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LA PREPARAZIONE POLITICO-MILITARE

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ALLEGATI

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Ed I Piani Di Guerra

AusTRIA-UNGHERIA E SERBIA NEI BALCANI, - Impero danubiano e regno di Serbia prevedevano, e consideravano, un conflitto; nel quale soltanto le contrastanti aspirazioni e gli interessi violentemente discordi potevano trovare soluzione.

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L'Austria-Ungheria, respinta .dalla confederazione germanica nella quale aveva a lungo avuto peso preminente; privata <li gran parte dei possedimenti italiani; nm più padrona nell'Adriatico; premuta ad oriente dalla Rus sia che le rendeva .difficile il possesso della Galizia e della sua parte di Polonìa, non vedeva altra via d'espansione che nei Balcani,

La multiforme e varia popolazione delle province .dell'impero da tempo mostrava coi vari emerga.::iti nazionalismi non essere più sufficiente cemento il vincolo dinastico. Potevano ancora esserlo quelli economici, industriali e commerciali, favoriti dalla posizione geografica dell'impero; ma perchè fossero solidi era necessaria una via aperta e sicura verso i nuovi mercati dell'oriente dhe 'SÌ offrivano al traffico europeo.

La via attraversava i Balcani. La Serbia la sbarrava. Non era possibile attrarla nell'orbita dell'impero; solo ìl .dominio politico diretto o indiretto, avrebbe potuto domarla.

Su quella,via l'Austria-Ungheria era sospinta altresì dall'impero gennanìco, che alla diretta comunicazione con l'oriente guardava come ad uno ·dei mez~i perchè il sogno .cli egemonia ·sul mondo maometta,110, mezzo di lotta potente contro l'impero inglese, potesse tra· dursi in realtà; sarebbe stato un buon passo verso l'egemonia mondiale clella razza teutonica; la filos ofia razzista era già allora in auge.

Nè spiaceva alla Germania allontanare <lal suo impero i l centro di gravità dell'antica dominatrice della confederazione, della naturale alleata <legli stati cattolici del sud; che era d'altra parte necessario favorire per averne sicuro appoggio nelle n on improbabi l i lotte in Eur opa .

Di fronte al secolare impero danubiano cui l 'egemonia già esercitata in Europa attribuiva una poteoza superi ore a quella reale, si ergeva il piccolo regno di Serbia, che, in un periodo in cui il nazionali smo era spinto agli estremi, si atteggiava a « Piemonte » balcanico.

Scosso di recente il giogo turco; tornata la dinastia dei Karageorgevic che lllC aveva guidate le prime lotte per l'indipendenza, non poteva la Serbia non aspirare alla liberazi one dei connazionali di Bosnia-Erzegovina; sarebbe stata l'ascesa del primo gradino sulla lunga scala dai panserbisti protesa verso lo slavismo_.

La definitiva annessiooe di quelle due province all'impero da· nubjano, che 1J.1el 1908 sanzi onò giuridicamente uno stato di fatto creato nel 1878 a danno della Serbia, rinfocolò odio ed aspirazicni . Non era nel 1908 sorta una guerra perchè non/ poteva l a Serbia da sola misurarsi col potente vicino; la Russia, che si atteggiava a protettrice .di Serbi e Slavi per cui mezz o aspirava ad uno sbocco nel mar libero, non era iin forma tale da gettare il suo peso nella bilancia .

E la guerra non fu; ma il germe cihe lungamente covava si irrobusd. La Serbia attese, il tempo lavorava a suo favo r e.

Le maggiori potenze direttamente od indirettamente interessate nei Balcani, Italia e Russi a in modo particolare, toccate dall' ao nes· sione, si premunirono per l'eventualità di nuove violazioni austriache della situazione balcanica. Gli accordi di Racconigi, del 1909, impegnarono re~:io d'Italia ed impero russo al mantenimento dello statuguo nei Balcani; ed altresì, nel ca·so non potesse più sussistere, a sostenervi l'applicazione dei principio di nazionalità e ad escluderne qualsiasi .dorninazia::ie straniera; accordo nettamente favorevole ai

Serbi, col quale la politica italiana apriva il ciclo che doveva condurla al non troppo felice patto di Roma.

Era un colpo diretto ad evitare conquiste dell'Austria; e solida garanzia per la Serbia, verso la quale la Russia :si rese pur mallevatrice della indipendenza, qualora fosse stata ccmunque minacciata.

La politica europea, tra la fine del secolo decimonono ed il principio del ventesimo) aveva finito con l'imperniarsi sui Balcani. Qui una civiltà, ancora embrionale ma di popoli giovani forti e desiderosi (!el loro posto nel mondo, sorgeva in contrapposto al vecchio impero austro-ungarico, il quale mancando ormai di solide basi per proseguire nella politica dei secoli passati non vedeva possibilità di prosecuzione della sua esistenza che in un allargamento dei suoi .domini verso sud e, magari, in una conseguente trasformazione della duplice monarchia in regno trino: austro-ungaro·slavo.

Gli accordi in simile ambiente e con interessi così opposti non potevano essere duraturi; la guerra sola poteva tagliare il nodo gordiano~

PREPARAZIONl: POLITICO -MILITARE DELL'IMPERO AUSTRO -UNGARICO.

. L'Austria alla guerra contro la Serbia si preparava da molti anni; nell'ambiente politico che i suoi reggitori vedevano delinearsi.

Era chiaro che la Russia, recuperate le forze dopo la guerra col Giappone e rinsanguata dall'oro francese profuso a piene mani per averla sicura alleata contro la Germania, non sarebbe r imas ta con le mani in mano di frante ad un attacco contro la Serbia.

L'Italia non avrebbe aderito ad una guerra austro-ungarica d i conquista, che non entrava 1nel patto di alleanza ed era soprattutto contraria ai suoi interessi: lo dimostrò nel 1913 ricusando dì associarsi all'aggressione vaglheggiata dal goyerno imperiale. Era anc~e facile pres4rnere che l'Italia, oltre a non associarsi, non sarebbe rimasta neppur essa inoperosa se avesse voluto garantirsi i compensi che, a tenore .dei trattati, le spettavano per una variaz ione nello :statu-quo nei Bal. .. cani.

Ma la grande fiducia dei governanti e dei capi militari dell'impero nelle forze della monarchia; la sicurrzza dell'aiuto germanico nell'eventualità che terzi intenrenissero nella lotta contro il regno di Serbia; il non soverchio acume politico degli uomini di governo, che per lunghi anni tennero le redini della monarchia austro-ungarica : l'atavico disprezzo contro i Serbi dhe, per quanto ritenuti ottimi soldati, erano considerati incapaci di una guerra seria contro uno stato potente ed un esercito seriamente organizzato; il preconcetto della impossibilità di una pronta mobilitazione russa. Tutti questi elementi concorsero a non presentare oo quadro completo e chiaro della situazione e degli eventi possibili così a chi, al momento, fu chiamato a ,decidere della guerra e della pace, come a chi aveva dovuto preparare strumenti e piani ,di guerra.

Senza soffermarci sulla ben nota causa occasionale e -sul momento p1escelto per provocare la guerra, oella quale tutta Europa doveva essere trascinata, diremo soltanto che lo strumento di guerra austroungarico, pur ben organizzato ed amorosamente curato, non era in condizioni di far contemporaneamoate fronte a Russia e Serbia; a meno di un assai forte aiuto gennanico, sul quale però non si poteva contare, in modo totalitario, se non nel caso .di meutralità della Francia. Pr evisione, questa, ingenua, giacchè non era concepibile che il governo di Parigi lasciasse sfuggire l ' occasione di una Germania impegnata con la Russia senza riaprire la lotta di egemonia che tante volte aveva in sangu inato le sponde del Reno e che si era dhiu sa con grande suo svantaggio nel 1870.

I piani di guerra .dell'impero austro-ungarico, ricchi di lungimiranti previsioni di impiego e di condotta delle operaziooi, finirono perciò per essere elaborati su ipotesi non troppo aderenti alle 1più probabili situazioni .

Fu ritenuto infatti possibile, anche, di avere a che fare inizialmente con la sola Serbia; poichè l'interva;ito russo sarebbe stato così tardivo da permettere di elim ioa re prima il minore nemico. C onvinzione ingenua e che mostra come i diplomatici austro-ungarici non avessero saputo segufre l'evoluzione dell'alleanza franco-russa; ma che fu. rafforzata nel governo e nello stato maggiore dell'impero, dagli avvenimenti del 19r2-r3.

Gli accordi fra gli stati balcanici del 1912, .dai quali originò la guerra di Serbia, Bulgaria e Grecia contro la Turchia con la imprevista sconfitta di quest'ultima (1) e consegui un sen:sibile ingraindimento della Serbia, erano stati diretti e favoriti dalla Russia. Però il contegno conciliante di questa durante le trattatiye contemporanee alle operazio:ii e nel convegno ,di Londra, doye non sostenne le aspirazioni serbe ad un porto sull'Adriatico, fece supporre al governo austro-ungarico che l'impero moscovita non si sentisse ancora tanto in forze da intervenire con le armi m una questione balcanica. L'Austria poteva perciò, per qualche tempo., godere di una relativa libertà d,'azione nei riguardi della Serbia; conveniva trarne profitto alla prima oc casione.

Cosi i piani di operazione per una guerra contro la Serbia, confidando troppo nel ritardo .della Russia ad entrare in l izza, :si fondarono su forze e mezzi che, al momento opportuno, non furono più disponibili.

Le prime fasi della mobilitazione nel luglio 1914, dopo rotte le relazioni con la Serbia, sono chiaramente improntate alla lusinga di a,ere di frcnte, almeno in un primo tempo, soltanto il piccolo regno balcanico. Ne conseguì che, non appena .delineatosi seriamente l'intervento russo, yerificatosi con grande ed inattesa prontezza ed in forze rileval!lti, il comando supremo dell'esercito austro-ungarico si trovò alla ~onte oriental e con uno sclhieramento insufficiente allo svilup_!)O del piano offensivo propostosi contro la Ru ssia; 1per rimediarvi, non avendo saputo nè r .iiuunziare temporaneamente a tale proposito offensivo per mettere prima fuori causa la Serbia nè assumere contegno di-

(1) In UJo.a lettera del 4 dicemb.re 1917 al ministro fra.ncese degli esteri, Paul Cambon, é.Illbasciatore di Francia a Londra, s0riveva: « L'Autriche aurait pu empecher la guerre. Elle ne l'a JY.lS faùt, pa.rce qu'elle escomptait la victoire cl.es Turcs, et, après cette victoire, une intervention de l'Europe dont, suivant sa coutume, elle auré tiré bon parti ii fensivo nei Balcani per impiegare la massa contro la Russia, finì ad un certo momento per trovarsi in grayi condizion.i di inferiorità su ambedue i teatri di operazione.

(PorncARÈ: Au service de la Fram:e. - Vbl. II. Les Balcans en feu) .

PIANO DI GUERRA E RADUNATA AUSTRO-UNGARICI. - Il piano dì guerra contro la sola Serbia preve'd'eva mobilitazione e radunata, nel Banato, in Sirmia nella Bosnia-Erzegovina, di un « Gruppo Balcani » composto di tre armate - 2""5a-6a - con un totale .di sette Corpi d'armata: venti divisioni di fanteria, tre di cavallerfa, otto brigate fanteria di l andstunn, sei brigate di marcja ed: otto reggimenti honwed pure di marcia (1). Delle venti divisioni di fanteria, quattro, comprendenti nel loro ins ieme 14 brigate, erano equipaggiate .da mon· tagna.

Era prevista altresì la mobilitazione di una d iyisione della flotta per cooperare dalla Dalmazia meridionale con il Gruppo Balcani; di questa faceva parte la flottiglia del Danubio.

La mobilitazione fu in.de tta il 26 luglio 1914, dopo dichiarata inaccettabile la risposta serba all'ultimatum del 23; contemporaneamente fu iniziato il movimento ferroviario per la radunata delle armate sulle frontiere serba e montenegrina.

Chè anche il piccolo regno delle Montag1I1e Nere era sceso in campo a fianco dei Serbi; non con soverchio entu siasmo, ma quasi costrettovi ora dhe l'abbandono del Sangiacaro da parte austriaca aveva reso >del tutto finitimi Serbia e Montenegro. Sperava il Monten egro di allargare con l a guerra il territorio e div entare una meno fragjle colonna della Balcania; non ,p reyedeva che sarebbe finito nelle ampie fauci serbe.

(r) In, realtà furono mobilitati, all'atto della rottura con la Serbia-, otto Corp~ <l'a,rmata,; l'ottavo fu quello di Gratz (III), in più del previsto, perchè, dice la R. A., era necessario averlo alla mano sia per far fironte alla situai.ione infida in Boemia, sia per guarda;rsi dalla parte dell' Italia. Doveva però, anche esso, far parte <lel Gruppo Balcani, m a noni e.ra possi~ile, per necessità di tra5porti, avviarlo prima del r4° giorno nella zona di raduna ta .

, 5cht'er.tmen/i, d,'p,uftmalà e a'i're!/rùi

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Le tre armate del Gruppo Balcauii si schieravano in guisa da circuire la vecchia· Serbia (schizzo n. 1): sa A.: comandante generale di fanteria Y. Frank, su quattro divisioni e mezza, una brigata da montagina, una di landsturm (C. d'A. VIII e XIII); si radunava fra Zvornik e la confluenza Sava-Drina.

6" A.: cornand,ante fzm. Potiorek, su sei divisioni di F. ed un a brigata di landsturm (XV-XVI C. d'A.) fra Saraievo e Mostar (1).

Compito principale: protezione di Bosnia, Erzegovina e Dalmazia; secondario concorrere « colle maggiori aliquote possibili » per la via di Uzice all'attacco decisivo affidato alle altre due armate .

Una divisione, la 47\ era destitoata alle Bocche di Cattaro.

2• A.: comandante generale di Cav. v. Bohm-Ermolli, con :sei divi~ioni e mezza di F., una di Cav., una di land:sturm (C. d'A. IV e IX); in Sirmia, fra la confluenza Sava-Drina e Belgrado.

Infine il VII C., d'A. autonomo, con due divisiçmi di F. e due di Cav. a nord del Danubio, fra Pancsovo e Bazias con un distàccamento ad Orsova.

L 'attacco, condotto con forze preponderanti per numero, per armamento - specie di artiglierie - e per organizzazione delle unità, era sostanzialmente affidato alle annate 5" e 2• ed al VII Corpo.

La 5"' A., pa'Ssata la Drina nella zona di Loznica, avrebbe risalito lo Jardar puntando su V aljevo; la 2 doveva superare la Sava a cavallo .d'i Sabac e, attraverso il terreno montagnoso fra Drina, Sava, Jadar e Kolubara, dirigersi mchc essa su Valjevo, agendo sul fianco delle forze serbe che la 5a A. avrebbe impegnate frontalmente.

Le divisioni ,di F. e di Cav. del Gruppo &l Banato dovevanG far cadere le difese di Belgraid'o e procedere a sud lungo la Mor ava, collegandosi a destra con la 2"' A ..

La 6" A ., <lopo ayere assicurata la d ifes a ,di Bosnia, Erzegovina e Dalmazia, doveva con le forze disponibili passare la Drina fra Zvornik. e Visegrad e puntare su Uzice, cooperando anche essa con la 5• A., la quale costituiva il perno della massa operante. Il movimento delle al iquote impiegabili .della 6a A. non poteva però essere iniziat @, anclbe per particolari difficoltà di mobilitazione e radunata dell'ar· mata (r), che dopo l 'arrivo della 58 a Valievo.

(1 ) Delle 14 brigate da montagna ben treclici erano assegnate alla 6• A.

Questa la grande tenaglia ideata dallo Stato Maggiore austro-un· garico destinata a chiudersi lungo la linea Belgrado·Valjevo-Uzice per maciullarvi l'esercito :serbo che si sarebbe precipitato sulla Drina a difesa del confine.

Piacevano al Conrad in modo particolare le tenaglie; ma nessuna di quelle con tanta cura preparate sulla carta riuscì a funziao.are; quasi sempre mancò una delle branche e l'altra lavorò in pura perdita.

La pronta partecipazione della Russia al conflitto stroncò il pia· no ed asportò una delle bram.che; la più potente e la più efficace, per· c.hè destinata a lavorare con una parte, almeno, delle forze, lungo la Morava, la direzione più temuta .dei Serbi.

