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CAPOVOLGIMENTO DELLA SITUAZIONE

LA DfVERSI01'E DELLA s" ARMATA AUSTRO-UNGARICA. - Fra il 29 ed il 30 novembre l'esercito :serbo si raccoglieva attorno alla conca di Arangjelovac.

A nord il Dist. di Branicevo copriva Semendria e si allacciava a sinistra con le truppe della dìfesa, di Belgrado; queste insieme col Dist, dì Obrenovac s~ schieravano su:lle alture di Varovnica-KoomajSibnica a cavallo della grande linea ferroviaria.

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A•d occidente edi a sud le. tre armate ed il Corpo di Uzice da Sibnica per Vcncani al Rudnik, a Grn . Milanovac ed a Cacak (r).

Libera l a vi a di Belgrado; quella di Arangjelovac sbarrata dal('intero esercito serbo, . raccolto in limitato spazio e vicino alle principali fonti di rifornimento •dove le truppe potevano facilmente e copìooamente essere ristorate. Il problema dei trasporti era infatti ridotto aj minimi termini.

Le armate austro-ungariche distese su una rottile e lunga linea dalla Saya ad Uzice. Tutte le diyisìoni in prima schiera. Le condizioni del nemico ritenute tali da non lasciar supporre potesse in pochi giorni rimettersi in condizioni .da far nuovamente testa.

Il 29 novembre, la 6" A. trovava sgombre le posizioni fra la rotabile Lazarevac-Arandjelovac, il Suvobor e la rotabile Valjevo-Uzir ce. L a 5• A., il giorno successivo poteva marciare su Belgrado, Retrogl!ard1~ nemiche contrastavano qua e là l 'avanza ta. Non era ancor.a noto se i .Serbi intendessero clifendere o abbandonare la capitale.

(1) Schizzo n. 12.

Il Potiorek pensò anzitutto all'occupazione di Belgrado; semplici avanguardie dovevano per il momento assicnrarsi gli accessi da sud alla val Morava. Su: tale base dettò le direttive del 30 novembre.

La 6a A. doveva, col grosso, sostare sino al 3 dicembre inclus o in attesa del funzionamento della ferrovia : spingere avanguardie sulla l inea G alic-L ipet-Cukor-Kremenica-Vis Zeoke (schizzo n. 12).

L a 5a A. spingersi subito all'altezza di Os truznica, sulla Sava, per assicurare, col possesso delle alture arl1 est della K olubara la protezione della ferrovia; proseguire senza interruzione alla energica preparazi one dell'attacco ,d'i Belgrado (1)~

Le due armate puntavano così su obiet6vi l ontani e distinti : la 6"', da sola, contro l 'eserci to serbo; la 5"' ·se ne distaccava per perrnetrere al governo imperiale d i lanciar e al più presto ai quattro venti ia notizia ·dell'occupazione della capitale nemica .

Ad assicurarsi prontamente il possesso di Belgrado miravano anche il v. Conrad ed i l v. Falkenhayn per stabilire sollecitamente, attraverso la Serbi a e la Bulgaria, la diretta comunicazione con la Tmchia che aveva assillante bisogno di munizioni ~

M a è ev i dente che non era necess aria un'intera armata, e forse neppure una frazione di essa, per tale scop o ; Belgrado, una volta padron i della Morava e, più o'he altro, battuto definitivamente l'esercito serbo, sarebbe caduta senza bis ogno di speciali operazioni; mentre !a ma te riale occupazione, quarrdo il nemico era padrone della conta di Arangjelovac, non serviva a nulla.

Mancò in que i giorni all'esercito dei Balcani, un buon servizio di informazioni e di esplorazione; dello sganbero della capitale serba, avvenuto il 29 novembre, il comarrdante della 5.. A. ebbe notizia soltanto il 2 dicembre per mezzo delle truppe d el Banato; le quali , pur es,;endo sull'altra riva del fiume, non se ne erano accorte (2).

