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LA BATTA!GLlA DELLA KOLUBARA
DA V ALJEVO ALLA KoLUBARA.. - Il ripiegamento dei Serbi da Valjcvo e dall'Ub tolse alle armate dei Balcani la possibilità cli una battaglia ,decisiva nella quale la manovra di avvolgimento per le ali avrebbe ancora potuto essere tentata .
Le armate dei Balcani non erano riuscite ad avvinghiare l'esercito serbo così strettamente da costringerlo a battaglia . Soltanto il XV cd il XVI Corpo avevano marciato con qualche celerità ed a Valjevo si erano impegnati a fondo mettendo in critica situazione la 1 A. e la sinistra della III e costringendole al ouovo ripiegamento che doveva trascinare l'intero esercito serbo. La 5.. armata ed il XIII Corpo non avevano proceduto con pari rapidità ed energia tanto che le di visioni di ldestra della III A. e l'intera II A . 1110n erano state irope . gnate.
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« Le rotabili per il grande impiego ed il cattivo tempo si guasta· rono del tutto e tale sfavorevole circostanza, ' non ostante tutti gli sforzi, ostacolò notevolmente il progresso dell'esercito austriaco» (R . A.).
Tutto ciò è esatto; ma poidhè le rotabili erano pessime su tutta la zona, e forse a sud peggiori che a nord, sorge il dubbio che anche la 5• A. avrebbe potuto muovere con celerità pari a quella della 6,. se le fosse stata impressa una ma ggiore spinta .
Conseguenza, forsanco, dell'organizzazione del comando. Il P otiorek, oltre ad essere ·a canan<l0nte delle armate dei Balcani conservava il comando della 6" A . nella cui zona si era ·sempre tenuto; era ind otto, incon~apevolmente, a curarsi maggiormente della sua armata ed a trasfondere l'energia, che non gli faceva difetto, più in essa che nelle altre unità.
L'ambita preda sfuggì agli Austri aci .
La II A. serba ripiegò oltre la Kolubara con tutta tranquillità; in parte anche la III. Non così l a I, la quale fu costretta lo stesso 14 nov embre ad iniziare la ritirata di pieno giorno e mentr e la Div... M or. II sosteneva u n violento attacco.
Anche il XV ed il XVI Corpo erano però ridotti alle ultime energie; le loro truppe si limitarono ad occupare, arrestanldovisi, le posizioni abbandonate dal nemico odi inseguirono col solo fuoco. Nel t ardo pomeriggio del 14 cessò ogni attività.
Fu perduta l'occasione di trasformare io disastro la ritirata di almeno metà dell'esercito serbo. Tale fu ad oriente di Valjevo l'ag· grovigl ia mento dei carreggi delle m1ppe e dei profu ghi serbi sulle poche e cattive str a.de, che sarebbe stata sufficiente una vivace pres sione di poche forze 'ben decise per provocare il collasso defini tivo. L'apatia degli uomini e l 'indisci plina era giunta a tal tpooto in al· cune divisioni serbe, che l'impiego dei mezzi più duri e delle correzioni più severe risultava inefficace.

In questa circostanza , tipica per l'impiego di buona cavalleria, il comando delle forze balcaniche dove tte sentirne dolorosamente la mancanza .
La conquista Id i V aljevo, dove le truppe del Poti orek entrarono il 16 novembre, faceva balenare Qa possibilità di un prossimo e com pleto possesso della valle della Kolubara e quindi deùla ferr ovia Obrenovac-Valjevo, l a quale avr ebbe concesso l'utilizzaz iaue di una redditizia linea di rifornimento di cui si sentiva acutamente il bisogno.
L e difficoltà di funzionamento dei servizi dal la Drina ad oriente avevano già prodotto serie r ipercussioni su lle ope razion i, r allent:mclo notevolmente la velocità di marcia delle annate e logorando in modo sensibHe le truppe, prive spesso di tutto. I carreggi r eggimentali non erano rius cit i a seguirle.
La d'i rettr ice di operazioni scelta dal P otiorek faceva se ntire il suo peso.
L a conqu ista di V a ljcvo faceva anche intravedere non lontana l'occupazione di Belgrado, avvenimento di alto valore politico e morale. Gli stessi Serbi ne prevedevano ormai la caduta; il Putnik 2 sino dal 14 novembre, aveva prospettato al governo la difficoltà di una prolungata difesa della capitale itnvitandolo a preparare l'opinione pubblica alla probabile perdita (1). I giornali serbi ne avevano di già fatto cenno.
Queste due ragioni e l e segnalazioni sulle critiche condizioni dell'esercito serbo, fecero ritenere al Potiorek facile cosl l'occupazione completa della valle Kolubara cane la conquista di Belgrado.
Le truippe austro-ungariche erano, è vero, stanchissime e prossime all'esaurimento; ma poichè i Serbi apparivano in peggiori con· dizioni e s.fidticiati dopo una cosl lunga ritirata, non era il caso dj sostare.
L'inseguimento doveva essere proseguito senza posa almeno sino alle alture di riva destra della Kolubara, giacdhè soltanto il loro possess o avrebbe consentito di mettere in esercizio la ferrovia; dopo di ch e, se i Serbi non fossero stati ancora <lefìnitivamente battuti, kèue armate avrebbero potuto riposare, riordinarsi e rifornirsi prima di riprendere l e operazioni.
Questa fu la decisione rdel P otiorek, perfettamente intonata alla situazione. Sedotto però dal miraggio della conquista di Belgrado, • noti.zia che non avrebbe mancato di produrre grandi effetti su amici e nemici, cominciò ad allargare la fronte sten!de nd osi verso nor<J, Cù.$Ì da puntare rapidamente sulla capitale serba non appena super ata la K olubara . Nello stesso tempo, poichè la molto amp ia zona conquistata ad oriente di Valjevo, la I A. serba aveva ripiegato oltre il Lj ig e sulle alture del Suvobor , dava già la libera dispon ibilità di Valjcvo e della sua stazione, si indusse anche a coocedere qualche giorno di riposo al XV ed al XVI Corpo, mentre la 5• A. ed il
(1) R. S. - Telegramma 6402 del 14 novembre 1914: « La situazione sulla fronte è tale che può darsi ~i sia costretti ad abbandonare Valjcvo. L'abbandono di Valjevo p<>trebbe influire sfavorevolmente nci riguardi di una prolungata difesa di Belgrado. Prego di preparare gradatamente l'opinione pubblica, per mezzo, della stampa, ad una tale sfavorevole possibilità».


XIII :si avvicinavano alla Kolubara: l'una mantenendosi tra la Sava e la confluenza del Ljig; l'altro dirigendosi sul basso Ljig.
Intanto, l'ordine del Potiorek è del 15 novembre, il XV ed il :X"VI Corpo si sarebbero raccolti nei dintorni dli Valjevo; la 18° Div. nei pressi di Trabovic per guardare il fianco ed il tergo dalle provenienze di Rogacica, dove operava la 4• brig. mant.. Il distaccamento Bosnia, del frnl. Snjaric, ebbe compito di puntare da Visegrad su Uzice~
Tutte le forze dell'esercito a. u. dei Balcani erano chiamate a raccolta ed impiegate nello schieramento che preludeva all'azione risolutiva.
La fronte assegnata alla 5• A. era ampia; non si parlava ancora di Belgrado ma lo schieramento pre1uideva evidentemente a renderne sollecita la conquista non appena superava la Kolubara. La 6· A. era raccolta su fronte più ristretta nella zona di Valjevo; ma data la sensibilissima riduzione di forze doyuta al lungo cd estenuante periodo di operazioni sotto un cielo sempre inclemente ed un clima rigido, e la sempre maggiore difficoltà ,cfei rifornimenti che rendeva ognora più precaria la situazione dei viveri e delle munizioni, anche la sua fronte finiva per essere eccessivamente l arga .
Il r6 novembre la 5• A. raggiunse la Kolubara: il Corpo misto, col quale all'ala settentrionale marciava la 104• brig. lst., fra Obrenovac e la confluenza del Pcstan; l'VIII fra il Pestan ed il Ljig. In riserva la 71"' brig. già della 36" Div. e rimasta con l'armata dalla Macva in poi (schizzo n. n).

