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MEDIA EDUCATION ORIZZONTI DIGITALI

UN MODELLO PER UN CORSO IN E-LEARNING

di Marcello Giacomantonio

PAROLE CHIAVE: BLENDED E-LEARNING, APPRENDIMENTO SITUATO, COOPERATIVE LEARNING, COSTRUTTIVISMO, LEARNING OBJECT.

Nello scenario dello studio online si è inserito con prepotenza l’emergenza COVID-19, con la necessità di sospendere nella Scuola la didattica in presenza e rivalutare al massimo tecniche finora poco applicate dell’e-learning, se non per i pionieri. In generale la formazione via web assorbe grande attenzione sull’aspetto tecnologico, facendosi spesso ispirare da questo, che non è necessariamente la stella polare. Abbiamo quindi pensato di proporre un modello di e-learning che parta da un’analisi dei fondamentali cognitivi pensando poi alla tecnologia come una cassetta degli attrezzi da adeguare alle necessità. Alla base del modello c’è la nascita e gestione di una comunità di apprendimento, erogazione di percorsi differenziati e autogestiti, monitoraggio e valutazione delle attività, fino alla più complessa organizzazione di una scuola online.

1. Premessa

In Italia l’e-learning ha almeno trent’anni e più. In alcuni settori si

è molto sviluppato 1 , in altri è rimasto a livello pionieristico, come nella scuola. In questi ultimi anni molte attività formative infatti sono “migra

1 Nelle grandi e medie imprese, in parte con le università telematiche, un po’ nella Pubblica Amministrazione.

te” dall’attività tradizionale d’aula alla formazione online. Nella maggior parte dei casi si è preferito un modello blended (misto), cioè un modello che ha una parte minore dell’attività svolta in aula e la gran parte in e-learning, diciamo 20%/80%. Questa scelta si giustifica non tanto per la maggiore efficacia della formula, ma per favorire il passaggio al lavoro online a persone che non hanno molta dimestichezza con il web e con l’attività individuale. È in questo scenario che irrompe l’emergenza del “corona virus” che costringe i più all’isolamento a casa, trovando impreparate non solo le scuole (tranne i pionieri) ma anche gran parte delle imprese per le attività di telelavoro e teleformazione. Inoltre l’apparente semplicità di utilizzo della tecnologia fai-da-te (produzione di siti web, LMS proprietari ed open source, ecc.) fa spesso perdere di vista il fattore metodologico-cognitivo ed organizzativo che sono di gran lunga quelli di maggior rilievo nelle attività di e-learning, privilegiando così modelli di risulta. Convinti che una attività in e-learning comporti proprio un grande cambiamento metodologico, non solo per

gli studenti, ma soprattutto per i do

centi 2 , abbiamo voluto avviare una

riflessione sui contributi che una ef

ficace metodologia di e-learning può

portare nei corsi a distanza e sulle possibili ricadute che tali metodologie possono avere anche nei corsi più tradizionali in presenza. Questi corsi infatti per massa critica rappresentano sicuramente il settore nel quale si potranno avere maggiori sviluppi e

benefici dall’applicazione integrativa

di adeguati modelli di e-learning 3 .

2. Come costruire un modello per la didattica a distanza

Alcuni principi delle attività di e-learning possono essere considerati validi a prescindere dal contesto e talvolta anche dall’utenza dell’attività formativa, altri aspetti invece devono essere esplicitamente tarati sulla tipologia di progetto e sull’utenza che partecipa al corso stesso. Nel contesto scolastico ad esempio la verifica dell’apprendimento potrà in parte essere realizzata con sistemi tradizionali (compiti da correggere e interrogazioni), anche se adeguati alle esigenze della distanza. Mentre sarebbe interessante poter applicare delle modalità di monitoraggio continuo sia quantitativo (rapporto presenza online/risultati) che qualitativo (raccolta e valutazione puntuale di diverse forme di “compiti”/ verifiche più o meno automatizzati). Come costruire allora un modello che da un lato garantisca la certificabilità della prestazione rispondendo agli aspetti formali e dall’altro sia davvero efficace sotto il profilo dell’apprendimento? Per rispondere a queste domande ci siamo ispirati ad alcuni principi, derivanti dalle teorie e filosofie dell’apprendimento. Vediamone una breve sintesi e soprattutto proviamo a riflettere come è possibile applicare i singoli concetti ad un progetto di e-learning.

