Gente in Movimento 1-2023

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GENTE IN MOVIMENTO | IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA | N. 1 GennaioFebbraio 2023ISCRIZIONE TRIBUNALE DI AOSTA N. 3/14 DEL 29/09/2014
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Questo numero è stato chiuso in redazione il 28/12/2022.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA
1 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
FAMIGLIA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
SOMMARIO
N. 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023
EDITORIALE PAG. 02 ATTUALITÀ PAG. 04 IMPRESA PAG 06 PROFESSIONI PAG. 11 INNOVAZIONE PAG. 18 EUROPA PAG. 22 POLITICA PAG. 27 ECONOMIA E LAVORO PAG 28 PREVIDENZA PAG. 30 COSTUME E SOCIETÀ PAG. 34 CONSUMATORE PAG. 38 SICUREZZA PAG. 40 MOTORI PAG. 42 DESIGN PAG. 44 VIAGGI PAG. 46 SPORT PAG. 50 FOOD & WINE PAG. 53 BENESSERE E BELLEZZA PAG. 54 MODA PAG. 58 FOTOGRAFIA PAG. 60 EVENTI E SPETTACOLI PAG. 62 CINEMA E LIBRI PAG. 66 COMICS & GAMES PAG. 70 MUSICA PAG. 71

GENTE IN MOVIMENTO

Iscrizione al 3/14 del Registro Stampa del Tribunale di Aosta in data 29/09/2014

EDITORE E PROPRIETARIO: DGConsulting s.c.

Iscrizione al ROC n. 24934

STAMPA

Tipografia Tipolitoeuropa di Cuneo

EDITORIALE

Carissimi lettori, abbiamo iniziato l’anno con il clima primaverile, anche se gli ultimi giorni di febbraio ci hanno ricordato che l’inverno non è ancora finito, spolverizzando di neve gran parte dello stivale e facendoci recuperare dall’armadio i capi più pesanti.

Purtroppo, il conflitto fra Russia ed Ucraina è ancora in corso e non sembra avere fine a breve, tutto questo ha gravi ripercussioni sull’economia di tutta Europa e non solo

Il 31 dicembre è mancato l’emerito Papa Benedetto XVI, i funerali sono stati celebrati il 5 gennaio mettendo fine alla piacevole ed epocale situazione di 2 Papi viventi.

Per passare a notizie più gioiose, a Milano il 22 gennaio si è festeggiato il Capodanno Cinese e per 16 giorni si sono alternati celebrazioni, balli e parate con tanto di dragoni e lanterne.

In questo numero di GM porteremo il contributo di professionisti, 7C spiega cosa sono i report di ESG e di sostenibilità e perché sono importanti, Dario Montanaro espone che fare impresa in Italia oggi è una scelta di coraggio e che per trovare soluzioni efficaci ed efficienti è necessario ascoltare i professionisti, che vivono concretamente il mercato del lavoro, Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ci spiega come rendere operativa e concreta la transizione digitale, ci sarà anche un articolo di Fulvio Marchese su “saper investire” il nostro denaro.

Nella rubrica Viaggi, andremo a spasso per le meraviglie di Pisa e scopriremo che a Padova c’è un orto botanico patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

E le nostre rubriche di design, musica e sport con la nuova stagione di moto GP, inoltre scopriremo come rilassarci con il potere della mindfulness.

Anche quest’anno la nostra rivista, con il nostro team, sarà presente a LETEXPO alla fiera di Verona dal 8 al 11 marzo, vi aspettiamo al Pad 5 stand D2 Buona lettura.

DIRETTORE RESPONSABILE

Secondo Sandiano

IN REDAZIONE

Fabrizio Civallero, Adriana Pozzo, Gabriella Tomasi.

AMMINISTRAZIONE

Stefania Ricca

CONTRIBUTORI

Si veda pagina 72

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EDITORIALE IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 2 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
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Direttore responsabile Secondo Sandiano

Benedetto XVI: l’ultimo saluto al Papa emerito

Capodanno cinese: a Milano dal 22 gennaio

La città eterna ha dato l’addio a Benedetto XVI: il Papa emerito, morto il 31 dicembre scorso all’età di 95 anni. Per l’ultimo saluto, la salma dell’ex Papa Ratzinger è stata esposta al pubblico, all’interno della basilica di San Pietro. Due giorni dopo, il 5 gennaio, si sono tenuti i funerali che hanno visto un provato Papa Francesco tenere l’omelia e concluderla con le parole “Benedetto, che la tua gioia sia perfetta”. A celebrare la messa, davanti ad una gremitissima piazza San Pietro, è invece stato il cardinale Giovanni Battista Re. Tra l’immensa folla di fedeli che ha voluto rendere omaggio a Papa Benedetto, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

BMW Motorrad Days: si festeggiano i 100 anni

Dopo due anni di stop, causa pandemia, sono tornati a Milano i festeggiamenti per il capodanno cinese. Dal 22 gennaio, per 16 giorni, si sono alternate celebrazioni, balli e parate, con tanto di dragoni portafortuna e lanterne rosse. Novità di quest’anno: la location. La manifestazione, infatti, non si è tenuta in via Paolo Sarpi, come gli scorsi anni, ma all’Arco della Pace. E così le famiglie cinesi, come da tradizione, si sono riunite per il cenone e hanno potuto fare offerte alle divinità e agli antenati. Non sono mancate le grandi pulizie di primavera, essenziali per eliminare lo sporco dell’anno nuovo e fare spazio a fortuna e felicità. Prosperità e pace che porterà anche il coniglio d’acqua: l’animale del 2023, secondo il calendario cinese. Che dire? Auguri!

Un anno di guerra in Ucraina

Si terrà dal 7 al 9 luglio a Berlino la 21° edizione dei BMW Motorrad Days, edizione quest’anno con un significato ancora più importante poiché si festeggiano anche i 100 anni di BMW Motorrad. Sicuramente faranno le cose in grande, offrendo il meglio ai partecipanti, con attività fatte su misura per famiglie con bambini, gruppi, amici. Saranno presenti test ride di tutti i modelli BMW, moto e scooter, ed inoltre la possibilità di scegliere l’opzione “guida senza patente”, che permetterà ai motociclisti inesperti di guidare sotto la supervisione di un istruttore BMW, ed ancora presentazioni, aree food&drink e perfino una mostra speciale per il 100° anniversario della Casa. L’ingresso ai BMW Motorrad Days è gratuito.

È passato oramai un anno dalla notte del 23 febbraio 2022, quando si è avuta la tragica notizia che la Russia, con a capo Vladimir Putin, aveva scatenato contro l’Ucraina con a capo Volodymyr Olksandrovič Zelens’kyj, quella che al principio era stata definita “operazione militare speciale” ma che in realtà di Guerra si tratta e che purtroppo ad oggi ancora non pare avere una fine a breve. Tutto il mondo è con il fiato sospeso per il timore di quella che potrebbe trasformarsi in una guerra nucleare minacciata da Putin. Riportiamo alcuni tragici dati; sono almeno 42.300 i decessi, quasi 57.000 i feriti, 15.000 i dispersi circa 14 mln di profughi, almeno 140.000 gli edifici distrutti e circa 330 Mrd € di danni materiali.

ATTUALITÀ IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 4 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO

Auguri al grande Massimo Troisi

Ferrari: la nuova monoposto

Avrebbe compiuto 70 anni il grande Massimo Troisi, nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano (NA) un’artista indimenticabile del cinema italiano, mancato nel 1994 a soli 41 anni. Aveva girato le ultime scene del capolavoro cinematografico “il postino” 12 ore prima, purtroppo i problemi cardiaci che da anni lo accompagnavano hanno avuto la meglio sull’uomo. Il regista Mario Martone rende omaggio all’artista con un documentario film “Laggiù qualcuno mi ama” presentato al 73° festival di Berlino e presente al cinema dal 23 febbraio. Per questo anniversario molte emittenti televisive hanno dedicato ampio spazio a Massimo Troisi, con interviste inedite in vita, e con testimonianze di altri grandi attori che con lui hanno fatto percorsi di gavetta fino al successo. Che gli auguri di tutti quelli che ti hanno apprezzato ti arrivino lassù.

Vinitaly 1a 55esima edizione

È stata presentata a Maranello il 14 febbraio 2023, la nuova monoposto della scuderia Ferrari. I tifosi hanno potuto ammirare il primi giri in pista, guidata da Charles Leclerc per primo e a seguire Carlos Sainz, saranno infatti questi i piloti che correranno per la nuova stagione. La nuova Ferrari SF-23 è un’evoluzione di quella precedente, la sigla SF che sta per Scuderia Ferrari, il numero 23 indica la stagione 2023 di F1 che la monoposto dovrà affrontare.

Frederic Vasseur: “La nostra sfida è vincere e portare la Ferrari davanti a tutti. L’obiettivo di tutti è tornare alla vittoria. Sento l’entusiasmo della gente e di tutti coloro che lavorano per questa squadra, questo evento è il modo migliore di iniziare la stagione. Un momento molto intenso, la cosa più importante è tornare al successo e mantenere le promesse.”

PMI: la digitalizzazione come chiave di ripresa

Mettete nella vostra agenda le date dal 2 al 5 aprile 2023, per non mancare all’appuntamento con il Vinitaly a Verona, la 55esima edizione della fiera internazionale del vino e dei liquori.

Quest’anno sarà divisa in diverse aree tematiche tra cui; Vinitalybio sezione dedicata al vino biologico prodotto in Italia e all’estero, International Wine solo produzione internazionale, Vinitaly tasting evento con degustazione, Vinitaly design legato alla promozione dai bicchieri ed oggettistica e arredi cantine, Micro Mega Wines la nuova iniziativa per piccole aziende di produttori di qualità, infine Enolitech che si occupa della tecnologia applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage.

La digitalizzazione contribuisce alla ripresa delle PMI. È quanto emerge da un’analisi condotta da Meta e Ipsos che sottolinea come anche i social network svolgano un importante ruolo nello sviluppo delle piccole e medie imprese. Ad accelerare il processo di digitalizzazione è stata la pandemia, durante la quale molte imprese hanno impiegato soluzioni più innovative e tecnologiche. Secondo la ricerca, infatti, il 22% delle PMI italiane ha modificato il proprio modello di business a seguito dell’emergenza sanitaria, mentre il 66% dichiara di aver reso le proprie attività più performanti grazie alle piattaforme Meta. La trasformazione digitale sembra dunque essere la risposta alla crisi delle PMI e un punto fondamentale per la loro costante crescita.

ATTUALITÀ IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 5 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO

ESG opportunità o ennesimo obbligo?

Molte

La Direttiva europea della Commissione UE, dal 2024, tutte le imprese di grandi dimensioni e le PMI quotate sono obbligate a rendicontare le informazioni di sostenibilità secondo nuovi criteri e contenuti. La direttiva è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 16 dicembre 2022.

La Direttiva sulla comunicazione della sostenibilità è stata adottata in via definitiva rispettivamente dal Parlamento europeo l’11 novembre 2022 e dal Consiglio europeo il 28 novembre 2022 e pubblicata in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 16 dicembre 2022.

La Direttiva ha differenti fasi di applicazione:

• Dal 1º gennaio 2024 per le imprese già soggette alla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario

• Dal 1º gennaio 2025 per le grandi imprese attualmente non soggette alla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario

• Dal 1º gennaio 2026 per le PMI quotate con una possibile esenzione dall’applicazione della Direttiva fino al 2028. L’informativa dovrà inoltre essere certificata da un revisore o da un certificatore indipendente accreditato.

La Direttiva obbliga anche le imprese non europee, che realizzano ricavi

netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di EUR nell’UE e che hanno almeno un’impresa figlia o una succursale nell’UE, a presentare una relazione sulla sostenibilità. Si ricorda che per la normativa precedente, relativamente alla “Non Financial Reporting Directive” (Direttiva 2014/95/UE) e relativa norma attuativa in Italia (Decreto legislativo 30 dicembre 2016, n. 254), i soggetti obbligati a fornire una rendicontazione sulla sostenibilità sono gli emittenti quotati, banche e assicurazioni che abbiano avuto in media durante l’esercizio finanziario un numero di dipendenti superiore a 500 e che, alla data di chiusura del bilancio, abbiano superato almeno uno dei seguenti limiti dimensionali:

1. un totale dello stato patrimoniale di 20 milioni di euro;

2. un totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni di 40 milioni di euro.

Cosa sono i report ESG e di sostenibilità e perché sono importanti. Quando si tratta di sostenibilità ed ESG, le organizzazioni hanno fatto grandi passi avanti, arrivando a integrare il concetto di sostenibilità nelle pratiche commerciali, nei processi, nello sviluppo di prodotti e nella strategia. Molte organizzazioni stanno riorganizzando i loro modelli di business e le strutture aziendali e stanno impiegando molto tempo e risorse per integrare la sostenibilità nelle proprie strategie. Come risultato di questo investimento, molti sono arrivati a considerare il reporting ambientale, sociale e di governance non come un onere normativo, ma come uno strumento per attrarre investitori e finanziamenti. Naturalmente, le aziende aspirano ad essere etiche, responsabili e desiderano avere una ottima reputazione agli occhi degli stakeholder, distinguersi dalla concorrenza e attrarre investitori e finanzia -

menti. Prima di iniziare a preparare i processi interni a essere conformi alla normativa ESG, si deve capire cosa significano e cosa comprendono i criteri ESG, come si differenziano rispetto alle azioni di Corporate Social Responsability (CSR) e cosa significa integrare la sostenibilità nelle aziende.

Il reporting ESG

Il reporting ESG è la divulgazione di dati ambientali, sociali e di corporate governance. Come tutti i documenti di questo tipo, il suo scopo è quello di mettere in evidenza le attività di sostenibilità ambientale, sociale e di governance di un’azienda, migliorando la trasparenza della stessa verso gli stakeholder. Il reporting è uno strumento efficace per dimostrare che l’azienda sta raggiungendo gli obiettivi e che i progetti in materia di sostenibilità sono solidi. Poiché i report riassumono i benefici qualitativi e quantitativi delle attività di un’azienda, gli stakeholders possono vagliare gli investimenti, allinearli ai loro valori ed evitare così le aziende a rischio di danni ambientali, passi falsi sociali o corruzione.

La differenza tra ESG e sostenibilità. ESG e sostenibilità vengono usati in modo intercambiabile, ma ci sono alcune differenze.

• La sostenibilità si riferisce al rapporto di un’azienda con l’ambiente, mentre l’ESG estende tale rapporto alla responsabilità sociale e alla governance.

• ESG aiuta le aziende a comunicare le loro iniziative e gli stakeholders a valutare la performance e il rischio dell’azienda.

