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LA PUNTATA SERBO-MONTENEGRINA IN BOSNIA

L'AVANZATA DEL CoRPo DI Uz1cE ARRESTATA A RoGATICA. - La sottrazione di forze al Corpo di Uzice, a benefizio della III A., aveva costretto jl generale Bozanovic a troncare la languida offensiva verso Sarajevo. Sino alla metà di settembre, quando già ferveva la battaglia sulla Drina, l'attività dei Serbi e Mmtenegrini in Bosnia ed Erzegovina si limitò a modeste irruzioni con bande di cetnici e di irregolari; le quali però per l'audaoia con cui erano condotte finirono con l'essere n oo. poco moleste ai presidi austro-ungarici e resero precario il funzionamento db servizi della 6a A.

Le truppe lasciate dal Potiorek nella zona , 3.. ed 8a brig. mont., 9n brig. lst., ed i presidi delle fortezze ebbero il loro d a fare per opporsi ad una guerriglia insidi cx;a e mobilissima, contro la quale però, più che le truppe regolari, valevano i nuclei d5.. go.ndarmi e di volontari appositamente organizzati a tale scopo dal governatore della Bosnia-Erzegovina (1). Le truppe regolari, dall'una e dall'altra lY.lrte, costituivano la base del lavoro .delle bande. Era perciò necessario distruggere le basi se si voleva, da parte serba, s,pingere l'azione dei cetnici più a fondo e, da parte austriaca, vietare le insistenti e spesso gravi molestie alle linee di rifornimento; le quali, già di per se stesse, non erano dì eccessivo rendimento. La linea ferroviaria di Olovo, arteria vitale del XVI Corpo, fu non di rado raggiunta ed interrotta dalle baindc serbe.

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(r) Questi nuclei variamente wstiruiti erano chiamati e< Streifabtcilungen » . tradotto dai Serbi in « Strafuni »; agivano con gli stessi sistemi, molto spicci ed un po' brigantesc hi, delle bande irregolar i serbe.

Le forze a. u. rimaste in Bosnia ed Erzegovina non avevano, da sole, possibilità di attaccare il Corpo di Uzicc cd i Montenegrini; anzi la loro debolezza si mostrò palesemente tale da invogliare il comandante del Corpo <li Uzice a riprendere l'interrotta avanzata, tanto più cht: il Potiorek non avrebbe pqtuto rinforzarle se non a scaipito dei Corpi impegnati sulla Orin a; cooipromcttendo quindi il buon esito ddle operazioni in corso.

Una puntata sul tergo ,della 6" A . avrebbe perciò potuto essere di grande rendimento per alleggerire la pressione sulla III A. serba e facilitare l'azione della I.

L'avanzata allettava inoltre in modo particolare i Montenegrini, i quali speravano che un'affermazione in Bosnia ed in Erzegovina finisse per costituire un fatto compiuto lasciando nelle loro roani un pegno all'atto della pace. In quel momento le sconfitte subìte dagli Austriaci sulla fronte orientale e la vittoria franco-inglese della Marna facevano intravedere non lontana la cessazione delle ostilità.

Il C. S. serbo aveva lasciato libero il generale Bozanovic di operare offensivamente o meno; egli, se la situazione si fosse presentata favorevole per indebolimento delle forze a . u. in Bosnia, poteva spingersi su Vlasenica.

11 13 settembre parve giunto il memento opportuno: la 6" A. era fortemente impegnata e le forze austro-ungariche sull'alta Orina, a monte di Bajina Basta mostravano ogni giorno più la loro debolezza .

Il Corpo d,i Uzice iniziò senz'altro l'avanzata insieme con i Montenegrini. La brigata Uzice IDOS'SC da Bajina Basta; la Div. Sum. II ed il distaccamento del Liro dalla fronte Staribrod-Usti praca; il Gruppo mo~tencgrino del Sangiacato da Gorazde e Foca (r).

Obbiettivo ccx.nune: le retrovie della 6" A. austro-ungarica; particolare la ferrovia di Olovo.

Avrebbe dovuto trattarsi di un colpo rapido e deciso; questo era, almeno, nello spirito ddl 'operazione.

L'avanzata fu invece lontissima: per difetto di organizzazione e di attrezzatura e per mancanza di coordinamento nelle ope razi oni dei Serbi con quelle de i Monten egrini.

Nè gli un i ,nè gli altri avevano mezzi e servizi atti ad operazioni d1i largo respiro e, per di più, a ttrav erso un fiume non gu adabile e attrave rs o un terreno montano, boscoso, diffic ile e privo di rotabili ve re e proprie. Inoltre i M ontenegrini ,non aveyano voluto acce t tan; il com an do serb o e le relnioni fra il C orpo di U zice ed il Gruppo del Sangiacato si svo lgevano attraverso il delegato serbo al quartier generale montenegrino. Con quale gua:dag'lo di t empo e chiarezza di direttive è facile immagina re.