Per la prima volta infatti, nella storia dei conflitti di cui Ja penisola balcanica è stata r~etutamente teatro, Ul!l'o.ffensiva diretta da nord verso sud scarta, come linea principale di operazioni, la valle ,della Morava, arteria di facilitazione che scende al cuore della Serbia, e tenta finvasione con grandi masse attraverso zooe montane quasi impervie, prive d'acqua, boscose, dove assai difficile è la manovra rapida, quale era indispensabile per riuscire in breve tempo. Si noti altresì che <lel numeroso nucleo di ottime brigate ,da montagna cLi cui l'esercito austriaco dispao.eva la maggior parte erano assegnate alla 6" A . che operava è vero nella zona ipiù aspra, ma dhe nel piano originale aveva mi~sione sostanzialmente difensiva. Le truppe da montagna, manovriere per addestramento e per organizzazicne, avevano · compiti statici (2).

(r) Le truppe da montagna, di cui la 6" A. era costituita, avevano i centri di reclutamento e di mobilitazione essen2i.almente in Tuolo e Carinz.i!a, Per ragioni politiche non potevano essere utilizzate le popolazioni locali. Ciò portava per conseguenzai u!OO più lunga durata della mobilitazione.

(2) Questo errore noill è solo dell'esercito austro-ungarico. Anche nel nostro esercito, nel maggfo del 1915, si videro nuclei di battaglioni alpini schierati a difesa in zone montane sì, ma non di caratteri st iche tali da non poter '

Tutto ciò pesaya su lla esecuzione del pia no, che aveva probabi· lità 1d'i riuscita sol o per la g,rande superiorità idi forze, ma dhe per le difficoltà del terreno e 1per la costituzione delle masse di manovra, difficilmente avrebbe potuto mettere fuori -causa l'esercito ser bo pri~ ma dell'intervento russo, anche se l'impero moscovita tnon fosse stato co&Ì sollecito, come fu, a,d entrare in lizza. Ed era stata appunto la possibilità .di un intervento russo all'ini· zio della guerra, che aveya indotto Conrad a scartare per la radunata della massa maggiore il Banato, di fronte al quale si apre la via alla val Morava, ed a preferire la zona a cayallo ,della confluenza Drina· Sava. Da qui, specialmente dalla Sirmia, sarebbe stato pi ù agevole per la !l)iÙ ricca rete di ferrovie il trasporto delle truppe alla frontiera orientale, ove le circostanze lo avessero imposto. In Sirm ia infatti si radunavano la 2., A. e l'VIII Corpo che, insieme col VII, enl!Ilo desti~ nali, in caso di guerra contemporanea con Russia e Serbia, ad essere traspç>rtati sulla frontiera orientale.

Ed, il progetto di operare con la massa principale attraverso le più impervie zone della vecchia Serbia, era nato appu[lto, più che da considerazi oni strategiche, da questa necessità di scihierare in Sirmia la maggior parte del Gruppo Balcani.

Con tro Serbia e Montenegro sarebbero r imasti solamente la 6· A. ed il XIII Corp o o ltre a nuclei di landsturrn: il cosidetto « Gruppo minfrno Balcani » con m issione puramente difensiva,

LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA DELLA G UERRA SU DUE FRO NTI.Il problema si presentò .nella sua crudezza il 3r luglio, guande l'intervento russo costrinse ad ordinare la mobilitazione generale e la radunata sul teatro .d'i guerra orientale.

L '.itDJPero degli czar non era più di,sposto, come a el r908 e nel 1912, a lasciare mano libera tanto più che la preparazione dell'eser· essere affidate alb fanteria, mentre: in altre ze>ne moJ1tuose, più aspre, operavano offensivamente reggimenti •di, fanteria. Forse era troppo staticamente interpretato il motto degli alp~oi « Di qui non si passa »; che vuol dire: di qul non passi tu o nemico, ma io passo per andare a\'anti. cito era ritenuta ormai a punto e che una guerra sollecitamente vittoriosa poteva fare scomparire molti mali interni.

Il Conrad dj fronte alla nuova situazione decise che le unità de· stinate a.Ila Sirroia ed al Banato raggiungessero i loro posti sulla fron6era orientale.

Ma :se agevole era stata la previsione di pace e pronta fu la de· cisione non altrettainto facile e sollecita poteva essere Fesecuzione.

Il movimento ferroviario del Gruppo Balcani era ormai iniziato; interromperlo portava ad inconvenienti e ritardi maggiori, che non il lasciarlo prosegtùre per poi ricaricare le unità itn Sirmia e trasportarle sulla fronte russa.

Infatti. non essendo stato previsto negli studi di pace un intervento della Russia durante il periodo ,di radunata contro la Serbia, non era stato neppure .studiato il modo di cambiare sollecitamente direzione al movimento già iniziato dalla 2" A .. Nè era possibile improvvisare una tale operazione senza turbare profondamente la radunata.

Fu perciò deciso di proseguire il trasporto della 2° A. in Sirmia; completare la radunata delle altre armate in Galizia e successivamente ricaricare la 2a A. in ferrovia per trasportarla dalla Sirmia in Galizia.

Il secondo movimento di questa armata non poteva però essere ìnizìato prima del r8 aga;to; sarebbe duraro ·sino ai 1primi .di settembre. Grave crisi quindi nelle operazioni iniziali contro la Russia.

L a 2 a A. e le altre unità sarebbero rimaste per qualche settimana sulla fron6 era serba; semplici spettatrici in attesa dd carico in ferrovia. Questa determinazione, se nettamente presa, doveva portare al1'atteggiamento difensivo nei Balcani delle sole forze .del Gruppo minim o . Potrebbe essere criticata; era però una risoluzione recisa, chiara; da non lasciare adito a dqbbio.

Nel fatto non fu ca;Ì.

Il 31 luglio l'ordine di mobilitazione generale pervenne al fzm. Po~orek, comandante del l 'esercito dei Balcani (r); i,nsieme con l'or-

(1) Nel caso di guerra contro la sola Serbia doveva comandare l'esercito dei Bakani l'arciduca. Federico col generale Conrad, capo di S. M.; se<le del djne di mobHitazione egli ricevette la comunicazione, da parte dell'ufficio ferrovjario dello S. M., che la radunata nei Balcani si sareb· be compiuta senza varianti (R. A.).

Il piano di operazioni contro la Serbia rimaneva perciò .inalterato. Si voleva .da prute del C . S.. suppose il Potiorek - togliere di mezzo la Serbia con un rapido colpo; volgersi poscia contro la Russja, Supposizione logica, e aderente allo stato cli fatto, dato clhe, dopo radunatasi in Sirmia, la 2• A. non poteva cominciare a ripartirne che nella terza .decade di agosto. Ed il Potiorek, al quale stava molto a cuore condurre egli stesso l'operazione che in ta nte manovre del tempo di pace aveva studiata, continuò nei preparativi per l'offen· siva, basandosi sull'intero Gruppo Balcani.

Ma il punto di vista del Coorad era, come abbjamo accennato, ben diverso; tanto più che il C. S. germanico, il quale m te ndeva attaccare la Francia con quasi tutte le sue forze, insisteva perchè l'impero austro-ungarico schir.rasse la massa principale contro la Russia.

« La Serbia -.- . dichiarava in un suo telegramma il v. Moltke - nella gigantesca lotta nella quale 'Iloi scendi amo, spalla a spalla, ha una importanza del tutto accessoria e tale da richiedere solo le misure difensive strettamente indispensabili ».

I nuovi ccncetti del Conrad furono noti al Potiorek soltanto il 6 agosto; ma nm riuscirono ad avere integrale applicazione.

Pressioni di governo, specie di quello ungherese, per ottenere un successo immediato sulla Serbia ed assicurare la difesa dcll'Unglheria ; resistenza del P otiorek avverso al contegno strettamente difensivo nei Balcani e sue 1n.sistenze per avere maggiori forze a disposizione; ra· gionamenti speciosi secondo j quali un successo, sia .pure cli minor portata, poteva conseguirsi sui Ser bi anche con le sole armate 6· e 5a, purchè questa non fosse depauperata dall ' VIII Corp o, e nelle settimane in cui la 2• A. fosse rimasta anco ra sulla Sava; si pensava che ne sarebbe bastata l a presenza per ingannare il Ccxnando serbo :sulla reale direttrice dela'attacco principale... lL PIANO DI GUERRA E LA RADUNATA DELL'ESERCITO SERBO. Gli studi dell o S. M , serbo, anche essi id'a lungo temp o maturati, erano stati iniziati nel 1883; intensificati dopo l' annessione all'impero dell a Bosnia-Erzegovim.a, prendevano a base la situazione politica dei Balcani e gli accordi con la R ussia, secondo i quali questa non avrebbe ma i lasc ia t o il regno di Serbia da solo alle prese col grande vicino. Il sicuro appoggio della R ussia fu riconfermato, prima della rottur a austro-russa, ·da un telegramma diretto il 27 luglio dallo Czar a l principe Alessandro di Serbia: « Fin dhè vi è la più ;piccola sperainza di evitare spargimento di sangue, tutti i nostri sforzi debbono t en- dere a tale scopo. Se in questa vivissima aspirazione non riusciremo, l'Altezza Vostra abbia fiducia che la Russia non rimarrà i,ndifferente alle sorti della Serbia » (R. S,).

Comando: Peterwaradin. Ver ifi catasi la guerra anche con la Russia, l'Arciduca assunse il Comando Supremo col Conrad, Capo di S. M .; il fzm. Potiorek, pur conservando il comando della 6" A. ebbe a1,che quello di tutta la fronte balcanica.

Tqtto ciò indusse il v. Conrad ad acconsentire all'offensiva cw fa 5"' e la 6.. A . secondo le linee generali del ,piano studiato in pace, senza però impegnare la 2 " . Fu però concesso dal Conrad che il I V C . .d'A. , durainte i1 passaggio della Drina da parte della 5"' A., eseguisse dimostrazioni sulla Sava nell a zona di Sabac, mentre un insi· gnifìcante distaccamento avrebbe pure cercato di attrarre l'attenzione dei Serbi di fronte a Belgrado e sul Danubio.

Così la già d iffìcile manovra a t enaglia, s i trasformava in una avanzata pericolosa .della 5"' A. sotto gli occhi della inoperosa 2\ la qqal e non avrebbe potuto sostenerne la sinistra ,del tutto campata in aria, e con una assai l ontana e discutibile cooperazione della 6". Questa fu la soluzione; la peggiore via dì mezzo...

Il compito delle due armate 5.. e 6.. rimase quale era precedentemente stabilito: traversare la Drina e pnntare rispettivamente, in tempi diversi, su Valjevo e su Uzice; sin o a rendersi padrona, la 5", della ferrovia della K olubara. Le forze ridotte a soli 250.000 ucmini, operanti su ampl issima fronte, dovevano affr ontare 270.000 Serbi, i quali, oltre chè :superiori per 1IlUmero, avevano il vantaggio della facile manovra per bn~e interne nel proprio paese ed il favore del terreno che rendeva lunga e laboriosa la marcia degli invasori e consentiva a 1poc he forze di tenerne molte , e lungamoote, in scacco.

Vi era, dopo la guerra balcanica tra ex alleati, nella quale Serbi, Greci e Rumeni avevano strappato alla Bulgaria i fr1,1tti delle :sue vitto rie, da far forse i con ti anche con quest'ultima, la quale avrebbe potuto trarre profitto dalla favorevole occasione di una Serbia impe · gnata con l'Austria ,per punirla delle maggiori perdite di territorio e de ll e più gravi umiliazioni che le aveva inflitte. Ma un'eventuale azione bulgara avrebbe potuto, almeno in parte, essere neutralizza t a dall'intervento greco, assicurato .dal pa tt o di alleanza serbo-greco del 1913 (r). Il piano di guerra doveva perciò tenerne un certo conto; in :realtà la scarsa disponibilità di uomi.iai e di mezzi non lo permise. Gli studi d.i ra.dunata ed il concetto operativo per la guerra con· tro 1'Austria erano stati definiti nel 1908 sotto la direzione del voivo· da Putnik, il quale potè poi tradurli in atto, quale Caipo di S. M . .dell'esercito serbo, il cui comando fu affidato al principe ere<litario Alessandro Kar ageorgevic .

Il piano suppooeya che l'intervento della Russia si sarebbe veri· ficato in un secondo momento, e che all'inizi o anche la Bulgaria sarebbe stata a vedere. Per un certo periodo quindi l'esercito serbo, fiancheggiato da quello montenegrino, avrebbe fronteggiato da solo lll'.1 gruppo di armate aus tro--ungariche.

L'esercito montenegrino non era molto forte; ma, dopo la ri · nunzia austriaca al Sangiacato, le sue operazioni ~otevano :svolgersi in stretto e materiale collegamento con i Serb.i; inoltre per la 1D.aturale sua posizione esso poteva molestare un'eventuale avanzata austro· ungarica oltre la Drina verso il cuore della Serbia e costr i ngere gli Austriaci a,d imm ob ilizzare parte delle loro forze per proteggersi fianco e tergo, Ma, tenuto conto di tutto, il rapporto delle forze vietava i,n modo assoluto ai Serbi oper azioni offensive di qualche entità sino a quando non fosse entrato in campo il potente alleato e ,pro tettore .

(1) Il governo greco, il 27 luglio 1914, dìchiarò c.he, in base al trattato di alleanza con la Serbia, avrebbe c.oI1Sideraro come é'as us foederis l'i ntervento della Bulgaria.

Stabilì qu indi il C. S. ser bo di << manteinere la difensiva fìncihè Ja situazione politica e strategica non si fosse chiarita, e quindi agire secondo le ci rcostanz e» (R. S.).

Fu perciò concretato uno schieramento di radunata capace di c pporre l a m assa ,delle fo rz e sulla più pericolosa direzione di attacco, e più probabile per l'avversar io; d i 1per01ettere i n par i tempo la manovra per far fronte ad altre possibilità o passare all'offensiva .

Il territorio della Serbia settentri onale per la sua picciolezza e per l 'andamento ad arco del confine ben si pr estava ad un tale schieramento cd alla conseguente manovra (vedi carta (1:f'Jnessa e schizzo ti. 1), tanto più che ovun que il nemico si fosse presentato ,per invadere l a Serbia avre bbe .dovuto passare un corso d1 acqua di rilevante valore (Drina, Sava o Danubio); operazione che, contrastata dalle truppe di copertura, avrebbe richiesto un certo tempo e dato quindi possibilità al C. S.,, serbo di orientarsi e compiere la necessar.ia manovra per opporvisi.

L a valle della M orava era la più probabile direttrice .di attacco per le armate austro-ungariche; portava al cuore della Serbia che ave· va ad Arangjelovac cd a Kragujevac i maggiori centri di vita per l'es ercito; er a percorsa da llll1'importante linea ferroviaria (1) dhe rendeva agevol i movimenti e rifornimenti .

Basandosi perciò sull'ipotesi che il g rosso delle forze operanti austro-ungariche si sarebbe radunato a cavallo della confluenza SavaDanu hio di fronte a Obrenovac- Belgraçlo-Bazias e da lì avrebbe preso le mosse per invadere la Serbia a cayaUo della Grande Mo rava, il inu· eleo principale dell'esercito serbo fu :schierato a nord della linea Gr. Mil anovac-Kragujevac. Minori nuclei provvedevano alle direttrici di Va lj evo e di Uzic e, giacchè unità suss id iarie austro-ungaric he avrebbero potuto operare anche da Z vornik, da Loznica e d a Sabac verso Valjev o opp ur e ,da Bajiina·Basta e M okra G ora contro U zice .

( 1) La Belgrado - Nisc.h - Salonicdo era l'urù.:a ferrovja ,serba, di reale valore; da essa si dipartivano diramazioni per Semendria, sul Danubio, per Uzice e Valjevo.

Ipotesi logiche e schieramento semplice; nessuna idea preconcetta forzava l'esercito ad operare nell'una o nell'altra direzione: possibilità così di difendersi sulle più pericolose linee di attacco, come di passare rapidamente alla controffensiva; lo spazio interposto fra le truppe di copertura sul cm.fine ed il grosso era sufficiente perchè questo potesse manovrare ,prima <li essere attanagliato dal nemico. Ne deriyò il seguente schieramento (r):

I A.: generale Bojovic - 4 div isioni F . ; r div. Cav. - nella zona di Palanka sulla Morava con tre divisioni; una divisione (Dam.u· bio II) ed elementi non indivis,ionati, costi t uenti il distaccamento di Branicevo, mcopertura sul Danubio fra Golubac e la confluenza del.la Morava; la Div. Cav. fra la confluenza Morava -Danubio e Grocka.

II A.: generale Stepanovic - 4 divisioni F. ~ tra Arangjel ovac e la Ko]ubara con tre divisioni. Lai Div. Dan. I, in copertura fra Grocka e la confluenza Kolubara-Sava,.

III A.: generale Jurisic Sturm - 2 divisioni F. e reggiment1 di fanteria non indivisionati - 1 div.isione a Valjevo e l'altra, Orina II, in copertura fra Zvornik sulla Drina e la confluenza della Vukodraza nella Sava. Un distaccamonto speciale copriva il tratto di frontiera fra Vt1kodra z a e Kolubara.

