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LA BATI AGLIA DI ARANGJELOVAC ED IL RIPIEGAMENTO AUSTRO-UNGARICO

L'ARMATA DEL Mrsrc ROVESCIA IL XVI A.u . - La mattina del 3 djcembre l'esercito serbo :sferrò Ja controffensiva._ Alle 7 iniziarono l'attacco l'armata del generale Misic ed il Corpo di Uzice; fra le 10 e le 13 mossero la II e la III armata.

Le truppe schierate sul fronte settentrionale, Dist. di Obrenovac, difesa di Belgrado e Dist. Branicevo restarono in atteggiamento difensivo.

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Il momento e la .situazione erano particolannente favorevoli ai Serbi; l'attacco della maggiore frazione di forze serbe finiva per essere ricevuto dalla sola 6" A. austro-ungarica.

La 5• infatti aveva alcuni elementi a Belgrado ed. il grosso si stava spostando per assumere la nuova dislocazione fra Bozdarevac, Parcani e Ralja .

Della 6" A. il XIII Corpo era anche esso .in movimento per allargare la fronte verso nord; gli altri due Corpi d'annata avevano appena raggiunto le posizioni di Cukor, Llpet, Bolikovci, dove s.1 stavano s~emando; le unità erano sparse nei casolari e nelle capanne della zona. Sul Galic :s.i era combattuto anche il 2 pìcembre; la 50a

Div. non era riuscita ad abbattervi la resistenza del nemico. L a ,r88

Div. stava per schierarsi sulle alture di Siljkovica e di .Osirica a cavallo 'Ciel torrente Kamenica. Più a sud~ovest, a distanza ancora rilevante, il distaccamento del flm" Snjaric avanzavai verso Uzice; molto lentamente però, ostacolato com'era da Serbi e Montenegrini.

L'esercito austro-ungarico dei Balcani fu pienamente sorpreso.

Ben lungi dal pensare che il nemico potesse così sollecitamente ria~ersi e passare alla controffesa, i capi .delle annate austro-ungar'iche stavano compiendo gli ultimi atti della manovra dalla quale dovev,a scaturire la. battaglia dec,isiva.

Così la 6"' A. non solt'anto ,dovette sostenere da sola il peso d i quasi tutto l'esercito serbo, ma fu altresì colta, mentre stava schierandosi sulLa nuova linea, in formazioni n on adatte a sostenere un forte urto e sq. posizioni non apprestate a difesa.

Come la concezione, così l'andamento della battaglia e le riser luzioni dei primi combattimenti sono dovuti al cc.mandante della I A. serba, il quale spinse con grande risolutezza l e sue divisioni per trarre il massimo rendimento dal primo successo.

Infatti nella giornata dd 3 dicembre il Corpo di Uzice fu ben presto arrestato davanti a Siljkovica e ad Osirica dalla resistenza della 18" Div. a .u.

La! III A., entrata tardi in aziorre, abbattè la resistenza degli elèmenti avanzati del XV Corpo; ma tra il Cukor e la Urlaja fu arrestato dai grossi della 40" e 48" Div.; nel frattempo -alla destra della 48.. entravai in linea anche la Ia Div. per parare al pericolo prodotto dalla grave situazione in cui era venuto a trovarsi il XVI Corpo.

La II A. serba, nelle cui file era accorso anche .il vecdhio Re Pietro per rincuorare i solda ti con la sua pres•enza ed eccitarli all'attacco per la yittoria, puntava in direzione cl.i Lazarevac-Ub. Le divisioni Mor. I e Tim. I si' abbatterono sulla 42" Div. H e ne vinsero al primo urto la resistenza. mettendo in ·serio pericolo anche le posizioni di Kremen.ica tenute dalla 36., Div.; ma contrattaccate da questa, dì fronte e sul fianco, furono costrette a ripiegare. La Div. Sum . I e la Div. Cav. --, destra della II A. trovarono via libera nel vuoto esistente &a due armate nem iche; la prima potè arrivare indisturbata a Volnjak, quasi sulla Kolubara, e la Div. Cav. fra Sibnica e la Belianica; qui furono arrestate dalle divisioni 9a e 21"' dell'VIII a.u. le quali dovettero interrompere il già iniziato movimento verso Bozdarevac e .Parcani.

In complesso l'avanzata della II e III serbe aveva avvinghiato il nemico; ma senza riuscire ad ottenere ·un successo tangìbjle,

La I A. attaccò con le quattro diyisioni su fronte assai ristretta - circa dieci chilometri - canmisurata allo scopo preciso di sfondare ad ogni costo ed alla non eccessiva forza delle divisioni stesse. Queste, per quanto rifornite di complementi, contavano, ciascuna, da 6 a 7 .ooo fucili.

Assai bene provviste di munizioni le artiglierie, le quali potevano agevolmente seguire le fanterie isulle strade che il gelo aveva ridotte nuovamente praticabili.

L'attacco fu preceduto da una yiolenta e breve preparazione .d,i artiglieria; fu bene e continuamente appoggiato dal tiro che le batterie austro-ungariche non riuscivano a neutralizzare per la grande scarsezza di munizioni.

Si erano invertite le parti.

Il primo urto sfondò sul centro e sulla destra l a debole fronte del XVI a.u . ; le cui due divisioni dbvettero celermente arretrare scoprendo il .fianco della 18• Div. che aveva resistito all'attacco .del Corpo di Ozice. Potè il XV I mantenere per quella giornata la 1Sinistra nell,a zona di Bolikovici, essenzialmente per il tempestivo intervento della 1 Diy. del XV. La situazione era però assai precaria; la scarsità delle forze, qualclhe brigata arrÌ\fava a mala 'Pena a contare un migliaio di fucilieri, e la mancanza di rifornimenti rendevano difficile la resistenza di fronte ad un nuovo urto..

La ferrovia di Valjevo sarebbe entrata in esercizio il giorno successivo; occorreva an cora qualche tempo prima di contare su regolari rifornimenti.

Il minor vigore .degli attacchi serbi contro il XIII ed il XV Corpo, i quali ~eyan o nel complesso mantenuta la maggior parte delle posizioni, fece credere al P otiorek che l'offensiva nemica sì limitasse alla fronte del XVI e che sul resto si trattasse di azioni dimostrative.