Tutti i ponti erano stati distrutti dai Serbi; soltanto la 7'· Div. riuscì a costituire una piccola testa di ponte in direzione rd'i Stepojevac; le altre ooità dovettero attendere i materiali da ponte rimasti molto indietro e che avanzavano lentamente e faticosamente per le condizioni delle strctde.
La situazione in cui venne a trovarsi l a 5.. A . oon era fra le più favorevoli per un' operazione che avrebbe dovuto essere condotta rapidamente; urgeva infatti sottrarre la ferrovia di Obrenovac al do- minio 1d'elle artiglierie serbe che dalle colline di riva destra del fiume ne impedivano il riattamento. lvi b III e la I A. serbe non erano ancora riuscite, il 16 novembre, a sottrarsi completamente; la zma intorno a Mionica era tutt ora ingombra <li truppe e carreggi, guardati da semplici retroguardie. Ma i superficiali contatti presi dalle avanguardie non chiarirono la situazione, tanto che il comandante 'del XIII si formò la convim.zione che la resistenza incontrata non fosse superabile senza ·un regolare attacco p reparato con tutta l'artiglieria. Perdita quindi notevole di tempo che permise anche ai Serbi della III A . di condurre a termine con relativa tranquillità la ritirata e di schierarsi sulla ·destra del Ljig, mentre la I si portava sulle alture di Mednik, Bacinovac e Maljen.
La Kolubara e.ra in piena; ,lmbcdue i suoi rami (1) erano inguadabili, e presentavano grandi difficoltà al gittamento dei ponti.
Le artiglierie, al cui traino la fangosità delle stra'Cle rendeva impote:iti i cavalli, finivano con l'essere collocate in posizioni qualsiasi, purchè vicine alle maggiori rotabili; spesso infelicissime per svolgere efficaci azioni di fuoco; sempre d 'ominate dalle serbe.
Di &onte, sulle alture a destra della Kolubara la II A. serba, che ayeva potuto con relativa tranquillità schierarsi ed organizzare la difesa; alla sua destra la Div. Cav. ed il distaccamento di Obrcnovac forte quest'ultimo di 8 battaglioni pressochè del tutto fresdhi .
Si trattava perciò ncn di inseguire il nemico oltre il .fiume ma di condurre ud attacco vero e proprio per passare di viva forza la K oluba r a .
Il XIII Corpo avanzò a nord di Mionica .

Contemporaneamente il Corpo di Uzice aveva ripiegato dalla Drina a sbarramento delle strade Valjev o-Uzice e Rogacica-Uzicc collegando.5i sulla destra, attraverso le alture del Mazden, con la sinistra della I A. a Maljen.
Così l'esercito serbo, non o.5tante assai gravi difficoltà di terreno disorganizzazione materiale e depressione morale ed a malgrado de- gli incagli verificatisi al pas.saggio della Kolubara per la I e la III A., riusciva ancora una volta a sottrarsi senza essere stato ccmpletameote battuto. L 'arresto a Valj evo del XV e del XVI Corpo a. u. lo aveva liberato, nel punto più delicato, dalla pressione del nemico proprio nel momento in cui tale pressione avrebbe potuto dissolverne del tutto le forze; la lentezm del XIII C orpo aveva fatto sfuggire un'altra ottima occasione.
(1) Kolubara quello occidentale; Lukavica l'orientale.

Era cos.ì necessario imbastire una nuova battaglia contro un ne· mico, molto scosso è vero, ma schierato su forti posizioni montane cqi faceva da fosso un fiume ingrossato dalle piogge.
« Sulla K oluba ra -.- afferma la R. A. - si accese una lunga e violenta lotta, che costrinse nuovamente le truppe austrerungariche, spossate ed abbisognevoli di tutto, a grand'i sforzi e non consentì loro di fruire del ristoro e del respiro tanto necessario» .
SULLA FRONTE DELLA 5,. ARMATA A. u. - Dal 16 al 22 novembre la battaglia si accese e si sviluppò soltanto al centro ed alla destra dello schieramento serbo.
La 5,. A. ed il XIII Corpo a . u. lottiarono sulla Kolubara e sul L jig contro la II A. serba, la destra ed il centro della III.
Verso il Mednik Bacinovac e Maljco furono avviati soltanto squadroni di cavalleria divisionale per riprendere il perduto contatto. Su queste a l ture erano i grossi della I A. la quale per iniziativa del nuovo comandante, generale Misic (1), vi si era schierata ritenendole più forti d1i quelle del Suvobor e del Ljig.
L o schieramento serbo assumeva cos1 la forma di una g r ande S con un pronunziato e pericoloso saliente alla confluenza Lj ig- Kolubara, a lture di Covka e Vr ac e, dove si sald~vano le due armate Il e III ; l 'alia. srnistra della I A. proiettata molto avanti sul M a lj en. Il vuoto esistente fra quest'ala ed il Corpo di Uzice era guardato, al p asso di K ozomor sulla rotabile ValjeverUzice, da un distaccamento.
(r) Il 15 novembre lil generale Bojovic, sofferente per una ferita riPortata nei combattimenti dell'agosto, era stato so~tituito dal generale Zivoji.n Misio, sin allora Sottocapo di S. M. dell'esercito, il quale si pal~ò subito coma.od.ante ,di grande ,mimo e di elevata mente.
Lo schieramento non era felice; specialmente per un esercito molto scosso. Troppo esteso, anzitutto, per yolere come di consueto tutto coprire; non :vi erano un.ità in riserva, ad eccezione della Div. Tiro. II a disposizione del comandante della III A.
La destra, per l'ostacolo presentato dalla Kolubara e per il dominio delle posizioni serbe sulle :vie ,d'attacco degli Austro-ungarici, era abba·s.tanza forte. Punto <l!elicato il saliente di Covka, che le artiglierie nemiche potevano con tiri concentrici rendere intenibile, e la cui ca:duta avrebbe messo in imba razzo II e III A . e provocato una grave minaccia in direzione di Arangjelovac .

L 'a l a sinistra in aria; la preoccupazione di evitare la cadluta di Uzice aveva fatto schierare le truppe del generale Aracic completamente distaccate dalla I A . mettendio le une e l'al tra in grave situazione. E questo mentre era palese che la più forte massa. '!1emica gravitava appunto verso :sud, contro la I A . che ero stata sin allora la più impegnata e la più tartassata.
Per compensare questo equilibrio lo stesso 16 novembre il Putnìk toglieva una diyisione alla III A, assegnandol a alla I; fu dlapprima la Tim . II, ma il :tumultuoso avvicendarsi degli avvenimenti e la variata situazione la fecero in seguito sostituire dall a D rin I.
Il 16 novembre ebbero luogo sulla Kolubara le prime avv isaglie. La battaglia si ingaggiò seriamen te il mattino del 17.
La 5a A. austro-ungarica, pressochè uniformemente ripartita in cinque colonne - le quattro divisioni e la .I04a brg. bt. - tentò il forzamento della Kolubara &a 1a Saya ed il saliente d i Covka . Il Corpo mjsto puntò per Obrenovac, Lisopolje e Stepojevac; l'VI II su Lazarevac e sul Covka.
Le si opponevano le tre divisioni della I A. serba (<l'a sud a nord: M or. I, Tim. I, Sum. I) fra il L jig e Stepojevac; la D iv. Cav. r jnforzata da un gruppo di battaglioni di fanteria a Konatice; il distaccamento d i Obrenovac da qui alla confluenza Kolubara-Sava.
« L 'armata. diceva il generale Stepanovic nel suo ordine 3669 del J7 n ovembre - ha il compito di <li.fendere decisamente la pos i- zione che occupa . L a Div. Cav. ha il compito di proteggere il fia nco ec il tergo della II A. » .
La situazione e le condizioni della II A. erano discrete. M olto depauperati i reparti di uomini, ma quelli rimasti r appresentavano il meglio; l'armata si era, nel ripiegamento, scremata dei peggiori elementi, aveva ricevuto una certa quantità di complementi che ave· vano potuto essere incorporati con relativa tranquillità, giacchè da molti giorni il nemico non l' aveva molestata, Aveva però compiuto mar ce molto lun g he .
Il generale Stepanovic ayeva inoltre creduto opportuno di liberarsi dei richiamati molto a•nziani che erano di rendimento negativo, e lo stesso 17 novembre il C. S, lo aveva autorizwto a mandarli indietro, sciogliendo addirittura alcuni battaglioni di 3° bando.
Il ripreso rifornimento delle munizioni; 1.1 n più regolare servizio di vettovagliamento; le notizie che davano i prigionieri sulle penose condizioni logist ic he ,degli Austro-ungarici, avevano concorso a sollevare alquanto il morale.
L a 5• A. austro-ungarica non ottenne all'inizio grandi risultati . L 'V III C orpo passò la K olubara cd impegnò fortemente il nemico verso La zarevac; non riuscì a null a verso il Covka . Il C o rpo misto del K ra uss, non ostante l a superiorità di fo r ze su ll 'a liqu ota d i Serbi che lo fronteggiava , non ccxnpì alcun progresso.
Con l'intervento però del XII I Corpo la sjtuazionc dei Serbi si aggravò sul saliente di Covka.
Mentre la 9• Div., pur contenuta, lo minacciava da nord, il XIII avan1~va in direzione di Zupanjac e di Du dovica.
Un poderoso schieramento di artiglierie austro-unga r iche nella .zona 'Cli P apeljevac rendeva molto diffici l e alle diyisi oni M or. I e Drin, II di mantenersi sul saliente.
Il 19 novembre l'attacco austro-ungarico era diventato cosl serrato e vivo, special mente contro la Div . M or. I della II A ., che il C. S. serbo ritenne indispensabile un' azio ne controffensiva della II I A. per liberare la sinistra dell a II. Questa non aveva modo di provvedere d a sola; tutte le sue divisi oni erano impegnate. L a III A. invece avev a sempre nella sua zona la Div . Tiro. II, non ancora ceduta a l gen erale Misic ~ La tranquillità ohe regnava sulla fronte della I A. sembrava autorizzare l'impi ego altrove della Diy . Tim. IL