Alla confluenza Kolubara ·Sava il distaccamento ,di Obrenovac proteggeva la testa Id i linea della ferrovia Obrenovac-Valjevo e collegava gli elementi di copertura della II e III armata. ·

Il « Corpo d'esercito>> di Uzice generale Bozanovic. - ccxnposto di una .divisione di fanteria (Sumadia II), Ulila brigata su 4 reggimenti di fanteria, un reggimento F. autonomo ed elementi vari di artiglier i a.. era schierato fra Uzice e la frontiera e provvedeva alla copertura fra Rogacica e Mokra Gora.

Un altro minor e distaccamento, detto del Lrn, era fra Mokra Gora ed il confine montenegrino.

(1) L'esercito serbo non aveva, e non lo ha ne ppure quello jugoslavo, il Corpo d'armata. L'armata consta va1 di un numero vario di div.isioni e d t e1ementi. di cavalleria. e di artiglieria d'armata. Le divisioni assumevano il nome dell a regione di mobilitazion e, ed eraioo di primo (I) o di seooodo (II ) oondo,

In totale 202 battaglioni 48 squadroni e 136 batterie cui si affiancavano 70 battaglioni e circa 25 batterie di Montenegrini . Questi amm ontavano a circa 40.000 uomi ni, mentre l'esercito serbo oe ccxnp rendeva 270.000 . Atti i Serbi ad operaz ioni di qualunque genere, p urchè d i non soverchio raggio non essendo troppo bene equipaggiati ed aveiCLdo servizi un po' primitivi; i Montenegrini invece, addirittura privi di servizi male equipaggiati e peggio armati con materiali antichi ed i 1più diversi, non potevano da soli svolgere azioni efficaci, tanto meno fuori del loro territorio.

Il C . S. serbo, anche per questa impossibilità dei Montenegrini di operare .da soli, avrebbe voluto concentrarne la maggiore aliquota nella zona di Plevlje, da dove, insieme col Corpo d'esercito di Uzice, jntraprendere, a suo tempo, un'offensiva verso Sarajevo; minori forze sarebbero rimaste a protezione del territorio. Ma il re Nicola volle assicurare più efficacemente la d.ifesa ,de] regno, contro il quale però difficilmente gli Austriaci avrebbero svolte operazioni importanti: sia perchè di nessun valore nell'economia generale della guerra sia 1per le difficoltà del terreno aspro selvaggio senza stra.de. E l'esercito montenegrino fu scisso :in tre nuclei:

6.000 uomini a Plevlje; r5.ooo a difesa diretta del confi[le; 8.000 al Lovcen.

Il distaccamento di Plevlje collegava l 'esercito montenegrino con il Corpo di Uzìce.

Il nucleo di manovra dello schieramento serbo era costituito dalle sei divisioni di F., tre della I e tre della U, non Ìlll copertura, e dalla divisione di cavalleria. Esse potevano operare tutte molto rapidame nte contro le provenienze da Obrenovac e da Belgrado; la II A . poteva ;inche accorrere prontamente contro una minaccia verificantesi sulla D rina-Sava, cd in un secondo tempo avrebbe potuto seguirla la I A.

L a III A . aveva anche essa facile ,poss ibilità di accorrere da Valj evo ne ll a zona della MoravaL

Il notevole arretramento della I e II A . dal confine, se era utile pe r un'eventuale manoYra, lasciava in balìa di un nemica, dhe avesse operato con grande rapidità, una parte notevole del territorio nazio· nale ed alcuni depositi di mobilitazione dove rapide irruzioni di elementi celeri avrebbero seriamente intralciato l'approntamen to di alcuni reparti. Ma il Comando Supremo ·serbo faceva affidamento, e non a torto, sulla resistenza delle truppe di copertura . Questa era assai solidamente organizzata . Nei tre settori in cui l'abbiamo vista tripartita m corrispondenza allo :schiersment o delle armate, la copertura sulla linea di confine era affid ata ad elementi <li II e III bando reclutati e mobilitati sul pa.to ed a bande di ccmitagi. Costi· tuivano i primi forti nuclei di difesa in si to pronti al primo momento; i secondi erano destinati ad illlcursioni ·sul territorio nemico, quando possibile, ed a mol estare con la ;gucrrigl ia le unità nemiche io marcia.

In ciascun settore una divisione organ ica era destinata a rinfor· Z:lre pr ontame nte la copertura là ,dove fosse minacciata e a dar tempo di accorrere, con la sua resistenza, alle altre unità delle a rmate.

Ancor più confidava il C. S. serbo sulla metodicità dei comandanti nemici e sulla lentezza operativa delle armate austro-ungariche; le quali, infatti, non mossero un passo prima di essere cornpletaurnnte e perfettamente pronte~

. Sino al IO agosto, all'infuori ·di qualche bombardamento sul D anubio e di scambi di fucilate fra elementi avanzati .di copertura, gli Austro-1.mgarici, pur avendo già forti 1D.udei in piena efficienza alla frontiera ,. non tentarono neippure una scorreria, pur sapendo che gran parte delle forze serbe era nelle province recentememte annesse al re · gno e che molto lunga strada dovevano percorrere per arrivare sulla Sava .

L'EVOLUZION'F: D EL P IANO AUSTRO UNGARICO NEl PRIMI GIORNI DI GUERRA. - Su quest e basi i due eserciti si radunavano e si accinge· vano ad operare a~ primi .di ago.5to del 1914.

Il serbo con uno schjeramento elastico che rendeva agevole qualsiasi m anovra difensiva ed offensiva che fosse (1).

(1} Si è detto che i I piano di guerra serbo sb. stato l'unico che abbia resistito ali.ai prova del fuoco; abbia, cioè, potuto essere attuato e arriv.are sino alla vittoria. Ma si deve aggiungere, solo perchè un piano operativo vero e

L e armate austro-uingarjdhe mobilitate e part i te con propos1tt offen sivi verso una non facile manovra; schierate su larghissima fronte, avevano visto grandemente menomate le loro possibilità dall'inter· vento russo, assai prematuto rispetto alle ,previsioni . Rimaste in forze i!On superiori ai Serbi e stroncate di un braccio, .il più robusto, stavano per attuare un piano la cui unica ragione di essere stava ormai sol tanto negli studi e nelle manovre di pace; i risultati delle quali fa· cevano ancora balenare nel Conrad e [lel Potiorek la possibilità di un momentaneo successo pur essendo il P otiorek conscio che l'operazione cui ·si accingeva, senza la 2a A., costituiva un pericoloso azzardo.

M a di un successo contro la Serbia op inione pubblica e governo avevano grandissimo desiderio e bisog,no; anche per giustificare la brusca e rigida non accettazione della rispasta all'ultimatum del 23 luglio. L a ripulsa, apparentemente irragionevole giacchè la maggior parte delle condizioni era stata accettata dal governo ser.bo, esigeva che l'impero danubiano dimostrasse altresì di essere .Ì!I1 grado di ri.èurre sollecitamente, con la forza, la Serbia all'obbedienza.

Premuto d a più parti dal governo e dall'Imperatore che guardava molto teneramente alle province balcaniche; col Potiorek che gli faceva balenare la ipossibilità di facili vittorie andhe con minori e me· no buone carte .~n tavola; con la speranza che battendo, sia pure parzialmente, i Serbi fosse possibile ottenere l'intervento della Bulgaria e fors'anco della Rumenia; il v . Conra.d, nel periodo in cui maturarono gli eventi politici che cambiarono ,radicalmente la .situazione iniziale, finì, come -si è accennato, dal consentire al Potiorek di agire offensivamente, pur senza la 2°' armata, Sarebbe stato forse opportuno trarre profitto dell'avvenuta radunata del completo Grupip o Balcani per sviluppare iintegralmente, con rapidità, il piano primitivo contro la Serbia, tanto più che le parten- p r oprio sul t'i.po d i queUo a ust riaco, tedesco e francese non esisteva. Vi era solo un concetto, difon<lere il suolo patrio, nel modo che le circostanze avrebbero suggerit-0; cò uno schieramento che permetteva di facilmente sviluppare il concetto in ogni evenienza. Il che del resto era l'unica cosa logica ahe, nella situazione della1 Serbia, potesse farsi. zc di unità della 2" armata non potevano verificarsi che a ccminciare dal 18 ago-5to, nè un ritardo di qualc he giorno sarebbe stato di daruio maggiore di quello che già cagionava sulla fronte russa la mancanza iniziale di tutta la 2 armata. Il piano era complesso; ma data l'entità delle forze avrebbe potuto portare ad un successo abbastanza sollecito; naturalmente operando con grande celerità. Nel frattempo il grosso dell'esercito austro-ungarico avrebbe dovuto mantenersi sulla difensiva contro i Russi, giacchè non era possibile con le forze dell'impero danubiano condurre contemporanee operazioni offensive su ambedue le fronti, senza correre l'alea di insuccess i che si volevano naturalmente evitare; e nello scacchiere balcanico era particolarmente necessario non subirne per ragioni di prestigio.

Questa soluzione contrastava però con gli impegni assunti dal Coru:1d col v. Moltke, Capo di S. M. dell'esercito germanico. Ma .dato lu stato di fatto, radunata già avvenuta sullo sc~cchiere balcanico ed it.nipossibilità di trasportare subito le forze della 2• armata in Galizia , non sarebbe stato probabilmente difficile convincere il v. Moltke della convenienza di un tale provvedimento.

Quello che soprattutto la situazione richiedeva era una soluzione netta ,

Quale fu invece l'azione del Coarad?

La sua prima decisione, trasportare la 2• armata in Galizia, assumere contegno difensivo sul fronte serbo col Gruppo minimo Balcani, operare offensivamente contro la Russia secondo gli accor.di col Cornaindo Supremo germanico, fu chiara e precisa . Non così le successive concessioni.

Però 5C si esamina la corrispondenza intercorsa, negli anni 1909· 1913, tra i Capi di S. M. degli eserciti germanico ed austro-ungarico sull'eventualità di guerra comune contro la Russia appare chiaro che il v. Con.rad pur convenendo col Moltke che « la Serbia nemico secondario andasse trattato in modo secondario », non abbia mai rin unziato del tutto ad un'offensiva contro la Serbia magari a cos to di indebolire le forze operanti sulla fronte russa. Perciò, pur dai..'ldo il peso che meritano alle circostanze politiche del momento ed alle pressioni dei. governanti, non è d a escludere che in fondo l'operazione immedia ta contro i Serbi contemporaneamente all'offensiva in Galizia, stesse a cQore non solo al Potiorek ed al governo ungiherese, ma anche al Conrad stesso che già l'aveva vagheggiata.

Nè poca influenza ha certamente avuta su una determinazione così azzardata la scarsa stima per l'esercito serbo che le gerarchie ci · vili e militari dell':impero ritenevano incapace di sostenere un urto delle ben organizzate for;ze austro-ungariche anche se queste fossero state inferiori in numero. Concetto esagerato del proprio valore in re· }azione a quello dei probabili avversari; presunzione che l'esercito degli Asburgo ha dovuto duramente scontare. Nel caso particolare della Serbia non si teneva con t o del fatto clhe l1esercito del piccdo stato balcanico, se non perfettamente organizzato aveva ottimi ~olJati e si era recentem ente assai bene agguerrito nella lotta contro i Turchi ed i Bulgari, mentre quello austro·ungar ico da quasi mezzo secolo· non aveva più avuto campo di impugnare le armi. E .di questo maggiore allenamento alla guerra si vide subito l'effetto nella rapidità de lle azioni serbe in contrapposto alla lentezza degli Austro-ungarici.

Concessa dal Conrad l'autorizzazione ad operare offensivamente con tro i Serbi, il Potiorek si aippa recchiò a.d eseguire la manovra progettata.

Nei primissimi giorni di guerra piccole scorrerie di comitagi serbi furono cagione di allarmi lungo la ferrovia Sarajevo-VisegradMokra G ora; tentativi di incursioae provocarono scon tri di minori un i tà sull a Drina: :1 Rogacica e Baijna Basta.

Il P otiorek sp erava in ut:1a irruzione in Bosnia dei Serbo-montenegrini attrattivi dal miraggio di metter subito 1p iede in quell e terre irredente. Egli si proponeva, in tal caso, di sbarrare il passo con la 6a armata, mentre la 5", superando la Drina e puntando su Valjevo, avrebbe potuto facilmente cadere sul fiaoco destro dell'esercito serbo impegnato in Bosnia . Questa operazione avrebbe consentito al P otiorek di non avventurare l a sua armata in un'offensiva su terreno diffì. cile per aindare a cercare i Serbi in casa loro; battuti gli invasori della Bosn ia, egli sarebbe passato alla controffensiva, cooperando alla lotta

<l ella 5f). armata :sul suolo serbo con la maggior quantità di tm.Pfpe della 6a.

Un'operazione che sì fosse coo.ì svolta avreblJ,e assecondato ìn pieno il suo disegno.

Le piccole incursioni serbe ora acceumate ed inesatte informazionisulla radunata nemica gli fecero credere che notevoli forze fossero concentrate nella zona .d,i Uzicc e rafforzarono, col proposito offensivo, la convinzione di potere agcvolm~te syiluppare la manovra a lui cara. Persuasero altresi vieppiù il Conrad ddla Ofiportunità della manovra; tanto dhe, pur precisando essere compito delle forze nei Balcani di « impedire irruzioni nel territorio della monarchia » lasciò al giudizio del cornanda1D.te delle forze balcaniche la decisione sull'avanzata della 5.. oltre la Drina per agire sul fianco .delle unità nemiche in marcia su Sarajevo. Aggiungeva nelle sue direttive: « sarebbe della .massima importanza un colpo decisivo contro l'avanzata serba » (R. A.).

Evidentemente ·direttive del genere non potevano essere per il Potiorek che una sipinta ad agire offensivamente secondo il piano già congegnato, Ed egli agi, pur conoscendo di non potere più fare assegillamento sulla 2"' armata; anche quando seppe che l'avanzata serba verso Sarajevo era puro frutto di immaginazione eccitata dalla speranza e che invece l'esercito nemico era ben altrirnellti schierato. Determinò cosl il Potiorek, confermato nel suo concetto e nel suo piano da un'altra comunicazione del Conrad (1), di spingere subito la Sa armata oltre la Drina dirigendola su Valjevo, anche indipendentemente dalla possibilità di un'azione serba su Sarajevo.

A Valjevo, nei cui dintorni risultavaino concentrate tre divisioni e mezza dell'avversario, la sa armata poteva arrivare in cinque gi orni (2) superando le resistenze che avesse potuto incontrare e dhe si supponevano assai deboli. L'operazione doveva essere immediatam ente iruziata e condotta con grande rapidità per trarre profitto della minacciosa presenza :sulla Sava della 2a armata; Questa doveva occupare Mit rovica e Sabac, ma non spingersi oltre. Si ritçneva che, pur con tali semplici operazioni, avrebbe attirato il nemico e portato aiuto indiretto alla 5" armata.

(1) L'ordine precedente è del 4 agosto. Suc.ces s.ivam e nte, il 9 agosto, giol'IOo in c ui balenò la speranza di intervento rumeno, il Conrad lo confermava e oosì concludeva la nuova comunicazio ne : « La situazione si riassume ,nel fatto che noi non dobbiamo ora, in alcun caso, s ublre uno scacco nei Balcani e che un successo avrebbe grandissima importain7..ai ».

(2) La distanza era di circa 100 chil ometri.

I n tant o i l XV ed il XVI Corpo della 6" armata doycvano raccogliere le forze già largamente .disperse i1a copertura e schierarsi per iniziare la marcia verso Uzice. Il XVI sarebbe stato pronto ad operare verso il 17 agosto; il XV un paio di giorni più tard~.

Questo fu in sostanza il piano realmente messo in opera sul fronte balcanicoL

Una notizia dell'n agosto, che segmalava il grosso ,dell'esercito serbo in marcia verso bassa Drina e Sava, mise in allarme il comando delle forze balcaniche ed illuminò di 1più chiara luce i pericoli cui si esponeva la 5a armata. « L'operazione ad essa affidata, dice la R. A., era campata in aria senza la effettiva cooperazione della 2 armata )>.

La notizia era falsa; roa ain.che durante il tempo in cui fu ritenuta yera non fece recedere il P otiorek dal suo piano col quale si prefiggev a di ottenere un « immediato successo sui Serbi >> .

Il piano era, in fondo, lo stesso studiato in pace; ma con una ben diversa base di forze e di schierameuito. Ora, alla massa destinata a maciullare i Serbi, mancava la mascella più potente. L a 2• armata ed il VII Corpo costituivano infatti, fra i tre, il nucleo ipìù poderoso di forze, l'unico provvisto di cavalleria e capace di portare una minaccia veramente grave, anche perchè avrebbe ope r ato su un terreno assai più facile di quello destinato alle altre due armate.