La differenza tra ESG e CSR.

L’Environmental Social Governance è un insieme di standard di divulgazione che le aziende usano per comunicare le proprie iniziative di sostenibilità. Gli stakeholders, come gli investitori, usano i rapporti ESG per vagliare i loro investimenti. La responsabilità sociale

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IMPRESA
a cura di Pier Luigi Fabbroni
organizzazioni hanno fatto passi avanti, integrando il concetto di sostenibilità nelle pratiche commerciali

d’impresa (CSR) è un modello di business in cui le attività di un’azienda migliorano il mondo circostante.

I vantaggi del reporting ESG

L’ESG contribuisce a creare e mantenere:

• Un elevato profilo aziendale;

• Il rafforzamento dell’immagine e della reputazione del marchio;

• Un ambiente di lavoro migliore, più sicuro e più motivante;

• Un aumento dell’efficienza delle attività e dei processi aziendali;

• Un utilizzo razionale delle risorse, con riduzione degli sprechi e costi;

• Maggiori opportunità di attrazione per i clienti che adottano politiche sostenibili; questo influisce positivamente sul fatturato dell’azienda;

• Un miglioramento delle opportunità finanziarie sul medio lungo periodo.

La situazione ITALIA

Alcuni studi indicano che oltre il 50% delle aziende italiane quotate alla Borsa Italiana (AIM) non rilascia nessuna informativa sulla sostenibilità, e che solo poco più del 10% delle aziende quotate ha un orientamento avanzato nei confronti di questa tematica.

Dove le grandi aziende quotate tendono ad utilizzare una strategia di “Ecologismo di facciata” (Greenwashing) al fine di costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo della sostenibilità e cavalcare la moda “Green”, le piccole aziende quotate, dove la sostenibilità viene realmente applicata o dove il percorso per diventare sostenibili e stato già intrapreso, tali attività non vengono pubblicizzate e comunicate al mercato. Le piccole imprese non sono consapevoli del fatto che non basta essere sostenibili, ma bisogna anche comunicarlo in maniera strutturata al mercato al fine di attirare gli investitori. Le reportistiche ESG Attualmente, le aziende sono abbastanza libere in termini di divulgazione ESG e possono presentare le informazioni nel modo che ritengono più utile. Detto questo, si raccomanda l’uso di framework riconosciuti.

I più noti sono:

- Global Reporting Initiative (GRI)

- Sustainability Accounting Standards Board (SASB)

- Task Force on Climate-related Finan-

cial Disclosures (TCFD)

- Carbon Disclosure Project (CDP)

- Streamlined Energy and Carbon Reporting (SECR)

- Workforce Disclosure Initiative (WDI)

La società 7Consulting srl Global Reporting Initiative (GRI) è una struttura che aiuta le aziende a rivelare l’impatto positivo e negativo della loro attività sull’ambiente, l’economia e la società. L’obiettivo di GRI è quello di aiutare le aziende a comunicare la natura dei loro impatti ESG e come vengono gestiti. GRI è il framework ESG più referenziato tra tutti i settori, ricevendo l’83% dei riferimenti totali ai framework ESG.

IL NOSTRO SUPPORTO: DGConsulting collabora con 7 Consulting, che vanta oltre 20 anni di esperienza nello sviluppo di sistemi di gestione qualità, ambientali e salute & sicurezza sul lavoro, ed avendo maturato specifiche esperienze a fianco di importanti realtà internazionali a partire dal 2009 in progetti di sostenibilità, mette a disposizione la sua conoscenza e competenza per affiancare le aziende che vogliano confrontarsi nello sviluppo sostenibile delle proprie attività.

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FederValoreImpresa tutela piccole, micro imprese e professionisti

FederValoreImpresa si affianca a tutti quegli

organismi strategici che sono espressione di Valore Impresa.

a cura di Diego Moscheni

Valore Impresa sviluppa da ben oltre un decennio il concetto del network tra Piccola e Micro Impresa e Professionisti al fine di sviluppare le relazioni tra questi soggetti ed utili al raggiungimento degli obiettivi aziendali e professionali utilizzando strumenti che sono frutto di convenzioni nazionali ed internazionali. L’obiettivo che va raggiunto è l’incremento dei fatturati dei soggetti interessati e, grazie ai progetti e programmi di Valore Impresa, la loro collocazione su mercati difficilmente raggiungibili individualmente. Comprendendo inoltre le necessità anche di natura sindacale delle Piccole e Micro Imprese e Professionisti, il consiglio direttivo di Valore Impresa ha ritenuto di dare i natali ad un organismo che potesse svilup -

pare in modo funzionale ed efficace tali urgenti necessità con il quale esercitare un’adeguata assistenza in ambito nazionale fornendo tutti quei servizi propri di un organismo sindacale. In particolare lo studio e la sottoscrizione di contratti collettivi di lavoro di primo e secondo livello, welfare, formazione di indirizzo con i fondi Interprofessionali, i fondi sanitari, le attività degli enti bilaterali e molto altro. Dopo una lunga “gestazione” è stata fondata FederValoreImpresa che si affianca a tutti quegli organismi strategici che sono espressione di Valore Impresa. Il neo eletto consiglio direttivo avrà dunque il compito di dare corpo e vita in ambito nazionale, regionale e locale a tutte le iniziative suesposte con la collaborazione di tutti gli organismi di Valore Impresa.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 8 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO IMPRESA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 9 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO Segui Assotrasporti per scoprirne di più: info@assotrasporti.eu www.assotrasporti.org + 39 3 4 8 88 272 3 1 Partecipa con noi al rinnovamento del settore: costruisci insieme a noi una nuova sede territoriale Assotrasporti! Da 30 anni insieme in difesa dell’autotrasporto italiano Tieniti informato con TN Trasportonotizie : tutto il mondo dell’autotrasporto a portata di mano e di click! www.trasportonotizie.com il giornale e il quotidiano online degli autotrasportatori e di chi viaggia circolazione, obbligo di aprile superiori, www.trasportonotizie.com TRASPORTONOTIZIE Anno XVII Numero 1/2015 pagina Transpotec, stand cui accoglieremo! pagina 19 Cabotaggio, pagina pagina Trentino Alto Adige pagina 36 chiede l’interpagina 27 www.trasportonotizie.com TRASPORTONOTIZIE Anno XVII Numero 2/2015 ritorno al futuro. Noi ci saremo ...e tu? trasportatori Autotrasporto provinciali alle Transpotec: www.trasportonotizie.com TRASPORTONOTIZIE Anno XVII Numero 3/2015 Transpotec 2015, l’autotrasporto ritrova l’ottimismo Riduci i costi con i nostri beni e servizi: ti aiutiamo ad aumentare la competitività della tua azienda! USCIAMO DAGLI SCHEMI UNIAMO LE FORZE BLOCCHIAMO IL DECLINO FACCIAMOCI SENTIRE CORSI DI FORMAZIONE NUOVO E INNOVATIVO CCNL ASSOTRASPORTI-UGL

Change management: fondamentale a beneficio dell’azienda

Il Change Management è un approccio sistematico al cambiamento organizzativo che consente di affrontare le trasformazioni nelle modalità e nei processi di lavoro. L’obiettivo delle azioni di Change Management è fare in modo che il cambiamento sia efficace e comporti un beneficio per l’organizzazione e per le persone che la compongono, accompagnando le trasformazioni organizzative e procedurali e sostenendo le persone al cambiamento stesso. Il change management va di pari passo con la digital transformation: pensare di introdurre le tecnologie senza trasformare abitudini e processi è inutile e può rivelarsi uno spreco di risorse, di energie e di tempo. Change Management e aziende: i cambiamenti organizzativi sono oggi delle costanti all’interno del panorama aziendale. Nuovi mercati e tecnologie hanno messo in discussione tutti i vecchi modelli di business. La cultura delle imprese si confronta con l’evoluzione della società ed è per questo che diventa sempre più importante per chi si occupa di Risorse Umane saper avviare processi di Change Management all’interno della propria azienda. Nel mercato attuale le organizzazioni agili hanno a che fare con trasformazioni ogni giorno, permettendo una maggiore capacità di

acquisizione delle migliori opportunità e di conseguenti vantaggi competitivi. Per questa ragione, essere pronti ai cambiamenti dovrebbe essere una priorità per le aziende.

La gestione del cambiamento all’interno delle organizzazioni aziendali si rende quindi necessaria per attuare trasformazioni quali:

• implementazione di nuove tecnologie e strumenti di lavoro;

• a dozione di una nuova cultura aziendale;

• nomina di nuovi manager;

• acquisizioni, fusioni e cessioni di rami d’azienda;

• Periodi di crisi aziendali o del mercato.

Change Management: quali sono i vantaggi per le aziende: il change management è in grado di apportare numerosi vantaggi all’intero sistema aziendale. Di seguito ti riportiamo i principali.

• Guidare un cambiamento di maggiore successo: un’efficace Change Management porta a una maggiore realizzazione dei benefici e al raggiungimento dei risultati. Costruire le capacità di gestione del cambiamento significa avere maggiore successo su progetti e iniziative critiche per il business aziendale.

• Maggiore resilienza e adattabilità ai cambiamenti: data la quantità e la frequenza dei cambiamenti

che si verificano nelle organizzazioni di oggi, è essenziale migliorare l’implementazione del cambiamento e le metodologie di approccio.

• Allineare la pratica organizzativa con i valori organizzativi: il change management ha effetto anche e soprattutto sulle persone. Nonostante un’azienda si fondi su processi e attività, le persone sono la più grande risorsa aziendale. Esse rappresentano il valore aziendale e l’elemento più prezioso.

• Preparare l’organizzazione per il futuro: in ogni organizzazione è fondamentale sfruttare il cambiamento per sviluppare nuove capacità e competenze organizzative perché permettono la crescita dell’azienda e il suo successo futuro, a prescindere dalle forze di mercato fuori dal controllo aziendale.

Conclusioni: il Change Management non deve restare un’idea o una bellissima intenzione. Il processo, per funzionare e produrre i benefici attesi, alcuni di quali sopra citati, deve essere orchestrato da una soluzione che ne automatizzi le dinamiche. È bene dunque affidarsi a degli esperti che possano guidare l’azienda nell’implementazione e ottimizzazione di questo asset fondamentale al cambiamento.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 10 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO IMPRESA
a cura di Davide Spitale
È bene affidarsi a degli esperti che possano guidare l’azienda

Alta formazione per i revisori legali

Anche quest’anno l’Istituto Nazionale Revisori Legali si impegnerà nella forma zione e aggiornamento professionale, in buona parte gratuiti, rinnovando formule e docenze per garantire a tutti gli iscritti la possibilità di maturare i crediti formativi necessari per assolvere l’obbligo richiesto sia per i revisori degli enti locali che per i revisori di società private. L’Inrl sta anche predisponendo un piano di ore di Alta Formazione, a pagamento, che verrà messo a disposizione di iscritti e non entro il mese di febbraio e sarà diviso in due sessioni: una si svolgerà nel primo semestre e una nel secondo semestre del 2023. E con la ripresa delle attività di con -

vegni in presenza, finalmente anche l’Inrl conta di organizzare in tutta Italia eventi formativi presso le università e delegazioni regionali, con la fattiva collaborazione dei delegati. Proseguirà inoltre la rubrica dei ‘Webinar del mercoledì’, come sempre dalle ore 15:45 alle 17:00, e che affronterà ogni settimana un tema relativo all’attività di revisione legale prendendo spunto anche dalle richieste degli iscritti e dalle principali novità normative. Confermati anche gli appuntamenti online previsti ogni ultimo lunedì del mese, dalle 15:30 alle 16:30, con una rubrica specifica su argomenti di ‘fiscalità e contabilità’, grazie alla preziosa collaborazione di Andrea Piatti. Ed a questo nutrito programma si aggiungeranno, nel corso dell’anno, altre rubriche ed appuntamenti formativi specifici che arricchiranno ulteriormente l’offerta formativa Inrl. Sono in programma, ad esempio, specifici corsi sulla ‘crisi d’impresa’, sul Terzo Settore ed un corso di preparazione all’Esame di Stato in attesa del bando ministeriale. Si tratta di uno sforzo organizzativo sempre più ampio da parte dell’Inrl, come ha avuto modo di sottolineare il vice Presidente dell’istituto, Luigi Maninetti, referente della società di formazione che si occupa dei corsi: “Anche quest’anno abbiamo fissato specifici criteri di docenza, predisponendo un apposito calendario della formazione specialistica. Stiamo sulla strada giusta ed il numero elevato di adesioni fin dal nostro primo incontro del 2023, dimostra che gli iscritti apprezzano tale iniziativa formativa. Aspettiamo la stessa partecipazione anche nelle sezioni territoriali dell’istituto che contribuiranno poi a comporre il nuovo consiglio nazionale che si insedierà nella prossima primavera.”

“Qualcuno ci imita – ha poi aggiun -

Nel programma di formazione e aggiornamento

professionale 2023

dell’Istituto Nazionale

Revisori Legali, si intensificano i percorsi di alto profilo

to Maninetti – il che significa che le nostre iniziative sono realmente efficaci, ma l’Istituto è ormai ben riconoscibile ed è il solo a rappresentare sindacalmente i revisori legali italiani. Dal prossimo mese attiveremo una serie di incontri per la individuazione dei delegati sul territorio: una designazione molto importante e svolta in senso democratico che darà un impulso sempre più forte alla rappresentatività locale dell’istituto a tutela di tutti i revisori.”

Per avere maggiori dettagli e informazioni sul calendario degli incontri formativi allestiti dall’istituto, si suggerisce di contattare sempre la segreteria operativa dell’Inrl, e di consultare il sito, aggiornato quotidianamente con notizie relative all’attività di revisione e con una rassegna stampa delle principali testate economiche di riferimento. www.revisori.it

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PROFESSIONI
Vice Presidente Inrl, Luigi Maninetti a cura di Andrea Lovelock

La professione di consulente del lavoro tra sfide e opportunità

A Bordighera il convegno formativo nazionale organizzato dall’ANCL, in collaborazione con l’Unione Provinciale di Imperia

a cura di Ancl Unione Provinciale di Imperia

Si è svolto a Bordighera il convegno formativo dal titolo “La professione di consulente del lavoro tra sfide e opportunità”. A fare da splendida cornice all’evento è stato il Grand Hotel del Mare di Bordighera, situato in un giardino pensile a picco sul mare e immerso in un affascinante parco mediterraneo. L’evento è stato organizzato dall’ANCL, Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, in collaborazione con l’Unione Provinciale di Imperia.