Non esisteva materiale da ponte; e per prima cosa si doveva passare la Dri na. In qualdhe punto, poichè il nemico era asse nte, si arrivò a traghettarla su piccole zat t ere costruite sul posto, ton.ute a ga ll a da botti vuote, e ch e portavano due uomini per volta!

« Si capisce - dice la R. S. - c001e i competenti abbiano preso all a leg ge ra la sol uzione di 1Jil problema così frnip ortante quale il forzamento della Or ina, non curarr<losi di assicurare a lle truppe, prevcntivameote, i ma teria l i indispensabili » .

D ifettavano i mez~i di trasporto e specialmente ]e sa lmerie, indispe nsab ili in un terr eno dove le strade costi tu iv a no un'eccezione. Le truppe serbe dovevano vivere, in gr:in parte, s ull e risorse loc ali; il c he era possibile in casa propria, ma diventava m olto dif ficile in Bosni a.

Il passaggio dell a Or ina fu ultimato fra il 15 ed il 16 se ttembre; il gi orno successivo un distacoamento della brig. Uzice raggiungev a Osma cc e puntava su Sreb renica; la Div. Sum. Il ed il di s tac camonto del Lim a rriv avano a Roga tica, <love si affacci avano pure elementi m onteneg rini provenienti da Gorazde e F oca (r) .

Gli Austr o- ungari ci di fronte a lle forze soverchianti ripiegar ono, riunendosi fra Sarajevo e Vl asenica, dove all 'inizio si trov:irono 1'8·

(1) La presa di Rogatica fu ragion<: di contrasto fra Serbi e Montenegrini, per la priorità dell'occupazione e per stabilire da chi la lOG1 li tà dovesse essere ten uta. Vi rimasero i Serbi. Altri dissid i nacquero più tardi perchè le pattuglie montenegrine operava.no anche davanti al fro nt e serbo, con la conseguenza di brig. cnont. e la 9.. 1st.; ivi dovevano raggiungerle rinforzi che si stavano orgain.ìzzando a Tuzla e la 3• brig. mont. la quale, lasciato un distaccamento di fronte al gruppo montenegrino dell'Erzegovina, tentava di ripiegare per Kalinovik su Sarajevo. Queste truppe dovevano, manovrando e contrattaccain.do, difendere la rotabile Sarajevo-Vlasenica-Zvornik alla quale facevano caipo le linee di rifornimento della 6.. A .. Verso Srebrenica si 1dovevano tenere i Serbi quanto più possibile ad:cJ.ossati alla Driina, in attesa di poterli ricacciare al di là.

Il Potiorek, non ostante la gravità della minaccia, non voleva togliere forze alle due armate, le quali stavano sostenendo fieri combattimenti; specialmente la 6\ che sullo Jagodnje era violentemente contrattacata dalla I serba. R iusd a non toglierne, sino a quando la situazione non raggitllilSe fra il Gucevo e lo Jag odnje la fase di equilibrio, lunghe discussioni e perdita cli tempo di fronte al nemico. Ne erano fonte principale le comun i aspirazioni territoriali, che dovevano portare I.e cose a tal punto da indurre i Serbi a fomentare la rivolta in alcuni battaglioni montenegrini , pur cli levarsi da torno un i nromo do concorrente; che però in quei momenti rappresentava un prezi oso aiuto sul campo di battaglia.

Fq aiutato d~llo stesso C. S. serbo il quale, il _16 settembre, ordinò che il Corpo di Uzice si arrestasse a Rogatica e quello montenegrino del Sangiacato al bivio Gorazde-Sarajevo e Gorazde-Rogatica << .finchè la situazione nello scacchiere principale non fosse dhiarita ». . Ricognizioni dovevano essere compiute in direzione di Vlasenica e Sarajevo (ord. 3268 op. dél 16 settembre 1914; R. S.).

L a ragione strategica di un simile ordii:ie è del tutto. enigmatica, giacchè se un modo yi era per chiarire sollecitamente la situazione era appl!nto quello di puntare con decisione, col Corpo di Uzice, su Vlasenica facilitando il compito della I A. che proprio in quei giorni contrattaccava sul fianco destro la 6.. A. a . u.

Può forse trovarsene una ragjone politica nei dissidi serbo- montenegrini e nella volontà serba di delim itare anzitutto la sfera d'azione di questi ultimi in modo che noo. occupassero territori òveodicati dalla Serbia.