Ma si cercava lllD. successo; qualsiasi, per poterlo sbandierare.

La speranza di arrivare sollecitamente a Valjevo e di battere ivi una frazione dell'eserCJto serbo prima clhe i l grosso potesse soccorr erlo, fece ,passare la spugna su tutte le altre considerazioni e dare il via all'esecuzione di un progetto che, senza essere ardito, era certamente imprndenteL

I Preliminari Della Battaglia

IL :PASSAGGIO DELLA DRINA. -. Il 9 agosto, dopo che il Con.rad aveva. ancora una volta affermato al Potiorek che un successo nei Balcani sarebbe stato di gran<l.issima importanza, '9pecialmente per decidere all'jntervento le esitanti Bulgaria e Rumania, il comandante delle forze balcaniche decise ed ordinò che le operazioni avessero inizio i l giorno 12. Due giorni dopo, l'n agosto, ai comandanti riuniti dhiarì le ragioni che rendevano necessario di operare subito, e con rapidità; esse derivavano dal fatto che solamente sino al 22 agosto, al massimo, si poteva sfruttare la presenza ,della 2~ am1ata, la quale, solo per essere sulla Sava, avrebbe influito sulle decisioni dell'avversario; aggiunse, cane già aveva scritto alcuni giorni prima al generale Frank, comandante della 5" A., che lo scopo dell'operazione non era la conquista duratura di un lembo ,della Serbia, ma 'Soltanto la ncerca di un apprezzabile successo sul campo di battaglia, che avrebbe potuto avere, presso gli Stati balcanici, conseguenze favorevoli alla .politica 4egli im peri centrali.

L a 5"' annata <l'oveva superare la bassa Drina fra Lijesnica e Loznica; risalire la valle dello Jadar e puntare su Valjevo col noto comp it o idi cadere sul fianco delle utnità serbe qualora, secondo le supposizioni - e le speranze -~- del Potiorek si fossero dirette da U~jce su Sarajevo. In ogni caso battere le forze nemiche raccolte a Valjevo.

La 6a armata continuava intanto il concentramento tra FocaVisegrad... Bajina Basta, dande avrebbe marciato su Uzice per « aff~ rrare il nemico e, penetrando nel cuore del suo territorio, impedirgli d'irrompere nella Monarchia >i Di essa il XVI Corpo poteva esse re sulla Drina, nella zona di Foça, solamente il 14 agosto .per muovere vers o il Sangi aca to1 d i N oviba zar ; il XV, destinato a1di oper are più di rettamente su Uzice partendo dal territorio di Visegrad - era qu indi il collaboratore più diretto della 5" annata - doveva mettersi in g rad o di muovere da V isegraid con forze riunite il 18 agosto.

La 5" armata perciò a lmen o per sei giorni, cioè durante l a marcia della Dr ina a Valjevo, doveva fare assegnamento esclusivo sulle sue forze e sul limitato concorso della seconda, i cui primi carichi in fcrroyìa per tras ferirsi sulla frontiera russa erano stabiliti appunto per il 18 agosto.

D i q uesto breve .periodo - 12- 18 agosto - voleva, ap punt o, tr arre profitto il Poti orek; urgeva perciò iniziare presto l 'operaiionc ten dente ad ottenere « lo sconquasso dei gruppi avversari più viòni », e condurla con l a maggiore possibile rapidità .

Alla giusta n ecessità di operare celermente non corrispondevano p<.rÒ i mezzi, nè b l oro organizzazione. La 5n armata aveva alc u ne unit à tuttora l ontaoe dalla Dr ina; il materiale d~ ponte cominciava appena ad affluire. Nè vi rispondeva la mentalità del comanda nte dell'armata il quale, oltre ad essere soverc hiam ente metodico, come sempre maggiormente 1dimostrò nel sc.guito della campagna, anche pcrchè va luta va erroneamente a tre di visico i le forze serbe ( r) in copertura ,di fronte alla sua armata, volle pr ima di iniziare il passaggio del fiume avere tutte le divisioni raccolte sulla Drina; affaticò inutilmente con marce fo r zate alc tmi n.parti che poi, per m ancanza di ponti, n Q'l poterono pass are il fiume durante il giorno 12.

N e nacque un' cpcrazion e organizzata ed eseguita non celcr mente ma in fretta; con tutti gli inca.1.venienti od i ritardi propri della fretta.

La 21a d ivis ione Sch. avanzò il giorno 12 sulla Drina, dopo quattro giorni consecutivi di viaggio; vi arrivò disordinata e spossata per la stanchezza, il caldo e la sete; i carreggi della divisione, dei qu ali non era stata accuratamente predisposta la marcia, finirono con l'in, gcmbrare talmente le poche e strette strade da intralciare anche i servizi ddl 'VII I Corpo. , Era stato previsto che la 5° armata passasse la Orina su se i colonne, ciascuna su un !Proprio ponte; puntasse col XIII C orpo sulle al ture sbarranti la valle dello Jadar a<ll oriente di Lozn.ica; can l'VIII nella zona di Ljesn ica, e da qui avanzasse sull'altipiano del Ccr ed agevolasse da nord Fattacco del XIII.

(1) Vi erano rcaJmentc in copertura fra Ljcsni.:a e Lozniaa sci batta· gìoni con 16 pezzi d'artiglieria ed una banda di ccrnitagi. Questa era comandata dal maggiore Vankovic, ritenuto uno degli organizzatori dell'assassinio ili Sarajevo.

Ad un distaccamento speciale, composto di hattaglioni di landsturm e . di marcia, fo affidato la ricerca del collegamento attraverso la Macva con le truppe della 2a armata operan6 a Mitrovica ed a Sabac.

All'ala destra un'jntera divisione, la 42 a H. , fu, p er ordine del Potiorck, il quale doveva e.videntcmcnte' ritenere le forze dell'armata esuberanti al compito, incaricata di risa lire la Orina verso Ljubovija per cercare il collegamento con la lontana 6.. armata . Di questa i primi nuclei cominciavano ad affluire nella , zona di Bajina Basta. In sostanza le forze direttamente alla mano del comandante, e con le quali la 5a. arma ta doveva accingersi a vibrare ai Serbi un colpo tale da sconquassarli, ammontavano a tre divisioni ed a due brigate autonome: 9.. Div. e 2 1 a Div. Scb. dell'VIII Corpo; 36a Div., brigate autm ome na e 13.. del XIII. Era possjbile, ma non sict1ro, l'intervento nella battaglia, che certamente si sarebbe ingaggiata in valle Jadar, anche della 42a Div. H. qualora questa, nel suo largo giro per Ljubo vija, non avesse troyato seri intoppi.

Poclhe di fronte alla situazione presunta: tre div isicni serbe d,ifendenti l a Orina fra la M acva e Zvornik, le quali non avrebbero potuto essere così rapi&1roente travolte sulle alture di Ljesn ica e di Lenznica dove era atteso il primo scontro. Im. realtà più che sufficienti per travolgere i distaccamenti d~ copertura serbi prima dell'arrivo di importanti soccorsi, se l'azione della 5" armata fosse stata realmente rapida e decisa.

E forse anche la 5" armata avanzando molto celermente avrebbe potuto battere la III armata serba, alla quale era affidata la d,ifesa di

Valjevo, prima che fosse raggiunta da elementi delle altre annate, gìacchè l'a zione prevista dalla 2"' armata sulla Sava e sul Danubio avrebbe, io. un primo momento , richiamato per certo l'attenz ione del Comando Supremo serbo, il quale proprio da nord temeva le maggiori o ffese. '

La 2• armata dov eva i nfatti il 12 agosto passare la Sava a Mitrovica ed a Sabac, e costituirvi teste di ponte; compiere ad, oriente di Sabac semplici « man ov re dimostrative senza effettuare forzamento del .fiume».

Il Conrad nell 'a ut orizzare tali operazioni aveva esplicitamente e più volt.e ordinato (< in nessun caso la 2• armata deve lasciarsi coinvolgere negli avvenimenti a sud, della Sava-Danubio » .

Questa grave lim itazion e, congiunta col fatto che fr a Sa bac e Belgrado nessun reparto avrebbe realmente passato il fiume, poteva portare alla conseguenza che le forze serbe attratte vers o M itrovica e Sabac, dopo constatato che da lì il nemico non avanzava verso sud, si sarebbero rivolte contr o il fianco sinistro scoperto della 5.. armata.

Il 12 agost o la 2 " armata potè agevolmente far passare la Sava a Mitrovica da una brigata della 29• divisione senza incontrare resistenza; Sabac fu occupata da un 'al tr a brigata della 31• Div. (1), cacciandone il presidio serbo che non resse a lu ngo e le cui r ise rv e, pur ammontanti a qu attro battaglioni, non osarono contrattaccare.

Il passaggio della Orina da parte deUa sa annata fu ìnvece assai più laborioso e di maggior durata. Dei previsti sei pcntj soltanto due ·poterono essere getta ti , giacclhè il materiale degli altri n on arrivò: uno di fronte all 'isola di Samourovitch, ad oriente di Bijelina , sul quale furano avviate le due divisioni dell'Vlll Corpo ed il distaccamento della M acva destinato al collegamento con la 2• armata; l'altro , fra Ljesnic a e Lmm ica, all'isolotto di Kuriacica, sul quale transitarono l a 36a D iv.' e le due brigate autonome del XIII Corpo (schizzo 11. 2).

La Drina, larga do r50 a 200 metri, ha 'Sponde alte, ripide e boschive; molto <:operta la sponda serba; fittamente boscosi gli isolott i; spesso ed ì1ntricato su ambedue le sponde il sottobosco che sovente obbligava ad aprirsi il passo con l'accetta, layoro che ritardò di assai il transito delle truppe ed il trasporto del materiale da ponte, per il qual e nulla ,era smto in precooen;la orga nizzato; neppure nel non 'breve periodo intercorso fra il 26 luglio, data in cui furano rotte l e r elazioni con la Serbia, ecl il 12 ·agosto. Oltre Drina jl terreno mont ano e boscoso si appiattisce a no11d nella piana della Macva, dove però altissimo cresceva allora il granturco 'SÌlno a coprire del tutto gli uomini. Difettavano ovunque le strade e le poche esistenti, a fondo naturale e mal tenute, non potevano sostenere 1.m intet:iso tr affico; l'ac q ua si può dire non esista sulle colline ,d,i Loznica e sulle al ture d'el Cer.

Non era perciò facile alla 5" armata operare con la rapidità voluta dal momento. Il tempo necessario per il passaggio del fiume, a causa della rid'uz.ione dei ponti ad un terzo del previsto, si triplicò almeno.

A malgrado d i tutto jl XIII Cor.po riuscì, la sera del 12, ad essere al completo sulla destra della Drina. La 42"' Di v. H., passato il fiume a Zvornik, r i salì la Drina verso Ljubovija. La 36"' Div. e le due brigate u a e 13\ queste due ultime dopo aver cercato invano un guado a sud di Loznica ernno passate anche esse a L oznica, si accinsero a risalire lo Jad:ar.

Invece però di attaccare subito il ,distaccamento serbo che ne aveva debolmente contrastato il passaggio, mostrando di non avere grande consistenza, e cércare di guadagnare terreno verso suà~est e tempo, il comauidante del XIII Corpo, impression ato per le perdite subìte dalle pattuglie 1nv1ate in ricognizione , arrestò l e truppe sulle prime alture a cavallo deJlo Jad:ar, in attesa clhe l'azione d ell ' VIII, sulla sua sinistra, gli facifaasse l'avanzata come era previsto dall'ordine. R imase così inoperoso tutto il giorno r3 e parte del 14 agosto, senza neppure assicurarsi che di tale cooperazione vi fosse realmei.1.te bisogno per avanzare.

L'VIII Cor,po fu maggiormente ostacolato durante il passaggio del fiume e nella successiva ·avanza ta verso i l Cer. L a sera del I2 ago- sto soltanto la 9a divisione era oltre la Drw; le altre forze non riuscirono a sl,!.perare .il fiume che nel tardo pomeriggio del 13 e ad ini- · ziare, lentamente e con prudenza forse soverchia, per le insidie continuamente tese dai regolari serbi e dai CO!.J,1Ìtagi, la salita delle alture del Cer. e< Da questa situazione dice la R. S. - e iper i frequenti allarmi sul fronte N-W durante gli ultimi giorni e le incursioni aeree nella regione di N-W della Serbia, il C. S. dell'esercito serbo venne nella conclusione che gli Austro-ungarici intendevano effettuare importanti sforzi su l fronte dì N -W » .

Qu i la 21" Div. Sdh., composta in gran parte di Boemi, già alquanto stanca e disordinata per le precedenti lunghe marce, fu ripetutamente sconquassata da improvvisi attacchi di piccole unità serbe e di cetnici che ne misero a dt1ra prova la solidità.

E voLUZIONE DEL CONCETTO OPERATIVO DEL Co.MANDO SUPREMO sERno. - Di fronte alle prime operazioni delle armate austro-ungariche il concetto del Ccmando Supremo serbo si svil uppò per fas, successive.

A mezzogiorno del 12 agosto le prime notizie annunziavano il passaggio cf.i numerose forze a ustro-un garic he sulla destra della Sava e della Drina. Combattimenti eratno in corso a Sabac, nei pressi di Ljesni ca, a Loznica; a Belgrado e ad oriente bombardamenti più o meno intensi con tentativi, non riusciti, di passaggio del Danubio d~ parte di piccole unità. Trainquilla fa zona di Visegrad dove non era segnalato alcun importante movimento di forze nemiche.

Non era però ancora una convit.nzione profond-amente radicata, perchè gli ordini emanati <l'-a ! C~ S. , forse un po' affrettatamente, a mezzogiorno del 12 agosto provvedevano più a fronteggiare col grosso delle forze, una offesa da nord che non quella da occioonte. Fu ordinato infatti:

- alla II armata di spostarsi da l fronte Lazarevac-Arangjelovac a quello Sabac-Obrenovac per opporla ai tentativi di superamento òe lla Sava;

- alla I armata di sostituire la II sul fronte Lazarevac-Arangjelovac;

- alla divisione di cavalleria di passare a disposizione del comando della III armata la quale doveva impiegarla per dhiarire la situazione sulla Macva, fra Ljeznica e Sabac.

In fondo era tuttora ritenuto più preoccupante il fronte Sabac· Obrenovac, che non quello della confluenza Drina-Sava, dove non era inviata che la sola divisione di cavalleria.

Questi o}'.dini, che ancora lasciavano jn balìa di se stessa la III armata favorendo .il piano del nemico, dovettere ben presto, nella stessa giornata del 12, essere modificati.

A se ra apparve clh iaro che gli Austro-ungarici a Sabac :si erano limitati a costitttire con non grandi forze una testa di ponte senza cercare di procedere verso sud; sulla Drina per contro i passaggi erano st ati eseguiti da forze ben più rilevanti con tentativi di avan· zata verso la valle dello Jaidar. Sul Danubio semplici azioni <li artiglieria.

Ritenne allora per certo .il voivoda Putnik che gli Austro-ungarici volessero .puntare su Valjevo dalla Driin.a e probabilmente anche da Sabac . Non è improbabile che notizie intercettate sulla prossima partenza della 2a armata austro-ungarica per la fronte russa ab biano concorso ad avvalorare tale convincimento.

Sta di fatto che le decisioni prese nel pomeriggio del 12 dal C. S. serbo e gli ordini dati a modificazione di quelli del mezzogiorno mirano ad opporsi ad una invasione della Serbia proveniente dalla c0nfluenza Drina-Sava; non con uno schieramento dìfòll.Sivo, ma con una operazione controffensiva condotta col grosso delle forze in direz iOIIle nord-o vest.

E' facile che alla controffensiva il principe Alessandro ed il voiv od a Putnik siano stati spinti non :solo da ragioni operative, ma anche dal pungolo russo. Infatti è del 12 agosto un telegramma dello Czar (r ) al principe Alessandro invitante i Serbi ad operare offen-

(1) Quasi ..:ontemporaneamente il granduca Nicola, comandante supremo degli eserciti russi, telegrafava: « Per ottenere un successo generale sul nostro comune nemico, è assolutamente necessario che l'esercito serbo passi risolutamente all'offensiva contro gli Austriaci >> ed il principe Alessandro rispon - sivamente contro gli Austro-ungarici in Sinnia e nel Banato per vietare spostamenti su altri fronti; ed è del ì3 agosto la risposta al 1 principe Alessandro « l'esercito serbo attaccherà gli Austriaci dhe ieri hanno pass a to la Sava a Sabac e la Drina a Lozruca; l'offonsiva S{lrà spinta a fondo oltre la Sava e la Drina » .

