Touring 09 / 2020 italiano

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Il fascino dell’Occitania Vivace e tranquilla allo stesso tempo, Tolosa è tutta da scoprire. La quarta città più grande della Francia mira a far parte del Patrimonio dell’umanità. La sua sorella minore Albi lo è già. REPORTAGE PETER GRANWEHR

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ella lista del patrimonio mondiale UNESCO dovrebbe entrare il nucleo storico di Tolosa. A buona ragione: un bel viavai di gente nelle stradine mai lineari, «per indebolire il vento non di rado sferzante», come spiega Marine Esch dell’Ufficio del turismo cittadino. È solo negli anni Settanta dell’800 che gli urbanisti fecero costruire due viali rettilinei attraverso il nucleo storico: la rue d’Alsace-Lorraine e la rue de Metz, che conduce al Ponte Vecchio sulla Garonna. Grazie a queste due strade prestigiose ci si può orientare facilmente. Lungo i due viali si trovano le boutique e le firme più famose, mentre le stradine sono costellate di negozietti locali, ristorantini e caffè. Si nota subito anche il grande numero di giovani: un quarto della popola-

La Cattedrale di Albi e il Ponte Vecchio; il quartiere episcopale è Patrimonio mondiale UNESCO dal 2010.

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zione è infatti costituita da studenti universitari.

Dal rosa al blu Tolosa è denominata «Ville rose», la città rosa, per via del colore dei suoi palazzi. A guardare i numerosi edifici in mattone di terracotta, si potrebbe pensare di essere nella Germania del nord, ma l’aria è più calda e la luce più intensa. Illuminate dai raggi, nel corso della giornata le facciate si tingono di varie sfumature dall’arancione al rosso profondo. Naturalmente non ovunque, perché a partire dall’epoca barocca il mattone venne considerato un materiale troppo umile per i nobili: le facciate vennero fatte pitturare di colori chiari e in parte ricoprire con pietra naturale o una combinazione tra mattone e pietra come nel

Capitole, sede del municipio e del teatro dell’opera. Si tratta dell’edificio più rappresentativo della città, di cui si possono visitare tre saloni maestosi – eccetto se si sta svolgendo un matrimonio. L’omonima piazza sul lato occidentale, delimitata da un lungo edificio con le arcate, dà l’impressione di trovarsi in Spagna. Il tocco mediterraneo è innegabile, non per nulla siamo in Occitania, come lo si riconosce dai nomi delle strade in francese e occitano. Un tempo qui si trovava il «Triangolo d’Oro»: tra Tolosa, Albi e Carcassonne veniva piantato in grande stile il pastel (in italiano gualdo), una pianta della famiglia della colza con cui si fabbricava il colore blu. Per un periodo lunghissimo è stato l’unico modo


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