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RICERCHE SPERIMENTAZIONI ESPERIENZE
L’EMERGENZA NELLE SCUOLE DEL VENETO: LEZIONI SOSPESE E DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
di Laura Donà
PAROLE CHIAVE: DIDATTICA A DISTANZA, LEZIONI SINCRONE E ASINCRONE, PIATTAFORME, REGISTRO ELETTRONICO, VALUTAZIONE FORMATIVA
L’emergenza Coronavirus ha modificato l’erogazione del servizio scolastico con la didattica a distanza per garantire, da un lato il diritto all’istruzione e nel contempo tenere agganciati alunni e studenti alla dimensione educativa, al senso di comunità, al rispetto di regole in situazione di ridotta mobilità. Le scuole della Regione Veneto si sono via via organizzate per fronteggiare questa novità in forme diverse continuando a svolgere attività, lezioni e contatti con l’intera popolazione scolastica.
1. Premessa
Dalla fine del mese di febbraio 2020 l’Italia è stata interessata dall’epidemia del virus denominato Covid-19, già dopo una settimana l’OMS ha stabilito che si tratta di una pandemia che coinvolge tutti i paesi del mondo. Questa situazione ha progressivamente interessato l’intera popolazione, sta modificando le abitudini di vita e costringe a rivedere priorità e politiche di gestione sulle attività che sorreggono la società civile. La scuola ha immediatamente registrato una modificazione epocale, ossia l’impossibilità di ospitare alunni e alunne negli edifici scolastici, pena una diffusione ingestibile del contagio nell’intera popolazione. Questa convinzione ha impiegato un certo tempo, almeno 15 gg, pri
ma di essere compresa appieno dai docenti, dagli alunni, dalle famiglie. Il
succedersi della mappa dei contagi
nel Nord Italia, come i diversi provvedimenti del governo, formalizzati
in vari DPCM 1 sempre più restrittivi sui comportamenti consentiti, hanno fatto emergere la necessità di garantire i diritti costituzionali all’istruzione mediante forme di apprendimento a distanza. La didattica a distanza, prima utilizzata per la formazione del personale e in alcuni percorsi universitari, è divenuta la modalità esclusiva di
1 DPCM 23.02.2020; DPCM 25.02.2020;
DPCM 1.03.2020; DPCM 4.03.2020; DPCM 8.03.2020; DPCM 9.03.2020; DPCM 11.03.2020.
contatto con gli alunni e l’offerta di apprendimento nella seconda parte dell’anno scolastico 2019-20. Le scuole si sono trovate in molti casi non pienamente preparate, in forma inversamente proporzionale ai gradi di scuola, per una serie di motivazioni riconducibili alle competenze dei docenti, alle dotazioni tecnologiche, alla minore formazione presente su questo canale d’uso della didattica.
2. Le scuole in azione
I contatti: Dirigenti e docenti hanno iniziato il lavoro a distanza con gli strumenti più veloci di comunicazione informale, come whatsapp per agganciare famiglie, bambini e alunni, disabili, alunni stranieri e situazioni di disagio sociale, con la consapevolezza dei limiti di questo mezzo che non tutela dati di privacy e mescola informazioni utili ad altre accessorie. Nel periodo di progressiva definizione delle misure restrittive si sono messe in campo azioni di didattica a distanza (DaD) più strutturate, a partire dal registro elettronico, laddove attivo per inviare esercitazioni, compiti, materiali.