Gli ordini dati dal Comando Supremo serbo la sera del 12 agosto, dopo la nuova valutazione della 'Situazione, portavano la Il armata, già in marcia verso il frante Obrenovac-Sabac, n concentrarsi attorno ad Ub, per « seguire lo svolgersi degli avvenimenti ed agire nella direzione in cui si presenterà il grosso delle forze avversarie H

Alla stessa armata, per renderla più prontamente mobile ed indipen,dente dalla copertura, fu tolta la divisione Dan. I la quale provvedeva alla protezione sul Danubio nella zona di Belgrado; le fu invece assegnata, avviandola pure ad Ub, la divisione di cavalleria, già data alla III con l'ordine precedente. Fu iinviata {l Sabac, per riconquistarla ins ie me con un distaccamento misto della III armata, anche la divisione Sum. I della II armata.

Così la massa di manovra 1ddla II Armat a rim ase costituita su due divisioni di fanteria (Mor. II e Mista) ed una di cavalleria.

La I armata fu lasciata fra Ar angjelovac e Lazarevac, Al Corpo òi Uzi ce fu ordinato di agire offensivamente in dfrezione di Visegrad.

In tale guisa mentre la III armata resi'Steva sulla Drina e sbarrava la linea dell o Jadar, e mentre il forte nucleo avviato a Sabac garantiva da quella provenienza, la II armata era messa in condizioni cosi da sbarrare la strada alle unità aus tro-un gariche clie aves- deva negli stessi termini del 'telegramma cliretto allo Czar. Così pure il go verno se rbo telegrafava a quello russo, ch e era pure intervenuto: « E' intenzione delle competenti autori t à militari, dal punto di vista politico, di passare al più presto all'offensiva >l . Il richjamo ,al pumo di vista politico vuol forse dimostrare che l'offensiva non era ritenìlita del tutto conveniente dal lato puramente militare. Infatti essa fu poi subordinata ad alcuni rifornimenti, speoie di fucili, già promessi dai Russi. sero avanzato da Sabac come di puntare sul fianco sinistro del nemico che dalla Drina si fosse diretto a Valjevo.

Anohe il governo francese fece sentire la s,ua voce spingendo ad agire dsolutamente.

Di più la I armata, pur costitumdo garanzia contro le eventuali provenienze da nord lungo la Morava, dove il Comando Su· premo serbo non si sentiva ancora troppo sicuro, avrebbe potuto age\olroente, dal fronte Arangjelovac-Lazarevac seguire la seconda o prolungarne lo schieramento sulla destra.

Le disposizioni del C. S . serbo sono razionali e perfettamente intonate alla situazjonc; risentono ancora un pò dell'incertezza delle notizie non sempre precise, ma sono tali da permettergli di fronteggiare ogni evenienza. L a rapida esecuzione ne è favorita dal magnifico alk.namen~o delle truppe serbe a marce lunghe e celeri e dalla configurazi one del territorio che pare fatto apposta per suggerire e facilmente attuare la manovra per linee interne.

La giornata del 13 agosto, inutilmente perduta dall'armata del generale Frank, fu prezios,a ai Serbi per compiere gli s,postamenti ora accennati; i quali per talune divisioni , andhe a causa .delle variazioni negli ordini, richiesero marce superiori ai cinquanta chilometri.

Gli Austro-ungarici sulla Drina ne facilitarono il compito restando tuttora pressochè inoperosi; almeno nei riguardi del nemico. A tal punto che una comunicazione del generale comandante della III armata serba al C. S., redatta ed inviata la sera del 13, dice:

« Presso jJ distaccamento di Loznica regina calma assoluta >>. Infatti il XIII Corpo austro-ungarico sostava sempre in attesa che l'VIII gli facilitasse il compito; questo ultiro·ava il passaggio del fiume e con le truppe già sulla destra della Drina tentava districarsi àalle insidie del terreno e delle bande serbe. Sulla fronte di Sabac i reparti della 2• armata austro-ungarica non mossero nè furono attaccati.

Solamente nella giornata del 14 agosto ebbe inizio l'attacco della 5.. armata; si trovò d'i fronte, a Lozn ica, alcuni battaglioni in più, rinforzi avviativi da Valjevo dal generale Jurisic Sturm.

L'azione del XIII Corpo, pur dopo così lunga ed inutile attesa, finì col precedere quella dell'VIII che era in grande ritardo. Le preponderanti forze austro-ungariche, col concorso della 42.. Div. H., il cui. comandante di iniziativa aveva avviato solo un distaccamento verso Ljubovija e si era giudiziosamente rivolto col grosso contro ia siinistra dello schieramento nem ico, ebbe ragione dei reparti serbi di copertura che furono costretti a ripiegare sul grosso della III Armata. L'VIII Corpo attaccò in un secondo tempo. Riuscì a risalire le pendici del Cer, per quanto con molta lentezza per i molteplici sdhieramenti, provocati dai falsi attacchi dei cetnici alle avanguardie marcianti soverchiamente a ridosso dei grossi, e perchè la sua sinistra, costituita dalla 21 a Div. Sch., era sempre in ritardo per le molesti e degli inarrivabili piccoli reparti serbi che apparivano e sparivano con grande rapidità nel folto dei boschi e fra le alte piantagioni della Macva. l COMBATTIMENTI DEL 14 AGOSTO E LA DEFINITIVA MANOVRA DEI SERBI. - La battaglia impegnatasi nel pomeriggio d'el 14 fra Ljesn.ica e L oznica era stata seria; i reparti della III arm ata serba, violentemente premuti e battuti avevamo dovuto, di fr onte al XIII Corpo, ripiegare ad Jarebìce ed oltre nella valle dello J adar; quelli attaccati d'~ ll a 9"' D iv . dell'V III erano stati ributtati nel la zona di T ekeris. Intanto l'ala sinistra della III armata se rb a era minacciata dalla 4-2• Div . che marciava su Krupanj.

Sulla fronte di Sabac l'atta cco ordinato dal C. S. serbo non fu portato a fondo nè dal distaccamento misto della III armata nè dalla divisione Sum. I; ,piccole azioni non c9ndussero ad alcuna conclusione, tanto che il Putnik, vedendo poco chiara la situazione e ritenendo le forze austro-ungariche di Sabac molto minacciose, la sera del 14 agosto ot1dinava al comando della II armata di « concentrare tutte le sue truppe sulla D obrava e con tutte le forze iniziare le operazioni contro Sabac per occupare tale localii.; e respingere l' avversario al di là della Sava >>.

Così la sera del 14 agosto la minaccia da Sabac t ornava ad essere per il Coman1do Supremo serbo la più pericolosa. Gli Austroungarici infatti con la occupazione di quella località e la sistemazione della testa di ponte ostacolavano seriamente b libertà d'azione della II armata.

Nel frattempo però si era dhiarita la situazione sul fronte Obr cnovac-Belgrado; le minacce nemiche si erano pre.cisate in pure ed innocue dimostrazioni. Non fu più nec essaria la presenza della I armata fra L aza revac ed Arangjelovac; anzi, poichè l'avanzata austr oungarica in forze da Loznica e da Ljesnica faceva dubitare che la III armata, minacciata gravemente anche sulla sinistra, potesse da un memento all'altro trovarsi in condizioni critiche, il Putnik ,decise di avviare a Valjevo due divi'Sioni della I armata per assicurare la d ifesa, Una fu trattem1ta ad Ub quale riserva per eventua li nuovi avve.nimenti sul fronte settentrionale.

Non doveva però essere questa la decisione definitiva del Coma•n do Supremo ·serbo, il quale, nei ,primi giorni di guerra, appare un po' pre cipitoso nel prender e risoluzioni e nel diramare ordini che assai frequentemente è costretto a yariare o rettificare nel giro di poche ore, cambiando obiettivi e direzioni dì ma rc ia e sott oponendo le truppe a sforzi considerevoli, non sempre indispensabili. La situazione sino a quel momento si era imperniata :su Sabac. Non riteneva possibile il Putnik operare contro le unità avversarie che aveyano passata la Drina prima di essere sicuro dalla parte della Sava. Infatti, mentre orx:linava ancora una volta a l comandante della Il armata: « la S. V. concentri le sue truppe sulla Dobrava ed attacchi Sabac ))' decideva di t enere contegno difensivo a cavallo dello Jadar, non solo con l'armata già in posto ma anche con le due divisioni della I avyiatevi di rinforzo, dalle quali, è detto nell'ordine, « dovranno essere occupate le posizioni per la difesa della città e della zona di Loinica e di Pecka )> .

Un'azione più risoluta della 5" armata austro-ungarica avrebbe certamente confermato tale proposito, mentre una contemporanea operazione ·da Sabac della 2• armata. - e poteya ancora essere fatta in forze ,- avrebbe potuto spazzare od almeno inchi odare l'armata serba avviatavi e concludere sollecitamente la manovra concepita dal Com ando Supremo austreru111garico.

Ma la 5" armata procede dalla D rina verso oriente con grande cautela; la 2 comincia già il 14 ad avv i are le sue unità alle stazioni d-i carico.

Alla 5" A. austro-ungarica non si oppaney~no sin'allora che le due divisioni (Drin. I e Drin. II) del generale Jurisic Sturm.

Il combattimento aveva però servito ai Serbi per precisare con sicurezza le forze che operavano contro Valjevo e le loro intenzioni.

Più a nord la Div. Sum,. I, destinata all'attacco di Sabac, aveva dovuto desistere dall'impresa e far fronte ad: occidente per guardarsi da truppe che ne insidiavano la sinistra, minaccia che la indusse a vigilare accuratamente la strada Sabac-Tekeris. Erano nuclei avanza ti della 21• Div. Sch., la quale prorndeva dalla Macva verso il Cer, ed ' il distaccamento austro-ungarico della Macva che cercava di raggiu..rigere Sabac.

Le forze austro-ungariche che occupavano questa località non avevano invece temtato di procedere oltre; pareva che avessero espletato il loro compito.

Nella notte sul 15, ricevute tutte ' le informazioni dalle varie unità sulla fronte, il C. S. serbo potè meglio precisare la situazion~ ed individuare realmente la direzione pia pericolosa: le maggiori forze austro-ungaridhe erano manifestammte sulla Drina e la linea Loznica-Valj evo ne appariva la direttrice princiipale d'i operazione; l'attacco da Sabac, pure diretto :su Vatjevo, dbveva ritenersi secondario. Nessun a minaccia dalla fronte Sabac-Belgrado d'ove le azioni d'el nemico si eramo confermate puramente dimostrative, e da dove <, consid'erevoli forze erano state detratte per essere trasportate in Galizia contro i R1.Jssi >> .

Sulla base di tali conclusioni il C. S. serbo prese la risoluzione finale: contrastare con l a III armata l'avanzata dell'avversario per la valle dello Jadar , mentre la II, con due divisiaai, d'oveva da Ub per Koceljevo portarsi a T ekeris per attaccare sul fianco l'avversario che procedeva lungo lo Jadar. L a divisione di cavalleria doveva chiarire la situazione nella Macv a fra Sabac e Ljesnica, cercando contemporaneamente di agire sul fianco e sul tergo dell'avversario; avreb· be così assicurato il fianco destro della II annata.

Contro Sabac rimaneva la sola Div. Sum. I per occuparla, se possibile, o quanto meno per vietare al nem ico di sbuc~rne sbarrandogli la strada di Val jevo.

La I annata ebbe confermato l'ordine di concentrare due divisioni a Valjevo e di avviarne una ad Ub.

Il Corpo d'esercito di Uzice doveva persistere oel tentativo di puntare su Visegrad, mentre la vigilanza sulla fronte del D anubio, ad oriente di Sabac, restava affidata al distaccamento di Obrenovac, alle truppe d ella difesa di Belgrado ed al distaccamento di Branicevo.

LA LENTA AVA NZATA DELLA 5• ARMATA E LA PARZIALE COOPERAZIONE DELLA 2". - Con queste direttive, che varieranno ancora io qualche particolare ma danno già la traccia delle forze e dello schic ramcnto con cui i Serbi ingaggeramno la battaglia, la massa dell'esercito serbo (sei divisioni) è r ivolta contro la 5• A. austro-ungarica; una sola &azione opera contro le unità che occupano Sabac, dalla cui parte però il C. S. serbo non si sente ancora completamente sicuro pcrchè, se è vero che il nemico non ba tentato di spingersi da Sabac verso suid, è pur altrettanto vero che le forze ivi segnalate ammontano a due divisioni (t e 29•) e che naa si h anno soverchie notizie di quanto avviene nella M acva . Ad ogni modo contro le forze che sbucassero da Sabac o che provenissero dalla M acva potrà sempre essere impiegata la II A., la quale non potrà assumere la dislocazione ordinatale che il 16 agosto, mentre il C. S. lha semp re un mano una divisione ad Ub.

Da tutto traspare la volontà del Putnik. di operare con sollecitudine così da imporre il suo gioco al nemico; questo invece, ch e della rapidità di azione aveva assoluto bisogno per arrivare al successo così ardentemente desiderato, contiiauava ad operare con l a consueta pigra lentezza sulla fronte della 5a A., mentre su quella della

2• l e sollecitazioni del Potiorek, tendenti ad ottenerne una cooperazione tangibile prima che part~e, erano sempre respinte dal Conrad il quale ne concedeva il concorso ma limitato alla Sava.

Questa traballante via di mezzo scel t a dal C . S. austro-ungarico si riflette nei comandi di grandi unità. Non vi è nel comanda1I1tc della 5• A. e nei comandanti dei Corpi d'armata che la costitu iscono quello spirito decisamente offensivo che induce a marciare unnanzi senza titubanza e senza soverchio tim ore del rischio, che è una delle naturali alee di guerra, dove saper osare è tutto.

Mancano nella R. A. gli ordini originali dei comandainti, dai quali :si possano ·&sumere le disposizioni realmente impartite e dai quali possa traspar.fre l o spirito che doveva animarli. Ma dal racconto delle operazioni si 1ha l 'impressione di una certa tiepidezza e di scarsa fiducia nella riUS<:ita del com.pita affidatogli, da ,parte del generale Franlc, comandante della sa A.; egli non vedeva la possibilità di raggiungere lo scopo senza un 'attiva cooperazione della 2a ar mat a . Ancora il 15 agosto il Frank « rendendosi conto dei pericoli cui sarebbe aindat.a incontro la sa A., ed in particolare la sua ala settentrionale, nel proseguire l'avanzata)), aveva chiesto, tanto al fzm. Potiorek quanto al Conrad, la <e incondizionata p'artecipazione della 2 • A. al.l'offensiva in'tesa aa1 atterrare la Serbia » .

Avrebbe molto desiderato il generale Frank, e giustam ontc, che si operasse contro Valjevo anche da sud così da avere probabilità di ottenere un su,:cesso decisivo; non vçdev.a però la possibi lità di ottenere in tale direzione un serio concorso della 6a A.

Tutte ragioni .itndubbiamente di gran peso, di cui i fatti hanno proyato la consistenza e che derivavano dalla malcerta ed incauta imbastitura dell2operazione. E sse non potevano non influire sull'animo e sulle decisioni d'el comaindante, il quale però avrebbe dovuto sentire come, una .volta l'operazione decisa ed iniziata con detenni• na ti mezzi ed in determinate circostanze, era perfettamente inutile attardarsi a recriminare e chiedere; l'unica spera,nza d'i ottenere un qualche successo poteva risiedere nella grande risolutezza e celerità dell'operazi~ne, giacchè solo cooì avrebbe potuto infliggere ad una frazione delle truppe nemiche, prima clhe fossero rinforzate, quello scacco tanto desid'erato.

La scarsa fiducia del generale Fran k ed i suoi timori per l'ala settentrionale, anche se non chiaramente espressi, lo fecero indugiare in una avanzata metodica con schieramenti ad ogni piè sospinto, mentre la situazione avrebbe richiesto rapidità travolgente per non permettere ai Serbi, i quali compiyano marce d'i luinghezza eccezionale, di avvantaggiarsi nel tempo e nello spazio.

Aveva la 5"' A. impiegato con poco rendimento la giornata del 12 agosto; ,perduta del tutto quella del 13; non completamente util izzata il 14, quando il successo tattico avrebbe dovuto e potuto essere sfruttato bon più profondamente.. Ed altresì il 15 agosto vrde movimenti lenti ed a corto raggio che non servirono ad avyinghiare la III A. serba, prima che sul suo fianco destro arrivasse la II, già in marcia verso Tekeris.

Il 15 agosto il XIII Corpo puntava sulla linea Krupanj-Zaulaka e l'VUI su Tekeris; contemporaneamente il Potiorek, per aderire al desiderio del coma!Il.dante della 5• A., inviava verso Ljubovija la 12a brig. mont. della 6"' A. col compito di operare, in concorso con la 42"' Div. H., per Pecka su Osecina minacciando sin istra e tergo dello Sdhieramento serbo. Non ,poteva però la 12" brig. far sentire la sua azione oltre Ljubovija prima del 17 agosto.