(1) Ordine op. n. 3068/0k del 30 ,novembre 1914; da Koviljaca.

(2) Già nell'ordine del ~9 nov embre, nd quale il Potiorek aveva assegnano alla s"' A. il compito di impadroil1irsi & Belgrado,, era previsto il concorSo delle truppe del Banato, le quali erano state passate alla dipendenza del generale Frank.

Il favorevole andamebto delle operazioni aveva inoltre fatto nascere nel Ca po di S. M. dell'esercito terlesco i l des iderio di operare anc he da Orsova, con la cooperazione di una divisione germanica, sempre per arrivare più sollecitamente a stabilire la comunicazione co n la Turc hia . V i furono a l riguardo prese di contatto <lirette dell o stato maggiore germanico col Potiorek, ma jl rapido incalzare degli avvenimenti ed i l capovolgimento della situazione nei giorni successivi le r esero infruttuooe. Furono però anche esse un incitamento alla pronta occupazione di Belgrado.

Le direttive del 30 novembre provocarono il giorno successivo la ripresa dell'avanzata delle due armate austro-ungariche.

L a 5.. A. diresse il C orpo misto del Krauss per O struznica su Belgrado; I'VIII , per le valli della Belianica e della T urija fr a P arcani e Vencani, dove avrebbe sootato in attesa.

Dei tre Corpi della 6" :

- il XI II, che aveva funzioni di collegamento fra le du e armate , per la rotabile Lazarevac-Arangjclovac, su ll a fronte Zcoke-Kr çmenica;

- il XV sulla linea Cukor-L ipet; il XV I fra Balikoyci e Galic; alture che dominano la conca di Ar angjelovac.

Qu esti du e ul timi avr ebbero dovuto mandare sulle località accenna te semp lici avanguardie; erano però così inospiti le zone dove 1a battaglia si era tronca t a, che furono indotti ad avanzare al com pleto.

L a 18" D iv. rinforzata da un'altra brigata da m ontagna, che l 'avr ebbe raggiunta però solo i l 12 dicembre (1), fu avvi ata sulle alture di Siljkovica e di O sirica per poi procedere sulla st r ada di C acak. Con la 18" D iv. doveva riunirsi anche i l D ist. Snj aric dbe era già avviato verso Uzice.

Con lo spingere tanto a sud il nucleo di forze raggruppato att orno alla 18" Div. si allar gava sempre più l a già ampia fro nt e <lrelle due armate.

(1) Era la 18' brig. lllOnt. di nuova costituzione con elementi tratti dalle truppe di occupaziooe di Bosnia, Erzegovina e Dalm azia.

AVANZATA DELLA 5.. E 6" ARMATA.. - La marcia della 5a A. non incontrò ostacoli; il Dist. di Obrenovac e la difesa di Belgrado si erano :sottratti, protetti dalla Div. Cav.

L a capitale serba fu occupata nella notte sul 2 dicembre da un nucleo di forze del gruppo Banato (9 btg., .r sq., r btr.) proveniente da Semlino.

La 5" A., venuta a mancare l'operazione su Belgrndo, doveva ora dirigere la sinistra su Ralja ed impadronirsi con un distaccamento d!i Scmendria. P iù tardi, ·dopo un breve riposo, muovere da nord ali' at tacco del)' esercì to serbo, mentre la 6"' avrebbe agito da occidente.

Per conseguenza l'VIII Corpo, già arrjvato con la sinistra all'altezza della strnda Bclgrado-Vencani, ebbe ordine dii. schierarsi sulla l inea Bozdarevac-Parcani; del CoDpo misto la 29.. Div. rimase in riserva scaglionata sulla sin istra per guardare le provenienza da Semendria, la t fu avviata a Ralja. Un nucleo di cavalleria, costituito con squa·droni racimolati alla meglio, fu assegnato alla 29.. Div. per attivare la vigilanza sw Danubio, dai dove il distaccamento serbo di Branicevo, ancora intatto, poteva procurare qualche sorpresa. Questo schieramen to ayrebbe dovuto essere assunto al più presto, dopo di ch e le truppe avrebbero riposato. Ma il 1desiderio di un ingresso trionfale a Belgrado fece perdere t empo : fu ordinato il 3 dicembre e doveva essere completo il 5.