Ri tenne anche possibile disimpegnarlo per mezw della 1& Div. facendola operare da Bolikovci, e della 18a la quale avrebbe potuto con una sola brigata trattenere il nemico che aveva di fronte mentre le altre due potevano puntare sul Galic.

La situazione però suggeriva di far entrare subito in gioco anche la 5a. A,, il cui comandante ayeva fatto proprio quel giorno Fingresso trionfale a Belgrado; ordinò perciò il Potiorek al generale Frank di anticipare la .data dello schier:amento, così da essere pronto il 4 dicembre.

Fu subito avviata la 1 Diy. a Ralja; la 29.. la seguì. A sostegno del nucleo di cavalleria, che già operava verso Semendria, di fronte at distaccamento serbo di Branicevo, fu destinata un'aliquota di una nuova divisione (6o0 ) costituita con truppe del Banato.

L'VIII Corpo, già impegnato dalla Div. Surn. I e dalla Div. Cav. serba, doveva, anzidhè ·proseguire la marcia verso Bozdarevac e Parcanj, partecipare sul posto, il 4 dicembre, insieme col XII I ad un contrattacco.

La 5a A. non fu troppo sollecita a far fronte alla nuova situa~ zione. Gli ordini subirono ritardi di trasmissione; mancavano collegamenti telefonici fra il comando di armata e quelli dei Corpi çl,'armata ; non erano stati dis~esi perchè le truppe erano in marcia e non si credeva da nessuno che si potesse, da 1.m momento all'altro, esse re costretti a fronteggiare una nuova situazione creata dal nemico.

Così il Corpo misto, un cui vigoroso interyento avrebbe certamente influito sul la II A. sèrba, non fu messo subito in condizioni di operare versò sud; impacciato anche dalla profonda dislocazione in cui si trovava e che r·endeva necessari molti movimenti per lo schieramento delle unità per l'attacco.

Ma il comando della 5a A. non riteneva, probabilmente, che l'offensiva serba potesse essere a fondo; le ricognizioni aeree segnalavano sempre colonne di carreggio in ritirata verso Arangjeloyac e lavori di trinceramento nelle immediate adiacenze della stessa località. Supponeva il generale Frank che la controffensiva serba isi proponesse i;emplicemenre lo scopo di far segnare un tempo d'arresto agli inseguitori per guadagnare qualche giorno e meglio allestire la difesa di Arangjelovac.

Era però una supposizione che portava a rallentare i movimenti per la partecipazione alla battaglia; solo come tale avrebbe dovuto essere respjnta, tanto più dhe si poteva anche pensare che i Serbi, pur essendo partiti col solo concetto di arrestare l'inseguimento, avrebbero potuto anche proseguire a fondo le operazioni quando il loro inizio avesse dato speranze di successo.

Nella notte sul 4 dicembre l'attacco proseguì da parte della II e III A. serbe, incuneandosi fra il XIII ed il XV Corpo. Riusci però il contrattacco portato dal XIII durante la giornata del 4 riconquistare l'intera linea; il XV vietò alla III A. serba di guadagnare terreno.

Ma l'impossibilità -dell'VIII Corpo di avanzare d'i fronte alla destra della II A. ed al Dist. di Obrenovac; il mancato intervento del Corpo mjsto del Krauss, che avrebbe attratto a sè forze della fronte occidentale serba, resero sterili i successi temporanei d i quei due Corpi d 'a rmara..

L a situazione del XVI si aggravava d'ora in ora.

Il generale M.isic, 4opo il bel successo del 3, fece riposare durante la notte le truppe; il giorno successivo, incurante di quanto avveniva alle sue ali, proseguì decisamente innanzi.

La Div. Drin. I attaccò Bolikovci; la Dan. I, si diresse sul Rajak; fra le due avanzò la Mor. II. La Dan. II, non appena superato il Galic doveva puntare sul Suvobor.

L'attacco della Drin. I contro Bo] ikovci fa!B; un felice contratt1cco délla 1" Div. a.u. la respinse in disordine e minacciò il fianco della M or. II, la quale insieme con la Dan. I, aveva nuovamente sfondato il centro del XVI e proseguiva verso i suoi obiettivi.

La minaccia non distolse le colonne centrali della I A. dalla loro marcia verso il Prostruga ed il Rajac, che furono conquistati nelle prime ore del pomeriggio, mettendo in serio imbarazzo così i difensori di Bolikovci come quelli del Galic.

Tutta la fronte del XVI fu costretta a ripiegare, e con essa la 11: Div. del XV, la quale provvide a proteggere il .fianco destro del suo Corpo d'armata di cui l'avanzata della I A. serba minacciava anche le comunicazioni colla K ol ubara.

La 18" Div. a.u. all'estrema destra manteneva ancora contro il Corpo di Uzice; non potè però aiutare la 50,., ,d~l XVI, nè sul Galic nè sulle alture di Maljen. ·

Il Dist. Snjaric, ancor lontano, non faceva sentire la sua presenza. Anche il 5 dicembre fu giornata di nuovi successi per la I A. serba. Furono conquistati il Suvobor ed il Rajac cacciandone in disordine i difensori; e probabilmente l'armata del Misic, le cui truppe erano ormai infiammate dai successi e spinte dal comandante con 1inflessibile energia, avrebbe immediatamente proceduto sulle alture di Bacinovac se non fosse :stata fermata dal C . S., che vedeva molto indietro il Corpo di Uzice al quale non riusciya di infrangere la resistenza della 18a Div. e che non voleva. distaccare so verchiamente la I A . dalle altre, cui non era stato possibile una altrettanta celere avanzata.

L'INTERVENTO DELLA 5" ARMATA. -. Le tre giornate di battaglia erano state disastrose per il XVI a.u. La sconfitta si era andata sempre più tramutando in rotta; le condi,zioni fisiche e morali degli uomini peggioravano senza tregua; i servizi, per quanto la ferrovia funzionasse dal giorno 4 con una gi ttata giornaliera di 350 T. di materiale, non potevano essere riorganizzati per la celerità del ripiegamento; le munizioni mancavano 'ttle batterie e la difesa finiva per essere affidata al solo fuoco di fanteria.