La 2• A. austro-ungarica doveva, il 15 agooto, impiegare il massimo <li forze possibili fra Sabac ed Obrenovac. Questo l'ordilne del Potiorek, che sempr e tendeva alla incondizjonata partecipazione dell'armata del Bohm Ermolli, quale era stata dhiesta dal Frank; avrebbe altresì vohno, ii P otiorek , uno spostamento dello ·sforzo più ad oriente.

Il Conrad ancora una volta nm acco.11dò nè negò; finì con consentire che, oltre alla 7"' e 29,. Div., anche il IV Cor.po della 2"' A. operas.5e in guisa_ da ageyolare l'operazione della 5& A. « facendo quello che era p0s.5ibi1e in relazione ai tempi di partenza » .

Ne nacque che nulla del tutto fu fatto il 15 agosto, e per il 16 il gonerale l?ohm Errno li ordinò un tentativo di avanzata verso sud della 29& e di metà della 7"' da Sabac, però senza il concorso del IV Corpo, giacchè dovendo questo rispettare i tempi rdi partenza, il 16 sarebbe già stato in marcia verso le stazioni di carico. Nulla 1u tentato ad ' Obrenovac, dove una seria minaccia di passaggio della Sava avrebbe potuto avere ben maggiori conseguenze che non le operazioni da Sahac.

AGOSTO,. - Nella notte <iel 15 sul 16 agosto la 5• A. austro-ungarica, respinta la copertura serba, riusciva ad assumere il seguente schieramento (schizzo n. 3):

X III C. d'A.: nella zona di Krupani e !dirette a Zaclaka la 42" Div. H, e le brigate II "' e 13a; nei pressi di Jarebice la 36" Div.

La marcia del Corpo d'armata non aveva incontrato serie difficoltà da parte del nemico, fatta eccezione del disordine prodotto [lei carreggi da bande di cetnici; il movimento si era ,però iniziato solamente sul mezzogiorno del 15 per riordinare i reparti stanchi dei combattjmenti del giorno precedente.

VIII C. 1d'A .: la 9a Div. dovette sostenere il giorno 15 numerosi piccoli scontri con retroguardie serbe; riusd la sera ad arrivare a circa IO chilometri d'a Tekeris. '

La 21 .. Div. Sch. che doveva raggiungere la strada Sabac-Tckeris, arrivò, non ostante i continui attacchi di irregolari serbi, sulle alture di Trojan, a nord' ;di Tekeris, cd a Grucic (1), Era, spossata pe r il gran cald'o e per l a mancanza d'acqua.

A Sabac eram.o già la 29" e metà della t Div. austro-ungarica; vi giunse quel giorno andhe il distaccamento della Macva. Sulla destra tde lla Sava le sole fanterie; l'artiglieria delle due divi·sioni tutta in posizioni a nord del fìtJme .

Il nucleo austro-ungarico di Sabac mostrò, durante la giornata del 15, una certa attività; le puntate d'elle fanterie, rendenti a sboc- care a sud dj Misar, ed il fuoco di artiglieria fecero arretrare .alquanto la Div. Sum. I, il cui contegno non fu molto ·deciso .

(r) Può interessare 1icordare il dispositivo dii marcia della 2r • Sch Era su due colonne: quella di destra, d.ixetta a Tekeris., ronsta.va di tre reggimenti! di fanteria1 , senza artiglieria; quella di sinistra., diretta a Grucic, composta di un solo reggimento <li fanteria, con tutta l'artiglieria. del.la divisione. Era stato adottato per l e difficoltà che il terreo~ della colonna di. destra presentava all'artiglieria, mentre su terreno arutlogo passava quella serb~, e non con la colonna estrema, la più esposta e che aveva il compito di salvaguardare da sorprese .il grosoo della divisi.J,ne. Sembrerebbe che il comandante della 21 3 Sch. si fosse dimenticato di essere a contattO' col nemic,o ed in territorio nemico; e che non conoscesse la situa:zione del suo Corpo d'armata.

Il C. S. serbo si .preoccupò molto degli avve nimenti di Sabac; tanto d'a ritenere imprudente privarsi della 1- A ., che già si avviava con due divisioni yer:so Valjeyo; nuovi ordimi ne fermarono una divisione ad Ub e le altre due a Lazarevac, così da far eventualmente fronte alle provenienze da Sabac ed; a quelle 'd-a Obrenovac; giacchè anche queste ultim e susc itavano gravi preoccupazioni nell'animo del Putnik non ostante numerosi e probatori fossero ormai gli indizi sul trasferimenro alb fronte russa delle forze nemiche della Sirmia e del Banato.

Le due <livisiani (Mor. I e Mista) della II A. serba arrivarono, rispettivamente la mattina del 16 e l a sera del 15, l'una a sud e l'altra a nord di Tekeris. La Div . Mista prendeva anzi contatto ed ' impegnava combattimento con la colonna <li destra della 21" Div. Sch.

La DiY. Cav. riusciva, il mattino del 16, a collegare la destra della D iv, Mista con la s.iinistra della Div. Sum. I; aveva di fronte, nei pressi di Grucic, la colonna di sinistra della 21" Div. Sch.

L a II A. serba era così riuscita a sbarrare la istrada all'VIII Corpo a.u . e ne sopravanzava l'.ala sinistra con la Div. Cav.

Di fronte al XII1 a .u. era schierata, a caviallo dello Jadar poco a valle di Zau.J.aka, la III A, serba con le diyisioni Drin. I e Drin. II; sicura ormai a nord ' per l'intervento della II A., temeva ancora l'avvolgimento a su<l, <love la sua ala sinistra era molto esposta e campata un po' in aria.

La Div. Sum. I a nord guardava le provenienze da Sabac .

R estavano ancora disponibili al C. S. serbo le tre divisioni della I A., con le quali avrebbe potuto far sentire il suo peso nella battaglia che stava per impeginarsi.

Nulla più era in mano al comandanre della 5" A. a.u . che tutte le fo r ze aveva proiettato in linea sino dal primo momento; e nulla, si può andhe dire, fosse in mano al Potiorek, giacchè la 6a A. era troppo lontana· e la 12" brig. avviata a IJjubovija non costituiva un gran peso. A nord l'azione del IV Corpo, vincolata dia tante restrizioni e soggetta a tante oscillazioni non poteva essere di gran.de rend 'imento.

Ad ogni mod o sino alla sera del 15 agosto, non ostante la len· tezz a dell'avanzata d'ella 5• A. e la in·decisiane dei viari comandi austro-ungarici, la situazione era stata a questi favorevole, giacchè anche la sola 5" A. avrebbe potuto infliggere uno scacco alle due divisioni del generale Jurisic Sturm isolate premute sulla fronte e minacciate sui fianchi. Sarebbe forse st,a to sufficiente, per un semplice successo tattico, che l'armata del generale Frank avesse guadagnato una giornata di tempo. Essa invece impiegò quattro giorni a rcmpere una copertura d'i pochi battaglioni e ad avanzare di 25-30 km., mentre le unità della II A. serba, che fra il 15 ed il 16 capovolsero la situazione, avevano nello stesso tempo percorso più di un centinaio di chilometri, talUU1a di esse effettuand'o in ventiquattro ore spostamenti di poco meno che settanta dhilcxnetri.

Pur dand 'o il giusto peso alle facilitazioni che i Serbi trovarono nel loro territorio ed alla fiera resistenza che i nuclei di copertura opposero agli invasori, non v'ha dubbio che la s· A. a.u. abbia operato con soverchia metodicità e lentezza. Del tempo non fu tenuto conto nè come pr ezioso ausilio, se guadagnato, nè come temibile av\'Crsario se perduto.

Sempre in guerra è necessario fare più presto del nemico; chi previe ne ha già dalla sua una for m idabile carta. Nei primi giorni di ostilità la rapidità delle mo.55e è più che mai indispansabile; giacohè si tratta di operar e in guisa da imporre al nemico la propria volontà e di evitare che la lent ezz,a faccia scoprire il proprio gioco e dia modo al nemico di parare.

La mattina del 16 agosto, quando la 5a A. fu a stretto contatto co n i grossi delle armate nemiche, la situazione era completamente cambiata a favore ,dei Serbi.

CAP. III.

LA BATTAGLIA DEL CER E DELLO JADAR (1)

LA SINISTRA DELLA 5"' ARMATA VACILLA AL PRIMO CONTATIO. - L:2 battaglia cercata e voluta dai comandi austro-ungarici e dai governanti per lanciare all'Europa la clamorosa eco di un rapido successo sulla Serbia, che l'impero datnubjano doveva sapere schjacciare anche se tutta Europa la sosteneva; accettata dai Serbi per la difesa del suolo patrio e affrontata con sapiente manovra, si a~cendeva in condi.zioni ben diverse da quelle supposte nel piano di guerra del Conrad e dalle altre risultanti delle manovre d:i pace del Potiorek.

La 5a A. è sola di fronte al grosso dell'esercito serbo; l'operazione di Sabac 'SÌ è svelata, ogni giorno più, frutto di titubanze e non può sperarsi che attragga altre forze ·serbe in più di quelle già accorse sull a Sava; la 6a A. è lontana e forse neppure il 19 potrà impegnare seriamente i non molti Serbi che difendono la media Drina e che non influiscono sulla 5" armata.

Quelli ch e avevano in animo di sdhiacciare l'esercito serbo fra le rnbuste branche dii una ,poderosa tenaglia, erano minacciati a loro volta d:i avvolgimento sull'ala sinistra dell'ooica armata impegnata,, e, se la manoyra dell'esercito serbo fos-Se continuata col vigoroso ritmo sino allora registrato, potevano vedersi staccati dalla Drina od annientati.

I primi combattimenti si accesero nella lll.Otte sul 16 agosto e fecero subito vacilJare la debole ala sinistra della 5., A.

L a D iv. M ista serba che, a nord di Tekeris, tentava procedere sul Cer, sulle alture di Trojn si scontrò già a sera del 15 con la co- lonna di destra della 21• Div, &h. Il possesso di tale altura era ritenuto rdal generale Stepanovic, comandainte della II A. serba, indispensabile per l'esito dell'operazione affidatagli e perciò la Div. Mista non appena arrivata all'altezza di Tekeris vi si avviò, non ostante avesse già compiuta una marcia di 50 km. Scendeva da quell'altura verso Tekeris l'avanguardia della 21"' Sch.

Ne nacque un vivace combattimèlnto d 'incontro; i Boemi ·della avanguardia <lella 21'" Sch. furono sorpresi, travolti e messi in fuga; ma i Serbi, pur avendo attaccato con tre reggimenti, non furono in grado di sfruttare il successo. Intervenne all'alba del 16 il grosso della 21,. Div. Sch.; privo. però dell'artiglieria stava iper avere la peggio senza il provvidenz iale soccorso della 9"' Div., dhe mise in azione le sue artiglierie e contrattaccò; i battaglioni della Div. Mista , presi in formazioni chiuse sotto il tiro nutrito dei cannoni nemici dov ettero ripiegare lasciando l'altura in mano agli Austro-ungarici.

Al combatcimem.to aveva tentato di intervenire la colonna di sinistra .della 21"' Div. Sch.; ne fu però impedita da un violento attacco sul fianco ed alle :spalle della Div. Cay. serba che ebbe pre5to buon gioco di quella pesante ed inorganica mas.5a. L'artiglieria non riu5Cl in g r an parte a prendere posizione e qualch e batteria fu facile preda dei Serbi; il reggimento di fanteria, preoccupato dalla scorta di q uell'ingombrante colonna. non ebbe campo di manovrare; un battaglione fu letteralmente distrutto. Gli altri battaglioni e le rimanenti batterie si riordinarono edi opposero buona resistenza; intervenuto però nell'aziane, da Slatina, anche un reggimento di fanteria della D iv. Sum. I dovette cedere· e ri,piegare su Lipoliste, lascia1D.do il campo libero aJla D iv. Caiv. serba.

L a 21& Div. Sch ., che non era .protetta da una buona stella, era già quasi perduta per la incipiente battaglia: la maggior parte di essa, senza artiglierie, era sulle alture di Trojan e, per quanto fosse rima~ta _in pos to, era molto sconquassata; l'altra aliquota, con le a rtig l iene salvate, era ancor più .Ìln disordine a parecchi chilometri Ji distanza e non in grado di cooperare con la prima.

« Cattivo preludio - Jicc la R . A. - per la battaglia scatenatasi il 16 agosto su tutta la fronte della 5a A. » .

Cattivo proludio un po' voluto perchè le disposizioni per la marcia e la ripartizione delle forze fra le due colonne ;ion potevano essere meno logiche; la colonna di estrema sinistra, il cui compito naturale (r) era quello di vigilare e proteggere da sorprese l'ala marciante, fu messa in condizioni di nm poterlo assolvere. I Boemi della 21a Sdh. non brillarono forse per soverchio spiri to combattivo; roa erano stati messi dai loro comandanti nella peggiore situazione .

TIMIDA PUNTATA A SABAC DELLA 2• ARMATA. - -. La colonna settent1:ionale della 21 " Scb. •riuscì a ripiegare su Lipoliste senza essere comp letamente distrutta, perchè l'attacco sferrato dalle divisioni a.. u. 29• e t da Sabac contro la Di v. Sum. I attirò verso nord le forze di fanteria e cavalleria che la serravano da presso e la disimpegnò.

L a Div. Sum. I, cui era stato assegnato il compito preciso di attaccare Sabac, si era invece schierata .a difesa nella zoo.a di Slatina sbarrando l a comunicazione Sabac-Tekeris, perchè il suo comandante, preoccU;pato 'di essere ,preso sul fianco od a tergo d ' alle truppe a. u. ava nzanti su Grucic non ayeva voluto avventurarsi in un attacco. Così le due divisioni della 2 .. A. a . u. avanzarono liberamente oltre Misar; quasi senza colpo ferire . Legate però all'azione delle artiglierie, le guali schierate a nord della Sava non potevano troppo a lungo accompagnarne l'avanzata, non spinsero l'attacco a fondo. L a 7" Div. rimase a Misar dove non fu molestata per tutta la giornata; l'ala destra della 29", che aveva tentato di allarga~i yerso sud, fu invece repentinamente attaccata dalla Div. Cav. serba e da pochi elementi di fanteria ed a rt iglie ria. I reparti della 29a Div., che secondo la R. S. marciava n o con non soverchie misure di sicurezza, furono sorpresi ed al primo momento ,disor,dinati. Rapidamente riavutisi tei:wero però testa e si impegnò un combattimento di alcune ore.

(r) Che que:ito fosse i l compito logico della colonna si desume anche dalla missione attribuitale dal comandante della Div. Cav. serba e.ella oomunicazione fatta al comandante della Di v. Sum. I: « ... del nemico ho avuto le seguenti notizie: una colonna della forza di un~ divisione è in marcia per la dorsale dello Cer protett:.i ai fianchi da un reggimento di fanteria con 2-3 batterie e 2-3 squadroni ,, .

Il comandante della 29• Div., che 1DOn poteva contrattaccare per mancaoza di appoggio da parte ,delJe lontane artiglierie, ritenne nel pomeriggio di avere attratto a sè una forte aliquota di truppe serbe ; il suo compito dimostrativo era perciò espletato e ripiegò su Sab:ic senza ne,ppure essersi accorto dell'esistenza della Div. Sum. I. La qu :ile, a sua volta, non mosse.

Così l'azione dii Sabac, legata al peccato originale, non ebbe, il 16 agosto, riflessi serii sulla battaglia che su tutto il rimanente del fra2te volse, durante la giornata, favorevole alle anni a. u. Grandi avrebbero potuto es.5ere, in tale situaziooe, le conseguenze di un 'operazione a fondo, specialmente se vi avesse concorso anche jl IV Corpo tenuto inoperoso a nord del fiume e che dovette, qualche gio.nno più tardi, essere impegnato al momento della partenza, ritardandol a per evitare uno sfacelo, mentre ·prima avrebbe potuto facilitare l a vittoria,,

L A III ARMATA SFUGGE ALL'ACCERCHIAMENTO E RIPIEGA su ZAULAG,\. Sulla fronte dell ' VIII Corpo la 21" Sch. rimase inoperosa ·anche con la colonna di destra; la 9& Div. invece, dopo avere concorso a respingere la Div. M ista serba che per tutt o il 16 non potè più parteciparte alla battaglia ( 1 ), si era trovata di fronte, ad ovest <lii Teker.is, la Di v. M or. I. Sorse un accaruto combattimento, ma senza vantaggi apprezzabili da una parte o dall'altra; a sera le due divisioni si fronteggiavano nei 'pressi di T ek eris. Pe rò la energica pressione che la 9~ Div. a. u. aveva esercitato sulla sua destra, dopo avere sventato u n tentativo <li avvolgimento, in;ipensiecl molto il comandante della III A. serba, già preoccUipato per il possesso austriaco delle alture di T rojan clhe anche egli riteneva indispensabi le tenere sald'amoote in ma no serba per la sicurezza del suo schi,eramento, specialmente nel tratto di &onte ad Jarebice.