Il comandante della III A. nori era favorevole al contrattacco; sia perchè la scarsezza di forze impiegabili non faceva sperare in grandi risultati, sia perchè le condizioni delle truppe, che avevano avuto una ritirata movimentata e laboriosa, erano tutt'altro che buone. Riteneva miglior partito continua re a resistere così da fare logorare il nemico, di cui persisenti voci dicevano soffrisse già molto per <lifetto dii rifornimenti, e poi passare al contrattacco con tutta l'annata che nel frattempo avrebbe ricevuto qualcosa del tanto di cui abbisognava.
Ma il Putnik insistette e volle che il contrattacco fosse frnmediato e diretto a liberarsi dalle moleste artiglierie di Papeljevac.
La Div. Tiro. II, pur esaurita di uomini e di forze, avanzò verso il saliente di Covka; vi arrivò però, a causa della stanchezza, con grande ritardo ed a scaglioni cosicchè il contrattacco fu rimandato al 21 novembre. L' azione finì con non essere compiuta secondo gli intendimenti del Putnik perchè nel frattempo la situazione impose nuovi e diversi provvedimenti.
I combattimenti svoltisi dal I7 al 21 novembre non aveyano in sostanza procurato apprezzabili vantaggi all'armata del generale Frank..
Il Corpo misto, sempre ostacolato dalla piena della Kolubara, non era riuscito a passare; era a contatto con elementi avanzati del Dist. di Obrcnovac e della Div. Cav. serba. Questa, dhe il generale Stepanovic avrebbe voluto rinforzare con una divisione di fanteria per mantenere l'ampio fronte affidatole, aveva finito col tener testa alla t ed alla 29a Div. austro-ungariche; il Dist. di Obrenovac non aveva avuto troppo da fare per sbarrare l a strada alla 104• brig. 1st.
L'uniforme e rado schieramento del Corpo Kr auss non dava in alcun punto vigoria all'attacco, di cui la tenacia e la maggiore capacità manovriera delle truppe serbe favorite dalla piena della Kolubara finivano per avere ragione .

Le azioni erano state più vivaci sulla fronte dell'VllI e del XIII C orpo. La 21 • Div. era arrivata a Lazarevac; la 9• e h1 36• avevano attanagliato il saliente di Covka; la 42• aveva impegnato sul Ljig le divisioni Drin . II e Mista della II A. serba .
I n nessun punto però si era ottenuto una penetrazio n e profonda o si ero ri'<iotto l'avversario in condizioni così critiche da fare ritenere prossima una decisione.
L a relazione della sera del 20 novembre, del comandante la Div. mista d1ce: « . . . il nemico prosegue l'offensiva, ma con molta lentezza e cautela; egli ogni giorno conquista un po' di terreno respingendo i nostri reparti avanzati» .

Era realmente così. L'attacco austro-ungarico mancava complet amente di sl ancio: un po' perchè suJle prime si ritenne trattarsi ancora di inseguimento e furono impiegate scarse forze; molto per le condizioni fisiche dei soldati, cui non era più sufficiente per spingerli innanzi il morale elevato dalle precedenti vittorie.
L e truppe avevano fame e sonno. I viveri caldi erano diventati un mito; talora mancavano anche quelli freddi; i l riposo, quando poss i bile, sempre all'aria aperta e sotto le intemperie; calzature e vestimenta ridotte in stato pietoso. Si aggiunga che le munizioni per artiglierie scarseggiavano in modo impressionante, e che le artiglieri <' per le condizioni delle strade spesso non riuscivano a seguire le colo n ne, tanto che qualdhe divisione non ebbe disponibili a l momento dell'attacco pjù di tre botteric; le altre erano rimaste impan tanate nel fango. L e truppe, abituate in precedenza ad imponenti preparazioni di fooco ed a vedere sostenuti gli attacchi da tiri ben nutriti, accusavano ora una dimjnuzione di potenza che le rendeva assai meno decise.
Gu ORDINI DEL PoTIOREK PER L'AVANZATA su BELGRADO ED ARANGIELOVAC. - La mancanza di seri at~acchl sulla fronte della I A. e del Corpo <li Uzice faceva sì che il C . S. serbo guardasse 'Con minore pessimismo la situazione, nella speranza di riuscire almeno a rimettere in forze ed a stabilir e saldamente su lle posizioni assegnate l e la I A.
Questa però mostrava -di essere diven tata assai m eno solida. Il
18 novembre alcune retroguar die avevano ceduto senza combattere n nuclei eiploratori austro-ungarici di scarsa forza; a Bacinovac, sulla posizione principale di resistenza, un distaccamento di un battaglione e di alcuni squadroni della 48a Div. a . u. aveva troppo facilmente respint o un reggimento della Div. Dan. II, il qunle si era dato alla fuga lasciando in mano del nero ico più di 'IOOO prigionieri cd una batteria.
Il generale Misic ayeva invero fatto assegnamento su una maggiore combattività dell'armata di cui aveva appena assunto il comiando e con la quale doveva guardare il lato più sensibile dello schieramento. Egli infatti non aveva voluto schierare le divisioni in modo un iforme sull'ampia posizione affidatagli, che dal Lji g per Bacinovac andava sino a Maljen. Ne aveva tenuto all'inizio fortemente occupate le ali, con due divisioni, schierando al centro un solo reggimento della Div. Dan . I od il distaccamento di Rogacica; il grosso della Dan. I era in riserva e con esso il Misic si proponeva di contrattaccare il ne rnico, qualora fosse avanzato in direzi one di Suvobor.
L' incidente di B acinovac gli mostrò come la quantità e la qualità delle truppe non permettessero di .adottare tale punto di vista . Energico e risoluto quale era costrinse la Div. Dan. U , non ostante le pessime condizioni delle truppe protestate dal suo comandante, a contrattaccare riuscend o in 'parte alla riconquista di Bacinovac e solkvando il morale col facile successo sulle poche truppe a. u. Finì però col sentirsi costretto a schierare tutto sulle posizioni, in prima linea, per guarnirle solidamente e tenerle quanto più a lungo fosse possibile.
Il 20 novembre il nemico attaccò in forze anche sul la fronte della I A. serba.
Il fzm . Potiorek negli avvenimemi del 18 aveva trovato confermo alla sua opinione che ormai si trattasse solo di inseguire un nemico già battuto. Se il nemico cedeva tanto facilmente di fronte a piccoli reparti come a Bacinovac doveva essere in ben critiche condizioni. O cco rreva non dargli tregua.
Vi era stata, è vero, sulla fronte della sa A. impossibilità di pro· cedere solleci tamente. 'Ma le condizioni atmosferiche diventate di nuo- vo proibitive, e la piena idella Kolubam, giustificavano la quasi inazione del Corpo misto e gli scarsi progressi dell 'VIII. In simili condizioni di clima e dii terreno; senza equipaggi da ponte anche semplici retroguardie potevano contrastare efficacemente l'avanzata di grandi unità.

Urgeva però che il Corpo del Krauss progredisse, giacchè solo la sua ~vanzata avrebbe liberato il tratto settentrionale della ferroyia di Obrenovac, :sulla quale i lavori di riattamento esigevano almeno una settimana di tempo, ed il cui esercizio era ogni ·giorno più vivamente desiderato.
Si aggiunga che notizie provenienti dagli addetti militari presso le potenze neutrali davano concordi l'esercito serbo in sfacelo; soltanto retroguardie ne proteggevano la ritirata verso Arangjelovac. li governo francese aveva avuto comunicazione dal proprio ambasciatore a Belgrado che la Serbia era finita

Il Potiorek, sempre più convinto si trattasse solo di raccogliere i frutti delle precedenti vittorie decise di proseguire le operazioni con la massima energia; per quanto i canandanti dipendenti descrivessero a foschi colori lo stato materiale delle truppe e lamentassero il nessun rendimento dei servizi.
Non si doveva lasciare tempo all'esercito serbo di riordinarsi nella conca di Arangjelovac, il 'suo maggior centro di vita.
Oggi, a carte completamente scoperte, si può discutere ed affer- " mare che la prudenza avrebbe consigliato non solo di sostare ancora attorno a Valjev o e raff orzarvisi ma anche di sospendere le operazioni su tutta la fronte; idarc un ben meritato riposo alle truppe, organizzare il nuovo attacco e poi puntare avanti.
Ma esaminando la si tuazione con gli occhi e con la mente del momento non si può non approvare la decisione del Potiorek; anche se il ri·sultato finale non gli è stato favorevole.
A qualsiasi comandante, dati i successi sin a quel momento conseguiti; dato il disordinato ripiegamento dei Serbi, che solo a Valjevo avevano perduto più di 8ooo prigionieri e 42 pezzi; date le concordi notizie sull o stato del nemico e sul suo ripiegamento verso Aran, gjelovac; a qualsiasi comandante non poteva venire in mente di sospendere le opera~ioni per rendere più e fficienti i servizi, quando con uno sforzo che non appariva esagerato si poteva conquistare completamen te la ferrovia e tisolvere il problema in più breve tempo ed in modo più duraturo e più :semplice. li mattino del 19 novembre furono emanate le direttive per la prosecuzione delle operazioni : esse considtravano ancora « un episodio di agevole attuazione l'occupazione delle alture sulla riYa orientale ·della Kolubara » (R. A.). Il Potiorek intendeva « .impiadronirsi di Belgrado con la sa A., tenendo impegnato, con la 6a A., il grosso delle forze nemiche » (ordine 2529/ok del 19 novembre 1914, ore 7).

