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La didattica in una stanza: la DaD al Liceo Artistico “Mannucci” Francesco Maria Orsolini
LA DIDATTICA IN UNA STANZA LA DaD AL LICEO ARTISTICO “MANNUCCI”
di Francesco Maria Orsolini
PAROLE CHIAVE: CLOCKDOWN, DISTANCE LEARNING, PROGETTAZIONE SCENOGRAFICA, TELEPRESENZA, DaD.
La durissima privazione della sede scolastica, a cui il lockdown ha costretto studenti e docenti, non ha avuto l’esito sciagurato di sfibrare l’identità della comunità scolastica e il sentire di appartenervi ma, al contrario, ha rinsaldato i legami di reciprocità, rendendo più riconoscibile a tutto il corpo sociale il valore della scuola e dell’istruzione. La DaD e gli ambienti virtuali di
Omaggio a Raffaello pubblicato sull’home page del sito, per il quinto centenario dalla morte (immagine dell’alunna)
apprendimento che la caratterizzano, usati in alternativa a quelli in presenza, hanno determinato un rovesciamento di prospettiva nella didattica delle discipline artistiche, private del laboratorio come ambiente di tradizione secolare per lo scambio emotivo-esperienziale tra il magistero del docente e la ricettività tecnica e creativa dello studente. La necessità di guidare il processo creativo, attraverso la mediazione tecnologica della riproduzione/comunicazione digitale, ha valorizzato l’operatività artistica come progetto/processo, rispetto al valore del manufatto finito, esaltando l’autonomia dello studente, al quale è stato affidato il compito di vedere e trasfigurare
namente che il disagio più duro da sopportare a causa dell’emergenza epidemiologica, è proprio quello di non stare seduti su un banco scolastico. Così, per la ben nota dinamica del desiderio, ciò che ora più manca
la realtà, come strategia creativa e di lettura critica dell’esistente.
agli studenti è proprio ciò che non
1 La scuola ci manca
“troppissimo”
È stato calcolato che. dall’emergenza sanitaria per il covid-19, in tutto il pianeta non è andato, e non sta andando a scuola, un miliardo e mezzo circa di studenti. Tra questi un alunno della primaria di un istituto comprensivo di Bari, che ha scritto sul blog della sua maestra: “La scuola ci manca “troppissimo”! 1 . Di certo non poteva essere più espressivo e convincente questo precocissimo portavoce di una platea molto amplia di giovani in formazione, sintonizzati nel manifestare quotidiapossono avere, l’esperienza della scuola, i suoi riti quotidiani, le abitudini, gli incontri degli sguardi e dei corpi, i suoni, persino quello della campanella, c’è da scommetterci. Ma la fenomenologia del quotidiano non descrive altro da ciò che la
1 S.I.R.E.M. (Società italiana di Ricerca sull’educazione mediale), Webinar “La scuola ai
scuola realmente è, una comunità educante in cui è insediata e attiva una rete ricchissima di relazioni e di scambi, una trama fitta di nodi e di intrecci che si distende fluida tra il contesto formale e quello informale, tra la dimensione organizzativa e quella spontanea delle aggregazioni, delle conversazioni, dei brainstorming che rifuggono dalla verbalizzazione. Sicché, mai come prima d’ora, appare così ben riconoscibile e riconosciuto il profilo della scuola come istituzione sociale e presidio di un servizio pubblico alla persona, decisivo come l’istruzione, secon
do per importanza sociale solo alla sanità. Così pure, mai come prima d’ora, quei “legami deboli” che nella famosa definizione di Piero Romei,
ripresa da Karl Weick, caratterizzerebbero la scuola come organiz
zazione, appaiono esserne l’esatto
contrario, il suo vero punto di forza e la sua risorsa primaria, tutt’altro
che il suo limite 2 . E tutt’altro che un
“non luogo” 3 , la scuola si sta invece rivelando, nella realtà drammatica

Storyboard dell’alunna Giulia Ansevini con il frame del filmato.

della sua privazione esperienziale, un luogo di fortissimo investimento simbolico.