Tutto lasciava dubitare clhe si potesse, sia pure retroced'endo gradatamente, conservare quel tanto di efficienza necessario per dar tempo di svolgersi al progettato att acco della sa A. in guisa che i Serbi ne sentissero seriamente l a minaccia verso Arangjelovac e Topola.

Già .da l giorno 4 la comparsa verso il D anubio del raggruppamento di cavalleria a.u. e del distaccamento della 6o.. Div. aveva richiamato da quella •parte l'attenzione del C, S. serbo.

·M ai non era, ancora una diversione che potesse gravemente impensie ri re .

L'attacco .della 5~ A. si fece attendere sino al 6 dicembre. Nè si comprende per quale ragione siano stati necessari ben tre giorni al Corpo misto del Krauss per iniziare le operazioni, mentre cos1 gravi erano le condizioni del XVI e mentre anche la fronte del XV, che pure era riuscita a mantenersi meglio contro la III A. serba, mjnacciava di crollare da un momento all'altro.

L 'attaccd <lel 6 dicembre fu compiuto dalla 5.. A. con molta mollezza.

L'VIII Corpo, già impegnato contro la destra della II A. serba e che ayeva sino dal 4 dicembre contrattaccato in direzione di Sibnica, continuò nella .sua azione; senza 1p,e rò ottenere alcun successo.

Il Corpo misto agì a cayallo della ferrovia : « le truppe ~ . - riferisce la R. A.. erano stanchissime, l a 29.. Div . non potè dare che una sezione di artiglieria a ciascuna delle sue brigate, poichè gli altri 36 pezzi dovevano attendere il rifornimento delle munizioni » .

La resistenza di un elemento avanzato serbo nella zona di Uncari rallentò ancora l'attacco della 29a Div. la quale temeva per il fianco sini;stro. · w 6.. ARMATA RESPINTA AD OCCIDENTE DELLA KoLUBARA . - Il precipi toso arretramento del XVI Corpo si era intanto r iperc~so sul XV e sulla 18.. D iv .

In tali condizioni, dice la relazione del comandante della divisione, « non è da stupirsi se lo sp irito offensivo sino allora vivace delle truppe della 29"' parve paralizzarsi, e se la divisione non fece alcun progresso » .

Nè su a ltre parti del fronte d'attacco della 5.. A. furono conseguiti successi; per quanto andhe le condizioni d'ei Serbi non apparissero in quella zo na molto felic i neppure ai loro comandanti, giacchè l!D telegramma del generale Stepanovic al C. S. serbo, intercettato dagli Austro-ungarici, affermava che u na ulteriore resistenza davanti ad Arangjelovac gli appariva molto difficile.

Il XV era stato costret to ad arretrare il centro e la destra per guardarsi da una eventuale manovra di elementi della I A. serba sul suo fianco.

La 18" D iv . era s.tata richi amata indietro, fino dalla sera del 5, dal generale Potiorek. La div is i one non solo era riuscita ad infrangere gli attacchi d ell a Surn. II e del Dist. Liro., ma con felici contrattacchi ne aveva disordinato i reggimenti .

Il 6 dicembre la resistenza che il X VI Corpo aveva tentato di imbastire sulle alture di Bacinovac era ·stata rapidamente infranta dall a I A,; gli Austr o-u ngari ci furono cacciati in fuga yerso la K olubara. Non ostante l'ordine del Putnik di non spingersi eccessivamente avanti, il clhe sarebbe stato di g r ande sollievo per il XVI a .u., la Div. Dan. I in:segu~ senza tr egua il nemico portand·0>i rapidamente sino sulle alture a sud di Mionica. Da qui le truppe ed i carreggi, ch e marciavano verso _il fiume già molto aggrovigliati ed in disordine, poterono essere battuti dai Serbi con tale tiro di artiglieria da trasformare ben presto la ritirata del XVI in precipitosa rotta.

Il Potiorek ordinò a llora che il XV ed il XVI Corpo ripiegas,Bero sulla .sinistra della Kolqbara.

Il XIII era mantenuto nella zona di Lazarevac per facilitare l'attacco della saA., che doyeva prosegufre c;n la mas-sima energia.

Più tardi, nella stessa giornata del 6, il P otiore k ordinò che anche una divisione del XV f0>se lasciata ad oriente della Kolubara, perchè il XIII Corpo potesse più attivamente partecipare all'operazione della Sa A.

LA MANOVRA SERBA. - Intanto la minaccia contro la fronte nord aveva già preoccupato il C. S. serbo. Sino dalla notte sul 6 dicembre Ja Div. Tim. I era stata, tolta al l a II A. ed avviata a rinforzare la difes a di Belgrado.

La situazione palesatasi la sera del 6 dicembri con la grave rotta inflitta d'alla I A. serba al XVI a. u.; la p iù accentuata pressione sulla fronte nord specialmente in direzione di Varovnice e di Kosmaj; il ripiegamento delle forze nemiche anche davanti alla III A., e la stasi manifestatasi sulla fronte della II, indussero il Putnik a meglio coordin are l'azione delle tre armate e dei numerosi distaccamenti; così per sfruttare più a fondo i l successo dell'ala meridi on ale, come per assicurare la resist enza sulla fronte nord.

La I A. (1) mantenend0>i ad occidente del fium e T oplica, do.veva proseg11ire l'inseguimento dirigendosi isu Valjevo.

(r) R. S. - Ordine del C. S. n. 7757 del 7 dicembre .

Il Corpo di Uzice, che aveva ormai via libera, p'L111tare su Razana ed' Uzice.

La III A, avanzare sulla Kolubara a nord-est del torrente Toplica; con la sua divisione di destra, Drin. II, facilitare la resistenza dell'ala sinistra della II A .

Questa non dov eva , per il momento, muovere; sarebbe passata all'attacco quando avesse sentito la ripercussione dell'avanzata della III.

Dovevano pure resistere in posto, il Dist. di O~renovac e la difesa di Belgrado.

In sost an za inseguimento a fond'o sulla sinistra; m anovra centrale della III A. la qua le avanzand o e convergendo a destra avrebbe minacci a to1 l'ala interna delle truppe nemiclhe che agivano contro il fronte nord.

