizia non ne anebbc probabilmente sofferto, dato che i carichi si protrassero in realtà sino ai primi di settembre; col risultato di interventi ondeggianti e tardivi che finirono per non essere di utilità alcun.a ai fini complessi dell'operazione;

e) la lontananza, di spazio e di tempo, delle Jue annate 5.. e G", il eh<.: significa dispersione di forze . La 6· annata non po teva <~sere pr o nta ad agire che sei giorni dopo la 5\ vi era tempo più che sufficiente per questa, tenendo conto della probabile dislocaziooe dell'esercito serbo e dei suoi possibili movimenti, di essere battuta p~ù che di riportare la Yittoria data la sproporzione fra le sue forze e quelle <lcll 'esercì to serbo.

L a divergente direzione di attacco ,della 6"' A . non poteva influire beneficamente sulla 5\ tai!lto che gli stessi successi <ld 20 e dd 21 agosto a Priboj ed a Visegrad non valsero neppure a fare ritardare fmseguimento nè a togliere unità dal grosso ckWesercito serbo;

d) la soverchia preoccupazione di salvaguardare la inviolabilità ~.d territorio bosno-erzegovino, COil la conseguente dispersione di forze che sarebbero state preziose durante ,la battag l ia;

e) la deficiente organizzazione del ccmando truppe operanti nei Balcani, che fece mancare unità di azione e coordiinamento delle operaz ioni durante la bat<taglia;

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f) la mancanza, nel campo tattico, di un nucleo cli truppe celeri alla ~inistra della saA .., che servisse così a spazzare la Macva, come a·di assicurare il collegamento con Sabac, e ad evitare che la cava lleria nemica si introducesse facilmente nel vano, piuttosto ampio, esistente in quella regione~

Alle armate operanti contro la Serbia erano originariamen te assegnate alcune divisioni di canlleriia; furono iperò tra le primissime ad essere imbarcate per la Galizia. Certo la mancanza di cavalleria <levette essere accoratiame n te sentita quando nulla s,i ebbe sottomano per chiarire la situazione ed evitare sorprese in quell'ansa così per icolosa d'ella Drina. Nè può dirsi dhe non avrebbe trovato terreno adatto, giacchè sullo stesso terreno la divisione di cavalleria serba non incontrò particolari difficoltà; anzi operò con grande decisione e .fu di somma utilità;

g) in.fine, non ultima per importanza, l a lentezza con la quale operò la 5• A., lentezza in parte dovuta a lla costituzione organica dell'armata ed alla preparazione logistica non adeguata alla zona di cperaiione, ma in parte derivante anche dalla poca fiducia del cornanda,nte sulla riuocit,a dell'operazione affidatagli.

Il C. S. serbo ebbe buon gioco di fr onte alla lentezza operati va edi alle titubanze dell'avversario; le sue truppe, sottoponendosi a sforzi veramente eccezionali, gli fecero riguadagnare il tempo che esso talora perdette in ordini prematuri e contrordiJnii. La giusta visione dì portare lo sforzo principale della controffensiva in direzi one nordovest non ebbe in pratica l'energica e completa esecuzione che avrebbe meritato; le due divisioni della II A. si mostrarono insufficienti per ottenere una risoluzione comp let a e sollecita . Il Putnik., sempre preoccupato dalla possibilità di offese "la nord, tardò troppo a gittare le riserve lflella battaglia, con la conseguenza che quest a, che avrebbe potuto risolversi con l'annientamento della 5a A. a. u. qualora maggiori forze ne avessero avvolt,a la sinistra, finì invece con una ritirat a quasi volontaria .

E !a 5a A. austrerungarica rdbpo pochi giorni fu di nuov o in grado di opera re .

TENTATIVI SERBI DI OFFENSIVA IN BOSNIA

ED IN SIRMIA

PROPOSITI DEL COMANDO SuPREMO SERBO. - Costrette le Armate d ei Balcani a riparare sconfitte oltre Drina e Sava l'esercito serbo si arrestò sulla linea dii confine. Una immediata ,prosecuzione dell'inseguimento al di là non apparve possibile.

Il brillante risultato rapidamente · ottenuto soverchiava le più rosee speranze; nè le truppe del P otiorek erano state cosà 1SOlennemente battute da giustificare qualsiasi audacia. Il XIII Corpo aveva n piegato in ordine; la 6.. A . era intatta. Le divisioni impegnate dalla 2A A. non er,ano state affatto battute.

Difettavano inoltre ai Serbi i matcrjali da ponte; di éssi parte er a appena in arrivo dalla Russia ed ancora lontani dalle divisioni di prima ischiera; i pochi esistenti, quale dotazione propria dell'esercito, las ciavano molti duibbi, per la soverchia loro vetustà, sulle possibilità di reale impiego.

L e divisioni, che erano state attratte nella lotta ancora non completamente mobilitate, avevano necessità di perfezionare l'organizzazione; taluni reparti dovevano cambiare l'armamento con nuovi fuci li pur essi arrivati in qqei giorni dalla Russia.

Non pensò perciò neppure il Putnik ad un profondo inseguimento dhe poteva compromettere il successo.

Nè era sua intenzione, o del governo serbo, lainci ar e l'esercito i n operazioni offensive <l1 largo raggio su territorio nemico. Mancava, oltre alla materiale preparazione, quella spirituale; giacchè se <l'a

CAP. IV.

tutti era profondamente sentita, popolo e dirigenti, la uiecessità della difosa del paese e qualunque sacrifìzio a tal fine poteva essere affront'lto, non era invece compresa la necessità dj un'invasione delle province ungheres1 1d:dl'.impero danubiano, neppure mentre questo er a fortemente impegnato dalla Russia, così per la difficoltà delFoper azione come per il timore di logorare troppo le forze e di non avere al momento della pace l' esercito in condizioni di sostenere le ,proprie ragioni.

Solo verso la Bosnia e l'Erzegovina tenid ieva i l Se!IJ.timento popolare. La Bosnia era considerata culla del popolo serbo; se ne voleva inoltre evitare una preventiva occupazione da parte dell'alleato montenegrino.

In tale situazione militare e .politica, l'esercito serbo fu arrestato sul confine e lo schieramento assunto :subito dopo la battaglia dello Jadar e del Cer fu ispirato, per il momento, a 1puri concetti ,d~fens-ivi..

Il Corpo di Uzice rimase, coi Montenegrini a guardia della Serbia centrale.

L e tre Armate coprirono uniformemein,te la frontiera sulla Drina e sulla Sava; da Ljubovja a Sabac.

Rimasero ai loro posti it ,distaccamento di Obrenoyac; le truppe <lella difesa di Belgrado ed il distaccamento di Branicevo .

Spingevano però gli alleati russi e francesi. perchè l'esercito serbo passasse al più presto all'offensiva da tempo promessa , tanto più che una sua pronta avanzata a 1nord ,d'ella Sava avrebbe forse potuto ritardare, se non evitare, il trasporto in Gal izia dei reparti dell a 2n armata austro-ungarica.

Convenne perciò iniziare, se non altro, i preparativi per un'offonsiva, nella misura che le forze e le circostanze del mom ento m ostravano possibile.

Le notizie sull'esercito austro-ungarico dei Balcani dayano, il 27 agos to, la 5.. A~ e ,parte 1dfella 6"' lungo la Drina, fra Zvorn.ik e Bijelina; frequenti s~tamenti d i truppe erano segnalati d all'alta e media Drina alla bassa.

Unità della 2 3 A. risultavano ancora in Sirmia; l'intensità dei movimenti ferroviari dava però chiaramente a divedere che la g;ran<lie massa dell'armata si spostava . Deb oli nuclei scarsamente attivi fronteggiavano sulla Saya e sul Danub io i distaccamenti serbi.

Di fronte agli eletnenti avanzati del Corpo di Uzice il nemico retrocedeva.

Un'offonsiva in forze avrebbe potuto d~re i frutti più suocosi specialmente in Sirm.ia. Ma il voivoda Putnik non voleva trascurare la Bosnia, dove la diminuzione delle forze nemiche attirava già i Montenegrini; sentiva il bisogno ,di far eventualmente fronte alle forze avversarie clhe numerose si concentravano sulla bassa Drina; doveva garantire la difesa di Belgrado; non era perfettamente sicuro sul Danubio, nella zona di Semendria.

Di fronte a necessità difensive così numerose e ad obiettivi tanto lontani il Putnik concretò bensl un'offensiva in boo due direzioni, ma volle anzitutto garantirsi la sicurezza sulla linea di confine guarc.f.indola cm, forze maggiori, di quanto non ve ne fossero all'inizio. Ne conseguì che quelle destinate ad operare offensivamente furono poche e che, a differenza del logico schieramento assunto nell'agosto quando le annate erano raggruppate in zone da cui aveyano potuto facilmente manovrare e contrattaccare , ora tutte le diyisioni furono senz'altro proiettate in linea e schierate a cordone più per tutto coprire che per avanzare.

Una puntata offensiva, la princ1pale, fu concretata verso la Sirmia, più che altro per contentare gli alleati, con poco più ,dii un quinto delle forze disponibili; un'altra in Bosnia per vietare al nemico nuovi spostamenti verso nord; il grosso dell'esercito rimase :schierato a difesa della bassa Drina.

Il 27 agosto le armate, nuovamente ordinate e schierate, ricevettero i compiti cleri vanti ,dial piano del Putnik ( ord . 2044 del C. S.):

- I A.: divisioni Sum. I, Dan. I, Cav.: a sud ' della Sava; pronta a passare il fiume, per invadere la Sirroia, ad oriente di Sabac. In priµlo tempo ebbe le sole divisioni Sum. I e Cav. perchè la D an. I,

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che costituiva il nucleo della difesa di Belgrado, rim ase pel momento al suo ,posto.

,...._ II A.: divisioni Mor. I, Tiro. I, Tiro. II, Mista: sulla Orin:., fra la confluenza con lai Sava e Ljesnica; compito dìfcnsivo.

- III A.: divisioni Orin. I, Drin. II , Mor. II: sulla Orina fra Ljesnica e Zvornik; compito difensivo. Un distaccamento guardava le provenio:ize da Ljubovja.

. - Corpo di Uzice, nella compo;izione iniziale, sulla modia Orina, per agire in ,direzione di Visegrad in cooperazione col distac · camcnto montenegrino del Sangiacato.

Il distaccarno.:ito di Branicevo e l a ,difesa di Belgrado continuarena nella primitiva missione; i comandanti furono però preavvisati, il 27 agosto, che le divisioni Oan. II e Oan. I, che ne facevano rispet tivamente parte, avrebbero potuto fra breve ricevere altri compiti.

11 Corpo di Uzice doveva iniziare subito le operazioni; la I A. soltanto su ordine del C. S .. La II e la III A. sistemarsi fortemente sul terreno, e tenersi pronte a passare all'offensiva quando ne fosse venuto il momento.

Pur tenendo conto delle già accennate difficoltà di una seria offensiva serba, il contegno del Putnik appare soverchiamente prudente anche per la limitata operazione che tendeva a disturbare le partenze delle unità austro-ungariche della Sirmia; unico scopo che se riamente si poteva pensare di raggiungere ed il cui conseguimento sarebbe stato di grande utilità ai Russi.

I Serbi avevano, è vero, io gran parte bisogno di riposare e di r iordinarsi. Alcune divisioni però erano perfettamente fresche, come la Oan. I e la Oan. Il; le due Timok erano state ben poco impegnate.

Non sarebbe stato difficile, volendolo, costituire la I A. con un più forte gruppo di divisioni fresclhe ed ope rare subito; giacchè ogni giorno di ritardo facilitava la partenza delle unità della 2• A. a. u.

Questa infatti già 11 8 settembre poteva partecipare completa all'attacco contro l'armata del Brussilow sulla Wereszyka, il che non sarebbe probabilmente accaduto se vi fosse stato un po' più <li slancio nel preparare la puntata idella I A.

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L'insieme degli orçlini ldd Putnik ha fatto intravedere a taluno la concezione di una manovra avvolgente per le ali contro l'esercito a. u. dei Balcmi. Ma per una simile manovra, astraendo dalle difficoltà della zona rese più gravi dialla disorganizzaz ione dei servizf del!'esercito, tutte le forze serbe sarebbero :state insufficienti; in ogn i caso l e due ali, che avrebbero avl,Jto un compito ben duro, erano smisuratamente deboli sia per gli obiettivi a ciascuna assegnati, sia in confronto del centro al quale incombeva un compito ·puramente difensivo. I nfatti la I A. non aveva inizialmente che due divisioni ,dii fanteria ed una di ,cavalleria; il complesso delle unità costituenti il Corpo di Uzice si può valutare pari ad altre òue divisioni; al centro con compito difensivo ve ne eraino invece ben sette; altre due divisioni erano ancora inutilizzate sul Danubio.

Non si può pensare che una manovra del genere sia stata imbastita con una tale prnporzione, che lasciava deboli proprio le ali cui sarebbe stato affidato il compito primcipale; e particolarmente l a destra contro la quale si sarebbe sicuramente sferrata in breve tempo una vigorosa reazione. Tanto più che quanto maggiore era il tempo lasciato al nemico, sempre più efficiente diventava l'armata del generale Frank, solo parzialmente sconciuassata sul Ccr, e più agevole e pronto il 1suo intervento.

E' nostra impressione che questa interpretazione dell'ordine del Putnik sia da escludere; si tratta di una concezione nata nel fare ... la storia dei fatti e lasciata correre ,per mo.5trare quale fosse la buona volontà dei Serbi per ,partecipare alle operazioni comuni; buona volontà spinta a tal punto da ideare una grossa offensiva con tutto l'esercito, anche sapendo dhe le forze erano insqfficienti !

La realtà appare molto più semplice.

Il C~ S. serbo volle anzitutto garantire l a linea Drina, contro la quale si accumulavano nuove od, imponet..1tì forze nemiche; l'op erazione della I A. non era dhe una puntata, a colore più politico che militare, per aderire alle continue pressioni degli alleati.

Solo l'azione del Corpo di Uzice aveva reali fondamenta, perchè gli spostamonti di truppe nemiche verso noro lasciavano presumere possibile un'avanzata, la quale avrebbe potuto ridurre il continuo

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;nunento di truppe avversarie fra Zvornik e la Sava. Vi era po1 m Bosnia la possjbilità di occupare terre irredenti, co n indiscutibile ripercussione morale; e vi era anche la convonienza politica di vietare che simili occupazioni fossero compiute dai soli Montenegriini.

Nuov1 PROGETTI l, PREPARATIVI DEL PonOREK. - La disfatta della 5a A. non aveva disarmato l'animo .del ccmandante delle armate austro-unga riche nei Balcani; egli desiderava << compensare l 'insuccesso subìto » . Ed al più presto.

Il v. Conrad che aveva visto avverarsi sul fronte serbo lo scacco tanto temute e tanto dannoso al prestigio dell ' impero e dell ' esercito (1), desiderava ora che sul teatro di guerra balcanico si. tenesse contegno difensivo. Troppo grave era la partita impegnata ir1 Galizia e semp r e maggiormente appariva chiara la impossibilità di condurre contemporaneamente una nuova offcnsiya in Serbia.

Ma il Potiorek, che vedev,a le case nel limitato orizzonte coosenti togli dal suo punto di osservazione, non disarmò, sostenuto come era dal governo u ngherese, dal gabinetto dell'Imperatore ·ç dal prestigio di ottimo stratega e tattico. Continuò nei preparatjvi, che teinidevano a raccogliere le due armate sulla bassa Dr ina, da dove poi muovere ancora con forze riunite su Valjevo. Giocò poi abilmente, p er essere autorizzato alla nuoya offensiva, sui contrasti fra il v. Conrad e le autorità politiche,

Il 3 settem.bre, a movimento di rndunata delle due armate pressochè ultimate, chiese esplicitamente al Capo <li S. M., il quale non aveva ancora preso una decisione chiara e definitiva, l'autorizzazione di iniziare la progettata offensiva. « In ,caso contrario, egli aggiungeva, tanto sarebbe valso far affluire dai Balcani ulteriori forze sul teatro 1di guerra settentrionale l> ( R. A.).

Questa 1soluzione, la più logica, non poteva essere adottata dal v. Conrad per la netta opposizione dei ministri ungheresi ad una riduzione di forze sulla fronte serba; era stata prospettata dal Potio-

( t) Egli però avrebbe potuto evitarle e non lo fece, neppure quando conobbe il progetto di attacco del Potiorek. Chè anzi, approvandolo con la lettera del 14 agosto se ne era assunta la respoosabilità.

rek, un po' capziosameinte, proprio per forzare la mano al Conrad mettendolo di fronte ad un bivio, dove però ragioni politiche gli imponevano di seguire la strada più logica.

Ottenne così dal Conrad l'autoriziazione ad un'« offensiva con le forze concentrate in un punto».

Proprio in quei giorni, dopo la vittoria della 4° A. sui Russi a Koruarow e la quas i contemporanea evacuazione di Lemberg <la parte della J" armata a . u. si iniziava 1a controffensiva russa a Dublin, che doveva provocare, fra il 7 ed il 9 settembre, l'arretramento della 1• A . austr~ungarica . L'o.ffensiva del Potiorek si iniziava il 7 settembre; quattro giorni 1più tardi le operazioni sulla fronte russa concludevano con un formidabile scacco d'ell'escrcito austr~ungarico la prima fase della campagna.

Il nuovo scd1ieramento drell'esercìto dei Balcani aveva:

- la 5• A., della quale faceva parte anche la 29.. Div. rimasta in Sirmia, a cavallo della confluenza Drìna-Sava, fra Koviljaca e la :msa del Sabac;

- la 6" A . col XV Corpo sulla Drin a, fra Koviljaca e Zvornik; il XVI a sud di Zvornik, con un grosso nucleo (1" Div., 3• e 4a brig. mont., 109~ brig. lst.) a Vlasenica; una brigata <lu montagna di fronte a Rogacica per vigilare il Corpo di Uzice.

Una brigata d'a montagna, oltre ai presidi delle piazze, restava a protezione della Basini.a e dell'Erzegovina.

Sulla Sava-Danubio un gruppo speciale, agli ordini ·del fm l. Lutgendorf, forte nel complesso di circa due divisioni, guardava la Sava, fra Sabac e Belgrado, e<l il Bana to.

L'attacco doveva essere eseguito :

- frontalmente sulla Drìna fra Zvornik e la Sava, dal grosso ciella 5• A. e dall'ala sinistra del XV Covpo;

- a nord, per Sabac, d3 un Corpo misto, agli ordini del frul. Krauss, c<istituito -dalla 29• Div. e dalla i; tolta quest'ultima dal gruppo. Lutgendorf;

1-- a sud, in direzione di Krupanj, dalla 488 Div. del XV e dall 'in tero XVI Corpo.

Una nuova tanaglia stava per entrare in gioco.

8,3

LE DUE OFFENSIVE sERBE. - Le operazioni del Corpo di Uzice, subito iniziate, furono di scarsa importanza; non riuscirono a limitare la libertà di movimento della 6a A. austro-ungarica.

Le forze del generale Bozanovic mossero il 31 agosto. Il distaccame.n.to del Lim. - 18 btg. e 9 pezzi - e la Div. Sucn. II - 16 bLg. e 6 btr. - arrivarono il 5 settembre rispettivamente alla confluenza Liro-Drina e sulla fronte Viscgrad-Staribrod. Si trincerarono per allestirsi una base atta al passaggio.

La brig. Uzice - 9 btg. e 2 btr. - destinata a protezione del fianco destro, si anestò a Rogacica.

Le poche forze nemiche <l i copertur a arretrarono.

Intanto però gli Austro-ungarici riprendevano l'offensiva sulla Drina. Il 7 settembre le armate del Potiorek iniziayano le operazioni fra Zvornik, Bijelina e Mitrovica.

La III A. serba fu gravemente minacciata; il Putnik, nan disponendo affatto di riserve, tolse alcune unità al, Corpo di Uzice a baneficio della III A. Non ritenendolo, dopo tale sottrazione di forze, più in grado di operare offensivamente, ordinò al generale Bozanovic di rafforzarsi sulle posizioni raggiunte, assumere atteggiamento difensivo cd assicurare il terreno verso Uzice.

Qualora jl nemico si fo.5Se mostrato <deb ole a Visegrad e si fosse presentata l'occasione favorevole, questa località doveva essere occupata.

Così la manovra del! 'ala meridi onale era stroncata sul nascere.

Più tardi il Corpo di Uzice fu chiamato a!IlCora, pur con forze ridotte, ad agire offensivamente e riuscl a creare gravi prcoccupaiioni al Potiorek, che soltanto l'intempestività dell'intervento e la lentezza del Bozanovic resero passeggere.

Il 6 settembre, la I A. aveva iniziato il passaggio della Sava per invadere la Sirmia.

Il Putnik non aveva potuto, sotto l'.nnsistenza russa, tardare oltr.e.

Il I 0 settembre il governo russo aveva telegrafato: « Il granduca

Nicola Nicolajevic crede sia il caso che l'esercito serbo passi all'offensiva ed è convinto che ciò si possa fare 1perchè la gran parte delle far-

zc austro-ungariche è rivolta contro ì Russi in Galizia, secondo noti· zie deg:ic di ogni fede ».

li C. S. serbo aveva ancora tentato di sclhermirsi e di gua<lagna· re tempo rispondendo « . .. senza tener conto <lel numer o delle truppe nemiche di fronte a noi, potremo prendere l'offensiva quando avremo sufficien ti mezzi per traversare la Sava e la Drina ... e: quando po· tremo terminare l'armamento con fucili russi di una notevole parte <lellc nostre truppe; fucili iin parte arrivati. Appena tutto qu~to sarà compiuto passeremo all' o ffensìva, perchè ci sìamo preparati ad una grande azione » .

Alcune delle ragioni addotte avevano un fondo di verità; non solo, ma sarebbe stato anche comprensibile che, im, vista de i prepara· tivi nemici sulla Drina, che combiavano la situazìone prospettatasi a fine agosto, nessuna offensiva fosse stata ccmpiuta dall'esercito serbo.

Ma ai primi di settembre del 1914, dopo avere preannunziato agli alleati << la grande azione », non si poteva tergiversare oltre. Sicure erano le notizie sulla partenza ldelle truppe nemiche dalla Sirmia e dal Banato (1); la fronte del D anubio perfettamente Lranquilla.

11 3 settembre il Putnik ordinò che la Div. Dan. I si spostasse dalla zona di Belgrado iJn, quella •della I A.; fu tenuta ancora a Lazarevac, ma pronta a muovere la Dan. Il. L'inizio delle operazioni della I A . fu stabilito per la notte del 5 sul 6 settembre.

L'armata doveva passare la Sava fra Obrenovac e Sabac « cercan1do poi di impedire all'avversario di affennarsi, con le forze princ;pali, sulla Dr ina e ributtarlo dalla Fruska Gora verso orien t e per impedire che le forze nemiche ivi disloc.ite si riunissero alle princ1· pali sulla Drina » (ordine 2501 del 4 settembre); II e III A. tenersi « vigilanti e prmte a respingere energicamente qualsiasi tentativo nemico di passaggio della Drina; a momento opportuno, passeranno all'offensiva allo scopo di attrarre a sè il nemico e creare le migliori con· dizioni per lo sviluppo dell'offensiva stessa>> .

Evidentemente qu esto temporeggiare inoperoso delle armate

( 1) Le ultime partenze di unità èell1 2• A. avvennero il 31 agosto ed il 1° settembre.

sulla Drina nc;m. creava le migljori condizioni per un successo alle scarse forze della I A.; questa avrebbe potuto essere travolta e ributtata 1sulla Sava mentre le a ltre fossero impegnate nel non faci l e passaggio cldla D rina.

Nella stessa notte sul 6 settcrnbrc la Div. Tiro. I della II A. _ avrebbe passato la Sava a Mitrovica organizzandovi una testa di ponte (< d.0 cui esercitare Ul!l,a energica pressione sul nemico per agevolare ed appoggiare l'azione della I A. sia per il passaggio della Sava sia per l'inseguimento del nemico )) (schi zzo n. 5).

La I A. superò senz:1 gravi difficoltà la Sava nella notte sul 6 iettembre: l a Div . Sum . I ad ovest di Novo Selo e puntò su Obrez; la D an . I, giunta il 5 da Belgra,do, a Skela e puntò su Kupinovo; la D iv. Cav. :1 Novo Selo.

A Novo Selo fu a111che avviato il distaccamento di Obrenovac, che costituì riserva di annata . _

L'oper2Zi one, bene preparata dal generale Bojovic e condotta con dinam ismo, riusci perfettamente; i reparti di 1st. a. u. che vigilavano sulla riva sinistra non poterono opporsi.

Durante la stessa gio.nnata del 16 la I A. si stabilì saldamente sulla sinistra della Sava fra Sabac e K upinovo, fronteggiata ad occidente da un reggimento d i 1st. e ad oriente da una brigata di F . del Gruppo Sinnia accorsa a Semlino; mentre a nord1di Obrez il Lutgendorf raccoglieva per arginare l'avanzata metà della t Div. (schizzo n. 6).

La b-rillante operazione perdette però subito l o slancjo per il contraccolpo del contemporaneo insuccesso d i Mitrovjca .

Qtii l'azione de ll a Div. Tim. I aveva aV'uto .ùJizio alla mezzanotte, mentre l'artiglieria della II A. era entrata in gioco sulla D rina per distrarre da M itrovica l'attonzione del nemico. L a d'iyisione compieva il passaggio col grosso delle forze all'abitato di M itrov ica, mentre un piccolo nucleo agiva ldiimastrativamente più a monte.

Ma la T im. I, che proveniva da Lipolist, arrivò tardi sul posto; più tardi ancora giunse, da K oceljevo, i l materiale da ,ponte; il p:issaggio, ,anche per la difficoltà di g i ttamento dk!l ponte i l cui eq u ipaggio era composto di materiali vecchi e di tipi differenti, potè comin -

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D,slor:mJne delle f''H 'o,1frt7;~1.cJsie J..~ Jtr11ni" a', se!fimbrr /JJ 4 e:> au,fr(J LW//ja,i.u

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ciare su barconi alle 7 del 16. Solamente verso mezzogiorno il grosso era o ltre Sava.

La lunga durata del passaggio permise al nemico di intervenire e cogl iere la Tirn. I in piena crisi.

Di fronte a Mitrovica era la 29• Div. a. u. coma ndata dal generale Krauss ( 1), la quale, dice l.i R. A. « per l'iniziativa dei ccmandanti in sottor<line, .i quali latnciarono con rapidità le loro valor~e truppe :sull'avversario» ril!sCÌ in breve a<l annientare la divisione serba. Il combattimento fu nelle prime ore accanito: dalle 12 alle 18. A quest'ora « il nemico sferrò un attacco da Susini e da Jarak. Sull 'intero fronte si notavano già segni di 1rllebolezi. a. La batteria ccroinciò a ritirarsi al galoppo verso il ponte ... Questo fatto, unito alla ritirata (di altri elementi) produsse il panic o particolarmente tra i feriti, che sapevano il ponte incompleto. I feriti si sono gittati in acqua verso il primo pontone . . . I soldati hanno comi1DCiato a gridare aiuto, contrib 1.1endo a scuotere sempre più lo spirito degli altri dhc hanno ab bandbnato le armi correndo verso il ponte.

« In un momento si è prodotta u:.ia confusione indescrivibile ...

« Questo primo panico è durato sino alLe 19,30 ...

« Alle 22,30 il nemico ha attaccato violentemente ...

« L'agitazione fra i soldati è cresciuta sempre più fìnchè si è formata una marea c h e, come un torrente si è riversata verso il ponte, i:n cerca di sa lv ezza . Sotto la massa questo 1.$Ì è sfasciato td i soldati sono cadu ti nella Sava .. . Nessuna forza, nessun atto esercitato in questo frangente dagli ufficiali è riuscito a trattenere questa fiumana che correva verso i l ponte . . .

« Questo secondo panico ha portato al disa stro >J (2).

11 grave insuccesso della Tim. I intiepidì l'ardore d!ella I A. che, pur essendo contrastata d a deboli forze, non trasse profitto della rapidità con cui era riuscita a passare il fiume .

(1) Alfredo Krau ss fu poi oapo di S. M. del comando della, fronte italiana per l'offensiva del 1916. Comandante nell'ottobre 1917 del I C .d' A. sulla fronte di P lezzo e poi attacco de I Grappa.

(2) R. S. - Rapporto ciel coman dante la Div. Tim. I.

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l ScHIZZO N . 6
----+

L'azione non valse a richiamare a Mitrovica nè elementi dell:t 5• A. a. u., la cui 2ra Div. Sch. era a1bbastanza vicina, nè del Grupp o Lutgendorf (r).

Gli avveniment'i del 6 settembre a Mìtrovica misero in luce la esistenza in Sirmia di forze a. u . superiori al :previsto; non però in tale quantità da far temere per la I A., la cui operazione il C. S. serbo decise proseguisse il suo corso; avviò però :subito a Skela la Div . D an. II quale riserva della I A. Questa, nell'attesa, si rafforzò sulle posizioni raggiunte, collegandosi sulla d estra con elementi <lella difesa <li Belgrado che erano anclh'essi passati a nord della Sava.

Puntate .òella Div . Cav. e della cavalleria di armata furono arrestate da elementi della t e della 29a Div.

Soltanto il 9 settembre la I A. serba accennò atquanto timidamente a muovere , più che altro per sondare le forze che le si opponevano, mentre il distaccamento di BelgraJdlo riusciva ad occupare Semlino.

Ma la situazione creatasi nel frattempo sulla fronte dell'esercito serbo, particolarmente sull'ala meridionale, per lo -sviluppo dell'offen·siya austriaca, costrinse il Putnik a dare altri compiti alle iè6visioni della I A. la cui offe nsiva finì anche essa con l'esser e stroncata 1sul nascere. Le forze rimaste sulla sinistra della Sava e che gradualmente furono ridotte servirono iperò a ritardare notevolmente l'esecuzione {il:el compito affidato al Krauss di pun'tare da nord sulla destra dell 'esercito serbo.

(1) Il g-0nerale Kasimir v. Lutgem:lorf, fu comandante, nel maggio 1916, del XXI C. A. durante l'offensiva a. u. in Trentino:

LA SECONDA OFFENSIVA DEL POTIOREK

LE P~L\~E BATTU T E DELLA EATTAGLIA SULLA DRINA E LA CONTRO-

MANOVRA SERBA (r). - Il 7 settembre si accendeva la battaglia sulla Drina.

Il passaggio della Drina si presentava ora alle Armate dei Bal·· cani in condizioni ben diverse che non ne ll 'agosto. Cinque divisioni nemiche erano schierate fra la Mac va e Zvornik; id!ue costi tuivano rise rva dell a II A. dietro l'ala destra.

N è i Serbi avevano perduto il loro tempo nell'attesa; trincerati e saldamente rafforzati presentavano a ll'attacco un a fronte soUda e ben guarnita; lo schicratnento era però ,privo di profonidfità.

Debole la sin is tr:a, mancau:itc di appoggi na turali. Le tre divisi oni ,della III A. tutte in linea fra Lj esnica e Zvornik; nessuna rrserv:t in mano al comandante . D i fronte alla cmfluenza della Drinj aca un solo reggimento; -yerso Ljubovija e R ogac ica unità di secondo e d i terzo bando. L'esperienza dell'agosto non aveva servito a far vaiutnrc come meritava quella direzione.

Più forte la destra guardat a da ll a II A .. Ostacolo oon indiffero nte per il nemico la Sava e buon appoggio d'ala per l'armata; sulla fronte la piana paludosa d ella M acva, vera zona d'isolamento dove i forti lavori ccxnp.iuti lungo gli argin i facilitavano la idlifesa.

Un gruppo di tre battaglioni con due batterie vigilava l a Sava; ma la pro.5simità dell a riserva - Div. Tim. II in piena efficienza e Div . Tim . I in riordinamento nella zona di Li-polist - dav a al generale Stepanovic una ce rta tranquillità andhe contro serie minacce d a nord .

(1)' Scliizzi n. 6 e 7.

CAP. V.

La sa A. austro-ungarica fallì ancora u na volta quasi completamente al suo scopo. Del XIII Corpo .pochj battaglioni della 36" Div . riuscirono a essere traghettati sulla ,cllestra del fiume, ma per essern e ben presto ricacciati da contrattacchi serbi. L'VIU Cor,po superò Drina e Sava a cavallo della confluenza dei due fiumi . Sorprese in prim o tempo la Div. Mor. I; presto riavutasi, questa contrattaccò ributtand o in gran iparte le truppe austriache al di là e restrmgenic.ib in picco lo spazio un nucleo della 21 n. Div. Sch.; il mattino del 9 però anche questa dovette ripiegare ad occidente :cllella Drina.

Un tentativo di passaggio della Sava ad oyest di Mitrovica ,da parte della 104a brig. 1st. fallì; proyocÒ lo schieramento di fronte a Mitrovica dei pochi battaglioni ancora impiegabili della Div. Tim. I.

Della 6a A. il XV Corpo si limitò a dimootraziani a valle di Zvornik; il XVI passò invece la Drina col grosso in corrispondenza della Drinjaca. e per le alture del Boranja Pl. e dello Jagddlnja puntò su Krupanj, mentre un altro forte nucleo, si dirigeva per Ljub ovija a Pecka. ·

La minaccia portata con forze considerevoli sull'ala sinistra ,preoccupò subito il Putnik; nove battaglioni ed una batteria furono tolti a l Corpo di Uzice, paralizzandbne l'offensiva, ed avviati a Zaulaka; formazioni di riserva in costituzione a Krusevac furono assegnate alla III A.; la d.iv. Dan. II, ,appena arrivata ad Obrenovac, fu lo stesso giorno 9 imbarcata in ferrovia per Valjcv o donde ,dloveva poi raggiungere Krupanj.

Era coi 1segnata la fine anch e dell'offensiva della I A. a nord della Sava.

La manovra serba per le ali si era liquefatta.

Nei giorni successivi, mentre il XVI si batteva per superare b te-nace resistenza serba sulla strndia di Kmpanj, il XV passava la Dr ina a Kovilijaca e riusciva ad affermarsi sul Gucevo PI. La testa d1 ponte della 6" A. si allargò e si approfondì; verso il 15 settembre : le truppe del P oti orek coronavano d'a Kovilijaca a Ljubovija le alture di Gucevo, Boranj ~, Sokol:ska Planina.

Altre truppe a. u. ,avevano <liovuto ·però essere prelevate dalla

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xm SCHIZZO N. 7 0 V:~·.vo f c:,5.who Balta lt~ cle//;zJ}rina. 5ih,,uio ,1f a fir1e sefrimb re 111.4 él.usfro ung~rici serbi -----

Bosnia e dall'Erzçgovina per rinforzare la 6" A .. I Montenegri1ni ed i Serbi del Corpo di Uzice non avevano dinnanzi a loro dhe un vel o di scarsa consistenza.

L a III A. serba, pur yalorosarnoote combattendo, aveva ,dovuto indietreggjare e si manteneva a stento sui margjni delle alture.

La minaccia su .Valjevo, dove si era stabHito il C. S. serbo per essere vicino alla zona più importante del caro po :d[ battaglia, era gravissima. Aipparve tale al Putnik la sera dell ' n settembre, tant o che l'offeu:isiva della I A. fu senz'altro sospesa; un'altra divisione, la Dan. I le fu tolta per essere avviata a Pecka. La Div. Sum. I e la Div. Cav. gradualmente arretravano sino a ripassare la Sava.

Contemporaneamente, poichè la fronte :diella II A. era rimasta tranquilla dopo i combattimenti del 9 settembre, fu ordinato che la Div. Mista per Tekeris si dirigesse a Zau l aka.

Un distaccamento di truppe di 1° bando, del Corpo di Uzice, fu avviato a Ljubovija in sostituzione di quelle di 2 ° e 3° bando che avevano dato poco buona prova.

Il C . S. serbo riteneva evjdentementc <J.i aver messo fuori caus a il nemico per maggior ·tempo con la vittoria dell'agosto sul Cer. Fu sorpreso dalla sollecita ripresa che lo trovò con ·uno schieramento lineare, senza alcuna riserva alla mano ed irnpegina t o in una offensiva parziale. Truppe sottratte da vari punti della fronte dovettero accorrere <love il pericolo era pitt grave, Vedremo che anche qui, come su quasi tutti gli altri scacchieri di guerra, esse, non ostan te i più fieri propositi controffensivi, servono più dhe altro a turare le falle od a prolungare l'ala; tutt'al più ad azioni controffensive locali, giacchè non si riesce mai a cost,ituire una m assa mentre il pericolo preme e si vuole co ns ervare ad ogni costo e dovunque il terreno.

I movimenti ordinati <lial Putnik furono compiuti con grande sollecitudine.

Il Gruppo Krauss non riuscì a ritardare la ritirata della I A. serba, che fu tutta a sudi della Sava fra il 12 ed il 13 settembre . L a Div. Mlsta si sottrasse seuiza molestie dalla Drina, dove b Tim. II ne occupò il posto.

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Nè il Potìorek seppe, o potè,, <l'arc all'operazione impulso talmente dinamico <lia trarre ra,pid~ente profitto della crisi della III A. serba, seria specialmente l'.n ed' H 12 settembre. L'attacco non era organizzato in modo <l'a proseguire ,senza interruzione; la resistenza del nemico ed il duro terreno fiaccarono presto le truppe dell'armata che il giorno II dovettero sostare.

Così la Div. Dan. II potè il 13 schierarsi a sbarramento della strada Zaulaka-Krupano e la III A. ebbe un momento di respiro, mentre la 6" a. u., oltre aidl incontrare sempre maggiori difficoltà s ul suo cammino, cominciava ad essere molestata alle spalle da bande di comitagi e da elementi avanzati del Corpo di Uzicc e de i Montenegrini, cui non era sfuggita la nuova sottrazione di forze fatta dal Po tiorek ai presidi della Bosnia.

Ma il comandante delle forze balcaniche non se ne curò, deciso a far concorrere tutte le forze contro la massa principale dell'esercito se rbo, il cui abbattimento avrebbe automaticamente ristabilito la situazione in Bosnia.

Furono riprese il 13 le operazioni della 5• A. a nord cli Ljesnica, mentre il Krauss avrebbe dovuto attaccare sulla Sava, così da vincolare i Serbi sui due fiumi oo eyitare ulteriori spostamenti.

Le due operaziani, il cui maggiore rendimento sarebbe nato <l'alla contemporaneità, furono invece sfasate, mentre la 6.. A. continuava nel tentativo di aprirsi il varco oltre Krupanlj.

Il generale Frank .riuscì a superare la Drina con la destra del X III Cor;po (42a Di v.) e con la sinistra dell'VI II (21" Div. Sch.).

L'attacco yiolento e .penetrante della 42a Div. richiamò sul fiwne verso Koviljaca la D iv . Mista, già in marcia su Zaulaka; quello della 21.. Sch. indusse il Putnik aid assegnare senz'altro alla II A. la Div. Sum. I e la Div. Cav,; quest'ultima per yig.ilare e coprire la Sava.

Un tale farraginoso movimento di divisioni e di distaccamenti, che rendeva disagevole al C. S. serbo il governo stesso della battaglia,

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richiese un ordinamento delle armate ed un chiarimento dei rispettivi compiti (r).

La I A. -.. divisioni Dan. I e II, Mista e distaccamento di Ljubovija - si rjcostituì a P ecka per agire controffensivaroente sul fianco e sulle retrovie .del neroìco ID.elle direzioni di Krupanj, Zaulaka, e · proteggere jn pari tempo la linea Pecka-Valjevo.

L a III A. - divisioni Drin. I e II , M or. II - <lbveva resistere sulle alture di Boranja PL e Gucevo; passare al momento opportuno alla controffensiva. Avrebb e dovuto cedere appena possibile alla I A. la Div. Mista che aveva impiegato il r3 sulla Drina; nel fatto ciò non avvenne mai più.

La II A. - divisioni Tim. I e 11, Mor. I, Suro. I, Cav. - dife_ndere la Orina fra Ljesnica e la confluenza con la Sava; vigilare ]e provenienze da nord; aiutare, ove necessario, la III A.

Qualora l a pressione del nemico avesse costretto a ripiegare era previsto lo schieramento delle tre armate sulla linea Slatiina-ZaulakaOsecina.

L'esercito serbo aveya cool aYUto tempo e modo, pur mentre H nemico premeva, di riordinarsi edJ assumere un nuovo schieramento più forte ad ambedue le ali : a si.n.istra per la presenza della I A. con compito controffensivo; a ,d·estra 1per le riserve della II le cui forze erano esuberanti alla :difesa sulla Orina e potevano provvedere a fronteggiare attacchi austro-ungarici dalla Sava.

Anche ora però ·il C. S. serbo non aveva più nessuna unità a disposizione con cui provvedere agli incerti <lella battaglia, ancora all'inizio dello .sviluppo.

Del pari senza riserve era il Potiorek e non in grado di alimentare, come sarebbe stato necessario, il promettente attacco della 6a A . Egli, pure aventlo un limpido concetto offensivo, la manovra per le ali, ha schierato uniformemente le armate da Sabac a Ljubovija ed ha premuto uruformemente ovunque, meno sulla Sava dove il Krauss tarda molto a mettersi in moto. Nè d'opo il primo insuccesso <lt.lla 5"' A. ·ed il successo della 6"' manovra come la situazione sugge-

(1) Ordine n. 2074 del C. S. ~erbo - 14 settembre 1914.

r irebbe. La s"' A . resta alcuni giorni del tutto inoperosa in attesa che maturi l'azione della 6" salvo a riteo.tare poi il passaggio della Drina là dove era già fallito ed ancora senza ottenere grandi risultati. Vi è un concetto di manoyra strategica, clhe però si traduce rigidamente nel campo tattico, dove una maggiore elasticit.à ne avrebbe favorito il successo.