2 DaD e la scuola a domicilio:
la telepresenza e la camera
di apprendimento
Nella prima fase dell’emergenza epidemiologica, la disposizione del
distance learning contenuta nel DPCM del 4 marzo 2020 ha avuto
un percorso attuativo differenziato
da scuola a scuola e condizionato da fattori oggettivi, quali: la percentuale degli studenti forniti di dispositivo e
di connettività adeguata 4 , la familia
rità e la pregressa esperienza con la
didattica implementata dal digitale,
la percentuale dei docenti già for
mati. I due principali strumenti per la Didattica a Distanza, ora perlopiù indicizzata con l’acronimo DaD, sono
stati. 1- la videolezione, con cui i docenti hanno recuperato un contatto
sincrono con gli studenti, uno a molti,
a volte realizzato soltanto attraverso
il canale audio per problemi di con
nettività, che è servito soprattutto in
funzione fatica, per ristabilire un con
tatto emotivo con gli studenti, anche di quotidiana rassicurazione e di ri
pristino virtuale della continuità con
l’esperienza ordinaria, ma preclusa, della presenza in aula 5 ; 2- un am
biente digitale di apprendimento, con funzione di repository per lo scambio interattivo di documentazione didattica, tra singolo docente/singolo studente, oppure di condivisione con tutti gli alunni di una stessa classe.
2 Romei P., Guarire dal “mal di scuola”, Firenze 1999, La Nuova Italia Editrice, pp. 77-101. In realtà Romei non definisce, come del resto Weick citato nel saggio, “l’organizzazione a legami deboli”, come una condizione di necessaria deprivazione, quanto piuttosto come un “concetto dialettico” e polo modulabile in termini di assenza/prevalenza nel modello organizzativo, che non può essere confuso con la “weakness”, la debolezza in senso stretto. 3 Romei P. op. cit., pp. 94-95. La definizione della scuola come “non luogo”, ripresa da Marc Augé, è riferita in modo specifico dall’autore alla percezione dei docenti e alla fase storica della scuola come generico e indeterminato “punto di erogazione” di un servizio. 4 Dal report dell’ISTAT “PC e Tablet in famiglia, anni 2018-2019” pubblicato il 6-4-2020, risulta che il 12% degli adolescenti italiani, tra 12 e 17 anni, non ha un dispositivo in casa, il 57% lo condivide con altri familiari e solo il 6,1% ne ha uno personale. Per la connettività cfr. “Cittadini e ICT anno 2019” Report ISTAT 18-12-2019: il 74,7% dei nuclei familiari dispongono di una connessione in banda larga, ma con discostamenti notevoli tra Centro-Nord e Mezzogiorno, tra aree metropolitane e comuni al di sotto dei 2.000 abitanti. 5 Nelle prime fasi di utilizzazione della DaD non tutti i docenti hanno adeguatamente considerato le condizioni pragmatiche distintive dell’atto comunicativo della videconferenza, rispetto alla lezione frontale in presenza. La stima della durata ottimale di una videolezione non interattiva è di ca. 6 minuti, cfr. Gui M., Il digitale a scuola. Rivoluzione o abbaglio?, Il Mulino, Bologna 2019, Edizione e-book, cap. 3, pos. 1740.