E' la manovra che logicamente scaturiya dalla situazione, che soltanto ora si chiariya agli occhi del Capo di S. M.

Non doveva però il Putnik, a malgrado delle brillanti operazioni della I A. essere ancora perfettamente sicuro di tutte le truppe.

E' sintomatico un suo telegramma del 7 dicembre al comandante della gendarmeria (n, 7764 op.): « La S. V . avvii a Kragujevac e metta al più presto a disposizione del C. S. da 400 a 500 caporali della gendarmeria ed energici gregari per i quadri dell1esercito operante >> .

Questo telegramma, messo in. rel azione con quello del 6 dicembre del generale Stepanovic, che prospettava la difficoltà di resistere a 1ungo, e con gli incidenti avvenuti sulla fronte del Dist. Lirn., dove alcuni reparti avevano intavolato trattative di resa con la 18.. Div . a.u. senza avere soverchiamente combattuto; mostra guaii preoccupazioni destasse ancora nel C. S. il morale delle truppe, risalito ad un elevato tono nella I A ., ma- tuttora in equilibrio instabile nelle altre.

La situazione in guerra, quando i fattori morali sono eccitati, nell'uno o nell'altro senso, è più che mai legata ad un .filo. All'un capo di esso è sempre il comandante, che può col suo prestigio, con l'opera fattiva, con l' energia fare rinyerdire il tronco anche quando ad altri appaia completamente secco o marcito.

I Serbi ebbero quest'uomo nel generale Misic, Gli Austro-unganc1 avrebbero vivamente desiderato di averne uno simile alla testa della Sa A.

Il 7 dicembre fu giornata di relativa calma per il XVI a. u.

La I A. serba, dhe aveva bisogno di rifornimenti non proseguì l'inseguimento e lasciò un certo respiro alle disordinate divisioni del generale Wunn, le quali poterono essere ritratte sulla sinistra della Kolubara e schierate fra Divc i e Va~evo. Qui fu necessario lottare contro l'ostilità degli abitanti.

La 18a Div . era giunta sul torrente Gradac a sud di Valjevo; aveva perduto il contatto con le truppe del Corpo di Uzice, il quale si era diretto verso Uzice-Bajina Basta, separandosi completamente d~lla I A . serba.

Fu anche questo vuoto sulla sinistra, dove il nemico aveva sin allora bene resistito mostrandosi in efficienza, insieme con la non chiara situazione della III A. sulla destra, ad indurre il generale Misic a sostare il 7 sulle alture a sud-ovest di Mionica, per non correre l'alea di guastare con soverchia audacia la serie di magnificj successi sino a quel momento conseguiti.

Ma il ripiegamento del XV a. u. oltre la Kolubara, rischiarò ben presto la situazione; ripiegamento anche esso penoso e disordinato pur da parte di truppe che avevano sin allora valofosamente combattuto. La 40a Div~ ebbe più delle altre, per il tiro delle artiglierie serbe, una ritirata assai movimentata che provocò il dissolvimento di non pochi reparti.

A sera de l 7 il XV Corpo era sulla sinistra della Kolubara, mantenendo una testa di ponte in corrispondeni;a di Slovac.

Il XIII rimase sulla destra, sclhierato a :sud di Lazarevac, collegandosi poco a nord di questa località, con I1VIII. Contro di esso convergevano la III A. serba e parte della II.

LA SITUAZIONE SULLA KoLUBARA. - La situazione del XV e del XVI Corpo diventava ogni rooroento più critica.

La forza dei reparti era diyentata insignificante; taluni battaglioni non -contavano più di 200 uomini. Impressionante il deperimento fisjco dei soldati; bassissimo il morale.

La ferrovia era riuscita ad accumulare a Valjevo una forte quantità .di derrate, ·muruzion i e materiali; il rendimento giornaliero da 350 era salito a circa 700 tonnellate; vi era la possibilità di rifornire e ristorare le tnJppe .

Ma col ripiegamento sulla sinistra della Kolubara la città era sotto il tiro delle artiglierie serbe, che ne rendevano discutibile il possesso. Da un momento all'altro poteva accendersi un combattimento, tanto più che la riconquista serba di Valjevo avrebbe rappresentato, oltre tutto, una . notizia sensazionale da lanciare al popolo serbo cd agli allea.ti. La popolazione traeva naturalmente profitto del momento per rendere penosa la vita delle truppe con continui atti di ostilità.

Riusciva perciò, in simili: condizioni, molto difficile la riorganizzazione dei servizi pur disponendo a Valjevo di qua.si tutto il necessano.

Sperò il Potiorek, per la sosta del 7 e per l'allontanamento del Corpo di Uzice che liberava la destra da una molesta pressione, di avere una qualche disponibilità di tempo; tanto più che la minaccia esercitata dal XIII Corpo sulla destra delle unirà serbe che avessero atattaccato la Kolubara gli fece ritenere che difficilmente l'avversario si sarebbe spinto oltre. Nel frattempo anclhe l'attacco della 5.. A . poteva sboccare in un successo.

Ordinò perciò al generale Frank di proseguire energicamente la operazione verso sud, specialmente col Corpo misto. Telegrafò al comandante del X III: « ,dalla resisten.za del XIII Corpo di pende il risultato finale ». Decise di mantenersi col XV e col XVI sulla Kolubara.

Dei d't1e Corpi di destra della 5.. A. soltanto tre divisioni, 18", 42" e 483, erano ancora in condizioni di opporre qualche resistenza; le altre erano larve dalle quali :sarebbe stato assurdo pretendere i l bendhè minimo sforzo.

Il comandante del XIII Corpo, anc!ie esso molto proyato, riteneva però che presto sarebbe stato costretto a ripiegare oltre la Kolqbara.

La 5" A., pur essendo « compenetrata del fatto che l a decisione sarebbe dipesa <l'a essa e avrebbe pertanto fatto tutto ciò che era umanamente possibile, ayeva le truppe così spossate da essere, pur senza combattere, appena in grado di marciare » (R. A.).