Errori, naturalmente, ha commessi il Potiorek; uno è quello originale, la scelta della direttrice operativa, che faceva sentire ben amare conseguenze; l'altro è di non avere, neppure dopo Valjevo, costilwta qualdhe riserva continuando ad avanzare con tutte indistintamente le divisioni in prima schiera ed uniformemente diluite sulla fronte; altro ancora, il non aver dato, sino dall 'inizio, ai servizi l'importanza che meritavano.
Ma, di fronte alla situazione che gli si pro.5pettava a metà novembre, non si può non acconsentire sulla necessità di procedere rapidamente innanzi.
La 5" A., entro il 22 novembre, doveva prendere posizione d'attes...-:i a nord ,della 'Turjia per l'attacco di Belgrado, da iniziarsi il 23.
La 6" A., pure entro il 22 novembre, schierarsi in posizione di attesa a circa venti dùlcmetri idalla strada Grn. Milanovac-RudnikArangjelovac; col XIII Corpo immediatamente a sud della Turjia pronto ad operare contro colonne serbe che, eventualmente, da Arangjelovac si fossero dirette su Belgrado.
La 18" Div. doveva formare scaglione arretrato dietro l'ala destra; successivamente procedere su Cacak o su Grn. Milanovac.
Il distaccamento del fml. Snjaric, proveniente da Visegrad puntare su Uzice per riunirsi con la f brig. rnont. e proteggere, insieme con la 18a divisione, il fianc o meridionale; successivamente per la Morav a occ ident ale agire sul fianco sinistro e sul tergo dell 1esercito serbo.
Queste direttive presumevano già talmente a terra l'esercito nemico da indurre i! IJ:>otiorek a pensare che la sola 6.. A. sarebbe ormai stata sufficiente per tenerlo a bada, odi anche per perfezionarne l'annientament o, mentre all'altra annata si affidava un nuovo compito - la conquista di Belgrado - che la metteva in condizioni di non intervenire con prontezza qualora la 6a avesse dovuto impegnarsi. Mentr e, come abbiamo accennato, riesce comprensibile che il Potiorek non abbia voluto sostare a Valjevo per .dare rubito addasso al nemico e completarne la disfatta, non si comprende invece come egli si sia lasciato sodurre a tal punto dal miraggio della pronta occupazione della capitale nemica da trascurare il ccmpito ancora principale, quello cioè .di assicurarsi almeno che l'esercito serbo non fosse più temibile .
Nè le direttive furono variate quando, nella notte sul 19, giun~ero al Potiorek le notizie sui combattimenti 'Svolti nella giornata del 18 novembre dal XIII e 'Clall'VIII Corpo. Questi avevano attaccato in pieno e con energia; la resistenza incontrata, non aveva consentito quasi alcun progresso e faceva presumere che non semplici retroguard ie ma forze rilevanti fossero schierate, su posizioni già organizzate,. sulle alture di riva ,drestra della Kolubara.
All'opp05to del 'Putnik, il quale cambiava i suoi ordini con grande facilità, talora soverchia facilità perchè non sempre si basava su ~ituazion i attendibili, il Poti orek persiste tenacemente non solo nel concetto ma anche nelle modalità stabilite per l'attuazione.

Bisogna aggiungere che il P otiorek aveva la sua sede <li comandc a Tuzla, in Bomia; non poteva quindi « sentire » affatto la battaglia ed il quadro che egli si faceva della situazione derivava 'solo ,d,alle relazioni dei ccmandanti in scttor.cline; mai da contatti personali dhe, data l 'ubicazione del coman·do, er~1no jmpossibili.
L'AITACCO DELLA 6a ARM:ATA A. U. ED IL RIPIEGAMENTO DELLA I
SERBA. - La battaglia sulla K olubara e sul Ljig prosegun daf 19 novembre in poi. Gradualmente si impegnò anche la 6* A.; il movimento del XV Corpo, in seguito alle notizie .della n otte sul 19, era stato anticipato avviando :senz'altro due deHe sue divisioni ai ris.pct- tivi obiettivi: Mionico e Grn. Toplica per la 48a Div. ; Bacinoyac per l a Ia. La 40a Div. molto lqgora fu: lasciata per il momento a Valjevo.
Il 22 novembre la battaglia raggiunse il culmine; tutta la 6"' A. si impegnò; la I serba fu costretta a retrocedere.

Segna, la battaglia della Kolubara, nello stesso tempo, il più tragico e;d, ultimo momento della crisi che costrinse a fine novembre l'esercito del principe Alessandro a ripiegare ancora una volta ed a raccogliere tutte l e forze sugli orli della conca di Arangòedovac. Da qui l'energia della disperazione e, più ancora, l'ardimento e l'iniziativa del comandante della I A. doveyano portarlo a capovolgere in un attimo la situazione; traendo, per quanto incosciamente, roorme frutto del!' errore commesso dal Poti ore k di scindere in due nuclei lontani la forza delFesercito dei Balcani.
In guerra nulla è perduto finchè l'animo non si è perduto.
I combattimenti dal 18 al 21 noyembre confermarono, se pur ve n'era bisogno, che sulla K ol ubara e :sul Ljig non si trattava di respingere retroguardie ,di un esercito in foga; una nuova battaglia si era ingaggiata nella quale l'intero esercito serbo, si 0105trava ben deciso a difendersi sulle nuove posizioni.
Gil!nti finalmen t e gli equipaggi da ponte il Corpo misto iniziò il passaggio della Kolubara : la 7" ·e la 29.. Div. furono dirette sui Stepajevac e Konatice, &mde avrebbero proceduto verso Belgrado con la I04"' brg. 1st. che operava lungo la Sava; fu occupata Konatice e la testa della 7"' Div. si appressò a Stepojevac; ma la salida resistenza della Div. Cav. serba e della destra della Sum, I non consentirono maggiori progressi. Il Dist. di Obreno~ac riusciva ancora a sbarrare la stra.da alla 104' brg. 1st.
L'VIII Corpo non progreidì oltre Lazarevac nè superò la resistenza sul saliente di Covka. Qui anz i dovette sostenere un duro contrattacco della Div. Tiro. II e della Mor. I.
Il comandante .della III A., 1dapo aver molto tergiversato si era alfìne deciso ad impiegare la divisione Tiro. II nel contrattacco voluto dal Putnik; però, siccome la situazione ad un certo momento era ·diventata grave sulla fronte nord della Div. Mori I (d'ella II A.) il contrattacco fu diretto verso nord. Era stato però necessario, per vincere la riluttanza del generale Jurisic Sturm, l'intervento personale del Putruk il quale volle anche che la 'III A. con i suoi mezzi agisse contro le artig lierie nemiche di Papeljevac , dove ·secondo l'ide a originarja avrebbe doyuto essere diretta la Tirn. II.
Questa si sacrificò quasi completamente sotto i tiri delle artiglierie a. u.; fece però segnare un tempo d'arresto all'avanzatà dell'VIII Corpo, minacciosa specialmente verso Laz arevac.
Il contrattacco 1diella III A. sul Ljig riuscì, a Dudovica, a far conseguire un successo locale alla Div. mista, la quale, trovatasi di fronte ad un solo reggim{:nto ,dle l XIII Corpo, ne ebbe facilmente ragione.
Il successo, per quanto limitato, non mancò di produrre ottimo effetto morale sui Serbi, specialmente per la proficua cooperazione dell'art iglieria, la quale cominciava ad avere una certa disponibilità di munizioni e poteva perciò far sentire di nuovo la sua azione.
Il XIII Corpo a . u. si sentì incutere rispetto; il suo coma.n..dante non riprese l'avanzata sino a quando il XV non lo affìancòL l a Div. Dr in. I 1della III A . ; ma non poteva essere ceduta sino a quanco la Tiro. II non le aveS'se dato il cambio sul Ljig.
Era infa tti sempre la manovra dei 1due Corpi di destra della 6.. A. che doveva ris olvere la situazione e porre ·termine alla crisi dhe ,diventava ogni giorno più acuta per l'intero esercito dei Balcani, ridotto per i rifornimenti a contare soltanto sulle salmerie giacchè la maggiore parte dei carreggi erano rimasti arenati fra Loznica e Zatùaka; nè la strad ' a di Sabac portava sufficiente sollievo.
Il XV Corpo iniziò la battaglia il mattino del 21 attaccando in direzione di Bacinovac; 'il XVI puntò con due divisioni sul M aljen, prendendo contatto col nemico il giorno successivo, mentre la 18& D iv. &i dirigeva al passo di Kozomor.