Erano quelli momenti in cui gli avvenimenti in Francia e sulla fronte austro-russa volgevano favorevolmente all'mtesa ed il goyerno serbo temeva di trovarsi, nell'eventualità di « scoppio» della pace, con territori cui esso aspirava in mano dei MontenegriniL

La situai,ione restò così in Bosnia stazionaria sino al 22 settembre; le ricognizioni, pur arditamente eseguite d~gli squadroni di cavalleria serbi a Gromili ed a Sok.olac verso Sarajevo erd, a Milici verso Vlasenica, lascilarono del tutto indifferente il comando delle forze balcaniche, come noo lo commosse l'occupazione di Srebrenica da parte di un nqcleo ·deHa brigata Uzice.

Il Potiorek potè non solo arginare l'offensiva della I A . serba sullo Jagodnje e mettere in critica condizione il nemico Ìill direzione di Krupanj, ma anche, dopo aver conseguito tale scopo, raccogliere truppe a nord di Vlasenica per far fronte al Corpo di Uzice.

TARDIVO ATTACCO DEI SERBI su VLASENICA. - Soltanto la sera del 22 settembre (ord. n. 3487) il Punoik per la gravità della situazione creatasi nel frattempo a Krupanj, si decise ad/ ordinare al generale Bozanovic di « sviluppare un'energica azione in direzione di Vlasenica, sul tergo dell'avversario »,

« Per il successo di questa operazione - egli dice. dovrete garentirvi il fianco sinistro e le spalle dalle provenienze di Sarajevo.

Impicg!herete per tale garanzia le forze che riterrete necessarie, e con tutto il resto marcerete in direzione di Rogatica-Zljebovi-Han Pjisak; cercherete di penetrare il più profondamonte possibile nelle retrovie del nemico e distruggere la linea ferroviaria della valle del fiume Kriva ja, che serve al nemico quale linea d!i comunicazione » .

Anche i Montenegrini del gruppo del Sangiacato dovevaoo concorrere alla sicurezza della sinistra e del tergo del Corpo di Uzice; con un ca:npito però limitato, sempre per la reciproca gelosia, mentre avrebbero potuto disimpegnare maggiori forze serbe; le quali, specialmente dopo aYer perdutò una settimana di tempo, non erano in numero esagerato per agire a fondo yerso Vlasenicia, dove ormai dovevano attendersi una forte e vivace reazione.

Il Potiorek era pressochè sicuro della resistenza sullo Jagodnj a e sul Gucevo; i Serbi della I e III A. erano sfiniti. Si poteva, su quella parte della frrote, assumere contegno nettamente dHensivo, anche per dare un qualche riposo alle trl.lìppe ,della 6• A., e ritdurne le forze per costituire un nucleo col quale sventare il nuovo perjcolo.

La Div. Sum... II, il distaccamento del Lim ed il Gmppo del Sangiacato progredirono lentamente, senza incautrare S0\1erchi ostacoli. Fra il 25 ed il 26 settembre .i Serbi erano fra Gromile e Vlasenica con elementi av.anzati nei pressi di Olovo : la linea di rifornimento del XVI Corpo era seriamente compromessa .

Il gruppo del Sangiacato si ·stendeva su enorme fronte con la sinistra quasi a Kalioo·vik e la destra fra Pale e Praca, sulla ferrovia Sarajevo-Usti:praca.

Le forze a. u. eralilO però tuttora scarse. La 3"' brig. mont., impegnata ad Avtovac d~l gruppo montenegrino dell'Erzegovina, non aveva potu·to trasferirsi a Sarajevo. L'8a brig. mont. fronteggiava a Srebrenica il distaccamento della brig. Uzice, che soltanto il 27 fu ricacciato inrdietro; ma rl!Ilforzato e spinto di nuovo innanzi dovette ancora essere affrontato e res pinto in disordine oltre la Drina, Le truppe serbe òi 3° bando si mostrarono « assolutamente non impiegabili per una qualsiasi seria azione » (R. S.).

Così soltanto il 30 settembre l '8"' brig. mont. potè riunirsi a Milici.

In sostanza il 26 settembre le forze del generale Bozanovic non avevano di fronte dhe l a 9a. brig. 1st.; non osarono però affrontarla con risolutezza temendo per la destra, a causa dei ripetuti insuccessi a Srebrenica; nè er ano del tutto sicuri dalla parte dei Montenegrini.

Il 29 le truppe del Bozanovic eintr aron o a Vlasenica, dopo combattimenti di non granide entità; vi catturarono molto mtlteriale, ma non ardirono spingersi verso nord per disturbare le forze nemiche che si stavalllo radunando.

Infatti a Vlasenica si avviava a rinforzo della 9a lst., la 13" brig. mont., già riserva d/cl XVI Corpo, mentre a Tuzla ci& a Kladanj si riunivano battaglioni e batterie, tolti dai vari punti della fronte ed un reggimento proveoiente da Trieste. A Milici 1 1 8• brig, mont. minacciava la destra della Div. Sum. II e già il 29 settembre le aveva dato molto da fare sul V ranji Kamen.