Qui la 36" Di v. a . u., ohe si era battuta con gran parte delle due divisioni della III A. serba , naa era riuscita a respingerle; le aveva però avvinghiate strettamente, vietando loro id,i intervenire a nord contro l'VII I Corpo e facilitando a sud il compito della 42a D iv. e delle brigate Ha e 13" le quali dopo avere facilmente scacciato i Serbi da Kru panj puntavano su Zaulaka (r) e minacciavano il fianco sinistro ,dell'armata serba.

(1) La Div. Mista aveva dovuto ritirars,i in disordine di fronte al contrar taC('() a. u. ed .a veva perduto circa, 4000 prigionieri.

Si affacciava intanto, a sera del 16, a Ljubovija la 12a brigata mont. a. u. la cui direttrice di marcia, su Osecina, era ancor più pericolosa. In questa situazione il generale Jur isic-Sturtn ritenne pericoloso contÌllluare la difesa sulla posizione ayanzata di Jarebice, minacciata ccme era su ambedue i fianchi, e ripiegò nella notte sul 17 a Zaulaka schierandosi a cavallo dello Jadar con la Diy. Drina I a nord e la Drina II a sud del fiume . A malgrado dello stretto contatto, quale doveva esservi dopo una giornata dii combattimem.to in campo aperto, « la ritirata delle truppe della III A. dalle posizioni di Jarebice a quelle di Zaulaka avvenne celatamente nella notte 16-17 agos to, seni.a molestia alcuna da parte nemica» (R. S.).

Le armate dei Balcani continuavano a non avere fretta. Sulla parte del fronte dove la situazione era loro nettamente favorevole e dove avevano anche conseguito successi tattici, rallentarono la pressione e lasciarono compiere indisturbata, ai Serbi della III A., la più logic a manovra che il momento potesse suggerire; essi infatti, ritirandosi, non solo prendevano fiato e ·si schieravano in ovdine su UJna migliore posizione dove il nuovo attacco avrebbe tardato ad impegnar li, ma si avvicinavano altresi alle riserve che il C. S. già proiettava sul campo.

La pericolante situazian.e della III A. aveva infatti indotto i l Putnik a far partire da Ub per Valjevo, la Div. Mor. II la quale però r. on sarebbe arrivata dhe il 18 sul campo di battaglia. Altri minori

(e) Le truppe serbe che difendevano Krupaoj si batterono, ma, dice la R. S. << per l'ampiezza della. fronte e per le accidentalità del ter:rena, le truppe sfuggirono daUe mani dei comandant i » La situazione in, quel punto dovette appa· rire ben grave al comandante della difesa per indurlo a telegrafare a quello della III A.: « Tutto è perduto. Sembra che mi sarà tagliata anche la ritirata su Zaulakai » .

Il ripiegamento fu ccxnpiuto con tanta celerità che un ulteriore ordjne, di poco ~teriore, col quale la si faceva permanere sulle alture a Trojan, dove la 9a Div. avrebbe .provveduto a rifornirla, non riuscì a raggit1ngerla .

E quell'importante altura, dopo essere sta ta in mano degli Austro-ungarici, finì per essere di nuovo il 17 teatro <li .fiere lotte fra i r e parti della 9"· Div. e la Di v. Mista serba, senza che l!'lè agli uni nè all'altra riuscjsse di averne i l dominio c001,pleto.

Contemporaneamente la 9a Di v . , la quale ha dimostrato grande spirito combattivo e ,non ha sentito la malattia della, s tanchezza, tentava anche <li spingersi oltre Tekeris, metten1do a dura prova la Div. Mor,. I la quale, avendo cercato 1di sopr avanzarne la destra, si vide invece ad un certo punto minacciata essa stessa di avvolgimento.

A sera il ccxnandante della Div. M or . I, pur avendo avuto lllotizia ,della buona piega presa 1dal ccxnbattimento sull'altura dj. Troj an, « giudicò che la 1s.ua divisione trovavasi in situazione -disperata» (R. S.) e decise di ripiegare alcuni d1ilometri più ad occidente. Il ripiegamento non fu molestato dalla 9a Div. a.u. troppo impegnata sulla sinistra. In complesso, non ostante la noteyole superiorità <l'i forze da parte serba, i e<.mbattimenti del 17 attorno a 'Tekeris non variarono la situazione.

L'VIII Corpo sentì gravemente l a mancanza della 21" Sch. la quale, oolo che si fosse limitata a mantenersi s ull'altura di Trojan, avrebbe alleggerito la 9"' Div. dalla preoccupazione per la siin.istra e le avrebbe probabilmente consentito di non lasciarsi :sfuggire la Di v. Mor~ I.

L a battaglia era ad una svolta decisiva; nan poteva essere risolta che dalle riserve.

Sotto questo punto di vista erano favoriti i Serbi, il cui C. S. aveva _ ancora in mam.o due divisioni fresche, mentre di nulla più disponeva il comando della 5" A. a . u. che tutto il suo capitale aveva speso sino dall'inizio; ed a cui favore nulla poteva ancora l a lontana 6.. A. mentre di assai scarso ren<l'imento eraino gli oscillanti e limitati interventi della 2a A ..

Sulla fronte di guest'ultima, non ostante le sempre più vive premure del Potiorek di « destinare la 2" A. in appoggio all'ala setten· trionale della 5" A. fortemet1te premuta», il Con rad contin uava ad ordinare che si effettuassero solo « vigorose dimostrazioni » per cebre al nemico la partenza e per il mantenimento del trasporto ordinato.

Questa rigidità del Conraid, dettata anche dalla poco dhiara situazione sulla fronte russa· , può ritooersi, teoricamente, giu,sta; e- sarebbe stata giustissima se, sino all'inizio, non appena verifìcata;i l'intervento russo, egli avesse tassativamente ordinato di tenere contegno difensivo sulla fronte balcanica e vietata 'l'esecuzione di un'operazione che, con forze così ridotte, nru aveva più alcuna probabilità di successo. Ormai però essa era ,d'e} tutto fuori ,posto, specialmente di fronte ad un'armata seriamente impegnata cui l'intervento dhiesto avrebbe assicurato il successo, mentre le dim ostrazioni - che 'a ppunto perchè tali nan poterono essere vigora;e - non potevano recare alcun sollievo.

Conseguiva da tali ordini che gli interventi ,della 2 "' A. non servivano a nulla; come quello del 16, quando 'l'avanzata delle divisioni 29.. e 7" non potè essere spinta più a sud per aver lasciato 1e artiglierie ol tre Sava.

Così lò sviluppo degli avvenimenti diel 17 agosto a Sabac costrinse a lanciare su quella fronte anche il IV Corpo, il cui intervento però, se evitò uno scacco locale, non fu di alcun sollievo alla 5• A.

Infatti il 17 la Div. Sum, I, proteggendosi sulla sinistra con un distaccamento di fanteria e cavalleria, attaccò decisamente Sabac. << L a battaglia, dice la R. S., diurò sino a notte su tutto il fronte. Le perdite furono numerose ma non fu possibile espugnare Sabac. Erano indispansabili i grossi calibri pù controbattere con efficacia le artiglierie nemiche situate sulla sponda sjnistra della Sava e sui mon;tori » .

La lotta fu molto dura per gli Austro-ungarici, i quali , dopo la puntata del giorno precedente si erano rafforzati sul margine meridionale dell a città; parve ad un certo momea to che l'azione volgesse così sfavorevole dhe il comandante della 2a A. generale Bohm-Errnolli, dopo le ore 14 e< senza più 1preoccuparsi dei tempi d,i carico delle truppe, o rdinò al gen. di cav. T ersztyansz ky di intervenire col IV Corpo nella lotta ai Sabac » (R. S.).

Fu sufficiente, tnello stesso pomeriggio •del 17, la sola azione delle artiglierie del IV Corpo per facilitare alle brigate che difendevan o Sabac .di respingere la D iv. Sum. I, la quale contrattaccata dovette ripie gare celermente a sud con alcun reparti alquanto scoraggiati per le gravi perdite subìte.

N a tur almente gl i Austro-ungarici non si spiinsero a fondo e l a azione fu completamente sterile di risultati per l'andamento generale della battaglia.

LE OPERAZIONI DELLA 6"' ARMATA ED I PROPOSITI DEL PoTIOREK.Mentre la 5., A. tentava fatico.5amente di risalire la valle dello Jadar e di oltrepassare la zona montagnosa del Cer; e mentre le divisioni della 2a si battevano senza scopi precisi nella zona di Sabac, la 6a A. riportava con le avanguardie piccoli successi, del tutto inuti li agli effetti della battaglia impegnata fra D rjna e Saya, contro i Mantene: grini ed il Corpo d'esercito di Uzice.

Le brigate a . .u, di copertura ayevano co.5tretto i Montenegrint a ripiegar e su tutta l a fronte con i reparti molto di5organizzati scoprendo la sinistra del distaccamento serbo del L im, che aveva dovuto a sua volta ritirarsi e<l essere rinforzato. Tutto ciò 'senza che il gro.5so del XVI Corpo dovesse impegnarsi.

Operazicni di maggiore rilievo si erano svolte nella zona di Visegrad. Qui i Serbi del Corpo d i Uzice, ob b odlend'o alle direttive del Putnik, avevano attaccato in forze la testa di ponte di Visegrad; l'attacco fu agevolmente respinto dalle truppe in po.5to~ Fece esiso sperare al P otiorek che finalme n t e sì effettuasse in quella zona la tanto desiderata offonsiva serba, cooì da non dovere più an dare a « çercare a lungo il nemico in un terr eno 'difficilissimo. Sembrava perciò avvicinarsi per la 6& A. il successo tanto desiderato ,, (R. A .).

L a speranza del P otiorek nasceva ,dall 'essere egli anche questa volta male informato sulla :situazione e sui movimenti dell'esercito serbo, e dall'attribuire a questo un piano errato; come sarebbe :stato

, e avessero diviso le for~e per agire contemporaneamente contro la 5"' e l a 6" A. a. u ..

Era invece evj,f.Ì>ente anche ai Serbi che la mjnaccia della 6• A., per la maggiore lentezza nella radunata e per le inospiti e difficili regioni che '<l·oveva traversare, non poteva farsi sentire ch e dopo molto tempo. In ogni caso non prima dhe la 5a A. avesse già conseguito la vittoria; giacchè era altrettanto evidente, come poi in realtà accadde, che se la 5.. A. fosse stata respinta oltre la Drina, la 6" più ·che pensare ,subito a nuove offensive, avrebbe dovuto occuparsi della difesa di Bosnia ed Erzegovina.

E forse un'altra considerazione può essere fatta ,. La 6' A. punt,wa sostanzialmente contro il Sangiacato, di recente annesso al regno ili Serbia, e contro il Montenegro, la cui .ilU.vasione per ragioni morali e materiali d 'j facile intuizione doveva interessare il governo cd il C. S. serbo assai meno che non qtJello della vecchia Serbia, contro il cui cuore mirava la 5~ A.

Il Potiorek e con esso éllllche il Conrad, che era a giorno dello scarto notevole di tempo fra le operazioni delle due armate, non valutarono a fondo tale situazione; il 'Potiorek inoltre si preoccupò prol>abilmcnte del succes:so che ,poteva ottenere con la sua annata, assai più di quanto noo dovesse nella sua qualità di comandante in capo di tu tt e le forze operanti sui Balcani. Edl è strano che, mentre egli insisteva a tutt'uorno sul Conrad per ottenere una canpleta cooperazione da parte diella 2~ A. non abbia mvece provveduto a darne una più fattiva egli stesso con le for,ie della 6a dhe aveva sottomano; il che sarebbe stato possibile a malgrado ,delle distanze per il tempo che vi fu disponibjle, sia mettendo qualche reparto a disposizione del generale Frank, rimasto sino dal primo momento sen za riserve, sia agendo da Rogacica e Ljubovija su 1Pecka. Qui ne aveva la possibilità, facile, ed avrebbe messo i Serbi in serio imbarazzo. Invece, preoccupato dal timore jnfond'ato che i Serbi riuscissero ad incunearsi fr.a la sa e la 6" A., richiamò, come si è yisto, il 17 agosto cl.a P ecka anche la 12"' brig. mont. facemdole risalire la Drina verso R ogacica.

Questo intervento, negativo, del Potiorek peggiorò la situazione sulla destra della 5a A .., privanidbla ,di un'ottima carta per il suo gjoco e liberand 'o i Serbi da una minaccia molto temuta. -

Sul rimanente della fronte la :situazione era, la sera del 17, stazionaria per il XIII Corpo che non aveva canbattuto; preoccupante per l 'VIII la cui unica 9" Div. correva grav.i pericoli di fronte alla II A. serba; migliorata all'estrema sinistra, ,dove l'interyento a Sabac del IV Corpo ayeva ristabilito l'equilibrio e:d una cui più profonda avanzata verso :sud avrebbe ancora potuto far volgere le sorti della battaglia favorevolmente agli Austro-ungarici.

Tanto .più che ormai la 5' A., priva di riserve e con la 2T" Div. Sch. inoperosa, non poteva che cercare di tener fermo sulle pcx;izioni raggiunte; soltanto il IV Corpo avam.zando ,d~ Sabac le avrebbe con'Sentito di riprendere '1' attacco.

A Sabac infatti si era intanto ca;tituito un gruppo forte di ben 35 battaglioni e 26 batterie il quale, insieme col distaccamento della Macva ohe contava IO battaglioni di 1st. e di marcia, doveva il mattino del :18 attaccare le forze serbe puntando verso sud e tentare di giungere a contatto con la 5.. A:

A priori però si poteva argwre che l'operazione 'non sarebbe stata condotta a fondo, perchè l'impiego del IV Corpo a sud della Sava avvei:.iiva contro la volontà del Conrad ed il Bohm-Ermolli, che vi va stato forzato dalle circostanze, voleva disimpegnarlo al più presto per non tardarne la partenza . Per la stessa ragione il Bohm-Ermolli non si 1era sentito <l~ a·derire alla richiesta del Potiorek di compiere un'altra dimostrazione ad Obrenovac per attirarvi forze serbe lontano dal campo di battaglia.

Il comandante idella 5• A., messo a corrente degli intend 'imenti (lel IV Corpo per il 18, decise di rimanere sulla difensiva a Tekeris con la 9a Div. dell'VIII Corpo; ,d'i attaccare ancora nello Jadar col XIII.

L ' IMPIEGO DELLE RISERVE SERBE E LA DECISIONE DELLA BA'ITAGLIA.

-- Il C. S. serbo dopo gli avvenimenti del 17 agosto, ritenne sfavorevole la situazione alla sinistra per la minaccia <la P ecka su Osecina; incerta così nella zona di T ekeris come in quello di Sabac. Qualche preoccupazione destavano ancora le provenienze da Obrenovac; nessuna quelle da Belgrado, e nessuna la fronte di Uzice.

La rotta subìta dai Montenegrini era grave; non potevano però le conseguell)]:e ripercuotersi a nord se non fra molto tempo.

In complesso non vi era ragione per variare il concetto operativo: tener fen:no alle ali; cercare la soluzione al centro, nella zona di Tekeris, dove era necessario respingere gli Austro-mogarici per vietare l' avvolgimento della III A., e dove si poteva cogliere la sa A. a. Q. sul fianco e sul tergo compromettendone le ccxnunicazioni con la Drina .

Fu perciò diretta la Div. Tiro. I da Ub a rinforzo della II A.; fu ordinato alla Sum. I di assumere atteggiamento d'ifonsivo di fronte a Sabac; fu, per misura prudenziale, rinforzato il distaccamento di Obrenovac . Le forze delJa I II A., che stava per essere raggiunta dalla D iv. Mor. II, già dal comandante dell'armata diretta a P ecka , furono ritenute sufficienti per ri stabilire la situazione.

Il C. S. serbo esitava ancora a spendere completamente la sua riserva e teneva sempre in mano un a divisione della I A . . Non ostante tutto, non era ben sicuro che il nemico nulla tentasse dalla zoo.a di Obrenovac.

La battaglia non si decide neppure il 18 agosto; le forze dhe si fronteggiano non sono ancora variate, giacchè la D-iv, Tim. I non potrà far sentire il suo peso prima del pomeriggio riel 19.

A Tekeris il combattimento fu serrato e sanguinoso per l'intera giornata ·del r8; l a 9a Div . a. u. fu fatta segno agli attacchi convergenti delle du e divisioni della II A. serba, le quali però, non ostante la schiacciante supe r iori tà di fanteria giacchè <li ar tiglierie ve ne er'.l· ne in maggior numero dal lato a. u ., non rius cirono che a far retrocedere il centro della 9• Div. ; a questa fu andhe possibile sventare le minacce portatele a lle ali, specialmente al suo punto di giunzione col X111 Corpo. Era sostenuta nella disperata difesa d alla sper anza di concorso della 21 • Div. Sch. la quale, riordinatasi, aveva ripreso ad ~v anzare da Lipoliste e di quello ,di maggiore emtità del lV Corpo da Sabac.