Anche la 5" A. versava in gravi diffìooltà per i rifornimenti . Materiali d'ogni genere erano affluiti in abbondanza a Semlino ed a Belgrado, ma non era stato po.ssibile ancora organizzare un serio servizio di rifornimento delle truppe sempre in marciai ed impegnate in combattimento. La maggior parte delle batterie aveva i cassoni vuoti.

Questo, troppo negativo, funzionamento dei servizi induce a meditare e ad apnire un·a parentesi.

Gravissime erano certamente le difficoltà fra le quali l'esercito dei Balcani si era -d ibattuto e si dibatteva.

In parte dovute alla regione stessa nella quale la l otta si svolgeva, che le aveva fatte duramente sentire andhe durante l'avanzata verso oriente; in parte all'ayvenuto capovolgimento della situazione, che aveva costretto la metà delle forze a ritirate frettolose sotto la pressione del nemico; in parte anche al cambiamento delle linee di .ifornimen to .

Ma, pur tenendo largo conto delle naturali difficoltà e di quelle non indifferenti cagionate dal nemico, la esageratamente tragica situazione in cui il difettoso funzionamento di tu~ti i servizi fece Jovare le armate del Potiorek, fa pensare anclhe a manchevolezze originarie di organizzazione ed a difetto di previsione.

Anzitutto le condizioni idi yiabilità e la mancanza di risorse della zona erano certamente note sino dal tempo di pace, quando fu lungamente sh1djato il primitivo piano, le cui operazioni sj svolgevano sullo stesso terreno; piano che doveva essere stato meditato ed approfondito nelle numerose esercitazioni in cui se ne erano esaminati i vari aspetti e non pochi particolari. Nè può pensarsi che i :servizi, che dovevano a chiunque apparire pieni di difficoltà fra la D rina e la Kolubara, siano stati trascurati. Il fatto però si è che la loro preparazione ed organizzazione si è mostrata incompleta e del tutto inade- guata alla profondità di avanzata che le operazioni doyevano raggiungere per avvicinarsi al successo completo.

Il cambiamento della linea di rifornimento era anche esso prevjsto da· lunga pezza; anzi la conquista della valle Kolubara era voluta appunto per dare alle armate una linea di rifornimento più sicura e più reddit izia. Il favorevole avvenimento dell'occupazione fa. cile ed immediata di Belgrado aveva poi reso più agevole il compito rendendo la 5" A. indipendente per i servizi dalla 6... Ed il funzionamento dei servizi, con centro di raccolta e di defluenza a Belgrado, per due soli Corpi d'armata non doveva riuscire soverchiamente difficile.

Invece non solo la 6" A. fu in grave crisi, perahè dovette attendere l'esercizio della ferrovia e perchè subito ca;tretta alla ritirata, ma altresì la 5.. . Questa, dopo aver occupato Belgrado il 30 novembre operò offensivamente sino al IO dicembre, giorno in cui cominciò ad essere premuta dal nemico; le ·sue operazioni non provocarono sensibili allontanamenti da Belgrado; eppure in più di dieci giorni non si trovò morlo di organizzare, neppure per ·essa, i servizi in guisa che rispondessero alla siruazione..

La ragione non può perciò essere cercata solo nelle difficoltà del terreno, nella deficienza della rete stradale, nel su5seguirsi ininterrotto di azioni tattiche; e, per la 6· A . , nel ripiegamento al quale fu c~tretta dal 4 dicembre in poi.

I servizi ·sono fatti per servire le truppe; anche, e aggiungerei specialmente, nei momenti più scabrosi. Se mancano al loro scopo proprio quando più se ne sente il bisogno, e mancano non per un momento ma per un periodo relativamente lungo di operazioni, Yi è certamente qualcosa che non va nella loro organizzazione. Forse troppo rigida, certamente inadeguata allo scopo che con le operazioni si cerca di conseguire.

Noi non abbiamo elementi per esaminare a fondo la organizzazione dei servizi nelle annate dei Balcani; nè quindi per discuterne il funzionamento. La R. A. non ne parla; mentre sono stati uno, e non ultimo, dei fattori dell'insuccesso.

Deduciamo le n~tre considerazioni dagli avvenimenti; i quali ci portano a concludere che l'organizzazione dei servizi non era sta- ta probabilmente curata in precedenza con quella meticolosità che essa esige. Non solo, ma durante le operazioni stesse i comandanti non dedicarono ai seryizi l'atten;iione che essi esigevano; fino al punto dbe questi si vendicarono duramente rendendo impossibili le prime.

A questa conclusione in,duce altresi ìl ricordo delle difficoltà in cui l'esercito austro-ungarico, pur vittorioso, si trovò nell'ottobre-novembre 1917; quando in zona ricca di risorse e .dove non face\,ano certo difetto le strade, ed ottime, il suo inseguimento fu notevolmente ritardato dalle gravi difficoltà dei rifornimenti.

Si dirà che ai primi c!i dicembre del 1914 non si poteva sospet· tare una così sollecitata ripresa dell'esercito serbo, dopo una ritirata profonda e disordinata, ed una tanto ardita e fulminea controffensiva.

Nè che nel 1917 l'esercito italiano riuscisse a compiere una così rapida ed abile manoyra di ripiegamento, da consentirgli di raccogliersi é riprendersi Sl! lontane posizioni.

Ma la guerra è fatta di imprevisti; che sono tanto più imprevedibili quanto più essa è di movimento, Se si è crganizzati solo per quanto si può preyedere, che ·è ben poco, sì è certamente male organizzati.

L'ABB ANDONO DI V ALJEvo. - La giornata àel 7 dicembre no~ vide grandi, combattimenti.

La I A. serba sostava e si raccoglieva per poi procedere contro Valjevo. La III eseguiva la conversione a destra sul terreno lasciatole libero dal XV a. u. e si accingeva ad attaccare il XIII nella zona di Lazarevac. La II, mentre preparava anche essa l'attacco del XIII con l'ala sinistra, Div. Mor. I, subiva sulla Div. Sum. I e sulla Div. Cav. un attacco dell'VIII Corpo a. u.; cui però la grande dispersione ddle forze, sclùerate su più che 20 km., non consentì <l,i infondere sufficiente energia; s icchè a nulla approdò.