Esso, mentre sbarrava le principali comunicazioni 1dal cuore della Serbia verso Belgrado, riuniva la 5"' armata in un gruppo compatto, con una for,t'e riserva : era in grado così di fronteggiare un eventuale attacco nemjco, come di d'are un forte colpo fra Vencani e Semendria.

Si creava però una larg a e pericolosa falla fra le •due armate: nel tratto Bozdarevac-Zeoke. Vi sarebbe stato il vuoto completo; con pericolo di penetrazione del nemico e di avvolgimento, particolarmente grave per il XIII Corpo.

Mentre la 5"' A. indugiava a Belgrado, ,la 6"' aveva continuato a<l avanzare, S05tenerrdo nuovi e talvolta aspri combattimenti con le retroguardie strbe, che richiesero consumi di munizioni tali da ridurre pre.ssochè al nulla le dotazioni delle batterie.

Nè ancora la ferrovia dj Valjevo riusciva a fun z ionare; chè lun· gbj e pesanti erano i lavori di riatt:.u:nento.

Il 2 dicembre la 6" A. ra.ggiunse la linea assegnatale, dove le condizioni di vita, specie per il XVI Corpo, erano più che mai disagiate. Qui il generale Wurm, sicuro che per il momento non fossero prevedibili seri ccmbattimenti, sparpagliò alquanto le truppe, che avevano grande bisogno ·di riposo, in guisa da ric overar le al coperto, nel migl ior modo , nelle capanne e nei casolari sparsi nella zona.

La 18• D iv . si portò ad Osirica ed a Siljkovica.

Il period o di riposo precedentemente stabilito dal Potiorck scadeva il 3 dicembre; riposo per modo di >dire giacchè le truppe nel &attempo avevano sempre marciato e talunç anche combattuto. Fu prolungato sino al 5 dicembre, sia perchè tutti i comandanti pro.spettavano condi.7.ioni materiali estremamente gravi, sia perchè era necessario attendere i rifornimenti dall a ferrovia di Valjevo che com inciava a funzionare il giorno 4.

Questo ritardo, dice la R. A., « non riusciva però gradito al generale P otiorek, perchè gli ultimi prigionieri serbi manifestavano una più fiduciosa disposizione d'animo ... Gli ufficiali serbi prigionie ri eran o convinti che il loro esercito avrebbe opposto una g loriosa resistenza nella zona Arangjelovac-Gm. Mlanovac, se gli si fosse lasciato ancora un po' di tempo per riordinarsi )) ,

Il ,generale Appcl, comandante del XV Corpo, aveva in oltre riportata l'impressione, dagli ultimi combattimenti, che « i Serbi n on fossero così battuti da non esse re in condizioni di effettuare offensive parziali )) .

Da tutto ciò il Potiorek •dedusse che fosse opportuno agire a l più prosto possibile per concludete col successo final e la manovra, che aveva sinora guidata con sagacia ed energia.

Ma la .fortum, bizzarra Dea, aveva finito di assisterlo e porgeva ora agli avversari un lembo del suo manto.

GENESI DELLA col\"TROFFENSIVA SERBA . - Il C. S. serbo, dopo l 'abbandono della Kolubara e ·di Belgrado aveva visto naµfragare non solo i propositi controffensivi ma al tresì la speranza di un'ulteriore tenace resistenza, In .particolare le condizioni della I A. ed il suo ripiegamento su posizioni assai più arretrate di quelle volute dal P ut· nik avevano scombussolato i piani del C. S. e scossa la fiducia nella p ossibilità di riprendere presto la iniziativa delle operazioni.

