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LA nIFFICILE SITUAZIONE LOGISTICA DEI DUE ESERCITI. - Vi fu

qualche altro mommto, verso il 24 settembre in cui il generale Stepan ovic ritenne assai mal sicu ra la situazione della sua armat:, nella battaglia su doppia fronte; ancora una volta accennò allora chiaramente alla opportunità di ripiegare sulle pendici sette ntr iooia li del Cer.

Difettavano le munizioni a tal punto che alcune batterie erano inoperose; pietose le condizioni del vestiario e dell'equipaggiamento; nè soltanto nella II A. L a crisi era stata però superata pcrchè ragioni simili ed altre, avevano notevolmente abbassata anche la potenzialità offensiva dell'esercito austro-ungarico.

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Anche per le armate del Poti orek la situazione dei rifornimeotj tra, se non tragica come presso i Serbi, almeno assai preoccupante; specie sulla D rina .

Le poche strade, strette e fangose, già non permettevano più ai carreggi di segl.lire le truppe.

Cominciavano a sca rseggiare le munizioni per artiglierie; l'esercito austro-ungarico aveva iniziato la guerra con una dotazione di colpi per pezzo inferiore a quella degli altri eserciti e già si trovava in difficoltà .

Mancavano nei Balcani artiglierie pesanti, indispensabili per i continui attacdhi di posizioni rafforzate.

Tutti i rifornimenti erano scarsi. Limitati per l'intero esercito della duplice monarchia, il Conrad li avviava prcferibilmonte sul fronte russo: j } prjncipale. Proteste quindi del Potiorek, specie per le munizioni, e contrasti violenti col Capo di S. M. Nacquero intromissioni di governo e della segrcleria militare dell'Imperatore; conseguenza finale una decisione dell 'Imperatore, al quale il fronte balcano stava molto a cuore, che rese quasi del hltto indipendente il Potiorek dal Conrad, per le operazioni e per i rifornimenti. Questi ultimi dal comando delle armate balcaniche potevano essere chiesti direttamente al Ministero della guerra. Finiva in tal guisa per essere tolta al Comando Supremo la manovra delle disponibilità, le quali, appunto perchè scarse, dovevano essere regolate secondo i reali bisogni e gli scopi della guerra sui vari fronti, che solo dal coman- dante in capo potevano essere perfettamemte compresi ed esattamente valutati.

Tutto il mondo è paese! Contrasti ~i capi fra loro, divergenze fra generali ed uomin i politici, difficoltà in coordinamento di operazioni e .di servizi in teatri lcntani e diversi sono stati all'ordine del giorno in tutti gli Stati belligeranti.

E non mancarono neppure in Serbia, a giudicare da alcune le ttere e telegrammi diretti dal Putnik al Ministro della guerra. Il 14 settembre (illi. 3u9 op.) egli scriveva : « Le truppe dell'esercito operante soffrono la massima penuria di vestiario, calzature e materiali r!i attendamento... Un rilevante numero di richiamati combatte col proprio vestito da contadino che è consumato; spesso con solo mU ·· tande e camicia .. . Vi sono reggimen ti che compiono marce forza:te a piedi mezzo nudi ed entrano in combattimento del tutto scalzi.

« L'opera del Ministero della guerra per rifomire l'esercito di vestiario e calzature non lha dato s,inora alcun risultato...

« .. .Trovo che con maggior energia e miglior metodo di lavoro si potrebbe ottenere, almeno, che i nostri soldati non vadano a piedi nudi » .

Ed il 22 settembre, mentre la battaglia infuriava su tutta la fronte, telegrafava: « Prego il signor ministro d i adoperare tutti i mezzi per rifornire le munizioni di artiglieria, avviandole subito qui, perchè il morale della fanteria non si inde bolisca e non :si rilassi del tutto ». Occorre dire che in queste condizioni il soldato serbo si è portato ,assai bene; e che i casi di debolezza, sono stati il più delle volte dovuti a ch i non sapeva, o non ,poteva, provved'ere ai bisogni più elementari delle unità e della battaglia.

Non v'ha dubbio che l'inferiore grado di civiltà delle popolazioni :serbe ed il basso ttmore :di vita cui esse, specie quelle del contado e >della montagn a, erano ayvezze, rendevano più facile soppor· tare le dure privazioni ed i grandi disagi.

- Si era intanto riaccesa la battaglia sulle alture di Gucevo e dello e sul Gucevo durava fatica a resistere alla pressione del XV a.u., mentre era minacciata dal XIII nella zona di Koviljaca.

Jagodnje e sì andava accentuam.do in Bosnia l'offensiva del Corpo di lhice e dei Montenegrini.