Del pari nes:sun risultato conseguì l'attacco, appena abbozzato, della 1 Div. contro le ialtu,re di K o.smaj . Maggior fortuna ebbe la 29a

D iv. la quale riuscì a superare le posizioni avanzate serbe a cavallo della ferrovia e nella zona di Varovnice; non potè però procedere ol- tre perchè minacciata da oriente da nuclei del Dist. serbo di Branicevo, dhe il grosso della 6o" Div. non era ancora riusc ito a scacciare da Umcari .

La minacciosa ayanzata della 29,. Div. impensierì però il comandante della Difesa di Belgrado, generale Zivkovic, il quale spostò verso V arovnice la Div. Tim. I.

Soltanto il giorno 8 dicembre l 'a ttacco del Corpo misto acquistò maggiore consistenza. Furono respinti i Serbi da Umcari e conquistata Grocka sul Danu bio. La 29 a Div. giungeva a Vlaska e la i conqu istava l 'altura di Kosmaj.

Il C. S. serbo fu impression ato dalla vivacità che le azioni andavano assumendo sulla fronte nord e dai successi, per quanto alcuno fra essi fos·se del tutto temporaneo, g iacchè il Kosmaij fu riconquistato nella stessa giornata .

La Div. Mor. I fu tolta alla II A. ed ayviata a rinfor.zo della Difesa di Belgrado.

Questa sottrazione di forze all'armata del generale Stepanovic segnò la salvezza del XIII Corpo a. u.; il quale durante la giornata era stato seriamente impegnato, da sud, dalla Div. Drin. II, della III A,, e da oriente dalla Mor. I della II, mentre le altre due divisioni di questa armata erano alle prese con l 'VIII.

L 'attacco procedeva assai favorevolmente per i Serbi, ed il XIII stava per essere ributtato nella Kolubara. L'improvviso ritiro della Div. Mar. I, rapidamente compiuto mentre ferveva il combattimento, fece rallentare anche la pressione della Div. Drin. II. Potè così il XIII a. u. ripiegare senza molestia, durante l a notte, ad occidente della Kolubara.

Spariva cosi il perno d'appoggio per l'attacco della 5" A. Ormai il mantenimento della Kolubara, tanto desiderato dal Potiorek, diventava impossibile.

Il XIII Corpo aveva ceduto; l 'offensiva della 5a A. era riuscita, è vero, a sottrarre forze serbe dalle armate che fronteggiavano la Kolubara, ma non aveva ottenuto cosù rap jdi e profondi successi da cagionare un scrio alleggerimento della pressione nemica sull'ala meridionale.

Il XV Corpo sotto la spinta delle 1diyisioni serbe Mista e Tiro. II aveva già dovuto sgombrare la testa di ponte di Slovac.

Il XVI fu attaccato a V aljevo da tre divisioni della I A. le cui avanguardie passarono il fiume alle calcagna delle retroguardie a. u., a malgrado della tenace resistenza della 18a Div.

Anche il giorno 9 l'armata del generale Misic proseguì nell'attacco di Valjevo; superando alla fine la resistenza del XVI lo costrinse ad abbandonare la Kolubara ed a ripiegare con le tre divisioni su Kamenica e sulle alture di Fantina e di Blizonjski visovi.

IJ XV Corpo, dopo l'abbandono della testa di ponte 1d1 Slovac, oon era stato più molestato .

Il Putnik, sempre più preoccupato dall'andamento delle operazioni sulla fronte nord, dove si doveva evitare qualsiasi progresso del nemico per rendere c.ompleta e fruttifera la vittoria della I A., aveva tolto alla III A. due divisioni: la Drin. II, pa·ssata alla II A., e la Di v. mista avviata sulla fronte della difesa di Belgrado.

Il generale Jurisic Sturm rimase con la sola Tiro. II e non si ritenne in grado di attaccare il nemico oltre la Kolubara,

Ormai la situ.izione si .delineava molto chiaramente anche agli occhi del C. S. serbo.

Nella ~ona di Valjevo le forze a. u. non erano più in grado di resister e all'avanzata della: I A., la quale era ormai sufficiente da sola per proseguire nell'inseguimento.

· Le maggiori forze serbe dovevano essere volte a nord dove era necessario non solo fare argine alla pressione della 5" A. ma contrattacc are e riconquistare Belgrado. Così il successo sarebbe stato completo.

Forse una spinta innanzi della II A., nel woto creatosi fra XIII, il quale ripiegando aveva poggiato verso nord , e XV a. u. avrebbe pot-qt,o avere per conseguenza la completa dissoluzione di quest'ultimo e del XVI; ,dopo di che si sarebbe potuto saldare il conto con la sa A. nemica, di fronte alla quale le truppe jo posto resistevano con grande energia~

Era in verità una manovra alquanto ardita, alla quale pare pro- pendessero i generali Misic e Jurisic Sturm; non si può però far torto al C . S. serbo se, raggi1.Jllta una situazi,one talmente favorevole dhe Pochi giorni prima poteva apparire un sogno, si sia attenuto ad una linea di condotta più prudente ma più sicura.

)Certamente le preoccupazioni .del Putni.k per il fronte settentrionale ed i provvedimenti presi per rinforzarlo permisero al XV Corpo di ritirars i indisturbato cd'alla Kolubara, perchè la I A . serba si rivolse esclusivamente sul XVI le cui scarne brigate dovettero sostenere nuove e dure lotte nel ripiegare da Valjeyo sulle posizioni di K amenica e Fantina.

RIPIEGAMENTO DELLA 6" ARMATA A NORD DI SABAC.. La situazione era però ormai tale che anche un notevole progresso della 5.. A. non poteva alleviarla; i due Corpi della 6.. A. dovevano sollecitamente essere sottratti al nemico ·per evitarne la completa distruzione.

Il 9 dicembre il fzm , Potiorek decise .una ritirata più profonda per il XVI dirigendolo su Draginje , mentre il XV doveva portarsi a Banjani.

La 5• A . ebbe ordine di sospendere ogni offensiva e di schierarsi in guisa da mantenere un'ampia testa: di ponte a sud della Saya, fra Obrenovac e Belgrado, compresi. Passò ,di nuovo a farne parte il Xli i Corpo, il quale potè ripiegare ·su Lisopolje, a sud di Obrenovac, senza essere molestato dal nemico.