L 'invocazione al governo pe r un alleggerimento della situazione per via diplomatica mostra chiaramente quale fosse lo stato d'animo nell'ambiente del C. S.

Il Putnik, il ,1 ° ,dicembre, scriveva ai comandanti di armata: « Sono persuaso che gli insuccessi degli ultimi combattimenti siano <l'a attribuirsi solo al morale troppo scosso ed alla scarsa volontà delle nostre tru ppe di battersi. I sentimenti generosi non sono più in condizioni d ~ fare ritornare n:eU.e nostre truppe il morale e lo volontà di difendere il proprio ,paese .. . E' necessario a·dottare le più severe misure per impedire oltre che le nostre truppe prendano la fuga davanti a l nemico, il quale non è d.i grande valore >) (ord . 7462 op.).

Seguivano precisi e severi provvedimenti per ottenere con ferreo rigore quanto non si poteva cOiliSeguire con l 'appello all'amor di patria ed alla necessità di difendere il paese.

Con tale. valutazione delle truppe nessuna idea di controffensiva poteva maturare, sino a quando almeno le condizioni materiali e morali non fossero migliorate e non dessero affidamento di poter condurre gli uomini alla battaglia con qualche 6peranza .di successo~

Ed infatti i l C. S. non .accennò più alla offensiva. Si curò di i ntensificare e riordinare i rifornimen ti e di far rendere quanto più forte possibile la sistemazione a d ifesa delle nuov e posizioni, sulle quali si sarebbe giocata l 'esistenza stessa •della Ser bia .

I r eparti poterono incorporare una buona al iquota di complementi. I viveri , largamente forniti dalla ricca zona attorno alla quale l'esercito e.ra schierato, affluirono .abbondantemente e con essi anche materiali di equipaggiamento e di yestiario.

Le munizioni pure, che erano arrivate in grande copia ad Arangjelovac prima ·dell'attentato bulgaro alla ferrovia di Salonicco, poterono essere copiosamente fomite .alle artiglierie.

L a vicinanza delle truppe ai maggiori centri di rifornimento facilitava i l lavoro dell'intendenza; il tempo rimess(X)i al bello cli al freddo agevolava i trasporti sulle stra·de gelate.

La febbrile operosità di tutti i comandi permise in pochi:ssimi giorni di ridare ai reparti sembianza di unità or.ganiche e di provvederli di gran parte del necessario.

Col migli oramento delle condizioni materiali si elevò gradatamente il morale.

Ma non era ancora il caso di pensare ad offensive; almeno così doveva ritenere il C. S.. il quale no~ di ede sino al 2 dicembre alc una direttiva del genere e pensò, oltre che ai servizi, a reprimere le fonti di molte voci disfattiste che ,in quei giorni circolayano e che spesso, sotto veste di soverclhio ottimismo, non valevano ad altro che a provocare dannose delusioni.

Doveva. esse re il coman:dante della I A ., il generale Misic, quello stesso che nell'ultimo ripiegamento aveva imposto la sua volontà, a fare una vera iniezione eccitante al C. S. annunziandogli, nel pa:neriggio del 2 dicembre, che aveva 1deciso, e già dato gli ordini di rnuovue il mattino successivo all'attacco del nemico; e chiedendo che anche le altre · armate fossero contemporaneamente lanciate all'attacco.

Sarebbe vano cercare nell'audace risoluzione .del generale Misic ragioni .di carattere operativo. La decisione era fondata sostanzialwente su motivi psicologici; non estraneo ad essi quello di mostrare che, se egli aveva con la sua armata voluto ripiegare più profondamente di quanto non fosse negli intendimen~i del C. S., aveva però saputo ben presto, appunto perchè lontano dal nem ico, rimettere l'arenata in efficienza tanto da sentirsi in grado .dopo breviiSSimo tempo , di condurla all'attacco.