Ma la 21• Div. Sch. non arrivò nella giornata a partecipare ~l combattimento. L'azione del IV Corpo, iniziata al mattin o con gran- de energia, aveva respinto la Di v . Sum. l e la D iv. Cav. serba sulla linea ,della Dobrava; qui i Serbi, ancora in buone condizioni, arrestarono l'avanzata del IV Corpo, il cu i comandante ,pensò di rimandare all'indoman i la prosecuzione dell'attacco. Il terreno guadagnato in ,direzione ,eh Tekeris era poco; sarebbe forse stato suffìcieu::ite se la 21•- Sch. avesse potuto spingersi decisamente innanzi per operare nell'intervallo; ma essa soltanto il 19 potè partecipare di nuovo alle operaz1on1.

Il 19 il IV Corpo riprese l 'avanza ta e costrinse la Div. Sum. I a ripiegare in disordine ed a riparare dietro la Dobra va; fu respinta anche la- Div. Cav. , a cui sostegno accorsero però, nel pomer iggio ,dd 19, reparti ·della Div. Timok II.

Questa divisione era stata fatta avanzare il 18 da Ub verso il campo di battaglia. Nella notte sul 19 il C. S. serbo, impressionat o dell'andamento <lell1aziane a Sabac, l'aveva spinta celermente su qu esta località perchè, insieme con la Div. Sum. I , si opponesse all'avao:izata del nemico dalla Sava fìnchè non fosse delineata la vittoria stJlla fronte della II A .. Il canando delle due divisioo.i era stato affidato al comandante ,della I A. così da liberare il generale Stepanovic da ogni preoccupazione per la destra e da consentirgli di dedicarsi completam.ente a sfruttare la situazione a Tekeris e sul Cer.

Vi erano così il 19 nei tre settori di Sabac, Tekeris, Zaulaka le tre armate serb e; con due divisioni quella di Sabac, la I; con tre divisioni ciascuna le altre due. Alla Div. Cav. restò affidato il compito di collegamento tra la I e la II A.

L 'a rrivo sul campo dei primi elementi del]a Tim . II fu accolt o rnn gioia dalla Div. Cav. la quale staya per essere schiacciata fra gruppi ·del IV Corpo ed un nucleo della 21 '" Div. Sch. Trattavasi però ancora di poche forze stanche da looghe marce, e non sarebbero probabilmente bastate a stroncare l'attacco a . u., se questo non si fosse arrestato da sè. ·

D opo aver battuto la D iv . Sum~ I, le Div. 31.. e 32" del IV Cor-po eratno stanchissime; la 29.. Div., ancora in buone condizioni, fu incaricata dell 'ilflSeguimento. M a incrociatasi con la 31" ne nacque un tal groviglio che il generale Tersztyansky, probabilmente anohe perchè ignorava con quale urgenza il suo intervento fosse necessario e quant o ans iosamen te fosse atteso dall'Vlll Corpo, rimandò ancora una volta all'indomani la prosecuzione dell'attacco.

Evidentemente i comandanti austro-ungarici all'inizio della guerra non conoscevano la rapidità: almeno sul fronte serbo.

Mancava poi sul campo di battaglia un comando che coordinasse ad unico fine le operazioni delle vari e unità; e specialmente, ora che tru ppe d~lla 2• A. erano interva:iute, le facesse cooperare al principale scopo cui tendeva la 5a. Ciascun comandante, lasciato a se stesso, operava entro un limitato raggio visivo e le azioni, pur essendo isanguinosamente com battute, fuivano con l'essere sterili di risultati. Se il IV Corpo fosse stato messo alla dipendenia del comandante della 5• A., il quale aveva il massimo interesse ad una sua profonda e rapi da avanzata, assai probabilmente non si sarebbe arrestato oel pomeriggio del 18.

L 'avanzata, pur l imitata, del IV Corpo ebbe il so lo risultato di attirare a sè la Div. Cav. serba liberando d~lle sue molestie il piccolo nucleq che la 21• Di v. Sch. era riuscita a ricostituire, e dhe potè portarsi nuovamente sul Cer, verso l'altura di Trojan .

La Div. Mista serba, che aveva iniziato l'avv olgimento della 9• Di". a. u. fo costretta momentaneamente a desisterne.

Ma 1a 21• Sch. non rappresentava una seria minaccia, ridotta com'era <li forze e ancora molto depressa di spirito.

L a D iv . Mista potè sollecitamente arginare il no:1 grave pericolo e continua re a premere fortemente sulla 9a Diy. a. u.

Questa, la cui resistenza costituiva om1ai il perno di tutta l'az:onc austro-ungarica era all'estremo delle forze. Respinta sul Ccr e minacciata d'avvolgimento sulla sinistra dalla· D iv. Mista; p r emuta violentemente dalla Div. M or . I che tentava di incunearsi ..nel punto di sutura col XIII Corpo, fu a lla fine costretta a cedere. Nè valse a trattenerla l'aiuto portatole a sud dalla 36" Div .

La ritirata della 9• Div. segnò la sconfitta austro-ungarica e fu il segnale del ripiegamento anche ,per il XII I Corpo, il quale pur nelle giornate del 18 e del 19 era riuscito a tnaJrltenersi contro la III A. serba, ·ed era ancora in buone condizioni . Ma non poteva d.a solo neppure sostenersi contro la massa ·dell'esercito serbo. Infatti nelle ultime ore del 19 agosto anche la Div. Tiro. I arrivava sul campo di battaglia e entrava in azione :sul1a sinistra della II A.

I due Corpi della sa A. a. u. riuscirono fra la sera del r9 ed il 20 a ripiegare sulle alture dii Ljesnica e di Lomica senza essere soverchiamente premuti, per quanto i comandanti serbi avessero st1bito ordinato di procedere all 'iuseguirnento e questo fosse realmente iniziato. Ma anche le truppe serbe erano stanche do.po cinque giorni di ininterrotto combattimento e d i marce talora estenuanti per la lunghezza per il caldo e per la sete. Non seguirono il nemico con la stessa rapidità che fino a quel rna:nento ne aveva caratterizzato i movimenti e che il memento avrebbe voluto per rendere la vittoria ca:npleta.

Specialmente sul Cer, doye più critica _ era la situazione della 5•

A., la Div. Mist a non ostante gli energici interventi del suo comandante, ·si lasciò sfuggire gli Austro-t1ngarici clhe riuscirono ad arrivare sulla Drina senza soverchie perdite; all'infuori d~ quelle naturali di ogni ripiegamento.

Da parte della III A. serba la pressione fu più energica contro il X III Corpo ed il contatto fu ' sempre mantenuto; qui però le trqppe a. uL in migliori condizioni tennero testa agli inseguitori e la 36\ potè concentrarsi a Loznica mentre la 42a e le due brigate autonome si avviavano a Zvornik.

LE ARMATE A. u. RESPINTE OLTRE _ DR1NA E SAvA. - Il 20 agosto la 5.. A. ripassava la Drina.

Il Conrad e il Potiorek avrebbero voluto mantenerla su territorio serbo; l'uno per diminuire l'entità dello scacco subìto mostrando di essere tuttora in grado di mantenere l'occupazione di suolo nemico; l'a ltr o perc hè, ora che la 6a A. era pronta ad agire, sperava di trascinare di nuovo avanti la 5• A.

Fu fortuna che le conr.Lizioni di questa, le cui ·perdi te ammonuvano in soli morti e feriti a 6oo ufficiali e circa 23.000 militari di truppa, non lo consentissero, giacchè si sarebbe ripetuto l 'e rrore di operazioni condotte su zone enormemente intervallate, e ne sarebbe forse nato un nuovo immediato scacco a. u.

D'altra parte gli avvenimenti sul fronte di Uzice continuavano a non preoccupare soverchiamente il C. SL serbo; il quale riteneva assai difficili, come realmente erano, azioni in grande stile su quel terro.;io. Sino a vittoria completa sulla Drina, il Putnik non distolse nè un uomo nè un cannone per rinforzare il Corpo d'esercito di Uzicc. E la 6"' A. a . u. dopo due inutili success i tattici locali ottenuti il 20 cd il 21 agosto a Priboj ed a Viscgrad tornò anche essa sui suoi passi.

Contint:1ava invece il C. S. serbo ad essere preoccupato per Sabac. Qui l'at tività a. u. non ebbe termine col ripiegamento della 5• A . ; le cause però non ne vanno cercate nel proposito del Comando austro--ungarico, che sarebbe stato giustissimo, di far alle.o.tare la .pressione serba verso la Drina, ma bensì negli incerti compiti e nella mal definita dipendenza del gruppo di divisioni <ld la 2• A. colà operante. Infatti il cotnandante del IV Corpo ricevette fra il 19 od il 21 agosto ordini contradi t tori da quello della s· A., d'al Potiorek e dal Conrad, a riguardo del mantenimento o mein.o della testa di ponte. Ne nacque dhe il IV Corpo, dopo avere già iniziato il ripiegamento, dovette ancora impeguiarsi il 20 agosto e poi rompere il ccmbattimento per ritirarsi oltr e la Sava fornendo cosi facile motivo alla I A. serba di attribuirsi un successo tattico. Fu poi c~tretto ancora una volta, il 23, a tornare a sud della Sava per facilitare alla 23• Div. rimasta a presidiare Sabac, che il Potiorek avrebbe voluto mantenere, <li rip1egarc anch'c.5sa a nord' del fiume, abbandonando definitivamente la testa di ponte.

Sabac, completamente sgombra, fu rioccupata dai Serbi il 24 agosto.

L 'offensiva a. u. contro la Serbia, voluta e cercata per ottenere un successo che avrebbe dovuto avere grandi ripercussioni politiche era .finita con u10. insuccesso che , se non era esageratamente grave dal foto militare, costituiva però un avvenimento molto clamoroso e dannoso al prestigio austro-ungarico.

I Serbi potevano a ragione vantarsi di aver battuto l'esercito del grande impero danub iam.o e d.i averlo costretto a sgcxnbrare con grande rapidità dal loro territorio.

Il Conrad nelle sue « Memorie » così giudka l'operazione: « La intera offensiva era fallita a causa dell'impiego delle forze :su larg a scala in due gruppi separati e di forza quasi uguale; del ritardo dei movimenti del gruppo meridionale (6" Ann a ta) in quel difficile terreno montuoso, ma sop,rattutto per la manchevo/,e condotta della 21" Div. Scii. E' fuor di luogo l'attr ibuire il fallimento dell'offensiva al preteso ritardato imp iego del IV Corpo, giacchè su di esso non si doveva fare alcun assegnamento l> .

Il giudizio del Capo dii ~. M. dell 'ese rcito a. u. , che pure in molte occasioni ba saputo riconoscere i suoi errori è, questa volta, un po' troppo semplicista.

La 21a Div. Sdb. si portò indubbiamente male e ne pagò il fio, giacchè fu sottoposta alla legge mar~iale; ma non ad essa, che fu messa nelle peggiori condizioni, si può imputare l'insuccess o della operazione. Giacchè se si deve giustamente presumere che il suo intervento energico e tenace avrebbe liberato la 9a D iv . dalla pressione della Div. Mista ·serba, si può anche pensare che l'ulteriore interven to della Djv_ Tim . I avrebbe causato ugualmente la sconfitta dell'VIII Corpo ; forse con un giorno di rjtardo.

Abbiamo già nella narrazione degli avvenimenti, accennato qua e là varie cause occasional i o sostain,ziali .ddl'imuccesso; le p iù importanti fra esse riteniamo siano : a) la jmpostazione della manovra, d i ventata del tutto illogica quando il cambiamento della situazione politico-militare le 'fece mancare il corucorso della 2a A.

Impostazione che ha q1Jalclhc ainalogia con gli st udi del Conrad per le operazioni contro l'Italia; studi che prevedevano una rnariov-.·a a tenaglia con due masse operanti dal Friuli e dal Trentino. E vel maggio 1916 il Coruad, dimentico della !eziqne ricevuta due anni pri- ma in Serbia, dove l a mancanza di una delle branche della tenaglia lo ayeva posto di fronte ad un insuccesso, ripetè l'err ore coorrn l' Ita},a oper ando soltanto dal Traatino perchè l 'insuffìcienza di forze g l i vi et ava di muovere con la massa dall' Isonzo. Ed anch e nel Trentino , per quanto le operazioni fossero condotte con maggior e energia ed avvedutezza che non sulla Drina, la lentezza dell'avanzata, dovuta a ll a resistenza italiana ed alle difficoltà del terreno, fece sì che la Strafc:xpedition non ostante qualche iniziale suocesso tattico finisse per essere un'autopunizione; b) i tentennamenti 1dcl C. S. austro-ungarico dhc non seppe vietare in modo tassativo l'impiego <li reparti della 2 A., nè seppe conceder! i completamente anche quando la situazione angosciosamente ne mostrava l'ineluttabilità, mentre anche la partenza di ques t a :.rroata per la Galizia non ne anebbc probabilmente sofferto, dato che i carichi si protrassero in realtà sino ai primi di settembre; col risultato di interventi ondeggianti e tardivi che finirono per non essere di utilità alcun.a ai fini complessi dell'operazione; e) la lontananza, di spazio e di tempo, delle Jue annate 5.. e G", il eh<.: significa dispersione di forze . La 6· annata non po teva <~sere pr o nta ad agire che sei giorni dopo la 5\ vi era tempo più che sufficiente per questa, tenendo conto della probabile dislocaziooe dell'esercito serbo e dei suoi possibili movimenti, di essere battuta p~ù che di riportare la Yittoria data la sproporzione fra le sue forze e quelle <lcll 'esercì to serbo.

L a divergente direzione di attacco ,della 6"' A . non poteva influire beneficamente sulla 5\ tai!lto che gli stessi successi <ld 20 e dd 21 agosto a Priboj ed a Visegrad non valsero neppure a fare ritardare fmseguimento nè a togliere unità dal grosso ckWesercito serbo; d) la soverchia preoccupazione di salvaguardare la inviolabilità ~.d territorio bosno-erzegovino, COil la conseguente dispersione di forze che sarebbero state preziose durante ,la battag l ia; e) la deficiente organizzazione del ccmando truppe operanti nei Balcani, che fece mancare unità di azione e coordiinamento delle operaz ioni durante la bat<taglia; f) la mancanza, nel campo tattico, di un nucleo cli truppe celeri alla ~inistra della saA .., che servisse così a spazzare la Macva, come a·di assicurare il collegamento con Sabac, e ad evitare che la cava lleria nemica si introducesse facilmente nel vano, piuttosto ampio, esistente in quella regione~

Alle armate operanti contro la Serbia erano originariamen te assegnate alcune divisioni di canlleriia; furono iperò tra le primissime ad essere imbarcate per la Galizia. Certo la mancanza di cavalleria <levette essere accoratiame n te sentita quando nulla s,i ebbe sottomano per chiarire la situazione ed evitare sorprese in quell'ansa così per icolosa d'ella Drina. Nè può dirsi dhe non avrebbe trovato terreno adatto, giacchè sullo stesso terreno la divisione di cavalleria serba non incontrò particolari difficoltà; anzi operò con grande decisione e .fu di somma utilità; g) in.fine, non ultima per importanza, l a lentezza con la quale operò la 5• A., lentezza in parte dovuta a lla costituzione organica dell'armata ed alla preparazione logistica non adeguata alla zona di cperaiione, ma in parte derivante anche dalla poca fiducia del cornanda,nte sulla riuocit,a dell'operazione affidatagli.

Il C. S. serbo ebbe buon gioco di fr onte alla lentezza operati va edi alle titubanze dell'avversario; le sue truppe, sottoponendosi a sforzi veramente eccezionali, gli fecero riguadagnare il tempo che esso talora perdette in ordini prematuri e contrordiJnii. La giusta visione dì portare lo sforzo principale della controffensiva in direzi one nordovest non ebbe in pratica l'energica e completa esecuzione che avrebbe meritato; le due divisioni della II A. si mostrarono insufficienti per ottenere una risoluzione comp let a e sollecita . Il Putnik., sempre preoccupato dalla possibilità di offese "la nord, tardò troppo a gittare le riserve lflella battaglia, con la conseguenza che quest a, che avrebbe potuto risolversi con l'annientamento della 5a A. a. u. qualora maggiori forze ne avessero avvolt,a la sinistra, finì invece con una ritirat a quasi volontaria .

E !a 5a A. austrerungarica rdbpo pochi giorni fu di nuov o in grado di opera re .

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