Di fronte a ques t o addensarsi di forze a. u. segnalate dall'attiva esplorazione degli squadroni, il comandante del Coripo di Uzice ordinò che la Div. Sum. II, ritnforzata da una brigata montenegrina, si trinceras.5e di fronte a Vlasenica sulle al ture d'cl V ronji Kamen; il distaccamento del Lim a nord di Gromili. I Montenegrini sulla Romanja Plani-na .

I PRODROMI OELLA RIPRESA AUSTRO-UNGAIUCA. - Le condizioni del Corpo di Vzice, d'i fronte al nemico che cominciava a mostrarsi minaccioso, non sembravano al comandante molto tra,nquillanti .

Scontava amaramente il lungo tempo perduto.

« La situazione, dice il generale Bozanovic nel suo rapporto del 4 ottobre, va facet..'1.dosi di giorno in giorno più grave per le truppe di questo esercito, che sono molto esauste ed occupano una grande fronte (qualche reggimento schierato su più di 10 km.) ed anche a causa del terreno estremamente sfavorevole essendo tutto coperto di bosco»..

In realtà però le truppe non erano state sino a quel momento soverchiamente impiegate nè avevano ccxnpiuto sforzi tali da doverle ritenere esauste, specialmente se si confronta quanto esse avevano concluso, e non. era molto, con le operazioni e le marce compiute da altre divisioni serbe ·sul rimanente teatro di operazioni; il terreno era, è vero boscoso, ma lo era andhe per gli avversari che non ayevano un maggiore allenamento a combattere [lei boschi.

Solo la situazione del Corpo di Uzice. - come si disse - non era invece buona; la minaccia alle retrovie della 6"' A. che avrebbe potuto essere effìcassima se compiuta al momento opportuno e con celerità, si traduceva, ora che gli Austro-ungarici erano liberi di agire a loro piacimento, ilil un pericolo di annientamento per lo stesso Corpo dì Uzicc, se fosse rimasto passivo sulle posizioni prescelte.

Il Putnik, che per le difficoltà della ccxnplessa situazione gener ale mostrava momenti di incertezza e cominciava a farsi trarre a ri- marchio dai ca:nandanti di armata, invece di decidlersi a:n un immediato ripiegamento o ad· 1Jln attacco fulmineo che avrebbe ancora potuto dare buoni risultati, almeno locali, lasciò il generale BCYlanovic libero idi arretrare, se avesse creduto con ciò d.i evitare una sconfitta, su ,posizioni migliori e più raccolte; rinforzò con truppe d.i 1 ° band o la brigata Uzice, la quale mandò oo nuovo distaccamento a Srebrenica.

Ma ormai le forze a. u. destinate alla controffensiva erano pronte e vicine; il 5 ottobre i Serbi furono atta ccati; resistettero con la consueta tenacia, ma finirono con l'essere ricacciati.

Il 10 ottobre il Corpo di Uzice arretrava sulla linea Kula-Senkovici-Paklinak-Vratai; i Montenegrini fra Pale e Kula con elementi avanzati sulla Romanja Plaaiina; la brigata Uzice ayeva dovuto ancora una volta abbandlonare Srebrenica ed era raccolta a Bajina Basta sulla destra della Drina (schizzo n. 9).

La lotta sostò per qualche tempo. Le forze raccolte dal Potiorek, se erano state sufficienti per allontanare la minaccia serba dalle linee di rifornimento della 6a A., non lo erano per liberare del tutto la Bosnia orientale e per cacciare Serbi e Montenegrini al di là d'ella Drina.

Fu necessario raggrupparle diversamente; dotarle di mezzi più potenti e rinforzarle con altre unità, che la relativa tranquillità sulla destra della Drina permetteva di far affluire.

La fronte del XV Corpo fu allargata sino alla Boranja PI.. comprend~rncl'ovi andhe la Ia Div .; sullo Jagodnje Pl. rimase una forte divisione (Diy. mista) su cinque brigate da montagna , agli ordini del generale Goiginger.

Fu cos.ì reso disponibile il comando del XVI Corpo, ru quale fu affidato il compito <lì liberare la Bosnia, assegnandogli la 18"' Div., ritirata dal fronte della Drina, e la 50a cl.i nuoya formazione; in tutto sette brigate da montagna e di landsturm. Vi era fra esse una brigata proveniente d~l Tirolo, scelta fra quelle costituite «:kil generale Rohr sulla fronte italiana, dove la stagione sfavorevole e la situazione politica facevano per il momento escludere l'apertura dì ostilità da parte dell'Italia. L a 3i. brig. mont. fu definitivamente richiamata da

Batkl.g/i;i di Roma n,a ?1

- .St/i,èramtnlò rJp1 Corpo d, l[:ua e ,Mqr 'lronfen. ·Sanfmlo •IOtJlf'l-"/J/4

Disloumone 8.,,iAJ i/lS ofrvbrl'

---+,- IJ,re!lrt'ti clal!iuo J,.U dal 18 o!l

_ --+ .D,;,rr,.,,,- d,r'/:eg,mun/Q de, serh, ( f17pnfem~r,n:

Avtovac, lascian:do un piccolo dlist1accamento di frante al gruppo montenegrino dell'Erzegovina, ed inviata a Sarajeyo iper far parte della 50"' Div.