I Serbi manovrano :più audacemoote e più spigliatamente senza riguardo a piani preconcetti nè a :vincoli organici; gli Austro-ungarici seguono una falsa riga che yieta loro di cogliere la fortuna delle fugaci occasioni.

LA PRESSIONE AUSTRO-UNGARICA SULLE ALI DELL 1 ESERCITO SERBO.La situazione a metà settembre è favorevole alle armate dei Balcani; non ostante qualche molestia in Bosnia.

La 6" A. dalle alture di Gucevo, Boranja e Sokolska Pl. ha la possibilità di puntare nella valle dello Jadar e costituisce il maggiore pericolo per i Serbi.

La 5a ha da due giorni un piede sulla destra della Drina; è in buone condizioni; potrà procedere sul Cer ed attraverso la Macva in accordo col Coripo Krauss . Questo, liberata ormai la Sirmia dai Serbi della I A. ed organizzatosi, può intraprendere le operaziooi contro la <Jestra dello schieramento avversario. Dovrebbe puntare in direzione di Valjevo dove non si sa che cosa incontrerà; le notizie .in ,possesso del comando delle truppe balcaniche lasciano supporre che cospicue forze :serbe siano addensate a sud ig'i Sabac.

La ripresa attività in Bosnia, dove negli ultimi giorni le bande di cetnici sono state più penetranti ed il Corpo dii Uzice ha fatto capolino oltre Drina, desta qualdhe allarme .nelle retrovie della 6a A.; il Potiorek cerca di parare con le truppe in posto e prosegue nell'attuazione del suo piano. Egli spera molto nell'operazione del Krauss che, contemporaneamente al rincrudirsi dell'attacco fra Ljesnica e la Sava, faciliterà l'ava!.llzata della 6a A., che è stata arrestata dai contrattacchi accanitamente condotti dalla Div. Da;.:i. II, mentre la Dan. I, arrivata a Pecka la sera del 15 settembre, ha migliorato notevolmente la situazione della sinistra serba, riducendo il pericolo da Ljubovija.

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7

La 5& A. fa scarsi ,progressi; la croata 42• Div. respinge il 15 un furioso contrattacco della Divi Drin. II, la quale è anzi costretta a tornare ·sui suoi passi con grande celerità (1). Non riesce però ad al!argare la testa di ponte, di fronte all'intervento .della Div. Mista. Léb vivacità del combattimento ed il disordine nelle file della Drin. II ri- .. chiamano verso Tekeris anche la Div. S1JtD.. I.

La 21 .. Div. Sch . si mantiene nell'ansa della Sava a nor.cl di CrnaBara ma non avania; il comandante dell'VIII Co11po fa spostare verso nord anche la 9" D iv., la quale non era riuscita a superare la Dri na, perchè tragga profitto della piccola testa di ponte costituita <lialla 21' Sclh. ed insieme con essa tenti di sboccarne. Vi giunge la sera <l'e! 16; la testa di ponte si allarga ma non si approfondisce.

Il Corpo misto del Kranss si accinge a passare la Sava; non brilla, nei preparativi, ,per soverchia celerità.

Le forze serbe, pressochè raddoppiate d'i fronte alla 6· A., finirono per opporre un ostacolo assai duro alla marcia a. u . su Jarebice e Zaulaka; quasi insuperabile senza ooa rpiù profonda penetrazione della saA. e ,prima che l'azione del Corpo Krauss si ripercuotesse sullo schieramento delle armate del Putnik.

Il Potiorek interruppe allora la lott a del XV e del XVI Corpo, molto stanchi e già alquanto logori. ,Avrebbe -così potuto, durante la sosta, occuparsi di quanto stava succedendo nella Bosnia orientale; mentre la 5a A. avrebbe ultimato lo spostamento a nord' anche dìella 36' D iv ., cui non era stato possibile passare la Drina a Ljesnica, portandola a tergo dell'VIII Corpo che non riusciva a sboccare ·dalla testa di ponte di Crna-Bara.

Il Corpo misto .diel fml. Kr auss (1 e 29.. div.) forte di 33 btg., II sq ., 16 btr., fu affiancato •da una brigata ddla 21 .. Div . Sch., per

(I) Dice la R. A. che la Drin. II fu costretta « a sottrarsi i.o buona, parte in fuga disordinata». La R. S. narra che « durante la notte dail 14 al 15 il 2° .reggimento sopranumero ha abbandonato la linea ...senza akun grave m0>tivo. Il comandante del reggimento temendo di essere circondato ha ordinato la ritirata 11. '

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manovrare da Mitrovica sulla destra della Div. Mor. I la quale, ben trincerata sugli argini <lella Macva, aveva sinora tenuto iu scacco l'intero VIII Corpo.

Il Corpo misto del Krauss superò finalmente la Sava, senza gravi difficoltà, tra il 15 ed il 17 settembre; nell'ansa di Jar ak.

La difesa del fiume ad ovest di questa località era affidata alla Div. Cav. ed a pochi battaglioni di fanteria; scarsa era l'artiglieria. Rinforzi erano in viaggio: un reggìmento di fanteria di nuova formazione (1) ed alcunj battaglioni cli riserva insieme con artiglierie da posizione, furono avviati a Sabac dal C. S. serbo per rinforzare l'ala destra della II A. la quale aveva :però ancora in riserva l'aliquota della Div. Tim. I già riordinata.

Questa somma di forze apparve a l Putnik, dhe sino àal 15 aveva avuto notizie delle in tenzioni del Corpo Krauss, sufficiente per parare al nuovo pericolo. Egli invece giudicava tutt~ra grave la situazione della III A., ed era particolarmente preoccupato, il 15, degli attacchi del XV e del XIII Corpo e dell'incidente capitato alla Div. Drin. II, tanto cihe ordinava alla Div. Sum, I, di accorrere da Tekeris sulla siinistra della II A., per eliminare ogni minacc ia da Koviljaca e per sostenere t,rna eventuale ritirata della Div. Drio. II (ord. 3125 op. del 16 settembre).

Il passaggio della Sava fu completato dal Krauss molto rapidamepte, non ostante la tetnace resistenza della Div. CaY ., rimasta pressochè sola a contrastarlo, poichè i battaglioni serbi di terzo bando si erano dispersi al primo urto. Nm valsero a rallentarlo elementi della Div . Tim. I rapidamente accorsi di fronte ad Jarak.

Il mattino del 17 settembre la 29"' Div. e la brig. della 21 • Sch., dopo una fiera lotta con la Div. Cav. serba, ampliavano notevolmente la testa di ponte fra Mitrovica e Sabac; senza però impadronirsi di quest'ultima località nè riuscire sulla destra a collegarsi con l'VIII Corpo.

Il comandante ,della II A. serba fu molto preoccupato dell'operazione del Corpo misto.

(t) Des.cinato a ricostituire nella. Div. Tim. I il 13•, distrutto il 6 settembre.

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L a sera del 17 il generale Stepanovic telegrafava al C. S. : « Il nemico ha inizialo l' azione sul mio fronte orientale da Jarak a Sabac. Finora non si può prevedere l'intensità e la forza dell'azione; ma qualora essa fosse sviluppata seriamente la mia posizione diverrebbe assai di{ficilc non aycndo forze sufficienti per poter combattere con successo su ambedue le fronti, Soo.o quindi del parere dbe, qualora non mi si possano mandare rinforzi, mi si inviino truppe qualsiasi per guarnire la posizione presso Slatina e per agevolare, in caso di obbligato ripiegamento, la radunata della mia armata sulla limea K occvac-Bela rc ka-S kitina >> (1).

Non era però nelle intenzioni del Putnik di ripiegare, sia pure con una fra zione, di fronte al nuovo at tacco. Il 17 l a buana piega presa a sud dal contrattacco della I A. e la promettente resistenza della III lo indussero a distogliere la Div. Sum. I da l ccxupito g ià effidatole, di inserirsi fra II e III A ., avviandola invece nella zona di Sabac .

C osi i l gonera le Steipanovic rinunziò momentaneamente all'idea di ripiegamento ed organizzò per il 19 agosto un contrattacco contro il Corpo K rauss; con le divisioni Tim . I, Surn. I e la Div. Cav.

Il contrattacco non riuscì a ricacciare il Corpo misto a nord de lla S ava; ne fermò però nettamente e per loogo tempo l'avanzata.

Fu costitui to, con truppe del Banato, un nuovo gruppo (2) comandato dal fml. Lii tgcndorf, posto come il Krauss ogli ordini del comandante della 5a A., il quale tontò ap rirsi l a strada da Sabac per facilitare l'opera del Corpo misto; ma l'operazione non potè essere condotta a termine perc hè una nuova i ncursione serba del distaccamento di Belgrado su Semlino richiese l'invio di truppe in questa località.

L a lotta languì su lla Sava e sulla bassa Drina e finì per stabili zza rsi ai limi ti dell e teste di ponte della 5 .. A. e de l Corpo misto del Kr auss .

(1) Comunica7Jooe n. 1317 op. d ella sera del 17 settembre.

(2) Constava di 13 btg. ed II btr. Erano dmast i a guardia della S::tva 5 btg.; altri cinque sul D anubio. Era100 tutti battaglioni di m::ircia o di landsturm.

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LA nIFFICILE SITUAZIONE LOGISTICA DEI DUE ESERCITI. - Vi fu

qualche altro mommto, verso il 24 settembre in cui il generale Stepan ovic ritenne assai mal sicu ra la situazione della sua armat:, nella battaglia su doppia fronte; ancora una volta accennò allora chiaramente alla opportunità di ripiegare sulle pendici sette ntr iooia li del Cer.

Difettavano le munizioni a tal punto che alcune batterie erano inoperose; pietose le condizioni del vestiario e dell'equipaggiamento; nè soltanto nella II A. L a crisi era stata però superata pcrchè ragioni simili ed altre, avevano notevolmente abbassata anche la potenzialità offensiva dell'esercito austro-ungarico.

Se Sparta piange, Mes sen ia non ride.

Anche per le armate del Poti orek la situazione dei rifornimeotj tra, se non tragica come presso i Serbi, almeno assai preoccupante; specie sulla D rina .

Le poche strade, strette e fangose, già non permettevano più ai carreggi di segl.lire le truppe.

Cominciavano a sca rseggiare le munizioni per artiglierie; l'esercito austro-ungarico aveva iniziato la guerra con una dotazione di colpi per pezzo inferiore a quella degli altri eserciti e già si trovava in difficoltà .

Mancavano nei Balcani artiglierie pesanti, indispensabili per i continui attacdhi di posizioni rafforzate.

Tutti i rifornimenti erano scarsi. Limitati per l'intero esercito della duplice monarchia, il Conrad li avviava prcferibilmonte sul fronte russo: j } prjncipale. Proteste quindi del Potiorek, specie per le munizioni, e contrasti violenti col Capo di S. M. Nacquero intromissioni di governo e della segrcleria militare dell'Imperatore; conseguenza finale una decisione dell 'Imperatore, al quale il fronte balcano stava molto a cuore, che rese quasi del hltto indipendente il Potiorek dal Conrad, per le operazioni e per i rifornimenti. Questi ultimi dal comando delle armate balcaniche potevano essere chiesti direttamente al Ministero della guerra. Finiva in tal guisa per essere tolta al Comando Supremo la manovra delle disponibilità, le quali, appunto perchè scarse, dovevano essere regolate secondo i reali bisogni e gli scopi della guerra sui vari fronti, che solo dal coman-

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dante in capo potevano essere perfettamemte compresi ed esattamente valutati.

Tutto il mondo è paese! Contrasti ~i capi fra loro, divergenze fra generali ed uomin i politici, difficoltà in coordinamento di operazioni e .di servizi in teatri lcntani e diversi sono stati all'ordine del giorno in tutti gli Stati belligeranti.

E non mancarono neppure in Serbia, a giudicare da alcune le ttere e telegrammi diretti dal Putnik al Ministro della guerra. Il 14 settembre (illi. 3u9 op.) egli scriveva : « Le truppe dell'esercito operante soffrono la massima penuria di vestiario, calzature e materiali r!i attendamento... Un rilevante numero di richiamati combatte col proprio vestito da contadino che è consumato; spesso con solo mU ·· tande e camicia .. . Vi sono reggimen ti che compiono marce forza:te a piedi mezzo nudi ed entrano in combattimento del tutto scalzi.

« L'opera del Ministero della guerra per rifomire l'esercito di vestiario e calzature non lha dato s,inora alcun risultato...

« .. .Trovo che con maggior energia e miglior metodo di lavoro si potrebbe ottenere, almeno, che i nostri soldati non vadano a piedi nudi » .

Ed il 22 settembre, mentre la battaglia infuriava su tutta la fronte, telegrafava: « Prego il signor ministro d i adoperare tutti i mezzi per rifornire le munizioni di artiglieria, avviandole subito qui, perchè il morale della fanteria non si inde bolisca e non :si rilassi del tutto ». Occorre dire che in queste condizioni il soldato serbo si è portato ,assai bene; e che i casi di debolezza, sono stati il più delle volte dovuti a ch i non sapeva, o non ,poteva, provved'ere ai bisogni più elementari delle unità e della battaglia.

Non v'ha dubbio che l'inferiore grado di civiltà delle popolazioni :serbe ed il basso ttmore :di vita cui esse, specie quelle del contado e >della montagn a, erano ayvezze, rendevano più facile soppor· tare le dure privazioni ed i grandi disagi.

- Si era intanto riaccesa la battaglia sulle alture di Gucevo e dello

I02
IL CONTRATTACCO SERBO ARRESTA LA 6" ARMATA AUSTRO-UNGARICA.

Jagodnje e sì andava accentuam.do in Bosnia l'offensiva del Corpo di lhice e dei Montenegrini.

Andbe perciò il Potiorek .desiderava un'azione più energica da parte del Krauss, di cui ebbe a dire che faceva «, un lavoro buono, sì, ma molto circoopetto >) (r). Nè il suo apprezzamento è lontalilO d~l vero quarrdo :sì pensi che il compito affidato al Krauss esigeva appuhto un'avanzata particolarmente celere ed energica, tale da farne sentire gli effetti « a sud, di Zaulaka, guadagnare spazio al più presto p oss ibile e lanciare altresì la propria cayalleria » (R. A.) . Invece, dopo una settimana il Corpo misto era nelle stesse posizioni raggiunte il 17 settembre.

Gravi erano certo le difficoltà che vietavano al Krauss, generale avveduto ed energico, di imprimere alle operazioni il ritmo voluto dalla situazione; insite alcune nella organizzazione stessa del Corpo mista, incompleta come accade sempre per le grandi unità improvvisate, ma certameinte non insuperabili. Più gravi quelle create dalla rapida manovra con cui il C. S. oppose nuoyc forze assai sollecitamente accorse D iv. Sum. I - e che contrattaccarono con a udacia e con vigore togliendo per il momento al Krauss la iniziativa d e lle operazioni ed arrestandolo sulle posizioni raggiUJDte.

La 6° A. a.u. non risentì così alcun benefico effetto della manovra sulla Sava; dovette inoltre subìre l'urto della I serba in quegli stessi giorni che il Potiorek aveva destinato al ripooo.

Compito precipuo dell'armata del generale Bojovic era di estinguere la pericolosa mimaccia a .u. sulla strada di Valjevo, scaccia ndo anzitutto il nemico dal Sokolska Pl. e quindi, scendendo la Drina, operare sulle retrovie della 6. A. a.u.

Compito, in verità, un po' eccessivo per le forze del generale Bojovic, al quale erano rimaste soltanto le Div . Dan, I e II, giacchè la Di v. M ista, fortemente impegnata sulla frante della III A., aveva finito col rimanere nel nesso di quest'ultima, che sulla Boranja Pl.

(1) R. A .. - Dal diario di Potiorek.

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e sul Gucevo durava fatica a resistere alla pressione del XV a.u., mentre era minacciata dal XIII nella zona di Koviljaca.

Il 16 settembre la I A. attaccò il Sokolska Pl.; la III A. con fa Div. Drin. I e la Mista putr:ltÒ sul Boranja e sul Gucevo.

La battaglia si svolse, quasi ininterrottamente, sino al 25 set t embre.

Costituisce l'episodio più saliente di quel periodo di lotta sulla Drina.

L e giornate del 16 e 17 settembre furono apportatrici di copiosi frutti e messaggere di fauste speranze per i Serbi.

La I A. travolse i nemici sul Sokolska e liberò la strada Ljubovija-Pecka. Gli Austriaci furono serrati assai da presso nella ri · tirata: « i d:ifensori - dice la R. A. - attraverso terrooo difficilissimo si sottrassero in fretta ali' attaccante che .impetuosamente avan · zavasi e vennero in definitiva a comprimersi nello stretto burrone del1'alta Gracanica, id.ove una sola stretta strada discende la valle ».

Il cornamdante della I A. serba dopo il primo successo confidò in maggiori risul:tati per l'avvenire: « Passalto sviluppato dalle truppe della I A., scriveva il generale Bojovic la sera del 17 al C. S., ha stroncato la resistenza del nemico, il quale si è ritirato in disordine verso la Drina; si cerca .di tagliargli la ritirata verso Ljubovija }1 .

Era infatti proposito -del comandante della I A. di proseguire il 18 agosto con la sinistra lu:n.go la Drina, verso Zvornik, per staccare dal fiume le unità austriadhe schierate sul Boranja Pl.

Ma le truppe del Potiorek, abbandonata Ljubovija, si erano fermate, raccolte da riserve fresche, sulla forte altura di Jagodnja, che guarda a sud sulla Drina; erano a nord-ovest ben collegate sulla Boranja Pl. col XV Corpo, contro la cui resistemza l'impeto della Tll

A. serba si era infranto.

La I A . serba attaccò ripetutamente con grande costanza e valore lo Jagodrtje per circa una settimana; la III si lanciò contro il Bora nja ed i] Gqcevo; ma setn.za risultati. La sommità dello Jagodnje, ristretta cresta lunga appena 400 metri, ca·dde in mano ai Serbi, i quali non poterono però progredire oltre; vi furono anzi accerchiati dalle fanterie nemiche per tre lati ed inchiodati dalle artiglierie, le quali causarono perdite enormi ai troppo numerosi reggimenti che vi si erano ammassati.

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L'attacco non era stato regolato dal comandante di armata; lo aveva condotto il comando della Div. D an. I d'accordo con la Da n . II ; nè se ne comprende il perchè. Vi furono impiegati beo sette reggimenti di fantèria che, a colpi di battaglione, riuscirono ad uno scopo ben limitato, la conquista delle trincee in vetta, logorandosi itn misura assai sproporzionata al fine conseguito.

Dice la stessa R. S.: « una forza co.5Ì poderosa per agire contro il fi anco destro del nemico è stata impiegata irragionevolmente » . Si può a,ggioogere che la grande massa, cinque reggimenti, operò frontalmente contro la durissima posizione; i due reggimenti destina ti ad un tentativo sui fianohi furono facilmente arrestati, men tre una manovra a pit1 largo respiro e con maggiori forze là doYe il ris1.1ltato poteva esse re più rilevante sarebbe stata certamente meno costosa e probabilmente più redditizia.

E alcuni di que i reggimenti, che pure avevano tutti sin allora valoro.5amentc combattuto, s.i demoralizzarono a tal punto da sottrarsi r ipetutamente ed in grave disordine al ccmbattimento.

Difettò inoltre il concorso dell'artiglieria sia per la sua esiguità, sia per lo scarso mun.izionamento, sia infine per difetto d'impiego.

E' un ordine d,i chi, avendo artiglierie a sua <lisposizione, non sa come utilizzarle e se ne scarica sul tecnico, d icendogli cose inutili, come il far pervenire in tempo gli elementi necessari per il più razionale impiego del fuoco, ed altre prive di senso ccme " il far sentire l a sua influenza sulla scelta delle po.5tazioni dei pezzi ». Ch e cosa abbia pensato il comandante di artiglieria di armata ricevendo quel!'ordin e non si sa; qu e llo che ha fatto dev'essere stato ben poco, giacchè le artiglierie a. u. poterono divertirsi indisturbate a maciullare i reggimenti se rbi su llo Jagodm,je.

Ancora una prova, se necessario, che l'azione di comando è. fonte principalissima, se non unica, del comportamento delle truppe davanti al nemico. LA

La lotta sullo J agodnje, località di capitale impor t anza per la 6· A.

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BATTAGLIA ILLANGUJ!)ISCE E LA SITUAZIONE SI STABILIZZA. -

a.u., si esaurì fra .il 23 e il 24 settembre; la tanto contesa sommità era tornata in mano delle truppe austro-ungariche.

Negli stessi giorni la battaglia languì su tutta la fronte per esaurimento di forze dei due avversari ; gli uni e gli altri si irrigidirono n elle trincee.

Vi fu ancora qual dhe sussulto, che portò specie sul Gucevo ad accatniti cero battimenti locali; ma la situazione nel complesso rimase invariata .

A circa 25.000 uom ini ammontavano le perdite della 6· A. austriaca; gravi erano anche quelle •de lla 5• e del Co11po Krauss.

Altrettanto sensibili erano state le perdite serbe; tanto da impensierire il governo serbo, il quale riteneva che « l'esercito fosse stanco e fosse necessario riordinarlo e rinvigorirlo » (1).

I provvedimenti di carattere logistic o energicamente reclamati dal Putnik furono, per scarsezza di mezzi, solo parzialmente adottati. Si accelerò invece l 'istruzione delle reclute, per disporre più sollecitamente di ccmplemcnti; fu chiamata all e armi la nuova classe e fu aperto un arruolamento di voloatari; per questi ultimi però difettavano i quadri.

Anche in Serbia la guerra, dal cui esito dipendeva la vita del r egno, pur essendo prevista da luogo tempo era stata preparata siccome di breve durata; la maggiore ricchezza del p aese, gli uomini, non era stata sfruttata a dovere,

Alla .fine di settembre le armate dei Balcani, dopo circa un mese di continue lotte, erano ancora lontane da l conseguimento dello st:opo. Due forti teste <li ponte erano costituite sui fianchi dello schieramento serbo: a ,no rd fra Mitrovica e Sabac, a sud fra Loznica e Ljubovija. Qt1est 'ultima località era stata :però perduta, e con essa il controllo sulla direttrice P ecka-Osecina, assai pericolosa per i Serbi; a nord il Kr auss non era riuscito ad impossessarsi di Sabac. Le altre picco le teste di ponte sulla Drin a e sulla Sava fra Lozni ca e Mitrovica mancavano di respiro; serrate, com'erano, da presso dai Serbi.

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(1) Comunicazione del governo serbo al C. S. del 19 settembre 19r4.

Il Potiorek aveva costituito le branche della sua tmaglia; non era ancora riuscita a stringerle.

I Serbi, pur fra gravi difficoltà, avevano, almeno per il momento, potuto far fronte alla minaccia su ambedue le ali. Per alleggerirla su quella meridionale stavano ora compiendo l'invasione della Bosnia orientale per creare una situazione pericolosa alla 6a A . aus troungarica.

La situazione serba era :però sempre grave e precaria; una sottile linea di divisioni era schierata con perfetta uniformità da Ljubovija a Sabac; se si fosse avuto un nuovo urto su qualche punto non sarebbe stato più possibile pararvi con spostamet.'lti di forze dall'uno all'altro estremo della fronte .

Serbi ed Austro-ungarici avevano gettato tutte le forze nella fornace della battaglia; nè il Potiorek nè il Putnik avevano riserve.

Solo un sollecito rinsanguamento poteva ridar capacità combattiva ai reparti e permettere la ripresa della lotta. E questo, per qua nto le esigenze della fronte russa prevalessero su quelle de] teatro balcanico. poteva avvenire più facilmente da parte austriaca, grave alla maggiore. disponibilità di mezzi e ad una organizzazione enormemente superiore.

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LA PUNTATA SERBO-MONTENEGRINA IN BOSNIA

L'AVANZATA DEL CoRPo DI Uz1cE ARRESTATA A RoGATICA. - La sottrazione di forze al Corpo di Uzice, a benefizio della III A., aveva costretto jl generale Bozanovic a troncare la languida offensiva verso Sarajevo. Sino alla metà di settembre, quando già ferveva la battaglia sulla Drina, l'attività dei Serbi e Mmtenegrini in Bosnia ed Erzegovina si limitò a modeste irruzioni con bande di cetnici e di irregolari; le quali però per l'audaoia con cui erano condotte finirono con l'essere n oo. poco moleste ai presidi austro-ungarici e resero precario il funzionamento db servizi della 6a A.

Le truppe lasciate dal Potiorek nella zona , 3.. ed 8a brig. mont., 9n brig. lst., ed i presidi delle fortezze ebbero il loro d a fare per opporsi ad una guerriglia insidi cx;a e mobilissima, contro la quale però, più che le truppe regolari, valevano i nuclei d5.. go.ndarmi e di volontari appositamente organizzati a tale scopo dal governatore della Bosnia-Erzegovina (1). Le truppe regolari, dall'una e dall'altra lY.lrte, costituivano la base del lavoro .delle bande. Era perciò necessario distruggere le basi se si voleva, da parte serba, s,pingere l'azione dei cetnici più a fondo e, da parte austriaca, vietare le insistenti e spesso gravi molestie alle linee di rifornimento; le quali, già di per se stesse, non erano dì eccessivo rendimento. La linea ferroviaria di Olovo, arteria vitale del XVI Corpo, fu non di rado raggiunta ed interrotta dalle baindc serbe.

(r) Questi nuclei variamente wstiruiti erano chiamati e< Streifabtcilungen » . tradotto dai Serbi in « Strafuni »; agivano con gli stessi sistemi, molto spicci ed un po' brigantesc hi, delle bande irregolar i serbe.

CAP. VI.
r

Le forze a. u. rimaste in Bosnia ed Erzegovina non avevano, da sole, possibilità di attaccare il Corpo di Uzicc cd i Montenegrini; anzi la loro debolezza si mostrò palesemente tale da invogliare il comandante del Corpo <li Uzice a riprendere l'interrotta avanzata, tanto più cht: il Potiorek non avrebbe pqtuto rinforzarle se non a scaipito dei Corpi impegnati sulla Orin a; cooipromcttendo quindi il buon esito ddle operazioni in corso.

Una puntata sul tergo ,della 6" A . avrebbe perciò potuto essere di grande rendimento per alleggerire la pressione sulla III A. serba e facilitare l'azione della I.

L'avanzata allettava inoltre in modo particolare i Montenegrini, i quali speravano che un'affermazione in Bosnia ed in Erzegovina finisse per costituire un fatto compiuto lasciando nelle loro roani un pegno all'atto della pace. In quel momento le sconfitte subìte dagli Austriaci sulla fronte orientale e la vittoria franco-inglese della Marna facevano intravedere non lontana la cessazione delle ostilità.

Il C. S. serbo aveva lasciato libero il generale Bozanovic di operare offensivamente o meno; egli, se la situazione si fosse presentata favorevole per indebolimento delle forze a . u. in Bosnia, poteva spingersi su Vlasenica.

11 13 settembre parve giunto il memento opportuno: la 6" A. era fortemente impegnata e le forze austro-ungariche sull'alta Orina, a monte di Bajina Basta mostravano ogni giorno più la loro debolezza .

Il Corpo d,i Uzice iniziò senz'altro l'avanzata insieme con i Montenegrini. La brigata Uzice IDOS'SC da Bajina Basta; la Div. Sum. II ed il distaccamento del Liro dalla fronte Staribrod-Usti praca; il Gruppo mo~tencgrino del Sangiacato da Gorazde e Foca (r).

Obbiettivo ccx.nune: le retrovie della 6" A. austro-ungarica; particolare la ferrovia di Olovo.

Avrebbe dovuto trattarsi di un colpo rapido e deciso; questo era, almeno, nello spirito ddl 'operazione.

L'avanzata fu invece lontissima: per difetto di organizzazione

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(1) Schizzo n. 8.

e di attrezzatura e per mancanza di coordinamento nelle ope razi oni dei Serbi con quelle de i Monten egrini.

Nè gli un i ,nè gli altri avevano mezzi e servizi atti ad operazioni d1i largo respiro e, per di più, a ttrav erso un fiume non gu adabile e attrave rs o un terreno montano, boscoso, diffic ile e privo di rotabili ve re e proprie. Inoltre i M ontenegrini ,non aveyano voluto acce t tan; il com an do serb o e le relnioni fra il C orpo di U zice ed il Gruppo del Sangiacato si svo lgevano attraverso il delegato serbo al quartier generale montenegrino. Con quale gua:dag'lo di t empo e chiarezza di direttive è facile immagina re.

Non esisteva materiale da ponte; e per prima cosa si doveva passare la Dri na. In qualdhe punto, poichè il nemico era asse nte, si arrivò a traghettarla su piccole zat t ere costruite sul posto, ton.ute a ga ll a da botti vuote, e ch e portavano due uomini per volta!

« Si capisce - dice la R. S. - c001e i competenti abbiano preso all a leg ge ra la sol uzione di 1Jil problema così frnip ortante quale il forzamento della Or ina, non curarr<losi di assicurare a lle truppe, prevcntivameote, i ma teria l i indispensabili » .

D ifettavano i mez~i di trasporto e specialmente ]e sa lmerie, indispe nsab ili in un terr eno dove le strade costi tu iv a no un'eccezione. Le truppe serbe dovevano vivere, in gr:in parte, s ull e risorse loc ali; il c he era possibile in casa propria, ma diventava m olto dif ficile in Bosni a.

Il passaggio dell a Or ina fu ultimato fra il 15 ed il 16 se ttembre; il gi orno successivo un distacoamento della brig. Uzice raggiungev a Osma cc e puntava su Sreb renica; la Div. Sum. Il ed il di s tac camonto del Lim a rriv avano a Roga tica, <love si affacci avano pure elementi m onteneg rini provenienti da Gorazde e F oca (r) .

Gli Austr o- ungari ci di fronte a lle forze soverchianti ripiegar ono, riunendosi fra Sarajevo e Vl asenica, dove all 'inizio si trov:irono 1'8·

(1) La presa di Rogatica fu ragion<: di contrasto fra Serbi e Montenegrini, per la priorità dell'occupazione e per stabilire da chi la lOG1 li tà dovesse essere ten uta. Vi rimasero i Serbi. Altri dissid i nacquero più tardi perchè le pattuglie montenegrine operava.no anche davanti al fro nt e serbo, con la conseguenza di

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brig. cnont. e la 9.. 1st.; ivi dovevano raggiungerle rinforzi che si stavano orgain.ìzzando a Tuzla e la 3• brig. mont. la quale, lasciato un distaccamento di fronte al gruppo montenegrino dell'Erzegovina, tentava di ripiegare per Kalinovik su Sarajevo. Queste truppe dovevano, manovrando e contrattaccain.do, difendere la rotabile Sarajevo-Vlasenica-Zvornik alla quale facevano caipo le linee di rifornimento della 6.. A .. Verso Srebrenica si 1dovevano tenere i Serbi quanto più possibile ad:cJ.ossati alla Driina, in attesa di poterli ricacciare al di là.

Il Potiorek, non ostante la gravità della minaccia, non voleva togliere forze alle due armate, le quali stavano sostenendo fieri combattimenti; specialmente la 6\ che sullo Jagodnje era violentemente contrattacata dalla I serba. R iusd a non toglierne, sino a quando la situazione non raggitllilSe fra il Gucevo e lo Jag odnje la fase di equilibrio,

Fq aiutato d~llo stesso C. S. serbo il quale, il _16 settembre, ordinò che il Corpo di Uzice si arrestasse a Rogatica e quello montenegrino del Sangiacato al bivio Gorazde-Sarajevo e Gorazde-Rogatica << .finchè la situazione nello scacchiere principale non fosse dhiarita ». . Ricognizioni dovevano essere compiute in direzione di Vlasenica e Sarajevo (ord. 3268 op. dél 16 settembre 1914; R. S.).

L a ragione strategica di un simile ordii:ie è del tutto. enigmatica, giacchè se un modo yi era per chiarire sollecitamente la situazione era appl!nto quello di puntare con decisione, col Corpo di Uzice, su Vlasenica facilitando il compito della I A. che proprio in quei giorni contrattaccava sul fianco destro la 6.. A. a . u.

Può forse trovarsene una ragjone politica nei dissidi serbo- montenegrini e nella volontà serba di delim itare anzitutto la sfera d'azione di questi ultimi in modo che noo. occupassero territori òveodicati dalla Serbia.

lunghe discussioni e perdita cli tempo di fronte al nemico. Ne erano fonte principale le comun i aspirazioni territoriali, che dovevano portare I.e cose a tal punto da indurre i Serbi a fomentare la rivolta in alcuni battaglioni montenegrini , pur cli levarsi da torno un i nromo do concorrente; che però in quei momenti rappresentava un prezi oso aiuto sul campo di battaglia.

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I

Erano quelli momenti in cui gli avvenimenti in Francia e sulla fronte austro-russa volgevano favorevolmente all'mtesa ed il goyerno serbo temeva di trovarsi, nell'eventualità di « scoppio» della pace, con territori cui esso aspirava in mano dei MontenegriniL

La situai,ione restò così in Bosnia stazionaria sino al 22 settembre; le ricognizioni, pur arditamente eseguite d~gli squadroni di cavalleria serbi a Gromili ed a Sok.olac verso Sarajevo erd, a Milici verso Vlasenica, lascilarono del tutto indifferente il comando delle forze balcaniche, come noo lo commosse l'occupazione di Srebrenica da parte di un nqcleo ·deHa brigata Uzice.

Il Potiorek potè non solo arginare l'offensiva della I A . serba sullo Jagodnje e mettere in critica condizione il nemico Ìill direzione di Krupanj, ma anche, dopo aver conseguito tale scopo, raccogliere truppe a nord di Vlasenica per far fronte al Corpo di Uzice.

TARDIVO ATTACCO DEI SERBI su VLASENICA. - Soltanto la sera del 22 settembre (ord. n. 3487) il Punoik per la gravità della situazione creatasi nel frattempo a Krupanj, si decise ad/ ordinare al generale Bozanovic di « sviluppare un'energica azione in direzione di Vlasenica, sul tergo dell'avversario »,

« Per il successo di questa operazione - egli dice. dovrete garentirvi il fianco sinistro e le spalle dalle provenienze di Sarajevo.

Impicg!herete per tale garanzia le forze che riterrete necessarie, e con tutto il resto marcerete in direzione di Rogatica-Zljebovi-Han Pjisak; cercherete di penetrare il più profondamonte possibile nelle retrovie del nemico e distruggere la linea ferroviaria della valle del fiume Kriva ja, che serve al nemico quale linea d!i comunicazione » .

Anche i Montenegrini del gruppo del Sangiacato dovevaoo concorrere alla sicurezza della sinistra e del tergo del Corpo di Uzice; con un ca:npito però limitato, sempre per la reciproca gelosia, mentre avrebbero potuto disimpegnare maggiori forze serbe; le quali, specialmente dopo aYer perdutò una settimana di tempo, non erano in numero esagerato per agire a fondo yerso Vlasenicia, dove ormai dovevano attendersi una forte e vivace reazione.

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8 Orr:,; ,.,.....,...-.,...,"

Il Potiorek era pressochè sicuro della resistenza sullo Jagodnj a e sul Gucevo; i Serbi della I e III A. erano sfiniti. Si poteva, su quella parte della frrote, assumere contegno nettamente dHensivo, anche per dare un qualche riposo alle trl.lìppe ,della 6• A., e ritdurne le forze per costituire un nucleo col quale sventare il nuovo perjcolo.

La Div. Sum... II, il distaccamento del Lim ed il Gmppo del Sangiacato progredirono lentamente, senza incautrare S0\1erchi ostacoli. Fra il 25 ed il 26 settembre .i Serbi erano fra Gromile e Vlasenica con elementi av.anzati nei pressi di Olovo : la linea di rifornimento del XVI Corpo era seriamente compromessa .

Il gruppo del Sangiacato si ·stendeva su enorme fronte con la sinistra quasi a Kalioo·vik e la destra fra Pale e Praca, sulla ferrovia Sarajevo-Usti:praca.

Le forze a. u. eralilO però tuttora scarse. La 3"' brig. mont., impegnata ad Avtovac d~l gruppo montenegrino dell'Erzegovina, non aveva potu·to trasferirsi a Sarajevo. L'8a brig. mont. fronteggiava a Srebrenica il distaccamento della brig. Uzice, che soltanto il 27 fu ricacciato inrdietro; ma rl!Ilforzato e spinto di nuovo innanzi dovette ancora essere affrontato e res pinto in disordine oltre la Drina, Le truppe serbe òi 3° bando si mostrarono « assolutamente non impiegabili per una qualsiasi seria azione » (R. S.).

Così soltanto il 30 settembre l '8"' brig. mont. potè riunirsi a Milici.

In sostanza il 26 settembre le forze del generale Bozanovic non avevano di fronte dhe l a 9a. brig. 1st.; non osarono però affrontarla con risolutezza temendo per la destra, a causa dei ripetuti insuccessi a Srebrenica; nè er ano del tutto sicuri dalla parte dei Montenegrini.

Il 29 le truppe del Bozanovic eintr aron o a Vlasenica, dopo combattimenti di non granide entità; vi catturarono molto mtlteriale, ma non ardirono spingersi verso nord per disturbare le forze nemiche che si stavalllo radunando.

Infatti a Vlasenica si avviava a rinforzo della 9a lst., la 13" brig. mont., già riserva d/cl XVI Corpo, mentre a Tuzla ci& a Kladanj si riunivano battaglioni e batterie, tolti dai vari punti della fronte ed

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un reggimento proveoiente da Trieste. A Milici 1 1 8• brig, mont. minacciava la destra della Div. Sum. II e già il 29 settembre le aveva dato molto da fare sul V ranji Kamen.

Di fronte a ques t o addensarsi di forze a. u. segnalate dall'attiva esplorazione degli squadroni, il comandante del Coripo di Uzice ordinò che la Div. Sum. II, ritnforzata da una brigata montenegrina, si trinceras.5e di fronte a Vlasenica sulle al ture d'cl V ronji Kamen; il distaccamento del Lim a nord di Gromili. I Montenegrini sulla Romanja Plani-na .

I PRODROMI OELLA RIPRESA AUSTRO-UNGAIUCA. - Le condizioni del Corpo di Vzice, d'i fronte al nemico che cominciava a mostrarsi minaccioso, non sembravano al comandante molto tra,nquillanti .

Scontava amaramente il lungo tempo perduto.

« La situazione, dice il generale Bozanovic nel suo rapporto del 4 ottobre, va facet..'1.dosi di giorno in giorno più grave per le truppe di questo esercito, che sono molto esauste ed occupano una grande fronte (qualche reggimento schierato su più di 10 km.) ed anche a causa del terreno estremamente sfavorevole essendo tutto coperto di bosco»..

In realtà però le truppe non erano state sino a quel momento soverchiamente impiegate nè avevano ccxnpiuto sforzi tali da doverle ritenere esauste, specialmente se si confronta quanto esse avevano concluso, e non. era molto, con le operazioni e le marce compiute da altre divisioni serbe ·sul rimanente teatro di operazioni; il terreno era, è vero boscoso, ma lo era andhe per gli avversari che non ayevano un maggiore allenamento a combattere [lei boschi.

Solo la situazione del Corpo di Uzice. - come si disse - non era invece buona; la minaccia alle retrovie della 6"' A. che avrebbe potuto essere effìcassima se compiuta al momento opportuno e con celerità, si traduceva, ora che gli Austro-ungarici erano liberi di agire a loro piacimento, ilil un pericolo di annientamento per lo stesso Corpo dì Uzicc, se fosse rimasto passivo sulle posizioni prescelte.

Il Putnik, che per le difficoltà della ccxnplessa situazione gener ale mostrava momenti di incertezza e cominciava a farsi trarre a ri-

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marchio dai ca:nandanti di armata, invece di decidlersi a:n un immediato ripiegamento o ad· 1Jln attacco fulmineo che avrebbe ancora potuto dare buoni risultati, almeno locali, lasciò il generale BCYlanovic libero idi arretrare, se avesse creduto con ciò d.i evitare una sconfitta, su ,posizioni migliori e più raccolte; rinforzò con truppe d.i 1 ° band o la brigata Uzice, la quale mandò oo nuovo distaccamento a Srebrenica.

Ma ormai le forze a. u. destinate alla controffensiva erano pronte e vicine; il 5 ottobre i Serbi furono atta ccati; resistettero con la consueta tenacia, ma finirono con l'essere ricacciati.

Il 10 ottobre il Corpo di Uzice arretrava sulla linea Kula-Senkovici-Paklinak-Vratai; i Montenegrini fra Pale e Kula con elementi avanzati sulla Romanja Plaaiina; la brigata Uzice ayeva dovuto ancora una volta abbandlonare Srebrenica ed era raccolta a Bajina Basta sulla destra della Drina (schizzo n. 9).

La lotta sostò per qualche tempo. Le forze raccolte dal Potiorek, se erano state sufficienti per allontanare la minaccia serba dalle linee di rifornimento della 6a A., non lo erano per liberare del tutto la Bosnia orientale e per cacciare Serbi e Montenegrini al di là d'ella Drina.

Fu necessario raggrupparle diversamente; dotarle di mezzi più potenti e rinforzarle con altre unità, che la relativa tranquillità sulla destra della Drina permetteva di far affluire.

La fronte del XV Corpo fu allargata sino alla Boranja PI.. comprend~rncl'ovi andhe la Ia Div .; sullo Jagodnje Pl. rimase una forte divisione (Diy. mista) su cinque brigate da montagna , agli ordini del generale Goiginger.