,/ La 6" A. era, ridotta a 18.000 uomini; la 5.. poteva ancora contare su 44.000.

Le forze balcaniche all'inizio dell a seconda battaglia della Drina, i l 24 ottobre 1914, contavano 210.000 fucili; le perdite erano 'St;ate, sino al 9 dicembre, di 140,000 ua:nini.

Il Potiorek si illudeva però di potersi mantenere con la 6.. A . a sud d'ella Sava; n on aveva ancora valutato l'entità della sconfitta subita.

Lo stato dei reparti, che più nulla avevano di organico; la mancanza di ar6glierie, in gran parte cadute in mano al nemico, le deplorevoli condizioni fisiche e morali de g li uomini, lo convinsero però ben presto che non era neppure possibile tentare un difesa sulla de- stra della Saya; ordinò aHora che l' i ntera armata, per Sabac, ripassasse in Sirmia.

« La ritirata di entrambi i Corpi d'armata narra la R. A.per strade e piste che il tempo ·sfavorevole aveva nuovamente ridotte in cleploreyoli cond~zioni, con vettovagliamento del tutto insuffìcien,te, esaurì le loro ultime energie. Colonne carreggio, trascinantisi penosamente, ingombravano le direttrici di marcia seminate di soldati giacenti a, terra .esausti e eh cavalli moribondi » . ,>

E' il solito quadro delle ritirate dopo una grave :sconfitta sul campo di battaglia; la 6., A. a... u. lo prasentava ora essa stessa, dopo avere poche settimane prima goduto di uno spettacolo del tutto simile offertale dall'esercito serbo.

La I A. serba seguì gli Austro-ungarici alle calcagna, rendendo sempre più penose le conld1zioni ,del XVI Corpo; però i grossi dell'armata del Potiorek riuscirono a guadagnare spazio ed il 12 dicembre passarono la Sava a Sabac ed a Mitrov ica, dove le avanguardie dlel Misic giunsero soltanto il giorno successivo.

W 5a ARMATA COSTRETIA AD ABBANDONARE BELGRADO (1).. La , .. A . dopo a,yer combattuto tutta la giornata del 9, :specialmente con la 29" D iv. nella zona ,di Varovnice, cominciò adJ arretrare nella notte sul 10. Il ripiegamento sorprese i Serbi, i quali -attendevano che l 'attacco si rinnovasse il giorno successivo; all'alba del 10 non trovarono invece più tracce del nemico davanti a loro .

Nella giornata del 10 l'armata si schierò sulla linea MastineKrajkoya-Lipa corso della Beljanica. Il XIll Corpo era ancora a L isopolje sulla sinistra della K olubara.

Ma, lo stesso giorno IO, il P otiorek rinunziò al mantenimento di una testa di ponte così yasta e decise di aboondonare Obrenovac. La 5" A . mantenne la fronte Mastine-Ralja col Corpo misto e ripiegò all'altezza di Melj ok l'VIII ed il XIII.

Qui l'armata avrebbe dovuto sostenersi per tre settimane; tempo che il Potiorek riteneva sufficiente per ricostituire la 6a A. e ripas- sare all'offensiva per dare il colpo decisiv-0 all'esercito serbo, che era ritenuto in condizioni tali da non potere ·resistere ad un nuovo attacco portato con truppe frescheL

(r) Schi zzo- n. 13.

Si sarebbe così evitata l a riper dita di Belgrado riducendo alquanto la crudezza del colpo ricevuto dall'impero d.anubiano.

Ma neppure questa previsione era destinata ad awerarsi.

Ormai l'esercito serbo era l anciato. L'elevatisimo morale, la disponibilità di repar ti relativamente fresohi coq:ie quelli d'ella difesa di Belgrado e del Dist. Branicevo; il parziale rinsanguamen to di tu tte le divisioni, lo mettevano in grado di proseguire le operazioni sino a completa libera zione del suolo serbo dallo straniero e sino alla riconq uista della capitale, che avrebbe segnato il culmine del successo militare e politico.

Il 10 dicembre, non appena avuta sicura contezza -del ripiegamento austro-ungariw anclhe ·sulla fronte settentrionale, il C . S. serbo emanò i ·nuovi ordini.

Le informazioni davano: il XV e XVI Corpo ripieganti in Bosnia per Rogacica, Bajina Basta e L oznica; il XIII a traverso Ub e Koceljevo su Sabac. Della 5a A. il C. S. serbo supponeva tendesse a sdùerarsi su posizioni che le consentissero la difesa di Belgrado.

Il Corpo di Uzic e fu avviato nuovamente a Bajina Basta, Rogacic a e Mokra Gora per provvedere alla sicurezza delle ccmunicazioni da queste località a Valjevo e ad Uzice.

La I AL doveva arrestarsi col grosso a ValjeYo; ·_proseguire l'inseguimento verso LO',mica con semplici distaccamenti, e garan-ire dalle minacce da occidente il fianco ed il tergo del grosso dell'ese rcito operante su Belgrado.

Il Dist. Branicevo resta ya nella zona di Sernendria per guardare il fianco destro.

Tutte 1e rimanenti forze, riordinate perchè i numerosi mov imenti di divisioni degli ultimi giorni avevano creato confusione di dipendenze, erano destinate ad, operare yerso Belgrado.

La III A. - divi·sioni Mista, Drin. II, Tim. II, Cav . - si dirigeva a nord mantenendosi ad occidente deUa direttrice Stepojevac- wnfr~é/os(e a.p ne ri1temb rt 'f9U+ aw froL1,r,g~r1c,

Melj ak; la Div. Tim. II era destinata all'occupazione di Obrenovac e ad assicurare il collegamento con la I A.

La II A. - divisioni Tim. I , Sum. I e Disti. Obrenovac - su Belgrado fra la strada ora detta e la ferrovia.

La difesa di Belgrado, rinforzata dalla Div. Mor. I e da alcuni reggimenti autonomi, seguiva la grande rotabile di Belgra,do e vigilava la zona ad oriente (I).