Tutti i movimenti poterono essere compiuti senza molestia alcuna da parte serba.

Qui il generale Bozanovi c· (1) era stato sostitujto, n el comando del Corpo di Uzice, .<llal generale Aracic sino allora coman:d!ante della Div. Tim . Il. Sperò così il Putnik di dare una più vigorosa spinta alle operazioni del Corpo di Uzice.

Ma se il Bozanovic non si era m ostra to s.overchiamonte dinamico, occorre però riconoscere che il mei:zo a sua disposizione non era atto ad operazioni di grande stile. La sola Div. Surn. II era ben organizzata e composta di elementi combattivi; tutto il resto invece aveva .il più delle volte rappresentato un peso morto; specialmente .la brigata Uzice, i cu i r eparti, anche in mano a comandanti molto energici, mostrarono assoluta assenza di capacità combattiva, dileguandosi ·soventi al primo urto. Si aggiungano le difficoltà del terreno; l'imperfrtto fu111zionamento dei servizi; le difficili relazioni con i Montenegrini; ed infine, non ultima per importanza, la vacillante direzione çel lo stesso C. S. serbo il quale col suo volere e non volere, col frequente cambiamen to di compiti finì per .non far vedere troppo chiaro al generale Bozanovic qu ale fosse la sua missione.

Anche i l nuovo comandante constatò subito grayi difficoltà nella situ-a.iione, tatnto che il 12 ottobre, dopo avere riconosciuto posizioni e schieramento, telegrafava al C, S.: « ... mi sono convinto clhe }a posizione (<1lella Div. Sum. II) è molto estesa, circa 25 km.; il terreno montuoso molto frastagliato impervio e coperto di foreste vergini

(r) Il 6 ottobre il C. S. serbo aveva i ndirizzato al Bozanovic, che si era recato a Rogatica per conferire col generale Vukovic, com.andante del gruppo montenegrino del Sangiacato, un telegramma molto secco : « appena avrete preso i progettati aocordi col comandante dell'esercito del Sangiaaato, recatevi subito alle vost re truppe . La, vostra andata a Rogatica per i-1 solo scopo di collegamento è necessaria». Ferveva allora il combattimento a Vlasenica.

(sic). Per tal modo l'influenza idei capi più elevati sulle truppe non sì seote; anzi ogni truppa è abbandonata :a se stessa ».

Furono però spinti con grande alacrità i lavori di fortificazione; qualche ardita ricognizione serba provocò il 13 ed il 15 ottobre combattimenti a Vigova gora, ma senza alterare la situazione.

Intanto le condizioni climatiche ed atmosferiche diventavano di giorno in giorno più avverse; incessante la pioggia; spesso faceva ca · polino la neve. I movimenti sul terreno boscoso, senza strade e con piste ognora più impercorribili per il fango, erano quanto mai disagevoli.

I Serbi, assai meno bene organizzati ed attrezzati degli Austroungarici che disponevano di ottime brigate da montagna perfettamente ad·d1estrate e -provviste del necessarjo !per la guerra in montagna, ne soffriv~no in modo particolare.

La piena della Drina asportò i ponti serbi a Staribrod; qualcuno anche dietro al XVI Corpo a . u. Rimasero disponibili per l'intero Corpo di Uzice i due ponti, della ferrovia e della strada ordinaria, a Visegrad. I rifornimenti divennero ancora più ·dlifficili e non di rado le truppe serbe rimasero senza viveri, per quanto sotto l'impulso del generale Aracic fervessero i lavori per la sistemaziao.e dlelle str.ade .

A malgraido di tutto la Div. Sum. II ed i~ distaccamento del Liro finirono col fare acquistare alle posizioni su cui erano schierati u n t,d grado di solidità da resistere anche ad un potente urto. Fu resa particolarmente forte la 'Clestr,a della Div . Sum. II, collegandola con la brigata Uzice, così da farla penno della difesa e da permettere di manovrare, eventualmente, col resto delle forze .

Il flm . Wurm, comandante del XV a . u ., attaccò con la 50a Div. sul Romanja PL. e con la 18a dalla zona Grornile- H an Pjisak verso sud .