Il mattino del 21 la Div. Dan. I fu cacciata dal Madnik; nel pomeriggio cadeva Bacinovac .
Il generale Mìsic non aveva riserve; la Div. Tìm. II , come si è visto, non era più passata alla sua armata. Nelle prime ore del 21, mentre la situazione si faceva critica il C. S. aveva assegnato alla I A.
L a solita mancanza di riserve costringeva a vere acrobazie per far fronte alle urgenti necP..ssità della battaglia (r); e costrinse il generale 'Misic a rinunziare ad un div i sato contrattacco per riprendere almeno Bacinovac, giacchè il comandante della Dan. II osservò che non era possibile contrattaccare senza un forte numero ,di battaglioni freschi e .fidati . « N on si poteva far calcolo sulle sue truppe perchè, oltre ad ess ere poco fidate, er ano anche moilto stanche».
Il Misic decise allora di inflettere la fronte dell'armata : mantenendo a ,destra le posizioni tenute dalla Div, Mor. II sul Ljig ed a sinistr a il Maljen, ripiegare il centro, cos t ituito dalle divisioni Dan. I e II e dal Dist. di Rogacic a, sulle pos izioni di R ajac e ',Suvobor. « Su questa fronte più raccolta - diceva il suo or.dme ,__ si arresti con dik.s-a ad o ltranza l'avanzata del nemico per passare nel momento pro· t)izio, con opportuna manovra, all'offensiva ».

La &cisione del generale Misic non fu accettata con soverchio entusiasmo dal C. S . , il quale avrebbe voluto dhe sulla 1Kolubara e sul Ljig si ·stroncasse definitivamente l'attacco nemico. Di più le nuove posizioni della I A. erano forse peggiori delle precedenti; permettevano di costituire tre forti capisaldi, a Gukos (collegamento con la III A.) al Suvobor ed a Maljen , ma riuniti da sottili creste sulle quali l'at:soluta mancanza di profondità rendeva ,difficile la manovra dei rincalzi. L'artiglieria da ·campagna, di cui quasi esclusivamente disponeva la I A., non poteva :seguire le fanterie e le posizioni accessibili era- no solo in profondità .delle ·poche strade, da idove non era sempre possibile cooperare seriamente alla difesa .
(1) Il Putnik aveva in un ordine d el 17 novembre fatto rilevare come la mancanza di riserve e gli schieramenti uniformi di tutte le for ze sulla fronte fossero cagione precipua dei rovesci. r.ubiti. Il sistema portava alla difesa passiva, mentre l'unico mezzo per il successo si doveva cercare nell'attività, espressa dalla manov rai, la, quale non si potevai compiere senza .riserve.
Concetti giusti; cui però contravveniva per primo lo stesso C. S. con i suo.i. l unghissimi schieramenti lineari che tutto volevano coprire, restando esso stesso scnrza riserve. Era poi ben difficile metterli in atto in un momento cooì delica,to senza togliersi dal contatto wl nemico e raggruppa r si su J)OSÌZion i meno estese.
Unico vantaggio la poca percorribilità per l'attaccante ·ed il granç{e manta di neye, la quale, se rendeva disagiate le con.dizioni del difensore, rendeva peggiori quelli degli Austro-ungarici, per i quali difficili erano i movimen ti e problematico l'impiego dell'artiglieria .
Ma il Putnik ,dovette accettare il fatto compiuto; il Misic, di fronte al pericolo di vedere irrimediabilmente battuta l'armata sulle posizioni di Bacinovac dove qualche reggimento aveva dato prova di scarsa combattività, aveva voluto gua,dagnare tempo e spazio e schie· rarsi in gu isa da avere sottomano una riserva evitando così di dover continuare nella difesa statica.
La manovra di rip iegamento non potè effettuarsi con la desiderata tranquillità; il nemico, benchè molto ostacolato dal terreno, continlJÒ a premere energicamente.
PROGETTO DI CONTROFFENSIVA DEL PuTNIK. - La situazione il 22 novembre divenne preoccupante al saliente di Covka. La 9"' Div. a. u:., conquistata l'estremità occidentale de.I saliente, cercava di allargare la falla; la 21a Sch. premeva verso Lazarevac; da sud il XIII Corpo puntava su Zupanjac e Dudovica, mentre le sue artiglierie da Papeljevac rendevano .impossibile la vita nel saliente.
La Div. Mor. I resisteva a gran fatica; il ·suo comandante temeva di essere travolto da un momento all'altro (1). Più ferma la difesa delle divisioni Drin. II e Mista a cayallo di Dudovica.
Tutto ciò mentre la I A. era stata respinta, e !e forze nemiche contro di essa diventavano ognora più numerose, giacchè cominciavano ad affacciarsi :sulle alture anche le truppe del XVI a. u ..
(1) Il comandante deUa III A. scriveva la sera del 22 ml C. S. che sulla fronte della Mor. I vi erano molti c;;&i di diserzione: « stanotte $\ sono arresi due plotoni in aYa.mposti; nello stesso tempo h an.no disertato due sottufficiali e 17 soldati di un reparto di sicureZ?,a. Il comandante del 1° reggimento fanteria è stato costretto a sostituire una compagnia agli avamposti pe.rchè non situira. Tutta 1lascia comprendere che questo avvenga secondo u;OJ piano determinato ».

In fondo però ]e c05e andavano realmente male soltanto per la I A . ed al punto di giunzione fra la II e la III. Quest'ultima resisteva abbastan.za bene da Zupanjac a sud; la II A. aveva sinora avuto ragione degli attacdhi nemici a nord di Lazarevac.

Il Putnik, che yoleva evitare un ulteriore arretramento ed il conseguente sgombero di Belgrado, pensò che soltanto un'azione controffensiva della II e ddla II I A. avrebbe potuto migliorare la situazione al Covka ed all(ìggerire la pressione del nemico sulla I A .. Il morale più sollevato di alcuni elementi della III per il successo di Dudovica gli faceva sperare di potere, se non altro, imporre un tempo di arresto al nemico ed avere un po' di respiro per riposare le truppe e riordinarle.
Ordinò pertanto il 22 novembre (ordine n . 8887 op .):
- che l a I A. si difendesse sulle nuove posizioni;
- la II A. attaccasse dirigendosi sulla fronte Ub-Slovac, e la III puntasse fra la confluenza Ljig-Kolubara e Mi onica;
- il Corp o ·di Uzice con la D iv . Sum. 11 operasse da Razana verso nord-ovest su l fianco destro e :sul t ergo del nemico che attaccava la I A.
I preparativi dovevano essere attuati nel più breve tempo. Il C. S. avrebbe stabil ito il momento ,d'.i inizio dell'attacco.
L 'ordine rispondeva a d un concetto teoricamente giusto ed aveva più che altro una base morale - evitare il proseguimento di qna difen siv a statica - e politica, ri sparmiare la caduta della capitale. Ma;trava però ch e non v'era nel C. S. un'idea abbastanza chiara delia 1dislocazionc delle forze avversarie e predisponeva un'avanzata lineare con obbiettivi puramente frontali, fatta eccezione dell'operazione affidata alla Sum. II, invece di raccogliere un buon nerbo di forze e fare ,decisamente irruzione su di un punto - per es . dal saliente di Covka -, i l che solo avrebbe perme:sso di sfondare la l inea dell'attaccante e sconvolgerne realmen'"te i piani.
Un contrattacco con le forze cooì diluite minacciava di lasciare il tempo che trovava.
L'accoglienza fatta dai comandanti di armata all'ordine del Putnjk fu in ragione inv,ersa del compito da ciascuno ricevuto.
Il comandante della I A ., dhe av.rebbe dovuto mantenere atteggiamento .difensivo, imbastì subito un contrattacco; che poi però non potè atti.lare. .

I comandanti della II e ·della III A. si mostrarono recisamente contrari.
Il generale Stepanovic riteneva che una controffensiva non bene preparata potesse ~olo peggiorare la già critica situazione; la preparazione non poteva eseguirsi in poco tempo, come voleva il C. S. specialmente per .il passaggio della Kolubara dì fronte al nemico, operazione che avrebbe presentato ai Serbi le stesse difficoltà colle quali erano da lungo tempo alle prese gli Austro-ungarici. Mancavano poi, come al solito, gli equipaggj .da ponte dì cui soltanto una parte era ad Arangjelovac. ProS!pettava poi altresì, lo Stepanovìc, le condizioni morali delle truppe sulle quali non credeva di poter fare soverchio affidamento: yi erano stati nelle •divisioni ,della sua armata casi in cui i soldati nascosti nei ricoveri non ne erano usciti per operazigni locali neppure sotto la minaccia delle armi .
Analoghe difficoltà affacciò il generale Jurisic Sturm per la III A.; egli già il 2 1 noyembre, quando aveva ricevuto dal voivoda Putnik il preavviso 'Cli p,reparare la controffensiva, ayeva obiettato che la piena del Ljig ne rendeva impossibile il passaggio senza ponti; che l'operazione sarebbe stata lunga e difficile ed avrebbe richiesto grande impiego di munizioni per artiglierie che ancora scarseggiavano; dhe in caso di insuccesso un sollecito ripiegamento dietro il Ljig ed attraverso le strette montane sarebbe .stato difficile per tutti ed impossibile per i carreggi, con la conseguenza di più profondo scoraggiamento per le truppe.
Non doveva essere agevole l'azione di comando del Putnik; 'i suoi or,dini però troppo :spesso erano precipitati e, poggiati più che altro su elementi morali e politici, astraevano dalla realtà della situazione.
Anche questa; volta le osservazioni dei due comandanti d 1 arrnata sulla mancanza dei mezzi necessari e sulla necessità .di una buona organizzazione preventiva rrs;pecchiavano la realtà. M a non è men vero che le condizioni, salvo per quanto riguarderà il mun izionamento, non saranno migliorate dj troppo neanche quando la controffensiva sarà sferrata per iniziativa d'i uno dei comand anti di armata; e riu. ' sc1ra.
Il Putnik però insistette: « L 'unica via d'uscita da questa grave situazione è il passaggio genera le ali' offensiva ed al più presto, altrimenti potrebbe essere troppo tardi >> (ordine 6935 .del 23 novembre).