Fu cos.ì reso disponibile il comando del XVI Corpo, ru quale fu affidato il compito <lì liberare la Bosnia, assegnandogli la 18"' Div., ritirata dal fronte della Drina, e la 50a cl.i nuoya formazione; in tutto sette brigate da montagna e di landsturm. Vi era fra esse una brigata proveniente d~l Tirolo, scelta fra quelle costituite «:kil generale Rohr sulla fronte italiana, dove la stagione sfavorevole e la situazione politica facevano per il momento escludere l'apertura dì ostilità da parte dell'Italia. L a 3i. brig. mont. fu definitivamente richiamata da

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Batkl.g/i;i di Roma n,a ?1

- .St/i,èramtnlò rJp1 Corpo d, l[:ua e ,Mqr 'lronfen. ·Sanfmlo •IOtJlf'l-"/J/4

Disloumone 8.,,iAJ i/lS ofrvbrl'

---+,- IJ,re!lrt'ti clal!iuo J,.U dal 18 o!l

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olllado~~ 0 Olo\'o SCHIZZO N. 9 .. ·p "' .. ..;; .. to tOJi,,.1 Fsr o SrtbM Ì tf
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Avtovac, lascian:do un piccolo dlist1accamento di frante al gruppo montenegrino dell'Erzegovina, ed inviata a Sarajeyo iper far parte della 50"' Div.

Tutti i movimenti poterono essere compiuti senza molestia alcuna da parte serba.

Qui il generale Bozanovi c· (1) era stato sostitujto, n el comando del Corpo di Uzice, .<llal generale Aracic sino allora coman:d!ante della Div. Tim . Il. Sperò così il Putnik di dare una più vigorosa spinta alle operazioni del Corpo di Uzice.

Ma se il Bozanovic non si era m ostra to s.overchiamonte dinamico, occorre però riconoscere che il mei:zo a sua disposizione non era atto ad operazioni di grande stile. La sola Div. Surn. II era ben organizzata e composta di elementi combattivi; tutto il resto invece aveva .il più delle volte rappresentato un peso morto; specialmente .la brigata Uzice, i cu i r eparti, anche in mano a comandanti molto energici, mostrarono assoluta assenza di capacità combattiva, dileguandosi ·soventi al primo urto. Si aggiungano le difficoltà del terreno; l'imperfrtto fu111zionamento dei servizi; le difficili relazioni con i Montenegrini; ed infine, non ultima per importanza, la vacillante direzione çel lo stesso C. S. serbo il quale col suo volere e non volere, col frequente cambiamen to di compiti finì per .non far vedere troppo chiaro al generale Bozanovic qu ale fosse la sua missione.

Anche i l nuovo comandante constatò subito grayi difficoltà nella situ-a.iione, tatnto che il 12 ottobre, dopo avere riconosciuto posizioni e schieramento, telegrafava al C, S.: « ... mi sono convinto clhe }a posizione (<1lella Div. Sum. II) è molto estesa, circa 25 km.; il terreno montuoso molto frastagliato impervio e coperto di foreste vergini

(r) Il 6 ottobre il C. S. serbo aveva i ndirizzato al Bozanovic, che si era recato a Rogatica per conferire col generale Vukovic, com.andante del gruppo montenegrino del Sangiacato, un telegramma molto secco : « appena avrete preso i progettati aocordi col comandante dell'esercito del Sangiaaato, recatevi subito alle vost re truppe . La, vostra andata a Rogatica per i-1 solo scopo di collegamento è necessaria». Ferveva allora il combattimento a Vlasenica.

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(sic). Per tal modo l'influenza idei capi più elevati sulle truppe non sì seote; anzi ogni truppa è abbandonata :a se stessa ».

Furono però spinti con grande alacrità i lavori di fortificazione; qualche ardita ricognizione serba provocò il 13 ed il 15 ottobre combattimenti a Vigova gora, ma senza alterare la situazione.

Intanto le condizioni climatiche ed atmosferiche diventavano di giorno in giorno più avverse; incessante la pioggia; spesso faceva ca · polino la neve. I movimenti sul terreno boscoso, senza strade e con piste ognora più impercorribili per il fango, erano quanto mai disagevoli.

I Serbi, assai meno bene organizzati ed attrezzati degli Austroungarici che disponevano di ottime brigate da montagna perfettamente ad·d1estrate e -provviste del necessarjo !per la guerra in montagna, ne soffriv~no in modo particolare.

La piena della Drina asportò i ponti serbi a Staribrod; qualcuno anche dietro al XVI Corpo a . u. Rimasero disponibili per l'intero Corpo di Uzice i due ponti, della ferrovia e della strada ordinaria, a Visegrad. I rifornimenti divennero ancora più ·dlifficili e non di rado le truppe serbe rimasero senza viveri, per quanto sotto l'impulso del generale Aracic fervessero i lavori per la sistemaziao.e dlelle str.ade .

A malgraido di tutto la Div. Sum. II ed i~ distaccamento del Liro finirono col fare acquistare alle posizioni su cui erano schierati u n t,d grado di solidità da resistere anche ad un potente urto. Fu resa particolarmente forte la 'Clestr,a della Div . Sum. II, collegandola con la brigata Uzice, così da farla penno della difesa e da permettere di manovrare, eventualmente, col resto delle forze .

Il flm . Wurm, comandante del XV a . u ., attaccò con la 50a Div. sul Romanja PL. e con la 18a dalla zona Grornile- H an Pjisak verso sud .

Il concetto originario, del Potiorek, era dli operare con l a 50"' Div. molto più .al la rgo, da Sarajevo per val Praca così da cadere a ll e spa ll e del Corpo di Uzice ed attanagliarl o fra le due djvisioni . Ev identemente la manovra a doppio avvolgimento era u na specie di ... chiodo ne ll a mente d·el comandante delle forze balcanidhe ! Vi rinunziò per guadagno di tempo, giacchè il terrem.o di val Pr aca non avrebbe consen tito celerità di mosse.

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La 109" brig. 1st. rimase di fronte a Srebrenica; minori distaccamenti collegavano le due divisioni; i nuclei rimasti a Kalinovik e ad Avtovac dovevano, nello stesso tempo, impegnare 1 M ontenegrini che avevano davanti.

Tutti i preparativi per l a battaglia furono compiuti in piena traoqqillità. Così sulla Drina il grosso dell'esercito e specialmente l a I A., come sulla fronte del Corpo di Uzice, i Serbi, che pur dovevano intuire tali preparativi, si mostrarono incaipaci di ostacolarli. Nè basta ,a giustificare l'assoluta inazione la stanchezza delle truppe, giacchè stanchi dovevan o essere anche gli Austro-ungarici; o la insufficienza dei servizi .

Da tutto il complesso delle operazioni affidate al Corpo di Uzice si ha l'impressione dhe il C. S. serbo non abbia apprezzato al giusto valore il possibile risultato di una operaz ione energica ed a fondo lungo una direttrice così pericolosa per la 6· A . a . u .. Chè se la valutazione fosse stata esatta non si comprwderebbe nè la costituzione stessa del C orpo di Uzìce privo dei mezzi più elementari per operare offensivamente ed avente nel suo seno troppi reparti di terzo bando, nè la mancanza di impulso iniziale; ed infine tanto meno riuscirebbe comprens ibile l'assolut a inazione d urante i preparat ivi del Potiorek che durarono dal 10 al 18 ottobre.

La impressione è più viva se si approfondisce qualche particolare. Così il distaccamento più volte inyiato da Bajina Basta a Srebrenica e più volte battuto al primo contatto col 11J.em ico, non solo era ccmposto da truppe di 3° bando poco consistenti ed affatto combattive ma non aveva artiglierie da montagna; in una zona montuosa e dove le strade eraino un mito avrebbe dovuto trascinarsi dietro artiglierie di piccolo calibro... da posizione!

Lo stesso Putn ik mostrò poi, sino dall'inizio, di attribuire scarsa importanza all'operazione affidata al Corpo di Uzic e; sino dai primi di settembre, infatti, non appena manifestatosi l 'attiacco sulla Drina, esso fu per il primo depauperato di parte delle forze e la missione affidatagli fu tramutata in difensiva; mentre una puntata immediata decisa ed energica sarebbe stata in quel momento la migliore remora all'attacco della 6a A. austro-ungarica.

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E lo stesso può .cJirsi dell'inconcepibile arresto, il 1.6 settembre, ,ia Rogatica: in attesa che ·si chiarisse la situazione sullo Jagodinje e sul Gucevol Quale migliofe momento di quello perchè il Corpo di Uzice operasse a fond!o? ·

La grande guerra è stata chi amata , dal generale tedesco Max ... Hoffmann, la guerra delle occasioni mancate. Questa fu forse una per i Serbi.

E' vero però che le occasioni mancate ·si riconoscono solo... ad avvenimenti conclusi.

LA BATTAGLIA DI RoMANJA PLANINA. - Il 18 ottobre, quando le truppe del fml. Wurm iniziarono l'attacco, la sorte del Corpo di Uzice era ormai segnata.

Lo stesso generale Aracìc aveva ben poca fiducia nelle possibilità di resistenza. Al C. S., dhe il gio1100 16 gli chiedeva se vi fosse possibilità di successo per una nuova offensiva su Vlasenica in cooperazione col •d istaccamento di Bajina Basta rinforzato dti eleme~ti attivi e da artiglieria da montagna , egli rispandeva:

- aver di fronte circa 31 battag lioni a . u., ai quali poteva contrapporne 22 serbi e 15 montenegrini; questi ultimi di non più di 500 uomini;

- essere possibile al nemico ricevere rililforzi; impossibile ai Serb.i.;

- sicuri fianchi e tergo del nemico; assai mal sicuri quelli delle sue truppe, ri:d1otte per di più ad avere un solo ponte sulla Drina e disperse su larga fronte; minacciati da Sarajevo e da Kalinovic.

Per conseguenza il generale Aracic non solo riteneva impossibile un'offensiva, ma « difficile mantenere le posizioni occupate in caso di attacco del nemico superiore in forze» (1):

Una via di uscita <lalla imbarazzainte situazione avrebbe potuto procurarla « un dista ccamento di dieci battaglioni, al ccroando di un

(1) R. S. - R apporto del comandante del Corpo di Uzice al C. S. in data 17 ottobre 1914.

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eccellente comandante, il quale passando la Drina a Bajina Basta puntasse su Srebreoica; la Div. Surn. II avrebb e allora potuto procedere innanzi ed attaccare a sua volta, impiegando il distaccamento del Lim a protezione del fianco sinistro »L

Manco a dirlo, il C. S. serbo, che non sapeva dove prendere i dicci battaglioni, rmunziò senz'altro all'offensiva ed ordinò al gen erale Aracic di resistere ad oltranza sulle p os izioni occupate.

La dbmanda del Putnik era in verità alquanto strana, giacchè la situazione generale doveva es.sere nota al C. S. meglio che al ccmaio.dante del Corpo di Uzice; nè gli potevano essere ignote le condizioni particolari di quel settore della fron te, d ove, al punto in cui eran o giuinte le cose, un'offensiva non aveva più alcuna ragione d'essere e dove sarebbe stato ormai più opportuno ritrarre le truppe sulla destra della Drina anzichè esporle adi un sicuro ed inutile insuccesso.

La battaglia si svolse sulla fronte dal Praca a Vratai ( T)

La 50a Div., diretta sul Romanja Pl., dbveva superarlo e tagliare la rotabile Kula-Viscgrad; si trovò di fronte i Montenegr.itni. Un distaccamento da Pale agiva contro la stes.sa Romanja PI.; un altro a Kalinovik osservava i Montenegrini -della Drina .

L a r8a Div, avanzò con la destra (8a brig. mont.) a cavallo della strada Han Pjisak-Sarajevo pure contro la Rcmanja Pl.; le altre d1.1e brigate (5• e rt) attaccarono da nord il distiaccamento del Lim e la Div. Surn. II in direzione di Senkovic, Paklinak e Vigova gora. L a 13• hrig. mont., che già nei gionni precedenti aveva combattuto a Vratai, fu diretta contro la destra della Div. Sucn. II.

La r6• brig. mont. in riserva ad Han Pijsak. Alcune di queste bri g ate erano di formazione; vario era il numero di battaglioni di ciascuna; talune costituite anche con elementi di landsturm, non giovani ma ottimi montanari e soldati, specialmente i nuclei provenienti dal Tirolo. Im t ota le 29 battaglioni, di qualità 'Superiore, ben addestrati ed inquadrati; provvisti adeguatarr,ente di artiglieria da montagna,

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(1) Schizzo n. 9.

La battaglia durò sino al 21 ottobre. La Div. Sum. II resistette valorosame nte e conservò le posizioni siino all'ultimo; contrattaccò anzi e mise a mal partito le brigate a . u., tanto che il fml. W urm fu costretto a far avanzare il giorno 21 da Pijsak sul campo di battaglia la 16a brig. mont. ed a spostare verso Vlasenica la 4 • brig. mont., unica riserva rimasta alla i<livisione G oiginger sul Jagodnje.

A n che sulla fronte dd distaccamento del Lim, fra P aklinak e Senkovici, la resistenza serba fu aspra; però la 1811. Div. riuscì a conqu,istare le po.5izioni avanzate ed il 20 ottobre giungeva sul Paklanik, minacciandb di incunearsi fra il distaccamento stesso e la Div . Sum. II; forti contrattacdhi di questa, bon appoggiati !dall'artiglieria, la fermarono e la c05trinsero a resistere in posto.

La battaglia fu risolta dalla manovra della 50• Div .. Questa non trovò su l Rornanja Pl., pianoro facilmente difendibile che presenta salti di roccia da 200 a 500 m ., la resistenza che aveva preveduta. Il grosso mmtenegrino era schierato fra Senkovici, KuLa, Markovo brd e Praca dl; sbarrava anche la val Praca. Gruppi avanzati erano sul Romanja PI.

L' attività del distaccamento a. u. di Kalinovik verso Foca, alle basi cioè delle vie che conducevano alla Drina; il pericolo rappresentato dall'altro distaccamento di Pale per il fianco sinistro del Rornanja Pl. impressionarono soverchiamente il Comando montenegrino che temette di essere tagliato fuori. L'al tipiano fu sgombrato quasi senza combattere, e già il 19 la 50" Div. poteva occuparne il margine settentrionale con grande vantagg.io per la prosecuzione dell'attacco, che incontrò resistenza alquanto più sa lda. Il 20 ed il 21 si combattè però già sulle pendici meri,d ionali d'el Romanj a Pl.; i Montenegrini del generale Vukotic passarono anche al contrattacco, simultaneamente al distaccamento del Liro ed alla Div. Sum. II. Ma erano moralmente esauriti .

Il timore di essere separati dalla Drina divenne sempre più grave; Gales, l'ultima località ancora tenut a sulle falde sud occi-d-entali dell'atipiamo, e o'he sbarrava l'accesso alla val Praca, fu abbandlonata senza opposizione al distaccamento a. u. di Pale. La 50a Div. premendo energicamente arriyò a Mark ovo brd, ecJ. al comandante del

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Gruppo montenegrino del Sangiacato non rimase che sanzionare il ri-

piegamento dei suoi battaglioni, già spontaneamente avvenuto con so-

verchia celerità, dirigendo i resti del gruppo sulle alture a nord di Gorazde.

La sinistra dello schieramento dlel Corpo di Uzice restava completamente scoperta; la stra'Cla Rogatic a-Visegra d era seriamente com- I premessa.

Nella stessa notte sul 22 ottobre il distaccamento del Lirn ripiegò abbandonando R ogatica . La D iv, Sum. II rimase sul Vigova gora; ma il giorno successivo anche la sua posizione divanne insostenibile così per la pressione frontale come, e più, per l'accentuarsi dlell'azi one nemica sulla destra. Qui la 13• brig. mont., rinforzata dalla r:serva del XVI Corpo ·d'arm a ta , agiva nella zona di Slap e minac- I ciava da nord la strada di Visegrad.

Il generale Aracic, che la sera del 21 aveva sperato di mante- I nersi ad oriente di Rogatica, specialmente perchè il C. S. voleva evi1 tare per ragioni politiche, l'abbandon o completo della riva occidentale della Drina, dovette il 22 wziare senz'altro il rip iegamento a I destra del fiume. Con le unità montenegrine coo:ipletamente a pezzi, i fianchi minacciati ambedue gravemente, le truppe decimate dalle I perdite non era possibile restare in Bosnia di fronte a forze preponderanti e vittoriose ( 1 ).

Il Putnik approvò; prescrisse che si rioccupassero le posizioni precedentemente rafforzate sulla destra della Drina, vigilando con particolare attenzione sulle provenienze da Staribrod. Il giorno successivo però tornò sul suo pensiero e volle dhe si mantenessero teste di ponte a Staribroò ed a Visegrad; poche ore dopo, sulla giornata del 23, ordinava che una grande ed unica testa di ponte, compron-

(1) La R. S. impu ta esclusivamente ai Montenegrini la sconfitta subìta; narra di interi battag lioni ammutinati i quali non solo si se.no ritirati dalla lotta. ma hanno addirittura presa la, vfa del Mon tenegro. Non vi è altra documentazione all'infuori della R. S. ed è quindi difficile un controllo. Certo si è che anche la R. A. parla di non soverchia resistenza dei Montenegrini. I Serbi pagavano però il fio della loro propaganda &a le file montenegrine, tendente a serbizzare i sudditi di Re Nicola, e che aveva fomentato l'indisciplina.

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dente la confluenza del Lim Visegrad e Staribrod, fosse mantenuta sulla sinistra della Drioa, mentre i Montenegrini avrebbero di nuovo fatto fronte per assicurare il possesso !ddla dorsale fra Praca e Drina. Nulla di tutto ciò potè es:sere fatto .

I Montenegrini, non ostante l'energico e personale mtervento del Re , non furono in gradb di adempiere al maJI1dato e non mossero da Gorazde e Foca.

Il Corpo !di Uzice contro il quale l'inseguimento nemico non era stato troppo vivace, riuscì ad imbastire la voluta testa di ponte, limitata però alla foce del Lim ed a Visegrad' giacchè a Staribrod mancava il ponte, Il 24 ottobre però fu raggiooto e di nuovo attaccato dagli Austro-1.mgarfri; questi ebbero facilmente ragione delle truppe del generale Aracic, il quale, dopo aver sublto nuove e gravi perdite, dovette il 25 ripassare la Drina . Su di essa si . arrestarono gli inseguitori.

Si chiudeva c05Ì con un forte deficit ,per i Serbi il bilancio dell'invasione della Bosnia, senza essere riusciti ad alleviare nel momento in cui più interessava la pressione austro-ungarica sulla I A .. L'operazione era 'SOlo servita a procurare al Po ti orek una facile vittoria tattica, conguistata con una manoyr a ben concepita e ben condotta.

Era però riuscito il Corpo di Uzice a ritardtare la marcia delle armate dei Balcani su Valjevo.

Senza però che il ritardo fosse di pratica utilità per i Serbi, i quali nel frattempo non avevano potuto, o saiputo, nè migliorare Jo schieramento delle armate, nè renderle più efficienti con i complementi, nè meglio rifornirle; anzi la crisi delle munizioni toccò in quel pe1iodo quasi il suo massimo.

Nè fu possibile · al Putnik costituirsi qualche riserva con cui far fronte ai probabili nuovi avvenimenti.

Servì forse il ritardo maggiormente al Potiorek il quale, facilitato dalla migliore organizzazione e da Ulna relativa abbondanza dei mezzi, portò nel frattempo tutte le divis ioni al più alto grado di efficienza e potè nelle migliori condizioni iniziare la seconda fase della battaglfa della Drina e la marcia su Valjevo.

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LA RIPRESA DELL'OFFENSIVA AUSTRO-UNGARICA

SULLA ORINA

RIORDINAMENTO DELLE ARMATE DEI BALCANI E PROPOSITI DEL PoTJOREK. - La Bosnia era sgombra. Il Corpo di Uzice ed il Gruppo rnontooegrino del Sangiacato erano, il 25 ottobre, sulla destra della Drinn, nelle posizioni di partenza.

I Montenegrini non più pericolosi, per disciplina e morale. Dei Serbi, la Div. Sum. II ed il Dist. del Lim, pur avendo subho un violento scossone, ancora in buone condizioni; pochissimi i prigionieri perduti, segno dell'ordinato ripiegamento effettuato ombattendo da una poszione all'altra. Erano però solo in g rado di sostenersi sulla difensiva; e per mantenere a lungo tale atteggiamento avverso una energica spinta nemica avrebbero avuto bisogno di un meno irregolare servi zio di rifornimenti, che nè C. S. nè Ministero della guerra riuscivano ad organizzare.

Degli Austro-ungarici il XVI Corpo non aveva sublto soverclhie perdite; morale assai elevato per l' operazione così rapidamente e felicemente condotta a tenni.ne; poteva considerarsi in piena efficienza.

Il Potiorek però, prima d~ avviarlo ancora sulla Orina per la manovra decisiva , volle concedergli qualche giorno di ripos o.

La 50• Div., che si era accresciuta della 16• brig. cnont., sostò nella zona di Rogatica; la 18" Div. a nord -oves t di Visegrad ' .

La 4" brig. mont., che il 21 ottobre era stata chiamata dallo Jagodnje verso H au Pijsak, fu rimandata alla divisione del Goiginger.

Mentre il XVI si ri ordinava, due distaccamenti furono costituiti per la sicurezza della Bosnia : uno ccmposto de ll a 17 brig. mont. e di alcuni battaglioni di Jandsturrn provvedeya alla D rina superiore;

CAP. VII.
1

l' altro, per la media Drina, con la t' e la 9• brig. 1st. parava alle minacce dalle pericolose direzioni di Ba.jina Basta e di Visegrad. Ambedue dovevano completare lo spazzamento delle bande dal territorio e mostrar&i molto attivi così da far credlere imminente la prosecuzione delle operazioni dalla Bosnia in direzione di Uzice.

Con l a ripresa dell'offensiva il fzm. Potwrek voleva « coronare col successo gli sforzi fatti sino ad allora sulla Drina »

Permaneva il primitivo concetto: avvinghiare fortemente i Serbi sulla fronte; schiacciarli matnovrandlo su ambedue i fianchi,

L'attacco frontale affidato al XIII ed al XV Corpo della 6.. A., partendo dalle posizjoni già raggiunte a cavallo della Drina, fra Ljesnica e lo Jagodnje .

A nord la 5.. A., con l'VIII ed il Corpo misto, dopo essersi svincolata dalla pantanosa Macva si sarebbe diretta su Valjevo.

A sud il XVI, della 6.. A.; superél[1do la Drina a Ljub ovija, doveva puntare per Pecka sul tergo dell'esercito ·serbo (1).

Le armate furono perciò rior,dlinate sulla base della nuova costituiz.ione .

La 5• ebbe l'VIII Corpo ed il Corpo misto del Krauss; in totale: 82 btg.; II sq.; 41 btr. pari a 67.000 fucili e 200 cannoni.

Fu messo alla dipendenza del comandante della 5"' A, aio.che il Gruppo Sirmia. 26 btg.; 7 sq. ; 9 btr. -. che, agli ordini idel fml. L iidgendorf, era incaricato della sicurezza sulla Sava, fra la 5" A. e Semlino.

Una brigata di landsturm, 1'8", fu schierata sulla bassa Drina per collegare l'armata del generale Frank con quella del Potiorek .

La 6" A., con i Corpi XI II , XV e XVI, risultò forte <l'i 144 btg.; 1 2 sq . ; 77 btr.. I n complesso 134 .000 fucili e 400 cannoni .

Dipendeva dal comando della 6.. A. anche il distaccamento del fml. Snj aric al quale era affidata la protezione diella Dri1na superiore : constava di 15 btg. e 7 btr. e ne formava il nucleo principale la 17" brig. roont. .

(1) Schizzo n. 10.

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Altri 25 btg. e 6 batterie costituivano i presidi delle fortezze in .Bosnia ed Erzegovina.

Infine, all'estremo orientale della fronte, il Gruppo del Banato; questo <la cinque era stato portato ad undici battaglioni dopo che le voci corse di possibili trasporti russi lungo il Danubio avevano allarmato il governo ungherese e, insieme con tentativi serbi ID.ella zona di Orsova, avevano costretto il Potiorek a provvedimenti atti a meglio garantire la sicurezza dell'Ungheria,

La somma totale delle forze austro-ungariche nei Balcani era perciò di 312 battaglioni; 32 squadroo.i; 143 batterie.

Forza in verità cospicua in relazione alla potenzialità complessiva dell'esercito imp eriale ed alla beti minore importanza del teatro di guerra danubiano iin confronto di quello orientale.

L 'esercito operante contava iperò soltanto 210.000 fucili; 3000 sciabole; 600 cannoni. Tutto il resto era assorbito dai vari nuclei di sicurezza e dlai presidi delle fortezze sul Danubio, sulla Sava, sulla Drina, in Bosnia Erzegovitna e Dalmazia.

Le unità complete ed in ottime condizioni. I vuoti prodotti dalle perdite, le quali tra morti, feriti, prigionieri (1) e malati erano ascese a circa :l 50 % del totale, erano stati colmati incorporando le formazioni cli marcia.

Il massimo successo contro i Serbi avrebbe potuto ottenersi qualora, senza alcuna interruzione, d'opo la vittoria in Bosnia le armate dell'esercito dei Balcani si fossero lanciate all'offensiva.

Ma la opportunità di un riposo al XVI Corpo e l e sopravvenute preoccupazioni per la sicurez7a dell'Ucgheria fecero tardare la ripresa delle operazioni. Vi concorse altresì la necessità di mettere anzitutto la 5" A. in condizioni <l1i meglio muovere, giaccihè l'VIII Corpo dalla ristretta testa di ponte nella zona di Cma bara non avrebbe potuto partire con la necessaria S!pinta e celerità.

(1) I prigionieri la.sciati in roano ai Serbi, dall'inizio della guerrJi a tutto ottobre, ammontavano a circa 50 uffici a li e 6.000 solda ti; i Serbi e i Montenegrini avevano perduto 70 uffi ciali, 15.0 00 uomini di truppa e 6o cannoni.

1

L'inizio dell'attacco generale fu perc iò rimandato al 6 novembre; nel frattempo la 5a A. doyeva guadaginare spazio sulla fronte oo' alla sinistra dell'VIII Corpo e collegarne saldamente le operazioni con quelle del Corpo misto.

Questo rinvio non era certamente opportuno..

I Serbi erano, è vero, in condizioni critiche per il rovescio subìto dal Corpo di Uzice, per la stanchezza delle divisioni schierate sulla Drina e per le dà.fficoltà dei rifornimenti; e di tutto ciò aveva sentore il Potiorek. Ma la situazione ·della 6a A., aggrappata alle alture dello Jagodnje & Boranje e di Gucevo, con i p onti alle spalle in gran parte rotti per la piena della Drina, non era neppure delle più favorevoli.

Un attacco condotto ooi Serbi, con la di~perata tenacia di cui erano capaci, avrebbe potuto sottoporla a,dl assai difficili prove e minacciare di rovesciarla nella Drina. Già nello stesso mese, non appena le acque avevano asportato i ponti, la 4-2a Div. H. aveva subìto a Loznica un violento attacco e passato un brutto quarto d 2 ora; era stat a costretta a sgombrare rapidamente alcuni elementi al di là 'Clella Drina. Si era alla fine liberata; ma la situazione era rimasta critica e precana.

Prevalsero perciò le altre considerazioni ed ancora una volta la lentezza ebbe il sopravvento sulla celerità.

Per fortuna del P oti orek il C. S. serbo non ebbe l'animo di ridurre le forze, come avrebbe potuto, del Corpo di Uzice per valerseoe sulla fronte dello Jagodrrje, giacchè in tal caso difficilmente la divisione mista del Goiginger avrebbe potuto resistere.

Ragioni non strettamente operative inducevano anche il Putnik a tergiversare: da un lato il non volere lasciare soli i Montenegrini di fronte alla Bosnia, dall'altro la speranza che presto la guerra si decidesse sulla fronte e quindi la convenienza di non «s ciupare >) l'esercito sonza un'impellente necessità.

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- Il 24 ottobre iniziò così le operazioni la sola 5a A. , per co-

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BATTAGLIA DELLA MAcvA E IL RIPIEGAMENTO DELLA II ARMATA SERBA.

'Stituirsi una testa d'i ponte ,più ampia e portarsi su terreno che consentisse più facilmente la manovra (1).

La battaglia con la II A. serba durò sino alla fine -del mese. La grande superiorità di artiglieria degli Austro-ungarici, l'abbondanza di munizioni, l'appoggio dei monitori dalla Sava, la tenacia delle fanterie attaccanti ridussero i Serbi a mal partito, tanto più che la grande scarsezza di munizioni vietava loro di controbattere efficacemente le artiglierie nemiche, dhe ridussero uomini trinceramenti e 'C!ifese passive in condizioni pietose.

Sino dal primo giorno l'azione d,i assai primitive bcmbarde di legno, che lanciavano bcmbe cariche di alto esplosivo, di grande effetto morale più che profondamente distruttrici, fu causa di vacillamento per la destra della Div. Mor. I, la quale ripiegò nella zona di Crna bara. Successivamente i progressi del Corpo d~l Krauss e l'insistente penetrazione della 21" Div., la quale in questa secontla fase della campagna cancellò il ricordo della poco buona prova fatta nel1'agosto, misero in seria difficoltà tutta l'armata del generale Stepanovic, che dovette alfine ritrarsi sulle pendici settentricnali del Cer, schierandosi fra Sabac _ Dobric e Ljesnica.

La situazione era apparsa graye al generale Stepanovic sino dall'inizio della nuova battaglia, così per la direzione e l'entità di forze dell'attacco, come, e più ancora, percbè a malgmdo delle sue insistenti richieste e delle ripetute relazioni con cui aveva prospettate le penose condizioni delle truppe nei riguardi del vestiario, dell'equipaggiamento e delle munizioni, nuUa aveva ottenuto.

La necessità e l'opportunità del r~piegamento, per condurre l'armata su posizioni più favorevoli e sottrarla alla minaccia sul fianco destro, minaccia grave per tutto l'esercito serbo, fu subito prospettata dal comandante della II A . al voivoda Putnik. Questi però confidava sempre di evitare l'im.vasione del suolo serbo e sperava resistere sul confine. Non dette l'autorizzazione d~ ripiegare; e non la negò.

Le discussioni di quei giorni fra il Putnik e lo Stepanovic ebbero ,punti e momenti altarnemte drammatici.

(1) Schizzo 11. 9.

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Riliram. ser b:i daJralJrina alla /{olub.uJ.

_ { _ Rj,eg~rntrtf6 d,I 6,.,,v,ml>-, (91.1+

lfflll t'llll!l _.pc},fuJme,,loaclifeu. d,· 1/41,evo " ( fl r1;1.~,,;,h,,J J

,- - - -, [,, i!rm~u serbe d,&o la Jfohtb~ ra. , __, (i f '1or,mb reJ

--..>~.JJ,re7!rù, d, //)j egwme n fo dt,' ,o,,,,,. o/ ~rmalr au1/rounsar1 'r"i

SCHIZZO N. I O
!

Il 27 ottobre lo Stepanovic, mentre già curava lo sgombero delle popolaiioni a tergo dell'armata per rendere meno difficile il ripiegamento e provvedeva al riattamento tdelle strade, scriveva al C. S. : « tutte le rimostranze da me fatte finora nei riguardi della grave situazione per la maincanza di munizioni di artiglieria non hanno avuto successo... pur essendo le roie frasi l'espressione della idisperazione. L'avversario con artiglierie soverchianti distrugge le trincee, seppellisce gli uomini; e<l1 io non ho munizioni per impedirlo. Ora la situazione è questa: la geinte muore ed io non ho da ripianare le perdite nè ho le munizioni necessarie per lottare e diminuire queste perdite.

« .. . Le continue preoccupazioni e la lotta per le muniziom di artiglieria mi hanno consumato e depresso, sì che mi sento del tutto impotente ed incapace a comandare ancora l'armata. Prego quincD che mi si esoneri subito da questo dovere. E' nell'interesse generale che si invii al più presto il sostitUto ».

Le dimissioni del gein.erale Stepanoyic non furono accolte dal Putnik, il quale con termini molto energici lo invitò telefonicamente a restare al suo posto.,_

Lo Stepanovic restò al suo posto, ma nè le munizioni nè altri rlfonnim ent i vennero a migliorare la situazione dlella II A., le cui truppe non reggevano più alla ince~ante pressione nemica ed ai non controbattuti banbardamenti. Fu necessario, per evitare che l'accentuarsi dell 'attacco austro-ungarico ed una più profonda penetrazione costringessero ad una ritirata dh e avrebbe potuto trasformarsi in un disastro con graye pericolo delle rimanenti armate, ar retrare senz'altro l'annata sulla retrostante linea già predis posta alle falde del Cer. Trasse profitto il comandante della II A . d,j un giomo di sosta negli attacdhi dell'armata del generale Frank e nella natte sul 31 ottobre riuscì a ritrarsi, senza che l'avversario se ne accorgesse a tempo, sulle p05izioni fra Sabac e IJjesnica.

Il ripiegamento, che rispondeva alle oecessità della situazione, avvenne dii iniziativa del generale Stepanovic; il C. S. serbo vi era recisamente contrario ma non osava ordinare in modo peron.torio di resistere adi olt ranza sul posto.

Il Putnik, pur vedendo la critica situazione della II A., ingol-

fata in una sacca che stava per diventare senza uscita, e pur consid'erando che una ritirata forzata poteva scoprire ccmpletamcnte fianco e t ergo della III, era ossessionato dall'idea di non cedere terreno e perdeva di vista il problema strategico che egli poteva risolvere solt anto con la manovra dell e armate stesse, giacc hè oon aveva alcuna riserva su cui contare.

Di fronte a tale tenacia, il generale Stepanovic non volle neanche lui prendere solo su di sè la respoosabilità dell'ordine di ripiegamento, riunì il 29 ottobre a consiglio i comandanti dii divisione per discutere « sé, data la situazione attuale delle truppe nostre e nemiche, si debba restare ulteriormente nell'attuale schieramento fioohè non si abbi<\ sensa.iione della pressione nemica o non si debba attendere neppure ciò, ma ritirarsi subito ·sulla posizione fortificata dli Cer, per deci sa resistenza » .

La seduta, di cui fu redatto regolare verbale (1), portò alla conclusione che la posizione inadatta alla difesa e la mancanza di munizioni imponevano il ripiegamento, giacchè una lotta ad 1 oltran za nella Macva, anche al solo scopo di guadagnare tempo, avrebbe portato al consL1mo delle poche munizioni disponibili e resa l'armata non icionea ad ulteriore difesa sulla posizione di Cer « anche se avesse ootuto togliersi <lblla sfavorevole situazione in cui era caduta».

In t al guisa il Putnik, suo malgrado, fu tratto a rimorchio da l comandaate d ella II A., il quale restand o nella M acva avrebbe seguito certamente meglio le direttive 'Cie l Capo di S. M_. ma avrebbe reso anche un segnalato servizio a l Poti orek facilitandbgli l'abbattimento <lcll'ala settentrionale deU'esercito serbo e l a riuscita della manovra di avvolgimento .

L a 5" A. austro-ungarica ebbe così a disposizione la vasta piazza d'armi ·della M acva; lasci ò però dhe l'arm ata l!lemica si sottraesse in buone condizioni alla stretta e si mettesse i n gradb di meglio coprire la destra de ll'es ercito serbo.

L a ritirata dell'armata del gene rale Stepanovic, ostacolata dai

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(1) R. S. - Relazione del coman do della II A. al C. S. del 23 ottobre 1914.

profughi della regione e dall'intasamento delle strade dove il carreggio si impantanava, fu causa di numerosi allontanameinti di soldati dalle fila; si compiè però senza essere affatto disturbata dagli Austroungarici i quali perdettero un'ottima occasione per infliggere una severa punizione al nemico in ritirata .

La guerra mondiale abbonda di avvenimenti del genere; spesso uno dei due avversari è riuscito a rompere il contatto ed, a ritrarsi su posizioni più favorevoli con guadagno di tempo e idi forze e c05tringondo l'attaccante a rinnovare schieramento ed attacco.

La vigilanza nelle fasi di trincea, ed anche nei Balcani si adombrava già tale fase, è più una vigilanza di sicurezza che <li esplorazione. Ne segue che si riesce, forse, ad evitare che il nemico sorprenda ma ncu che sfugga. Frutto questo dall'avere perduto le caratteristiche di attività e di continua t ensione che sono proprie della guerra di movimento, e che sole possono permettere di tenere sempre strettamente agganciato il nemico.

La sosta in trincea, gli attacchi e le difese di posizioni rafforzate sono episodi, anche se duraturi e cost05i; situazioni passeggere dalle quali si può uscire da un momento all'altro. Le forze debbono essere sempre tese e pronte ad irrompere sul nemico; e siccome non tutte poss ono essere tenute in continua tensione così occorre quello scaglionamento che consa:ita il massimo di tensione ayanti ed il riposo necessario a tergo. Allora era anche il periodo in cui tutte le fo rze erano proiettate innnanzi; l 'a ttività anzichè crescere scemava, ,pc rchè tutte erano stanche.

E' qucstio.:ie di dbttrina, di addestramento, di volontà dei capi e di ordinamento.

Dottrina ed addestramento che facciano del movimento e della • vigilanza attiva una vera forma mentis; volontà dei capi che si trasfonda in tutti e tenda sempre decisamente allo scopo, con tensione che non ammetta soluzione di continuità; ordinamento d i unità che consenta disproibilità di truppe celeri capaci dì. riprendere il contatto anche col nemico che ripiega; il quale è sempre ,più celere di chi lo insegue.

Un popolare proverbio d ice : «a nemi co che fugge ponti d'oro» .

1 34

In guerra non va; il nemico che tenta sfuggire deve essere agguaotato perchè è proprio quello il momento in cui gli si può arrecare il massimo danno e scompigliarlo in mcxlo da vietargli di mai più riordinarsi.

La lott a si riaccendeva intaioto sulla Orina . Mentre la II A. era costretta a sgombrare la Macva, la III tentava il 28 di impossessarsi delle alture di Gucevo puntando su Koviljaca, così d1a separare dalla Ori na le divisioni della 6a A. austro-ungarica. L 'attacco, che già da parecchi giorni era stato proposto dal generale Jurisic Sturm senza che il Putnik lo avesse autorizzato per nan ridurre oltre l'effi.cenza ,delle truppe, fu tentato per alleggerire la pressione sulla II A.

Non riuscì però a nulla., per quanto le migliori condizioni della JII A. in fotto di artiglierie e di munizioni (1) avessero permesso una ottima preparaziaae di fuoco all'avanzata delle !divisioni Mista e Drin. I.

Ma le truppe serbe non mostrarono soverdhio spirito offensivo. ,r Non vi sono forze per l'offensiva - affermava il comandante della Div. mista nel suo rapporto tdel 28 ottobre - ve ne sono soltanto per la difensiva, ma occorre dare il cambio alle truppe e riposarle».

Nessun turbamento portò l'operazione della III A . serba ai preparativi ·del P otiorck. Dopo la conquista della M acva ambedue le ali dell'esercito dlei Balcani disponevano di una testa di ponte suffi.cieintemcnte ampia e forte. Awinghiando ora fortemente i Serbi sulla Orina ed agendo oon estrema energi a da tnord e da sud, egli poteva ancora sperare dli chiudere la tanaglia e stritolare l'esercito serbo.

Continuò perciò la 5" A. ad avanzare verso sud-est mentre il XV I Corpo si avvicinava a Lju bov ij a ed il XIII e XV intensificava1no i preparativi per attaccare fra Loznica e lo Jagodnje.

(1) Contrariamente a quanto a\Veniva nella II A., il comandante della I1I accennando nella sua rehziot1e al C. S. al violer.to fuoco dj artiglieria col quale ave,·a battute le trincee nemiche, soggiungeva: « Abbiamo mootrato di stare, quanto r. munizionamento di artiglieria, ottimamente 1,. (R. S.).

• j l

Sulla fronte Sabac-Ljesnica la II A. serba -doveva difendersi ad oltranza. Al suo comandante il Capo di S. M., mentre raccomandava di tonere saldamente le ali - Sabac e Vidojevica (r) - ed in particolare quest'ultima l ocalità punto di giunzione con la III A., ordinava il 30 ottobre: « Sulla nuova linea difensiva si deve accogliere il nemico con la massima tenacia ed energia e fare entrare in maate a ciascuno ch e non si può neppure pensare di ripiegare da questa linea. Su di essa si deve vincere il tnemico » (ortd. 5523 op. del 30 otto bre 1914).

Ma i propositi del Putnik, il quale confidava sempre di arrestar e sulla D rina e ·sulla Sava le annate a. u., furono frustrati dall'incalzare degli anenimenti,

Il 1° novembre Sabac era attaccata e conquistata dal Corpo misto cel Krauss, ,portando un fiero colpo all'ala destra diella II A .. Anche in questa occasione la preponderanza di artiglierie degli Austro-ungaric i e l'aiuto dei monitori furono molto senti ti diai Serbi. « A Sabac - affennò il generale Stepanovic ,- la lotta è stata risolta in comples so <l'all'artiglieria nemica >> .

La pressione dello 5a A. si propagò da Sabac su tutta la fronte sino a Ljesnica e proseguì inesorabile nei gianni successivi. Il 2 novem b r e il tempo, volto.si fi n almente al bello, favori i n modo particolare la preparazione dell'atta cco sviluppato nel giorno successivo.

P ur senza penetrazioni sove r chiaroonte profonde, la conquista di Dobric e di Lipolist da parte <ielle divisioni deWVIII Corpo e la prosecuzione dell'attacco del Corpo misto a sud di Sabac, misero di nuovo in critica situazione lo Stcpanovic. Il C. S. serbo ne fu preoccup ato ed ordinò che la Div. D an. I della I A. fosse avviata per Zaulak a e Tekeris a rinforzo della II armata.