Il concetto originario, del Potiorek, era dli operare con l a 50"' Div. molto più .al la rgo, da Sarajevo per val Praca così da cadere a ll e spa ll e del Corpo di Uzice ed attanagliarl o fra le due djvisioni . Ev identemente la manovra a doppio avvolgimento era u na specie di ... chiodo ne ll a mente d·el comandante delle forze balcanidhe ! Vi rinunziò per guadagno di tempo, giacchè il terrem.o di val Pr aca non avrebbe consen tito celerità di mosse.

La 109" brig. 1st. rimase di fronte a Srebrenica; minori distaccamenti collegavano le due divisioni; i nuclei rimasti a Kalinovik e ad Avtovac dovevano, nello stesso tempo, impegnare 1 M ontenegrini che avevano davanti.

Tutti i preparativi per l a battaglia furono compiuti in piena traoqqillità. Così sulla Drina il grosso dell'esercito e specialmente l a I A., come sulla fronte del Corpo di Uzice, i Serbi, che pur dovevano intuire tali preparativi, si mostrarono incaipaci di ostacolarli. Nè basta ,a giustificare l'assoluta inazione la stanchezza delle truppe, giacchè stanchi dovevan o essere anche gli Austro-ungarici; o la insufficienza dei servizi .

Da tutto il complesso delle operazioni affidate al Corpo di Uzice si ha l'impressione dhe il C. S. serbo non abbia apprezzato al giusto valore il possibile risultato di una operaz ione energica ed a fondo lungo una direttrice così pericolosa per la 6· A . a . u .. Chè se la valutazione fosse stata esatta non si comprwderebbe nè la costituzione stessa del C orpo di Uzìce privo dei mezzi più elementari per operare offensivamente ed avente nel suo seno troppi reparti di terzo bando, nè la mancanza di impulso iniziale; ed infine tanto meno riuscirebbe comprens ibile l'assolut a inazione d urante i preparat ivi del Potiorek che durarono dal 10 al 18 ottobre.

La impressione è più viva se si approfondisce qualche particolare. Così il distaccamento più volte inyiato da Bajina Basta a Srebrenica e più volte battuto al primo contatto col 11J.em ico, non solo era ccmposto da truppe di 3° bando poco consistenti ed affatto combattive ma non aveva artiglierie da montagna; in una zona montuosa e dove le strade eraino un mito avrebbe dovuto trascinarsi dietro artiglierie di piccolo calibro... da posizione!

Lo stesso Putn ik mostrò poi, sino dall'inizio, di attribuire scarsa importanza all'operazione affidata al Corpo di Uzic e; sino dai primi di settembre, infatti, non appena manifestatosi l 'attiacco sulla Drina, esso fu per il primo depauperato di parte delle forze e la missione affidatagli fu tramutata in difensiva; mentre una puntata immediata decisa ed energica sarebbe stata in quel momento la migliore remora all'attacco della 6a A. austro-ungarica.

E lo stesso può .cJirsi dell'inconcepibile arresto, il 1.6 settembre, ,ia Rogatica: in attesa che ·si chiarisse la situazione sullo Jagodinje e sul Gucevol Quale migliofe momento di quello perchè il Corpo di Uzice operasse a fond!o? ·

La grande guerra è stata chi amata , dal generale tedesco Max ... Hoffmann, la guerra delle occasioni mancate. Questa fu forse una per i Serbi.

E' vero però che le occasioni mancate ·si riconoscono solo... ad avvenimenti conclusi.

LA BATTAGLIA DI RoMANJA PLANINA. - Il 18 ottobre, quando le truppe del fml. Wurm iniziarono l'attacco, la sorte del Corpo di Uzice era ormai segnata.

Lo stesso generale Aracìc aveva ben poca fiducia nelle possibilità di resistenza. Al C. S., dhe il gio1100 16 gli chiedeva se vi fosse possibilità di successo per una nuova offensiva su Vlasenica in cooperazione col •d istaccamento di Bajina Basta rinforzato dti eleme~ti attivi e da artiglieria da montagna , egli rispandeva:

- aver di fronte circa 31 battag lioni a . u., ai quali poteva contrapporne 22 serbi e 15 montenegrini; questi ultimi di non più di 500 uomini;

- essere possibile al nemico ricevere rililforzi; impossibile ai Serb.i.;

- sicuri fianchi e tergo del nemico; assai mal sicuri quelli delle sue truppe, ri:d1otte per di più ad avere un solo ponte sulla Drina e disperse su larga fronte; minacciati da Sarajevo e da Kalinovic.

Per conseguenza il generale Aracic non solo riteneva impossibile un'offensiva, ma « difficile mantenere le posizioni occupate in caso di attacco del nemico superiore in forze» (1):

Una via di uscita <lalla imbarazzainte situazione avrebbe potuto procurarla « un dista ccamento di dieci battaglioni, al ccroando di un eccellente comandante, il quale passando la Drina a Bajina Basta puntasse su Srebreoica; la Div. Surn. II avrebb e allora potuto procedere innanzi ed attaccare a sua volta, impiegando il distaccamento del Lim a protezione del fianco sinistro »L

(1) R. S. - R apporto del comandante del Corpo di Uzice al C. S. in data 17 ottobre 1914.