Ad aprire e moderare l’evento Secondo Sandiano, Presidente UP ANCL Imperia e Consigliere Nazionale ANCL, insieme a Gian Luca Di Rocco, Vice-Presidente Regionale ANCL Liguria. Al convegno sono intervenuti Dario Montanaro, Presidente Nazionale ANCL, che ha illustrato come dare risalto al valore della professione; Luigi Sappa, Consulente del Lavoro e Presidente del Polo Universitario Imperiese, che ha proposto il raccordo fra il sistema universitario, imprese del territorio, mondo del la -

voro, libere professioni e formazione – sistema terziario di istruzione tecnologica superiore (legge 99/22); Enrico Vannicola, Componente Ufficio di Presidenza ANCL Nazionale, che ha esposto il nuovo modello di studio professionale e le opportunità offerte dall’ANCL ; Francesco Lombardo, Responsabile Centro Studi Nazionale ANCL, che ha esposto il ruolo del sindacato e le tutele offerte dall’ANCL ; Vincenzo Silvestri, Presidente Fondazione Lavoro, Roberto Bracco di Fondazione Lavoro, che hanno esposto le opportunità e gli strumenti offerti dalla fondazione; infine Massimiliano Marafiotti, delegato provinciale Enpacl, che ha illustrato gli strumenti messi a disposizione dall’ente. Dopo la pausa, è intervenuto il Senatore Gianni Berrino, Membro commissioni Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato e Previdenza Sociale – Giustizia, già assessore al lavoro della Regione Liguria, da sempre vicino alla categoria ed ai problemi del lavoro e delle professioni.

Si è quindi svolta una intensa tavola rotonda aperta con la testimonianza di Alessandro Dorrucci, Direttore Grand Hotel del Mare che ha esposto le problematiche e le esigenze del settore turistico-ricettivo, a seguire Alberto Cavalucci, Dirigente Scolastico dell’Istituto Tecnico Alberghiero Ruffini-Aicardi di Arma di Taggia che ha proposto le possibili soluzioni future per il settore, Carlo Cavalleri, Consulente del Lavoro, membro del Consiglio dell’Ordine e Responsabile Centro Studi di Genova, Ilaria Conte, Presidente giovani Consulenti del Lavoro di Genova, Fulvio Rossotti, Consulente del Lavoro – ANCL Savona, Giovanni Gherzi, Consulente del Lavoro, Presidente del Consiglio Provinciale Ordine di Savona, Roberto Aschero, Consulente del Lavoro, Presidente del Consiglio Provinciale Ordine di Imperia e Mario Accasto, Consulente del Lavoro, Commissione certificazione Imperia. Al termine la serata si è conclusa con una cena per trovarsi fra colleghi ed approfondire la conoscenza con i relatori.

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Obiettivo 2023: lavoro più semplice e dignitoso

La priorità per il lavoro, nel 2023, va sotto il sostantivo “semplificazione”. Un modo per liberare risorse, per velocizzare i processi, per concentrare le energie nella revisione dei modelli organizzativi e nell’acquisizione delle competenze necessarie alle aziende per essere all’altezza delle sfide poste dalla congiuntura economica e dall’innovazione. Per tendere verso un mondo del lavoro più inclusivo ed equo. A diversi livelli di governance e organizzazione. Un obiettivo che è da sempre nel dna dei Consulenti del Lavoro e che è stato ribadito anche nella Convention di categoria dello scorso novembre 2022, che ha messo insieme giovani e futuro della professione in un binomio inscindibile. Resta ferma la disponibilità a fornire – con grande senso di responsabilità – il contributo dei professionisti della consulenza del lavoro al legislatore per far sì che il mercato del lavoro rifletta e concretizzi le transizioni digitali già in atto nella nostra società. Transizioni che non possono far a meno di una maggiore semplificazione degli oneri amministrativi e burocratici a carico di imprese e datori di lavoro e di una parità di condizioni

tra lavoro subordinato e lavoro autonomo. A partire dai compensi. Tutti aspetti già sotto la lente nel 2022, anno straordinario sotto molti aspetti. Non da ultimo per la possibilità di recuperare il contatto umano, superare il capitolo “pandemia” e progettare le direzioni di un nuovo corso. La crisi energetica, che così tanto ha poi inciso nelle prime scelte del Governo in carica rispetto agli impegni di spesa per il 2023, ha sicuramente posto un’ipoteca sulle attese di ciascuno. Continua a farlo, accompagnata dalla speranza che si possano rintracciare gli spazi per una trattativa di pace nel conflitto russo-ucraino. Forse anche per questo è utile affrontare questi nuovi mesi con un approccio operativo, indagatore entusiasta delle opportunità con attenzione alla riduzione dei rischi che, pure, non si sono disciolti come neve al sole. Continuità e discontinuità sono entrambe presenti nella progettazione di questo nuovo anno e nell’individuazione delle priorità. Le azioni che negli anni passati sono state delineate e attuate si presentano oggi pronte per un cambio di passo, per un “next level” che ha il sapore di un ulteriore salto in avanti. L’esempio per i professionisti ordinistici potrebbe essere

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a cura della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
I prossimi mesi richiedono un approccio operativo per rendere effettiva, e concreta, la transizione digitale

quello della legge sull’equo compenso. Un progetto portato avanti per anni che ha incontrato numerosi ostacoli. È stato un banco di prova del dialogo all’interno del mondo ordinistico e di sintesi tra istanze in arrivo dal basso e legacci interni al mondo politico. Una strada lunga che è sfociata nella proposta di legge a firma dell’attuale Presidente del Consiglio. Il 2023 si preannuncia, dunque, come l’anno in cui un principio di diritto condiviso da tutti i professionisti entra nel corpus normativo italiano, limando parte di quella distanza di tutele esistenti tra lavoratori autonomi e subordinati. Pronto per essere migliorato mentre esprime i suoi primi effetti. Per tutto ciò che, invece, è diventato una evidente priorità nel recente passato e attende la sua formulazione operativa, il 2023 si presenta come lo spazio per trovare tempi e modi di attuazione. Gli anni della pandemia hanno reso evidente che le transizioni sono veloci e che il digitale non è più materia di frontiera ma una realtà presente nel nostro agire quotidiano. Ne abbiamo visto le potenzialità e le declinazioni; ne abbiamo percepito i rischi. Ed è stato chiaro che in un mondo interconnesso alcune sovrastrutturazioni

burocratiche non sono più accettabili. Si semplifica, però, se si conosce nel profondo cosa aggiunge complessità. E qui torna la disponibilità dei Consulenti del Lavoro a dialogare con istituzioni, imprese e lavoratori esercitando il ruolo “terzo” che compete loro. Va in questa direzione il “Rapporto sulle semplificazioni possibili”, il volume che riassume tutte le proposte di semplificazione in materia di lavoro e legislazione sociale e amministrativa pervenute dai Consigli provinciali, dal Sindacato e dai loro Centri Studi, di prossima presentazione al Parlamento e agli Enti di riferimento. Uno strumento che si pone all’interno di una interlocuzione in continuità con il passato che ha nella consapevolezza di dover precorrere i tempi attraverso l’aggiornamento professionale, continuo ed eclettico, il suo elemento di discontinuità. Perché l’investimento nella capacità di essere un professionista valido è ineludibile, non rimandabile, per tutti coloro che vogliono essere parte del mondo del lavoro. A dimostrarlo gli studi interni alla Fondazione Studi, le cronache, la sperimentazione quotidiana: per accompagnare aziende e lavoratori dobbiamo essere capaci di osservare l’orizzonte con i medesimi

strumenti. E poi tradurli nell’ambito specifico entro cui si opera. Essere interpreti di un mondo del lavoro che cambia e che presenta il conto di due anni di pandemia è la sfida da cogliere nei prossimi mesi, facendo rete e proiettando lo sguardo ai bisogni futuri delle imprese e dei lavoratori. Un lavoro di squadra che ha nella creazione di realtà in cui il lavoro etico e inclusivo sia l’obiettivo ultimo per tutte le parti coinvolte. Il momento in cui fare sintesi delle prospettive future avrà nel Festival del Lavoro il suo luogo principe che, per la 14ma edizione sarà dedicato a “Competenze e innovazione, il futuro del lavoro”. Un titolo, come affermato dal Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, «che in quattro parole racchiude tutto quello che stiamo facendo e che faremo. Non possiamo fare a meno né delle competenze né di innovare la nostra capacità di essere professionisti». Un messaggio rivolto ai professionisti, ai datori di lavoro, ai lavoratori e a chi, in questo momento, è ai margini e non può sperare di rientrare nel mondo del lavoro senza arricchire le proprie competenze e innovarsi.

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DURC: le sanzioni non possono essere retroattive...

L’art. 1, comma 1175 legge n. 296/2006 stabilisce che i benefici normativi e contributivi previsti dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale sono subordinati al possesso, da parte dei datori di lavoro, del documento unico di regolarità contributiva, fermi restando gli altri obblighi di legge ed il rispetto degli accordi e contratti collettivi. I benefici contributivi possono essere individuati in tutti quegli sgravi collegati alla costituzione e gestione del rapporto di lavoro che rappresentano una deroga all’ordinario regime contributivo. Tale deroga, però, non configura una ipotesi agevolativa nel caso in cui lo sgravio non sia costruito come “abbattimento” di una aliquota più onerosa, calcolata secondo i normali parametri statistico-attuariali, ma rappresenti la “regola” per un determinato settore o categoria di lavoratori. Di conseguenza, non rientrano nella nozione in esame quei regimi di contribuzione diversa da quella ordinaria ma che caratterizzano interi settori (ad es. agricoltura e navigazione marittima), territori (ad es. zone montane) ovvero specifiche tipologie contrattuali (apprendistato) con una “speciale” aliquota contributi-

va prevista dalla legge, ambiti nei quali il totale abbattimento o la riduzione dell’onere economico-patrimoniale nei confronti della platea dei destinatari costituisce l’ipotesi ordinaria (cfr. circolare Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale n. 5 del 30 gennaio 2008). Occorre premettere inoltre che la natura giuridica del DURC non è costitutiva del diritto a usufruire delle agevolazioni contributive, che sono previste dalla legge ma rappresenta quella di autorizzazione amministrativa al godimento delle agevolazioni. Negli ultimi anni, un orientamento giurisprudenziale di merito ha collegato tale autorizzazione amministrativa a una serie di principi, di cui si riportano i tre principali. Il Tribunale di Roma (sentenza 14 febbraio 2019, n. 1490) ha ribadito che il DURC non può essere rilasciato solo a fronte di irregolarità sostanziali che riguardino la contribuzione e non, invece, nel caso di errori commessi nella presentazione delle denunce contributive (trattasi di errori meramente formali).

Il Tribunale di Milano (sentenza 8 agosto 2019, n. 1762) ha ribadito, invece, che le sanzioni non possono essere retroattive. La Corte di Appello di Bari (sentenza

22 marzo 2021) ha affermato nuovamente la vigenza nel nostro ordinamento dell’art. 6, comma 10 del decreto-legge n. 338/1989, la c.d. norma calmieratrice, che sancisce il principio di proporzionalità tra omissione retributiva/contributiva e perdita dell’agevolazione. Emerge quindi una tendenza diffusa dei differenti tribunali italiani nel pronunciarsi per richiedere il rispetto di una serie di principi talvolta trascurati dagli istituti previdenziali. Una domanda, più che un’affermazione, è d’obbligo: il DURC è lo strumento per sanzionare chi, con intento fraudolento, evade la contribuzione dovuta, o un atto di cui servirsi per effettuare un mero controllo burocratico, che finisce talvolta con la richiesta della restituzione dei benefici contributivi anche a chi commette errori puramente formali o di modesta entità? A parere di chi scrive, la risposta non può che essere orientata sulla prima ipotesi. Si ritiene, pertanto, che un rilascio maggiormente razionalizzato e ponderato dei DURC, adeguato ai principi citati, comporterebbe un forte risparmio di denaro e di risorse da parte della pubblica amministrazione oltre che delle imprese ricorrenti.

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PROFESSIONI
a cura di Francesco Lombardo
DURC è lo strumento per sanzionare chi evade la contribuzione dovuta, o un atto di cui servirsi per effettuare un mero controllo burocratico?

Quale strategia per superare la crisi?

Éevidente che i riflessi negativi per i danni economici generati dalla pandemia, dalla crisi geopolitica e soprattutto dalla crisi energetica è crescente sono e saranno ancora considerevoli ma la strada per intervenire concretamente per limitarli e per riattivare il ciclo economico del nostro Paese è davanti a noi. Basta percorrerla.

Semplificazioni e detassazione. Con riferimento alle semplificazioni, occorrerebbe ascoltare la categoria dei Consulenti del Lavoro per il miglioramento del sistema economico e produttivo italiano. Infatti, per trovare soluzioni efficaci ed efficienti, è necessario ascoltare i professionisti che vivono concretamente il mercato del lavoro.

L’altro tema fondamentale è quello del taglio al cuneo fiscale. Secondo gli ultimi dati (rapporto Ocse ‘Taxing wages 2022’, riferito all’anno 2021), in Italia un lavoratore standard (single e senza figli a carico) è sottoposto a un cuneo fiscale del 46,5%, di cui il 15,3% è rappresentato da imposte personali sul reddito e il 31,2% de contributi previdenziali. In tal senso nel 2022 si è aumentato a 3000 euro il tetto dei fringe benefits, mentre nel 2023 si è ridotta al 5% l’imposta sostitutiva sui premi di risultato e si è incrementato l’esonero sulla quota dei contributi previden -

ziali a carico dei lavoratori al 2% per i redditi annui sino ad euro 35.000 e al 3% per quelli sino ad euro 25.000. Il solco è stato tracciato e bisogna proseguire su questa strada per permettere alle imprese di investire e al contempo ai lavoratori di ricevere retribuzioni adeguate. Fare impresa in Italia è, oggi, una scelta di coraggio e di speranza, e bisogna dare la giusta fiducia a coloro che si assumono il rischio di mettersi in gioco. Questa fiducia può essere trasmessa riducendo burocrazia e tasse.

Ad avviso di chi scrive si può uscire dall’attuale situazione di difficoltà con una strategia win win. Tutti vincitori: Stato, lavoratori, imprese, professionisti e sistema economico nella sua interezza. Le imprese e i professionisti sono maturi per un confronto serio e che abbia, sempre, come obiettivo principale lo sviluppo dell’economia, della produttività e della capacità di produrre lavoro e ricchezza. Al contempo hanno bisogno di interlocutori che comprendano l’importanza di tali tematiche e che convergano sulle strade da percorrere per raggiungere queste mete.