L a tilalllOOnza di riserve, che il Putnik n on riesce a crearsi, per difetto 1<li uomini e di mezzi ed altresì perchè in questa fase della campagna è subentrato il desiderio di rutto coprire che lo ha costret to a tutto schie r are, rende incessante questo moto pendolare ii:!elle divi-

(1) Alture dd C er ad oriente di Ljes.nica.

s1oni serbe dall'una all'altra parte del fronte, a seconda che il nemico lasci tranquilla l'una ed attacchi sull'altra.

Ma la sosta sulla fronte della I e della III armata era tutt'affatto temporanea.

Già il 5 noyembre, mentre la pressione del Corpo· misto e del1'VIII a. u. rendeva preoccupante le condizioni ,d.tlle divisioni della Il A . e s,pecialmente delle Sum. I e Tiro. I (1), un itn tenso bombar.damento fra Ljesnioa e lo Jagodnje dava il segna le di imminenti e serie azioni anche contro il centro e la sinistra dell'esercito serbo.

Diveinnero allora vivaci le proteste del generale Bojovic, per lo indebolimento della I annata con l'allontanamento della Div. Dan. I proprio nel momento in cui l 1 armata stayà per affrontare un nuovo attacco. Cooseguenza, altra oscillazione del pendolo: la Div. Dan. I inviò solo una parte delle sue forze alla II A. e restò con le altre nel nesso della prima .

Regnava ancora calma nella zona di Ljubovija... Però l'aviazione serba, che renci'eva ora qualche servizio nel campo esplorativo, aveva segnalato m ovimMti :di truppe austro-ungariche tra Vlasenica e Srebrenica; poichè la loro quantità non destava preoccupazioni , e per la grande attività sulla fronte del Corpo dii Uzice, dove le podhe truppe austri ache rimaste riuscivano ancora, con grande dinamismo, a,dl i!Ilgannare l'avversario sulla loro consistenza e sulle loro intenzioni, il C. S. serbo nau previ•de un'azjone da Ljubovija, dove il XVI Corpo a. u. continuò a riunirsi con suffìcente segretezza.

L'attacco sviluppato il 6 novemb r e dal XIII e dal XV Corpo si iniziò sotto fayorevoli auspici e proseguì con successo.

Sino dal primo momento cedette sul Gucevo la sinistra della III A . serba. Sulle ,posizioni occupate dalla Div. Mista il fuoco dell'artiglieria a. u. era stato « così p reciso e così opprimente dalle ore 2 in

(r) La II A. serba era rimasta con le divisioni: Sum. I - Tim. I . Mor. I e Cav.. La Tim. II era passata alla III A., perchè il generale Stepanovic aveva trovato gravooo dirigere le operazioni di cinque divisioni.

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poi, che già alle 3 aveva sconvolte e distrutte le trincee per tiratori e seminato il terrore fra i soldati » (1). La Div. Mista arretrò in fuga; contemporaneamente i Serbi cedevano sul Boranja Pl. e sullo Jagodnjc.

La III A. costre t ta adl abband onare la Drina si schierò da Ljes:nica a Krupanj sbarrando la valle dello Ja•dar all'altezza di Jar ebice. La I seguì con la destra il m ovim ento della III; mantenne la sinistra a sbarramento della ca:nunicazione Ljubovija-Pecka.

La crisi fu grave per ambedue le armate nei giorni 6 e 7 no· vcmbre.

Non potè però trame profitto il XVI Corpo a. u. il quale Sùltanto nella notte sul 7 n ovembre riuscì a traghettare i primi reparti, a Ljubovija, sulla destra della Drina. La grave minaccia portata su una direttrice vitale per ambedue le armate serbe, quella di Valjevo, non fu perciò sentita nel momento in cui il suo effetto sarebbe stato maggiore.

S0lta111to 1'8 novembre il XVI Corpo, il cui ·passaggio della Drina non era stato ostacolato seriamente dai Serbi, comparve al COUl· pleto nella zona a nord di Ljubovija.

Il generale Bojovic valu tò subito la gravità della situazione. La sua armata era schierata a semicerchio, su circa 30 km . d~ fronte, ad W-S-W di Pecka, in terreno montarno e bosc0>0. Ambo le ali erano minacciate: la idestra per la malsicura protezione offerta dalla III A. che aveva ripiegato dalla Drina un po' celermente cd era sempre sotto l ' attacco nemico; la sinistra ,per l'avanzata delle nuove forze avversarie da L jubovija._

« Il nostro soldato - scriveva egli ito.oltre al C. S. - combatte mal volentieri nel bosco quan<l!o non è immediatamente sotto l 'occhio ed alla mano dei comandanti; nel che il nemico, sotto questo punto di vista, ci è superiore» .

P ropose perciò al C. S. di arretrare lo selhieraroon.to a nord-est di Pecka su una posizione meno boscosa e più corta di 12 km.

(1) R. S. · RapPorto d el la sera d el 6 novem bre del comandante della III A. serba al C. S..

RIPIEGAMENTO SERBO su V ALJEVO (1). - Ma la situazione non era grave ormai solo sulla fronte della I A. d ove il comandante della D iv. Dan. I affermava, il 9 novembre, che i soldati non voleva[lo più combattere.

Ovunque la resistenza dei repart i sembrava giunta all'estremo limite: la III A., cui la sesta a. u. non daya tregua tormentandola coo ini,nterrotte azioni di artiglieria e con frequenti attacchi di fanteria, aveva subìto gravi perdite ed era moralmente assai scossa, Sulla destra della II A. la spinta esercitata da Sabac dal Corpo misto del Krauss pareva dovesse da un momento all'altro travolgere ogni resistenza e compromettere l'esistenza stessa dell'armata .

L'esercito serbo fu costretto a ripiegare su tutta la fronte. Non vedeva però ancora il Putnik la convon.ienza di un'ampia man ov ra di ripiegamento, la quale gli desse nuovamente l'esercito completamente in mano e gli permettesse di ricostituirlo per passare poi alla controffensiva. Orditnò perciò movimenti di piccola entità e schieramenti su posizioni retrostanti poco lontane dalla Drina. Le posizioni fra Zaulaka, la testata &,:Ua Tamnava e Novo Selo non poterono, 1'8 ed il 9 novembre, neppure essere occupate dalle armate III e II sotto la continu0 ed energica pressione del nemico; soltanto la I A. continuò invece a battersi nella zona a l!lord-est di Pecka e riuscì a tener libero la rotabile Zaulaka-Valjevo, per l a quale doveva sfilare gran parte ,della III.

Nella notte <:l'el 10 sul1'11 noyembre la situazione apparve però al C. S. serbo cosi grave da determinarlo ad un ripiegamento di maggiore ampiezza.

Le annate austro-ungariche procedevano infatti senza sosta e premevano molto energicamente. La 5a puntava s.u Baniani e Koceljevo; la 6.. avanzava con i suoi tre Corpi rispettivamente per Tekeris, Zaulaka e Peck.a.

Una ulteriore sosta della III armata nell'alto Jadar avrebbe potuto portare all'accerchiamento completo.

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(r) Schizzo 12. 10.

Il mattino dell'n a.ovembre il Putnik (or<l. n . 62 7 op.) ordinava che le tre annate ripiegassero « su posizioni aà immediata e strenua difesa di Valjevo » .

La I A. sulle alture ad occidente di Valjevo fra le rotabili Valjvo-Osecina e Valjevo-Rogatica; la III a no.rd della città sino alla rotabile Valjevo-Baniani; 1a II da quest'ultima sino ad Ub, con la Div. Cav. ed il Dist. di Obrenovac a copertura della destra.

Il Corpo di Uzice ed il Dist. di Rogatica sbarravano, sonza muovere dalle loro posizioni, gli accessi ad Uzice e la strada RogacicaValjevo.

Le armate II e III riuscirono a rompere il contatto con gli Austroungarici, i quali già impacciati dalle prime difficoltà dei rifornimenti cominciavano a rallentare la celerità di avanzata; mancavaao d'altra parte di cavalleria e non seppero nè trattenere nè raggiungere i Serbi in ritirata. Questa fu particolarmente laboriosa per la Il A. sulle cui strade affluivalllo anche i profughi delle loc alità abbandonate causando ingombri e ritardi. La III A., che aveva le divisioni Drin. I e II cc.mposte di clementi reclutati in gran parte sul posto, perdlette molti uomini per l'allontanamento .dalle file di numerosi soldati dhe pensarono a mettere in salvo le famiglie, Un più vivace inseguimento da parte austriaca avrebbe potuto mettere i Serbi in ben grave situazione.

Aspri combattimenti sostenne invece il XV I a. u . contro le truppe d el generale Bojovic, le quali, prima di portarsi sulle nuove posi;z ioni ad ovest <l'i Valjevo dovettero attendere che tutta la III A. fosse aefluita per la strada Zaubka-Valjevo; riuscirono però completamente allo scopo giacchè l'azione del solo XVI, non aiutato da una contemporanea e celere avanzata degli altri Corpi della 6a A. per ritardare la ritirata d'ella III A. serba, noo poteva riuscire a tagliare la strada di Valjevo.

Svanì perciò nel Poti orek la speranza di completare la manovra e di battere definitivamente i Serbi prima che si fossero rafforzati sulle nuove pooizioni. E questo più che altro per le difficoltà l ogistiche che si facevano già sentire e rallentavano la maròa; difficoltà insite nella direzione idi avanzata della 6• A .

L 'idea di una strenua difesa di Valjevo, contenuta nell'ordine d el Putnik, si affievolì sino a dileguarsi nella stessa giornata dell'n novembre di fronte alla realtà.

Le trllppe serbe erano in gran dìsordme; interi reparti cedevano le armi senza combattere; tutte le divisioni stanchissime e prive di rifornimc:mti. Erano indispensabili i complementi per dare una certa consistenza alle unità; ne erano affluiti durante i canbattimenti e lungo la ritirata ed erano stati incorporati, con scarso vantaggio della <liscipliiaa e del morale, .in reparti sc~i cd in momenti inopportuni. L e munizioni 'Spedite dalla Francia cominciavano appena ad arrivare 3 Salonicco e sarebbero passati ancora alcuni giorni prima di averle al fronte.

Tutto induceva i comandanti di armata a prospettare le gravi difficoltà di una difesa idi Val jevo,

Era necessario acquistare maggiore spazio, staccarsi canpletamente dal nemico; porre ~'innanzi a questo un serio o.stacolo cosl da guadagnare un po' di tempo per riposare le truppe, rioI'<linar le e rifornirle.

Il Putnik, sempre restìo ad abbandonare terreno, non volle dare ordini veri e propri ,di più profondo ripiegamento; si limitò, nella stessa giornata dell'n, ad emanare direttive per un eventuale riti rata sulla destra della Kolubara, « per il caso di una sfortuaata difesa di Valjevo ».

La II A. col D ist. di Obrenovac e la Div. Cav. doveva, in ta l caso, schierarsi ad oriente del fiume fra confluenza del L jig e l a Sava; la I II sulla destra del Ljig sino alla rotabile Valjevo-Gm. Mil anovac; la I s u lle altu,re d i Suvobor e di Ma l jen, prendendo alla su a dipendon.za il Disr. di Rogacica . Infine il Corpo di Uzice, prendendo contatto a destra con la I A. a sud del Maljen, doveva provvedere a sbarrare le comunicazioni Valjevo-Uzice e Bajina Basta-Uzice.

La difesa di Valjevo fu tentata.

Mentre la II A. serba era arrivata tranquillamente sulle sue posizioni dell'Ub. e neppure U era stata molestata giacchè la 5• A. a. u. inon riusci sino al 13 novembre a superare Banjani e Koceljevo non

ostante le migliori coni<lizioni stradiali della sua zona, la I e la III furono, appena giuntevi, attaccate sulle assai avanzate posizioni ad ovest ed a nord di Valjevo.

Il XV ed il XVI Co11po a, u. premendo fortemente fecero indietreggiare i Serbi verso Valjevo, provoc:c:1db nuovi e gravi 'Clisordini.

Il Putnik sperò di evitare l'abbandono di Valjevo e di ristabilire la situazione ordinando alla II A. , che non era attaccata, di eseguire il giorno r4 un contrattacco in '<iirezione id'i Koceljevo, al quale avrebbero partecipato ainchc le divisioni non impiegate dell'ala destra della III A .. Egli ritenne, evidentemente per la tranquillità sulla fronte della II A., che la massa austro-ungarica si fosse rivolta tutta a sud yerso Valj evo e che un'ardita manovra gli avrebbe consentito di coglierla sul fianco e di capovolgere la situazione.

Sarebbe forse stato, afferma uion a torto la R . A., un particolare favore reso alle armate dei Balcani permettendo loro di impegnare anche la frazione dell'esercito serbo che si era abilmente sottrntta e ài spingere a fondo il già promettente attacco 'Cii Valjevo.

Ma dtt un lato la riluttanza del cccnandante della II A., il quale uon si sentiva in condizioni di lanciarsi in un attacco mentre era anccr quasi odel tutto privo di munizioni per artiglieria; le notizie avute 1da lla I e dalla III A. che facevano dubitare seriamente dell'esito della battaglia impegnata ad occidente di Valjevo, <lissuasero ben presto il Putnik <lbl suo proposito controffensivo.

La disciplina, nelle critiche coodizioni in cui i reparti erano stati messi, si rilassava sempre più.

« E' stato ordinato - scriveva il generale Jurisic-Sturm. - sotto pena di morte che nessuno si ritiri; però q ualche reparto si è ritirato lo stesso».

Inoltre il Dist. ~i Rogacica, contro il quale operavano la 181 Div. a. u. e la 4• brig. mont., non era più in grado di proteggere la sinistra della I A. nè poteva essere rinforzato. Le forze a. u . minacciavano <l'i incunearsi fra la I A._ ed il Corpo di Uzice.

Desistette perciò il Capo di S. M. dell'esercito serbo dalla manovra ordinata alla II A.; però dopo aver sospeso il contrattacco di quest'ultima, non volle dare alcun ordine <l,i ripiegamento. Probabil~

mente spera va ancora id i riuscire a mantenersi attorno a Valjevo, non ostante la situazione foss_e insostenibile con ambedue le ali completamente scoperte.

L'ESERCITO SERBO RIPIEGA SULLA KoLUBARA. - Il ripiegameinto da Valj evo alla Kolubara fu deciso ed attuato per iniziativa dei comandant i di armata .

e< Le condizioni in cui si trovavano le truppe la sera del 14 novembr e - dice il rapporto d ,i quel giorno del comandante della I A . davano poco affìd!amento dhe le posiziani potessero essere mantenute a lungo ».

La Div. Dan. I battuta e costretta ad indietreggiare era inseguita alle calcagna; la minaccia incombente sul distaccamento di Rogacica era molto grave per la sinistra della I A., la cui destra si trovava anche essa completamente in aria, dopo che l a Div. Dr.in. I dlel-

1::! III A. era stata battuta.

La direttrice di ritirata della III A . si incrociava a Valjevo con quella della I, e qualora le due armate avessero ripiegato nello stesso tempo ne sarebbe nata una inestricabile confusjone dalla quale non si sarebbe nsciti se il nemico avesse contmuato a fondo il suo attacco.

Decise iperciò il cocnan,d!ante della I A. di ripiegare, .iniziando il movimento la stessa sera del 14, sull'alto Ljig, sul Suyobor e sul Maljen.

D a ll a ritirata della I A . nacque quella della III .

Così il ripiegamento avvenne bensì secando le direttive emanate dal Putnik verso le posizioni sulla 1d'estra della Kolubara e d!el Ljig, ma non fa nè ordinato nè coordinato dal C. S. a tal punto che il generale Stepanovic. la cui armata viveva ancora in sufficiente tranquillità e non aveya quindi ragioni proprie per pensare a ritirarsi, seppe del movimento retrogrado delle altre armate soltanto quanrd'o a sera del 14 il comando della Div. Tiro. II, ala destra della III annata, comunicò alla sua vicina Idi nord che <l\urante la notte avrebbe abbandonato le posizioni per dirigersi oltre la Kolubara .

Il comandan te della II A., che ign orava la ·situazione prodottasi sulla fronte delle altre armate, dhiese telefonicamente i·struzioni al C.S.

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La conversazione svoltasi fra lo Stepanovic ed il Putnik è amena; se tale aggettivo può d'arsi ad un colloquio il cui tema era molto serio e grave, .

Alla ragionevole ,domanda del ccmandante della II A., se dovesse cioè anche egli provvede re oppur no a ripiegare, il Putnik rispose che al riguardo lo Stepanovic doveva prendere accordi col comandante della III A.

Gli accordi potevano riguardare solamente modalità, ma non da essi poteva scaturire la decisione <li ritirarsi o meno per un'armata la cui situazione, considerata iin. proprio, non presentava nulla che inducesse ad una misura di tale grayità. Il generale Stepanovic perciò osservò « ohe non aveva motivo di pren1d'ere tali accordi, ma desiderava avere al riguardo ordini dal Comando Supremo».

Ne ebbe per tutta risposta un « add!io )> e l'interruzione della conversazione telefonica.

Azione di comando, questa del Putnik, poco chiara e poco confacente alla gravità del momento; e che forse deriva dalla ritrosia più volte manifestata ad abbandonare terreno al nemico e che finì per produrre la conseguenza che egli, anzichè essere il regolatore dei movmenti dell'esercito, fu tratto a rimorchio <lai comandanti di armata.

Il comandante della II A. decise senz'altro di ripiegare e nella ~atte stessa iniziò il movimento. Ma se egli, prima di prendere una ri soluzime così grave senza che diretti avvenimenti gliela imponessero e senza avere una chiara id'ea della situazione delle altre armate, avesse voluto attendere e conoscere che cosa realmente er a succesw alla sua sinistra, la II A. avrebbe potuto ·essere agganciata rd'agli Austro-ungarici e sottoposta ad una dura lezione.

La parola cihiarificatrice del C. S . era in quel momento t élillto più n ecessaria giacchè proprio il giorno r4 la II A. avrebbe dovuto c001piere l'azione controffensiva prima ordinata e poi sospesa dal Putnik . Il coman1dante dell'armata, che poche ore •prima era stato sollecitato ad agire e per qqanto riluttante vi si era apparecchìato; al l' oscuro di qua1Uto accadeva al trove; con notizie sul nemico che ne dipingevano a non troppo rosei col ori la situazione per la crisi dei servizi, non aveva per certo tali elementi in sua mano ,da farlo decidere a<l un ripie-

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..,

gamento, che ayrebbe dovuto esser e or1diinato, ed in termini ben chiari, dal C . S.

Questo contegno del Capo <li S. M. serbo di fronte al comandante della II A. in un momento così grave noo è comprensibile.

Q uando anche il generale Steipanovic si fosse mostrato titubante adl assumere una responsabilità sua ed il Putnik avesse creduto suf.ficionti le direttive .da lui già emanate per un eventuale ripiegamento, lasciando la scelta ,del momento ai comandanti di annata, non era quella l' ora di evitare da parte sua una de<;_isione chiara ed un ordine altrettanto preciso. Per il momento si trattava di salvare l'esercito da una catastrofe; poi si sarebbe giudicata la condotta del generale StepanovJc.

Giunti a questo punto, il fatto dhe da qualche autore è :stata magnificata la manovra di ripiegamento serba dalla Drina alla K ol ubara siccome condotta dall'iinizio alla fine oon concetto unitario per per portare l'esercito su posizioni più vicine alle fonti di rifornimento e favorevoli alla battaglia decisiva, ci induce a soffermarci al quanto sull'evoluzone <lel pensiero del C. S. serbo nei riguardi della ritira ta dalla Drina e della difesa di Valjevo.

La manifesta impossibilità di sostouersi prima sulla Drina, poi sul Cer e nella valle dello Jadar, ·dove pure si voleva opporre resistenza ad oltranza, di fronte alla minaccia di avvolgimento sui fianchi, costrinse il Capo di S. M. dell'esercito serbo ad ordinare, l'n novembre, la ritirata su Valjevo.

Doveva essere considerata siccome l'ultimo passo indietro. La battaglia per la difesa di Valjevo ,doveva essere risolutiva. Il concetto, oltre ad essere chiaramehte espresso nell'ordine, è confermato dalle minute di spos izioni per i servizi, i quali infatti :sono organizza ti come se ad occidente ed, a nord di Va ljevo si yolesse ottenere la deci·sione. Non solo; ma 'Si provvede altrcsì perchè ivi affluiscano i complementi, che infatti arrivano e sono incorp orati mentre si combatte attorno a Valjevo.

Fu, è vero, lo 'Stesso giorno n, prevista altres ì la eventualità dell'abbandono di Valjevo e dli una ulteriore ritirata ad orieo.te della

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10

Kolubara; ma trattavasi di direttive emanate a titolo precauiionale (\ p~r il caso dri una sfortunata difesa di Vcdjevo ».

Il Putnik, forse perchè premuto dal goyerno, voleva abbancfonare quanto meno territorio era possibile ed evitare la caduta Ìtil mano al nemico di località imiportanti il cui nome desse isoverchia risonanza alla battaglia peràuta.

Per guesto egli non ha mai voluto il ripiegamento, neppure come una manovra d'alla quale ·potesse :scaturire la vittoria finale. Egli sperò di arrestare prima gli Austro-ungarici sulla Drina ; e combattè smo a quan<lb la minaccia di aggiramento non fu gravissima; poi volle resistere fra Zaulaka e Novo Selo; più . tardi ancora tentò fermare le armate del Potiorek davanti a Valjevo e sull'Ub; a.n:z..i qui pensò di sferrare una contro.ffensiya che, coLpendo il nemico sul fianco, liberasse l'esercito 1dalla dolorosa stretta jn cui lo sentiva preso, in un ma:nento h cui gli episodi ayVcnuti davano impressione che le unità andassero dissolvendosi ed inducevano quindi a tentare il colpo rdella disperazione prima che la dissoluzione fosse completa.

Furono le sconfitte subìte alle singole armate a provocare, dalla Drina alla K olubara, i successivi ripiegamenti; senza però che mai appaia il concetto di una manovra voluta ed eseguita per guadagnare spazio e tempo, ayVicinarsi ai centri di rifornimento, mettere in situazioni sempre più critiche jl nemico le cui difficoltà aumentavano • con l'approfondirsi delravanzata; tutto ciò sino a far maturare il momento oppormno per contrattaccarlo e batterlo con le forze ristorate e rinfrancate.

Questo concetto d i manovra è nato.. . ad avvenimenti compiuti; come non di raido accade per molti concetti nella storia delle campagne. Nulla però Jle giustifica l'esistenza negli ordini e nelle direttive del Putnik. La realtà che balza dai .documenti è che egli non intuì affatto il beneficio che avrebbe potuto trarre da un ripiegamento teiµpestivo; chè se lo avesse voluto così profondo non avrebbe fatto schierare a:d ogni arresto sulle sìa:igole posizioni tutte le armate e tutte le divisioni, ma avrebbe opposto al nemico forti retroguardie mentre i grossi si sarebbero senz'altro sottratti :sulle posizioni prescelte per la battaglia decisiva. Avrebbe cosi il Putnik evitato idi mettere in disor-

Il Ii

d ine l'intero esercito, che pure nella sua massa si batteva ancora valorosamente, e di wbìre ad ogni pie' sospinto la yolontà del nemico.

Si può invece affermare che più clhe dal C. S. la ritirata fu voluta a momen to opportuno dai comandanti dii armata; e quasi sempre contro il parere del Putnik. Cooì i l ripiegamento della II A. sulle falde del Cer; della I dalle posizioni a suid~vest di Pecka; dalla I ancora da Valjevo alla Kolubara.

In effetti la yittoria finale serba nasoerà da una manovra di ripiegamento in realtà genialmente intravista ed esegiuita, sempre però contro la volontà ,d el Putnik, da un .comandante di annata : il gonerale Misic, il quale seippe dalla manoyra stessa trarre lo spunto per la brillante controffensiva finale.

Ci piace a questo punto riprodurre le conclusioni cu i perviene la stessa R. S. dopo avere riportata la documentazione degli avvenimenti dall'inizio della secondla fase id'ella battaglia della Drina alla caduta di Valjevo.

« ... Per impedire l'inyasione nemica ed evitare al paese i danni di l.lll'la occupazione, l'esercito serbo aveva assunta una larga fronte ciifens iva, inadeguata alle sue forze e debole in tutti i punti .

« .•. Il desiderio di ostruire il passo e di assicurarsi trutte ]e provenienze indeboliva permanentemente la forza . Ove si riusciva a creare qualche riserva bisognava usarla per assicurare singoli punti o provein.ien z e secondarie minacciate. La prima linea yenne cosi ad assorbire tutte le forze e lo schieramento diventava man mano più ~bole e più sottile.

« Il primo attacco in maggi<Jri forze del nemico, riunito e rinforzato, spezzò la sottile catena; riserve per parare al colpo non ve ne erano...

cc La ritirata di uina sola armata trascinava anche le contigue.

cc Tutto il periodo della guerra dall'inizio della seconda offensiva austriaca sino alla ca<l'uta di Valjevo ha l'im!pronta di parziali insuccessi e di una ritirata generale, Il tentativo di trattenere il nemico durante la sua avanzata non poteva riuscire...

<< Gli i nsuccess1 si susseguirono senza interruzione e la ritirata ~i prolungava nelle peggiori condizioni ».

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LA BATTA!GLlA DELLA KOLUBARA

DA V ALJEVO ALLA KoLUBARA.. - Il ripiegamento dei Serbi da Valjcvo e dall'Ub tolse alle armate dei Balcani la possibilità cli una battaglia ,decisiva nella quale la manovra di avvolgimento per le ali avrebbe ancora potuto essere tentata .

Le armate dei Balcani non erano riuscite ad avvinghiare l'esercito serbo così strettamente da costringerlo a battaglia . Soltanto il XV cd il XVI Corpo avevano marciato con qualche celerità ed a Valjevo si erano impegnati a fondo mettendo in critica situazione la 1 A. e la sinistra della III e costringendole al ouovo ripiegamento che doveva trascinare l'intero esercito serbo. La 5.. armata ed il XIII Corpo non avevano proceduto con pari rapidità ed energia tanto che le di visioni di ldestra della III A. e l'intera II A . 1110n erano state irope . gnate.

« Le rotabili per il grande impiego ed il cattivo tempo si guasta· rono del tutto e tale sfavorevole circostanza, ' non ostante tutti gli sforzi, ostacolò notevolmente il progresso dell'esercito austriaco» (R . A.).

Tutto ciò è esatto; ma poidhè le rotabili erano pessime su tutta la zona, e forse a sud peggiori che a nord, sorge il dubbio che anche la 5• A. avrebbe potuto muovere con celerità pari a quella della 6,. se le fosse stata impressa una ma ggiore spinta .

Conseguenza, forsanco, dell'organizzazione del comando. Il P otiorek, oltre ad essere ·a canan<l0nte delle armate dei Balcani conservava il comando della 6" A . nella cui zona si era ·sempre tenuto; era ind otto, incon~apevolmente, a curarsi maggiormente della sua armata ed a trasfondere l'energia, che non gli faceva difetto, più in essa che nelle altre unità.

CAP. VIII.

L'ambita preda sfuggì agli Austri aci .

La II A. serba ripiegò oltre la Kolubara con tutta tranquillità; in parte anche la III. Non così l a I, la quale fu costretta lo stesso 14 nov embre ad iniziare la ritirata di pieno giorno e mentr e la Div... M or. II sosteneva u n violento attacco.

Anche il XV ed il XVI Corpo erano però ridotti alle ultime energie; le loro truppe si limitarono ad occupare, arrestanldovisi, le posizioni abbandonate dal nemico odi inseguirono col solo fuoco. Nel t ardo pomeriggio del 14 cessò ogni attività.

Fu perduta l'occasione di trasformare io disastro la ritirata di almeno metà dell'esercito serbo. Tale fu ad oriente di Valjevo l'ag· grovigl ia mento dei carreggi delle m1ppe e dei profu ghi serbi sulle poche e cattive str a.de, che sarebbe stata sufficiente una vivace pres sione di poche forze 'ben decise per provocare il collasso defini tivo. L'apatia degli uomini e l 'indisci plina era giunta a tal tpooto in al· cune divisioni serbe, che l'impiego dei mezzi più duri e delle correzioni più severe risultava inefficace.

In questa circostanza , tipica per l'impiego di buona cavalleria, il comando delle forze balcaniche dove tte sentirne dolorosamente la mancanza .

La conquista Id i V aljevo, dove le truppe del Poti orek entrarono il 16 novembre, faceva balenare Qa possibilità di un prossimo e com pleto possesso della valle della Kolubara e quindi deùla ferr ovia Obrenovac-Valjevo, l a quale avr ebbe concesso l'utilizzaz iaue di una redditizia linea di rifornimento di cui si sentiva acutamente il bisogno.

L e difficoltà di funzionamento dei servizi dal la Drina ad oriente avevano già prodotto serie r ipercussioni su lle ope razion i, r allent:mclo notevolmente la velocità di marcia delle annate e logorando in modo sensibHe le truppe, prive spesso di tutto. I carreggi r eggimentali non erano rius cit i a seguirle.

La d'i rettr ice di operazioni scelta dal P otiorek faceva se ntire il suo peso.

L a conqu ista di V a ljcvo faceva anche intravedere non lontana

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l'occupazione di Belgrado, avvenimento di alto valore politico e morale. Gli stessi Serbi ne prevedevano ormai la caduta; il Putnik 2 sino dal 14 novembre, aveva prospettato al governo la difficoltà di una prolungata difesa della capitale itnvitandolo a preparare l'opinione pubblica alla probabile perdita (1). I giornali serbi ne avevano di già fatto cenno.

Queste due ragioni e l e segnalazioni sulle critiche condizioni dell'esercito serbo, fecero ritenere al Potiorek facile cosl l'occupazione completa della valle Kolubara cane la conquista di Belgrado.

Le truippe austro-ungariche erano, è vero, stanchissime e prossime all'esaurimento; ma poichè i Serbi apparivano in peggiori con· dizioni e s.fidticiati dopo una cosl lunga ritirata, non era il caso dj sostare.

L'inseguimento doveva essere proseguito senza posa almeno sino alle alture di riva destra della Kolubara, giacdhè soltanto il loro possess o avrebbe consentito di mettere in esercizio la ferrovia; dopo di ch e, se i Serbi non fossero stati ancora <lefìnitivamente battuti, kèue armate avrebbero potuto riposare, riordinarsi e rifornirsi prima di riprendere l e operazioni.

Questa fu la decisione rdel P otiorek, perfettamente intonata alla situazione. Sedotto però dal miraggio della conquista di Belgrado, • noti.zia che non avrebbe mancato di produrre grandi effetti su amici e nemici, cominciò ad allargare la fronte sten!de nd osi verso nor<J, Cù.$Ì da puntare rapidamente sulla capitale serba non appena super ata la K olubara . Nello stesso tempo, poichè la molto amp ia zona conquistata ad oriente di Valjevo, la I A. serba aveva ripiegato oltre il Lj ig e sulle alture del Suvobor , dava già la libera dispon ibilità di Valjcvo e della sua stazione, si indusse anche a coocedere qualche giorno di riposo al XV ed al XVI Corpo, mentre la 5• A. ed il

(1) R. S. - Telegramma 6402 del 14 novembre 1914: « La situazione sulla fronte è tale che può darsi ~i sia costretti ad abbandonare Valjcvo. L'abbandono di Valjevo p<>trebbe influire sfavorevolmente nci riguardi di una prolungata difesa di Belgrado. Prego di preparare gradatamente l'opinione pubblica, per mezzo, della stampa, ad una tale sfavorevole possibilità».

SCHIZZO N. II d~11:1 Kolubar5 .lJ;s/oc~ z;• ne d,/ 16 nov em bn I !J I ft: e::>--+ A U.. A~c,od,f/6n,11.""{S...J ~ .-. A. U,,AITi.«o dtlla 6'.trm,,:; oPo~g,. {11·22.1>ortmhnJ ,..- -, /,erbi , ___ ,.., r, ffl\ffll Rj,ig~m•11f"o I irm.strh d,I ZI not'.~

XIII :si avvicinavano alla Kolubara: l'una mantenendosi tra la Sava e la confluenza del Ljig; l'altro dirigendosi sul basso Ljig.

Intanto, l'ordine del Potiorek è del 15 novembre, il XV ed il :X"VI Corpo si sarebbero raccolti nei dintorni dli Valjevo; la 18° Div. nei pressi di Trabovic per guardare il fianco ed il tergo dalle provenienze di Rogacica, dove operava la 4• brig. mant.. Il distaccamento Bosnia, del frnl. Snjaric, ebbe compito di puntare da Visegrad su Uzice~

Tutte le forze dell'esercito a. u. dei Balcani erano chiamate a raccolta ed impiegate nello schieramento che preludeva all'azione risolutiva.

La fronte assegnata alla 5• A. era ampia; non si parlava ancora di Belgrado ma lo schieramento pre1uideva evidentemente a renderne sollecita la conquista non appena superava la Kolubara. La 6· A. era raccolta su fronte più ristretta nella zona di Valjevo; ma data la sensibilissima riduzione di forze doyuta al lungo cd estenuante periodo di operazioni sotto un cielo sempre inclemente ed un clima rigido, e la sempre maggiore difficoltà ,cfei rifornimenti che rendeva ognora più precaria la situazione dei viveri e delle munizioni, anche la sua fronte finiva per essere eccessivamente l arga .

Il r6 novembre la 5• A. raggiunse la Kolubara: il Corpo misto, col quale all'ala settentrionale marciava la 104• brig. lst., fra Obrenovac e la confluenza del Pcstan; l'VIII fra il Pestan ed il Ljig. In riserva la 71"' brig. già della 36" Div. e rimasta con l'armata dalla Macva in poi (schizzo n. n).

Tutti i ponti erano stati distrutti dai Serbi; soltanto la 7'· Div. riuscì a costituire una piccola testa di ponte in direzione rd'i Stepojevac; le altre ooità dovettero attendere i materiali da ponte rimasti molto indietro e che avanzavano lentamente e faticosamente per le condizioni delle strctde.

La situazione in cui venne a trovarsi l a 5.. A . oon era fra le più favorevoli per un' operazione che avrebbe dovuto essere condotta rapidamente; urgeva infatti sottrarre la ferrovia di Obrenovac al do-

'I

minio 1d'elle artiglierie serbe che dalle colline di riva destra del fiume ne impedivano il riattamento.

La Kolubara e.ra in piena; ,lmbcdue i suoi rami (1) erano inguadabili, e presentavano grandi difficoltà al gittamento dei ponti.

Le artiglierie, al cui traino la fangosità delle stra'Cle rendeva impote:iti i cavalli, finivano con l'essere collocate in posizioni qualsiasi, purchè vicine alle maggiori rotabili; spesso infelicissime per svolgere efficaci azioni di fuoco; sempre d 'ominate dalle serbe.

Di &onte, sulle alture a destra della Kolubara la II A. serba, che ayeva potuto con relativa tranquillità schierarsi ed organizzare la difesa; alla sua destra la Div. Cav. ed il distaccamento di Obrcnovac forte quest'ultimo di 8 battaglioni pressochè del tutto fresdhi .

Si trattava perciò ncn di inseguire il nemico oltre il .fiume ma di condurre ud attacco vero e proprio per passare di viva forza la K oluba r a .

Il XIII Corpo avanzò a nord di Mionica .

lvi b III e la I A. serbe non erano ancora riuscite, il 16 novembre, a sottrarsi completamente; la zma intorno a Mionica era tutt ora ingombra <li truppe e carreggi, guardati da semplici retroguardie. Ma i superficiali contatti presi dalle avanguardie non chiarirono la situazione, tanto che il comandante 'del XIII si formò la convim.zione che la resistenza incontrata non fosse superabile senza ·un regolare attacco p reparato con tutta l'artiglieria. Perdita quindi notevole di tempo che permise anche ai Serbi della III A . di condurre a termine con relativa tranquillità la ritirata e di schierarsi sulla ·destra del Ljig, mentre la I si portava sulle alture di Mednik, Bacinovac e Maljen.

Contemporaneamente il Corpo di Uzice aveva ripiegato dalla Drina a sbarramento delle strade Valjev o-Uzice e Rogacica-Uzicc collegando.5i sulla destra, attraverso le alture del Mazden, con la sinistra della I A. a Maljen.

Così l'esercito serbo, non o.5tante assai gravi difficoltà di terreno disorganizzazione materiale e depressione morale ed a malgrado de-

(1) Kolubara quello occidentale; Lukavica l'orientale.

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gli incagli verificatisi al pas.saggio della Kolubara per la I e la III A., riusciva ancora una volta a sottrarsi senza essere stato ccmpletameote battuto. L 'arresto a Valj evo del XV e del XVI Corpo a. u. lo aveva liberato, nel punto più delicato, dalla pressione del nemico proprio nel momento in cui tale pressione avrebbe potuto dissolverne del tutto le forze; la lentezm del XIII C orpo aveva fatto sfuggire un'altra ottima occasione.

Era cos.ì necessario imbastire una nuova battaglia contro un ne· mico, molto scosso è vero, ma schierato su forti posizioni montane cqi faceva da fosso un fiume ingrossato dalle piogge.

« Sulla K oluba ra -.- afferma la R. A. - si accese una lunga e violenta lotta, che costrinse nuovamente le truppe austrerungariche, spossate ed abbisognevoli di tutto, a grand'i sforzi e non consentì loro di fruire del ristoro e del respiro tanto necessario» .

SULLA FRONTE DELLA 5,. ARMATA A. u. - Dal 16 al 22 novembre la battaglia si accese e si sviluppò soltanto al centro ed alla destra dello schieramento serbo.

La 5,. A. ed il XIII Corpo a . u. lottiarono sulla Kolubara e sul L jig contro la II A. serba, la destra ed il centro della III.

Verso il Mednik Bacinovac e Maljco furono avviati soltanto squadroni di cavalleria divisionale per riprendere il perduto contatto. Su queste a l ture erano i grossi della I A. la quale per iniziativa del nuovo comandante, generale Misic (1), vi si era schierata ritenendole più forti d1i quelle del Suvobor e del Ljig.

L o schieramento serbo assumeva cos1 la forma di una g r ande S con un pronunziato e pericoloso saliente alla confluenza Lj ig- Kolubara, a lture di Covka e Vr ac e, dove si sald~vano le due armate Il e III ; l 'alia. srnistra della I A. proiettata molto avanti sul M a lj en. Il vuoto esistente fra quest'ala ed il Corpo di Uzice era guardato, al p asso di K ozomor sulla rotabile ValjeverUzice, da un distaccamento.

(r) Il 15 novembre lil generale Bojovic, sofferente per una ferita riPortata nei combattimenti dell'agosto, era stato so~tituito dal generale Zivoji.n Misio, sin allora Sottocapo di S. M. dell'esercito, il quale si pal~ò subito coma.od.ante ,di grande ,mimo e di elevata mente.

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Lo schieramento non era felice; specialmente per un esercito molto scosso. Troppo esteso, anzitutto, per yolere come di consueto tutto coprire; non :vi erano un.ità in riserva, ad eccezione della Div. Tiro. II a disposizione del comandante della III A.

La destra, per l'ostacolo presentato dalla Kolubara e per il dominio delle posizioni serbe sulle :vie ,d'attacco degli Austro-ungarici, era abba·s.tanza forte. Punto <l!elicato il saliente di Covka, che le artiglierie nemiche potevano con tiri concentrici rendere intenibile, e la cui ca:duta avrebbe messo in imba razzo II e III A . e provocato una grave minaccia in direzione di Arangjelovac .

L 'a l a sinistra in aria; la preoccupazione di evitare la cadluta di Uzice aveva fatto schierare le truppe del generale Aracic completamente distaccate dalla I A . mettendio le une e l'al tra in grave situazione. E questo mentre era palese che la più forte massa. '!1emica gravitava appunto verso :sud, contro la I A . che ero stata sin allora la più impegnata e la più tartassata.

Per compensare questo equilibrio lo stesso 16 novembre il Putnìk toglieva una diyisione alla III A, assegnandol a alla I; fu dlapprima la Tim . II, ma il :tumultuoso avvicendarsi degli avvenimenti e la variata situazione la fecero in seguito sostituire dall a D rin I.

Il 16 novembre ebbero luogo sulla Kolubara le prime avv isaglie. La battaglia si ingaggiò seriamen te il mattino del 17.

La 5a A. austro-ungarica, pressochè uniformemente ripartita in cinque colonne - le quattro divisioni e la .I04a brg. bt. - tentò il forzamento della Kolubara &a 1a Saya ed il saliente d i Covka . Il Corpo mjsto puntò per Obrenovac, Lisopolje e Stepojevac; l'VI II su Lazarevac e sul Covka.

Le si opponevano le tre divisioni della I A. serba (<l'a sud a nord: M or. I, Tim. I, Sum. I) fra il L jig e Stepojevac; la D iv. Cav. r jnforzata da un gruppo di battaglioni di fanteria a Konatice; il distaccamento d i Obrenovac da qui alla confluenza Kolubara-Sava.

« L 'armata. diceva il generale Stepanovic nel suo ordine 3669 del J7 n ovembre - ha il compito di <li.fendere decisamente la pos i-

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zione che occupa . L a Div. Cav. ha il compito di proteggere il fia nco ec il tergo della II A. » .

La situazione e le condizioni della II A. erano discrete. M olto depauperati i reparti di uomini, ma quelli rimasti r appresentavano il meglio; l'armata si era, nel ripiegamento, scremata dei peggiori elementi, aveva ricevuto una certa quantità di complementi che ave· vano potuto essere incorporati con relativa tranquillità, giacchè da molti giorni il nemico non l' aveva molestata, Aveva però compiuto mar ce molto lun g he .

Il generale Stepanovic ayeva inoltre creduto opportuno di liberarsi dei richiamati molto a•nziani che erano di rendimento negativo, e lo stesso 17 novembre il C. S, lo aveva autorizwto a mandarli indietro, sciogliendo addirittura alcuni battaglioni di 3° bando.