Non dbe la direzione di attacco sulla quale poteva operare la sua armata fosse di particolare Yalore: si trattava di attaccare e di sfondare in un punto qualsiasi il nemico, le cui condizioni erano molto gravi, materialmente e moralmente, per le ragioni più volte accennate e che al Misic erano perfettamente note .

Ottenuto un profondo sfondamento in un punto, la vittoria ne sarebbe conseguita.

Il lavoro di elevazione morale compiuto in quei quattro gionù tlal generale Misic, parallelamente a quello di rinsanguamento delle unità, era stato attivissimo, spinto in profondità e di grande rendimento.

Staccatesi completamente dal nemico, le truppe ayevano riposato sul serio in una buona zona,

I lavori difensivi, pur indefessamente condotti, avevano lo scopo a tutti noto non solo di proteggere contro nuovi attacchi nemici, " ma di costituire forte appoggio per il movimento offensivo».

Le gravi condizioni in cui versava la Serbia; i pericoli di un nuovo ripieg.amento; la necessità dei maggiori sacrifici per la salvezza del paese che poteya attenders i iSolo da una vittoriosa offensiva; le difficoltà fra le quali si dibatteva il nemico e che gli ultimi combattimenti sul Subovor avevano messo in luce . Furon o questi argomenti che il comarrdante della I A. seppe vigoro,amente prospettare per sollevare il morale dei st1oi uomini.

Il 1° dicembre egli indirizzava alle truppe un proclama. « ...E' d'uopo ora trarre profitto della difficile e penosa situazione dell'avversar io. Esso 1deve essere attaccato doyunque. Non vi deve essere tregua o so.sta prima che sia annientato e respinto al nostro territorio. E' il momento di spiegare tutte le energie; tutto il valore, tutto lo spirito di sacrifizio; perchè è giunta l'ora favorevole per sopraffare le truppe avversarie penetrate nella nostra terra » .

E nella sua relazione al C. S. della sera del 1° dicembre, il Misic poteva dire « .. .la fiducia e l o spirito offensivo 1delle guerre passate, in queiSto istante momentaneamente assopito a causa dele difficili condizioni, non sono del tutto spente; il soldato serbo, penetrato dall'amore verso la sua patria e cosciente del proprio dovere, è ora deciso a sacrificare tu.tto per i l fatto che è in gioco l'esistenza del paese » (R. S .).

Il 2 dicembre, -dopo avere già concretate le disposizioni per l'attacco, il generale Mis.ic, « considerando necessario informare della sua decisione, qwal,e atto compiuto, anche il C. S. e di pregare perdhè anche le al tre armate muovessero all'at~c<.:0, si mise in relazione telefonica col Comando Supremo... » (1).

La comunicazione, afferma la R. S. « provocò una gradita sorpres a e l'entus iasmo anzitutto del rappresentante del sottocapo di S. M. ed in seguito dello stesso capo di S. M. ».

11 Putnik, che era ancora ben lontano dal prevedere così sollecitamente una simile possibilità, ne fu meravigliato tanto da chiedere egli stesso « se sussistesse veramente l a decisione del comandante per l'attacco dell'ind omani» .

Così, per iniziativa cli un comandante di annata, decisa sulla base di condizioni morali e di situazione locale, nacque la fortllnata e brillante controffensiva ,serba del dicembre 1914, la quale doveva cap ovolgere la situazione e procurare ai Serbi una vittoria ed una gloria di cui a buon diritto possono vantarsi: la liberazione del suolo della Patria dall'esercito, sino a quel momen to vincitore, di una potenza assai più forte. E nei riguardi ddla guerra sugli altri fronti, il vanto ·di aver costretto l 'impero danubiano adi impegnare contro la Serbia beo 450 .000 uomini - che a tanto assomma il complesso di uomini inviati nei Balcani dall'agosto a tutto dicembre 1914 - con notevole yantaggio delle operazioni russe.