2.1. L’apprendimento come processo attivo di costruzione

Su questo principio di origine costruttivista è oggi difficile trovare un progettista di formazione che non sia d’accordo, ma trasformarlo poi in fasi operative di un corso a distanza è un’altra cosa. Che l’apprendimento sia un “processo attivo” in linea di massima vuol dire anche che deve far sì che l’ allievo non si limiti a leggere quello che gli viene proposto ed a rispondere meccanicamente a dei test, ma che trovi interesse a studiare, approfondire, che realizzi esercitazioni utili, che costruisca passo passo una propria sintesi, propri strumenti riutilizzabili poi nella propria realtà quotidiana. Una modalità per applicare questo principio nei corsi online è quella di far produrre all’ allievo lavori di sintesi applicando quello che studia ad una realtà a lui nota. Una mappa concettuale, una sintesi di un argomento importante, una ricerca di approfondimento, sono tutti esempi applicativi.

2.2. Ruolo della conoscenza

pregressa

Il fatto formativo può avere solo un valore incrementale: più alto è il livello di partenza più alto può essere il livello di arrivo. Per alcuni studiosi

l’apprendimento è significativo solo

se riesce a collegare le nuove conoscenze a quelle pregresse 4 .

Determinare i livelli di partenza, far riflettere l’allievo sulla parte disciplinare che sta per studiare, imparare nuove terminologie, rimandare ad un glossario o a prerequisiti necessari, mappare la disciplina in modo graduale, sono tutte strategie didattiche che aiutano molto in questo senso e che predispongono ad uno studio assai più efficace. Una tecnica può essere quella di proporre semplici test di ingresso che facciano riflettere sulle principali parole chiave dell’argomento che si affronterà.

2.3. Un apprendimento situato in contesti realistici

Se ricordiamo la nostra esperienza di studenti sembra quasi scontato che

2 Un sistema per l’apprendimento online è sempre un ottimo supporto per una istruzione in presenza innovativa! Ricordiamocelo dopo l’emergenza di COVID-19. 3 Il modello di e-learning che qui presentiamo è stato sviluppato dall’autore in oltre trenta anni di progettazione e sviluppo di LMS (Learning Management System), nella produzione di learning-object, nell’erogazione di progetti ad ogni livello e per ogni ordine di scuola, università e impresa. 4 Ausbel D.P., Educazione e processi cognitivi, Franco Angeli, Milano 2004; Novak, J., L’apprendimento significativo, Erickson, Trento 2001.

Fig. 1 – Triangolo delle competenze

lo studio, anche a distanza, implichi una elaborazione personale, una costruzione del punto di vista e del senso che la disciplina studiata ha nella nostra vita di tutti i giorni. Questo vale anche per il giovane allievo che è spesso abituato a considerare lo studio un fatto del tutto separato dalla realtà. Non è però banale far si che questo meccanismo si sviluppi in un corso a distanza, dove è l’allievo stesso a dover svolgere in prima persona un ruolo attivo perché il corso sia efficace. In un corso a distanza questo principio implica per l’insegnante un ribaltamento del punto di vista nell’insegnamento della disciplina, un cambiamento che porta ad inserire materiali didattici vari e realistici, non solo “lezioni”.