Il ripreso rifornimento delle munizioni; 1.1 n più regolare servizio di vettovagliamento; le notizie che davano i prigionieri sulle penose condizioni logist ic he ,degli Austro-ungarici, avevano concorso a sollevare alquanto il morale.

L a 5• A. austro-ungarica non ottenne all'inizio grandi risultati . L 'V III C orpo passò la K olubara cd impegnò fortemente il nemico verso La zarevac; non riuscì a null a verso il Covka . Il C o rpo misto del K ra uss, non ostante l a superiorità di fo r ze su ll 'a liqu ota d i Serbi che lo fronteggiava , non ccxnpì alcun progresso.

Con l'intervento però del XII I Corpo la sjtuazionc dei Serbi si aggravò sul saliente di Covka.

Mentre la 9• Div., pur contenuta, lo minacciava da nord, il XIII avan1~va in direzione di Zupanjac e di Du dovica.

Un poderoso schieramento di artiglierie austro-unga r iche nella .zona 'Cli P apeljevac rendeva molto diffici l e alle diyisi oni M or. I e Drin, II di mantenersi sul saliente.

Il 19 novembre l'attacco austro-ungarico era diventato cosl serrato e vivo, special mente contro la Div . M or. I della II A ., che il C. S. serbo ritenne indispensabile un' azio ne controffensiva della II I A. per liberare la sinistra dell a II. Questa non aveva modo di provvedere d a sola; tutte le sue divisi oni erano impegnate. L a III A. invece

avev a sempre nella sua zona la Div . Tiro. II, non ancora ceduta a l gen erale Misic ~ La tranquillità ohe regnava sulla fronte della I A. sembrava autorizzare l'impi ego altrove della Diy . Tim. IL

Il comandante della III A. nori era favorevole al contrattacco; sia perchè la scarsezza di forze impiegabili non faceva sperare in grandi risultati, sia perchè le condizioni delle truppe, che avevano avuto una ritirata movimentata e laboriosa, erano tutt'altro che buone. Riteneva miglior partito continua re a resistere così da fare logorare il nemico, di cui persisenti voci dicevano soffrisse già molto per <lifetto dii rifornimenti, e poi passare al contrattacco con tutta l'annata che nel frattempo avrebbe ricevuto qualcosa del tanto di cui abbisognava.

Ma il Putnik insistette e volle che il contrattacco fosse frnmediato e diretto a liberarsi dalle moleste artiglierie di Papeljevac.

La Div. Tiro. II, pur esaurita di uomini e di forze, avanzò verso il saliente di Covka; vi arrivò però, a causa della stanchezza, con grande ritardo ed a scaglioni cosicchè il contrattacco fu rimandato al 21 novembre. L' azione finì con non essere compiuta secondo gli intendimenti del Putnik perchè nel frattempo la situazione impose nuovi e diversi provvedimenti.

I combattimenti svoltisi dal I7 al 21 novembre non aveyano in sostanza procurato apprezzabili vantaggi all'armata del generale Frank..

Il Corpo misto, sempre ostacolato dalla piena della Kolubara, non era riuscito a passare; era a contatto con elementi avanzati del Dist. di Obrcnovac e della Div. Cav. serba. Questa, dhe il generale Stepanovic avrebbe voluto rinforzare con una divisione di fanteria per mantenere l'ampio fronte affidatole, aveva finito col tener testa alla t ed alla 29a Div. austro-ungariche; il Dist. di Obrenovac non aveva avuto troppo da fare per sbarrare l a strada alla 104• brig. 1st.

L'uniforme e rado schieramento del Corpo Kr auss non dava in alcun punto vigoria all'attacco, di cui la tenacia e la maggiore capacità manovriera delle truppe serbe favorite dalla piena della Kolubara finivano per avere ragione .

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Le azioni erano state più vivaci sulla fronte dell'VllI e del XIII C orpo. La 21 • Div. era arrivata a Lazarevac; la 9• e h1 36• avevano attanagliato il saliente di Covka; la 42• aveva impegnato sul Ljig le divisioni Drin . II e Mista della II A. serba .

I n nessun punto però si era ottenuto una penetrazio n e profonda o si ero ri'<iotto l'avversario in condizioni così critiche da fare ritenere prossima una decisione.

L a relazione della sera del 20 novembre, del comandante la Div. mista d1ce: « . . . il nemico prosegue l'offensiva, ma con molta lentezza e cautela; egli ogni giorno conquista un po' di terreno respingendo i nostri reparti avanzati» .

Era realmente così. L'attacco austro-ungarico mancava complet amente di sl ancio: un po' perchè suJle prime si ritenne trattarsi ancora di inseguimento e furono impiegate scarse forze; molto per le condizioni fisiche dei soldati, cui non era più sufficiente per spingerli innanzi il morale elevato dalle precedenti vittorie.

L e truppe avevano fame e sonno. I viveri caldi erano diventati un mito; talora mancavano anche quelli freddi; i l riposo, quando poss i bile, sempre all'aria aperta e sotto le intemperie; calzature e vestimenta ridotte in stato pietoso. Si aggiunga che le munizioni per artiglierie scarseggiavano in modo impressionante, e che le artiglieri <' per le condizioni delle strade spesso non riuscivano a seguire le colo n ne, tanto che qualdhe divisione non ebbe disponibili a l momento dell'attacco pjù di tre botteric; le altre erano rimaste impan tanate nel fango. L e truppe, abituate in precedenza ad imponenti preparazioni di fooco ed a vedere sostenuti gli attacchi da tiri ben nutriti, accusavano ora una dimjnuzione di potenza che le rendeva assai meno decise.

Gu ORDINI DEL PoTIOREK PER L'AVANZATA su BELGRADO ED ARANGIELOVAC. - La mancanza di seri at~acchl sulla fronte della I A. e del Corpo <li Uzice faceva sì che il C . S. serbo guardasse 'Con minore pessimismo la situazione, nella speranza di riuscire almeno a rimettere in forze ed a stabilir e saldamente su lle posizioni assegnate l e la I A.

Questa però mostrava -di essere diven tata assai m eno solida. Il

'I

18 novembre alcune retroguar die avevano ceduto senza combattere n nuclei eiploratori austro-ungarici di scarsa forza; a Bacinovac, sulla posizione principale di resistenza, un distaccamento di un battaglione e di alcuni squadroni della 48a Div. a . u. aveva troppo facilmente respint o un reggimento della Div. Dan. II, il qunle si era dato alla fuga lasciando in mano del nero ico più di 'IOOO prigionieri cd una batteria.

Il generale Misic ayeva invero fatto assegnamento su una maggiore combattività dell'armata di cui aveva appena assunto il comiando e con la quale doveva guardare il lato più sensibile dello schieramento. Egli infatti non aveva voluto schierare le divisioni in modo un iforme sull'ampia posizione affidatagli, che dal Lji g per Bacinovac andava sino a Maljen. Ne aveva tenuto all'inizio fortemente occupate le ali, con due divisioni, schierando al centro un solo reggimento della Div. Dan . I od il distaccamento di Rogacica; il grosso della Dan. I era in riserva e con esso il Misic si proponeva di contrattaccare il ne rnico, qualora fosse avanzato in direzi one di Suvobor.

L' incidente di B acinovac gli mostrò come la quantità e la qualità delle truppe non permettessero di .adottare tale punto di vista . Energico e risoluto quale era costrinse la Div. Dan. U , non ostante le pessime condizioni delle truppe protestate dal suo comandante, a contrattaccare riuscend o in 'parte alla riconquista di Bacinovac e solkvando il morale col facile successo sulle poche truppe a. u. Finì però col sentirsi costretto a schierare tutto sulle posizioni, in prima linea, per guarnirle solidamente e tenerle quanto più a lungo fosse possibile.

Il 20 novembre il nemico attaccò in forze anche sul la fronte della I A. serba.

Il fzm . Potiorek negli avvenimemi del 18 aveva trovato confermo alla sua opinione che ormai si trattasse solo di inseguire un nemico già battuto. Se il nemico cedeva tanto facilmente di fronte a piccoli reparti come a Bacinovac doveva essere in ben critiche condizioni. O cco rreva non dargli tregua.

Vi era stata, è vero, sulla fronte della sa A. impossibilità di pro· cedere solleci tamente. 'Ma le condizioni atmosferiche diventate di nuo-

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vo proibitive, e la piena idella Kolubam, giustificavano la quasi inazione del Corpo misto e gli scarsi progressi dell 'VIII. In simili condizioni di clima e dii terreno; senza equipaggi da ponte anche semplici retroguardie potevano contrastare efficacemente l'avanzata di grandi unità.

Urgeva però che il Corpo del Krauss progredisse, giacchè solo la sua ~vanzata avrebbe liberato il tratto settentrionale della ferroyia di Obrenovac, :sulla quale i lavori di riattamento esigevano almeno una settimana di tempo, ed il cui esercizio era ogni ·giorno più vivamente desiderato.

Si aggiunga che notizie provenienti dagli addetti militari presso le potenze neutrali davano concordi l'esercito serbo in sfacelo; soltanto retroguardie ne proteggevano la ritirata verso Arangjelovac. li governo francese aveva avuto comunicazione dal proprio ambasciatore a Belgrado che la Serbia era finita

Il Potiorek, sempre più convinto si trattasse solo di raccogliere i frutti delle precedenti vittorie decise di proseguire le operazioni con la massima energia; per quanto i canandanti dipendenti descrivessero a foschi colori lo stato materiale delle truppe e lamentassero il nessun rendimento dei servizi.

Non si doveva lasciare tempo all'esercito serbo di riordinarsi nella conca di Arangjelovac, il 'suo maggior centro di vita.

Oggi, a carte completamente scoperte, si può discutere ed affer- " mare che la prudenza avrebbe consigliato non solo di sostare ancora attorno a Valjev o e raff orzarvisi ma anche di sospendere le operazioni su tutta la fronte; idarc un ben meritato riposo alle truppe, organizzare il nuovo attacco e poi puntare avanti.

Ma esaminando la si tuazione con gli occhi e con la mente del momento non si può non approvare la decisione del Potiorek; anche se il ri·sultato finale non gli è stato favorevole.

A qualsiasi comandante, dati i successi sin a quel momento conseguiti; dato il disordinato ripiegamento dei Serbi, che solo a Valjevo avevano perduto più di 8ooo prigionieri e 42 pezzi; date le concordi notizie sull o stato del nemico e sul suo ripiegamento verso Aran,

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gjelovac; a qualsiasi comandante non poteva venire in mente di sospendere le opera~ioni per rendere più e fficienti i servizi, quando con uno sforzo che non appariva esagerato si poteva conquistare completamen te la ferrovia e tisolvere il problema in più breve tempo ed in modo più duraturo e più :semplice.

Errori, naturalmente, ha commessi il Potiorek; uno è quello originale, la scelta della direttrice operativa, che faceva sentire ben amare conseguenze; l'altro è di non avere, neppure dopo Valjevo, costilwta qualdhe riserva continuando ad avanzare con tutte indistintamente le divisioni in prima schiera ed uniformemente diluite sulla fronte; altro ancora, il non aver dato, sino dall 'inizio, ai servizi l'importanza che meritavano.

Ma, di fronte alla situazione che gli si pro.5pettava a metà novembre, non si può non acconsentire sulla necessità di procedere rapidamente innanzi.

li mattino del 19 novembre furono emanate le direttive per la prosecuzione delle operazioni : esse considtravano ancora « un episodio di agevole attuazione l'occupazione delle alture sulla riYa orientale ·della Kolubara » (R. A.). Il Potiorek intendeva « .impiadronirsi di Belgrado con la sa A., tenendo impegnato, con la 6a A., il grosso delle forze nemiche » (ordine 2529/ok del 19 novembre 1914, ore 7).

La 5" A., entro il 22 novembre, doveva prendere posizione d'attes...-:i a nord ,della 'Turjia per l'attacco di Belgrado, da iniziarsi il 23.

La 6" A., pure entro il 22 novembre, schierarsi in posizione di attesa a circa venti dùlcmetri idalla strada Grn. Milanovac-RudnikArangjelovac; col XIII Corpo immediatamente a sud della Turjia pronto ad operare contro colonne serbe che, eventualmente, da Arangjelovac si fossero dirette su Belgrado.

La 18" Div. doveva formare scaglione arretrato dietro l'ala destra; successivamente procedere su Cacak o su Grn. Milanovac.

Il distaccamento del fml. Snjaric, proveniente da Visegrad puntare su Uzice per riunirsi con la f brig. rnont. e proteggere, insieme con la 18a divisione, il fianc o meridionale; successivamente per la Morav a occ ident ale agire sul fianco sinistro e sul tergo dell 1esercito serbo.

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Queste direttive presumevano già talmente a terra l'esercito nemico da indurre i! IJ:>otiorek a pensare che la sola 6.. A. sarebbe ormai stata sufficiente per tenerlo a bada, odi anche per perfezionarne l'annientament o, mentre all'altra annata si affidava un nuovo compito - la conquista di Belgrado - che la metteva in condizioni di non intervenire con prontezza qualora la 6a avesse dovuto impegnarsi. Mentr e, come abbiamo accennato, riesce comprensibile che il Potiorek non abbia voluto sostare a Valjevo per .dare rubito addasso al nemico e completarne la disfatta, non si comprende invece come egli si sia lasciato sodurre a tal punto dal miraggio della pronta occupazione della capitale nemica da trascurare il ccmpito ancora principale, quello cioè .di assicurarsi almeno che l'esercito serbo non fosse più temibile .

Nè le direttive furono variate quando, nella notte sul 19, giun~ero al Potiorek le notizie sui combattimenti 'Svolti nella giornata del 18 novembre dal XIII e 'Clall'VIII Corpo. Questi avevano attaccato in pieno e con energia; la resistenza incontrata, non aveva consentito quasi alcun progresso e faceva presumere che non semplici retroguard ie ma forze rilevanti fossero schierate, su posizioni già organizzate,. sulle alture di riva ,drestra della Kolubara.

All'opp05to del 'Putnik, il quale cambiava i suoi ordini con grande facilità, talora soverchia facilità perchè non sempre si basava su ~ituazion i attendibili, il Poti orek persiste tenacemente non solo nel concetto ma anche nelle modalità stabilite per l'attuazione.

Bisogna aggiungere che il P otiorek aveva la sua sede <li comandc a Tuzla, in Bomia; non poteva quindi « sentire » affatto la battaglia ed il quadro che egli si faceva della situazione derivava 'solo ,d,alle relazioni dei ccmandanti in scttor.cline; mai da contatti personali dhe, data l 'ubicazione del coman·do, er~1no jmpossibili.

L'AITACCO DELLA 6a ARM:ATA A. U. ED IL RIPIEGAMENTO DELLA I

SERBA. - La battaglia sulla K olubara e sul Ljig prosegun daf 19 novembre in poi. Gradualmente si impegnò anche la 6* A.; il movimento del XV Corpo, in seguito alle notizie .della n otte sul 19, era stato anticipato avviando :senz'altro due deHe sue divisioni ai ris.pct-

tivi obiettivi: Mionico e Grn. Toplica per la 48a Div. ; Bacinoyac per l a Ia. La 40a Div. molto lqgora fu: lasciata per il momento a Valjevo.

Il 22 novembre la battaglia raggiunse il culmine; tutta la 6"' A. si impegnò; la I serba fu costretta a retrocedere.

Segna, la battaglia della Kolubara, nello stesso tempo, il più tragico e;d, ultimo momento della crisi che costrinse a fine novembre l'esercito del principe Alessandro a ripiegare ancora una volta ed a raccogliere tutte l e forze sugli orli della conca di Arangòedovac. Da qui l'energia della disperazione e, più ancora, l'ardimento e l'iniziativa del comandante della I A. doveyano portarlo a capovolgere in un attimo la situazione; traendo, per quanto incosciamente, roorme frutto del!' errore commesso dal Poti ore k di scindere in due nuclei lontani la forza delFesercito dei Balcani.

In guerra nulla è perduto finchè l'animo non si è perduto.

I combattimenti dal 18 al 21 noyembre confermarono, se pur ve n'era bisogno, che sulla K ol ubara e :sul Ljig non si trattava di respingere retroguardie ,di un esercito in foga; una nuova battaglia si era ingaggiata nella quale l'intero esercito serbo, si 0105trava ben deciso a difendersi sulle nuove posizioni.

Gil!nti finalmen t e gli equipaggi da ponte il Corpo misto iniziò il passaggio della Kolubara : la 7" ·e la 29.. Div. furono dirette sui Stepajevac e Konatice, &mde avrebbero proceduto verso Belgrado con la I04"' brg. 1st. che operava lungo la Sava; fu occupata Konatice e la testa della 7"' Div. si appressò a Stepojevac; ma la salida resistenza della Div. Cav. serba e della destra della Sum, I non consentirono maggiori progressi. Il Dist. di Obreno~ac riusciva ancora a sbarrare la stra.da alla 104' brg. 1st.

L'VIII Corpo non progreidì oltre Lazarevac nè superò la resistenza sul saliente di Covka. Qui anz i dovette sostenere un duro contrattacco della Div. Tiro. II e della Mor. I.

Il comandante .della III A., 1dapo aver molto tergiversato si era alfìne deciso ad impiegare la divisione Tiro. II nel contrattacco voluto dal Putnik; però, siccome la situazione ad un certo momento era ·diventata grave sulla fronte nord della Div. Mori I (d'ella II A.) il

contrattacco fu diretto verso nord. Era stato però necessario, per vincere la riluttanza del generale Jurisic Sturm, l'intervento personale del Putruk il quale volle anche che la 'III A. con i suoi mezzi agisse contro le artig lierie nemiche di Papeljevac , dove ·secondo l'ide a originarja avrebbe doyuto essere diretta la Tirn. II.

Questa si sacrificò quasi completamente sotto i tiri delle artiglierie a. u.; fece però segnare un tempo d'arresto all'avanzatà dell'VIII Corpo, minacciosa specialmente verso Laz arevac.

Il contrattacco 1diella III A. sul Ljig riuscì, a Dudovica, a far conseguire un successo locale alla Div. mista, la quale, trovatasi di fronte ad un solo reggim{:nto ,dle l XIII Corpo, ne ebbe facilmente ragione.

Il successo, per quanto limitato, non mancò di produrre ottimo effetto morale sui Serbi, specialmente per la proficua cooperazione dell'art iglieria, la quale cominciava ad avere una certa disponibilità di munizioni e poteva perciò far sentire di nuovo la sua azione.

Il XIII Corpo a . u. si sentì incutere rispetto; il suo coma.n..dante non riprese l'avanzata sino a quando il XV non lo affìancòL

Era infa tti sempre la manovra dei 1due Corpi di destra della 6.. A. che doveva ris olvere la situazione e porre ·termine alla crisi dhe ,diventava ogni giorno più acuta per l'intero esercito dei Balcani, ridotto per i rifornimenti a contare soltanto sulle salmerie giacchè la maggiore parte dei carreggi erano rimasti arenati fra Loznica e Zatùaka; nè la strad ' a di Sabac portava sufficiente sollievo.

Il XV Corpo iniziò la battaglia il mattino del 21 attaccando in direzione di Bacinovac; 'il XVI puntò con due divisioni sul M aljen, prendendo contatto col nemico il giorno successivo, mentre la 18& D iv. &i dirigeva al passo di Kozomor.

Il mattino del 21 la Div. Dan. I fu cacciata dal Madnik; nel pomeriggio cadeva Bacinovac .

Il generale Mìsic non aveva riserve; la Div. Tìm. II , come si è visto, non era più passata alla sua armata. Nelle prime ore del 21, mentre la situazione si faceva critica il C. S. aveva assegnato alla I A.

l a Div. Dr in. I 1della III A . ; ma non poteva essere ceduta sino a quanco la Tiro. II non le aveS'se dato il cambio sul Ljig.

I I I li I 1 11 I Il 1 11 I I I I I i I

L a solita mancanza di riserve costringeva a vere acrobazie per far fronte alle urgenti necP..ssità della battaglia (r); e costrinse il generale 'Misic a rinunziare ad un div i sato contrattacco per riprendere almeno Bacinovac, giacchè il comandante della Dan. II osservò che non era possibile contrattaccare senza un forte numero ,di battaglioni freschi e .fidati . « N on si poteva far calcolo sulle sue truppe perchè, oltre ad ess ere poco fidate, er ano anche moilto stanche».

Il Misic decise allora di inflettere la fronte dell'armata : mantenendo a ,destra le posizioni tenute dalla Div, Mor. II sul Ljig ed a sinistr a il Maljen, ripiegare il centro, cos t ituito dalle divisioni Dan. I e II e dal Dist. di Rogacic a, sulle pos izioni di R ajac e ',Suvobor. « Su questa fronte più raccolta - diceva il suo or.dme ,__ si arresti con dik.s-a ad o ltranza l'avanzata del nemico per passare nel momento pro· t)izio, con opportuna manovra, all'offensiva ».

La &cisione del generale Misic non fu accettata con soverchio entusiasmo dal C. S . , il quale avrebbe voluto dhe sulla 1Kolubara e sul Ljig si ·stroncasse definitivamente l'attacco nemico. Di più le nuove posizioni della I A. erano forse peggiori delle precedenti; permettevano di costituire tre forti capisaldi, a Gukos (collegamento con la III A.) al Suvobor ed a Maljen , ma riuniti da sottili creste sulle quali l'at:soluta mancanza di profondità rendeva ,difficile la manovra dei rincalzi. L'artiglieria da ·campagna, di cui quasi esclusivamente disponeva la I A., non poteva :seguire le fanterie e le posizioni accessibili era-

(1) Il Putnik aveva in un ordine d el 17 novembre fatto rilevare come la mancanza di riserve e gli schieramenti uniformi di tutte le for ze sulla fronte fossero cagione precipua dei rovesci. r.ubiti. Il sistema portava alla difesa passiva, mentre l'unico mezzo per il successo si doveva cercare nell'attività, espressa dalla manov rai, la, quale non si potevai compiere senza .riserve.

Concetti giusti; cui però contravveniva per primo lo stesso C. S. con i suo.i. l unghissimi schieramenti lineari che tutto volevano coprire, restando esso stesso scnrza riserve. Era poi ben difficile metterli in atto in un momento cooì delica,to senza togliersi dal contatto wl nemico e raggruppa r si su J)OSÌZion i meno estese.

no solo in profondità .delle ·poche strade, da idove non era sempre possibile cooperare seriamente alla difesa .

Unico vantaggio la poca percorribilità per l'attaccante ·ed il granç{e manta di neye, la quale, se rendeva disagiate le con.dizioni del difensore, rendeva peggiori quelli degli Austro-ungarici, per i quali difficili erano i movimen ti e problematico l'impiego dell'artiglieria .

Ma il Putnik ,dovette accettare il fatto compiuto; il Misic, di fronte al pericolo di vedere irrimediabilmente battuta l'armata sulle posizioni di Bacinovac dove qualche reggimento aveva dato prova di scarsa combattività, aveva voluto gua,dagnare tempo e spazio e schie· rarsi in gu isa da avere sottomano una riserva evitando così di dover continuare nella difesa statica.

La manovra di rip iegamento non potè effettuarsi con la desiderata tranquillità; il nemico, benchè molto ostacolato dal terreno, continlJÒ a premere energicamente.

PROGETTO DI CONTROFFENSIVA DEL PuTNIK. - La situazione il 22 novembre divenne preoccupante al saliente di Covka. La 9"' Div. a. u:., conquistata l'estremità occidentale de.I saliente, cercava di allargare la falla; la 21a Sch. premeva verso Lazarevac; da sud il XIII Corpo puntava su Zupanjac e Dudovica, mentre le sue artiglierie da Papeljevac rendevano .impossibile la vita nel saliente.

La Div. Mor. I resisteva a gran fatica; il ·suo comandante temeva di essere travolto da un momento all'altro (1). Più ferma la difesa delle divisioni Drin. II e Mista a cayallo di Dudovica.

Tutto ciò mentre la I A. era stata respinta, e !e forze nemiche contro di essa diventavano ognora più numerose, giacchè cominciavano ad affacciarsi :sulle alture anche le truppe del XVI a. u ..

(1) Il comandante deUa III A. scriveva la sera del 22 ml C. S. che sulla fronte della Mor. I vi erano molti c;;&i di diserzione: « stanotte $\ sono arresi due plotoni in aYa.mposti; nello stesso tempo h an.no disertato due sottufficiali e 17 soldati di un reparto di sicureZ?,a. Il comandante del 1° reggimento fanteria è stato costretto a sostituire una compagnia agli avamposti pe.rchè non situira. Tutta 1lascia comprendere che questo avvenga secondo u;OJ piano determinato ».

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In fondo però ]e c05e andavano realmente male soltanto per la I A . ed al punto di giunzione fra la II e la III. Quest'ultima resisteva abbastan.za bene da Zupanjac a sud; la II A. aveva sinora avuto ragione degli attacdhi nemici a nord di Lazarevac.

Il Putnik, che yoleva evitare un ulteriore arretramento ed il conseguente sgombero di Belgrado, pensò che soltanto un'azione controffensiva della II e ddla II I A. avrebbe potuto migliorare la situazione al Covka ed all(ìggerire la pressione del nemico sulla I A .. Il morale più sollevato di alcuni elementi della III per il successo di Dudovica gli faceva sperare di potere, se non altro, imporre un tempo di arresto al nemico ed avere un po' di respiro per riposare le truppe e riordinarle.

Ordinò pertanto il 22 novembre (ordine n . 8887 op .):

- che l a I A. si difendesse sulle nuove posizioni;

- la II A. attaccasse dirigendosi sulla fronte Ub-Slovac, e la III puntasse fra la confluenza Ljig-Kolubara e Mi onica;

- il Corp o ·di Uzice con la D iv . Sum. 11 operasse da Razana verso nord-ovest su l fianco destro e :sul t ergo del nemico che attaccava la I A.

I preparativi dovevano essere attuati nel più breve tempo. Il C. S. avrebbe stabil ito il momento ,d'.i inizio dell'attacco.

L 'ordine rispondeva a d un concetto teoricamente giusto ed aveva più che altro una base morale - evitare il proseguimento di qna difen siv a statica - e politica, ri sparmiare la caduta della capitale. Ma;trava però ch e non v'era nel C. S. un'idea abbastanza chiara delia 1dislocazionc delle forze avversarie e predisponeva un'avanzata lineare con obbiettivi puramente frontali, fatta eccezione dell'operazione affidata alla Sum. II, invece di raccogliere un buon nerbo di forze e fare ,decisamente irruzione su di un punto - per es . dal saliente di Covka -, i l che solo avrebbe perme:sso di sfondare la l inea dell'attaccante e sconvolgerne realmen'"te i piani.

Un contrattacco con le forze cooì diluite minacciava di lasciare il tempo che trovava.

L'accoglienza fatta dai comandanti di armata all'ordine del Putnjk fu in ragione inv,ersa del compito da ciascuno ricevuto.

Il comandante della I A ., dhe av.rebbe dovuto mantenere atteggiamento .difensivo, imbastì subito un contrattacco; che poi però non potè atti.lare. .

I comandanti della II e ·della III A. si mostrarono recisamente contrari.

Il generale Stepanovic riteneva che una controffensiva non bene preparata potesse ~olo peggiorare la già critica situazione; la preparazione non poteva eseguirsi in poco tempo, come voleva il C. S. specialmente per .il passaggio della Kolubara dì fronte al nemico, operazione che avrebbe presentato ai Serbi le stesse difficoltà colle quali erano da lungo tempo alle prese gli Austro-ungarici. Mancavano poi, come al solito, gli equipaggj .da ponte dì cui soltanto una parte era ad Arangjelovac. ProS!pettava poi altresì, lo Stepanovìc, le condizioni morali delle truppe sulle quali non credeva di poter fare soverchio affidamento: yi erano stati nelle •divisioni ,della sua armata casi in cui i soldati nascosti nei ricoveri non ne erano usciti per operazigni locali neppure sotto la minaccia delle armi .

Analoghe difficoltà affacciò il generale Jurisic Sturm per la III A.; egli già il 2 1 noyembre, quando aveva ricevuto dal voivoda Putnik il preavviso 'Cli p,reparare la controffensiva, ayeva obiettato che la piena del Ljig ne rendeva impossibile il passaggio senza ponti; che l'operazione sarebbe stata lunga e difficile ed avrebbe richiesto grande impiego di munizioni per artiglierie che ancora scarseggiavano; dhe in caso di insuccesso un sollecito ripiegamento dietro il Ljig ed attraverso le strette montane sarebbe .stato difficile per tutti ed impossibile per i carreggi, con la conseguenza di più profondo scoraggiamento per le truppe.

Non doveva essere agevole l'azione di comando del Putnik; 'i suoi or,dini però troppo :spesso erano precipitati e, poggiati più che altro su elementi morali e politici, astraevano dalla realtà della situazione.

Anche questa; volta le osservazioni dei due comandanti d 1 arrnata sulla mancanza dei mezzi necessari e sulla necessità .di una buona organizzazione preventiva rrs;pecchiavano la realtà. M a non è men

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vero che le condizioni, salvo per quanto riguarderà il mun izionamento, non saranno migliorate dj troppo neanche quando la controffensiva sarà sferrata per iniziativa d'i uno dei comand anti di armata; e riu. ' sc1ra.

Il Putnik però insistette: « L 'unica via d'uscita da questa grave situazione è il passaggio genera le ali' offensiva ed al più presto, altrimenti potrebbe essere troppo tardi >> (ordine 6935 .del 23 novembre).

Aggiungeva ancora il 26 novembre, mentre si stavano compiendo i preparativ i sotto la pressione sempre più incalzante del nern ico: « La manovra strategica prevista nelle direttive n. 6887 sembra sia d'importanza decisiva e l'unica che possa salvarci; la .difensiva ci porterà all'insuccesso » .

Al comandante della II A. poi, il Putnik faceva presente che un passo per agevolare l'offensiva generale ordinata si sarebbe compiuto cacc iando il nemico da Konatice e da Stepojevac per mezzo .delle truppe del Dist. di Obr enovac e della ·Div. Cav. aiutate, ove necessario, da clementi ,della II A.

" In tal !modo -.- ripeteva ancora il Putnik - verrebbe creata anche alla Il A. la possibilità di ricacciare oltre la Kolubara il nemico che le sta di fronte, e di agire ulteriormente nello ·spirito delle direttive n. 6887: l'unico modo di salvarci nell'attuale situazione».

I preparativi di questa progettata offensiva della disperazione furono iniziati e svolti con grande len tezza, I comandanti della II e III A. obbedirono, ma non ,con soverchio entusiasmo.

Gli avvenimenti intanto precipitarono, specie sulla fronte della i A. e ne resero impossibile l'esecuzione.

Ancora una volta il Comando Supremo serbo dovette ~dere ai com andanti di arm ata, ,cui i fatti finirono per dare ragione.

Il Putnik vedeva giustamente nella controffensiva l'unica pos\i bilità .di giocare con qualche probabilità di successo l'ultima carta per la salvezza della Serbia. Vi era forse anche spinto dalle notizie dell e difficoltà entro le quali si dibattevano le armate nemiche. M a quella che egli chiama manovra non era che un'avanzata generale , enza alcun concetto informatore, all'infuori di quello di anda re avanti; ed era in verità un po' troppo poco, mancando di riserve con le

muni zioni ancora scarse e con l'esercito disteso su lung a fronte, per sperare in un successo contro un avyersario sin a llora vittorioso.

Lo SFONDAMENTO DEL CENTRO SERBO - Il 22 novembre le due annate a . u. erano tutte in azione ed in pieno.

Fu allora ancor più chiaro che non si trattava :di proseguire un inse gttimento. Sull a K o lu bara, sul Lj~g e sui monti e.be contornano a sud-ovest la -conca di Arangjelovac, si era impegnata una seria batt aglia; l'esercito serbo non pareva affatto disposto a farsi scacciare co~ì facilmente dalle forti posizioni sulle quali era schierato. 'E si moiòtrava tuttora combattivo nel suo insieme, anche se su qualche punto avvenivano improvvisi ,cedimenti .

Le direttive del Potiorek del 18 novembre, volte alla prosecuzione dell'inseguimento, non si a ttagl iavano troppo alla nuova situazione, Questa mostrava che, prima di pensare all'investimento di Belgrado, v'ern ancora 1da fare i ,conti col nemico, che era stato sinora vinto ma tutt'a ltro che .domato.

L o sforzo richi esto alle truppe a . u. diventava ora sove rchi o : esse erano chiamate subito ad ingaggiare un a nu ova battaglia dhe si prospettava molto dura; dovevano poi proseguire se n za inter ruzion e sulla capitale nemica.

Sarebbe già stato un grande successo quello di assicurarsi la destra del la Kolubara, in guisa da permettere il funzionamento della ferrovia; in un secondo tempo, r imesse le ar ma te in efficienza, prosegu ire le operazioni. T anto più che vigeva sempre la nocessità di evitare un altro scacco su l teatro di guerra serbo.

Il P otiorek era però sempre lontano dal campo di battaglia e non aveva degli avvenimenti e dello stato ,d elle truppe e dei serviz i che una sensazione riflessa. E lo stato degli u omini era ta le che, se poteva sino ad un certo punto essere momentaneamente trascurato di fr onte ad un nemico in fuga, non poteva certo essere tenuto in non cale quando si trattava di affrontare yna nuova battaglia.

Anche l a vi t toria avrebbe potuto trasformarsi in una vittoria di Pirro.

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Ma sulla opportunità di proseguire l'attaoco a fondo nella situazione prospettatasi il 21 ed il 22 novembre, il Potiorek non potè prc>· nunziarsi. Proprio in quei giorni egli trasferiva la sede di comando da Tuzla a Koviljaca, ed ,aveva dovuto seguire la via di ·sabac perchè quella diretta, per Zvornik, era impraticabile. Fu perciò irreperibile per quasi .due giorni.

Non si comprende, in verità, la ragione dello spos tamento. Da K ov.i ljaca, per le condizioni delle strade, gli era altrettanto impossibile, come da Tuzla, mettersi a contatto diretto con i comandanti di armata e <li Corpo d'armata; e se le relazioni dovevano continuare ad essere semplicemente telefoniche tanto valeya restare al di là della Dri na .

In sua assenza i comandanti si attennero alle ,d irettive del 19; a c;era del 22 anche il XV cd il XVI Corpo erano id i nuovo a stretto contatto col nemico, e l o attaccarono~

Il Potiorck, conosòuta la sera del 22 la nuova situazione, lasciò proseguire le operaz ioni come erano avviate.

Il 23 novembre la battaglia si sviluppò in pieno su tutta la fronte.

L'ala sinistra della 5• A., pur avendo superata la Kolubara e la Lukavica non riusd a procedere oltre Konatice e Stepojevac. La Div . Cav. serba, rinforzata da elementi della difesa di Belgrado, resistette validamente; la Div. Sum. I concorse, contrattaccando, e respinse più a sud la 1 Div. e elementi della 21• Sch.

Sull'estremo meridionale il XVI Corpo, dopo aver sostenuta una lotta accanita il 23 novembre, mise il giorno successivo in serio pericolo i difensori •del Suvobor conquistando l'altura di Maljen . La I A. resistette per l'energica azione personale .del generale Misjc, dhe dovette però chiamare in soccorso la DiY . Sum. II 'ciel Corpo di Uzice, la quale , già diretta sulla direttrice Razana-Valjevo deviò verso nord puntando sulle alture 'immediatamente a sud del Maljen, Restò così libera alla 18' Div. a. u. la stra·da pel Kozomor ad Uzice, e ne nacque una seria minaccia non solo per la sinistra della I A. serba ma anche per il tergo del Corpo di Uzice. Il generale Aracic fu costretto, per coprire la val Morava, ad abbandonare Uz'ice ed

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a ripiegare su Poi:,ega; si schierò immediatamente ad ovest di questa località, a cavallo della rotabile Uzice-P ozeca-Cacak.

Mentre la manovra del XVI Corpo metteva in imbarazzo la I A. ed il Corpo ,di Uzice, gravi avvenimenti maturavano anche al centro dello schieramento serbo, c09Ì da rendere sempre meno probabile la controffensiva vagheggiata dal P utoik.

Il 25 novembre l'intero saliente del Covka cadeva in mano .della 9& Div. a . u. Dieci giorni erano durati i combattimenti su quella. località, che i Serbi avevano ·difeso con grande tenacia.

Alla fine la Div. Mor. I fu travolta; la sua pertinacia, non ostante qualche episodio .di rilassamento in piccoli reparti, era costata al nemico la perdita di circa 3300 uomini fra morti e feriti; logoramento · assai superiore a quello degli stessi Serbi che avevano combattuto sul Covka~

·La minaccia, nel punto di sutura delle due annate serbe, era_ particolarmente grave per la III che vedeva in pericolo tutto il suo sclùeramento sul Ljig; essa doyette ripiegare trascinando anche l a sinistra della II A.

Il successo austro-ungarico a Covka annullò i preparativi per la esecuzione della controffen:siva ordinata dal Pu tnik.

Mancò però da parte austriaca, qualsiasi accenno ,di sfruttamento del successo. <e La forte stanchezza ed il cadere dell'oscurità - dice la R . A. - fecero mancare l'inseguimento».

Si verificava qu:ello che, per mesi ed anni, è acca.duto su tutti i t eatri di guerra. L'attacco, non organizzato in profondità, non aveva possibilità di procedere rapidamente oltre le prime posizioni conquistate. L a sottile linea degli attaccanti poteva, al massimo, arrivare a sopraffare la linea .dei difensori e sostituirsele nel materiale possesso • del terreno; ma non aveya elementi capaci di penetrar.e nel vivo della difesa e di ma novrare per arrivare al successo reale e completo.

L A I ARMATA SERBA si SOTTRAE ALLA DISTRUZIONE. - La battaglia doveva decidersi sulla fronte della I A. serba.

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Sino al 29 novembre, infatti, la situazione non variò :sulla Kolubara. Un contrattacco della Div. Cav. serba, r,inforzata •da 18 battaglioni dj fanteria, inchiodò il 26 novembre a Konatice la 29" Div. a. u.; ma senza riuscire a scacciamela. Un secondo contrattacco del 28 novembre, pure a Konatice, condotto dalle stesse unità serbe con l'aggiunta di un reggimento fresco· proveniente ,da Belgrado, provocò grave disordine fra gli Austro-ungarici ma potè, se pure a fatica, essere contenuto; ridusse però la 29"' Div. in condizioni ,da non tentare ulteriori attacchi.

Migliorava così la situazione della II A. poichè il Corpo misto era costretto a sostare.

Contro la nuova fronte arretrata della III A., l'VIII ed i l XIII Corpo procedevano a lenti passi con la conquista di posizioni avanzate e ,di. elementi di trincea; il loro attacco era tutt'altro che travolgente.

Sempre più grayi. erano invece le con-dizioni della sinistra serba.

Le unità ·del Corpo di Uzice, sparse su larga fronte, duravano grande fatica, sotto la ,pressione dei primi. elementi del distaccamento Snjaric e la minaccia della 183 Div. di :s.epararle dalla I A., a portarsi sulle nuove posizioni ·di Pozega e si disor.dinavano sempre più; intanto il Putnik premeva sul generale Aracic perchè, « mediante attiva avanzata >> evitasse l'avvolgimento del Gruppo del Suvobor cui si accingeva il XVI Corpo a. u. padrone del Maljen.

La I A. ve.deva volgere al termine la sua capacità di resistenza.

L e ·divisioni Drin. I e Mor. II avevano dovuto retrocedere dal Ljig; la stessa Mor. II, dhe sin allora era stata il miglior elemento del!'armata, vacillava . La Dan. I era strettamente avvinghiata dalfe brigate da montagna 3"', 6a e t che ne avevano già forzato il centro e rujnacciavano di sfondarlo. La Dan. II sul Suvobor era accerdhiata da tre lati da sei brigate -da montagna e vedeva fortemente minacciata da altre due la strada che da l Suvobor conduce a Cacak; un più largo aggiramento si profilava più a sud, 1da parte della 18" Div. a . u .

Già la :sera del 26 novembre j] Putni k, dopo aver visto svanire il progetto di controffensiva, aveva dovuto prospettarsi l'eventu alità di

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un nuovo ripiegamento in seguito aUa minaccia nata dalla perdita del saliente di Covkai Egli però inten.deva lasciare la sinistra sulle pos.izioni attuali, così da tenere il nemico lontan o dagli accessi di sud e di sud -ovest alla conca di Arangj elovac; arretrare la III e la II A. col1'egando quest'ultima con le truppe della difesa di Belgrado le quali, abbandonando la capitale, si sarebbero schierate circa 30 km. più a sud.

In particolare: la I A. doveva mantenersi sul Suvobor, arretrando :soltanto le ali; jl Corpo d i Uzice avrebbe sbarrato la strada UzicePozega . L a III e la II A. si sarebbero schierate sulle alture ad occidente della strada Gro. Milanovac - Belgrado.

Il Dist. di Obrenovac ,e le truppe della difesa di Belgrado, fronte a nord, fra Sibnica e Varovnica (or.dine del C . S . n. 7194 del 26 novembre).

Queste direttive dovevano avere esecuzione solo in caso estremo. Lo schieramento da esse previsto lasciava proiettata avanti la sinistra, che era la ,più minacciata e la più premutai Per allontanare dalla Morava il nemico, finiva per favorire la manovra di aggiramento che il .XVI a. u. stava appunto tentando. Era inoltre evidente clhe la I A., le cui tristi condizioni erano ben conosciute, non avrebbe potuto durare a lungo sul Suvobor senza un conveniente rinforzo; nè il Corpo di Uzice nella zona di Poi.ega. E di rinforzi non era neppure il caso di parlare.

Anche questa volta l'iniziativa d'ei comandanti •di armata finì con l ' imporsi ed il Putnik dovette modificare lo schieramento.

E fu probabilmente l a salvezza della Serbia.