Con tutti i tavoli e le occasioni di confronto che ha promosso il nuovo Ministro del Lavoro, appare evidente che

Fare impresa in Italia è una scelta di coraggio e di speranza, bisogna dare fiducia a coloro che si assumono il rischio di mettersi in gioco

siamo finalmente arrivati ad una stagione di condivisione di intenti e finalità in cui si ascoltano tutti gli operatori per individuare le proposte che possono rilanciare l’economia e il Paese. La scelta del confronto è lungimirante perché mai come in questi momenti servono delle scelte che siano condivise da tutti gli attori coinvolti, altrimenti il rischio è quello di inasprire il confronto, di alimentare la tensione sociale e di ritornare ad un modello del passato, basato soltanto su contrapposizione e lotta su ogni fronte. In definitiva, non servono colpi di genio basta attuare soluzioni logiche e confidiamo che ciò avverrà.

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PROFESSIONI

Milano 2023 ,il futuro skyline e i nuovi simboli della città

Milano, un paesaggio

urbano, riconosciuto

grazie a una serie di grattacieli che hanno

reso inconfondibile

l’immagine della città

La città più europea che abbiamo in Italia: questo è il tipico commento che viene spesso associato a Milano, la capitale economica italiana. Si tratta di una considerazione piuttosto veritiera, in quanto le meravigliose città di cui il paese può vantare non presentano uno skyline simile, seppur unico. Oltre all’universalmente noto profilo del Duomo, infatti, a Milano sono riconoscibili una serie di grattacieli che hanno reso inconfondibile l’immagine di questa città. Ad oggi, nel paesaggio urbano milanese spicca la Torre UniCredit che, con i suoi 231 metri d’altezza, detiene il titolo di grattacielo più alto d’Italia. I suoi primi antenati sono le antiche torri di Milano, erette già a partire dall’epoca romana, ma è solamente negli anni ’50 che,

per la prima volta, viene costruito un edificio che supera l’altezza della Madonnina della cattedrale (109 metri), ovvero la Torre Breda progettata dagli architetti Soncini e Mattioni. Pochi anni dopo verrà realizzata la Torre Velasca, precisamente nel 1958, per anni simbolo dello skyline milanese. È il più alto dei grattacieli presenti all’interno dei vecchi bastioni spagnoli ed è ancora tra quelli più alti della città. Nel 1960 in piazza Duca d’Aosta, su progetto di Giò Ponti, viene edificato uno dei grattacieli simbolo di Milano e significativo rappresentante del boom economico italiano, il Grattacielo Pirelli, soprannominato affettuosamente dai milanesi “Pirellone”. Con i suoi 127 metri e 31 piani, è rimasto per 40 anni il più alto grattacielo d’Ita -

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a cura di Clara Civallero

lia, superato nel 1994 dalla Torre Telecom Italia di Napoli, più alta di soli 2 metri. È tutt’oggi l’ottavo edificio più alto di Milano e uno dei più alti al mondo in calcestruzzo armato. Ha ospitato la giunta e parte degli uffici della Regione Lombardia, poi spostati nel nuovo Palazzo Lombardia costruito nel 2010. Attualmente la costellazione di torri milanesi è ancora più ricca e sono ormai diverse quelle che ormai definiscono l’architettura della città nell’immaginario collettivo: oltre ai grattaceli menzionati fino ad adesso, seguono i tre grattacieli di City Life, che denominano la fermata della metro lilla (Tre Torri) a cui fanno riferimento, il Bosco Verticale, icona urbana, ma anche Torre Solaria, Diamante, Gioia 22, ed altre ancora. La città però non è ancora pronta a fermarsi ed anzi, sembra essere proprio nel pieno della sua crescita. Sono infatti diversi i progetti approvati e/o in corso di realizzazione che nel prossimo futuro incideranno sull’impianto urbano della città. Entro il 2025, secondo i piani, dovrebbe essere completato l’edificio CityWave, il nuovo centro direzionale che completerà il parco di Citylife, sorgendo accanto al Curvo, il Dritto e lo Storto, i grattacieli progettati rispettivamente da Libeskind, Isozaki e Hadid. CityWave a sua volta porta la firma di Bjarke Ingels, il fondatore dello studio danese BIG. CityWave rappresenterà una nuova porta di accesso di CityLife, completandone lo skyline che rappresenta un simbolo della Milano del futuro. L’imponente copertura a catenaria connetterà gli ultimi due edifici di CityLife con un’unica struttura ad onda. I pannelli solari alimenteranno gli ambienti di lavoro interni, mentre la parte inferiore in legno creerà una copertura per uno spazio ad uso pubblico. Come un’interpretazione contemporanea del grande spazio coperto della Galleria Vittorio Emanuele II, il tetto fotovoltaico garantirà per i cittadini di Milano uno spazio urbano ombreggiato e riparato per

vivere appieno questa nuova zona vivace della città. La struttura complessivamente assicura una monumentalità contemporanea e sinuosa al nuovo profilo del quartiere. Un altro importante progetto, che verrà inaugurato nel 2026, è la Torre Faro detta anche Torre A2A. Sorgerà nella zona di Milano Sud, dove un tempo era presente l’ex scalo FS di Porta Romana. Sorta nel 1891 come semplice servizio di merci, la Stazione di Milano Porta Romana nel 1931 viene abilitata anche al servizio passeggeri grazie alla costruzione del fabbricato viaggiatori.Quest’ultimo, collegato a corso Lodi da un piccolo ponte, venne eliminato nel 1938 in seguito all’allargamento della sede stradale che ha raggiunto il fabbricato stesso. Nel 2020 fu indetta una gara per lo sviluppo dell’area di 187mila metri quadrati dell’ex scalo di Porta Romana che ospiterà anche il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026. La Torre Faro sarà proprio parte di questo progetto di rigenerazione, con un nome che rispecchia l’altezza del nuovo edificio. La torre, infatti, raggiungerà 144 metri di altezza e l’ampio progetto di riqualificazione nel quale viene inserita, dell’area Sud di Milano, prevede anche il ridisegno dell’asse che da Via Crema arriva a Piazza Trento fino al business district di Symbiosis, sempre ad opera di ACPV, in un lungo percorso di verde e spazi pubblici in più. L’attacco al suolo della torre è ridotto al minimo per garantire una maggiore superficie ad uso pubblico e riattivare il quartiere con nuove aree pedonali, a favore anche delle attività di vicinato e non solo alla scala urbana. Il terzo ed ultimo progetto di questa lista è MI.C, che punta a rigenerare la frequentatissima area di Stazione Centrale. Il risultato comprenderà un nuovo complesso architettonico per ridare nuova vita all’ex Hotel Michelangelo, simbolo dello skyline milanese da più di mezzo secolo. Si propongono una serie di inter-

venti su piazza Luigi di Savoia, oltre al nuovo edificio composto prevalentemente da due torri adiacenti che si sviluppano a partire da un volume in cortina che lega il complesso al suo isolato. Al piano terra l’edificio arretrerà rispetto al suo massimo sviluppo in altezza, andando a generare un naturale prolungamento della piazza. Questi sono solo alcune degli sguardi architettonici che continueranno dei prossimi anni a riconfigurare l’immagine della cosmopolita Milano, facendo sì che anche nello skyline della città se ne possa leggere la sua essenza caratterizzata da mutabilità e progresso.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 19 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
INNOVAZIONE

L’urbanistica come mezzo di espressione sociale

L’urbanistica e la società non sono legate da un mero rapporto di causa ed effetto ma si influenzano a vicenda profondamente. Nonostante questa osservazione possa sembrare alquanto banale, in realtà spesso questa reciproca influenza non viene riconosciuta, o per lo meno è più comune associare un maggior peso alle conseguenze che l’azione urbanistica ha sulla società e non viceversa, rischiando inoltre di ridurre lo strumento urbanistico ad un puro esercizio tecnico o nel peggiore dei casi a semplice mezzo amministrativo.

mensione urbana che li circonda. Interpretativamente, e forse in maniera anche un po’ provocatoria, si potrebbe paragonare ad una forma d’arte, una modalità di espressione delle personali idee politiche, desideri o valori, che cambia non solo l’immagine, ma anche la percezione che si ha dello spazio.

È in realtà interessante approfondire però come le persone, gli abitanti, possano effettivamente, attraverso azioni spontanee, influenzare la di -

Nel momento in cui delle politiche vengono attuate, nonostante le varie previsioni e analisi preliminari a supporto del successo del progetto, non sempre i risultati rispecchiano le aspettative, e questo è spesso dovuto anche alla reazione del pubblico, nonché destinatario delle politiche stesse. Il modo in cui i cittadini usufruiscono dello spazio per esprimere le proprie libertà ha infatti un forte impatto sullo spa -

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 20 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO INNOVAZIONE
A Berlino, le pareti degli edifici decorate con graffiti e i locali abbandonati diventano palcoscenico per la diffusione di forme musicali elettroniche

zio fisico e le conseguenze possono raggiungere anche scale più vaste di quella puramente locale. Introducendo questo tipo di riflessioni, forse le prime immagini che ci vengono in mente possono avere un carattere negativo. Per esempio, il modo in cui il vandalismo, l’abusivismo, o la criminalità possano cambiare l’immagine di un luogo a prescindere dagli interventi che l’azione pubblica possa aver attuato in precedenza. Ovviamente questa è una faccia della medaglia, ma ci sono molti altri casi in cui invece i risultati ottenuti in maniera spontanea hanno garantito degli effetti estremamente positivi che forse non avrebbero avuto lo stesso impatto se fossero state pianificate, si può dire, a tavolino.

Questa spontaneità attraverso cui un luogo affronta una certa evoluzione, garantisce ad esso nuove identità, una personalità e una specifica riconoscibilità. Può essere identificato nel concetto di identità di un luogo una principale attenzione alle caratteristiche fisico-spaziali dell’ambiente, un aspetto che deve poi essere messo in relazione al contributo che offre alla socializzazione dell’individuo. Questi elementi fisico-spaziali concorrono alle esperienze di vita quotidiana degli individui, ai loro ricordi, tradizioni e alla loro quotidianità. Come questi stessi elementi possono cambiare durante il corso della vita di un individuo, l’identità di un luogo è un concetto dinamico, che muta.

Quello che è certo è che in base a ciò l’individuo ricerca in un luogo, o un bene comune, l’opportunità di svolgere attività nella volontà di vivere meglio e di poter usufruire di quel bene anche in tempi futuri. Il binomio comunità e luogo è essenziale per la collettività, in quanto attraverso l’intenzionalità espressa dalla collettività stessa si può trasformare uno spazio pubblico in uno spazio comune, traslando l’attenzione dal luogo alla persona. Uno degli esempi più riconosciuti in Europa è quello della contem -

poranea cultura underground che è diventata una delle principali attrazioni turistiche della capitale tedesca, Berlino. Le pareti degli edifici decorate a graffito, locali abbandonati diventati palcoscenico per la diffusione di nuove forme musicali di genere elettronico.

Molte di queste realtà non solo hanno rivitalizzato parte della città ma sono diventati dei veri e propri punti di riferimento. Un altro esempio, magari più riconoscibile anche nella quotidianità delle nostre grandi città, è come gli spazi diventino palestre per lo sport, teatri per spettacoli di strada, sale lettura e così via. A volte basta una

superficie sufficientemente ampia, degli scalini e una rampa come abbattimento delle barriere architettoniche per rendere una piazza un perfetto skatepark.

Il forte legame che tiene insieme la pianificazione e i destinatari di questa attività merita di essere riconosciuto in maniera consapevole, non solamente dai professionisti del mestiere, che lavorano in funzione di ciò e incoraggiano il coinvolgimento dei cittadini nelle attività collettive, ma anche dagli abitanti stessi che con tale consapevolezza possono darsi l’opportunità di vivere gli spazi in maniera più creativa e libera.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 21 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO INNOVAZIONE

Mobilità elettrica reagire a sfida della Cina

La crescita della produzione cinese di batterie nei paesi europei

allontana l’autonomia strategica Ue

Per contrastare la concorrenza sleale da parte della Cina, l’Europa deve puntare sull’autonomia strategica. E il cuore di questa linea d’azione non può che essere una corretta impostazione nella politica industriale comune. In particolare un approccio che parta da due assunti di base, muovendo dai quali costruire politiche pubbliche responsabili: da un lato la presenza del mercato unico più grande del mondo, dall’altro l’eccezionale qualità della nostra manifattura, il cui sviluppo è cruciale per il futuro del continente. La strada privilegiata è incentivare gli investimenti europei sfruttando le grandi potenzialità del mercato unico, dando fiducia alle nostre imprese e alla loro straordinaria capacità di innovare in moltissimi settori, dal siderurgico all’agroalimentare,

dall’automotive alla meccanica, dalla chimica allo spazio e al farmaceutico. Sostenere i nostri imprenditori significa affiancarli con i migliori strumenti legislativi e finanziari, senza pretendere di orientarne i piani con forzature politiche ideologiche. L’espansionismo aggressivo da parte di Pechino e la necessità di stare al passo degli Stati Uniti, determinati a fronteggiare, forti della loro indipendenza energetica e dell’Inflaction reduction act (Ira), la sfida sistemica posta dall’avversario cinese, rendono quantomai urgente l’elaborazione da parte di Bruxelles di un piano europeo pluriennale, che sia adeguato in termini di portata finanziaria, efficacia normativa e lungimiranza politica, sfociando in un supporto duraturo e affidabile alle nostre imprese, le uniche in grado di generare valore e posti

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 22 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO EUROPA
a cura dell’on.

di lavoro. La strada maestra non può essere un allargamento delle maglie degli aiuti di Stato, che vedrebbe avvantaggiati i Paesi europei con i margini di bilancio più ampi, mentre penalizzerebbe quelli più indebitati. La risposta deve essere corale ed europea. È indispensabile unire le forze dei bilanci statali dei Paesi membri, dando vita in tempi brevi ad un fondo sovrano europeo che metta in campo le risorse finanziare necessarie ad uno sviluppo armonico dell’intera Unione, resistendo alla tentazione, purtroppo sempre presente, di dividersi. Sul piano giuridico, l’impianto di questa nuova politica industriale dovrà perseguire l’obiettivo della parità di condizioni sul mercato internazionale per la nostra industria, reagendo con forza ai tentativi di dumping operati da potenze straniere, denunciandoli senza timidezza nelle sedi competenti e presso l’Organizzazione mondiale del commercio e, contestualmente, elaborando provvedimenti mirati a contrastarle grazie ad un’intesa solida tra Commissione, Consiglio ed Europarlamento. Tra le dinamiche distorsive che più minacciano la tenuta del nostro tessuto socio economico, ve ne sono di particolarmente insidiose nell’ambito degli investimenti esteri diretti sui territori dell’Unione europea, soprattutto nell’attuale fase di passaggio. Mi riferisco all’impatto industriale della transizione verde e della decarbonizzazione, di cui lo stop al motore diesel e benzina dal 2035 costituisce forse uno degli aspetti più critici e controversi. Il divieto di produrre veicoli a motore endotermico ha provocato