2.4. Lavorare per focalizzare ed orientare lo studio

Quando si “scrive” un corso per l’apprendimento online, la tendenza dell’autore medio è quello di porsi di fronte alla disciplina come se gli allievi non sapessero assolutamente nulla, neppure del contesto disciplinare. Il risultato è spesso una trattazione teorica piuttosto lontana dalla realtà dell’allievo e dai contesti in cui opera. Meglio sarebbe puntare subito al cuore del problema, anche partendo dallo studio di casi reali e testimonianze, fornendo tutti i supporti interpretativi ed i riferimenti ad approfondimenti possibili per risalire, per quanto possibile, al quadro delle teorie. - I materiali didattici di un corso a distanza, i learning object, vanno pensati come elementi di focalizzazione degli aspetti salienti del corso, del punto di vista del docente sulla disciplina, dell’evidenziare quegli argomenti che il docente avrebbe meglio sottolineato in aula, lasciando all’allievo il compito di collegare e approfondire.

2.5. Personalizzazione del percorso di apprendimento

Il sogno di ogni progettista di formazione è quello di poter garantire ad ogni discente l’insegnamento necessario e sufficiente per i suoi fabbisogni didattici. Una personalizzazione che è in genere disattesa dalla didattica, che prevede un percorso unico e lascia all’allievo il compito di adeguarsi. Nell’apprendimento online è possibile utilizzare il “triangolo delle competenze”: volute, già disponibili, da fornire. (vedi Fig.1)

Il triangolo delle competenze,mira a portare un gruppo-classe dalle competenze iniziali disponibili a tutti, a quelle volute dagli obiettivi, tramite materiali didattici che possono permettere percorsi più o meno articolati. Personalizzare un percorso di studio vuol dire rilevare quali sono i bisogni didattici di ciascuno degli allievi e, in base a questi, far costruire dal sistema un percorso mirato. In sostanza un LMS (learning management system) può disporre di un deposito di learning object che possono essere composti e riutilizzati come le tessere di un mosaico cognitivo, sulla base di una diagnosi automatizzata. Una tecnica efficace e graduale è quella di costruire il percorso base e poi aggiungere di volta in volta piccoli moduli ad integrazione, in base ai fabbisogni riscontrati.

2.6. Un apprendimento collaborativo e negoziato

Questo è un aspetto che appare difficile da realizzare online, mentre non è così. Nella nostra esperienza lo strumento principe è il forum, che consente di riflettere e confrontare il proprio pensiero con l’insegnante e i compagni, grazie anche alla comunicazione scritta, assai più riflessiva. - In un corso online è possibile attivare alcune strategie di dibattito con l’intento didattico di far rielaborare le conoscenze acquisite, di esprimere propri punti di vista, di confrontarli con quello dei compagni e degli insegnanti. Le funzioni didattiche svolte da un forum possono essere molte e sono spesso correlate alla fase del corso in cui il forum stesso viene attivato (v. in seguito).

Vediamo allora come questi principi possono essere coniugati con gli strumenti dell’online per costruire un modello di corso in e-learning.

3. Un corso e-learning come modello di studio online

Il modello che descriviamo è stato applicato in un alto numero di casi per portare online corsi d’aula. Ma vediamo le singole strategie didattiche, le principali componenti dell’e-learning mix 5 che compone il corso stesso, legate agli strumenti disponibili.

3.1. La scuola virtuale

Fin da subito è necessario abituare

gli allievi a considerare l’ambiente di collaborazione che vedono online

come l’insieme delle stanze dove

incontrano sistematicamente gli altri allievi e insegnanti, considerando da subito le icone come avatar di una re

altà sottesa 6 .

Quindi il nome deve puntare a questa realtà: la scuola virtuale, rappresentazione interattiva di quella reale. Gli strumenti che popolano la scuola virtuale dovrebbero essere almeno quattro, ospitati in un ambiente che deve essere da subito percepito come l’aula virtuale in cui vengono ospitati gli strumenti di comunicazione ed alla quale accedono tutti gli utenti: insegnanti, allievi, animatori, tecnici, ecc.

Gli strumenti dovrebbero essere 7 : · Un sistema di videoconferenza

che permetta di gestire collegamenti in video e audio in tempo reale, realizzazione di lezioni in diretta, presentazione di slide e lavagna interativa. · Un forum di discussione all’interno del quale sia possibile attivare diversi argomenti e dibattiti con tutte le funzioni di risposta. · Un archivio di documenti dove sia possibile archiviare file scritti, PDF, fogli elettronici, slide, ecc.