La pr05ecuzione delFattacco del XVI Corpo, il quale agiva con continuità ed energia a rnalgra.do dell a :stanchezza delle truppe, res \ il 28 novembre oltrtmodo critica la situazione della I A .. Il generale Misic ritenne impossibile una ulteriore permanenza sul Suvobor senza correre il rischio di essere annientato.

In una conyersazipne t elefonica dello stesso giorno ed in un :s.ucces.sivo telogramrna pr05pettò chiaramente al C. S. l o stato delle cose ed il suo pensiero.

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L a Djv. Drin. I ripiegava; era premuta tanto da presso e talmente :scossa che difficilmente si sarebbe mantenuta . L a Mor. II, in migl iori condizioni, ne seguiva il movimento.

Le Dan. I e Dan. II, a cavallo del Suvobor, erano quasi accerchiate, con le truppe decimate dalle perdite e stanchissime.

« A causa .della nebbia e dei deboli quadri le truppe si ·disperdono notevolmente >>, affermava il comandante deUa D an. I , i cui battaglioni erano sparsi per le gole della montagna . E:d il comandante della Dan. Il : « Il mantenimento delle posizioni .di Suyobor è impossibile. E' dubbio :se le nostre truppe potranno domani ripiegare se rimangono stanotte sulle attua! i p05izioni » .

Il Misi.e ritenne perciò indispensabile un ripiegamento immediato; ripiegamento profondo così ,da perdere il contatto col nemico, arrivare nelle migliori condizioni di efficienza sulle nuove posizioni ed avere effettiva possibi lità di riposare e di rifornir.si prima di affrontare nuovi combattimenti.

La posizione scelta dal M.isic era sulle alture del Rudnik, con l'ala destra alquanto più arretrata della sinistra della III A.

La discussione fra il Mis,ic e il Putnik fu tempestosa; i l C apo di S. M. non voleva sentir parlare di arretramento e tanto meno di uno così profondo db.e porta""va la I A. molto più indietro di quanto egli avesse previsto. Il Mi sic, che pare avesse già dato ordini per il ripiegamento quando fece noto il suo punto di vista al C . S. ,declinò ogni responsabilità e minacciò di dimettersi.

Il Putnik cedette. La sua situazione non doveva essere troppo ;ornoda ·di fronte, a comandanti di armata che, pe r turno, gli prenilevano la mano, ed ai quali poi la realtà dei fatti finiva per dare i l più 1c:felle volte ragione .

L a notte del 29 novembre il grosso dell'esercito serbo ripiegava sulle posizioni indicate nell e di rettive del 26 dal C. S., meno la I A . che s-i portava su quelle sc elte dal -suo comandante, collegandosi a Rudnik con la III e sul torrente Ce rmenica col Corpo di Uzice, che era stato ar retrato a.d oriente di Pozega in seguito all a variante avvenuta n ell o schieramento della I A.

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Il movimento della II A. fu ritardato sino alla sera del 29, giorno in cu i fu abbandonata Belgrado.

Il ripiegamento fu, questa volta, ben predisposto e bene eseguito da tutte le armate; queste, protette da forti retroguardie si sottrassero dal contatto col nemico e si schierarono, senza soverchie perd ite dj uomini e <li materiali, sulle nuove posizioni,

IL CoMANDO SUPREMO sERBo nopo IL RIPIEGAMENTO DALLA KoLU · BARA. - A questo punto il Putn ik non aveva più un piano.

Tutti j suoi propositi di resistenza ad oltranza sulle varie posizjoni prescelte erano stati infranti: sulla Drina; a Valjevo; sulla Kolubara. Tutte le controffensive sfumate. Ancora una volta era ricominciata la triste odissea di una ritirata dopo una battaglia perduta. Dell'esercito avversario egli conosceva, per le notizie fornite dai prigionieri, le non buone condizioni logistiche ed aveva sperato trame profitto portando le armate serbe al contrattacco. Or a non solo non aveva più fiducia sulla possibilità di una controffensiva ma neppure vedeva possibile una seria resistenza sulle nuove posizioni.

La sua comunicazione ·del 29 novembre al Ministero della Gucr ra mostra chiaramente il suo stato d'animo (1).

Dopo aver accennato alle operazioni ohe avevano costre tto I e III A. al ripiegamento, da cui era nato anche quello delle altre truppe, aggiunge: « Sulla nuova linea difensiva della I A. e dell'armata di Uzice , le nostre truppe per l a gran'de spossate.zza, le forti perdite ed i deboli effettivi, non potranno offrire al nemico una lunga resistenza. Singoli reggimenti non hanno più .di 6oo fucili.

« La caduta di questa linea è da attendersi fra alcuni giorni al ma.rsimo .

« Con la caduta di tale linea il nemico penetrerà nella valle della _ Morava occidentale e con ciò verrà compromessa anche la difesa eventuale 'Cli Kra g uj evac.

« Oltre a ciò l a II A. ed i l dis taccamento di Obrenovac saranno

(1)
R. S. · Relazione n. 7375 <>p. del 29 novembre 1914
ore 17,38 diretta dal C. S. al Ministro dellil Guerra. - Nish. /I

costretti ad un ripiegamento affrettato per difendere un'ulteriore penetrazione d-el nerruco nella valle della grande Morava.

« Belgrado deve essere abbandonata e con ciò sarà impossibile la difesa di tutta la linea del Danubio e si dovrà abbandonare la Serbia settentriona le.

« Nel far pervenire questa cQ1?1tlinicazi(lf}.e, prego di fare i parsi f'iÙ attivi e più energi.ci per altleggerire per via diplomatica qw:sta nostra grave situazione. E' particolarmente necessario che si possa attendere fra alcuni giorni l'entrata in guerra della Romania oD'de conservare sino a tale momento la destra del Danubio».

Non è necessario :spendere molte parole per dimostrare cccne ogni speranza si fosse ormai dileguata nel C. S. serbo. Non che nutrire ancora propositi controffensivi il Putnik non riteneva neppure possibile la resistenza; la mancanza di fede ·sulle possibilità combattive dell'esercito, momentaneamente cosl menomate ai suoi occhi, fa si che non si possa vedere neppure in questo ultimo ripiegamento un meditato atto di manovra per prendere lo ·slancio e poi ripartire alla controffesa.

E' sintomatico l'invito rivolto al governo di alleggerire per via d iplomatica la grave situazione dell'esercito serbo.

A quale scopo poteyano tendere gli invocati passi diplomatici?

Le operazioni dei Russi volgevano in quel tempo favorevolmente.

L'accerchiamento della 2& A. russa a Lodz da parte della 9"' tedesca era stato sventato ,dalla pronta manovra della I A. e dalla cavalleria russ.a, ed i T edeschl costretti a ripic;gare. Il contemporaneo attacco portato dalle armate austro-ungariche nella Polonia meridionale si era esaurito a nord di Cracovia ed i Russi erano ,rliventati minacciosi a sud della Vistola avaoµndo oltre il Dunajec; già si profilava la po.s,sibilità per l'impero danubiano di subire una parziale invasione dell'Ungheria. Ma per quanto favorevoli fossero le condizioni dei Russi non erano tali da indurre i Serbi a sperare in un sollecito soccorso, nè da far ritenere vicino l'intervento della Romania, la quale stava ancora a vedere.

Era invece presurrubile che l'esercito austro-ungarico dei Balcani cercasse al più presto di finirla con i Serbi per essere disponibile per l'invio sulla fronte russa.

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In Francia si riteneya allora, e lo si diceva apertamente, che la Serbia avesse finito di esistere: almeno per il momento.

E questo era probabilmente anche il pensiero del Putnik che, dalla sfiducia nei mezzi a sua disposizione per continuare la lotta, fu indotto forse a pensare che soltanto trattative con lo stesso nemico avrebbero potuto evitare il collasso finale.

L'ESERCITO DEI BALCANI DOPO LA BATTAGLIA. - Le armate del Potiorek non erano sopra un letto di rose.

Il mattino del 29 novembre jl XIII, il XV e XVI Corpo trovarono sgombre le posizioni già occupate dai Serbi. Combattè ancora la 5• A. ,durante la giornata contro le divisioni dd generale Stepanovic rimaste sul posto, ma a sera anche la II A. serba ripiegò insieme col distaccamento di Obrenovac (I), mentre le truppe della difesa di Belgraclo risalivano a loro yolta verso Varovnice ed il Kosmaj. Ancora una volta l'esercito s,erbo, vinto, abbandonava la lotta; ma gli Austro-ungar ici non erano in grado di sfruttare il successo. La vittoria i nattesa li meravigliò, dopo gli strenui combattimenti dei giorni precedenti; e ,deluse probabilmente il Poti orek che vedeva sfuggirsi il nemico senza avergli inflitto una vera disfatta.

La yalle della Kolubara, con la piena disponibilità della tanro sospirata ferrovia, erai in mano delle armate dei Balcan i. L a occupazione .di Belgrado non lontan a.

Le truppe erano però ormai << all'estremo limite tlelle loro possibilità di rendimento; le iprovviste di munizioni eis'clurite, l a calzan1ra in condizioni deplorevoli, l'artigheria priva di cavalli da tiro, fl vettovagliamento scarsissimo» (R. A.).

Gravi altresì le condizioni dei reparti per la rapida dimjnuzione degli effettivi. « I battaglioni erano ormai ridotti a ccmpagnie. Af-

(r) Anche questa volta si verificò che, mentre la II A. aveva già abbandonato le posizioni, il Disc di Obrenovac non aveva IIleppure ricevuto ordii.ne dn ripiegare. Era stato. . . . dimenticato !

Sola per le particolari e difficili condizioni delle divisioni del Corpo misto del Krauss, che tardò a muovere, potè salvarsi. I'

I,

fluivano bensì formazioni di marcia, se pur non abbondanti; ma, date le ristrettezze in patria, esse giungevano prive di armi e di equipaggiamen to e bisognava quindi trattenerle a Peterwardein fìnchè non si fossero raccolti oggetti ed armi ·dei morti e degli ammalati » (R. A.).

Aggravava le condizioni l'imperversare continuo cli pioggia e di neve. Le truppe della 5• A. vivevano sulla Kolubara in veri pantan i, quelle •della 6" fra la neve alta ed il gelo.

In questa situazione e quando non si 1:rattava più di inseguire il nemico, il quale certamente avrebbe presentato nuoye e strenue resistenze costringendo ad impegnare un'altra battaglia, le direttive del Potiorek del 19 novembre non erano più intonate al momento.

Si prospettaya inoltre, data la situazione sul fronte orientale, la opportunità .di r isparmiare le forze di cui si sentiva grande necessità sui Carpazi per oppo:rs,i al dilagare d ella marea russa.

Un energico atteggiamento difensivo, clhe avesse consentito il sicuro possesso della val Kolubara e permesso di rimettere in esercizio la ferrovia, sarebbe st'ato i:) più conveniente id!i fronte alla nuova situazione; tanto più che la ferrovia Obrenovac-Valjevo, per la quale occorreva non solo riparare le interruzioni e ric05truire qualche ponte ma anche far yenire il maiteriale d'esercizio dall'interno della monarchia (I), aveva ancora bisogno di aktmi giorni di lavoro: presumibilmente non sarebbe stata pronta a funzionare prima ·del 3 dicembre.

Soltanto quando la ferrov ia fosse stata i n esercizio, e dopo qualche tempo, i servizi avrebbero potuto essere assicurati e le truppe riacquistato il grado ·di efficienza necessario per riprendere 1~ operazioni.

Ma in questa campagna, che dal lato operativo si presenta come una manovra <li gradevole aspetto, non sj è tenuto conto dej serv1izi : nè. nella scelta della direzione di attacco nè nd pr05ieguo delle operazioni, durante le quali le strade non hanno permesso di funzionare al servizio ·dei trasporti, che tutti gli altri integra.

Lo stato delle truppe, provocato più che dai disagi dalla clisorganiz;iazionc dei servizi, non era però ancora ben noto al coman-

(1) La linea: era. a scartament'O ridotto, ·ed i Serbi ne avevano asportato aa:rri e locomotive.

1 79 '

dante dell'esercito balcanico. A Koviljaca, come già a Tuzla, il P otiorck era isolato, in una torre d'avorio, :senza possibilità di vedere mai nulla di quanto accadeva sui campi di battaglia e nelle retrovie; senza possibilità di parlare con nessuno, Le relazioni dei comandanti inferiori erano ritenute esagerate, anche perchè le lamentele sullo stesso terna si ripetevano dal passaggio dell a Drina in avanti, mentre poi era stato 1sempre possibile operare .

Ed anche i comandanti di Corpo d'armata non si rendevano probabilmente esatto conto dello stato delle truppe. I generali Appel e Wunn avevano .infatti la sede a Valjeyo, sicdhè non troppo frequenti potevano essere i oontaitti con le divisioni di prima schiera, specialmente ora che queste si erano affacciate 1SU1la displuviale fra Kolubara e Morava.

Ne nasceva che i yari ccmandantii erano assorbiti completamente d:alla situazione tattica e da quella , strategica, a scapito di quella logistica. Entusiasmati inoltre e tratti al più elevato ottimismo dai continui successi, ritenevano ormai che quaLsiasi cosa fosse possibile anche a costo idi nuove privazioni e sofferenze, con ,truppe che si erano mostrate di così elevato rendimento~

Furono forse elementi dèl genere che indussero il Potiorek a proseguire per mettere definitivamente fuori causa l'esercito serbo. Ambedue gli avversari erano materialmente a terr a, gli Austro-ungarici avevano a loro vantaggio il morale elevato dai sm:cessi.

Il Potiorck puntò decisamente sul morale, tanto più dhe appariva vkino il momento in tui le privazioni materiali sarebbero cessate.

Fu errore? Per quanto gli avvenimen6 possano dire di sì, neppure i ... posteri potranno rispondere all'ardua domanda.

La decisione, in manenti del genere, ·dipende da fattori psicologici che la critica non può indagare e tanta meno valutare.

Si può :soltanto affermare che anche quando il vento della *tuna soffia completamente a poppa, non si deve mai dimenticare che l'uomo è di carne e di ossa, e che il mor ale più elevato può repentinamente stroncarsi eh fronte ad un eccesso di p rivazioni.

180

CAPOVOLGIMENTO DELLA SITUAZIONE

LA DfVERSI01'E DELLA s" ARMATA AUSTRO-UNGARICA. - Fra il 29 ed il 30 novembre l'esercito :serbo si raccoglieva attorno alla conca di Arangjelovac.

A nord il Dist. di Branicevo copriva Semendria e si allacciava a sinistra con le truppe della dìfesa, di Belgrado; queste insieme col Dist, dì Obrenovac s~ schieravano su:lle alture di Varovnica-KoomajSibnica a cavallo della grande linea ferroviaria.

A•d occidente edi a sud le. tre armate ed il Corpo di Uzice da Sibnica per Vcncani al Rudnik, a Grn . Milanovac ed a Cacak (r).

Libera l a vi a di Belgrado; quella di Arangjelovac sbarrata dal('intero esercito serbo, . raccolto in limitato spazio e vicino alle principali fonti di rifornimento •dove le truppe potevano facilmente e copìooamente essere ristorate. Il problema dei trasporti era infatti ridotto aj minimi termini.

Le armate austro-ungariche distese su una rottile e lunga linea dalla Saya ad Uzice. Tutte le diyisìoni in prima schiera. Le condizioni del nemico ritenute tali da non lasciar supporre potesse in pochi giorni rimettersi in condizioni .da far nuovamente testa.

Il 29 novembre, la 6" A. trovava sgombre le posizioni fra la rotabile Lazarevac-Arandjelovac, il Suvobor e la rotabile Valjevo-Uzir ce. L a 5• A., il giorno successivo poteva marciare su Belgrado, Retrogl!ard1~ nemiche contrastavano qua e là l 'avanza ta. Non era ancor.a noto se i .Serbi intendessero clifendere o abbandonare la capitale.

(1) Schizzo n. 12.

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CAP. IX.

Il Potiorek pensò anzitutto all'occupazione di Belgrado; semplici avanguardie dovevano per il momento assicnrarsi gli accessi da sud alla val Morava. Su: tale base dettò le direttive del 30 novembre.

La 6a A. doveva, col grosso, sostare sino al 3 dicembre inclus o in attesa del funzionamento della ferrovia : spingere avanguardie sulla l inea G alic-L ipet-Cukor-Kremenica-Vis Zeoke (schizzo n. 12).

L a 5a A. spingersi subito all'altezza di Os truznica, sulla Sava, per assicurare, col possesso delle alture arl1 est della K olubara la protezione della ferrovia; proseguire senza interruzione alla energica preparazi one dell'attacco ,d'i Belgrado (1)~

Le due armate puntavano così su obiet6vi l ontani e distinti : la 6"', da sola, contro l 'eserci to serbo; la 5"' ·se ne distaccava per perrnetrere al governo imperiale d i lanciar e al più presto ai quattro venti ia notizia ·dell'occupazione della capitale nemica .

Ad assicurarsi prontamente il possesso di Belgrado miravano anche il v. Conrad ed i l v. Falkenhayn per stabilire sollecitamente, attraverso la Serbi a e la Bulgaria, la diretta comunicazione con la Tmchia che aveva assillante bisogno di munizioni ~

M a è ev i dente che non era necess aria un'intera armata, e forse neppure una frazione di essa, per tale scop o ; Belgrado, una volta padron i della Morava e, più o'he altro, battuto definitivamente l'esercito serbo, sarebbe caduta senza bis ogno di speciali operazioni; mentre !a ma te riale occupazione, quarrdo il nemico era padrone della conta di Arangjelovac, non serviva a nulla.

Mancò in que i giorni all'esercito dei Balcani, un buon servizio di informazioni e di esplorazione; dello sganbero della capitale serba, avvenuto il 29 novembre, il comarrdante della 5.. A. ebbe notizia soltanto il 2 dicembre per mezzo delle truppe d el Banato; le quali , pur es,;endo sull'altra riva del fiume, non se ne erano accorte (2).

(1) Ordine op. n. 3068/0k del 30 ,novembre 1914; da Koviljaca.

(2) Già nell'ordine del ~9 nov embre, nd quale il Potiorek aveva assegnano alla s"' A. il compito di impadroil1irsi & Belgrado,, era previsto il concorSo delle truppe del Banato, le quali erano state passate alla dipendenza del generale Frank.

l , .. ,,..,. ,(. SCHIZZO N . 12 11 / / o 1'°"1ft3jl c, ,tt .,,~t:,.:-10 Ìor,-ol.t ---~•l" Cl tOr'lr :i,,;IT;.; co fit1. $t~b, ........... l,36~ ..,u J.t.<t, 'IJ .ft"O' :J,I 2 d,an1br e.. ~I---, Ct 6'~ r1n1 ,. .t 1A t, \U 4 o'tl 1 i/, utt,J,r t ~rr,«o o1t1t• S, rm. ct . i,c. Jrv ,I 3 rJ , I 9 Jufm/,,r&

Il favorevole andamebto delle operazioni aveva inoltre fatto nascere nel Ca po di S. M. dell'esercito terlesco i l des iderio di operare anc he da Orsova, con la cooperazione di una divisione germanica, sempre per arrivare più sollecitamente a stabilire la comunicazione co n la Turc hia . V i furono a l riguardo prese di contatto <lirette dell o stato maggiore germanico col Potiorek, ma jl rapido incalzare degli avvenimenti ed i l capovolgimento della situazione nei giorni successivi le r esero infruttuooe. Furono però anche esse un incitamento alla pronta occupazione di Belgrado.

Le direttive del 30 novembre provocarono il giorno successivo la ripresa dell'avanzata delle due armate austro-ungariche.

L a 5.. A. diresse il C orpo misto del Krauss per O struznica su Belgrado; I'VIII , per le valli della Belianica e della T urija fr a P arcani e Vencani, dove avrebbe sootato in attesa.

Dei tre Corpi della 6" :

- il XI II, che aveva funzioni di collegamento fra le du e armate , per la rotabile Lazarevac-Arangjclovac, su ll a fronte Zcoke-Kr çmenica;

- il XV sulla linea Cukor-L ipet; il XV I fra Balikoyci e Galic; alture che dominano la conca di Ar angjelovac.

Qu esti du e ul timi avr ebbero dovuto mandare sulle località accenna te semp lici avanguardie; erano però così inospiti le zone dove 1a battaglia si era tronca t a, che furono indotti ad avanzare al com pleto.

L a 18" D iv. rinforzata da un'altra brigata da m ontagna, che l 'avr ebbe raggiunta però solo i l 12 dicembre (1), fu avvi ata sulle alture di Siljkovica e di O sirica per poi procedere sulla st r ada di C acak. Con la 18" D iv. doveva riunirsi anche i l D ist. Snj aric dbe era già avviato verso Uzice.

Con lo spingere tanto a sud il nucleo di forze raggruppato att orno alla 18" Div. si allar gava sempre più l a già ampia fro nt e <lrelle due armate.

(1) Era la 18' brig. lllOnt. di nuova costituzione con elementi tratti dalle truppe di occupaziooe di Bosnia, Erzegovina e Dalm azia.

AVANZATA DELLA 5.. E 6" ARMATA.. - La marcia della 5a A. non incontrò ostacoli; il Dist. di Obrenovac e la difesa di Belgrado si erano :sottratti, protetti dalla Div. Cav.

L a capitale serba fu occupata nella notte sul 2 dicembre da un nucleo di forze del gruppo Banato (9 btg., .r sq., r btr.) proveniente da Semlino.

La 5" A., venuta a mancare l'operazione su Belgrndo, doveva ora dirigere la sinistra su Ralja ed impadronirsi con un distaccamento d!i Scmendria. P iù tardi, ·dopo un breve riposo, muovere da nord ali' at tacco del)' esercì to serbo, mentre la 6"' avrebbe agito da occidente.

Per conseguenza l'VIII Corpo, già arrjvato con la sinistra all'altezza della strnda Bclgrado-Vencani, ebbe ordine dii. schierarsi sulla l inea Bozdarevac-Parcani; del CoDpo misto la 29.. Div. rimase in riserva scaglionata sulla sin istra per guardare le provenienza da Semendria, la t fu avviata a Ralja. Un nucleo di cavalleria, costituito con squa·droni racimolati alla meglio, fu assegnato alla 29.. Div. per attivare la vigilanza sw Danubio, dai dove il distaccamento serbo di Branicevo, ancora intatto, poteva procurare qualche sorpresa. Questo schieramen to ayrebbe dovuto essere assunto al più presto, dopo di ch e le truppe avrebbero riposato. Ma il 1desiderio di un ingresso trionfale a Belgrado fece perdere t empo : fu ordinato il 3 dicembre e doveva essere completo il 5.

Esso, mentre sbarrava le principali comunicazioni 1dal cuore della Serbia verso Belgrado, riuniva la 5"' armata in un gruppo compatto, con una for,t'e riserva : era in grado così di fronteggiare un eventuale attacco nemjco, come di d'are un forte colpo fra Vencani e Semendria.

Si creava però una larg a e pericolosa falla fra le •due armate: nel tratto Bozdarevac-Zeoke. Vi sarebbe stato il vuoto completo; con pericolo di penetrazione del nemico e di avvolgimento, particolarmente grave per il XIII Corpo.

Mentre la 5"' A. indugiava a Belgrado, ,la 6"' aveva continuato a<l avanzare, S05tenerrdo nuovi e talvolta aspri combattimenti con le retroguardie strbe, che richiesero consumi di munizioni tali da ridurre pre.ssochè al nulla le dotazioni delle batterie.

Nè ancora la ferrovia dj Valjevo riusciva a fun z ionare; chè lun· gbj e pesanti erano i lavori di riatt:.u:nento.

Il 2 dicembre la 6" A. ra.ggiunse la linea assegnatale, dove le condizioni di vita, specie per il XVI Corpo, erano più che mai disagiate. Qui il generale Wurm, sicuro che per il momento non fossero prevedibili seri ccmbattimenti, sparpagliò alquanto le truppe, che avevano grande bisogno ·di riposo, in guisa da ric overar le al coperto, nel migl ior modo , nelle capanne e nei casolari sparsi nella zona.

La 18• D iv . si portò ad Osirica ed a Siljkovica.

Il period o di riposo precedentemente stabilito dal Potiorck scadeva il 3 dicembre; riposo per modo di >dire giacchè le truppe nel &attempo avevano sempre marciato e talunç anche combattuto. Fu prolungato sino al 5 dicembre, sia perchè tutti i comandanti pro.spettavano condi.7.ioni materiali estremamente gravi, sia perchè era necessario attendere i rifornimenti dall a ferrovia di Valjevo che com inciava a funzionare il giorno 4.

Questo ritardo, dice la R. A., « non riusciva però gradito al generale P otiorek, perchè gli ultimi prigionieri serbi manifestavano una più fiduciosa disposizione d'animo ... Gli ufficiali serbi prigionie ri eran o convinti che il loro esercito avrebbe opposto una g loriosa resistenza nella zona Arangjelovac-Gm. Mlanovac, se gli si fosse lasciato ancora un po' di tempo per riordinarsi )) ,

Il ,generale Appcl, comandante del XV Corpo, aveva in oltre riportata l'impressione, dagli ultimi combattimenti, che « i Serbi n on fossero così battuti da non esse re in condizioni di effettuare offensive parziali )) .

Da tutto ciò il Potiorek •dedusse che fosse opportuno agire a l più prosto possibile per concludete col successo final e la manovra, che aveva sinora guidata con sagacia ed energia.

Ma la .fortum, bizzarra Dea, aveva finito di assisterlo e porgeva ora agli avversari un lembo del suo manto.

GENESI DELLA col\"TROFFENSIVA SERBA . - Il C. S. serbo, dopo l 'abbandono della Kolubara e ·di Belgrado aveva visto naµfragare non solo i propositi controffensivi ma al tresì la speranza di un'ulteriore tenace resistenza, In .particolare le condizioni della I A. ed il suo

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ripiegamento su posizioni assai più arretrate di quelle volute dal P ut· nik avevano scombussolato i piani del C. S. e scossa la fiducia nella p ossibilità di riprendere presto la iniziativa delle operazioni.

L 'invocazione al governo pe r un alleggerimento della situazione per via diplomatica mostra chiaramente quale fosse lo stato d'animo nell'ambiente del C. S.

Il Putnik, il ,1 ° ,dicembre, scriveva ai comandanti di armata: « Sono persuaso che gli insuccessi degli ultimi combattimenti siano <l'a attribuirsi solo al morale troppo scosso ed alla scarsa volontà delle nostre tru ppe di battersi. I sentimenti generosi non sono più in condizioni d ~ fare ritornare n:eU.e nostre truppe il morale e lo volontà di difendere il proprio ,paese .. . E' necessario a·dottare le più severe misure per impedire oltre che le nostre truppe prendano la fuga davanti a l nemico, il quale non è d.i grande valore >) (ord . 7462 op.).

Seguivano precisi e severi provvedimenti per ottenere con ferreo rigore quanto non si poteva cOiliSeguire con l 'appello all'amor di patria ed alla necessità di difendere il paese.

Con tale. valutazione delle truppe nessuna idea di controffensiva poteva maturare, sino a quando almeno le condizioni materiali e morali non fossero migliorate e non dessero affidamento di poter condurre gli uomini alla battaglia con qualche 6peranza .di successo~

Ed infatti i l C. S. non .accennò più alla offensiva. Si curò di i ntensificare e riordinare i rifornimen ti e di far rendere quanto più forte possibile la sistemazione a d ifesa delle nuov e posizioni, sulle quali si sarebbe giocata l 'esistenza stessa •della Ser bia .

I r eparti poterono incorporare una buona al iquota di complementi. I viveri , largamente forniti dalla ricca zona attorno alla quale l'esercito e.ra schierato, affluirono .abbondantemente e con essi anche materiali di equipaggiamento e di yestiario.

Le munizioni pure, che erano arrivate in grande copia ad Arangjelovac prima ·dell'attentato bulgaro alla ferrovia di Salonicco, poterono essere copiosamente fomite .alle artiglierie.

L a vicinanza delle truppe ai maggiori centri di rifornimento facilitava i l lavoro dell'intendenza; il tempo rimess(X)i al bello cli al freddo agevolava i trasporti sulle stra·de gelate.

La febbrile operosità di tutti i comandi permise in pochi:ssimi giorni di ridare ai reparti sembianza di unità or.ganiche e di provvederli di gran parte del necessario.

Col migli oramento delle condizioni materiali si elevò gradatamente il morale.

Ma non era ancora il caso di pensare ad offensive; almeno così doveva ritenere il C. S.. il quale no~ di ede sino al 2 dicembre alc una direttiva del genere e pensò, oltre che ai servizi, a reprimere le fonti di molte voci disfattiste che ,in quei giorni circolayano e che spesso, sotto veste di soverclhio ottimismo, non valevano ad altro che a provocare dannose delusioni.

Doveva. esse re il coman:dante della I A ., il generale Misic, quello stesso che nell'ultimo ripiegamento aveva imposto la sua volontà, a fare una vera iniezione eccitante al C. S. annunziandogli, nel pa:neriggio del 2 dicembre, che aveva 1deciso, e già dato gli ordini di rnuovue il mattino successivo all'attacco del nemico; e chiedendo che anche le altre · armate fossero contemporaneamente lanciate all'attacco.

Sarebbe vano cercare nell'audace risoluzione .del generale Misic ragioni .di carattere operativo. La decisione era fondata sostanzialwente su motivi psicologici; non estraneo ad essi quello di mostrare che, se egli aveva con la sua armata voluto ripiegare più profondamente di quanto non fosse negli intendimen~i del C. S., aveva però saputo ben presto, appunto perchè lontano dal nem ico, rimettere l'arenata in efficienza tanto da sentirsi in grado .dopo breviiSSimo tempo , di condurla all'attacco.

Non dbe la direzione di attacco sulla quale poteva operare la sua armata fosse di particolare Yalore: si trattava di attaccare e di sfondare in un punto qualsiasi il nemico, le cui condizioni erano molto gravi, materialmente e moralmente, per le ragioni più volte accennate e che al Misic erano perfettamente note .

Ottenuto un profondo sfondamento in un punto, la vittoria ne sarebbe conseguita.

Il lavoro di elevazione morale compiuto in quei quattro gionù tlal generale Misic, parallelamente a quello di rinsanguamento delle

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unità, era stato attivissimo, spinto in profondità e di grande rendimento.

Staccatesi completamente dal nemico, le truppe ayevano riposato sul serio in una buona zona,

I lavori difensivi, pur indefessamente condotti, avevano lo scopo a tutti noto non solo di proteggere contro nuovi attacchi nemici, " ma di costituire forte appoggio per il movimento offensivo».

Le gravi condizioni in cui versava la Serbia; i pericoli di un nuovo ripieg.amento; la necessità dei maggiori sacrifici per la salvezza del paese che poteya attenders i iSolo da una vittoriosa offensiva; le difficoltà fra le quali si dibatteva il nemico e che gli ultimi combattimenti sul Subovor avevano messo in luce . Furon o questi argomenti che il comarrdante della I A. seppe vigoro,amente prospettare per sollevare il morale dei st1oi uomini.

Il 1° dicembre egli indirizzava alle truppe un proclama. « ...E' d'uopo ora trarre profitto della difficile e penosa situazione dell'avversar io. Esso 1deve essere attaccato doyunque. Non vi deve essere tregua o so.sta prima che sia annientato e respinto al nostro territorio. E' il momento di spiegare tutte le energie; tutto il valore, tutto lo spirito di sacrifizio; perchè è giunta l'ora favorevole per sopraffare le truppe avversarie penetrate nella nostra terra » .

E nella sua relazione al C. S. della sera del 1° dicembre, il Misic poteva dire « .. .la fiducia e l o spirito offensivo 1delle guerre passate, in queiSto istante momentaneamente assopito a causa dele difficili condizioni, non sono del tutto spente; il soldato serbo, penetrato dall'amore verso la sua patria e cosciente del proprio dovere, è ora deciso a sacrificare tu.tto per i l fatto che è in gioco l'esistenza del paese » (R. S .).

Il 2 dicembre, -dopo avere già concretate le disposizioni per l'attacco, il generale Mis.ic, « considerando necessario informare della sua decisione, qwal,e atto compiuto, anche il C. S. e di pregare perdhè anche le al tre armate muovessero all'at~c<.:0, si mise in relazione telefonica col Comando Supremo... » (1).

(r) R. S. - Relazione del 3 dicembre del comando della I A.

La comunicazione, afferma la R. S. « provocò una gradita sorpres a e l'entus iasmo anzitutto del rappresentante del sottocapo di S. M. ed in seguito dello stesso capo di S. M. ».

11 Putnik, che era ancora ben lontano dal prevedere così sollecitamente una simile possibilità, ne fu meravigliato tanto da chiedere egli stesso « se sussistesse veramente l a decisione del comandante per l'attacco dell'ind omani» .

Così, per iniziativa cli un comandante di annata, decisa sulla base di condizioni morali e di situazione locale, nacque la fortllnata e brillante controffensiva ,serba del dicembre 1914, la quale doveva cap ovolgere la situazione e procurare ai Serbi una vittoria ed una gloria di cui a buon diritto possono vantarsi: la liberazione del suolo della Patria dall'esercito, sino a quel momen to vincitore, di una potenza assai più forte. E nei riguardi ddla guerra sugli altri fronti, il vanto ·di aver costretto l 'impero danubiano adi impegnare contro la Serbia beo 450 .000 uomini - che a tanto assomma il complesso di uomini inviati nei Balcani dall'agosto a tutto dicembre 1914 - con notevole yantaggio delle operazioni russe.

Si può, è vero, dire che già sino da l 2r novembre il Capo di S. M. serbo aveva emanato direttive per la controffensiva (1) e che ancora il 26 dello stesso mese aveva confermato tali direttive affermand o esplicitamente che « l'unico modo per uscire dalla critica situazione era il passaggio all'offensiya; al più presto, se no poteva essere troppo tardi ». Esisteva quindi nel Putnik un proposito controffensivo generico, che può avere concorso a·d ispirare al Misic la sua tlecisione. M a lai situazione era talmente mutata dopo i l 21 novembre da non potersi ritenere dhc le direttive allora emanate potessero avere valore; se non nel desiderio .di passare, appena possibile, alla controff esa . Des iderio, e proposito, che è naturale in chiunque assuma atteggiamento difen~ivo: giacchè questo può fare non perdere, mentre l' offe nsiva sola fa vincere .

( 1) Ordini del C. S. serbo n. 688] e 7189 op., rispettivamente del 21 e 26 novembre; già citati.

Si pt.!Ò anche affermare che la conversazione del Misic col Putnik, per annunziargli la sua avvenuta dec isione, è delle ,ore 16,30 del 2 dicembre; e che l 'ordine di offensiva genera le è stato dal C. S. em,anato a lle 16,48. Non poteva in oo51Ì. breve tempo essere concepito e red atio. Leggendo lo però, si ha la ,s ensazione che il poco che esso dice, può benissimo essere stato buttato giù in que i brevi minuti.

Nè il concetto della battaglia sorta sulle alture di Arangjelovac fu suggerito dall'errore commesso :dal Potiorek di estendere enormemente la fronte verso nord creando così un vuoto pericoloso di fronte all'ala destra della II A. serba.

D i questo vuoto nessuno si accorse sino, può dirsi, a battaglia già perduta dagli A1Jstro-unga11ic i; nè gli ordini dati ,d0.l Putnik alle armate II e III dopo la comunicazione del Mi.sic. lasciano intravedue un qualsiasi concetto di manovra che tenda a trarre profitto deU'errore de] nemico.

Il Putnik, come si era lasciato condurre a rimorchio durante tutta l a ritirata dai 1vari comandanti di annata che ne avevano spesso sopraffatta la yolontà, così fu trascinato ora alla controffensiv:i dell'ardita risoluzione del Misic, che egli accettò con entusiiasmo, senza però aggiungervi nulla di suo.

AHe 16 ,48 del 2 ,dicembre il C. S. serbo emanava il seguente ordine - n. 7510 op. - per far cooperare le altre armate all'attacco della I:

« Da:ll'interrogatorio di molti prigionieri risulta che si sono crea · te nel nemico condizioni grayi, sia nel riguardo .del vettovagliamento e dei rifornimenti di ogni genere, sia pel suo esaurimento fisico.

« Per poter ;sfruttare questo momento di .debolezza del nemico ed elevare i l morale e lo spirito delle nostre truppe, ordino che domani tutte e tre le annate e ile truppe dell'annata di Uzice attacchino energicamente sulla riva sinistra della Morava occidentale il nemico sulle proprie fronti e lo costringano al ripiegamento.

« L e truppe de'lla difesa di Belgrado rimangano sulle loro posizioni assicurando il .fianco destro ed .iJ tergo della II A._

« I comandanti d i armata prenderanno accordi circa l'inizio .del!' attacco, i collegamenti ed il reciproco aiuto » .

Ordine, cane si vede, che si limita ad assecondare l'azione d el Misi c, spingendo le armate .ad un attacco frontale senza alcun cenno che Po5Sa far pensare essere già noto lo schieramento assunto dal Potiorek: si tratta di attaccare ovunque per respingere il nemico e sollevare il morale delle truppe serbe.

Soltanto .durante la battaglia si renderanno palesi gli errori di schieramento commessi dall'avversario; il C. S. serbo riprenderà allcra le redini della battaglia e la guiderà traendone profitto.

LA BATI AGLIA DI ARANGJELOVAC

ED IL RIPIEGAMENTO AUSTRO-UNGARICO

L'ARMATA DEL Mrsrc ROVESCIA IL XVI A.u . - La mattina del 3 djcembre l'esercito serbo :sferrò Ja controffensiva._ Alle 7 iniziarono l'attacco l'armata del generale Misic ed il Corpo di Uzice; fra le 10 e le 13 mossero la II e la III armata.

Le truppe schierate sul fronte settentrionale, Dist. di Obrenovac, difesa di Belgrado e Dist. Branicevo restarono in atteggiamento difensivo.

Il momento e la .situazione erano particolannente favorevoli ai Serbi; l'attacco della maggiore frazione di forze serbe finiva per essere ricevuto dalla sola 6" A. austro-ungarica.

La 5• infatti aveva alcuni elementi a Belgrado ed. il grosso si stava spostando per assumere la nuova dislocazione fra Bozdarevac, Parcani e Ralja .

Della 6" A. il XIII Corpo era anche esso .in movimento per allargare la fronte verso nord; gli altri due Corpi d'annata avevano appena raggiunto le posizioni di Cukor, Llpet, Bolikovci, dove s.1 stavano s~emando; le unità erano sparse nei casolari e nelle capanne della zona. Sul Galic :s.i era combattuto anche il 2 pìcembre; la 50a

Div. non era riuscita ad abbattervi la resistenza del nemico. L a ,r88

Div. stava per schierarsi sulle alture di Siljkovica e di .Osirica a cavallo 'Ciel torrente Kamenica. Più a sud~ovest, a distanza ancora rilevante, il distaccamento del flm" Snjaric avanzavai verso Uzice; molto lentamente però, ostacolato com'era da Serbi e Montenegrini.

CAP. X .
13

L'esercito austro-ungarico dei Balcani fu pienamente sorpreso.

Ben lungi dal pensare che il nemico potesse così sollecitamente ria~ersi e passare alla controffesa, i capi .delle annate austro-ungar'iche stavano compiendo gli ultimi atti della manovra dalla quale dovev,a scaturire la. battaglia dec,isiva.

Così la 6"' A. non solt'anto ,dovette sostenere da sola il peso d i quasi tutto l'esercito serbo, ma fu altresì colta, mentre stava schierandosi sulLa nuova linea, in formazioni n on adatte a sostenere un forte urto e sq. posizioni non apprestate a difesa.

Come la concezione, così l'andamento della battaglia e le riser luzioni dei primi combattimenti sono dovuti al cc.mandante della I A. serba, il quale spinse con grande risolutezza l e sue divisioni per trarre il massimo rendimento dal primo successo.

Infatti nella giornata dd 3 dicembre il Corpo di Uzice fu ben presto arrestato davanti a Siljkovica e ad Osirica dalla resistenza della 18" Div. a .u.

La! III A., entrata tardi in aziorre, abbattè la resistenza degli elèmenti avanzati del XV Corpo; ma tra il Cukor e la Urlaja fu arrestato dai grossi della 40" e 48" Div.; nel frattempo -alla destra della 48.. entravai in linea anche la Ia Div. per parare al pericolo prodotto dalla grave situazione in cui era venuto a trovarsi il XVI Corpo.

La II A. serba, nelle cui file era accorso anche .il vecdhio Re Pietro per rincuorare i solda ti con la sua pres•enza ed eccitarli all'attacco per la yittoria, puntava in direzione cl.i Lazarevac-Ub. Le divisioni Mor. I e Tim. I si' abbatterono sulla 42" Div. H e ne vinsero al primo urto la resistenza. mettendo in ·serio pericolo anche le posizioni di Kremen.ica tenute dalla 36., Div.; ma contrattaccate da questa, dì fronte e sul fianco, furono costrette a ripiegare. La Div. Sum . I e la Div. Cav. --, destra della II A. trovarono via libera nel vuoto esistente &a due armate nem iche; la prima potè arrivare indisturbata a Volnjak, quasi sulla Kolubara, e la Div. Cav. fra Sibnica e la Belianica; qui furono arrestate dalle divisioni 9a e 21"' dell'VIII a.u. le quali dovettero interrompere il già iniziato movimento verso Bozdarevac e .Parcani.

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In complesso l'avanzata della II e III serbe aveva avvinghiato il nemico; ma senza riuscire ad ottenere ·un successo tangìbjle,

La I A. attaccò con le quattro diyisioni su fronte assai ristretta - circa dieci chilometri - canmisurata allo scopo preciso di sfondare ad ogni costo ed alla non eccessiva forza delle divisioni stesse. Queste, per quanto rifornite di complementi, contavano, ciascuna, da 6 a 7 .ooo fucili.

