
9 minute read
Un mito a due ruote
Velosolex – una fenice nata dalle ceneri
Con l’odierno boom delle e-bike si dimentica che la strada verso la bici a pedalata assistita è stata lunga. La svolta risale all’emergenza del periodo bellico, con l’invenzione della due ruote tutt’oggi di culto Velosolex.
TESTO HEINI HOFMANN
G ià nel 1895 l’inventore francese René Gillet ebbe l’idea di montare un motore sulla ruota anteriore di una bicicletta. Mentre i tecnici tedeschi restavano ancora scettici sul motore a due tempi e le catene a rulli di trasmissione, in
Francia scoccava la scintilla.
Nel 1891 era già nata la Ixion, una bici con motore due tempi a trazione anteriore. Presto ne furono dotate anche le biciclette tedesche (Sigurd) o ne vennero costruite su licenza nelle officine Komet. Alla Ixion seguì l’anno dopo, sempre in Francia, il ciclo-trattore con motore ausiliario a quattro tempi; anch’esso ebbe diffusione all’estero. Ma il grande successo doveva ancora venire.
La necessità aguzza l’ingegno L’affermazione definitiva della bicicletta a trazione autonoma arrivò però – non a caso – durante la seconda guerra mondiale: nella loro azienda di radiatori per autobus e camion, due giovani imprenditori parigini, Maurice Goudard e Marcel Mennesson, costruirono un carburatore che successivamente prese il nome di Solex. Più tardi questo nome fu dato anche alla loro fabbrica di biciclette, un altro pilastro della loro impresa. Infatti, nel 1940 era nato il prototipo di una bicicletta ad autotrazione con motore a due
Veicolo di culto Il Velosolex è stato l’incarnazione del velocipede dello stile di vita francese.
tempi, flangiato sopra la ruota anteriore del telaio di una comune bicicletta da uomo Alcyon con ruote da 700 millimetri.
Nonostante lo stato di guerra, si trattava di un progetto lungimirante: i primi 700 prototipi furono distribuiti dal 1942 ai propri operai, affinché li testassero e migliorassero. La serietà di questo modo di procedere fu ripagata! Si scoprì che, ad esempio, i comuni telai da bicicletta non erano abbastanza solidi per integrarvi un motore ausiliario continuamente acceso, perciò si optò per un telaio «aperto» a collo di cigno, più stabile e anche più adatto alle signore.
Prima serie di Velosolex La storia del Velosolex è un modello di abilità imprenditoriale: durante il difficile periodo del dopoguerra – nell’ottica di un mezzo di trasporto popolare e poco costoso – ci si limitò a una cilindrata di 45 centimetri cubici, con una potenza di 0,4 CV a 2000 giri/min e un consumo di un solo litro di carburante per 100 chilometri, un peso complessivo di 25 chilogrammi e una velocità di 28 km/h. Ciò in Francia permetteva al Solex di rientrare nella (allora) classe dei ciclomotori privi di documenti d’immatricolazione e patente. Nel 1946, nella fabbrica
Star del cinema e beniamina del pubblico Brigitte Bardot ha contributo a far amare il Solex.