Fig. 2 – Esterno della scuola virtuale con il pannello di log-in e qualche animazione.. (le immagini fanno riferimento a Pegasus LMS, sistema di eLearning progettato e sviluppato dall’autore nel 1986 e aggiornato fino al 2014, ultimo anno di utilizzo in “Veneto Formatori” Progetto di aggiornamento di 5000 insegnanti della scuola superiore della Regione Veneto)

Fig. 3 – Atrio della scuola virtuale con indicazione delle aule, biblioteca, aula comune, segreteria e news che compaiono in bacheca.

ma anche video, audio, immagini di diverso genere, con la possibili

tà di generare cartelle.

· Un sistema di messaggistica e chat in tempo reale che può essere integrato o no nella scuola virtuale. Con questa configurazione è pos

sibile implementare tutte le funzioni di apprendimento indicate in precedenza 8 .

3.2. Avvio del corso

Spesso, in questo periodo, chi si tro

va ad affrontare un corso online è alla

sua prima esperienza. Per abituare

subito l’allievo alla nuova modalità

interattiva dell’e-learning è opportu

no dare inizio al corso con l’uso di un LMS evoluto, che sia però con

figurato all’inizio nella modalità più

semplice possibile e non con tutte le funzioni visibili 9 .

5 Con e-learning mix intendiamo qui la composizione del quadro complessivo della didattica attraverso singole strategie che dipendono da aspetti rilevanti che il corso vuole sviluppare. 6 Un esempio di LMS tra i più noti è Moodle (https://moodle.org/?lang=it) che consente di attivare subito gratis una scuola virtuale online. 7 Se si ha un minimo di esperienza Moodle può essere usato per tutte queste funzioni inserendo gli appositi plug in. Diversamente si può tenere separato il sistema di videoconferenza utilizzando per esempio Zoom.us 8 Per una trattazione completa di quanto qui accennato vedi Giacomantonio M., Learning Object, Ed.Carocci 2007.

La fase di start-up ha il duplice scopo di far provare all’allievo l’uso di ogni strumento importante, testando anche eventuali problemi tecnici, e di avviare uno scambio informativo che consenta all’allievo di capire come funziona il corso e al docente la tipologia di studenti che ha davanti. Per questo l’e-learning Experience iniziale può essere formata da due componenti importanti: · un percorso di studio obbligato nella sequenza con diversi tipi di materiali multimediali e tradizonali, · un forum di dibattito con una sola sezione attiva all’inizio e senza la possibilità per gli allievi di attivare nuovi argomenti, ma solo di rispondere ad interventi già inseriti dall’insegnante · un sistema di videoconferenza per mantenere il rapporto diretto in tempo reale usato però il meno possibile per favorire l’attività più riflessiva. Nel percorso guidato possiamo evidenziare:

3.2.1. Il test di ingresso

È un test/sondaggio di autovalutazione che intende definire il quadro dei partecipanti, delle loro capacità d’uso dei media, conoscenza di altre lingue (se utili), esperienze pregresse di e-learning. In genere meno del 10% degli allievi ha avuto l’opportunità di seguire un corso online. Naturalmente è necessario prima interrogarsi su cosa può servire conoscere.

3.2.2. La comunità virtuale di apprendimento

Costruire da zero una comunità virtuale di apprendimento è un compito

9 Oggi sul mercato c’è solo l’imbarazzo della scelta. Però è importante scegliere un LMS per poter gestire con completezza l’interazione online sia sincrona che asincrona. Quest’ultima a differenza di quanto non si creda, è forse la forma più riflessiva ed efficace dell’e-learning. 10 È fondamentale che tutti inseriscano la propria immagine, che sia il più possibile rassomigliante perché si comprenda che anche se si è lontani, si parla con persone vere.

piuttosto complesso, infatti è neces

sario far percepire ai partecipanti che l’area comune (principalmente il forum) è un ambiente utile, dove si

ricevono anche informazioni importanti che aiutano nel lavoro che si

deve compiere. Questo è vero in ge

nerale. Per un allievo vuol dire che deve indicare elementi importanti per lo sviluppo delle proprie compe

tenze, ma anche che deve servire a

capire meglio le conoscenze e i pro

cessi che vengono proposti e quindi

a poter superare meglio le prove fi

nali, mantenendo un discreto grado di socialità.