Assai bene provviste di munizioni le artiglierie, le quali potevano agevolmente seguire le fanterie isulle strade che il gelo aveva ridotte nuovamente praticabili.

L'attacco fu preceduto da una yiolenta e breve preparazione .d,i artiglieria; fu bene e continuamente appoggiato dal tiro che le batterie austro-ungariche non riuscivano a neutralizzare per la grande scarsezza di munizioni.

Si erano invertite le parti.

Il primo urto sfondò sul centro e sulla destra l a debole fronte del XVI a.u . ; le cui due divisioni dbvettero celermente arretrare scoprendo il .fianco della 18• Div. che aveva resistito all'attacco .del Corpo di Ozice. Potè il XV I mantenere per quella giornata la 1Sinistra nell,a zona di Bolikovici, essenzialmente per il tempestivo intervento della 1 Diy. del XV. La situazione era però assai precaria; la scarsità delle forze, qualclhe brigata arrÌ\fava a mala 'Pena a contare un migliaio di fucilieri, e la mancanza di rifornimenti rendevano difficile la resistenza di fronte ad un nuovo urto..

La ferrovia di Valjevo sarebbe entrata in esercizio il giorno successivo; occorreva an cora qualche tempo prima di contare su regolari rifornimenti.

Il minor vigore .degli attacchi serbi contro il XIII ed il XV Corpo, i quali ~eyan o nel complesso mantenuta la maggior parte delle posizioni, fece credere al P otiorek che l'offensiva nemica sì limitasse alla fronte del XVI e che sul resto si trattasse di azioni dimostrative.

Ri tenne anche possibile disimpegnarlo per mezw della 1& Div. facendola operare da Bolikovci, e della 18a la quale avrebbe potuto con

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una sola brigata trattenere il nemico che aveva di fronte mentre le altre due potevano puntare sul Galic.

La situazione però suggeriva di far entrare subito in gioco anche la 5a. A,, il cui comandante ayeva fatto proprio quel giorno Fingresso trionfale a Belgrado; ordinò perciò il Potiorek al generale Frank di anticipare la .data dello schier:amento, così da essere pronto il 4 dicembre.

Fu subito avviata la 1 Diy. a Ralja; la 29.. la seguì. A sostegno del nucleo di cavalleria, che già operava verso Semendria, di fronte at distaccamento serbo di Branicevo, fu destinata un'aliquota di una nuova divisione (6o0 ) costituita con truppe del Banato.

L'VIII Corpo, già impegnato dalla Div. Surn. I e dalla Div. Cav. serba, doveva, anzidhè ·proseguire la marcia verso Bozdarevac e Parcanj, partecipare sul posto, il 4 dicembre, insieme col XII I ad un contrattacco.

La 5a A. non fu troppo sollecita a far fronte alla nuova situa~ zione. Gli ordini subirono ritardi di trasmissione; mancavano collegamenti telefonici fra il comando di armata e quelli dei Corpi çl,'armata ; non erano stati dis~esi perchè le truppe erano in marcia e non si credeva da nessuno che si potesse, da 1.m momento all'altro, esse re costretti a fronteggiare una nuova situazione creata dal nemico.

Così il Corpo misto, un cui vigoroso interyento avrebbe certamente influito sul la II A. sèrba, non fu messo subito in condizioni di operare versò sud; impacciato anche dalla profonda dislocazione in cui si trovava e che r·endeva necessari molti movimenti per lo schieramento delle unità per l'attacco.

Ma il comando della 5a A. non riteneva, probabilmente, che l'offensiva serba potesse essere a fondo; le ricognizioni aeree segnalavano sempre colonne di carreggio in ritirata verso Arangjeloyac e lavori di trinceramento nelle immediate adiacenze della stessa località. Supponeva il generale Frank che la controffensiva serba isi proponesse i;emplicemenre lo scopo di far segnare un tempo d'arresto agli inseguitori per guadagnare qualche giorno e meglio allestire la difesa di Arangjelovac.

I I I

Era però una supposizione che portava a rallentare i movimenti per la partecipazione alla battaglia; solo come tale avrebbe dovuto essere respjnta, tanto più dhe si poteva anche pensare che i Serbi, pur essendo partiti col solo concetto di arrestare l'inseguimento, avrebbero potuto anche proseguire a fondo le operazioni quando il loro inizio avesse dato speranze di successo.

Nella notte sul 4 dicembre l'attacco proseguì da parte della II e III A. serbe, incuneandosi fra il XIII ed il XV Corpo. Riusci però il contrattacco portato dal XIII durante la giornata del 4 riconquistare l'intera linea; il XV vietò alla III A. serba di guadagnare terreno.

Ma l'impossibilità -dell'VIII Corpo di avanzare d'i fronte alla destra della II A. ed al Dist. di Obrenovac; il mancato intervento del Corpo mjsto del Krauss, che avrebbe attratto a sè forze della fronte occidentale serba, resero sterili i successi temporanei d i quei due Corpi d 'a rmara..

L a situazione del XVI si aggravava d'ora in ora.

Il generale M.isic, 4opo il bel successo del 3, fece riposare durante la notte le truppe; il giorno successivo, incurante di quanto avveniva alle sue ali, proseguì decisamente innanzi.

La Div. Drin. I attaccò Bolikovci; la Dan. I, si diresse sul Rajak; fra le due avanzò la Mor. II. La Dan. II, non appena superato il Galic doveva puntare sul Suvobor.

L'attacco della Drin. I contro Bo] ikovci fa!B; un felice contratt1cco délla 1" Div. a.u. la respinse in disordine e minacciò il fianco della M or. II, la quale insieme con la Dan. I, aveva nuovamente sfondato il centro del XVI e proseguiva verso i suoi obiettivi.

La minaccia non distolse le colonne centrali della I A. dalla loro marcia verso il Prostruga ed il Rajac, che furono conquistati nelle prime ore del pomeriggio, mettendo in serio imbarazzo così i difensori di Bolikovci come quelli del Galic.

Tutta la fronte del XVI fu costretta a ripiegare, e con essa la 11: Div. del XV, la quale provvide a proteggere il .fianco destro del suo Corpo d'armata di cui l'avanzata della I A. serba minacciava anche le comunicazioni colla K ol ubara.

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t

La 18" Div. a.u. all'estrema destra manteneva ancora contro il Corpo di Uzice; non potè però aiutare la 50,., ,d~l XVI, nè sul Galic nè sulle alture di Maljen. ·

Il Dist. Snjaric, ancor lontano, non faceva sentire la sua presenza. Anche il 5 dicembre fu giornata di nuovi successi per la I A. serba. Furono conquistati il Suvobor ed il Rajac cacciandone in disordine i difensori; e probabilmente l'armata del Misic, le cui truppe erano ormai infiammate dai successi e spinte dal comandante con 1inflessibile energia, avrebbe immediatamente proceduto sulle alture di Bacinovac se non fosse :stata fermata dal C . S., che vedeva molto indietro il Corpo di Uzice al quale non riusciya di infrangere la resistenza della 18a Div. e che non voleva. distaccare so verchiamente la I A . dalle altre, cui non era stato possibile una altrettanta celere avanzata.

L'INTERVENTO DELLA 5" ARMATA. -. Le tre giornate di battaglia erano state disastrose per il XVI a.u. La sconfitta si era andata sempre più tramutando in rotta; le condi,zioni fisiche e morali degli uomini peggioravano senza tregua; i servizi, per quanto la ferrovia funzionasse dal giorno 4 con una gi ttata giornaliera di 350 T. di materiale, non potevano essere riorganizzati per la celerità del ripiegamento; le munizioni mancavano 'ttle batterie e la difesa finiva per essere affidata al solo fuoco di fanteria.

Tutto lasciava dubitare clhe si potesse, sia pure retroced'endo gradatamente, conservare quel tanto di efficienza necessario per dar tempo di svolgersi al progettato att acco della sa A. in guisa che i Serbi ne sentissero seriamente l a minaccia verso Arangjelovac e Topola.

Già .da l giorno 4 la comparsa verso il D anubio del raggruppamento di cavalleria a.u. e del distaccamento della 6o.. Div. aveva richiamato da quella •parte l'attenzione del C, S. serbo.

·M ai non era, ancora una diversione che potesse gravemente impensie ri re .

L'attacco .della 5~ A. si fece attendere sino al 6 dicembre. Nè si comprende per quale ragione siano stati necessari ben tre giorni al Corpo misto del Krauss per iniziare le operazioni, mentre cos1 gravi erano le condizioni del XVI e mentre anche la fronte del XV, che

pure era riuscita a mantenersi meglio contro la III A. serba, mjnacciava di crollare da un momento all'altro.

L 'attaccd <lel 6 dicembre fu compiuto dalla 5.. A. con molta mollezza.

L'VIII Corpo, già impegnato contro la destra della II A. serba e che ayeva sino dal 4 dicembre contrattaccato in direzione di Sibnica, continuò nella .sua azione; senza 1p,e rò ottenere alcun successo.

Il Corpo misto agì a cayallo della ferrovia : « le truppe ~ . - riferisce la R. A.. erano stanchissime, l a 29.. Div . non potè dare che una sezione di artiglieria a ciascuna delle sue brigate, poichè gli altri 36 pezzi dovevano attendere il rifornimento delle munizioni » .

La resistenza di un elemento avanzato serbo nella zona di Uncari rallentò ancora l'attacco della 29a Div. la quale temeva per il fianco sini;stro. ·

In tali condizioni, dice la relazione del comandante della divisione, « non è da stupirsi se lo sp irito offensivo sino allora vivace delle truppe della 29"' parve paralizzarsi, e se la divisione non fece alcun progresso » .

Nè su a ltre parti del fronte d'attacco della 5.. A. furono conseguiti successi; per quanto andhe le condizioni d'ei Serbi non apparissero in quella zo na molto felic i neppure ai loro comandanti, giacchè l!D telegramma del generale Stepanovic al C. S. serbo, intercettato dagli Austro-ungarici, affermava che u na ulteriore resistenza davanti ad Arangjelovac gli appariva molto difficile.

w 6.. ARMATA RESPINTA AD OCCIDENTE DELLA KoLUBARA . - Il precipi toso arretramento del XVI Corpo si era intanto r iperc~so sul XV e sulla 18.. D iv .

Il XV era stato costret to ad arretrare il centro e la destra per guardarsi da una eventuale manovra di elementi della I A. serba sul suo fianco.

La 18" D iv . era s.tata richi amata indietro, fino dalla sera del 5, dal generale Potiorek. La div is i one non solo era riuscita ad infrangere gli attacchi d ell a Surn. II e del Dist. Liro., ma con felici contrattacchi ne aveva disordinato i reggimenti .

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Il 6 dicembre la resistenza che il X VI Corpo aveva tentato di imbastire sulle alture di Bacinovac era ·stata rapidamente infranta dall a I A,; gli Austr o-u ngari ci furono cacciati in fuga yerso la K olubara. Non ostante l'ordine del Putnik di non spingersi eccessivamente avanti, il clhe sarebbe stato di g r ande sollievo per il XVI a .u., la Div. Dan. I in:segu~ senza tr egua il nemico portand·0>i rapidamente sino sulle alture a sud di Mionica. Da qui le truppe ed i carreggi, ch e marciavano verso _il fiume già molto aggrovigliati ed in disordine, poterono essere battuti dai Serbi con tale tiro di artiglieria da trasformare ben presto la ritirata del XVI in precipitosa rotta.

Il Potiorek ordinò a llora che il XV ed il XVI Corpo ripiegas,Bero sulla .sinistra della Kolqbara.

Il XIII era mantenuto nella zona di Lazarevac per facilitare l'attacco della saA., che doyeva prosegufre c;n la mas-sima energia.

Più tardi, nella stessa giornata del 6, il P otiore k ordinò che anche una divisione del XV f0>se lasciata ad oriente della Kolubara, perchè il XIII Corpo potesse più attivamente partecipare all'operazione della Sa A.

LA MANOVRA SERBA. - Intanto la minaccia contro la fronte nord aveva già preoccupato il C. S. serbo. Sino dalla notte sul 6 dicembre Ja Div. Tim. I era stata, tolta al l a II A. ed avviata a rinforzare la difes a di Belgrado.

La situazione palesatasi la sera del 6 dicembri con la grave rotta inflitta d'alla I A. serba al XVI a. u.; la p iù accentuata pressione sulla fronte nord specialmente in direzione di Varovnice e di Kosmaj; il ripiegamento delle forze nemiche anche davanti alla III A., e la stasi manifestatasi sulla fronte della II, indussero il Putnik a meglio coordin are l'azione delle tre armate e dei numerosi distaccamenti; così per sfruttare più a fondo i l successo dell'ala meridi on ale, come per assicurare la resist enza sulla fronte nord.

La I A. (1) mantenend0>i ad occidente del fium e T oplica, do.veva proseg11ire l'inseguimento dirigendosi isu Valjevo.

(r) R. S. - Ordine del C. S. n. 7757 del 7 dicembre .

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Il Corpo di Uzice, che aveva ormai via libera, p'L111tare su Razana ed' Uzice.

La III A, avanzare sulla Kolubara a nord-est del torrente Toplica; con la sua divisione di destra, Drin. II, facilitare la resistenza dell'ala sinistra della II A .

Questa non dov eva , per il momento, muovere; sarebbe passata all'attacco quando avesse sentito la ripercussione dell'avanzata della III.

Dovevano pure resistere in posto, il Dist. di O~renovac e la difesa di Belgrado.

In sost an za inseguimento a fond'o sulla sinistra; m anovra centrale della III A. la qua le avanzand o e convergendo a destra avrebbe minacci a to1 l'ala interna delle truppe nemiclhe che agivano contro il fronte nord.

E' la manovra che logicamente scaturiya dalla situazione, che soltanto ora si chiariya agli occhi del Capo di S. M.

Non doveva però il Putnik, a malgrado delle brillanti operazioni della I A. essere ancora perfettamente sicuro di tutte le truppe.

E' sintomatico un suo telegramma del 7 dicembre al comandante della gendarmeria (n, 7764 op.): « La S. V . avvii a Kragujevac e metta al più presto a disposizione del C. S. da 400 a 500 caporali della gendarmeria ed energici gregari per i quadri dell1esercito operante >> .

Questo telegramma, messo in. rel azione con quello del 6 dicembre del generale Stepanovic, che prospettava la difficoltà di resistere a 1ungo, e con gli incidenti avvenuti sulla fronte del Dist. Lirn., dove alcuni reparti avevano intavolato trattative di resa con la 18.. Div . a.u. senza avere soverchiamente combattuto; mostra guaii preoccupazioni destasse ancora nel C. S. il morale delle truppe, risalito ad un elevato tono nella I A ., ma- tuttora in equilibrio instabile nelle altre.

La situazione in guerra, quando i fattori morali sono eccitati, nell'uno o nell'altro senso, è più che mai legata ad un .filo. All'un capo di esso è sempre il comandante, che può col suo prestigio, con l'opera fattiva, con l' energia fare rinyerdire il tronco anche quando ad altri appaia completamente secco o marcito.

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I Serbi ebbero quest'uomo nel generale Misic, Gli Austro-unganc1 avrebbero vivamente desiderato di averne uno simile alla testa della Sa A.

Il 7 dicembre fu giornata di relativa calma per il XVI a. u.

La I A. serba, dhe aveva bisogno di rifornimenti non proseguì l'inseguimento e lasciò un certo respiro alle disordinate divisioni del generale Wunn, le quali poterono essere ritratte sulla sinistra della Kolubara e schierate fra Divc i e Va~evo. Qui fu necessario lottare contro l'ostilità degli abitanti.

La 18a Div . era giunta sul torrente Gradac a sud di Valjevo; aveva perduto il contatto con le truppe del Corpo di Uzice, il quale si era diretto verso Uzice-Bajina Basta, separandosi completamente d~lla I A . serba.

Fu anche questo vuoto sulla sinistra, dove il nemico aveva sin allora bene resistito mostrandosi in efficienza, insieme con la non chiara situazione della III A. sulla destra, ad indurre il generale Misic a sostare il 7 sulle alture a sud-ovest di Mionica, per non correre l'alea di guastare con soverchia audacia la serie di magnificj successi sino a quel momento conseguiti.

Ma il ripiegamento del XV a. u. oltre la Kolubara, rischiarò ben presto la situazione; ripiegamento anche esso penoso e disordinato pur da parte di truppe che avevano sin allora valofosamente combattuto. La 40a Div~ ebbe più delle altre, per il tiro delle artiglierie serbe, una ritirata assai movimentata che provocò il dissolvimento di non pochi reparti.

A sera de l 7 il XV Corpo era sulla sinistra della Kolubara, mantenendo una testa di ponte in corrispondeni;a di Slovac.

Il XIII rimase sulla destra, sclhierato a :sud di Lazarevac, collegandosi poco a nord di questa località, con I1VIII. Contro di esso convergevano la III A. serba e parte della II.

LA SITUAZIONE SULLA KoLUBARA. - La situazione del XV e del XVI Corpo diventava ogni rooroento più critica.

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La forza dei reparti era diyentata insignificante; taluni battaglioni non -contavano più di 200 uomini. Impressionante il deperimento fisjco dei soldati; bassissimo il morale.

La ferrovia era riuscita ad accumulare a Valjevo una forte quantità .di derrate, ·muruzion i e materiali; il rendimento giornaliero da 350 era salito a circa 700 tonnellate; vi era la possibilità di rifornire e ristorare le tnJppe .

Ma col ripiegamento sulla sinistra della Kolubara la città era sotto il tiro delle artiglierie serbe, che ne rendevano discutibile il possesso. Da un momento all'altro poteva accendersi un combattimento, tanto più che la riconquista serba di Valjevo avrebbe rappresentato, oltre tutto, una . notizia sensazionale da lanciare al popolo serbo cd agli allea.ti. La popolazione traeva naturalmente profitto del momento per rendere penosa la vita delle truppe con continui atti di ostilità.

Riusciva perciò, in simili: condizioni, molto difficile la riorganizzazione dei servizi pur disponendo a Valjevo di qua.si tutto il necessano.

Sperò il Potiorek, per la sosta del 7 e per l'allontanamento del Corpo di Uzice che liberava la destra da una molesta pressione, di avere una qualche disponibilità di tempo; tanto più che la minaccia esercitata dal XIII Corpo sulla destra delle unirà serbe che avessero atattaccato la Kolubara gli fece ritenere che difficilmente l'avversario si sarebbe spinto oltre. Nel frattempo anclhe l'attacco della 5.. A . poteva sboccare in un successo.

Ordinò perciò al generale Frank di proseguire energicamente la operazione verso sud, specialmente col Corpo misto. Telegrafò al comandante del X III: « ,dalla resisten.za del XIII Corpo di pende il risultato finale ». Decise di mantenersi col XV e col XVI sulla Kolubara.

Dei d't1e Corpi di destra della 5.. A. soltanto tre divisioni, 18", 42" e 483, erano ancora in condizioni di opporre qualche resistenza; le altre erano larve dalle quali :sarebbe stato assurdo pretendere i l bendhè minimo sforzo.

Il comandante del XIII Corpo, anc!ie esso molto proyato, riteneva però che presto sarebbe stato costretto a ripiegare oltre la Kolqbara.

La 5" A., pur essendo « compenetrata del fatto che l a decisione sarebbe dipesa <l'a essa e avrebbe pertanto fatto tutto ciò che era umanamente possibile, ayeva le truppe così spossate da essere, pur senza combattere, appena in grado di marciare » (R. A.).

Anche la 5" A. versava in gravi diffìooltà per i rifornimenti . Materiali d'ogni genere erano affluiti in abbondanza a Semlino ed a Belgrado, ma non era stato po.ssibile ancora organizzare un serio servizio di rifornimento delle truppe sempre in marciai ed impegnate in combattimento. La maggior parte delle batterie aveva i cassoni vuoti.

Questo, troppo negativo, funzionamento dei servizi induce a meditare e ad apnire un·a parentesi.

Gravissime erano certamente le difficoltà fra le quali l'esercito dei Balcani si era -d ibattuto e si dibatteva.

In parte dovute alla regione stessa nella quale la l otta si svolgeva, che le aveva fatte duramente sentire andhe durante l'avanzata verso oriente; in parte all'ayvenuto capovolgimento della situazione, che aveva costretto la metà delle forze a ritirate frettolose sotto la pressione del nemico; in parte anche al cambiamento delle linee di .ifornimen to .

Ma, pur tenendo largo conto delle naturali difficoltà e di quelle non indifferenti cagionate dal nemico, la esageratamente tragica situazione in cui il difettoso funzionamento di tu~ti i servizi fece Jovare le armate del Potiorek, fa pensare anclhe a manchevolezze originarie di organizzazione ed a difetto di previsione.

Anzitutto le condizioni idi yiabilità e la mancanza di risorse della zona erano certamente note sino dal tempo di pace, quando fu lungamente sh1djato il primitivo piano, le cui operazioni sj svolgevano sullo stesso terreno; piano che doveva essere stato meditato ed approfondito nelle numerose esercitazioni in cui se ne erano esaminati i vari aspetti e non pochi particolari. Nè può pensarsi che i :servizi, che dovevano a chiunque apparire pieni di difficoltà fra la D rina e la Kolubara, siano stati trascurati. Il fatto però si è che la loro preparazione ed organizzazione si è mostrata incompleta e del tutto inade-

guata alla profondità di avanzata che le operazioni doyevano raggiungere per avvicinarsi al successo completo.

Il cambiamento della linea di rifornimento era anche esso prevjsto da· lunga pezza; anzi la conquista della valle Kolubara era voluta appunto per dare alle armate una linea di rifornimento più sicura e più reddit izia. Il favorevole avvenimento dell'occupazione fa. cile ed immediata di Belgrado aveva poi reso più agevole il compito rendendo la 5" A. indipendente per i servizi dalla 6... Ed il funzionamento dei servizi, con centro di raccolta e di defluenza a Belgrado, per due soli Corpi d'armata non doveva riuscire soverchiamente difficile.

Invece non solo la 6" A. fu in grave crisi, perahè dovette attendere l'esercizio della ferrovia e perchè subito ca;tretta alla ritirata, ma altresì la 5.. . Questa, dopo aver occupato Belgrado il 30 novembre operò offensivamente sino al IO dicembre, giorno in cui cominciò ad essere premuta dal nemico; le ·sue operazioni non provocarono sensibili allontanamenti da Belgrado; eppure in più di dieci giorni non si trovò morlo di organizzare, neppure per ·essa, i servizi in guisa che rispondessero alla siruazione..

La ragione non può perciò essere cercata solo nelle difficoltà del terreno, nella deficienza della rete stradale, nel su5seguirsi ininterrotto di azioni tattiche; e, per la 6· A . , nel ripiegamento al quale fu c~tretta dal 4 dicembre in poi.

I servizi ·sono fatti per servire le truppe; anche, e aggiungerei specialmente, nei momenti più scabrosi. Se mancano al loro scopo proprio quando più se ne sente il bisogno, e mancano non per un momento ma per un periodo relativamente lungo di operazioni, Yi è certamente qualcosa che non va nella loro organizzazione. Forse troppo rigida, certamente inadeguata allo scopo che con le operazioni si cerca di conseguire.

Noi non abbiamo elementi per esaminare a fondo la organizzazione dei servizi nelle annate dei Balcani; nè quindi per discuterne il funzionamento. La R. A. non ne parla; mentre sono stati uno, e non ultimo, dei fattori dell'insuccesso.

Deduciamo le n~tre considerazioni dagli avvenimenti; i quali ci portano a concludere che l'organizzazione dei servizi non era sta-

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ta probabilmente curata in precedenza con quella meticolosità che essa esige. Non solo, ma durante le operazioni stesse i comandanti non dedicarono ai seryizi l'atten;iione che essi esigevano; fino al punto dbe questi si vendicarono duramente rendendo impossibili le prime.

A questa conclusione in,duce altresi ìl ricordo delle difficoltà in cui l'esercito austro-ungarico, pur vittorioso, si trovò nell'ottobre-novembre 1917; quando in zona ricca di risorse e .dove non face\,ano certo difetto le strade, ed ottime, il suo inseguimento fu notevolmente ritardato dalle gravi difficoltà dei rifornimenti.

Si dirà che ai primi c!i dicembre del 1914 non si poteva sospet· tare una così sollecitata ripresa dell'esercito serbo, dopo una ritirata profonda e disordinata, ed una tanto ardita e fulminea controffensiva.

Nè che nel 1917 l'esercito italiano riuscisse a compiere una così rapida ed abile manoyra di ripiegamento, da consentirgli di raccogliersi é riprendersi Sl! lontane posizioni.

Ma la guerra è fatta di imprevisti; che sono tanto più imprevedibili quanto più essa è di movimento, Se si è crganizzati solo per quanto si può preyedere, che ·è ben poco, sì è certamente male organizzati.

L'ABB ANDONO DI V ALJEvo. - La giornata àel 7 dicembre no~ vide grandi, combattimenti.

La I A. serba sostava e si raccoglieva per poi procedere contro Valjevo. La III eseguiva la conversione a destra sul terreno lasciatole libero dal XV a. u. e si accingeva ad attaccare il XIII nella zona di Lazarevac. La II, mentre preparava anche essa l'attacco del XIII con l'ala sinistra, Div. Mor. I, subiva sulla Div. Sum. I e sulla Div. Cav. un attacco dell'VIII Corpo a. u.; cui però la grande dispersione ddle forze, sclùerate su più che 20 km., non consentì <l,i infondere sufficiente energia; s icchè a nulla approdò.

Del pari nes:sun risultato conseguì l'attacco, appena abbozzato, della 1 Div. contro le ialtu,re di K o.smaj . Maggior fortuna ebbe la 29a

D iv. la quale riuscì a superare le posizioni avanzate serbe a cavallo della ferrovia e nella zona di Varovnice; non potè però procedere ol-

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tre perchè minacciata da oriente da nuclei del Dist. serbo di Branicevo, dhe il grosso della 6o" Div. non era ancora riusc ito a scacciare da Umcari .

La minacciosa ayanzata della 29,. Div. impensierì però il comandante della Difesa di Belgrado, generale Zivkovic, il quale spostò verso V arovnice la Div. Tim. I.

Soltanto il giorno 8 dicembre l 'a ttacco del Corpo misto acquistò maggiore consistenza. Furono respinti i Serbi da Umcari e conquistata Grocka sul Danu bio. La 29 a Div. giungeva a Vlaska e la i conqu istava l 'altura di Kosmaj.

Il C. S. serbo fu impression ato dalla vivacità che le azioni andavano assumendo sulla fronte nord e dai successi, per quanto alcuno fra essi fos·se del tutto temporaneo, g iacchè il Kosmaij fu riconquistato nella stessa giornata .

La Div. Mor. I fu tolta alla II A. ed ayviata a rinfor.zo della Difesa di Belgrado.

Questa sottrazione di forze all'armata del generale Stepanovic segnò la salvezza del XIII Corpo a. u.; il quale durante la giornata era stato seriamente impegnato, da sud, dalla Div. Drin. II, della III A,, e da oriente dalla Mor. I della II, mentre le altre due divisioni di questa armata erano alle prese con l 'VIII.

L 'attacco procedeva assai favorevolmente per i Serbi, ed il XIII stava per essere ributtato nella Kolubara. L'improvviso ritiro della Div. Mar. I, rapidamente compiuto mentre ferveva il combattimento, fece rallentare anche la pressione della Div. Drin. II. Potè così il XIII a. u. ripiegare senza molestia, durante l a notte, ad occidente della Kolubara.

Spariva cosi il perno d'appoggio per l'attacco della 5" A. Ormai il mantenimento della Kolubara, tanto desiderato dal Potiorek, diventava impossibile.

Il XIII Corpo aveva ceduto; l 'offensiva della 5a A. era riuscita, è vero, a sottrarre forze serbe dalle armate che fronteggiavano la Kolubara, ma non aveva ottenuto cosù rap jdi e profondi successi da cagionare un scrio alleggerimento della pressione nemica sull'ala meridionale.

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Il XV Corpo sotto la spinta delle 1diyisioni serbe Mista e Tiro. II aveva già dovuto sgombrare la testa di ponte di Slovac.

Il XVI fu attaccato a V aljevo da tre divisioni della I A. le cui avanguardie passarono il fiume alle calcagna delle retroguardie a. u., a malgrado della tenace resistenza della 18a Div.

Anche il giorno 9 l'armata del generale Misic proseguì nell'attacco di Valjevo; superando alla fine la resistenza del XVI lo costrinse ad abbandonare la Kolubara ed a ripiegare con le tre divisioni su Kamenica e sulle alture di Fantina e di Blizonjski visovi.

IJ XV Corpo, dopo l'abbandono della testa di ponte 1d1 Slovac, oon era stato più molestato .

Il Putnik, sempre più preoccupato dall'andamento delle operazioni sulla fronte nord, dove si doveva evitare qualsiasi progresso del nemico per rendere c.ompleta e fruttifera la vittoria della I A., aveva tolto alla III A. due divisioni: la Drin. II, pa·ssata alla II A., e la Di v. mista avviata sulla fronte della difesa di Belgrado.

Il generale Jurisic Sturm rimase con la sola Tiro. II e non si ritenne in grado di attaccare il nemico oltre la Kolubara,

Ormai la situ.izione si .delineava molto chiaramente anche agli occhi del C. S. serbo.

Nella ~ona di Valjevo le forze a. u. non erano più in grado di resister e all'avanzata della: I A., la quale era ormai sufficiente da sola per proseguire nell'inseguimento.

· Le maggiori forze serbe dovevano essere volte a nord dove era necessario non solo fare argine alla pressione della 5" A. ma contrattacc are e riconquistare Belgrado. Così il successo sarebbe stato completo.

Forse una spinta innanzi della II A., nel woto creatosi fra XIII, il quale ripiegando aveva poggiato verso nord , e XV a. u. avrebbe pot-qt,o avere per conseguenza la completa dissoluzione di quest'ultimo e del XVI; ,dopo di che si sarebbe potuto saldare il conto con la sa A. nemica, di fronte alla quale le truppe jo posto resistevano con grande energia~

Era in verità una manovra alquanto ardita, alla quale pare pro-

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pendessero i generali Misic e Jurisic Sturm; non si può però far torto al C . S. serbo se, raggi1.Jllta una situazi,one talmente favorevole dhe Pochi giorni prima poteva apparire un sogno, si sia attenuto ad una linea di condotta più prudente ma più sicura.

)Certamente le preoccupazioni .del Putni.k per il fronte settentrionale ed i provvedimenti presi per rinforzarlo permisero al XV Corpo di ritirars i indisturbato cd'alla Kolubara, perchè la I A . serba si rivolse esclusivamente sul XVI le cui scarne brigate dovettero sostenere nuove e dure lotte nel ripiegare da Valjeyo sulle posizioni di K amenica e Fantina.

RIPIEGAMENTO DELLA 6" ARMATA A NORD DI SABAC.. La situazione era però ormai tale che anche un notevole progresso della 5.. A. non poteva alleviarla; i due Corpi della 6.. A. dovevano sollecitamente essere sottratti al nemico ·per evitarne la completa distruzione.

Il 9 dicembre il fzm , Potiorek decise .una ritirata più profonda per il XVI dirigendolo su Draginje , mentre il XV doveva portarsi a Banjani.

La 5• A . ebbe ordine di sospendere ogni offensiva e di schierarsi in guisa da mantenere un'ampia testa: di ponte a sud della Saya, fra Obrenovac e Belgrado, compresi. Passò ,di nuovo a farne parte il Xli i Corpo, il quale potè ripiegare ·su Lisopolje, a sud di Obrenovac, senza essere molestato dal nemico.

,/ La 6" A. era, ridotta a 18.000 uomini; la 5.. poteva ancora contare su 44.000.

Le forze balcaniche all'inizio dell a seconda battaglia della Drina, i l 24 ottobre 1914, contavano 210.000 fucili; le perdite erano 'St;ate, sino al 9 dicembre, di 140,000 ua:nini.

Il Potiorek si illudeva però di potersi mantenere con la 6.. A . a sud d'ella Sava; n on aveva ancora valutato l'entità della sconfitta subita.

Lo stato dei reparti, che più nulla avevano di organico; la mancanza di ar6glierie, in gran parte cadute in mano al nemico, le deplorevoli condizioni fisiche e morali de g li uomini, lo convinsero però ben presto che non era neppure possibile tentare un difesa sulla de-

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14

stra della Saya; ordinò aHora che l' i ntera armata, per Sabac, ripassasse in Sirmia.

« La ritirata di entrambi i Corpi d'armata narra la R. A.per strade e piste che il tempo ·sfavorevole aveva nuovamente ridotte in cleploreyoli cond~zioni, con vettovagliamento del tutto insuffìcien,te, esaurì le loro ultime energie. Colonne carreggio, trascinantisi penosamente, ingombravano le direttrici di marcia seminate di soldati giacenti a, terra .esausti e eh cavalli moribondi » . ,>

E' il solito quadro delle ritirate dopo una grave :sconfitta sul campo di battaglia; la 6., A. a... u. lo prasentava ora essa stessa, dopo avere poche settimane prima goduto di uno spettacolo del tutto simile offertale dall'esercito serbo.

La I A. serba seguì gli Austro-ungarici alle calcagna, rendendo sempre più penose le conld1zioni ,del XVI Corpo; però i grossi dell'armata del Potiorek riuscirono a guadagnare spazio ed il 12 dicembre passarono la Sava a Sabac ed a Mitrov ica, dove le avanguardie dlel Misic giunsero soltanto il giorno successivo.

W 5a ARMATA COSTRETIA AD ABBANDONARE BELGRADO (1).. La , .. A . dopo a,yer combattuto tutta la giornata del 9, :specialmente con la 29" D iv. nella zona ,di Varovnice, cominciò adJ arretrare nella notte sul 10. Il ripiegamento sorprese i Serbi, i quali -attendevano che l 'attacco si rinnovasse il giorno successivo; all'alba del 10 non trovarono invece più tracce del nemico davanti a loro .

Nella giornata del 10 l'armata si schierò sulla linea MastineKrajkoya-Lipa corso della Beljanica. Il XIll Corpo era ancora a L isopolje sulla sinistra della K olubara.

Ma, lo stesso giorno IO, il P otiorek rinunziò al mantenimento di una testa di ponte così yasta e decise di aboondonare Obrenovac. La 5" A . mantenne la fronte Mastine-Ralja col Corpo misto e ripiegò all'altezza di Melj ok l'VIII ed il XIII.

Qui l'armata avrebbe dovuto sostenersi per tre settimane; tempo che il Potiorek riteneva sufficiente per ricostituire la 6a A. e ripas-

(r) Schi zzo- n. 13.

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ti SCHIZZO N. 13 -o . _, Il - ?; ,. 0 Ro,1.à rnl! .!.!!/2!!g:imenlo f!.!!!i '!!:!!!. · ~t.ufrqHn~ s,!ùe t , q/l P ~I : = [il d-,embrt J: 3 • i -4 .. __ - - IJirr/1;,r, rl,fTruro ~" .Jer/,/

sare all'offensiva per dare il colpo decisiv-0 all'esercito serbo, che era ritenuto in condizioni tali da non potere ·resistere ad un nuovo attacco portato con truppe frescheL

Si sarebbe così evitata l a riper dita di Belgrado riducendo alquanto la crudezza del colpo ricevuto dall'impero d.anubiano.

Ma neppure questa previsione era destinata ad awerarsi.

Ormai l'esercito serbo era l anciato. L'elevatisimo morale, la disponibilità di repar ti relativamente fresohi coq:ie quelli d'ella difesa di Belgrado e del Dist. Branicevo; il parziale rinsanguamen to di tu tte le divisioni, lo mettevano in grado di proseguire le operazioni sino a completa libera zione del suolo serbo dallo straniero e sino alla riconq uista della capitale, che avrebbe segnato il culmine del successo militare e politico.

Il 10 dicembre, non appena avuta sicura contezza -del ripiegamento austro-ungariw anclhe ·sulla fronte settentrionale, il C . S. serbo emanò i ·nuovi ordini.

Le informazioni davano: il XV e XVI Corpo ripieganti in Bosnia per Rogacica, Bajina Basta e L oznica; il XIII a traverso Ub e Koceljevo su Sabac. Della 5a A. il C. S. serbo supponeva tendesse a sdùerarsi su posizioni che le consentissero la difesa di Belgrado.

Il Corpo di Uzic e fu avviato nuovamente a Bajina Basta, Rogacic a e Mokra Gora per provvedere alla sicurezza delle ccmunicazioni da queste località a Valjevo e ad Uzice.

La I AL doveva arrestarsi col grosso a ValjeYo; ·_proseguire l'inseguimento verso LO',mica con semplici distaccamenti, e garan-ire dalle minacce da occidente il fianco ed il tergo del grosso dell'ese rcito operante su Belgrado.

Il Dist. Branicevo resta ya nella zona di Sernendria per guardare il fianco destro.

Tutte 1e rimanenti forze, riordinate perchè i numerosi mov imenti di divisioni degli ultimi giorni avevano creato confusione di dipendenze, erano destinate ad, operare yerso Belgrado.

La III A. - divi·sioni Mista, Drin. II, Tim. II, Cav . - si dirigeva a nord mantenendosi ad occidente deUa direttrice Stepojevac-

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Melj ak; la Div. Tim. II era destinata all'occupazione di Obrenovac e ad assicurare il collegamento con la I A.

La II A. - divisioni Tim. I , Sum. I e Disti. Obrenovac - su Belgrado fra la strada ora detta e la ferrovia.

La difesa di Belgrado, rinforzata dalla Div. Mor. I e da alcuni reggimenti autonomi, seguiva la grande rotabile di Belgra,do e vigilava la zona ad oriente (I).

Questo ragguardevole nucleo di forze concentrate dal Putnik rulla fronte settentrionale fece precipitare la situazione della 5" A., alla quale la ~elcre avanzata del nemico non lasciò tempo per sistemarsi convenientemente a difesa sulle nuove posizioni.

All'VI II Corpo era stato possibile ripiegare indisturbato da Sibnica-Valnjak sino alla Beljanica, non gli riuscì però di compiere altrettanto bene l'ulteriore ripiegamento sulla linea di Meljak.

Attaccato il giorno II dicembre dalle ali interne della II e della III A. serbe, rimase strettamente avvinghiato già sulla Beljanica; l'ulteriore ripiegamento fu compiuto dopo che alcuni rep~irti erano già stati battuti in singoli combattimenti e sempre sotto la h1cessante e violenta pressione del nemico.

La 9a Div . fu costretta, il 12, a rompere di pieno giorno un combattimento già iniziato ed eseguì una ritirata poco ordinata e molto movimentata; nè in condizioni molto migliori si trovò la 2ra Sch. per quanto il suo movimento fosse meno ampio.

Il XIII Corpo invece, che era già fuori dì ogni contatto, potè facilmente da Liposolje per Obrenovac , r ipassare senza molestia la KO: lubara ed arrivare nella zona di Dubovo b.

C~ì l'VIII Corpo non fu in grado di tenere sulla nuova linea; un attacco del 12 dicembre, condotto a cavallo della ferrovia dalle divisioni serbe Mor. I e T im. I, sfondò a Parcani la 21" Div. Sch., la quale era rid otta a circa 2000 fucili.

La situazione si fece subito grave, non ~tante gli .attacchi serbi fossero stati tutti respinti -sulla fronte del Corpo misto del Krauss.

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(1) R. S. - Ordine del C. S. n. 7949 op. delle ore 20 del 10 dicembre 1914.

Il comandante della 5a A . ordinò a sera del 12 un nuovo np1egamento sopra una linea più breve : il XIII Corpo fra Ostruznica e Sremcica; l'VIII da Sremcica per Petrov alla ferrovia; il Corpo misto sulle alture di Avala e dietro il corso del torren te Bolecica sino al Danybio.

I Serbi erano però ormai decisi a non lasciare la preda prima di avere rimesso piede in Belgrado.

Il giorno 13, mentre il Corpo misto si accingeva ad iniziare la nuova ritirata, un nuovo attacco della D iv . Mor. I ne sfondava la fronte a Lipa.

I colpi di maglio picchiati or qua or là sui vari elementi della 5a A.; i ripiegamenti sotto la implacabile pressione d~! nemico completarono l'esaurimento dell'armata del generale Frank. Questi aveva ancora in condizioni tollerabili. il XIII Corpo, che da qualche giorno non aveva più combattuto, e la 29a Div.. Le altre unità molto vicine allo sfacelo per la ·stanchezza delle truppe ed il negativo funzionamento dei servizi. Le artiglierie sempre senza munizioni, tanto che numerose batterie erano state costrette all'assoluta inoperosità durante i combattmenti.

Non era possibile una ulteriore resistenza a sud della Sava, senza correre il rischio di una ben più grave sconfitta, che di fronte alle soverchianti forze serbe non sarebbe certamente mancata ove sì fosse persistito nell'idea dii conservare Belgrado.

Il matti.no del 14 dicembre il generale Frank predispose di sua iniziativa la ritirata per la sera dello stesso giorno a nord della Sava.

Il Potiorek approvò; tanto più cihe era intervenuto anche il v. Conrad telegrafando la sera del _13: « Per eyitaTe una ccmpleta impotenza sul teatro di guerra meridionale, è necessario evitare ass olutamente una sconfitta della 5a armaita » .

Il mattino del 15 dicembre Belgrado era sgombra dagli Austroungarici.

La 5"' A. si raccolse a .nor<l' della Sava fra Rama (XIII), Alt, Pu zna (Corpo misto) e Petervardein (VIII); la 6"' aveva il XV a nord di Mitrovica ed il XVI alla confluenza Drina-Sava (schizzo n. 14).

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,IJ,slo,a.i.,one delle frlA.,p.P,-;f!:..

wnfr~é/os(e a.p ne ri1temb rt 'f9U+

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SCHIZZO N. 14

Truppe di landsturm yigilayan:o Sava e Danubio; la Bosnia era affidata ai presidi delle fortezze ed al gruppo del fmt Snjaric.