Manco a dirlo, il C. S. serbo, che non sapeva dove prendere i dicci battaglioni, rmunziò senz'altro all'offensiva ed ordinò al gen erale Aracic di resistere ad oltranza sulle p os izioni occupate.

La dbmanda del Putnik era in verità alquanto strana, giacchè la situazione generale doveva es.sere nota al C. S. meglio che al ccmaio.dante del Corpo di Uzice; nè gli potevano essere ignote le condizioni particolari di quel settore della fron te, d ove, al punto in cui eran o giuinte le cose, un'offensiva non aveva più alcuna ragione d'essere e dove sarebbe stato ormai più opportuno ritrarre le truppe sulla destra della Drina anzichè esporle adi un sicuro ed inutile insuccesso.

La battaglia si svolse sulla fronte dal Praca a Vratai ( T)

La 50a Div., diretta sul Romanja Pl., dbveva superarlo e tagliare la rotabile Kula-Viscgrad; si trovò di fronte i Montenegr.itni. Un distaccamento da Pale agiva contro la stes.sa Romanja PI.; un altro a Kalinovik osservava i Montenegrini -della Drina .

L a r8a Div, avanzò con la destra (8a brig. mont.) a cavallo della strada Han Pjisak-Sarajevo pure contro la Rcmanja Pl.; le altre d1.1e brigate (5• e rt) attaccarono da nord il distiaccamento del Lim e la Div. Surn. II in direzione di Senkovic, Paklinak e Vigova gora. L a 13• hrig. mont., che già nei gionni precedenti aveva combattuto a Vratai, fu diretta contro la destra della Div. Sucn. II.

La r6• brig. mont. in riserva ad Han Pijsak. Alcune di queste bri g ate erano di formazione; vario era il numero di battaglioni di ciascuna; talune costituite anche con elementi di landsturm, non giovani ma ottimi montanari e soldati, specialmente i nuclei provenienti dal Tirolo. Im t ota le 29 battaglioni, di qualità 'Superiore, ben addestrati ed inquadrati; provvisti adeguatarr,ente di artiglieria da montagna,

La battaglia durò sino al 21 ottobre. La Div. Sum. II resistette valorosame nte e conservò le posizioni siino all'ultimo; contrattaccò anzi e mise a mal partito le brigate a . u., tanto che il fml. W urm fu costretto a far avanzare il giorno 21 da Pijsak sul campo di battaglia la 16a brig. mont. ed a spostare verso Vlasenica la 4 • brig. mont., unica riserva rimasta alla i<livisione G oiginger sul Jagodnje.

A n che sulla fronte dd distaccamento del Lim, fra P aklinak e Senkovici, la resistenza serba fu aspra; però la 1811. Div. riuscì a conqu,istare le po.5izioni avanzate ed il 20 ottobre giungeva sul Paklanik, minacciandb di incunearsi fra il distaccamento stesso e la Div . Sum. II; forti contrattacdhi di questa, bon appoggiati !dall'artiglieria, la fermarono e la c05trinsero a resistere in posto.

La battaglia fu risolta dalla manovra della 50• Div .. Questa non trovò su l Rornanja Pl., pianoro facilmente difendibile che presenta salti di roccia da 200 a 500 m ., la resistenza che aveva preveduta. Il grosso mmtenegrino era schierato fra Senkovici, KuLa, Markovo brd e Praca dl; sbarrava anche la val Praca. Gruppi avanzati erano sul Romanja PI.

L' attività del distaccamento a. u. di Kalinovik verso Foca, alle basi cioè delle vie che conducevano alla Drina; il pericolo rappresentato dall'altro distaccamento di Pale per il fianco sinistro del Rornanja Pl. impressionarono soverchiamente il Comando montenegrino che temette di essere tagliato fuori. L'al tipiano fu sgombrato quasi senza combattere, e già il 19 la 50" Div. poteva occuparne il margine settentrionale con grande vantagg.io per la prosecuzione dell'attacco, che incontrò resistenza alquanto più sa lda. Il 20 ed il 21 si combattè però già sulle pendici meri,d ionali d'el Romanj a Pl.; i Montenegrini del generale Vukotic passarono anche al contrattacco, simultaneamente al distaccamento del Liro ed alla Div. Sum. II. Ma erano moralmente esauriti .

Il timore di essere separati dalla Drina divenne sempre più grave; Gales, l'ultima località ancora tenut a sulle falde sud occi-d-entali dell'atipiamo, e o'he sbarrava l'accesso alla val Praca, fu abbandlonata senza opposizione al distaccamento a. u. di Pale. La 50a Div. premendo energicamente arriyò a Mark ovo brd, ecJ. al comandante del

Gruppo montenegrino del Sangiacato non rimase che sanzionare il ri- piegamento dei suoi battaglioni, già spontaneamente avvenuto con so- verchia celerità, dirigendo i resti del gruppo sulle alture a nord di Gorazde.