Interrogazione dell’europarlamentare

Massimiliano Salini. La commissione Ue deve reagire rafforzando le nostre filiere

un’accelerazione verso la mobilità elettrica. La domanda di auto elettriche aumenterà, e con essa quella delle relative batterie, oltre il 70% delle quali oggi è prodotto in Cina. Qui sta il punto. Se l’effetto economico del Green deal sarà consegnare la nostra industria automobilistica, che ricopre un ruolo chiave nell’Ue, ad una dipendenza strutturale dai giganti cinesi, la politica europea orientata alla decarbonizzazione si rivelerà un boomerang, una strategia fallimentare destinata a mancare drammaticamente l’obiettivo dell’autonomia. La pandemia da Covid e la guerra russa all’Ucraina hanno confermato l’urgenza di potenziare le filiere europee nei settori chiave. L’accelerazione verso l’elettrico mette però la Cina in una posizione di vantaggio competitivo, a cominciare dalle batterie, settore nel quale non solo le aziende cinesi sono leader globali ma stanno anche aumentando sensibilmente gli investimenti negli Stati Ue. Secondo stime recenti, infatti, nei prossimi anni una quota rilevante della capacità produttiva su suolo Ue di batterie per veicoli elettrici proverrà da aziende asiatiche, in primo luogo cinesi. La partita è cruciale. In gioco c’è il

destino della nostra industria e di migliaia di posti di lavoro. Per queste ragioni ho presentato un’interrogazione al Parlamento europeo sollecitando un intervento della Commissione, per perseguire l’autonomia strategica di fronte alla presenza crescente e massiccia di investitori extra-Ue nella realizzazione di gigafactory negli Stati membri, fenomeno che rischia di aumentare pericolosamente la dipendenza dall’estero della nostra industria automobilistica, le cui dinamiche verrebbero seriamente condizionate. E’ fondamentale ridurre la dipendenza estera nelle materie prime indispensabili alla catena di approvvigionamento nell’elettrico, sostenere la riconversione delle filiere europee dell’automotive e raggiungere l’autonomia strategica nell’elettrificazione dei trasporti. La Commissione deve sostenere le imprese Ue sul modello dell’Ira americano e introdurre limiti selettivi agli aiuti e agli incentivi statali destinati a produttori non europei di batterie, aumentando nel contempo i fondi all’European battery alliance, la piattaforma di collaborazione tra pubblico e privato lanciata alcuni anni fa per promuovere lo sviluppo e la produzione europea di batterie.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 23 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO EUROPA
Crediamo nella famiglia, nel gioco di squadra, nel valore di fare le cose con il calore di una volta e nello stupire chi assaggia i nostri prodotti per la prima volta.
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Da Mario s.r.l.

Immigrazione, tragedia in mare sulle coste calabresi

L’ennesima tragedia del mare avvenuta al largo delle coste calabresi ha riportato prepotentemente al centro del dibattito lo scottante tema dell’immigrazione clandestina in Italia e di conseguenza la difficile gestione di questo fenomeno. Riportiamo i numeri forniti dal Ministero dell’Interno: durante questi primi due mesi sono sbarcate in Italia circa 14.000 persone, mentre nello stesso periodo del 2022 erano stati poco più di 5.000 (circa 4.000 nel 2021).

Grecia, scelta operata principalmente a causa della dura politica greca dei respingimenti, oltre a trovare la strada sbarrata via terra. Nei primi due mesi del 2023 la Grecia ha infatti respinto in Turchia 155 imbarcazioni che cercavano di arrivare, mentre 73 sono invece approdate. Sono stati 4.223 i migranti respinti, 1.869 quelli approdati.

a cura di Marilena

L’imbarcazione di migranti naufragata al largo di Crotone era partita da Smirne, in Turchia, e aggirando il Peloponneso si è diretta verso l’Italia, anche se più lontana rispetto alla

Paradossalmente però la Grecia non ha un numero di migranti inferiore all’Italia, anzi: a causa della sua vicinanza con la Turchia, nel 2022 le richieste di asilo sono state 279 ogni 100mila abitanti. Nel nostro Paese il dato si ferma a 133.

Secondo dati dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni

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Ennesima tragedia in mare, si apre un dibattito sul tema dell’immigrazione clandestina in Italia

(OIM), dal 2014 a oggi sono circa 26.000 i migranti morti nel Mediterraneo, la tratta migratoria di gran lunga più pericolosa al mondo, che presenta diverse rotte: quella occidentale dall’Africa verso la Spagna, quella orientale dalla Turchia verso la Grecia e l’Italia, e la tratta principale - quella che registra il maggior numero di vittime - che è quella dal centro dell’Africa settentrionale verso l’Italia

Sempre secondo dati Oim, i bambini deceduti nel Mediterraneo dal 2014 al 2022 sono 1.046, di cui 279 solo nel 2015.

Per cercare di ridurre questi numeri il governo Meloni sviluppa una duplice strategia. Da una parte la stretta sulle ONG e sulle navi che effettuano salvataggi nel Mediterraneo: nuove regole e rischio di multe salate, oltre che il sequestro delle imbarcazioni in caso di violazione.

Dall’altra un pressing politico e diplomatico in Europa per coinvolgere fattivamente tutti gli stati membri.

“L’unico modo per affrontare seriamente e con umanità questa materia è fermare le partenze e su questo sì, serve un’Europa che oltre a dichiarare la sua disponibilità agisca e in fretta - dice la Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, parlando del naufragio - ed è la ragione per la quale oggi stesso ho inviato una lettera al Consiglio europeo e alla Commissione europea per chiedere che venga immediatamente reso concreto quello che abbiamo discusso all’ultimo Consiglio europeo”.

L’ultima riunione, avvenuta il 9 febbraio scorso, ha visto concordi i 27 paesi membri sul fatto che le migrazioni sono una sfida comune che necessita di una risposta europea. Dopo anni di scontri ora l’emergenza è avvertita in tutte le capitali, poiché i flussi sono ai massimi dalla crisi dei migranti del 2015, aggravata dall’accoglienza dei rifugiati ucraini. Nonostante ciò i progressi restano in realtà molto timidi. Si è discusso

su un bilanciamento europeo tra responsabilità sui salvataggi e solidarietà nelle redistribuzioni dei migranti, prevedendo un piano d’azione specifico sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale, con misure operative e collaborazioni con i paesi partner e intensificando la lotta al traffico di migranti.

Il compromesso raggiunto su questo spinoso argomento non ha portato a decisioni pratiche, che finora sono state osteggiate dai numerosi veti incrociati. Intanto però si è tracciata una chiara direzione politica.

Se ne riparlerà al prossimo Consiglio dell’Ue Giustizia e Affari interni, il 9 e 10 marzo prossimi, dove si potrà approfondire ulteriormente la questione della rotta del Mediterraneo e soprattutto stabilire come intensificare i controlli e le collaborazioni nei Paesi terzi.

Si confida poi in questo senso nella prossima presidenza di turno, la Spagna, che guiderà l’Ue nel prossimo semestre.

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Croazia: addio ai controlli alle frontiere

La Croazia, entrando

nell’area Schengen, porta a 27 il numero degli Stati membri

a cura della Redazione

Il 2023 ha portato grandi novità nello scenario europeo. A distanza di dieci anni dal suo ingresso nell’Unione Europea, infatti, la Croazia è entrata a far parte dell’eurozona e dell’area Schengen. Oltre al cambio della moneta nazionale, che dalla kuna è passata all’euro, l’inizio del nuovo anno ha visto anche la rimozione dei controlli alle frontiere terrestri e marittime, mentre per quelle aeree bisognerà attendere il 26 marzo. Risultato? Un bel passo avanti per i trasporti che godranno di un traffico stradale più snello, con meno code e intoppi.

L’eliminazione dei controlli alle fron -

tiere, infatti, agevolerà la libera circolazione di merci e persone, porterà risparmi in termini di tempo e di denaro e darà un grosso sostegno all’economia, in particolare al settore del turismo. Parallelamente, la Croazia vede ora rafforzati i controlli ai confini con i Paesi extra UE: la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Montenegro. Si tratta di oltre 1.300 km - un’area che rappresenta il confine esterno più lungo di tutti i Paesi UE - dove, nei giorni scorsi, sono state rilevate lunghissime code per entrare nel Paese balcano. La Croazia si aggiunge agli altri Paesi dell’area Schengen, portando così a 27 il numero degli Stati membri e a 20 quelli dell’eurozona.

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EUROPA

Si torna a votare: elezioni amministrative 2023

Il Governo ha fissato le date per le elezioni amministrative 2023: si terranno in data domenica 14 (dalle ore 07:00 alle ore 23:00) e lunedì 15 maggio (dalle ore 07:00 alle ore 15:00); gli eventuali ballottaggi si svolgeranno in data 28 e 29 maggio con i medesimi orari.

Fatta eccezione per le regioni a statuto speciale, dove potrebbero esserci dei cambiamenti, la legge elettorale delle elezioni amministrative in Italia è di tipo maggioritario per quanto riguarda l’elezione del sindaco, mentre la ripartizione dei consiglieri avviene in maniera proporzionale. In un Comune con più di 15.000 abitanti, se nessun candidato al primo turno dovesse ottenere la maggioranza assoluta si procederà a un ballottaggio tra i due più votati e in caso di perfetta parità nel testa a testa, sarà eletto sindaco il candidato più anziano. Per garantire la formazione di una maggioranza solida e di conseguenza una sostanziale governabilità, alle liste collegate al candidato sindaco risultato vincitore verrà attribuito il 60% dei seggi.

I restanti posti nel Consiglio verran -

no poi assegnati alle altre liste in maniera proporzionale.

Si tratta del secondo appuntamento elettorale del 2023, dopo le elezioni regionali nel Lazio (45,4% l’affluenza) e in Lombardia (41,7%), che sono state caratterizzate da un forte astensionismo. La sfida cui viene chiamata la politica, anche se circoscritta ai territori comunali che dovrà amministrare, è quella di riportare alle urne elettori ormai delusi e demotivati, non solo da promesse elettorali non mantenute e dall’opportunismo che si percepisce, ma anche dalla sensazione che il voto non conti più nulla. Il motivo della scarsa affluenza sarà sicuramente da approfondire ma nel corso degli ultimi dieci anni l’affluenza alle elezioni amministrative è stata sempre molto bassa.

In questa tornata elettorale il calo di affluenza è stato dunque drastico ma il trend viene registrato da tempo, non è una sorpresa.

Le elezioni amministrative saranno quindi un test molto importante, una cartina di tornasole per stabilire nuovi equilibri o eventualmente confermare quelli esistenti.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 27 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
POLITICA
tratta del secondo
le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia
a cura di Marilena Dalmasso Si
appuntamento elettorale del 2023, dopo

Si leggerezza ma solo legata all’EFFICIENZA

Bisogna stare attenti

a non trasformare la voglia di leggerezza

in superficialità

La pandemia inizia a sembrare lontana ma ha lasciato la voglia di leggerezza nelle persone e la voglia di uscire e divertirsi ed apprezzare quello che per molto tempo è stato negato dalle restrizioni anti-contagio. Purtroppo, questa voglia di leggerezza spesso può trasformarsi in superficialità che ha risultati e risvolti da attenzionare! Se questo atteggiamento si riscontra nel mondo del lavoro il risultato è scoraggiante: la superficialità porta inevitabilmente a performance non soddisfacenti e, in concreto, all’innalzamento dei costi per mantenere un prodotto alla qualità standard richiesta dell’azienda. Sbagliare sarà sì umano ma non si deve considerare l’errore “normale e naturale“! Impiegare il doppio del tempo per avere un risultato passabile, e/o utilizzare maggior materiale del necessario, non può divenire un “nuovo standard”! Eppure, ognuno di noi, quando si appresta ad acquistare un prodotto, o chiedere un servizio, pretende qualità ed assenza di difetti/errori ad un prezzo proporzionato.

La richiesta del mercato non è diversa quando si legge dal lato del produttore rispetto a quella dell’acquirente: non esiste un doppio peso e una doppia misura! Nonostante le aziende studino il mercato per dare il proprio servizio come richiesto, e forse anche meglio, nella catena di produzione il sentimento dei lavoratori coinvolti, a volte ,non è lo stesso. Le offerte pubblicitarie sui social-media spingono a cercare i piaceri effimeri (un viaggio, un acquisto non indispensabile ecc...) in anticipo e non come gratificazione dell’impegno profuso nel lavoro svolto: la società in questo momento alimenta il concetto del “qui ed ora” sottovalutando il riflesso sul futuro delle scelte e delle proprie azioni. Il lavorare con dedizione per risparmiare, e magari permettersi un bel viaggio durante le ferie, è stato sostituito dal micro finanziamento per ottenere subito il “premio”: il risultato è stato trasformato nel “lavorare per ripagare i debiti di qualcosa che è solo un ricordo”. La motivazione, affrontata anche in qualche precedente articolo, potreb -

be diventare da incentivante a stressante. Inoltre, questo meccanismo sta facendo perdere l’abitudine ad impegnarsi a fondo nel proprio lavoro, per la soddisfazione e la realizzazione professionale, per lasciare il posto ai risultati ottenibili con il minimo sforzo: si perde l’interesse a cimentarsi in lavori complessi ed a cercare l’eccellenza. Nel mondo del lavoro questo frainteso fra leggerezza e superficialità, purtroppo, crea un ritardo nelle lavorazioni e un appesantimento dei costi perché molta energia viene spesa per correggere errori e imperfezioni, cercando di dare al mercato un prodotto di qualità standard. Si potrebbe dire che si sta diffondendo la mentalità “dell’accontentarsi”. Il Pensiero che la vita vera sia quella fuori dalle ore di lavoro, non tiene conto che queste sono un terzo della nostra giornata e di gran lunga quelle più attive e importanti. Soventemente, in dialoghi legati alla contestazione di errori, mi riportano battute del tipo “per quello che mi paga faccio anche troppo” o “per farlo in quel modo do -

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 28 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO ECONOMIA E LAVORO
a cura di Maria Luisa Giovannone

vrei essere pagato molto di più” come se il datore di lavoro si dovesse “accontentare” del risultato perché la retribuzione (o il livello) non è considerata al pari della richiesta della prestazione lavorativa: ciò non vuol dire che in taluni casi sia anche vero, ma inizia ad essere una giustificazione ricorrente e generica diffusa in tutti i contesti. La retribuzione non dovrebbe essere l’unico vantaggio che si trae dal lavoro, ma si devono valorizzare anche le competenze e le relazioni acquisite che incidono sulla qualità della vita. Si sta perdendo anche la differenza tra “efficace“ e “efficiente“ dove il primo significa raggiungere il proprio scopo/ obiettivo (es. è efficace pranzare con un panino al bar per non tornare a casa, ponendo l’accento su un solo aspetto della sazietà) mentre il concetto di efficienza valuta l’abilità di farlo impiegando le risorse minime indispensabili (panino sostanzioso, ad un costo adeguato, con un servizio senza troppe attese, quindi una visione d’insieme).