di Parigi-Courbevoie partiva la prima serie di Velosolex 650 (motore due tempi a pistoni a deflettore e forza di trazione sulla ruota anteriore tramite rullo di frizione al carbonio) con una produzione giornaliera di 15 esemplari. Era così stata aperta la porta ad un trionfo mondiale. E dove si lavora con idealismo, si innova e si migliora di continuo nonostante il successo.
Così nel 1947 inizia una lunga serie di nuovi modelli costantemente modificati, anche se il collaudato principio di base rimane sempre lo stesso, così come il colore nero ormai diventato di culto. E con ogni nuova serie cresce rapidamente anche la produzione giornaliera: il Velosolex diventa – analogamente alla Citroën 2 CV «anatra» per le automobili – sinonimo del savoir-faire francese in ambito ciclistico. E ogni prodotto di successo trova licenziatari e imitatori. Fuori dalla Francia, i costruttori su licenza nascono come funghi: in Olanda, Gran Bretagna, Polonia, Danimarca, Italia, Lettonia, Germania e Svizzera (v. riquadro qui sopra). Vengono approntate catene di montaggio a Cipro, in Finlandia, Grecia e Irlanda. E dal 1974 ci sono modelli speciali da esporta→
SOLEX – LA SVIZZERA UN CASO SPECIALE
La legislazione federale sulla circolazione stradale era meno favorevole a questo veicolo di culto rispetto a quella del suo paese d’origine, la Francia, dove il Solex poteva essere guidato già dai 14enni senza patente. Infatti, un decreto del Consiglio federale del 1947 aveva inserito la bici con motore ausiliario nella categoria dei veicoli a motore, nonostante il Solex fosse imparentato più da vicino con la bici che con la moto. Ciò ebbe conseguenze negative per la popolazione meno abbiente, ma anche sul turismo e per i lavoratori frontalieri, perché i conducenti di Solex provenienti da Francia e Italia non potevano attraversare il confine svizzero.
Ne fu colpita pure la società Hispano-Suiza con sede a Ginevra, che tra il 1948 e il 1957 ne assemblò ca. 15 000, con componenti fabbricati in Svizzera. Ciò produsse le proteste della Conferenza internazionale sulla circolazione stradale tenutasi a Ginevra nel 1949, la resistenza da parte della stampa e di esperti corredata da dati (ad esempio, il numero di incidenti delle bici con motore ausiliario era minore di quello delle bici normali). Il risultato, probabilmente anche grazie all’intervento del Canton Ginevra, fu un nuovo decreto federale del 1950, che era un po’ più generoso, ma pur sempre ancora troppo restrittivo rispetto ad oltrefrontiera.
Hispano-Suiza ha prodotto dal 1948 fino al 1957 a Ginevra i Velosolex svizzeri.


Lo slogan per «La bicyclette qui roule toute seule» ai tempi tappezzava numerosi muri.

Tutti volevano guidare un Solex: da Charles Aznavour …



Unico fiasco della saga Solex: l’e-Solex; troppo futurista per i veri fan. Diffuso e popolare su tutti i continenti: dal Brasile all’Oceania.

… a Steve McQueen. zione perfino per Canada, USA e Brasile.
La fine del Solex Il buon vecchio motociclo Velosolex sa restare attuale, continua a migliorarsi, resta pieno di idee: ruote più piccole per una maggiore sicurezza di guida, aumento delle prestazioni e della velocità a 30 km/h, versioni speciali come il leggero modello da trasporto a tre ruote per le consegne a domicilio e il miniciclo F4 per bambini con motore in plastica che fa rumore. Nel 1965 viene messo in concorrenza addirittura il colore standard del Solex: la serie 3800 non esce solo in nero, ma anche in bianco e in rosso. Eppure, come in tutte le favole c’è una fine anche per il mezzo di trasporto a motore più a buon mercato del dopoguerra. Oltre 40 anni dopo la prima serie, nel novembre 1988 a SaintQuentin termina in Francia la produzione del Velosolex originale. Gli ultimi cento esemplari vengono venduti come modelli nostalgici per appassionati collezionisti. Non si sa esattamente quante di queste icone siano state costruite in totale; dovrebbero essere ben più di sei milioni (addirittura otto a livello mondiale).
Aznavour, Bardot e McQueen Sotto tutti i punti di vista, come la fenice che risorge dalle ceneri della guerra, Velosolex ha scritto una fiaba tecnica da mille e una notte. Quello che la «Tante Ju» Junkers Ju52 è per gli aeroplani o la Jeep per i fuoristrada, il Solex lo è per le biciclette: un’icona dal fascino francese. Amato da tutti, guidato da operai e studenti, preti e professori, contadini e grandi stelle del cinema come Brigitte Bardot, che scatenò un vero boom, ma anche da Charles Aznavour, Jacques Tati, Steve McQueen o Catherine Deneuve. E anche l’autore di queste righe, da più di cinquant’anni guida un Solex che non lo ha mai piantato in asso. •
Indossi un “frammento” di uno degli aeroplani più famosi al mondo