Si può, è vero, dire che già sino da l 2r novembre il Capo di S. M. serbo aveva emanato direttive per la controffensiva (1) e che ancora il 26 dello stesso mese aveva confermato tali direttive affermand o esplicitamente che « l'unico modo per uscire dalla critica situazione era il passaggio all'offensiya; al più presto, se no poteva essere troppo tardi ». Esisteva quindi nel Putnik un proposito controffensivo generico, che può avere concorso a·d ispirare al Misic la sua tlecisione. M a lai situazione era talmente mutata dopo i l 21 novembre da non potersi ritenere dhc le direttive allora emanate potessero avere valore; se non nel desiderio .di passare, appena possibile, alla controff esa . Des iderio, e proposito, che è naturale in chiunque assuma atteggiamento difen~ivo: giacchè questo può fare non perdere, mentre l' offe nsiva sola fa vincere .

( 1) Ordini del C. S. serbo n. 688] e 7189 op., rispettivamente del 21 e 26 novembre; già citati.

Si pt.!Ò anche affermare che la conversazione del Misic col Putnik, per annunziargli la sua avvenuta dec isione, è delle ,ore 16,30 del 2 dicembre; e che l 'ordine di offensiva genera le è stato dal C. S. em,anato a lle 16,48. Non poteva in oo51Ì. breve tempo essere concepito e red atio. Leggendo lo però, si ha la ,s ensazione che il poco che esso dice, può benissimo essere stato buttato giù in que i brevi minuti.

Nè il concetto della battaglia sorta sulle alture di Arangjelovac fu suggerito dall'errore commesso :dal Potiorek di estendere enormemente la fronte verso nord creando così un vuoto pericoloso di fronte all'ala destra della II A. serba.

D i questo vuoto nessuno si accorse sino, può dirsi, a battaglia già perduta dagli A1Jstro-unga11ic i; nè gli ordini dati ,d0.l Putnik alle armate II e III dopo la comunicazione del Mi.sic. lasciano intravedue un qualsiasi concetto di manovra che tenda a trarre profitto deU'errore de] nemico.

Il Putnik, come si era lasciato condurre a rimorchio durante tutta l a ritirata dai 1vari comandanti di annata che ne avevano spesso sopraffatta la yolontà, così fu trascinato ora alla controffensiv:i dell'ardita risoluzione del Misic, che egli accettò con entusiiasmo, senza però aggiungervi nulla di suo.

AHe 16 ,48 del 2 ,dicembre il C. S. serbo emanava il seguente ordine - n. 7510 op. - per far cooperare le altre armate all'attacco della I:

« Da:ll'interrogatorio di molti prigionieri risulta che si sono crea · te nel nemico condizioni grayi, sia nel riguardo .del vettovagliamento e dei rifornimenti di ogni genere, sia pel suo esaurimento fisico.

« Per poter ;sfruttare questo momento di .debolezza del nemico ed elevare i l morale e lo spirito delle nostre truppe, ordino che domani tutte e tre le annate e ile truppe dell'annata di Uzice attacchino energicamente sulla riva sinistra della Morava occidentale il nemico sulle proprie fronti e lo costringano al ripiegamento.

« L e truppe de'lla difesa di Belgrado rimangano sulle loro posizioni assicurando il .fianco destro ed .iJ tergo della II A._

« I comandanti d i armata prenderanno accordi circa l'inizio .del!' attacco, i collegamenti ed il reciproco aiuto » .

Ordine, cane si vede, che si limita ad assecondare l'azione d el Misi c, spingendo le armate .ad un attacco frontale senza alcun cenno che Po5Sa far pensare essere già noto lo schieramento assunto dal Potiorek: si tratta di attaccare ovunque per respingere il nemico e sollevare il morale delle truppe serbe.

Soltanto .durante la battaglia si renderanno palesi gli errori di schieramento commessi dall'avversario; il C. S. serbo riprenderà allcra le redini della battaglia e la guiderà traendone profitto.

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