La sinistra dello schieramento dlel Corpo di Uzice restava completamente scoperta; la stra'Cla Rogatic a-Visegra d era seriamente com- I premessa.

Nella stessa notte sul 22 ottobre il distaccamento del Lirn ripiegò abbandonando R ogatica . La D iv, Sum. II rimase sul Vigova gora; ma il giorno successivo anche la sua posizione divanne insostenibile così per la pressione frontale come, e più, per l'accentuarsi dlell'azi one nemica sulla destra. Qui la 13• brig. mont., rinforzata dalla r:serva del XVI Corpo ·d'arm a ta , agiva nella zona di Slap e minac- I ciava da nord la strada di Visegrad.

Il generale Aracic, che la sera del 21 aveva sperato di mante- I nersi ad oriente di Rogatica, specialmente perchè il C. S. voleva evi1 tare per ragioni politiche, l'abbandon o completo della riva occidentale della Drina, dovette il 22 wziare senz'altro il rip iegamento a I destra del fiume. Con le unità montenegrine coo:ipletamente a pezzi, i fianchi minacciati ambedue gravemente, le truppe decimate dalle I perdite non era possibile restare in Bosnia di fronte a forze preponderanti e vittoriose ( 1 ).

Il Putnik approvò; prescrisse che si rioccupassero le posizioni precedentemente rafforzate sulla destra della Drina, vigilando con particolare attenzione sulle provenienze da Staribrod. Il giorno successivo però tornò sul suo pensiero e volle dhe si mantenessero teste di ponte a Staribroò ed a Visegrad; poche ore dopo, sulla giornata del 23, ordinava che una grande ed unica testa di ponte, compron- dente la confluenza del Lim Visegrad e Staribrod, fosse mantenuta sulla sinistra della Drioa, mentre i Montenegrini avrebbero di nuovo fatto fronte per assicurare il possesso !ddla dorsale fra Praca e Drina. Nulla di tutto ciò potè es:sere fatto .

(1) La R. S. impu ta esclusivamente ai Montenegrini la sconfitta subìta; narra di interi battag lioni ammutinati i quali non solo si se.no ritirati dalla lotta. ma hanno addirittura presa la, vfa del Mon tenegro. Non vi è altra documentazione all'infuori della R. S. ed è quindi difficile un controllo. Certo si è che anche la R. A. parla di non soverchia resistenza dei Montenegrini. I Serbi pagavano però il fio della loro propaganda &a le file montenegrine, tendente a serbizzare i sudditi di Re Nicola, e che aveva fomentato l'indisciplina.

I Montenegrini, non ostante l'energico e personale mtervento del Re , non furono in gradb di adempiere al maJI1dato e non mossero da Gorazde e Foca.

Il Corpo !di Uzice contro il quale l'inseguimento nemico non era stato troppo vivace, riuscì ad imbastire la voluta testa di ponte, limitata però alla foce del Lim ed a Visegrad' giacchè a Staribrod mancava il ponte, Il 24 ottobre però fu raggiooto e di nuovo attaccato dagli Austro-1.mgarfri; questi ebbero facilmente ragione delle truppe del generale Aracic, il quale, dopo aver sublto nuove e gravi perdite, dovette il 25 ripassare la Drina . Su di essa si . arrestarono gli inseguitori.

Si chiudeva c05Ì con un forte deficit ,per i Serbi il bilancio dell'invasione della Bosnia, senza essere riusciti ad alleviare nel momento in cui più interessava la pressione austro-ungarica sulla I A .. L'operazione era 'SOlo servita a procurare al Po ti orek una facile vittoria tattica, conguistata con una manoyr a ben concepita e ben condotta.

Era però riuscito il Corpo di Uzice a ritardtare la marcia delle armate dei Balcani su Valjevo.

Senza però che il ritardo fosse di pratica utilità per i Serbi, i quali nel frattempo non avevano potuto, o saiputo, nè migliorare Jo schieramento delle armate, nè renderle più efficienti con i complementi, nè meglio rifornirle; anzi la crisi delle munizioni toccò in quel pe1iodo quasi il suo massimo.

Nè fu possibile · al Putnik costituirsi qualche riserva con cui far fronte ai probabili nuovi avvenimenti.

Servì forse il ritardo maggiormente al Potiorek il quale, facilitato dalla migliore organizzazione e da Ulna relativa abbondanza dei mezzi, portò nel frattempo tutte le divis ioni al più alto grado di efficienza e potè nelle migliori condizioni iniziare la seconda fase della battaglfa della Drina e la marcia su Valjevo.

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