Aggiungeva ancora il 26 novembre, mentre si stavano compiendo i preparativ i sotto la pressione sempre più incalzante del nern ico: « La manovra strategica prevista nelle direttive n. 6887 sembra sia d'importanza decisiva e l'unica che possa salvarci; la .difensiva ci porterà all'insuccesso » .
Al comandante della II A. poi, il Putnik faceva presente che un passo per agevolare l'offensiva generale ordinata si sarebbe compiuto cacc iando il nemico da Konatice e da Stepojevac per mezzo .delle truppe del Dist. di Obr enovac e della ·Div. Cav. aiutate, ove necessario, da clementi ,della II A.
" In tal !modo -.- ripeteva ancora il Putnik - verrebbe creata anche alla Il A. la possibilità di ricacciare oltre la Kolubara il nemico che le sta di fronte, e di agire ulteriormente nello ·spirito delle direttive n. 6887: l'unico modo di salvarci nell'attuale situazione».
I preparativi di questa progettata offensiva della disperazione furono iniziati e svolti con grande len tezza, I comandanti della II e III A. obbedirono, ma non ,con soverchio entusiasmo.
Gli avvenimenti intanto precipitarono, specie sulla fronte della i A. e ne resero impossibile l'esecuzione.
Ancora una volta il Comando Supremo serbo dovette ~dere ai com andanti di arm ata, ,cui i fatti finirono per dare ragione.
Il Putnik vedeva giustamente nella controffensiva l'unica pos\i bilità .di giocare con qualche probabilità di successo l'ultima carta per la salvezza della Serbia. Vi era forse anche spinto dalle notizie dell e difficoltà entro le quali si dibattevano le armate nemiche. M a quella che egli chiama manovra non era che un'avanzata generale , enza alcun concetto informatore, all'infuori di quello di anda re avanti; ed era in verità un po' troppo poco, mancando di riserve con le muni zioni ancora scarse e con l'esercito disteso su lung a fronte, per sperare in un successo contro un avyersario sin a llora vittorioso.
Lo SFONDAMENTO DEL CENTRO SERBO - Il 22 novembre le due annate a . u. erano tutte in azione ed in pieno.
Fu allora ancor più chiaro che non si trattava :di proseguire un inse gttimento. Sull a K o lu bara, sul Lj~g e sui monti e.be contornano a sud-ovest la -conca di Arangjelovac, si era impegnata una seria batt aglia; l'esercito serbo non pareva affatto disposto a farsi scacciare co~ì facilmente dalle forti posizioni sulle quali era schierato. 'E si moiòtrava tuttora combattivo nel suo insieme, anche se su qualche punto avvenivano improvvisi ,cedimenti .

Le direttive del Potiorek del 18 novembre, volte alla prosecuzione dell'inseguimento, non si a ttagl iavano troppo alla nuova situazione, Questa mostrava che, prima di pensare all'investimento di Belgrado, v'ern ancora 1da fare i ,conti col nemico, che era stato sinora vinto ma tutt'a ltro che .domato.
L o sforzo richi esto alle truppe a . u. diventava ora sove rchi o : esse erano chiamate subito ad ingaggiare un a nu ova battaglia dhe si prospettava molto dura; dovevano poi proseguire se n za inter ruzion e sulla capitale nemica.
Sarebbe già stato un grande successo quello di assicurarsi la destra del la Kolubara, in guisa da permettere il funzionamento della ferrovia; in un secondo tempo, r imesse le ar ma te in efficienza, prosegu ire le operazioni. T anto più che vigeva sempre la nocessità di evitare un altro scacco su l teatro di guerra serbo.
Il P otiorek era però sempre lontano dal campo di battaglia e non aveva degli avvenimenti e dello stato ,d elle truppe e dei serviz i che una sensazione riflessa. E lo stato degli u omini era ta le che, se poteva sino ad un certo punto essere momentaneamente trascurato di fr onte ad un nemico in fuga, non poteva certo essere tenuto in non cale quando si trattava di affrontare yna nuova battaglia.
Anche l a vi t toria avrebbe potuto trasformarsi in una vittoria di Pirro.
Ma sulla opportunità di proseguire l'attaoco a fondo nella situazione prospettatasi il 21 ed il 22 novembre, il Potiorek non potè prc>· nunziarsi. Proprio in quei giorni egli trasferiva la sede di comando da Tuzla a Koviljaca, ed ,aveva dovuto seguire la via di ·sabac perchè quella diretta, per Zvornik, era impraticabile. Fu perciò irreperibile per quasi .due giorni.
Non si comprende, in verità, la ragione dello spos tamento. Da K ov.i ljaca, per le condizioni delle strade, gli era altrettanto impossibile, come da Tuzla, mettersi a contatto diretto con i comandanti di armata e <li Corpo d'armata; e se le relazioni dovevano continuare ad essere semplicemente telefoniche tanto valeya restare al di là della Dri na .
In sua assenza i comandanti si attennero alle ,d irettive del 19; a c;era del 22 anche il XV cd il XVI Corpo erano id i nuovo a stretto contatto col nemico, e l o attaccarono~

Il Potiorck, conosòuta la sera del 22 la nuova situazione, lasciò proseguire le operaz ioni come erano avviate.
Il 23 novembre la battaglia si sviluppò in pieno su tutta la fronte.
L'ala sinistra della 5• A., pur avendo superata la Kolubara e la Lukavica non riusd a procedere oltre Konatice e Stepojevac. La Div . Cav. serba, rinforzata da elementi della difesa di Belgrado, resistette validamente; la Div. Sum. I concorse, contrattaccando, e respinse più a sud la 1 Div. e elementi della 21• Sch.
Sull'estremo meridionale il XVI Corpo, dopo aver sostenuta una lotta accanita il 23 novembre, mise il giorno successivo in serio pericolo i difensori •del Suvobor conquistando l'altura di Maljen . La I A. resistette per l'energica azione personale .del generale Misjc, dhe dovette però chiamare in soccorso la DiY . Sum. II 'ciel Corpo di Uzice, la quale , già diretta sulla direttrice Razana-Valjevo deviò verso nord puntando sulle alture 'immediatamente a sud del Maljen, Restò così libera alla 18' Div. a. u. la stra·da pel Kozomor ad Uzice, e ne nacque una seria minaccia non solo per la sinistra della I A. serba ma anche per il tergo del Corpo di Uzice. Il generale Aracic fu costretto, per coprire la val Morava, ad abbandonare Uz'ice ed a ripiegare su Poi:,ega; si schierò immediatamente ad ovest di questa località, a cavallo della rotabile Uzice-P ozeca-Cacak.
Mentre la manovra del XVI Corpo metteva in imbarazzo la I A. ed il Corpo ,di Uzice, gravi avvenimenti maturavano anche al centro dello schieramento serbo, c09Ì da rendere sempre meno probabile la controffensiva vagheggiata dal P utoik.
Il 25 novembre l'intero saliente del Covka cadeva in mano .della 9& Div. a . u. Dieci giorni erano durati i combattimenti su quella. località, che i Serbi avevano ·difeso con grande tenacia.
Alla fine la Div. Mor. I fu travolta; la sua pertinacia, non ostante qualche episodio .di rilassamento in piccoli reparti, era costata al nemico la perdita di circa 3300 uomini fra morti e feriti; logoramento · assai superiore a quello degli stessi Serbi che avevano combattuto sul Covka~
·La minaccia, nel punto di sutura delle due annate serbe, era_ particolarmente grave per la III che vedeva in pericolo tutto il suo sclùeramento sul Ljig; essa doyette ripiegare trascinando anche l a sinistra della II A.