Per un’azienda essere efficiente è fondamentale perché serve per contenere i costi e generare profitto. Le strategie per migliorare l’efficienza sono diverse: sicuramente vincente è investire sulla comunicazione tra i soggetti coinvolti nel processo produttivo ed alimentare il team-building. In questo modo si ricorda ai lavoratori l’importanza di: -portare a termine il compito affidato facilitando la fase successiva; -interagire tra loro in modo chiaro e semplice per non determinare rallentamenti del processo legati alla correzione di errori prima di passare alla fase successiva; -creare un clima incentivante e motivante per raggiungere la soddisfazione professionale. Inoltre è necessario che i lavoratori accolgano e si rendano consapevoli della propria responsabilità nel processo produttivo, senza che questa si configuri come un peso. In questo momento in cui la società

tende alla superficialità, è importante risvegliare questi sentimenti di impegno legato alla gratificazione nei lavoratori che, per voglia di leggerezza, si trovano ad affrontare i piccoli ostacoli del lavoro come uno stress invece che come una sfida incentivante. Il progetto FORMIAMOCI è nato proprio per aiutare le aziende ad allenare le soft skills dei propri dipendenti ed in modo prevalentemente pratico e divertente, far prendere consapevolezza del migliorabile per arrivare all’efficienza, senza molti sforzi su studi teorici perché i concetti vengono appresi durante le simulazioni. Questo per dimostrare che la leggerezza non è contraria all’efficienza, anzi insieme riescono a veicolare messaggi in modo semplice ed incisivo: affrontare i compiti con entusiasmo e curando ogni aspetto, agevola la fase successiva di vendita del servizio/prodotto e, di conseguenza, risponde in modo più puntuale alle esigenze di mercato sempre più attento e pretenzioso.

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Ricompensa per l’investimento, in quanto tempo la pretendiamo?

Tra le domande che gli intermediari che svolgono attività di consulenza finanziaria personalizzata (Banche, SIM, Consulenti Finanziari) devono somministrare periodicamente agli investitori (questionario Mifid) ce n’è una che riguarda “l’orizzonte temporale” con cui si desidera investire. Breve, medio, lungo periodo. “L’investire” è normalmente percepito come “guadagnare denaro” e i guadagni sono solitamente contabilizzati dal cervello umano come veloci differenze di prezzo (speculazione) e non come crescita (comunque lenta e non lineare) dell’economia globale che ci consentirà di mantenere il potere d’acquisto dei risparmi. La mente umana è intelligente, competitiva ma anche ricca di pregiudizi nei confronti del denaro e sul come guadagnarlo. Lo studio di questi pregiudizi ha aperto nell’ultimo mezzo secolo un’intera branca accademica in ambito economico e finanziario definita FINANZA COMPORTAMENTALE che sconfina nella psicologia (talvolta nella psichiatria) e chi consiglia come me gli investitori di non

compiere errori (prima ancora di tentare di ottenere performances) deve conoscerne a fondo le implicazioni. Uno dei “bias” (pregiudizio cognitivo) connaturato alla nostra intelligenza e di cui ignoriamo solitamente l’esistenza è il DELAY DISCOUNTING (tradotto “il ritardo dell’attualizzazione”) che si riferisce alla tendenza di preferire una ricompensa più piccola subito disponibile, invece di una ricompensa maggiore, ma per la quale è necessario aspettare: si pensi che l’incapacità di attendere una gratificazione maggiore di quella che si può avere subito è un tipo di impulsività fortemente influenzata dal nostro corredo genetico, cioè è una caratteristica con implicazioni ereditarie! E’ studiata in psichiatria per curare disturbi che coinvolgono le scelte impulsive. Comprendere “il ritardo dell’attualizzazione” ci aiuterà ad investire meglio? Sono convinto di sì! Controlliamo l’estratto conto mensile, trimestrale, si apre l’on-line anche giornalmente. “Guardo quanto ho guadagnato o perso oggi”... quanto guadagnerò tra vent’anni dall’inve -

stire con una strategia robusta, coerente e di buon senso non è nella nostra quota periscopio, purtroppo. Le regole per investire i risparmi sono in fondo semplici, ma non è facile applicarle! Il principale ostacolo? … Siamo noi stessi! Nel quadro della Slide 1 (vedi QR per le immagini) si possono apprezzare le performances di diverse macro asset class in $ dal 2011 a fine gennaio di quest’anno. Per ottenere il cambio in euro delle cifre si tenga conto che ad inizio 2011 l’euro valeva 1,3348 $ e a fine gennaio 1,0833 $, circa il 19% di differenza (positiva per chi investe in euro). In sostanza si può apprezzare con un rapido calcolo come negli ultimi 12 anni (+1 mese) un portafoglio equipesato, quindi diversificato, delle macro asset class della tabella (escluso il bitcoin) avrebbe performato poco meno del +6% medio annuo composto nominale in $ e circa il +7% medio annuo composto nominale in Euro. Tanto? Poco? Si sarebbe comunque mantenuto il potere di acquisto dei risparmi degli scorsi 12 anni (inflazione pari all’1,81% annuo – vedi

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 30 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO PREVIDENZA
a cura di Fulvio Marchese
Primo obiettivo del “saper investire” è compiere meno errori possibile

Slide 2 (scannerizza QR per le immagini) nonostante l’altissima inflazione avuta nel 2022) oltre ad un rendimento reale positivo di oltre 4 punti. Ognuno può confrontare quanto ottenuto nello stesso periodo dai sui investimenti. Consiglio sempre il confronto del rendimento reale IRR al netto dell’imposizione fiscale sul capital gain. Tornando alla domanda sull’orizzonte temporale del questionario Mifid, 12 anni li consideriamo breve, medio o lungo periodo?

In una vita intera si investe per 40, 50, financo 60 e più anni… eppure 12 anni sono normalmente giudicati dagli investitori “lunghissimo periodo”. Colpa del “Delay Discounting Bias”. In effetti per valutare correttamente una strategia di investimento seria ed il processo di diversificazione/ decorrelazione/ribilanciamento/ ritorni alla media implicito in essa

occorrono almeno 15-20 anni. Per questo un bravo professionista di pianificazione finanziaria dovrebbe accettare solo incarichi Life Strategy. Ai non professionisti è sconsigliato il “fai da Te”: tra i numerosi bias della nostra mente, studiati dalla Finanza Comportamentale, è in agguato L’OVERCONFIDENCE, il pregiudizio dell’eccessiva fiducia... una tendenza a mantenere una valutazione falsa e fuorviante delle nostre capacità, del nostro intelletto, del nostro talento. Una convinzione presuntuosa ed egocentrica di essere più capaci di quanto siamo realmente. Un pregiudizio molto pericoloso in finanza e negli investimenti personali. Sottolineo ancora che il primo obiettivo del “saper investire” per un risparmiatore è compiere meno errori possibile, non “tentare di guadagnare il più possibile”. Si investe per mante -

nere il potere di acquisto dei risparmi (recupero dell’inflazione) ed eventualmente per ottenere ritorni reali dopo il recupero inflattivo, positivi. Ci sono strategie in dollari che investono sui mercati USA che statisticamente dal 1970 hanno ottenuto sempre almeno il 5% reale a 15 anni in qualsiasi anno si fosse cominciato ad investire. Metodologie che, pianificate, consentono di affrontare con serenità qualsiasi congiuntura economica ciclica e relativa volatilità dei mercati, anche per noi italiani, con una sorta di pilota automatico (Slide 3, l’esempio Golden Butterfly, vedi QR).

Inquadra con il tuo smartphone e visualizza l’articolo competo dei grafici

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 31 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO PREVIDENZA
32 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
33 GENTE IN MOVIMENTO

Dignità e orgoglio

Iniziamo col dire che la dignità è legata alla morale. La prima forma di comunicazione quando nasciamo è completamente emotiva, molto più completa di tutte le altre, ma nello stesso tempo molto più semplice. La dignità nasce dell’immagine che ci siamo fatti di noi; è ciò che ci aspettiamo dagli altri, un giudizio esterno in funzione del quale ci mettiamo una maschera.

La parola porta con sé due valori completamente diversi: uno è la dignità in quanto Moralità (es. devi avere una vita dignitosa, devi cucinare un pasto dignitoso, ecc…), l’altro è la dignità come valore umano, come per esempio vivere in modo dignitoso (avere acqua, cibo, un tetto sopra la testa) e non andare oltre la dignità umana (non volere il male di qualcuno, non uccidere). La stessa parola indica due ambiti

completamente diversi. Qualsivoglia sia il significato del termine, ci limita nel comunicare perché di fatto non crediamo in ciò che siamo, in quanto l’idea che abbiamo di noi stessi è spesso così alta da non essere, paradossalmente, mai all’altezza. Il limite a comunicare è l’idea che abbiamo di noi. In piena libertà, in linea con il nostro sentire originale, quale importanza diamo alla nostra dignità? Che incidenza ha la nostra dignità su di noi? Dove c’è dignità abbiamo un limite e realisticamente ci diamo un valore pari a 5. La dignità è un ostacolo al valore di sé, al valore come individui, al di là di ogni dignità. Siamo in realtà un binario senza sosta per il treno chiamato evoluzione. Onde creare fraintendimenti, facciamo un esempio tangibile che mi è capitato personalmente nell’ascolto di una

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 34 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO COSTUME E SOCIETÀ
La dignità e l’orgoglio:
a cura di Elisa Amelia
differenze e quando la dignità diventa un ostacolo alla comunicazione.

persona: “penso di non riuscire a dire a mio padre che gli voglio bene per dignità, non per vergogna o paura. In buona sostanza ho paura di rompermi in mille pezzi nel dirlo, perché mi farei vedere in una condizione non dignitosa per me.”Chiedo alle persone presenti in aula, in quel frangente di dare un valore alla propria dignità. Le risposte sono svariate: “per me dipende dagli ambiti. Devo fare una media o riscontrare il gradino più alto che trovo?” Faccio una considerazione: che senso ha la media?

Deve essere chiaro ciò che ci opprime! Il mio bisogno di farcela da sola è legato a dignità o ad orgoglio?

Quale valore do alla mia condizione di dovercela fare da sola?

Spesso la risposta a queste domande è che penso di essere respingente verso chi mi offre aiuto perché devo costantemente dimostrare la mia condizione sopra descritta. Ma che differenza c’è tra dignità e orgoglio?

Vediamo la definizione di orgoglio (fonte Treccani.it): orgóglio s. m. [dal franco *urgoli, ted. ant. urgol «notevole»; cfr. rigoglio]. – 1. Stima eccessiva di sé; esagerato sentimento della propria dignità, dei proprî meriti, della propria posizione o condizione sociale, per cui ci si considera superiori agli altri: fiero, smisurato, vano, fatuo, stupido o.; l’o. dei potenti; essere pieno d’o.; salire, montare in o.; chiudersi nel proprio o.; Buon cittadino ... Né si abbassa per duolo, Né s’alza per o. (Parini); fiaccare, abbassare, atterrare l’o. di qualcuno; insultare l’o. caduto. Talora, arroganza: Esso atterrò l’o. de li Aràbi (Dante).

Fig., di animali: Li colombi adunati a la

pastura, Queti, sanza mostrar l’usato o. (Dante), con allusione al loro incedere pettoruto che sembra quasi segno di superbia o di baldanza. 2. Con senso attenuato (per influenza del fr. orgueil), sentimento non criticabile della propria dignità, giustificata fierezza: giusto, legittimo, nobile o.; si sentiva offesa nel suo o. di donna; è un’opera di cui parla sempre con o.; anche, amor proprio: non hai un po’ d’orgoglio? Per estens., persona o cosa che è motivo d’orgoglio, di vanto: è l’o. della sua famiglia, della sua città; le nuove iniziative costituiscono l’o. dell’assessore alla cultura. Quindi sono due concetti molto legati.La dignità può portare con sé l’autorevolezza? Sì: mentre gli animali, sempre coerenti, sono autorevoli e basta, l’essere umano tende ad ostentare. Ma che bisogno ho di mostrarmi autorevole se ho dentro di me i valori dell’autorevolezza? Ecco la differenza tra chi ostenta e chi è. Quindi l’autorevolezza non è sempre figlia del valore! Mentre la dignità è un sentimento, l’orgoglio è una caratteristica del carattere oppure un condizionamento primario inconscio.

Fondamentalmente, chi ha l’orgoglio come primo condizionamento è “fregato” in termini di abbattimento della soglia di dignità, a meno che non sia dotato o sviluppi un’enorme intelligenza emotiva. Mi viene sollevata una domanda: “alla parola dignità io ho sempre dato un’accezione positiva, ma mi pare di capire che non sia così. Come possa essere un ostacolo per me?” La risposta è molto semplice: “supponiamo che tu sia ad un evento istituzionale dove devi parlare ad un

pubblico. Se mentre parli ti sale un’emozione, la manifesti o no? ”Se la risposta è NO, ecco la dignità limitante! La persona in questione mi comunica di non farlo perché pensa che la platea possa rivelarsi giudicante e quindi si trova in difficoltà nel portare il suo sentito agli altri: perché non è dignitoso. Ci viene tendenzialmente insegnato che avere un certo contegno ci dà sicurezza, ma è esattamente l’opposto! La sicurezza semmai deriva dal maneggiare le proprie emozioni. Il vero coraggio è riuscire a portare quello che si sente e la dignità è un ostacolo mostruoso a questo. Facciamo in modo che la dignità venga sostituita con il valore di noi, altrimenti è un costrutto, una scatola vuota. Il doversi sentire brava e irreprensibile è un’idea che sottende in realtà ben altra idea di me, quella di non essere all’altezza.

Abbandonare la dignità, travalicherebbe quindi anche il senso di inferiorità. Il contrario di dignità e la libertà.

La massima espressione della libertà è la responsabilità. Il complessato di inferiorità rifiuta la responsabilità, così come il dignitario; l’uomo libero si assume la responsabilità e ne sostiene i costi e le conseguenze. Un altro ambito di dignità è l’esprimere profondamente quello che si prova per una persona.