Questo ragguardevole nucleo di forze concentrate dal Putnik rulla fronte settentrionale fece precipitare la situazione della 5" A., alla quale la ~elcre avanzata del nemico non lasciò tempo per sistemarsi convenientemente a difesa sulle nuove posizioni.

All'VI II Corpo era stato possibile ripiegare indisturbato da Sibnica-Valnjak sino alla Beljanica, non gli riuscì però di compiere altrettanto bene l'ulteriore ripiegamento sulla linea di Meljak.

Attaccato il giorno II dicembre dalle ali interne della II e della III A. serbe, rimase strettamente avvinghiato già sulla Beljanica; l'ulteriore ripiegamento fu compiuto dopo che alcuni rep~irti erano già stati battuti in singoli combattimenti e sempre sotto la h1cessante e violenta pressione del nemico.

La 9a Div . fu costretta, il 12, a rompere di pieno giorno un combattimento già iniziato ed eseguì una ritirata poco ordinata e molto movimentata; nè in condizioni molto migliori si trovò la 2ra Sch. per quanto il suo movimento fosse meno ampio.

Il XIII Corpo invece, che era già fuori dì ogni contatto, potè facilmente da Liposolje per Obrenovac , r ipassare senza molestia la KO: lubara ed arrivare nella zona di Dubovo b.

C~ì l'VIII Corpo non fu in grado di tenere sulla nuova linea; un attacco del 12 dicembre, condotto a cavallo della ferrovia dalle divisioni serbe Mor. I e T im. I, sfondò a Parcani la 21" Div. Sch., la quale era rid otta a circa 2000 fucili.

La situazione si fece subito grave, non ~tante gli .attacchi serbi fossero stati tutti respinti -sulla fronte del Corpo misto del Krauss.

Il comandante della 5a A . ordinò a sera del 12 un nuovo np1egamento sopra una linea più breve : il XIII Corpo fra Ostruznica e Sremcica; l'VIII da Sremcica per Petrov alla ferrovia; il Corpo misto sulle alture di Avala e dietro il corso del torren te Bolecica sino al Danybio.

I Serbi erano però ormai decisi a non lasciare la preda prima di avere rimesso piede in Belgrado.

Il giorno 13, mentre il Corpo misto si accingeva ad iniziare la nuova ritirata, un nuovo attacco della D iv . Mor. I ne sfondava la fronte a Lipa.

I colpi di maglio picchiati or qua or là sui vari elementi della 5a A.; i ripiegamenti sotto la implacabile pressione d~! nemico completarono l'esaurimento dell'armata del generale Frank. Questi aveva ancora in condizioni tollerabili. il XIII Corpo, che da qualche giorno non aveva più combattuto, e la 29a Div.. Le altre unità molto vicine allo sfacelo per la ·stanchezza delle truppe ed il negativo funzionamento dei servizi. Le artiglierie sempre senza munizioni, tanto che numerose batterie erano state costrette all'assoluta inoperosità durante i combattmenti.

Non era possibile una ulteriore resistenza a sud della Sava, senza correre il rischio di una ben più grave sconfitta, che di fronte alle soverchianti forze serbe non sarebbe certamente mancata ove sì fosse persistito nell'idea dii conservare Belgrado.

Il matti.no del 14 dicembre il generale Frank predispose di sua iniziativa la ritirata per la sera dello stesso giorno a nord della Sava.

Il Potiorek approvò; tanto più cihe era intervenuto anche il v. Conrad telegrafando la sera del _13: « Per eyitaTe una ccmpleta impotenza sul teatro di guerra meridionale, è necessario evitare ass olutamente una sconfitta della 5a armaita » .

Il mattino del 15 dicembre Belgrado era sgombra dagli Austroungarici.

La 5"' A. si raccolse a .nor<l' della Sava fra Rama (XIII), Alt, Pu zna (Corpo misto) e Petervardein (VIII); la 6"' aveva il XV a nord di Mitrovica ed il XVI alla confluenza Drina-Sava (schizzo n. 14).

,IJ,slo,a.i.,one delle frlA.,p.P,-;f!:..

- - 5e rb, e rnonléne'5"'n'

Truppe di landsturm yigilayan:o Sava e Danubio; la Bosnia era affidata ai presidi delle fortezze ed al gruppo del fmt Snjaric.

L'esercito serbo ayeva ottenuto la più completa vittoria. L'inseguimento si arrestò sulla linea di confine; nè poteva, questa volta, essere diversamente, date le condlizion.i degli uomini e dei reparti i quali avevano reso assai più di quanto si potesse sperare.

La II A. rimase fra Belgrado e Semendria; la III a sud di Obrenovac; la I a Valjevo. Ciascooa vigilava un settore di confine, mentre il Corpo di Uzice ed i yari d~staccamenti ayevano ripreso le antiche funzioni di copertura.

22.000 morti; 91.000 feriti e 19.000 prigionjeri era costata ai Serbi la lotta dalla Drina ad Arangjelovac, e da qui alla Sava.

Ben più gravi le perdite austro-ungariche : dall'inizio della guerra all'evacua;iione della Serbia le armate d<:l Potiorek avevano contato 28.000 morti; 122.000 feriti e 76,000 dispersi e prigionieri (r); aggiungendovi circa 47.000 ammalati, il totale delle perdite austroungariche ammonta a 273Loo uomini.

Dall'inizio della guerra a metà dicembre il numero di uomini mandati dal 'P:aese al fronte meridionale, comprese le forze iniziali delle armate 5" e 6.. e tutti i successivi rinforzi e complementi, ammonta a ben 12.000 wfficia1i e 450.000 ~ilitari di truppa.

Questo enorme impiego di energia, per uno scopo del tutto secondario mentre altrove ferveva la lotta veramente decisiva, era giustificato?

Gli avvenimenti danno una risposta molto chiara; non però esaur iente, giacchè anche se la lotta contro i Serbi si fosse conclusa con la più schiacciante vittoria delle armate dei Balcani, essa a nulla avrebbe servito, per lo scopo politico d:ella guerra, se nel frattempo l'esercito austro-ungarico fosse stato diecisamente battuto sulla fronte russa.

(r) La R. S. afferma, di avere catturato circa 40.000 prigionieri. Quindi il numero dei morti .aumenterebbe di 34.000 unità.

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