Gli Istituti comprensivi e del secondo ciclo di istruzione con già in uso questo strumento hanno immediatamente sfruttato i servizi presenti per inviare comunicazioni, verificare quali alunni si collegavano e quali no. Le scuole dell’infanzia e primaria hanno mostrato delle difficoltà per un’adozione meno capillare del registro elettronico, tra l’altro molto spesso non aperto alle famiglie. La DaD: dalla metà del mese di mar

zo 2020 è sorta la necessità di utilizzare piattaforme on-line per poter offrire lezioni asincrone e sincrone, gestire classi a distanza, raccogliere in forma interattiva materiali di studio ed esercitazioni prodotte dagli alunni. Le scuole secondarie di secondo grado si sono immediatamente attivate, solo alcuni Istituti hanno richiesto la profilazione degli studenti sugli strumenti adottati: G-suite for education, Office 365 education, Weschool, Dida Labs, Moodle,… per citare i più diffusi. I dati riportati prendono come fonte di riferimento un monitoraggio di conoscenza e supporto, svolto nel periodo 10 marzo-30 marzo, tramite interviste semistrutturate a Dirigenti scolastici di 104 scuole del Veneto da parte del Servizio Ispettivo. Gli Istituti comprensivi hanno dovuto attrezzarsi con le piattaforme chiedendo l’accesso ai gestori, profilando docenti e alunni nei casi di maggiore efficienza della dirigenza e degli uffici amministrativi. A regime questa strumentazione permette una varietà di proposte didattiche, tutela la gestione dei dati e delle informa-
zioni, garantisce una buona qualità potenziale della DaD. Dal campione delle 104 scuole, in coerenza il monitoraggio del Ministero dell’Istruzione e quello quantitativo-documentale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, il 100% degli Istituti ha attivato forme di DaD, la percentuale diventa 60-70% se comprendiamo la DaD vera e propria nei comprensivi, 90% nei Licei, Istituti tecnici e professionali. Un modello: si descrive una buona pratica presente in alcuni Istituti comprensivi, potrebbe fungere da riferimento per i lettori di settore di questo contributo. In questa scuola-tipo si sono distinti gli strumenti per i diversi gradi di scuola, avendo attenzione alla popolazione scolastica presente, alle possibilità di connessione delle famiglie e alle interlocuzioni avviate con i rappresentanti dei genitori nel CdiI e nei consigli di classe-interclasse. Le proposte adottate sono state: · Scuola dell’infanzia: utilizzo di un’area riservata del sito web dell’Istituto per inserire materiali diversi: storie, filastrocche, tutorial su attività di costruzione di oggetti, ricette di cucina, recupero delle routines, attività rivolte alle specifiche età, ciò anche per supportare le docenti meno esperte nell’utilizzo delle tecnologie; · Scuola primaria: adozione di una piattaforma che fornisca un ambiente di classe virtuale tale da svolgere lezioni sincrone e asincrone utilizzando, per i docenti, alunni e famiglie un tutorial come guida; profilazione con account per tutti gli alunni e le alunne; Scuola secondaria di primo grado: una piattaforma con ambiente dedicato per videolezioni in presenza insieme al registro elettronico per caricare materiali e lezioni, esercizi, brani, ecc. con restituzione e validazione dei lavori svolti.
Questa dotazione diversamente combinata, unita alle avvertenze di caricare materiali in forma equilibrata, sfruttare orari pomeridiani per le classi, per andare incontro alle famiglie con più fratelli e con la necessità di condividere device, denota una ponderata proposta formativa e garantisce un presidio sostenibile per l’apprendimento.
3. Le difficoltà
La questione principale risiede nella necessità di agganciare tutti i bambini, gli alunni e gli studenti nella formula della distanza. Il fatto che la DaD sia stata promossa e resa obbligatoria da metà aprile, che la valutazione dei prodotti raccolti dagli alunni non abbia possibilità di piena formalizzazione, ha di fatto generato alcune criticità.

Dal punto di vista dei docenti, la non iniziale obbligatorietà ha generato situazioni diversificate e ha reso meno vincolante il contatto sistematico con classi e studenti. Dal punto di vista degli alunni e delle famiglie, la DaD implica la dotazione di device dedicati e di una connettività affidabile. La popolazione scolastica più fragile: situazioni di disagio, alunni stranieri, di etnia rom, adulti in alfabetizzazione, ragazzi con più fratelli o con genitori in lavoro agile, manifestano difficoltà nel seguire con costanza videolezioni e nello sfruttare le offerte di apprendimento proposte a distanza. Il piano “Solidarietà digitale”,veicolato dal Ministero e le misure di supporto economico alle scuole (DPPR 562/28.03.2020) vanno in questa direzione, ma non soddisfano le esigenze riscontrate nelle interviste per talune realtà del primo ciclo. Gli Istituti del secondo grado in generale hanno minori difficoltà con gli studenti, con il comodato d’uso dei device riescono ad agganciarli quasi tutti. Su queste problematiche si sono studiate altre forme di supporto, veicolate da Fondazioni o soggetti terzi quali: l’allestire attività dirette a classi di alunni, ai diversi gradi di scuole da pubblicare su siti dedicati, offrire materiali e proposte didattiche per chi non può fruire di servizi specifici dalla propria scuola. Lo scopo è quello
di contribuire a garantire il diritto allo studio all’intera popolazione scolastica di un territorio. Un altro elemento di criticità risiede sulle modalità di inclusione per disabili, DSA e BES in generale. Nei casi migliori l’accesso alle piattaforme avviene in forma diretta e congiunta con il docente di sostegno, passando da tutte le altre possibili forme già citate: registro elettronico con le parti specifiche per assegnare compiti e ricevere prodotti, telefono per mantenere il contatto relazionale e comunicativo, materiali in forma cartacea da far pervenire alla famiglia.