Il non dichiararsi alimenta il complesso di inferiorità e allo stesso tempo la dignità non lascia libertà di esprimere, quindi le due cose sono correlate. Il potere personale è l’assunzione di responsabilità, non è manipolare gli altri, ma è gestire sè.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 35 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
COSTUME E SOCIETÀ

Madonna degli Angeli a un passo dalla città

“UN LUOGO DEL CUORE” a un passo dal cielo

Esistono luoghi del cuore, unici e speciali, ove a volte torniamo per rivivere emozioni perdute; in cui vive qualcosa di noi e che sanno riconoscerci quando con il pensiero li andiamo a trovare. A Savona vi è un luogo testimone della storia, “una macchia verde” racchiusa tra l’azzurro del mare e quello del cielo. Un “luogo del cuore” per tanti savonesi, dove ogni giorno i primi raggi del sole illuminano la facciata di una piccola chiesa con il tetto a capanna che, da oltre quattro secoli, osserva e protegge in silenzio lo scorrere della vita della città. La posizione di quel piccolo edificio, intitolato alla Beate Marie Angelorum, su una radura al limitare del bosco a 165 m sul livello del mare, offre uno dei panorami più belli del nostro territorio, regalando albe e tramonti incantevoli. Dal sagrato lo sguardo si perde lontano, oltre la linea ove cielo e mare si toccano e la frenesia del nostro vivere quotidia-

ASSOCIAZIONE GPN2010-ODV

no trova pace tra i suoni della natura. Anello di congiunzione tra il tempo che scorre e quello che sembra essersi fermato; a pochi minuti dalle auto incolonnate, dai rumori della città. La collina è quella della Madonna degli Angeli, il suo simbolo la chiesetta costruita da Gio Ambrogio Pavese. Era un frate cappuccino e la edificò prima del 12 agosto 1596, data del più antico documento che la menziona. Nel 1815 Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone a Savona, concesse l’indulgenza plenaria per il il 2 agosto, giorno della festa della Madonna degli Angeli. Nel 1930 si decise di ricostruirla, grazie al buon cuore del parroco di San Francesco da Paola, mons.Tomaso Fonticelli. Nel 2009 l’edificio è stato definito di interesse storico artistico particolarmente importante e per questo sottoposto alle vigenti disposizioni di tutela. Nel 2012 è stato candidato a “Luogo del cuore” al 6° Censimento FAI, raggiungendo

il primo posto in Liguria e il quarto in Italia nella categoria chiese. Il colle della Madonna degli Angeli si erge al di là del fiume o per meglio dire “De là da-o sciÛmme”, così i savonesi chiamano quella manciata di case costruite al di là del torrente Letimbro. Una realtà rurale lontana dalla vita del centro cittadino, dove si intrecciavano crêuze murate, che collegavano la parte urbana della città alle zone agricole. La collina, nonostante l’abbandono, accoglie specie di interesse botanico, come la Tulipa clusiana di origine asiatica. I ritrovamenti attuali consentono di parlare di inselvatichimento di questa specie, conosciuta come il Tulipano di Persia. La pianta è una delle prime importate nel XVII secolo per ornamento; sembra sia stato il primo tulipano ad essere coltivato in Italia, a Firenze, ad opera di Matteo Caccini nel 1607, colui che lo fece conoscere a Carolus Clusius, uno dei botanici più importanti del Rinascimento.

L’associazione con sede a Savona, è iscritta nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore sezione ODV. E’ un ente no profit normato dal Codice Civile che riunisce persone accomunate dagli stessi ideali, che dedicano tempo e risorse per il bene della collettività. La nostra pagina Facebook, attiva dall’anno 2014, conta oggi oltre 1800 followers. Nel nostro paese troppo spesso non vengono valorizzati i tesori storici, artistici, architettonici, dandoli per scontati e soprattutto considerandoli, non una risorsa, ma un peso economico. L’arte, la natura, il paesaggio, le tradizioni, sono la nostra ricchezza, la forza del passato e la risorsa per il nostro futuro. Per questo l’associazione intende attuare progetti di tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, di promozione della cultura e dell’arte legata alla storia locale.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 36 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
COSTUME E SOCIETÀ
a cura dell’Associazione GPN2010 foto di Mel Scognamiglio

Kreativitat sublim ist la creatività è sublime

Progettare il “bello”, una sfida continua con la realtà, fino a farlo diventare quotidianità, è l’obbiettivo con cui vengono condotti corsi di arti visive e multimediali, di design, e di moda. Proprio attraverso questi ambiti il concetto di “bellezza”

‘può essere trasmesso e diffuso fino a divenire un tramite di cultura, di educazione nel saper vedere e saper scegliere.

L’Accademia di Cuneo vuole infondere nei propri studenti essenzialmente questa curiosità e questo desiderio nel ricercare tutto ciò che kantianamente possiamo definire “sensus communis aestheticus”, cioè un senso di empatia estetica, non solo riservato a scelte individuali e a canoni precostituiti, relegato alla sensibilità di pochi, ma ben più ampiamente condiviso.

Questo obiettivo ben risponde alle istanze di tanta imprenditorialità italiana e cuneese che vanta una consolidata e indiscutibile tradizione di qualità e buon gusto nei suoi prodotti, che hanno fatto apprezzare ovunque il made in Italy.

La presenza, nei percorsi formativi, di un know-how metodologico e progettuale ampiamente multidisciplinare, permette un adeguamento costante al dinamismo del mercato del lavoro, anche attraverso le esperienze di collaborazione con il mondo economico ed imprenditoriale, che costantemente vengono effettuate aldilà dei momenti didattici.

La crescente sensibilità verso il recupero

e la tutela dei beni artistici nel nostro territorio trova nell’Accademia, dove non solo di progetta il “bello” ma lo si vuole anche “conservare”, un riferimento specifico.

Le opere d’arte, antiche e moderne, auliche o popolari, fanno parte del nostro patrimonio storico, culturale e delle nostre tradizioni che profondamente hanno condizionato le nostre scelte, i nostri atteggiamenti estetici, formali e comportamentali.

Il recupero di questi preziosi manufatti richiede un approccio consapevole e competente che non può non essere supportato da una profonda conoscenza storica, tecnico-scientifica e da capacità esegetica, indipendentemente dalla loro provenienza, fattura o dimensione. L’esperienza effettiva di tanti allievi dell’Accademia di Cuneo si forma sui suggestivi dipinti delle nostre chiese e delle nostre antiche dimore, nonché sui grandiosi cicli della Reggia di Venaria Reale, presso Torino.

Questa istituzione universitaria, tutta cuneese ma decisamente multiculturale, si configura come un fulcro sinergico tra le varie forme di ricerca estetica, di indagine culturale e di potenzialità creativa che confluiscono, però, in un unico ideale progetto globale: ridisegnare con armonia l’ambiente che ci circonda convogliando il “bello” verso una dimensione mondana e consueta, anche attraverso il recupero della nostra memoria artistico-visiva.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 37 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO COSTUME E SOCIETÀ
L’Accademia di Cuneo vuole infondere nei propri studenti il desiderio di ricercare tutto ciò che possiamo definire “sensus communis aestheticus”

Auto a noleggio a lungo termine, recesso in caso di ritardi di consegna L

Cosa fare quando i concessionari italiani non rispettano i termini di consegna?

a cura di Leonardo Peruffo A.E.C.I.

a modalità di noleggio a lungo termine - con società, a titolo di esempio, come ARVAL, LEASYS, a LEASEPLAN, ALD - o direttamente con la finanziaria del marchio auto, sta diventando sempre più una formula di “acquisto” dell’auto. In questo senso possono esserci disservizi o problemi che i consumatori possono incontrare. Tra questi la mancata assistenza o ritardi. In alcuni casi le società, in presenza di ritardi spaventosi, chiedono anche la penale in caso di recesso. Cosa che, ovviamente non possono fare. I casi di ritardi nella consegna di auto nuove (sia acquistate che noleggiate) non sono purtroppo rari, e sem -

pre meno concessionari rispettano le scadenze al giorno d’oggi. I motivi dei ritardi sono la carenza di materie prime dovuta a pandemie e guerre, oltre all’ormai nota crisi dei chip. In queste poche righe cerchiamo di illustrare cosa fare quando i concessionari italiani non rispettano i termini di consegna e i tempi di attesa diventano biblici. MOTIVAZIONI DIVERSE PER I RITARDI Come già detto, i tempi di consegna sono stati ritardati a causa della carenza sempre più grave di componenti e materie prime. Questo fenomeno è proprio il risultato delle massicce serrate imposte in Asia, che hanno portato alla chiusura di molte fabbriche e a difficoltà di approvvigionamento.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 38 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO CONSUMATORE

L’industria automobilistica cinese e asiatica ha aumentato notevolmente la domanda di microchip e componenti elettronici e di conseguenza i produttori europei sono stati duramente colpiti. La situazione è ulteriormente complicata dallo scoppio della guerra in Ucraina, produttore di acciaio e di altri materiali utilizzati nell’industria automobilistica internazionale.

TEMPI DI CONSEGNA DELL’AUTO

Innanzitutto non sempre, nel contratto di vendita o di noleggio, è inserita chiaramente la data di consegna dell’auto. Talvolta viene omessa altre volte viene inserita in maniera furba: indicando un termine di consegna molto ampio. Partendo dalla data di consegna non indicata fa fede la sottoscrizione del contratto di vendita. Il consumatore ,quindi , per prima cosa deve pretendere che l’ordine indichi il termine per la consegna del veicolo. Da quel momento possiamo considerare un stima di consegna di 60 giorni ma il consumatore potrebbe rischiare l’addebito della penale. In questo caso è bene farsi assistere da esperti o dalla nostra Associazione di consumatori. Il ritardo è motivo di risoluzione del contratto per grave inadempimento

del venditore, e dall’inadempimento discende l’obbligo di restituire l’importo versato oltre che l’obbligo di risarcire il danno provocato all’acquirente, ad esempio per via della necessità di noleggiare un altro veicolo. A volte l’importo versato in acconto è definito dal contratto stesso quale caparra: in questi casi il concessionario ritardatario dovrà restituire il doppio dell’importo versato dal cliente. Nel caso il termine di consegna sia indicato si applica il Codice del Consumo. In questo caso il termine di consegna non può superare i 30 giorni dalla data indicata.

RISCHI E PERICOLI

Ovviamente il Codice del Consumo si applica ai contratti sottoscritti dai consumatori. Lo stesso diritto può valere anche per i piccoli professionisti. In ogni caso è bene farsi assistere perchè il rischio dell’addebito della penale è concreto.

CHIEDI IL NOSTRO SUPPORTO

Dove non sia possibile la class action, sarà possibile rivolgersi al Giudice di Pace o al Tribunale per ottenere una condanna del concessionario al risarcimento dell’importo dovuto. Puoi richiedere il nostro supporto per

l’assistenza. AECI è un’Associazione di Consumatori, altamente specializzata nella risoluzione delle problematiche. Trattiamo, proprio su questa tema, migliaia di pratiche annuali. Potrai affidare dunque la tua pratica ai nostri esperti che sono altamente specializzati.

SERVIZI E CONSULENZE IN TUTTA ITALIA

L’Agenzia Sandiano di Sanremo (IM) è a disposizione delle Associazioni e degli autotrasportatori, in collaborazione con le Agenzie convenzionate sul territorio, per la soluzione delle problematiche del trasporto: iscrizioni e variazioni con o senza limiti presso l’Albo degli Autotrasportatori e l’Albo degli Smaltitori rifiuti; immatricolazioni e passaggi di proprietà dei veicoli in conto terzi e/o in conto proprio; acquisizione aziende di autotrasporto o con requisiti; revisioni e collaudi sia presso sedi Ministero dei Trasporti sia presso officine autorizzate; consulenza specializzata in materia di merci pericolose ADR, merci deperibili ATP, ecc; autorizzazioni internazionali (CEE ed extra-CEE di ogni tipo); apertura sedi all’estero; quesiti e ricorsi presso Ministero dei Trasporti e altri Enti.

Via Fiume 34, 18038

SANREMO (IM) Tel: 0184 501560

Email: agenzia@sandiano.com - Web: sandiano.com

L’Agenzia Sandiano offre consulenza presso le ditte e assistenza presso gli uffici pubblici in tutta Italia

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 39 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO CONSUMATORE

Sicurezza stradale qualcosa si sta muovendo?

Se partiamo dai dati del primo semestre 2022 (ultimi completi e disponibili) non c’è tanto da incoraggiarsi. Infatti le stime ACI-ISTAT evidenziano - rispetto allo stesso periodo del 2021 - un incremento, di incidenti con lesioni (+24,7%), delle vittime (+15,3%) e feriti (+25,7%). Dal 1° gennaio al 30 giugno scorso, 81.437 incidenti hanno causato 1.450 morti e 108.996 feriti: in media 450 incidenti, 8 morti e 602 feriti ogni giorno. Tuttavia nel primo semestre 2022, rispetto al 2019, anno fissato come base per il monitoraggio del decennio 2021-2030, si rileva, invece, ancora un lieve calo: incidenti stradali -2,6%; feriti -6,8% e deceduti -5,5% E nel secondo semestre dell’anno appena trascorso? Ancora non ci sono dati ufficiali, ma se ci affacciamo per un attimo al balcone dell’Osservatorio ASAPS possiamo affermare con una credibile proiezione che la situazione non appare certo migliorata. L’ASAPS - è noto - monitorizza in tempo reale per esempio gli incidenti nei tre giorni di ogni fine settimana. Purtroppo l’estate scorsa abbiamo conteggiato una media di 30-35 morti ogni fine settimana, con punte in due week end di luglio di 42 e 45 vittime mortali e altre 45 in un fine settimana di ottobre. Se ne ricava che rispetto alla media giornaliera di 8 vittime al giorno nel primo semestre siamo arrivati

a punte di 12 –13 vittime al giorno nei tragici fine settimana dell’estate 2022. Con numeri drammatici anche di 15 –16 motociclisti morti nei soli 3 giorni del fine settimana. Aggiungiamo poi qualche altro dato significativo. L’Osservatorio ASAPS sui pedoni ha registrato nel 2022 il dato tragico, ma parziale, di 307 pedoni travolti e uccisi sulle strade (25 al mese) e si tratta solo dei decessi immediati ai quali purtroppo si dovranno poi aggiungere a cura dell’Istat i decessi avvenuti entro i successivi 30 giorni, con un ulteriore incremento che farà sforare quasi certamente la cifra di oltre 400 morti. Aggiungiamo un ulteriore dato. Quello del più drammatico dei nostri osservatori. I bambini morti in incidenti stradali. ASAPS ha registrato 39 decessi per i bambini da 1 a 13 anni. Nel 2021 furono 29. Ma perché dico che forse qualcosa si sta muovendo? Perché dopo alcuni eclatanti e drammatici incidenti, primo fra tutti quello di Francesco Valdiserri il 18enne travolto e ucciso mentre era sul marciapiede nell’ottobre scorso da una vettura condotta da una 23enne ubriaca alla guida, è scattato una sorta di picco di attenzione su questo drammatico problema che falcia decine di giovani vite sulle strade. Francesco era figlio di due giornalisti del Corriere della Sera, Luca Valdiserri e Paola Di Caro che subito dopo il sinistro, nonostante lo choc della morte di quel meraviglioso loro figlio, si sono impegnati immediatamente per evidenziare la portata del dramma stradale con articoli e interviste. Sì certo c’è stato da tempo l’impegno di tante associazioni di vittime della strada e dell’ASAPS, ma quell’incidente con la scomparsa di Francesco, insieme ad altri come quello delle 7 vittime di una associazione di Riccione sulla A4, ha fatto scattare un meccanismo mediatico di grande effetto