3 Impara l’arte, ma dove? Le discipline artistiche
senza laboratorio
L’operatività artistica mediata dalla DaD e l’indisponibilità dei laboratori hanno rappresentato un banco di prova molto impegnativo e signi
ficativo per le discipline d’indirizzo
del Liceo Artistico “Mannucci. Le
richieste dei docenti, comunicate agli studenti con la videolezione, non hanno previsto la realizzazione
di artefatti finiti, ma hanno indicato temi soltanto progettuali, realizzati nella assoluta maggioranza dei casi attraverso il disegno, il bozzetto, il modello tridimensionale nel caso
degli elaborati plastici, invitando gli studenti a sperimentare l’uso di so
stanze o materiali di uso domestico, come vegetali, tisane, caffè, gli scarti degli imballaggi, alternativi a quelli delle tradizionali tecniche artistiche. Nella varie fasi di realizzazio
ne gli elaborati sono stati fotografati in digitale dagli studenti e inviati al docente per e mail o sulla piattaforma disponibile per la sua osserva
zione/ valutazione 6 . Così la DaD ha
funzionato come una lente potente che ha concentrato tutto il focus
formativo di docenti e studenti sulla
processualità dell’operare artistico, piuttosto che sull’opera-manufatto, sull’essere una forma di scrittura 7
che nel suo svolgersi combina le forme del visibile tratte dalla realtà, i segni dalla tradizione artistica, la
visione creativa del soggetto che li
trasfigura, Come ha osservato Ni
cola Farina, docente di Arti figura
tive bidimensionali, l’orientamento pedagogico più condiviso è stato
quello di trasformare, per mezzo del processo creativo condotto in autonomia, ogni camera degli studenti
del “Mannucci” in una Wunderkam
mer, o camera delle meraviglie. Al vedere come visione e alla mano
oculata 8 degli artisti in formazione
del “Mannucci”, ha dedicato il suo magistero artistico Valeria Winkler, docente di Progettazione scenografica, per esercizi di disegno dal vero come strumento per osservare, comprendere e (ri)scoprire l’ambiente urbano o naturale, osservato dal
la finestra di casa, scenografia na
turale e unico orizzonte visibile in
questo periodo di quarantena. Con gli elaborati realizzati, gli studenti coinvolti potranno partecipare all’e
vento “Sketchmob, #iorestoacasa e
disegno dalla finestra”, organizzato
da Alterstudio Partners e Arkipelag,
in collaborazione con ProViaggiAr
chitettura. Mentre Anna Concetta Consarino, Docente di Progettazione multimediale, ha proposto agli studenti di documentare in audio/video l’attuale situazione di emergenza, con qualsiasi mezzo di ripresa a disposizione (videocamere, GoPro,
reflex, cellulare). Tutti i materiali vi
deo prodotti saranno selezionati all’inizio del nuovo anno scolastico
per il montaggio di un lungometraggio che documenti come hanno
vissuto i giovani studenti durante l’emergenza sanitaria. Il modello di riferimento dell’esperienza è il film di
Gabriele Salvatores prodotto da Rai
Cinema, “Italy in a day” del 2014,
che il regista ha comunicato di voler replicare proprio per documentare l’esperienza dell’attuale clokdown, cosicché gli studenti potranno partecipare ad entrambi i progetti 9 .
6 Cfr. il paradigma della “valutazione diffusa”, esposto da Pier Cesare Rivoltella nel Webinar “La scuola ai tempi del Coronavirus”, cit. 7 Sull’arte come scrittura, cfr. Sinigaglia C., Somaini A., a cura di, Pensare l’arte. Verità figura visione, Federico Motta Editore, Milano 1998. 8 Le definizione è di Di Napoli G., Disegnare e conoscere, Einaudi, Torino 2004, p. 149. 9 Cfr. progetto di Gabriele Salvatores: https://www.corriere.it/spettacoli/20_marzo_25/viaggio-salvatores-c47601c2-6ebf-11ea-925b-a0c3cdbe1130.shtml.
FRANCESCO MARIA ORSOLINI
Dirigente scolastico del Liceo Artistico “Mannucci”, già docente di Estetica e Semiotica all’Istituto Europeo di Design di Roma e di Storia dell’Arte all’Istituto d’Arte di Fabriano. Coordinatore artistico del Festival Arte Elettronica di Camerino (1984-1988) e curatore di mostre di artisti e fotografi contemporanei, tra cui, Edgardo Mannucci, Gino Marotta, Joe Tilson, Cecil Beaton, Mario Giacomelli, Paolo Di Paolo. È autore del testo scolastico Arte Visione Rappre-sentazione, Bulgarini, Firenze 1986. Dal 1992 è iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, elenco pubblicisti.. È referente per la Provincia di Ancona dell’A.N.I.S.A., Associazione Naziona-le Insegnanti di Storia dell’Arte.