L'esercito serbo ayeva ottenuto la più completa vittoria. L'inseguimento si arrestò sulla linea di confine; nè poteva, questa volta, essere diversamente, date le condlizion.i degli uomini e dei reparti i quali avevano reso assai più di quanto si potesse sperare.

La II A. rimase fra Belgrado e Semendria; la III a sud di Obrenovac; la I a Valjevo. Ciascooa vigilava un settore di confine, mentre il Corpo di Uzice ed i yari d~staccamenti ayevano ripreso le antiche funzioni di copertura.

22.000 morti; 91.000 feriti e 19.000 prigionjeri era costata ai Serbi la lotta dalla Drina ad Arangjelovac, e da qui alla Sava.

Ben più gravi le perdite austro-ungariche : dall'inizio della guerra all'evacua;iione della Serbia le armate d<:l Potiorek avevano contato 28.000 morti; 122.000 feriti e 76,000 dispersi e prigionieri (r); aggiungendovi circa 47.000 ammalati, il totale delle perdite austroungariche ammonta a 273Loo uomini.

Dall'inizio della guerra a metà dicembre il numero di uomini mandati dal 'P:aese al fronte meridionale, comprese le forze iniziali delle armate 5" e 6.. e tutti i successivi rinforzi e complementi, ammonta a ben 12.000 wfficia1i e 450.000 ~ilitari di truppa.

Questo enorme impiego di energia, per uno scopo del tutto secondario mentre altrove ferveva la lotta veramente decisiva, era giustificato?

Gli avvenimenti danno una risposta molto chiara; non però esaur iente, giacchè anche se la lotta contro i Serbi si fosse conclusa con la più schiacciante vittoria delle armate dei Balcani, essa a nulla avrebbe servito, per lo scopo politico d:ella guerra, se nel frattempo l'esercito austro-ungarico fosse stato diecisamente battuto sulla fronte russa.

(r) La R. S. afferma, di avere catturato circa 40.000 prigionieri. Quindi il numero dei morti .aumenterebbe di 34.000 unità.

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DEDUZIONI E CONCLUSIONE

La severa, duplice sconfitta, che aveva costretto le armate dei Balcan..i a riparare molto frettolosamente a nord della Sava incideva profondamente sul morale dell'esercito e delle popolazioni dell'impero; dava esca formidabile all'irredentismo slavo i cui rappresentanti presso le •potenze dell'Intesa già si agitavano per conseguire i loro -,copi di autonomia e di separatismo. Il prestigio dd governo imperiale ne' usciva 'Scosso agli occlhi dei popoli sottoposti ed a quelli dei nemici. Si dileguava. ogni speranza di intervento della Romania a fianco degli imperi centrali; la Bulgaria continuava a restare con le armi al piede in attesa di ·più favorevole occasione.

armate del Potiorek ridotte l'una, la sesta, a poco più di un decimo delle forze iniziali; l'altra a circa un terzo. Grande il numero di prigionieri caduti in mano <liei Serbi, di gran lunga superiore a quelli perduti da questi ultimi durante l'intera campagna; indice della rapida dissoluzione di quelle armate, che pure dall'agosto al novembre 'SÌ erano batn1te bene.

Ma le privazioni, le sofferenze fisiche, i disagi sofferti durante la marcia dalla Drina alla Kolubara ed ai monti di Arangjelovac; la c;orpresa e la rapida e completa sconfitta della 6*' annata; la celere ritirata alla Sava, avevano sconvolte le unità austro-ungariche assai più dii quanto non lo fossero state le serbe, pure più volte battute e costrette a ripiegare abbandonando il suolo della patria in mano del nemico.

La multiforme varietà di razze; la consanguineità di taluni elementi con quelli dell'esercito nemico, impediivano la sicura cementazione soltanto possibile quando esercito e popolo si confondono. L'e-

CAP. XI.

sercito degli Asburgo, che per secoli era stato base del per tere imperiale, cominciava a sentire le ripercussioni disgregatrici della lotta per la nazionalità; non potevano gli Slavi restare insensibili di fronte ai Serbi i quali, accanto al simbolo della Grande Serbia, già sbandieravano .anche quello della Jugo.5lavia. Tanto più pr ofondo era l'influsso, in quanto l'esercito del piccolo regno si, era mo.5tra:to capace di battere sui campi di battaglia quello del potente impero, lanciato.5i nella lotta con l'orgoglio.5a sicurezza di. schiacciarlo in breve tempo.

Il dis.astrooo esito della campagna dava un rude colpo alla saldezza dell'impero danubiano; il colpo più temuto e che si voleva ad ogni costo evitare,.

Il principe Alessandro, nell'assumere il comando dell'esercito serbo, a:veva il 4 ago.5to 1914 lanciato ai suoi soldati un proclama nel guale, mentre si dichiarava sicuro della vittoria, affermava: « Voi vi dovete misurare con un nemico che non ha mai avuto fortune di guerra nè yittorie belliche» .

Le 'Superbe parole non rispecchiavano fedelmente la storia del valoro.50 esercito austro-ungarico. Però nel dicembre i l princrpe pot eva rievocarle e, giustamente fiero della vi ttoria , affermare e sentire che pari alla sua orgogliooa p:revisione era stato il valore dei soldati. Che però parve esaurirsi con la vittoria.

L'es,ercito serbo rimase inopero.50 per tutto ii 1915, incapace ad intraprendere qualsiasi operazione; sino a quando l 'attacco autunnale, di Austriaci, Tedeschi e Bulga6, non lo travolse e lo disperse.

Realmente nel 1914 esso ayeva fatto anche troppo, battendo e ricacciando per ben due yolte le armate dei Balcani; pari per numero, superiori per armamento e per organizza.zione. Senza un periodo di sosta non erano possibile nuove offensive.

La sosta fu però soverchiamente lunga; l'inoperosità eccessiva. E' ammissibile infatti che nel gennaio e nel febbraio 1915 l'esercito serbo non fosse ancora in grado di invadere la Sirmia per vie t are alla quinta armata di partire alla volta dei Carpazi; non è però troppo ohi.aro come un'assoluta incapacità di operare permanesse nel maggio

218

1915, dopo ben cinque mesi; a tal punto da consentire al Comando Supremo austro-ungarico di trasferire sull'Isonzo, senza il minimo contrasto, anche il XV ed! il XVI Corpo d1 armata. Questa completa inazione, le cui ragioni sono sempre meno chiare (o fin troppo chiare) col trascorrere d ie i mes i e degli anni, rappresenta un successo strategico non indifferente delle annate de i Balcani; queste erano riu~cite a ridurre il nemico in così diisastrose condizioni da vietargli di prendere ulteriormente parte attiva alla guerra.

Sov-erchiamente caro era però il prezzo pagato. Governanti e generali, che avevano tenacemente volu:ta e condotta l'offensiva contro la Serbia, assai magra consolazione potevano trarre dal successo strategico che era costato, oltre a tutto il resto, la ~issoluzione di un forte nucleo dell'esercito il cui rendimento operativo sarebbe stato cli gran lunga maggiore sul princi-pale teatro di çipernioni. Successo strategico le cui conseguenze poterono essere valutate 'Solo più tardi, mentre per il momento restava solo il cocente dolore <klla dura sconfitta.

E di questa la maggiore responsabilità, la prima, gravava sugli uomini di governo.

Nella prima Grande Guerra politica e strategica assai spesso non ~anno agito in guisa da trarre il ma·ssimo frutto dalla situazione politica e dalle operazioni; non di rado sono state in contrasro. Nel campo austriaco la politica ha inizialmente impostato alla strategia un . problema di dubbia soluzione; imponendosi poi l'una all'altra ne è stato pregiudicato la condotta stessa delle operazioni.

La contemporaneità qella guerra SUI due fronti non fu prevista al punto da permettere allo stratega di prendere in tempo i provved imenti necessari; solo quando i mezzi erano orientati in una sola direzione ed il complesso meccarusmo ,della m obilitazione e della radunata già volto verso sudi nacque imprevist a, ma non imprevedibile, la necessità di provyedere anclhe ad oriente.

Pressioni politiche vogliono le ripetute offensive contro la Serbia e la sicura copertura -dell'Ungheria, come avevano prima volut~ quella della Bosnia e della Erzegovina; tolgono il Potiorek dalla clipen-

219

<lenza del Conrad e fanno ,delle operazioni nei Balcani ed in Galizia due eyenti non solo indipendenti ma contrastanti; concorrono nell'ultima fase della campagna al distacco <lelle due armate per cercare la pronta occupazione di Belgrado.

Scrivendo il Machjavelli della: vita ciyile e della yita militare, anche ai suoi tempi non <li rado in contrasto, afferma : << Se si considerassero gli antichi ordini, non si troverebbero cooe più unite, più conformi e che, di necessità, l'una amasse l1 altra, quanto queste ».

Parole pi ù saggie non potrebbero esprimere più sano concetto. Politica e strategia devono convergere allo stesso scopo : l'una prepara e l'altra risolve. Ad· un problema politico male impostato corrisponde sempre una pessima soluzione strategica; peggio ancora quando politica e strategia, anzichè proce<lere di conserva, contrastano e l' una cerca di soyrappors.i all'altra. Ed è pel' l'una o l'altra di tali ragioni che vediamo la Russ ia CO'ltretta a contemporanee offensive contro i due imperi centrali, con le conseguenze note; e l 'Austria agire contro Rus sia e Serbia; mentre i mezzi e l'organizzazione di cui ciascuno degli imperi di Mosca e di Vienna disponeva non consentivano di operare offensivamente nello stesso tempo in direzioni div~rse. Oltre all'andamento della rete ferroviaria andl).e considerazioni politiche, la copertura della Bosnia, influjscono sulla radrunatai delle annate dei Balcani in Sirmia e cost ringono ad operare contro la Serbia con una linea di rifornimento aleatoria.

La Germania dovette, in parte anche a ragioni politiche, la protezione della Prussia orientale, i1 naufragio sulla Marna del suo piano di guerra. I governanti inglesi furono causa precipuia <leJla infelice spedizione di Galli'p,i::>li e degli insuccessi del generale Murray in Palestina.

E non si può non ricordar,e che il notevole ritardo yerificatosi nella mobilitazione e radunata italiana, con la conseguente mancata ·sorpresa, fu d'avuto al nessun accordo fra politica e strategia; i governanti italiani non cred'ettero necessario informare a tempo il Capo di S. M~ dell'eserci to della data stabi'lita, d' intes.a con Francia ed Inghilterra, per l'entrata in guerra dell' Italia .

Nè meno nefasto è stato il prevalere della strategia: la Germa-

220

oia, nel 1918, è anda:ta più completamente allo sfacelo per il soverchio ascendente ,del L udendorff sulla condotta politica della guerra.

Di fronte a tutti questi casi non brillanti di sfortuna to influ sso della p olitica sulla strategia, vi è stata, durante la Grande Guerra, una concezione strategica di un uomo politico che si è presentata con veste assai attraente.

Lloyd• George, è noto, proponeva di abbattere gli imperi centrali portando, attraverso la fronte italiana, un colpo morta le a ll ' A ustria, con forze italo-franco-inglesi . Gli fu favoreyole il Cadorna ; i capi degli eserciti francese ed inglese si opposero recisamente; l'idea rim ase nel cam'_po astratto ed ha serv i to al ministro inglese quale base ciii recriminazioni po.stume e di acerbe critiche nelle sue memorie.

Oggi altri .critica· la recisa opposizione di Joffre, Nivelle, Robertson.

Ma chi può dire come le cose sarebbero andate se l'idea fosse stata attuata?

La strategia, ha detto taluno, con ·soverchio semplioismo, è l 'a rte del buon senso; e siccome la concezione era basata sul buon senso, così doveva essere attuata, ne sarebbero nate grandi cose.

P uò ,essere ; ma la strategia è anche, e sostanzialmente, arte di esecuzione, come tutta l'arte della guerra; e di essa conta nella storia quello che è stato ccmpiuto, non quello che è stato concepito.

Ed i fatti dicono che nella Grande Guerra, come sempre, fintromissione inopportuna ,della politica nella strategia non è stata foriera dì succes·s~; i qua li invece non sono mai mancati quando politica e strategia hanno operato in re ale accordo.

Per i nostri P adri rcmani non v'era distacco fra politica e strategia; fra ordin amenti civili ed ordinamenti militari. Il console era generale; il cittadino soldato; il popolo esercito.

A rendere irreparabili le conseguenze dell'errore po litico-militare di una contemporanea offensiva su due fronti con mezzi inadeguati e di un a l i nea d'operaz ione inaqatta, 'SÌ aggiunge l'errore stra tegico finale del Potiorek : là divis ione delle forze di fronte al nemico, non

2 2I

iancora ·àel tutto fuori causa, per tendere con una grossa frazione di esse ad obiettivi del tutto secondari.

Il generale Bolfras, addetto alla segreteria militare dell'imperatore, gr-and'e amico del Potiorek e clhe tanto aveva contribuito a renderlo indipendente dal Conrad., l o definì « errore incalcolabile palese a tutto i l mondo ».

La concezione è nell'ordine del 19 noyembre: « Intendo - scrive il Potiorek - impadronirmi di Belgrado con la sa armata tenendo impegnato, con la 6"' armata, il grosso ·dell'esercito nemico...

« La 5" armata deve impadronirsi di Belgrado... convergerà poi a sud».

Deve ancora riuscire a porre il piede sulla destra della Kolubara, così importante per assicurare la nuova linea di rifornimento, e già imbastisce la manovra che separerà le due armate . E' bens.ì vero che in quel momento il Potiorek vedeva l'ulteriore avanzata come la prosecuzione dell'inseguimento di un nemico già in rotta ; ma anche quando le dperazioni del 21 e del 22 novembre mostrarono dhe una seria battaglia si era ingaggiata sul fiume e che il nemico resis teva ancora vigorosamente, egli non cambiò opinione e la'Sciò immutati gli ordini del 19.

I più hanno sempre vinto i meno. Il Potiorek dette ai Serbi facile modo clii essere successivamente i più contro ciascuna delle sue annate. Nè il sno pronto intervento per accelerare la conversione a sud della 5" armata riuscì a ridurre le funeste conseguenze della separazione delle forze .

L a 5"' A. operò con grande lentez.za; ma quand'anche fosse riu:scita a gua:dagnare un giorno non avrebbe ristabilita la situazione; ia sua pressione fu sentita dai Serbi l '8 dicembre, quando il forte scossone dato alla difesa di Belgrado costrinse il Putnik a togliere nuove forze dalla fronte occidentale; ormai però la sconfitta della 6&A. era irrepat1abile da due giorni ed il grossq dei Serbi poteva !iberamente man ovrare.

All'errore strategico si aggiunse l o sparpagliamento delle forze sul campo di battaglia della stessa 6" armata: l'allontanamento della 18aDiv. per l a manovra in val Morava, che l asciò più isolato che mai

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il XVI Corpo: il nucleo di forze maggiormente esaurito nel punto più .delicato, senza linea di rifornimento; a protezione della stazione terminale della .tanto desiderata ferroyia.

Anche l'esagerata svalutazione <lell'avversario concorse ad indurre: il Potiorek alla separazione delle forze ed a permanere nella sua concezione .pur quaod'o i 'combattimenti sulla Kolubara palesarono che non si trattava più, soltanto, di inseguire il nemico in ritirata.

La fortuna delle armi constantemente favorevole dalla Drina alla K ol ubara; i relitti della ritirata serba; la facilità con cui rtpar,ti nemici avevano ,ceduto le anni; fecero sì che tutti i comandanti fossero convinti della superiorità austro-ungarica. Le relazioni dei generali in sottordine mentre descriyevano a fosclhi colori stato delle truppe e disorganizzazione dei servizi, concludevano con proposte di carattere operativo.

Qualunque audacia era perciò ,possibile; anche l'imprudenza.

E, forse, qualunque audacia sarebbe stata p,o,sibile se si fos·se continuato, senza tregua, ad incalzare il nemico; non più quando si era costretti a lasc.iarlo ritirare, yolontariamente ed indisturb ato, dalla Kolubara.

Il ,Potiorek era ritenuto fra 1migliori strateghi e tattici dell'esercito aUJStro-ungarico; le ,esercitazioni ,da lui congegnate e dirette in pace facevano scuola; il carattere fiero, tenace e fermamente volitivo; l'intelligenza profonda e la vasta cultura; l'aspetto e l'animo di soldato ne facevano un comandante che molti ritenevano superiore al Conrad. Ed è probabilmente per la notorietà e la stima di cui era circondato nell'esercito, che egli non pagò il fio dell'assassinio di Sar,ajevo, ,dti cui fu immediato testimonio e di cui p ortava , una buona parte di responsabilità, quale comandante militare della Bosnia ed Erzegovina all'epoca della visita dell'arciduca Francesco F erd inando. Ma la tenacia del carattere e l'intelligenza, più profonda che vivace, fecero si che egli applicasse troppo rigidamente la dottrina di cui era imbevqto.

L a d ottri na dell'esercito austro-ungarico è, nel 1914, ipnotizzata come 11a germanica d'a cui' derivava, dal «' Cannae » dello Schlieffen.

223

La manovra a doppio avvolgimento è premessa indispensabile di yittoria: rapporto tra le forze, celerità <li mosse le soggiacciono.

Sì aggiunga l'influsso, ancora sentito, dei « Principi di str'ategia appUcata alla guerra del 1796 » delParciduca Carlo. La strategia, secondo l'Arciduca, è gioco di mosse meccaniche, 'SOttoposta a regole fisse; egli, dal suo Grande avversario, aveva assimilato forma, noo sostanza . Ne era nata una dottrina dura , schematica, materialista .

E l a condotta delle operazioni nella campagna austro-serba è schematica e materi alista: il prestudiato gioco delle mos se, la previ~tra direzione ·dii attacco sono tutto.

Abbiamo visto cane la manovra preconcetta debba sempre, ad ogni costo, essere attuata; andhe nel campo tattico, ed anche quando la situazione •presenti occasioni favoreyoli all'esecuzione di movimenti aiversi che potrebbero condurre al successo. Si arriva a perdere tempo, che in guerra è più che mai prezioso, pur di attuare quella determinata concezione.

E qualche volta il Potiorek, come nella manovra finale dj separazione delle due armate, agisce astraendo dal nemico; il quale avreb-be <lovuto consentirgli di far ccmpiere alla 5" annata il largo movimento avvolgente da nord, che avrebbe poi condotto alla battaglia finale con due attacchi conv ergenti.

I comandanti in sottordine lo assecondarono con una ,disciplina delle intelligenze talmente perfette da finire in una metodicità che fa battere UJ11a sola strada, inca'Pace di adattarsi a nuove situazioni, che avrebbero bisogno di elasticità di concezioni e procedimenti di pronta decisione e celerità dì esecuzione.

Ora la manovra serve a<L accrescere i risultati della vittoria; ma quella manovra che le circostanze consigliano, non un tipo unico nel quale il comandante si sia fossilizzato.

L'arte della guerra è l'arte delle combinazioni; non quella di una sola . ·

E nessuna combinazione riesce se non è accompagnata da ese·cuzione prontissima; e assecondata da una elastica .disciplina delle intelligenze dei capi jn sottordine, la quale faccia sì di tut te le j ntelligenze un fascio tendente ad uno scop 1mico, ma con mezzi e con

224

modalità clie possono essere diversi da punto a punto, da memento a momento, da nemico a nemico.

Schematismo e rigidità sono il perfetto contrario dell'arte della guerra.

La R . A. scrive : « La vecchia esperienza che Napoleone espresse con le parole « l'art de vaincre est perdue sans l'art de subsister » si dimostrò ancora una volta veritiera » .

Non y'ha dubbio: ad una concezione teoricamente ingegnooa mancò proprio nell'esecuzione « l'art de subsister » .

Ma anche il disastrooo funzionamento dei servizi ha le sue prime origini nel rigido attaccamento al piano preconcetto e tenacemente mantenuto.

La direttrice di operazione della 6a A. era stata scelta quando il compito dell'armata era secondario; allora la conquista della linea di rifornimento meridiana era affidata a<l altre truppe marcianti da nord ,erso sud e non alla sesta armata la quale sarebbe arrivata nel cuore della Serbia ad avvenimenti già conclusi da parte della 2"' e della 5a A. e relativamente facile le sarebbe riuscito cambiare linea di operazione.

Inoltre era ben diverso seguire una direttrice povera <li strade nella buona stagione, quando cielo sereno e temperatura ruite aiutano a superare m o lte difficoltà, che non nella stagione autunnale. Non si tenne conto di ciò nè della maggiore importanz;a <lel compito affidato all'armata, la quale avrebbe dovuto ammassarsi assai più d ensamente che non nel caso di operazioni a Gruppo B integro e,d, operare con ritmo assai più dinamico: incontrando quindi maggiori d i ffico ltà nel funzionamento dei servizi.

Ed anche alla ripresa delle operazioni nel settembre, dopo la battaglia del Cer, il pi ano del P otiorek si basava su quello già stu·diato in pace; ohe non aveva subìto varianti quando era venuta a mancare la 2 · armata e non ne subiva neppure quando erano facilmente preved ibi li le difficoltà che, nella stagione autunnale, avrebbe presentato b l in ea di operai;ione or" '.?lta.

225
15

La preparazione della guerra era però, prima del 1914 un po' rigida presso tllitti gli ·stati maggiori .

Ciascuno aveva un piano perfettamente delineato dal quale nessun comandante seppe distaccarsi, prima di subire durissime lezioni; le quali m o.s trarono che situazione e forma di guerra non erano quelle previste.

Preparazione e condotta di una guerra non possono basarsi su una sola ipotesi. Un piano di operazioni non può risolvere tutti i molteplici problemi nè pflronta re tutte le mutevoli situazioni che si presenteranno, nelle forme più insospettate, allo scoppiare di una guerra.

Gli studi preventivi, per evitare di fossilizzare le m enti, devono concretarsi, per ciascuna possibilità di guerra, sostanzialmente in progetti d i radunata che si prestino al maggior numero di combinazioni; fra le quali la scelta, il più delle volte, non può essere compiuta che al momento.

Mcxnento che bisogna saper cogliere per prevenire l'avversario. 11 tempo è moneta nella vita ordinaria; è assai più che moneta, in guerra: è linfa vitale del paese che non si deve disperdere. N oi crediam o perciò altrcsì che, decisa la guerra, n on si debba tergiversare oltre; occorre dare subito addosso al nemico per batterlo ovunque e comunque. L 'attendere di essere meglio pronti per compiere un a manovra prestudiata è favorevol1e al n emico. Il bat~rlo non dipende dalle forze assolute che si possono mettere in campo; ma dalla relatività delle forze contrapposte. Se questa relatività in un certo punto ed in un duerminato memento è a nostro favore, si deve sfruttarla subito.

Nella scelta del momento e nella celerità operativa non brillò il comando dell'esercito austro-ungarico.

La guerra era certamente decisa sino da quando fu inviato l'ultimatum alla Serbia; rotte il 26 luglio le rel azioni diplomatiche l'esercito non era pronto,, forse anche per lo scarso accordo fra autorità politiche ed autorità militarì, ad operare. Si lasciò trascorrere più di mezzo mese perdendo li'occasionc di cogliere l'esercito serbo impreparato e lontano dalla fr onti era; gran parte di esso era infatti nelle

provincie di recente annes.5e ed aveya bisogno di lungo tempo per accorrere verso nord.

Il tempo perdu to fu duramente scontato, come fu pagata ad: assai caro prezzo la lentlezza con la quale alcune unità , specie della 5" armata, operarono anche :sul campo tattico; lentezza sulla quale di volta in volta ci siamo soffermati nella narrazione.

La vittoria finale serba è la conclusione di una manoyra di rjpieg.amento; manovra, come abbiamo già ,dimostrato, non voluta <lal Putnik ma compiuta perchè imposta dall 'a vversario e subìta dopo ripetute sconfitte,

Il Putnik era un vecchio soldato; proveniente dall'artiglieria aveva preso parte a tutte le guerre combattute d aLla Serbia dal 1876 in poi, sino ad essere nominato nel 1912 Capo di Sta:to Maggiore generale. La sua mental ità era nettamente offensiva; in piena armonia con . la dottrina dell'epoca la quale, in tutt i gli eserciti, vedev a esclusivamente l'offensiva e preparava a ,tal punto animi e menti all'offensiva da farli trovare disorientati davanti al problema difensivo.

Ed il Capo di S. M. dell'esercito serbo, dopo aver compiu'to assai brillan temente· la manovra che portò alla vittoria sul Cer e sullo 'T adar, si trovò <lisorienta;to di fronte alla nuova offensiva del Potio· rek e non -seppe risolvere il problema della difesa se non schierando tutto l'esercito a cordone e cercando di evitare ovunque l'invasione della Serbia. Privo completamente di riserve non potè evitare che il suo schieramento sempre più lineare, debole ovunque, fosse causa di numerose sconfitte che obbligarono l 'esercito ad arretrare pa·sso passo per una profondità considerevole sotto la pressione <lelFavvers.ario. Non ebb-e mai in mente ;di compiere una vera manovra di ripiegamento che rcmpesse il contatto col nemico, il che non era difficile, e gli desse di nuovo in mano l'esercito ,riunito e gli consentisse di r ipartire all'offensiva nell ia djrezione più conveniente.

E' assai probabile che, senza l 'iniziativa del Misic e la conseguente bella e reale manovra ìdi ripiegamento del la I armata , l'esercito serbo si sarebbe logorato -sino ad ~sere ccmplet amente battuto fra Kolubara e M orava.

227

Il Putnik non yo lev a cedere territorio; i popoli erano già allora molto sensibili alla invasione ed i l comandante non poteva non esserne influenzato.

Ma più che altro alla libera concezione di una vol ontaria manovra di ripiegamento, per raccogliere meglio le forze e riacquistare la iniziativa delle operazioni , si opponeva la dottrina militare del preguerra; la quale volutamente la ignorava.. Solo l'accenno minacciava di incrinare lo spirito offensivo di cui tutte le dottrine erano impregnate.

Ed, è naturale che il Pu tnik, portato per natura all'offensiva ed imbevuto di quella dottrina, abbia esitato a ccmpiere a tempo una vera manovra di ripiegamento giungendo a farsi sempre imporre dal nemico l 'abbandono delle posizioni od a subire, contro le sue direttive, l'iniziativa dei coman,d anti di armata; ccmpiendo una ritirata dhe, ·sol o per la lentezza degli Austro-ungarici e per l'assoluta mancanza di cavalleria nemica, non portò al ccxnpleto dissolvimento del1 ' esercito serbo.

Tale era la fobia contro la manovra di ripiegamento che in Francia il generale Lanrezac fu « silurato » precisamente per aver interrotta la battaglia di Charleroi ed aver fatto ripi egare la quinta armata. Fu , forse, nei primi giorni della campagna, l 'unico atto di manovra ccmpiuto dai Francesi improntato a buon senso ed a dhiara visione ciella propria responsabilità di fronte al paese ed all'esercito.

La manovra del Lanrezac sventò il piano germanico e salvò l'esercito francese dandogli modo di vincere alla Marna; come il ripiegamento italiano nell'ottobre 1917 fu la base della battaglia d'arresto sul Pia ve (1) e delle vittorie del giugno e dell'ottobre r9r8; come guello serbo del 1914 fu necessario preludio alla vittoria di Arangielovac.

Ma se i risultati operativi furono in questi casi grandiosi, lo furono a mal grado degli uomini, giacchè i ripi egamenti attuati quando

(1) Ci piace riportare, a proposito della battaglia d'arresto sul Piave del novembre 1917, I.e parole del rnarescbllo P éta in: « Du m ont Grappa au Piave les armées italiennes reconstituées offrent à l'envasl-i~reur un~ barrièrc in frnn· chissable et s'assuren t a in~ le mcrite et l'honn cur de sa u ve r leur patrie».

la situazione era diventata grave, trovarono quasi sempre comandanti che li subivano e stati maggiori impreparati alla tecnica di uno fra i più difficili atti di manovra.

Nella guerra di movimento la manovra di ripiegamento è un atto che può essere necessario ed utile senza che ne soffra il concetto generale offe nsivo di un'operazione; anzi per la migliore esplicazione <Ji esso.

« La concezione ·d'eHa guerra cli movimento - ~1a s.critto il generale Zoppi - parte da un punto di vista cristallino e perciò incqui-· vacabile: se si vuole fare guerra decisiva occorre muoversi. Muoversi sapientemente, muoversi preordinatamente .con saggezza guerriera ... avendo la coscienza di avere tutto previsto e tutto preordinato, pur sapendo che un tanto di rischio si dovrà sempre affrontare.. . Nella guet,ra di movimento si avvicendano, nel tempo e nello spazio, l'offensiva e la djfensiva » .

L a concezione non potrebbe essere più chiar a.

Ora la .cJifensiya non può e non <leve essere statica; quindi non va concepita quale difesa accanita di un lembo di terreno, cui ci si a ttacca quale ostrica allo scoglio.

In gl!erra di movimento occorre essere pront i a muovere in ogni direzione, per compiere quella manovra che il memento suggerisce. La manovra di ripiegamento è una di esse: bisogna essere in grado di ben preordinarla; dalla sua buona esecuzione può dipendere la vittoria finale delle stesse truppe ,dhe l a compiono o .cJj altre unità. Per guadagnare tempo e spazio, per facilitare la manovra principale offensiva, per rallentare la marcia dell'avversario; una difensiva movimentata, con imposizione di successivi tempi d'arresto al nemico può essere di ben maggior rendimento che non la difensiva statica. Di questa difensiya dinamica sarà elemento importante l a manov ra di ripiegamento.

Lo stabilire i l momento in cui svincolarsi dal nemico; le modalità da seguire; la cos·tituzione. ed i compiti delle retroguardie; le <l'irezioni di marcia; il movimento delle artiglierie ed i loro successivi schie ramenti; le posizioni di arresto, i tempi ed i punti delle contr~ffensive parzial i; la profondità dello scaglionamen to . La sapienza

229

di agganciare il nemico quando si vuole, senza essere agganciati; il sottrarsi a tempo agli attacchi <legli elementi celeri e motorizzati o meccaniz7.,atÌ i quali saranno per certo di grande molestia per chi ripiega; la cooperazione atti va indispensabile ,dell 'aviazione. E<l ancora l'organizzazione dei seryizi, di particolare difficoltà in un movimento retr ogrado; la regolazione del movimento stradale; c05e queste ultime assai meno stmplici delle similari nelle marce di avanzata.

Si tratta di superare, spesso premuti dal nemico, difficoltà gravissime di impiego, di organizzazione e di tecnica; punti sui quali e.leve rapidamente soffermarsi la mente del capo, per concepire e decidere e sui quali comandanti e stati maggiori devono elaborare in breve tempo il procedimento da seguire per riuscire allo scopo nel migliore dei modi.

Questo tipo ,di manovra, proprio della difensiva dinamica in guerra di movimento, deve perciò essere studiato e conosciuto, anche nella sua parte tecnica, per evitare che un atto di manovra, necessario per il conseguimento dello scopo, si trasformi in disordinato arretramento.

Mi riferisco naturalmente alla manovra strategica; chi sul campo di battaglia ha or,dine di difendere una posizione non può e non deve pensare ohe a resistere sino all 'ultimo.

Il Putnik, alla testa di un esercito, operò in modo molto simile a quello del comandante di t!na piccola unità H quale, sul campo di battaglia, tende giustamente a morire sul posto piuttosto che abbandonare il territorio affidatogli. M a mentre questi ha ragione piena e non potrebbe agire dive rsamente, il comandante di un esercito deve bvecc sapere trovare in se stesso la forza di assumere a tempo anche la grave responsabilità di un ripiegamento, quando solo da qt1esto può sperare la salvezza dell'esercito e del Paese.

Il generale Misic, al quale più tardi dovevano essere affidate le sorti dell'esercito serbo negli ultimi mesi della Grande Guerra, vide assai megli o la situazione e comprese come solo liberand osi dalla morsa del nemico sarebbe stato possibile salvare l'esercito e passare poi alla controiTes.a. Il rip iegamento della sua armata dalla Kolubara alla Rudnik è un vero modello di manovra ben concepita e meglio

attuata, come la 'SOll:ecita controffensiva del d'ue dicembre è un altro atto di iniziativa a ragione yeduta. Senza concepire difficili e particol ari combinazioni egli raccogli e, per mezzo della man ovr a di ripiegam ento, le sue d ivisioni'; ne forma una massa unica, compatta, elastica e la lancia suJ nemico, gettando le basi delk vittoria finale.

Meriterebbe lo studio della campagna l'approfondimento di altre questioni: l'esplorazione nel campo strategico e nel tattico le quali, per difetto di mezzi e per incertezza di concezioni non hanno sempre reso quanto da esse era giusto at tendere; la sicurezza in stazione ed in marcia che non sempre è riuscita a sventare la 'SOrpresa; l'azione dell'artiglieria contro le fanterie attaccanti e la conseguente necessità e.li una buona organizzazione di controb,atteria in guerra di movimento; la mancanza di sufficiente spinta negli inseguimenti e l'incompleto sfruttamento di alcune vittorie sul campo tattico; la facilità con la quale è stato quasi sempre possibile ad uno dei due avversari rompere il contatto e sottrarsi, anche in pieno combattimento, alla pressione dell'avversario; e molte a ltre questioni ancora .

Sarebbe lungo e non utile: lo studio e la discussione dei particolari di una campagna sono più redditizi ·sulle guerre del proprio esercito che non sulle altrui. Giacchè se nella condotta strategica ed in quella delle grandi battaglie contano mente ed animo d i capi, che possono essere U<Xllini di eccezione, nelle partiwlari operazioni h a valore essenzialmente l'animo della massa, che è. caraHeristico cli ogni popolo. Ciascuno fa una guerra sua, determinata dalla sua particolare psicologia.

La diversa psicologia dei due eserciti balza viva, anche nella campagna austro-serba da ll 'in:si eme delle operazioni.

Da un lato, l'austriaco, si punta più sul materiale, sulla organizzazione, sulla dottrina; sopravalutando se stessi e ponendosi più nel passato che nel presente, i capi austro-ungarici non tennero sufficiente conto del moral1e e dell'alto spirito cui il sentimento di nazionalità e la sensazione d i combattere per l a libertà e l'indipendenza del paese potevano elevare un popolo unito e l 'esercito che da esso nasceva .

231

I Serbi puntarono più che altro sul morale; e vinsero, cbè le sofferenze, forse maggiori di quelle sopportate dai nemici, non valsero a disgregarli.

La guerra è fenomeno altamente spirituale; vince chi ha in sè tanta forza d'animo da non sentirsi mai completamente battuto; e chi vede nel nemico, sino a quand o non lo ha completamente str oncato, una forza capace di risollevarsi e di far testa.

Il P otiorek clhe pur poosedeva la qualità di non sentirsi mai vinto .- dopo la sconfitta <li Arangjelovac già pensava a riordinare la 6· armata ed a riprendere le operazioni .- questo non vide. Ritenne il nemico talmente battuto, da indursi a proseguire le operazioni a malgrado della imbarazzante situazione logistica e con una man ovra fra le più imprudenti; sino all'insuccesso finale.

La lezione non doveva essere inutile.

Nella campagna del 1915 il M ackensen , pur trovandosi di fronte l'esercito serbo io vera e completa rotta tanto da poter trovare rifug:o soltanto in Adriatico sulle navi italiane ed alleate, arrestò l'avanzata quando le condizioni logistiche gli parvero proibitive.

Non ritenne prudente tenere troppo poco conto neppure di un nemic o che era già in vero sfacelo.

La consiiderazione del Clausewit:z che un esercito battuto può, nell'interno del pr oprio paese, trovare tali energie spirituali e materi al i <la trasformarlo da vinto in vincitore, fu tenuta ben presente dal M ackensen; era stata del tutro trascurata dal Poti orek.

ALLEGATI

\
I I

0JtDINE DI BATTACLIA DELLE ARMATE DEI BALCA!'rl (12 agosto 1914)

Com.andante: Feld ze ugmeister Oska>r Potio1·ek

Capo di S. M.: Maggior gen. Boltz

5"' Ar11U1ta - Comandante: gen. di fant. Liboriuj 11. Franz:

VIII C. d' A. - Gen. di cav. Giesl v. Gieslingen:

Divisioni: 9• Div. F., 21"' Djv , F. Schutze n.

Truppe di C. <l'A.: 1 sq., 1 regg. obici pes. camp., 2 cp. zapp., 2 cp. pion . 25 btg., 5 sq ., 17 btr. = 98 pezzi.

XIII C. d'' A . - Gen di F. Rhemen zu Be rensfe ld:

Divisioni: 36& Div. F., 42a Div. F . H., 13"' brg F .

Truppe di C. d'A .: I gr. ob. pes. campali, I cp. pionieri, 2 cp zapp. 33 bt g., 6 sq. , 20 btr. = u4 pezzi.

Truppe di armata : n" brg. mont., 104.. brg. lst., 13" brg. di marcia, due regg. di marcia, I regg. artiglieria mont., 4 cp. zapp., 1 op. pion .

6a Armata - Comand'tllnte: Feldzeugmeister Oskar Potiorek:

XV C. d'A. - Gen. di F. Michael Edler von Appel :

D i visioni: l a D i v F., 48° Div. F.

Truppe di C. d'A. : 1 btr. can. camp., 2 cr. zapp , 2 cp pion., 22¼ btg., 1 sq., 12 btr. = 50 pezzi.

XVI C. d'A . - Gen. Feldzeugmeister Wenzel von Wurm: 18" Div. F. s u 4 brg. mont. 1•, 2"', 13" brg. mont.

Tru ppe di C. d'A .: 1 cp. zapp., 1 cp. pion., 331/z btg., 2 sq., 14 batterie = 36 pezzi.

Tru ppe di armata: 40• Div. F. H., 4t Div. F., 3" brg. mont.

ALLEGATO N. I. '\
23 5

2a Armata - Comandante: gen. di cav. Eduard v. Bohm-E1·mol[i:

IV C. cl'A. - Gen. di cav. Tersztyanszky v. Nadas:

Divisioni: 31 3 Div. F., 32a Div. F.

Truppe di C. d'A : I sq. ussari, 1 gr. ob. pes. camp., 2 cp. zapp., 1 cp. pion.

20 btg., 5 sq., 16 btr. = 92 pezzi.

vn C. d'A. - Gen. di F. Meisner V. Zweienstamm:

Divisioni : 17a Div. F., 34"' Div. F.

Truppe di C. cl'A.: 1 sq., 1 gr. ob. pes. camp., 2 cp. zapp., 1 cp. pion. 28 btg., 5 sq ., 14 btr. = 80 pezzi.

IX C . d'A. - Gen. di F. v .' Hartstein :

Divisione: 29• Div. F .

Trupp-e di C. d'A.: I sq., I gr. ob. pes camp., 2 cp. zapp., I cp. pfon. 13 btg , 3 sq., 9 btr. = 50 pezzi

Truppe di armata: 23 a Div. F . H., _1/2 7'" Div. F ., 10a. Div. Cav., 4"-7''-8a brg. marcia .

R.a")lon Banato: 107a brg. F. lst., 3 btgl., 2 btr. camp.

A) Totale d elle forze di campagna delle armate dei Balcani, compresa la 2a armata:

Btg. 319¼, sq. 60, btr. 142 = 744 pezzi; cq. tecniche 42, cp. artigl. fortezza 12, mitragliatrici 342.

Dopo la partenza della 2a armata:

Btg. 239 ¼, sq. 3 , btr. 101 = 51.6 pezzi; cp. tecniche 25, op. artigl. fortezza 8, mitragliatrici 260.

B) Presidi di sicurezza e protezione c~tiera:

Btg. 36, sq. 4, btr. 2, cp. tecniche 7, cp. artig l. fortezza 84.

ORDINE !DI BATTAGLIA DELL 1 ESERCITO SERBO (12 agosto 1914)

Comandante: Principe ereditario Alessandro

Capo di S. M.: Vofvoda Radomir Putnik

I. A. - Comandante: Vojvoda Boyovic Petar (sede Raca):

Divisioni: Mor. I, Mista I, Sum. I, Dan. I.

Artigl. dj A.: 6 cannoni 12 cm. - Genio di A.: una compagnia. riserva. btg. 78, sq. 10, btr. 37.

II. A. - Camtmdante: Vo,jvoda Stepan Stepanovic (sede Arangjelovac) :

Divisioni: Mor. I, Mista I, Sum. 1, Dan. I.

Artigl. di A.: 6 cannoni 12 cm. - Genio di A.: una compagnia riserva. btg. 78, sq. ro, btr. 37.

III A.. Comandante: Generale Paule T11risic Sturm (sede Arangjelovac):

Divitioni: Drin. I , Drin. Il.

Truppe non indi visionate: cinque reggimenti F., un btg. complementare, un btg. genio.

Artigl. di A.: 1 gr. obici 12 cm., 1 gr. campagna da posizione, 4 cannoni 12 cm., btg. 42, sq. 6, btr. 24.

Corpo d'esercito di Uzice - Comandante: generale Milos Bozcrnovic (sede Uzice): Div. Sum. II, Brig. Uzice, Distac. Llm.

Artigl. di A. : due grupfi ar t igl. montagna, un gruppo artigl. camp. btg. 30, sq. 3, btr. 22.

Totale: btg. 210, sq. 47, btr. u8, fucili 200.000 con 200 mitragliatri ci, cannoni 550.

NOTA. - La Div. Dan. II della I A. faceva parte del distaccamento di Branicevo.

La Div. Dan. I della II A. cost :tuiva il nucleo principale della Difesa di Bdg rado.

Ciascuna armat a disponeva anche di un Gruppo di cetnici.

ALLEGATO N. 2.

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TEATRO DELLE OPERA~
lIONI AUSTRO-SERBO

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