Il successo austro-ungarico a Covka annullò i preparativi per la esecuzione della controffen:siva ordinata dal Pu tnik.
Mancò però da parte austriaca, qualsiasi accenno ,di sfruttamento del successo. <e La forte stanchezza ed il cadere dell'oscurità - dice la R . A. - fecero mancare l'inseguimento».
Si verificava qu:ello che, per mesi ed anni, è acca.duto su tutti i t eatri di guerra. L'attacco, non organizzato in profondità, non aveva possibilità di procedere rapidamente oltre le prime posizioni conquistate. L a sottile linea degli attaccanti poteva, al massimo, arrivare a sopraffare la linea .dei difensori e sostituirsele nel materiale possesso • del terreno; ma non aveya elementi capaci di penetrar.e nel vivo della difesa e di ma novrare per arrivare al successo reale e completo.
L A I ARMATA SERBA si SOTTRAE ALLA DISTRUZIONE. - La battaglia doveva decidersi sulla fronte della I A. serba.
Sino al 29 novembre, infatti, la situazione non variò :sulla Kolubara. Un contrattacco della Div. Cav. serba, r,inforzata •da 18 battaglioni dj fanteria, inchiodò il 26 novembre a Konatice la 29" Div. a. u.; ma senza riuscire a scacciamela. Un secondo contrattacco del 28 novembre, pure a Konatice, condotto dalle stesse unità serbe con l'aggiunta di un reggimento fresco· proveniente ,da Belgrado, provocò grave disordine fra gli Austro-ungarici ma potè, se pure a fatica, essere contenuto; ridusse però la 29"' Div. in condizioni ,da non tentare ulteriori attacchi.
Migliorava così la situazione della II A. poichè il Corpo misto era costretto a sostare.
Contro la nuova fronte arretrata della III A., l'VIII ed i l XIII Corpo procedevano a lenti passi con la conquista di posizioni avanzate e ,di. elementi di trincea; il loro attacco era tutt'altro che travolgente.
Sempre più grayi. erano invece le con-dizioni della sinistra serba.
Le unità ·del Corpo di Uzice, sparse su larga fronte, duravano grande fatica, sotto la ,pressione dei primi. elementi del distaccamento Snjaric e la minaccia della 183 Div. di :s.epararle dalla I A., a portarsi sulle nuove posizioni ·di Pozega e si disor.dinavano sempre più; intanto il Putnik premeva sul generale Aracic perchè, « mediante attiva avanzata >> evitasse l'avvolgimento del Gruppo del Suvobor cui si accingeva il XVI Corpo a. u. padrone del Maljen.

La I A. ve.deva volgere al termine la sua capacità di resistenza.
L e ·divisioni Drin. I e Mor. II avevano dovuto retrocedere dal Ljig; la stessa Mor. II, dhe sin allora era stata il miglior elemento del!'armata, vacillava . La Dan. I era strettamente avvinghiata dalfe brigate da montagna 3"', 6a e t che ne avevano già forzato il centro e rujnacciavano di sfondarlo. La Dan. II sul Suvobor era accerdhiata da tre lati da sei brigate -da montagna e vedeva fortemente minacciata da altre due la strada che da l Suvobor conduce a Cacak; un più largo aggiramento si profilava più a sud, 1da parte della 18" Div. a . u .
Già la :sera del 26 novembre j] Putni k, dopo aver visto svanire il progetto di controffensiva, aveva dovuto prospettarsi l'eventu alità di un nuovo ripiegamento in seguito aUa minaccia nata dalla perdita del saliente di Covkai Egli però inten.deva lasciare la sinistra sulle pos.izioni attuali, così da tenere il nemico lontan o dagli accessi di sud e di sud -ovest alla conca di Arangj elovac; arretrare la III e la II A. col1'egando quest'ultima con le truppe della difesa di Belgrado le quali, abbandonando la capitale, si sarebbero schierate circa 30 km. più a sud.
In particolare: la I A. doveva mantenersi sul Suvobor, arretrando :soltanto le ali; jl Corpo d i Uzice avrebbe sbarrato la strada UzicePozega . L a III e la II A. si sarebbero schierate sulle alture ad occidente della strada Gro. Milanovac - Belgrado.
Il Dist. di Obrenovac ,e le truppe della difesa di Belgrado, fronte a nord, fra Sibnica e Varovnica (or.dine del C . S . n. 7194 del 26 novembre).

Queste direttive dovevano avere esecuzione solo in caso estremo. Lo schieramento da esse previsto lasciava proiettata avanti la sinistra, che era la ,più minacciata e la più premutai Per allontanare dalla Morava il nemico, finiva per favorire la manovra di aggiramento che il .XVI a. u. stava appunto tentando. Era inoltre evidente clhe la I A., le cui tristi condizioni erano ben conosciute, non avrebbe potuto durare a lungo sul Suvobor senza un conveniente rinforzo; nè il Corpo di Uzice nella zona di Poi.ega. E di rinforzi non era neppure il caso di parlare.
Anche questa volta l'iniziativa d'ei comandanti •di armata finì con l ' imporsi ed il Putnik dovette modificare lo schieramento.
E fu probabilmente l a salvezza della Serbia.
La pr05ecuzione delFattacco del XVI Corpo, il quale agiva con continuità ed energia a rnalgra.do dell a :stanchezza delle truppe, res \ il 28 novembre oltrtmodo critica la situazione della I A .. Il generale Misic ritenne impossibile una ulteriore permanenza sul Suvobor senza correre il rischio di essere annientato.
In una conyersazipne t elefonica dello stesso giorno ed in un :s.ucces.sivo telogramrna pr05pettò chiaramente al C. S. l o stato delle cose ed il suo pensiero.
L a Djv. Drin. I ripiegava; era premuta tanto da presso e talmente :scossa che difficilmente si sarebbe mantenuta . L a Mor. II, in migl iori condizioni, ne seguiva il movimento.
Le Dan. I e Dan. II, a cavallo del Suvobor, erano quasi accerchiate, con le truppe decimate dalle perdite e stanchissime.
« A causa .della nebbia e dei deboli quadri le truppe si ·disperdono notevolmente >>, affermava il comandante deUa D an. I , i cui battaglioni erano sparsi per le gole della montagna . E:d il comandante della Dan. Il : « Il mantenimento delle posizioni .di Suyobor è impossibile. E' dubbio :se le nostre truppe potranno domani ripiegare se rimangono stanotte sulle attua! i p05izioni » .
Il Misi.e ritenne perciò indispensabile un ripiegamento immediato; ripiegamento profondo così ,da perdere il contatto col nemico, arrivare nelle migliori condizioni di efficienza sulle nuove posizioni ed avere effettiva possibi lità di riposare e di rifornir.si prima di affrontare nuovi combattimenti.
La posizione scelta dal M.isic era sulle alture del Rudnik, con l'ala destra alquanto più arretrata della sinistra della III A.
La discussione fra il Mis,ic e il Putnik fu tempestosa; i l C apo di S. M. non voleva sentir parlare di arretramento e tanto meno di uno così profondo db.e porta""va la I A. molto più indietro di quanto egli avesse previsto. Il Mi sic, che pare avesse già dato ordini per il ripiegamento quando fece noto il suo punto di vista al C . S. ,declinò ogni responsabilità e minacciò di dimettersi.
Il Putnik cedette. La sua situazione non doveva essere troppo ;ornoda ·di fronte, a comandanti di armata che, pe r turno, gli prenilevano la mano, ed ai quali poi la realtà dei fatti finiva per dare i l più 1c:felle volte ragione .
L a notte del 29 novembre il grosso dell'esercito serbo ripiegava sulle posizioni indicate nell e di rettive del 26 dal C. S., meno la I A . che s-i portava su quelle sc elte dal -suo comandante, collegandosi a Rudnik con la III e sul torrente Ce rmenica col Corpo di Uzice, che era stato ar retrato a.d oriente di Pozega in seguito all a variante avvenuta n ell o schieramento della I A.

Il movimento della II A. fu ritardato sino alla sera del 29, giorno in cu i fu abbandonata Belgrado.
Il ripiegamento fu, questa volta, ben predisposto e bene eseguito da tutte le armate; queste, protette da forti retroguardie si sottrassero dal contatto col nemico e si schierarono, senza soverchie perd ite dj uomini e <li materiali, sulle nuove posizioni,
IL CoMANDO SUPREMO sERBo nopo IL RIPIEGAMENTO DALLA KoLU · BARA. - A questo punto il Putn ik non aveva più un piano.
Tutti j suoi propositi di resistenza ad oltranza sulle varie posizjoni prescelte erano stati infranti: sulla Drina; a Valjevo; sulla Kolubara. Tutte le controffensive sfumate. Ancora una volta era ricominciata la triste odissea di una ritirata dopo una battaglia perduta. Dell'esercito avversario egli conosceva, per le notizie fornite dai prigionieri, le non buone condizioni logistiche ed aveva sperato trame profitto portando le armate serbe al contrattacco. Or a non solo non aveva più fiducia sulla possibilità di una controffensiva ma neppure vedeva possibile una seria resistenza sulle nuove posizioni.
La sua comunicazione ·del 29 novembre al Ministero della Gucr ra mostra chiaramente il suo stato d'animo (1).