Il forum è l’ambiente base di questo

processo, ad esso sono affidate alcune funzioni didattiche importanti:

autopresentazione: in e-lear

ning 10 è un passaggio importante,

che va commisurato all’età degli allievi. È l’insegnante ad autopresentarsi dando quelle indicazioni che in aula sarebbero pleonastiche (dove si abita, come ci si collega, ecc.). Subito dopo dovrebbe essere imitato anche dagli allievi.

Fig. 4 – Un’aula con uscita all’atrio, colloquio con il tutor o insegnante, forum di discussione con l’ultimo intervento postato, accesso al piano didattico o planner, alla posta interna, alla chat, alla biblioteca di classe. Lo schermo è abbassabile per vedere video e learning object vari.

· supporto tecnico: un ambiente virtuale ha sempre qualche complessità tecnologica da risolvere, il forum è l’ambiente adeguato perché una domanda/risposta serve a tutti e perché dà il polso della flessibilità dell’ambiente stesso; · avvio del dibattito disciplinare: anche se può sembrare prematuro è importante puntare subito al cuore della tematica trattata, in modo che gli allievi si abituino al linguaggio ed apprendano in modo discorsivo la terminologia, poi si potrà tornare per gli approfondimenti; · supporto allo studio: alcuni forum hanno il solo scopo di focalizzare l’attenzione sulle parti importanti di ogni capitolo, cosa che spesso la non presenza a lezione potrebbe far perdere di vista.

Questa gradualità genera “assuefazione”, un’assuefazione positiva che abitua ad operare nella comunità virtuale, ad apprendere la tecnica dei tempi lunghi e rarefatti dell’e-learning, una caratteristica sulla quale

non si è riflettuto mai abbastanza. Grazie a questa gradualità anche chi perde una lezione rimane all’interno del processo, in contatto con gli altri.

3.2.3. I learning object

Una componente importante di un progetto di e-learning è lo studio del

materiale didattico 11 , anzi diciamo

che in e-learning i contenuti sono spesso la sostituzione delle lezioni di un corso in presenza, rappresentando l’aspetto più rilevante. In aula ci sono molti modi per capire se gli allievi seguono o no quello che si sta spiegando: lo scambio continuo di sguardi, domande e risposte, attivazione di vere discussioni, ecc. Nello studio online vanno predisposti appositi elementi di verifica dello studio e di valutazione dell’apprendimento.

fare e come verrà valutata ogni sua attività. Quindi predisporre un piano dettagliato con l’indicazione delle attività da svolgere online e delle modalità di valutazione è sicuramente il modo migliore per orientare l’allievo a studiare, svolgendo le attività che il docente ritiene più rilevanti. Per arrivare a pianificare nel dettaglio il corso, senza avere quasi la necessità di cambiare nulla in itinere, ci vuole l’esperienza di più edizioni del corso. L’e-learning è un canale di grande valorizzazione delle risorse. Un solo prodotto ben studiato e realizzato potrà essere utilizzato per anni. Ma fin dall’inizio è possibile impiantare piani didattici meno dettagliati e rigidi, che forniscano comunque all’allievo una informazione puntuale e sistematica.

3.2.4. La valutazione dell’apprendimento

Un principio costruttivista dice che l’allievo deve poter sapere fin dall’inizio del corso che cosa gli si chiede di

11 La produzione di learning object

multimediali è lunga e costosa, ma sul web si trovano centinaia di programmi già pronti. Quindi una volta preparato un programma la prima cosa da fare è un’ampia e approfondita ricerca online.