Andbe perciò il Potiorek .desiderava un'azione più energica da parte del Krauss, di cui ebbe a dire che faceva «, un lavoro buono, sì, ma molto circoopetto >) (r). Nè il suo apprezzamento è lontalilO d~l vero quarrdo :sì pensi che il compito affidato al Krauss esigeva appuhto un'avanzata particolarmente celere ed energica, tale da farne sentire gli effetti « a sud, di Zaulaka, guadagnare spazio al più presto p oss ibile e lanciare altresì la propria cayalleria » (R. A.) . Invece, dopo una settimana il Corpo misto era nelle stesse posizioni raggiunte il 17 settembre.

Gravi erano certo le difficoltà che vietavano al Krauss, generale avveduto ed energico, di imprimere alle operazioni il ritmo voluto dalla situazione; insite alcune nella organizzazione stessa del Corpo mista, incompleta come accade sempre per le grandi unità improvvisate, ma certameinte non insuperabili. Più gravi quelle create dalla rapida manovra con cui il C. S. oppose nuoyc forze assai sollecitamente accorse D iv. Sum. I - e che contrattaccarono con a udacia e con vigore togliendo per il momento al Krauss la iniziativa d e lle operazioni ed arrestandolo sulle posizioni raggiUJDte.

La 6° A. a.u. non risentì così alcun benefico effetto della manovra sulla Sava; dovette inoltre subìre l'urto della I serba in quegli stessi giorni che il Potiorek aveva destinato al ripooo.

Compito precipuo dell'armata del generale Bojovic era di estinguere la pericolosa mimaccia a .u. sulla strada di Valjevo, scaccia ndo anzitutto il nemico dal Sokolska Pl. e quindi, scendendo la Drina, operare sulle retrovie della 6. A. a.u.

Compito, in verità, un po' eccessivo per le forze del generale Bojovic, al quale erano rimaste soltanto le Div . Dan, I e II, giacchè la Di v. M ista, fortemente impegnata sulla frante della III A., aveva finito col rimanere nel nesso di quest'ultima, che sulla Boranja Pl.

(1) R. A .. - Dal diario di Potiorek.

Il 16 settembre la I A. attaccò il Sokolska Pl.; la III A. con fa Div. Drin. I e la Mista putr:ltÒ sul Boranja e sul Gucevo.

La battaglia si svolse, quasi ininterrottamente, sino al 25 set t embre.

Costituisce l'episodio più saliente di quel periodo di lotta sulla Drina.

L e giornate del 16 e 17 settembre furono apportatrici di copiosi frutti e messaggere di fauste speranze per i Serbi.

La I A. travolse i nemici sul Sokolska e liberò la strada Ljubovija-Pecka. Gli Austriaci furono serrati assai da presso nella ri · tirata: « i d:ifensori - dice la R. A. - attraverso terrooo difficilissimo si sottrassero in fretta ali' attaccante che .impetuosamente avan · zavasi e vennero in definitiva a comprimersi nello stretto burrone del1'alta Gracanica, id.ove una sola stretta strada discende la valle ».

Il cornamdante della I A. serba dopo il primo successo confidò in maggiori risul:tati per l'avvenire: « Passalto sviluppato dalle truppe della I A., scriveva il generale Bojovic la sera del 17 al C. S., ha stroncato la resistenza del nemico, il quale si è ritirato in disordine verso la Drina; si cerca .di tagliargli la ritirata verso Ljubovija }1 .

Era infatti proposito -del comandante della I A. di proseguire il 18 agosto con la sinistra lu:n.go la Drina, verso Zvornik, per staccare dal fiume le unità austriadhe schierate sul Boranja Pl.

Ma le truppe del Potiorek, abbandonata Ljubovija, si erano fermate, raccolte da riserve fresche, sulla forte altura di Jagodnja, che guarda a sud sulla Drina; erano a nord-ovest ben collegate sulla Boranja Pl. col XV Corpo, contro la cui resistemza l'impeto della Tll

A. serba si era infranto.

La I A . serba attaccò ripetutamente con grande costanza e valore lo Jagodrtje per circa una settimana; la III si lanciò contro il Bora nja ed i] Gqcevo; ma setn.za risultati. La sommità dello Jagodnje, ristretta cresta lunga appena 400 metri, ca·dde in mano ai Serbi, i quali non poterono però progredire oltre; vi furono anzi accerchiati dalle fanterie nemiche per tre lati ed inchiodati dalle artiglierie, le quali causarono perdite enormi ai troppo numerosi reggimenti che vi si erano ammassati.

L'attacco non era stato regolato dal comandante di armata; lo aveva condotto il comando della Div. D an. I d'accordo con la Da n . II ; nè se ne comprende il perchè. Vi furono impiegati beo sette reggimenti di fantèria che, a colpi di battaglione, riuscirono ad uno scopo ben limitato, la conquista delle trincee in vetta, logorandosi itn misura assai sproporzionata al fine conseguito.