Dopo aver accennato alle operazioni ohe avevano costre tto I e III A. al ripiegamento, da cui era nato anche quello delle altre truppe, aggiunge: « Sulla nuova linea difensiva della I A. e dell'armata di Uzice , le nostre truppe per l a gran'de spossate.zza, le forti perdite ed i deboli effettivi, non potranno offrire al nemico una lunga resistenza. Singoli reggimenti non hanno più .di 6oo fucili.
« La caduta di questa linea è da attendersi fra alcuni giorni al ma.rsimo .
« Con la caduta di tale linea il nemico penetrerà nella valle della _ Morava occidentale e con ciò verrà compromessa anche la difesa eventuale 'Cli Kra g uj evac.
« Oltre a ciò l a II A. ed i l dis taccamento di Obrenovac saranno costretti ad un ripiegamento affrettato per difendere un'ulteriore penetrazione d-el nerruco nella valle della grande Morava.
« Belgrado deve essere abbandonata e con ciò sarà impossibile la difesa di tutta la linea del Danubio e si dovrà abbandonare la Serbia settentriona le.
« Nel far pervenire questa cQ1?1tlinicazi(lf}.e, prego di fare i parsi f'iÙ attivi e più energi.ci per altleggerire per via diplomatica qw:sta nostra grave situazione. E' particolarmente necessario che si possa attendere fra alcuni giorni l'entrata in guerra della Romania oD'de conservare sino a tale momento la destra del Danubio».
Non è necessario :spendere molte parole per dimostrare cccne ogni speranza si fosse ormai dileguata nel C. S. serbo. Non che nutrire ancora propositi controffensivi il Putnik non riteneva neppure possibile la resistenza; la mancanza di fede ·sulle possibilità combattive dell'esercito, momentaneamente cosl menomate ai suoi occhi, fa si che non si possa vedere neppure in questo ultimo ripiegamento un meditato atto di manovra per prendere lo ·slancio e poi ripartire alla controffesa.
E' sintomatico l'invito rivolto al governo di alleggerire per via d iplomatica la grave situazione dell'esercito serbo.
A quale scopo poteyano tendere gli invocati passi diplomatici?
Le operazioni dei Russi volgevano in quel tempo favorevolmente.
L'accerchiamento della 2& A. russa a Lodz da parte della 9"' tedesca era stato sventato ,dalla pronta manovra della I A. e dalla cavalleria russ.a, ed i T edeschl costretti a ripic;gare. Il contemporaneo attacco portato dalle armate austro-ungariche nella Polonia meridionale si era esaurito a nord di Cracovia ed i Russi erano ,rliventati minacciosi a sud della Vistola avaoµndo oltre il Dunajec; già si profilava la po.s,sibilità per l'impero danubiano di subire una parziale invasione dell'Ungheria. Ma per quanto favorevoli fossero le condizioni dei Russi non erano tali da indurre i Serbi a sperare in un sollecito soccorso, nè da far ritenere vicino l'intervento della Romania, la quale stava ancora a vedere.
Era invece presurrubile che l'esercito austro-ungarico dei Balcani cercasse al più presto di finirla con i Serbi per essere disponibile per l'invio sulla fronte russa.

In Francia si riteneya allora, e lo si diceva apertamente, che la Serbia avesse finito di esistere: almeno per il momento.
E questo era probabilmente anche il pensiero del Putnik che, dalla sfiducia nei mezzi a sua disposizione per continuare la lotta, fu indotto forse a pensare che soltanto trattative con lo stesso nemico avrebbero potuto evitare il collasso finale.
L'ESERCITO DEI BALCANI DOPO LA BATTAGLIA. - Le armate del Potiorek non erano sopra un letto di rose.

Il mattino del 29 novembre jl XIII, il XV e XVI Corpo trovarono sgombre le posizioni già occupate dai Serbi. Combattè ancora la 5• A. ,durante la giornata contro le divisioni dd generale Stepanovic rimaste sul posto, ma a sera anche la II A. serba ripiegò insieme col distaccamento di Obrenovac (I), mentre le truppe della difesa di Belgraclo risalivano a loro yolta verso Varovnice ed il Kosmaj. Ancora una volta l'esercito s,erbo, vinto, abbandonava la lotta; ma gli Austro-ungar ici non erano in grado di sfruttare il successo. La vittoria i nattesa li meravigliò, dopo gli strenui combattimenti dei giorni precedenti; e ,deluse probabilmente il Poti orek che vedeva sfuggirsi il nemico senza avergli inflitto una vera disfatta.
La yalle della Kolubara, con la piena disponibilità della tanro sospirata ferrovia, erai in mano delle armate dei Balcan i. L a occupazione .di Belgrado non lontan a.
Le truppe erano però ormai << all'estremo limite tlelle loro possibilità di rendimento; le iprovviste di munizioni eis'clurite, l a calzan1ra in condizioni deplorevoli, l'artigheria priva di cavalli da tiro, fl vettovagliamento scarsissimo» (R. A.).
Gravi altresì le condizioni dei reparti per la rapida dimjnuzione degli effettivi. « I battaglioni erano ormai ridotti a ccmpagnie. Af-
(r) Anche questa volta si verificò che, mentre la II A. aveva già abbandonato le posizioni, il Disc di Obrenovac non aveva IIleppure ricevuto ordii.ne dn ripiegare. Era stato. . . . dimenticato !
Sola per le particolari e difficili condizioni delle divisioni del Corpo misto del Krauss, che tardò a muovere, potè salvarsi. I' fluivano bensì formazioni di marcia, se pur non abbondanti; ma, date le ristrettezze in patria, esse giungevano prive di armi e di equipaggiamen to e bisognava quindi trattenerle a Peterwardein fìnchè non si fossero raccolti oggetti ed armi ·dei morti e degli ammalati » (R. A.).
Aggravava le condizioni l'imperversare continuo cli pioggia e di neve. Le truppe della 5• A. vivevano sulla Kolubara in veri pantan i, quelle •della 6" fra la neve alta ed il gelo.
In questa situazione e quando non si 1:rattava più di inseguire il nemico, il quale certamente avrebbe presentato nuoye e strenue resistenze costringendo ad impegnare un'altra battaglia, le direttive del Potiorek del 19 novembre non erano più intonate al momento.
Si prospettaya inoltre, data la situazione sul fronte orientale, la opportunità .di r isparmiare le forze di cui si sentiva grande necessità sui Carpazi per oppo:rs,i al dilagare d ella marea russa.
Un energico atteggiamento difensivo, clhe avesse consentito il sicuro possesso della val Kolubara e permesso di rimettere in esercizio la ferrovia, sarebbe st'ato i:) più conveniente id!i fronte alla nuova situazione; tanto più che la ferrovia Obrenovac-Valjevo, per la quale occorreva non solo riparare le interruzioni e ric05truire qualche ponte ma anche far yenire il maiteriale d'esercizio dall'interno della monarchia (I), aveva ancora bisogno di aktmi giorni di lavoro: presumibilmente non sarebbe stata pronta a funzionare prima ·del 3 dicembre.
Soltanto quando la ferrov ia fosse stata i n esercizio, e dopo qualche tempo, i servizi avrebbero potuto essere assicurati e le truppe riacquistato il grado ·di efficienza necessario per riprendere 1~ operazioni.

Ma in questa campagna, che dal lato operativo si presenta come una manovra <li gradevole aspetto, non sj è tenuto conto dej serv1izi : nè. nella scelta della direzione di attacco nè nd pr05ieguo delle operazioni, durante le quali le strade non hanno permesso di funzionare al servizio ·dei trasporti, che tutti gli altri integra.
Lo stato delle truppe, provocato più che dai disagi dalla clisorganiz;iazionc dei servizi, non era però ancora ben noto al coman- dante dell'esercito balcanico. A Koviljaca, come già a Tuzla, il P otiorck era isolato, in una torre d'avorio, :senza possibilità di vedere mai nulla di quanto accadeva sui campi di battaglia e nelle retrovie; senza possibilità di parlare con nessuno, Le relazioni dei comandanti inferiori erano ritenute esagerate, anche perchè le lamentele sullo stesso terna si ripetevano dal passaggio dell a Drina in avanti, mentre poi era stato 1sempre possibile operare .
(1) La linea: era. a scartament'O ridotto, ·ed i Serbi ne avevano asportato aa:rri e locomotive.
Ed anche i comandanti di Corpo d'armata non si rendevano probabilmente esatto conto dello stato delle truppe. I generali Appel e Wunn avevano .infatti la sede a Valjeyo, sicdhè non troppo frequenti potevano essere i oontaitti con le divisioni di prima schiera, specialmente ora che queste si erano affacciate 1SU1la displuviale fra Kolubara e Morava.
Ne nasceva che i yari ccmandantii erano assorbiti completamente d:alla situazione tattica e da quella , strategica, a scapito di quella logistica. Entusiasmati inoltre e tratti al più elevato ottimismo dai continui successi, ritenevano ormai che quaLsiasi cosa fosse possibile anche a costo idi nuove privazioni e sofferenze, con ,truppe che si erano mostrate di così elevato rendimento~

Furono forse elementi dèl genere che indussero il Potiorek a proseguire per mettere definitivamente fuori causa l'esercito serbo. Ambedue gli avversari erano materialmente a terr a, gli Austro-ungarici avevano a loro vantaggio il morale elevato dai sm:cessi.
Il Potiorck puntò decisamente sul morale, tanto più dhe appariva vkino il momento in tui le privazioni materiali sarebbero cessate.
Fu errore? Per quanto gli avvenimen6 possano dire di sì, neppure i ... posteri potranno rispondere all'ardua domanda.
La decisione, in manenti del genere, ·dipende da fattori psicologici che la critica non può indagare e tanta meno valutare.
Si può :soltanto affermare che anche quando il vento della *tuna soffia completamente a poppa, non si deve mai dimenticare che l'uomo è di carne e di ossa, e che il mor ale più elevato può repentinamente stroncarsi eh fronte ad un eccesso di p rivazioni.