MARCELLO GIACOMANTONIO

Laurea in fisica, si occupa di ricerca e sviluppo nel settore dell’ICT per la costruzione della conoscenza e in particolare e-learning e tecnologie emergenti. Professore straordinario all’Università telematica Pegaso è coordinatore del Corso di laurea specialistica in Scienze Motorie, dove sta sperimentando un laboratorio-palestra virtuale. Per lo stesso Ateneo è membro dell’ILO Industrial Liaison Office, per il trasferimento dei risultati di ricerca università-imprese e la terza missione per la valorizzazione sociale.

DOPO L’EMERGENZA … CI SARÀ BISOGNO DI ALTRO

di Roberto Baldascino

PAROLE CHIAVE: FORMAZIONE DOCENTI, SISTEMI DI GESTIONE DELL’APPRENDIMENTO, DIDATTICA DIGITALE, T.I.C., DIDATTICA A DISTANZA

Un impiego così totalizzante delle tecnologie nella scuola non si era mai sperimentato. Sicuramente provocherà degli effetti mutageni positivi nei modi, nei tempi e negli spazi educativi, fermo restando che si prendano subito alcune importanti decisioni. Una di queste riguarderà la formazione docenti che dovrà puntare verso processi in cui la pedagogia, i contenuti disciplinari e le tecnologie risultino sinergicamente integrate tra loro. Nell’articolo si illustreranno due framework S.A.M.R. e T.P.A.C.K. per comprendere quali siano le possibili linee evolutive della didattica digitale e più in generale nella DaD.

Al di là delle sensazioni, timori e paure che stiamo vivendo la tecnologia permette di risolvere tantissime criticità rendendo questo lungo periodo di attesa e di confinamento più sopportabile. Per molti la tecnologia significa poter continuare a svolgere il lavoro direttamente dal proprio domicilio in modalità smart working. La stessa tecnologia ogni mattina permette a tanti studenti la fruizione a distanza di lezioni e di altre attività didattiche. Nel complesso le scuole in questa emergenza si sono attivate sin da subito risolvendo le tante difficoltà che incontravano di tipo infrastrutturale, di connessione, di ambienti e di piattaforme, di sicurezza e di accessibilità con un unico grande obiettivo: mantenere una continuità relazionale educativa con i discenti. Ma dopo l’emergenza ci sarà bisogno di altro. Sarà necessario avere ancora più coraggio da parte di tutte le componenti ministeriali, sindacali, professionali e stakeholder per una scuola differente. Sarà il tempo delle scelte e degli investimenti, traendo il meglio che potrà derivare da questa ricchissima esperienza che ora stiamo vivendo. Sarà il tempo del rinnovamento, una scuola che dovrà essere per forza diversa, più “blended”, meno burocratica, meno smemorata e più attenta alle professionalità e ai bisogni di tutti.

1. I quadri di riferimento per comprendere come si evolverà la didattica digitale

Esistono due quadri di riferimento che illustrano come lo sviluppo tecnologico influenzi e trasformi progressivamente la didattica. Il primo

modello è definito con l’acronimo

S.A.M.R. (Sostituzione, Ampliamen

to, Modificazione, Ridefinizione) ela

borato da Rubens Puentedura 1 . Il secondo modello si chiama TPACK 2

(Technology, Pedagogy And Content Knowledge) che spiega l’integrazione tra conoscenze tecnologiche, pedagogiche e contenutistiche (disciplinari). Il primo framework analizza come la didattica con la tecnologia si evolva col tempo partendo, da utilizzi basilari fino ad arrivare ad utilizzi trasformativo-generativi. Il secondo modello fa comprendere quale sia la metodologia più utile nella formazione docenti per consolidare i cambiamenti che la tecnologia ha prodotto.

1 Dr. Ruben Puentedura è il fondatore di Hippasus, un’agenzia di consulenza nel

Massachusetts Occidentale, che si occupa di come le TIC influenzino in maniera

trasformativa l’istruzione. Il blog dell’autore è al seguente link: http://hippasus.com/blog/ archives/227

Figura n. 1. il modello S.A.M.R.