Lo stesso Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno ha inusualmente affrontato il problema: “Parlando dei giovani vorrei - per un momento - rivolgermi direttamente a loro: siamo tutti colpiti dalla tragedia dei tanti morti sulle strade. Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti. Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro” Inoltre lo stesso Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è impegnata in Parlamento ad affrontare il problema: “è opportuno ragionare sul tema della prevenzione. Un tema su cui non possiamo non sentirci impegnati, non ritenendo opportuno appesantire ancor di più il quadro normativo… Anche se occorre attuare le disposizioni vigenti e rendere più efficaci finanche i controlli…”. Ecco i controlli appunto, un argomento che era scomparso da tempo dall’agenda politica del Paese. Ritengo che prima ancora di incrementare chissà quali sanzioni serva prima di tutto tornare a rinfittire la rete dei controlli (senza chiudere reparti della Polizia Stradale come si è fatto e forse si ha intenzione di fare, e rinvigorendo organici di divise, tante ormai in prossimità del mezzo secolo di età media) e quella di una comunicazione puntale precisa e direi coraggiosa sul versante della sicurezza stradale che con i suoi 3.000 morti e oltre 200.000 feriti l’anno è questione seria, molto seria da affrontare. Ora con il discorso del Capo dello Stato e l’impegno del Presidente del Consiglio ci sentiamo un po’ più fiduciosi. Staremo attenti per vedere finalmente se ci sarà veramente un cambio di marcia.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 40 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO SICUREZZA
a cura di Giordano Biserni
Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri

Milano 30 Km/h progetto per ridurre gli incidenti

La proposta approvata

dal Consiglio Comunale rappresenta un bel passo avanti in fatto di sicurezza stradale

a cura della Redazione

Mi lano punta a diventare una città a 30 km/h: a partire dal primo gennaio 2024, in tutto il capoluogo meneghino, si potrà viaggiare ad una velocità massima di 30 chilometri orari. L’iniziativa, proposta dal consigliere Marco Mazzei (Gruppo Beppe Sala Sindaco) e approvata dal Consiglio Comunale milanese il 9 gennaio, rappresenta un bel passo avanti in fatto di sicurezza stradale. Il progetto, che consiste nell’estendere il limite dei 30 km/h dalle zone in cui è attualmente valido a tutto il perimetro della città, infatti, consentirà di ridurre sensibilmente il nu -

mero degli incidenti stradali urbani. Secondo dati ISTAT e ACI, più di sette incidenti su dieci avvengono in città e tra le maggiori cause sicuramente si inscrive l’eccesso di velocità: ridurre il limite massimo a 30 km/h permetterebbe quindi di diminuire il numero – e anche la gravità – degli incidenti. A tal proposito, dichiara il consigliere Mazzei: “L’impatto tra un’automobile che viaggia a 50 chilometri orari e un pedone o un ciclista è quasi sempre fatale per l’utente leggero della strada. Al contrario l’impatto a 30 chilometri non è quasi mai letale e offre ampie rassicurazioni sulla minore gravità delle conseguenze”.

E non ci sarebbero ripercussioni sul traffico. Secondo Mazzei, il progetto “30 km/h” non influenzerebbe negativamente i tempi medi di percorrenza. Va comunque precisato che alcune arterie, soprattutto quelle a grande scorrimento, manterrebbero il limite di 50 km/h. Il percorso di applicazione del progetto è ancora lungo, ma visto che l’iniziativa è stata presentata dalla maggioranza, le richieste dovrebbero essere accolte senza problemi. E così Milano si unirà a Bologna - prima “Città 30 km/h” - e potrà dare l’esempio ad altri centri urbani, coinvolgendoli in queste virtuose iniziative.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 42 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO MOTORI

Carenza di personale e bonus patente U

na delle categorie professionali che soffre di una notevole carenza di personale è quella degli autisti. Per cercare di contrastare questa mancanza il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha stanziato un fondo di ben 25,3 milioni di euro destinato ad erogare, per il periodo compreso tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2026, un bonus per l’ottenimento della patente o delle abilitazioni professionali per la guida dei veicoli destinati all’esercizio dell’attività di autotrasporto di persone e di merci. Si tratta di un contributo pari all’80% della spesa sostenuta per il conseguimento delle varie autorizzazioni alla guida e comunque di importo non superiore a 2.500 euro, ovviamente a percorso didattico concluso con esito positivo e conseguimento di patente e CQC, anche cumulativamente. Possono accedervi, attraverso una piattaforma digitale attiva dal giorno 6 febbraio all’indirizzo https://patentiautotrasporto.mit.gov.it/bonuspatente/, cittadini comunitari dai 18 ai 35 anni, ferma restando la necessità di possedere ogni altro requisito previsto dal codice della strada. L’iniziativa ha avuto grande successo, al punto che i fondi riservati al 2023 sono andati esauriti in poche ore, e gli interessati dovranno perciò attendere lo sblocco dell’annata successiva.

Il portale per inserire i dati è accessibile tramite SPID, CIE o CNS. Il buono, una volta ottenuto, lo si potrà trovare direttamente nella stessa piattaforma e sarà utilizzabile nelle autoscuole accreditate. L’attivazione dovrà avvenire entro 60 giorni dall’emissione e superato questo limite verrà annullato. In questo caso può essere chiesto una seconda volta ripetendo la stessa procedura. L’abilitazione alla guida di un mezzo pe -

sante dovrà essere conseguita entro 18 mesi dall’attivazione del bonus. Perché questo contributo può diventare una grande opportunità? Innanzitutto perché l’investimento per ottenere le certificazioni necessarie a svolgere la professione di autista può diventare molto oneroso (anche se occorre considerare che con la notevole necessità di queste figure professionali, diventerebbe relativamente facile essere assunti, e con circa tre mesi di stipendio si rientrerebbe del capitale investito).

Fare affidamento perciò sull’erogazione del bonus rappresenterebbe un notevole aiuto, anche perché si tratta di provvedere alla propria formazione professionale. Parallelamente a questo importante aiuto economico, a conferma del costante aumento di richiesta della figura di autista e dell’importanza di una corretta formazione in tal senso, da qualche tempo alcuni Istituti di Istruzione superiore hanno istituito percorsi didattici dedicati, che stanno riscuotendo un buon successo. Prevedono l’insegnamento di competenze trasversali quali attività di progettazione, realizzazione, manutenzione e conduzione dei mezzi di trasporto. Oppure la gestione dei servizi di logistica, magazzino, traffico merci e passeggeri; e ancora l’applicazione di nuove tecnologie ai processi produttivi e tutto quanto necessario all’ottimizzazione delle varie procedure nell’ambito del trasporto, senza dimenticare lo studio delle lingue straniere. Si può auspicare quindi che in un prossimo futuro la sinergia di questi incentivi economici e l’attenzione alla corretta formazione possano contribuire a risolvere il grave problema della carenza di personale, aumentando allo stesso tempo la professionalità delle persone coinvolte in questo importantissimo settore.

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 43 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO MOTORI
a cura di Gabriele Azzi 25,3 milioni di euro sono stati destinati al bonus

FUSION PARK : natura energia design

Fusion Park nasce dalla mente di due studenti dell’Accademia belle arti di Cuneo: Giaimo Alberto e Marengo Mattia.

È un progetto di riqualificazione urbanistica concepito sul territorio di Cavallermaggiore, su questo terreno giaceva un grande molino per la produzione di mangimi, con il passare del tempo anch’esso ha avuto il suo decorso e dopo il trasferimento dell’attività altrove è rimasto in disuso, diventando a tutti gli effetti un edificio fatiscente.

Ad oggi, dopo varie demolizioni è rimasto intatto per questioni di sicurezza soltanto il perimetro esterno.

Il progetto nasce per risolvere questo problema presente ad oggi nella cittadina.

Esso però non vuole rappresentare un

caso isolato al luogo sopracitato, ma bensì nasce come prototipo - tipo di riqualificazione applicabile a qualsiasi tipologia di appezzamento.

L’idea di partenza si fonda sul voler trasformare un’area fatiscente in un parco simbolo della rinascita stessa del luogo.

Fusion Park è un luogo in cui la natura riprende possesso di ciò che l’uomo gli ha tolto e poi abbandonato, lo fa però per mezzo del design: attraverso esso la natura si concretizza in forme organiche in grado di fondersi con il verde circostante nonostante ci si trovi in una zona urbanizzata.

Il nome Fusion Park si sviluppa proprio a partire da questa concezione: all’interno di questo parco la natura e l’urbanizzazione

DESIGN IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 44 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
Un progetto di riqualificazione urbana nato dalle menti di due giovani studenti dell’ABA Cuneo
a cura di Alberto Giaimo

convivono per mezzo del Design. Risulta così efficace il termine Fusion, poiché sintetizza in una sola parola l’essenza di base di questo progetto. Il parco è diviso in sette zone:

1 Reverse Bar, ispirato al mare ed alla riflessione dell’acqua, l’arredamento di questo bar si presenta identico nei due piani ma specchiato, come fosse riflesso dal grande specchio situato sotto il bancone della terrazza.

2 The Lake, una grande piazza utilizzata come luogo di ritrovo sociale e culturale, luogo di gioco e di scambio, è accessibile tramite una serie di gradoni su cui è possibile sedersi. Si ispira alla forma di un lago naturale.

3 Baby Fusion è la zona del parco adibita ai bambini, accessibile tramite una grande rampa la quale porta a due scivoli in stile Fusion Park. È presente una giostra multifunzione oltre allo scivolo, progettata con l’idea di creare una struttura innovativa la quale agevolasse la convivialità nel gioco dei bambini.

4 Campo da basket, con pavimentazione in cemento autopulente. Il campo rimane libero fino alle sette di sera, per le successive fasce orarie è poi possibile prenotarlo, in modo da dare la possibilità di usufruirne con certezza a tutti.

5 Area pic-nic coperta da grandi alberi, i tavoli e le sedie sono composti da un monoblocco che nasce con l’intento di assomigliare ad una roccia scavata dalla forza della natura, mantenendo quindi la sua integrità organica, ma adattandosi alle esigenze dell’uomo.

6 Campo da calcio innovativo, sintetico, adatto per il calcio a 5, come per il campo da basket sarà possibile prenotarlo.

7 Wellness Fusion è il cuore pulsante del Fusion Park, oltre ad essere una spettacolare palestra all’aperto, è una vera e propria fonte di energia elettrica in grado di alimentarlo. In questa zona sono situati degli attrezzi per la palestra, essi non funzionano con i classici pesi ma generano resistenza grazie a dei sistemi meccanici (dinamo) comandabili tramite l’apposito display situato su ogni attrezzo, da qui è possibile visualizzare e impostare

il proprio allenamento personalizzato, vedere le calorie bruciate ed addirittura l’energia elettrica prodotta, quest’ultima è possibile riscuoterla in un secondo momento per caricare il proprio telefono. I pali attraverso la conversione dell’energia cinetica, prodotta dal movimento degli attrezzi in energia elettrica permettono un accumulo di elettricità a favore del fabbisogno del parco.

L’intera progettazione si è anche mossa tenendo conto dell’impatto ambientale sul terreno per questo si è usati materiali ecosostenibili come HIMACS, una pietra acrilica che coniuga la plasticità del legno con la resistenza della pietra e il cemento autopulente in grado tra le tante caratteristiche di depurare l’aria.

Lungo tutto il parco, poi, vi sono altre installazioni come: pali multifunzione, gestiscono l’intero server del parco, da essi è possibile prenotare l’utilizzo dei servizi sopracitati, caricare il proprio smartphone, nella parte superiore vi è un piccolo pannello solare, il quale contribuisce alla produzione di energia elettrica insieme ai “Mushrooms”, una sorta di inseguitori solari, in grado di produrre un quantitativo di energia sufficiente a mantenere l’intera illuminazione sia di giorno che di notte grazie ad un sistema di accumulo; Clover, un grande velare parasole in grado di filtrare i raggi del sole sen -

za però occludere la vista del cielo; Organic Rock, una panchina di 15m in cemento autopulente che scorre sotto il velare lungo tutto il camminamento; Split, una spaccatura della passeggiata, la ripresa della natura a sfavore dell’urbanizzazione, dalla quale esce una pianta che funge da ombreggiante per la panchina; Growing Bridge ,un ponte come elemento di legame e giunzione tra due zone del parco permettendoci di attraversare il fiumiciattolo posto al di sotto; la grande fontana, sita nell’area della palestra, rappresentante madre natura nell’atto di uscire dall’acqua del fiume. I suoi capelli bagnati diventano così l’acqua della fontana creando un monumento davvero affascinante. Per dare maggiore identità a questo progetto si è voluto creare un logo identificativo del parco, che richiama la forma di due ciuffi d’erba incrociati tra loro come a rappresentare quell’abbraccio metaforico fra l’uomo e la natura, oltre ad una maggiore interazione per mezzo di un’app.

Quindi cos’è Fusion Park?

È cambiamento, innovazione, rinascita. È coesistenza. È la promessa di trasformare un qualcosa di nocivo a livello estetico, ambientale e salutare in un luogo dove convivono in armonia l’uomo, la natura, la frenesia della città e l’energia, tutto questo per mezzo del design.

DESIGN IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA 45 NUMERO 1 | GENNAIO - FEBBRAIO 2023 GENTE IN MOVIMENTO
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FUSION PARK : natura energia design

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Carenza di personale e bonus patente U

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Milano 30 Km/h progetto per ridurre gli incidenti

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Sicurezza stradale qualcosa si sta muovendo?

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Auto a noleggio a lungo termine, recesso in caso di ritardi di consegna L

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pages 40-41

Kreativitat sublim ist la creatività è sublime

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Madonna degli Angeli a un passo dalla città

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Dignità e orgoglio

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Ricompensa per l’investimento, in quanto tempo la pretendiamo?

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L’urbanistica come mezzo di espressione sociale

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