Dice la stessa R. S.: « una forza co.5Ì poderosa per agire contro il fi anco destro del nemico è stata impiegata irragionevolmente » . Si può a,ggioogere che la grande massa, cinque reggimenti, operò frontalmente contro la durissima posizione; i due reggimenti destina ti ad un tentativo sui fianohi furono facilmente arrestati, men tre una manovra a pit1 largo respiro e con maggiori forze là doYe il ris1.1ltato poteva esse re più rilevante sarebbe stata certamente meno costosa e probabilmente più redditizia.

E alcuni di que i reggimenti, che pure avevano tutti sin allora valoro.5amentc combattuto, s.i demoralizzarono a tal punto da sottrarsi r ipetutamente ed in grave disordine al ccmbattimento.

Difettò inoltre il concorso dell'artiglieria sia per la sua esiguità, sia per lo scarso mun.izionamento, sia infine per difetto d'impiego.

E' un ordine d,i chi, avendo artiglierie a sua <lisposizione, non sa come utilizzarle e se ne scarica sul tecnico, d icendogli cose inutili, come il far pervenire in tempo gli elementi necessari per il più razionale impiego del fuoco, ed altre prive di senso ccme " il far sentire l a sua influenza sulla scelta delle po.5tazioni dei pezzi ». Ch e cosa abbia pensato il comandante di artiglieria di armata ricevendo quel!'ordin e non si sa; qu e llo che ha fatto dev'essere stato ben poco, giacchè le artiglierie a. u. poterono divertirsi indisturbate a maciullare i reggimenti se rbi su llo Jagodm,je.

Ancora una prova, se necessario, che l'azione di comando è. fonte principalissima, se non unica, del comportamento delle truppe davanti al nemico. LA a.u., si esaurì fra .il 23 e il 24 settembre; la tanto contesa sommità era tornata in mano delle truppe austro-ungariche.

La lotta sullo J agodnje, località di capitale impor t anza per la 6· A.

Negli stessi giorni la battaglia languì su tutta la fronte per esaurimento di forze dei due avversari ; gli uni e gli altri si irrigidirono n elle trincee.

Vi fu ancora qual dhe sussulto, che portò specie sul Gucevo ad accatniti cero battimenti locali; ma la situazione nel complesso rimase invariata .

A circa 25.000 uom ini ammontavano le perdite della 6· A. austriaca; gravi erano anche quelle •de lla 5• e del Co11po Krauss.

Altrettanto sensibili erano state le perdite serbe; tanto da impensierire il governo serbo, il quale riteneva che « l'esercito fosse stanco e fosse necessario riordinarlo e rinvigorirlo » (1).

I provvedimenti di carattere logistic o energicamente reclamati dal Putnik furono, per scarsezza di mezzi, solo parzialmente adottati. Si accelerò invece l 'istruzione delle reclute, per disporre più sollecitamente di ccmplemcnti; fu chiamata all e armi la nuova classe e fu aperto un arruolamento di voloatari; per questi ultimi però difettavano i quadri.

Anche in Serbia la guerra, dal cui esito dipendeva la vita del r egno, pur essendo prevista da luogo tempo era stata preparata siccome di breve durata; la maggiore ricchezza del p aese, gli uomini, non era stata sfruttata a dovere,

Alla .fine di settembre le armate dei Balcani, dopo circa un mese di continue lotte, erano ancora lontane da l conseguimento dello st:opo. Due forti teste <li ponte erano costituite sui fianchi dello schieramento serbo: a ,no rd fra Mitrovica e Sabac, a sud fra Loznica e Ljubovija. Qt1est 'ultima località era stata :però perduta, e con essa il controllo sulla direttrice P ecka-Osecina, assai pericolosa per i Serbi; a nord il Kr auss non era riuscito ad impossessarsi di Sabac. Le altre picco le teste di ponte sulla Drin a e sulla Sava fra Lozni ca e Mitrovica mancavano di respiro; serrate, com'erano, da presso dai Serbi.

Il Potiorek aveva costituito le branche della sua tmaglia; non era ancora riuscita a stringerle.

I Serbi, pur fra gravi difficoltà, avevano, almeno per il momento, potuto far fronte alla minaccia su ambedue le ali. Per alleggerirla su quella meridionale stavano ora compiendo l'invasione della Bosnia orientale per creare una situazione pericolosa alla 6a A . aus troungarica.

La situazione serba era :però sempre grave e precaria; una sottile linea di divisioni era schierata con perfetta uniformità da Ljubovija a Sabac; se si fosse avuto un nuovo urto su qualche punto non sarebbe stato più possibile pararvi con spostamet.'lti di forze dall'uno all'altro estremo della fronte .

Serbi ed Austro-ungarici avevano gettato tutte le forze nella fornace della battaglia; nè il Potiorek nè il Putnik avevano riserve.

Solo un sollecito rinsanguamento poteva ridar capacità combattiva ai reparti e permettere la ripresa della lotta. E questo, per qua nto le esigenze della fronte russa prevalessero su quelle de] teatro balcanico. poteva avvenire più facilmente da parte austriaca, grave alla maggiore. disponibilità di mezzi e ad una organizzazione enormemente superiore.

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