1.1 S.A.M.R. Come cambia la didattica con la tecnologia

Nella Figura n. 1 sono evidenziate le quattro azioni didattiche “tecnologiche” in cui il framework SAMR è costituito. Si parte da un primo approccio sostitutivo: il docente replica semplicemente ciò che svolgeva tradizionalmente (la scrittura di un report tramite editing di testo). Successivamente egli riprogetta l’azione didattica ampliandone per una certa misura le caratteristiche (l’editing di testo è più un software “text to speech” per produrre una narrazione in mp3). Con la crescita dell’esperienza il docente arriverà ad aggiungere funzionalità del tutto nuove (la scrittura collaborativa all’interno di un WIKI) fino a raggiungere una completa ridefinizione delle proprie attività didattiche (sviluppo di artefatti cognitivi multimediali tramite videoediting). Il quotidiano agire con la tecnologia, seppur strumentale, è premessa per utilizzi sempre più diversificati. Tali processi per diventare radicati e profondi hanno bisogno di tempo. Col crescere dell’esperienza si abbandoneranno gli usi replicativi della tradizione analogica in favore di altre prassi sempre più complesse e innovative fino a trasformare la stessa Weltanschauung educativa.

1.2. T.P.A.C.K. 3 un framework per

la formazione tecnologica dei docenti

Il framework TPACK (CTPC in italiano) vuole evidenziare l’integrazione dei tre domini di conoscenza necessari per un utilizzo effettivo ed efficace delle tecnologie nella didattica. La comprensione di tale framework è essenziale per la formazione tecnologica dei docenti. I tre domini sono: 1.Conoscenze Pedagogiche (CF) che riguardano la conoscenza dei processi e delle metodologie di insegnamento/apprendimento. 2.Conoscenze Contenutistiche (CC) che riguardano le conoscenze disciplinari. 3.Conoscenze Tecnologiche (CT) che riguardano le conoscenza di come funzionano e si adoperano le TIC (Tecnologie delle Informazioni e delle Comunicazioni), i tools e le risorse digitali.

Nell’insegnamento tali domini si relazionano formando combinazioni particolari. Ad esempio nella scuola “analogica” è normale che la formazione docenti punti sull’integrazione/ intersezione tra i due insiemi della Conoscenza Pedagogica e della Conoscenza Contenutistica (nella figura n. 2 CPC Conoscenza Pedagogica e Contenutistica). In una scuola

tecnologica affinché la formazione

iniziale e continua dei docenti 4 abbia ricadute effettive ed efficaci è neces

saria l’intersezione di tutti e tre i domini che generano il CTPC (TPACK). Tale combinazione rende più stabili e profondi i cambiamenti formativi che si vogliono determinare.

In vista di una futura formazione tec

nologica dei docenti bisognerà pun

tare oltreché sull’intersezione delle conoscenze espresse dal CTPC an

che su azioni adhocratiche 5 , riferite

al contesto presente in ogni singola istituzione scolastica.

2. Qual è la piattaforma migliore

da usare ora?

A livello generale l’offerta dei pro

dotti per la formazione a distanza è

molto ampia, il MIUR ha pubblicato nel proprio sito alcuni suggerimenti 6 . Moltissime scuole si sono rivolte

esclusivamente a prodotti “proprietari” gratuiti. Poche scuole più previdenti si sono basate su un’offerta ibrida, con piattaforme Opensource e l’aggiunta di alcune applicazioni proprietarie risultate indispensabili come ad esempio di videoconferenza. In una fase emergenziale è necessario specificare che non esiste in termini assoluti una piattaforma migliore rispetto alle altre, ma esiste quella che una istituzione scolastica in base alle proprie risorse umane e infrastrutturali sa usare al meglio. Si tratta semplicemente di una questione di sostenibilità che col tempo, con gli investimenti e con la formazione docenti potrà essere più ampia. Nel

3 Per partecipare alle videoconferenze non è necessario installare un client.

4 Un interessante articolo in cui si evidenzia utilizzo del TPACK nella formazione docenti in Italia e le relazioni con la normativa è il seguente:

Di Blas, N., Fabbri, M. & Ferrari, L. (2018). Il modello TPACK nella formazione delle competenze digitali dei docenti. Normative ministeriali e implicazioni pedagogiche, Italian Journal of Educational Technology, 26(1), 24-38. doi: 10.17471/2499-4324/954

5 Il termine adhocrazia è un neologismo che deriva dall’unione dell’avverbio latino“ad hoc”e del suffisso greco“

crazia”. Recentemente, l’enciclopedia multimediale Wikipedia, ha definito adhocrazia come “gestione rivolta all’imprevedibilità, alla

flessibilità e alla cultura di compiti, che si contrappone alla cultura burocratica; in questo contesto la dimensione di project management si associa alla definizione di “struttura organico-adattiva”. Si veda al riguardo http://www.sinedi.com

Figura n.2. Il diagramma di Venn riferito al TPACK (CTPC) delle possibili relazioni logiche trai i tre insiemi della Conoscenza Tecnologica, Conoscenza Pedagogica e Conoscenza Contenutistica.

la fase di emergenza è necessario orientarsi nella semplicità di uso e nell’immediatezza, assicurando però sempre i parametri irrinunciabili di sicurezza e di privacy. Ciò che è invece indispensabile implementare per tutte le scuole sono gli strumenti di comunicazione/condivisione sincrona, per interagire in tempo reale e in maniera interattiva con la classe. Gli strumenti per tali azioni di videoconferenze sono tanti e quelli immediatamente utilizzabili sono quasi tutti

proprietari. Al momento essi sono offerti gratuitamente o a costi irrisori, tali condizioni però potrebbero cam

biare col tempo. Qualcosa di molto interessante e in via sperimentale sta nascendo come il servizio di vi

deoconferencing tutto marchigiano denominato “Iorestoacasa” 7 che usa

due software opensource Jitsi e Mul

tiParty Meeting 8 che girano su alcuni server offerti da istituzioni e univer

sità. Se supportato dal Ministero, questo servizio in futuro potrebbe diventare per le scuole una valida alternativa ai sistemi proprietari.

3. Qual sarà la piattaforma da utilizzare dopo l’emergenza?

Alcune scuole superiori hanno da tempo adottato una didattica blended, dotandosi di LMS opensource come ad esempio Moodle. Implementare tali sistemi rende le scuole autonome e indipendenti rispetto ai software/piattaforme proprietarie. Quest’ultime stanno acquisendo nella scuola una diffusione massiva quasi monopolistica grazie alla loro facilità di impiego. Tale egemonia potrebbe diventare in seguito foriera di diversi problemi. È necessario comprendere che la gratuità non è detta che sia perenne. Inoltre rimangono sospese alcune considerazioni in merito all’utilizzo dei dati acquisiti degli utenti (docenti e studenti). Avere un LMS open source significa non dovere dipendere da nessuno, far crescere l’expertise del personale e garantire un controllo completo e diretto dei dati e della privacy dei propri utenti.

7 Il link a tale servizio sperimentale è il seguente: https://iorestoacasa.work/; la Garr offre altri servizi di videoconferenza gratuiti opensource come https://open. meet.garr.it/ ed Edumeet https://www. servizi.garr.it/videoevoce/edumeet 8 Per partecipare alle videoconferenze non è necessario installare un client.

ROBERTO BALDASCINO

Docente di Geografia presso ITET Bramante-Genga Pesaro. Ricercatore IRRE Marche. PhD in Techonolgy Enhanced Learning presso UNIVPM Ancona. Autore di numerose pubblicazioni sulle ITC: Insegnare e dirigere nella scuola digitale. Come cambiano gli ambienti di apprendimento, ed. Tecnodid Napoli, marzo 2018; Insegnare ed apprendere in un mondo digitale, ed. Tecnodid Napoli, aprile 2015; LIM Ambienti Integrati di Apprendimento. Costruire contesti per sviluppare competenze, ed. Tecnodid Napoli, febbraio 2011.

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