CON UN PEZZO AUTENTICO: Nel quadrante è inserita la parte originale del rivestimento di un Boeing 747, che ripropone l’incisione di un planisfero.
IL RETRO DELLA CASSA: Sul retro dell‘orologio è riportato il numero seriale. In tal modo ciascun esemplare è un pezzo unico!
CARATTERISTICHE IMPORTANTI: LA STRAORDINARIA di un preciso movimento al OCCASIONE: il 9 gennaio quarzo, la sua cassa e il suo 2000 ricorreva l’ultimo volo del bracciale sono realizzati in Boeing 747 e terminava così robusto acciaio inossidabile, un’era per la Swissair. mentre il raffinato quadrante è UFFICIALE: regolare licenza stato ispirato dai fusi orari autorizzata dalla SWISSAIR. EDIZIONE LIMITATA: CARATTERISTICHE l’esemplare “Orgoglio della IMPORTANTI: l’orologio da polso è dotato Durchmesser: ca. 4 cm Swissair” è prodotto in tiratura mondiale limitata e ogni pezzo numerato progressivamente.
Prodotto con licenza uffi ciale
Diametro: 4,2 cm
In ricordo dell’ultimo volo transatlantico 20 anni
Vent’anni fa il 9 gennaio 2000, dopo l‘ultimo volo transatlantico del Boeing 747, per la Swissair si concluse un‘era. Per commemorare il leggendario jumbo, The Bradford Exchange Le presenta l‘esclusiva edizione speciale „Orgoglio della SWISSAIR“ che vede integrato nell’orologio un frammento del rivestimento originale di un Boeing 747. La cassa in acciaio inossidabile con movimento al quarzo e il cinturino abbinato conferiscono un aspetto sportivo ed elegante. Il quadrante è trattenuto da una “cornice” di ottimo gusto con i diversi fusi orari e trasuda, così come l‘ex Swissair, una nota internazionale. Questa preziosa edizione speciale è distribuita in esclusiva da The Bradford Exchange e ciascuna copia costituisce un esemplare unico e numerato: non esistono due orologi identici anche solo per il frammento originale inserito in ciascuno di essi. Il Certifi cato di Autenticità, incluso nella consegna, ne attesta la qualità, confermando la provenienza da un Boeing 747 di una parte dell’elegante quadrante. L‘orologio da polso „Orgoglio della SWISSAIR“: semplicemente un oggetto di culto! Prenoti al meglio oggi stesso!
Prezzo: Fr. 199.80 o in 3 rate mensili di Fr. 66.60 (+ Fr. 11.90 per spedizione e servizio)
578-FAN36.01
www.bradford.ch
fb.com/BradfordExchangeSchweiz Per ordinare online no. di riferimento: 63519

Garanzia di resa valida 120 giorni
BUONO D’ORDINE ESCLUSIVO
✃Termine di ordinazione: 21 settembre 2020
No. di riferimento: 63519 / 578-FAN36.01
❒ Sì, ordino l’orologio
„Orgoglio della SWISSAIR“
Desidero ❒ fattura unica rate mensili
Nome/Cognome
Via/N.
Per cortesia, scrivere in stampatello
Cap/Città
Firma Telefono
Trattamento dei dati personali: Trova informazioni dettagliate sulla protezione dei dati alla pagina www.bradford.ch/datenschutz. La società The Bradford Exchange non Le invierà alcuna offerta per e-mail, telefono o sms. Può modificare sempre, in ogni momento, le Sue preferenze di contatto, mettendosi in comunicazione con noi all’indirizzo o al numero di telefono indicati a lato. Qualora non volesse più ricevere le nostre proposte neanche per lettera, La invitiamo a comunicarcelo via telefono, e-mail o tramite lettera.