4. La valutazione
Valutare, nel senso del dare valore a ciò che si fa, è una leva potente per finalizzare comportamenti e stimolare il consolidamento di apprendimenti. La valutazione formativa, intesa come raccolta di evidenze informative su attività dedicate, è l’impostazione più centrata perché gli alunni possono avere riscontro su ciò che hanno compreso e cosa no, su quali aspetti sono più deboli e su quali hanno maggiore dominanza, possono orientarsi nella ricerca del miglioramento dei loro esiti. La situazione emergenziale ha posto in rilievo questa valenza formativa, negli anni resa sempre più implicita con l’utilizzo del voto numerico, anche se in scala ordinale. Il proseguire dell’emergenza e il prevedere tempi lunghi nella riapertura delle lezioni in presenza sta generando la necessità di inserire nella DaD gli strumenti propri della valutazione sommativa. L’operazione non è semplice ma è inevitabile per dare conto del lavoro svolto con queste modalità, finalizzare gli sforzi, l’impegno di docenti e alunni e dare validità all’anno scolastico stesso. Queste riflessioni sono state espresse da tutti i Dirigenti scolastici intervistati, nella consapevolezza che l’attribuzione dei voti è un problema secondario nel processo di insegnamento-apprendimento ma che si connette con il dispositivo ultimo della ammissione alla classe o al percorso successivo.
5. Prospettive
Dall’analisi riportata, come fotografia essenziale di un campione di scuole, il bilancio che ne esce è di una scuola che in forma accelerata ha scoperto l’opportunità della DaD come garanzia della prosecuzione dei percorsi di studio. Si è vista non pienamente preparata per questa sfida ma con capacità reattive superiori alle aspettative, tutti i docenti si sono sentiti in dovere di riallacciare le relazioni educative in questo momento anche difficile sul piano emotivo, di fornire elementi per riprendere la didattica con il feed back sulle esercitazioni di approfondimento. Si è rivista la modalità di erogare lezioni, si sono ritarati i tempi perché una videolezione di 30 m equivale a un’ora in presenza, si è data attenzione a conoscere il carico di lavoro proposto anche da altri docenti e ad essenzializzare le conoscenze da apprendere. Questi aspetti lasciano tracce nella progettazione, realizzazione e valutazione delle attività che saranno oggetto di rivisitazione nelle lezioni in presenza. Alcune pratiche sperimentate, in particolare il supporto individuale agli studenti, la personalizzazione, una migliore messa a punto dell’organizzazione del lavoro per l’aula, la ricerca di materiali idonei ad essere visualizzati e studiati costituiscono un terreno di scambio e di miglioramento didattico a cui l’emergenza Covid-19 ci ha portato.
• ISTAT, Rapporto del 6.04.2020, Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi https://istat.it /it/archivio/240949 https://istruzioneveneto.gov.it/ tag/coronavirus • https://www.miur.gov.it/web/ guest/-/coronavirus-si-ampliala-solidarieta-digitale-pisanoe-azzolina-online-strumentiutili-per-studenti-famiglie-einsegnanti
Sitografia
LAURA DONÀ

Dirigente Tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto con funzioni di coordinamento, psicologa e formatrice del personale scolastico, autrice di testi didattici, contributi monografici e collettanei relativi all’orientamento, alla valutazione di sistema, a tematiche relative alla scuola dell’infanzia e alla relazione insegnamento-apprendimento.