Innovatioeducativa anno 3/4-5/2020

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LA DIDATTICA IN UNA STANZA LA DaD AL LICEO ARTISTICO “MANNUCCI” di Francesco Maria Orsolini PAROLE CHIAVE:

CLOCKDOWN, DISTANCE LEARNING, PROGETTAZIONE SCENOGRAFICA, TELEPRESENZA, DaD.

La durissima privazione della sede scolastica, a cui il lockdown ha costretto studenti e docenti, non ha avuto l’esito sciagurato di sfibrare l’identità della comunità scolastica e il sentire di appartenervi ma, al contrario, ha rinsaldato i legami di reciprocità, rendendo più riconoscibile a tutto il corpo sociale il valore della scuola e dell’istruzione. La DaD e gli ambienti virtuali di apprendimento che la caratterizzano, usati in alternativa a quelli in presenza, hanno determinato un rovesciamento di prospettiva nella didattica delle discipline artistiche, private del laboratorio come ambiente di tradizione secolare per lo scambio emotivo-esperienziale tra il magistero del docente e la ricettività tecnica e creativa dello studente. La necessità di guidare il processo creativo, attraverso la mediazione tecnologica della riproduzione/comunicazione digitale, ha valorizzato l’operatività artistica come progetto/processo, rispetto al valore del manufatto finito, esaltando l’autonomia dello studente, al quale è stato affidato il compito di vedere e trasfigurare la realtà, come strategia creativa e di lettura critica dell’esistente.

1 La scuola ci manca “troppissimo” È stato calcolato che. dall’emergenza sanitaria per il covid-19, in tutto il pianeta non è andato, e non sta andando a scuola, un miliardo e mezzo circa di studenti. Tra questi un alunno della primaria di un istituto comprensivo di Bari, che ha scritto sul blog della sua maestra: “La scuola

ci manca “troppissimo”!1. Di certo non poteva essere più espressivo e convincente questo precocissimo portavoce di una platea molto amplia di giovani in formazione, sintonizzati nel manifestare quotidia-

Omaggio a Raffaello pubblicato sull’home page del sito, per il quinto centenario dalla morte (immagine dell’alunna)

namente che il disagio più duro da sopportare a causa dell’emergenza epidemiologica, è proprio quello di non stare seduti su un banco scolastico. Così, per la ben nota dinamica del desiderio, ciò che ora più manca agli studenti è proprio ciò che non possono avere, l’esperienza della scuola, i suoi riti quotidiani, le abitudini, gli incontri degli sguardi e dei corpi, i suoni, persino quello della campanella, c’è da scommetterci. Ma la fenomenologia del quotidiano non descrive altro da ciò che la

S.I.R.E.M. (Società italiana di Ricerca sull’educazione mediale), Webinar “La scuola ai tempi del Coronavirus”, 27 marzo 2020, intervento della docente Maria Grazia Fiore, http:// www.sirem.org/webinar-la-scuola-ai-tempi-del-coronavirus/. 1

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